Anno 25 - Numero 252 - € 0,50 È IN EDICOLA Venerdì 23 Ottobre 2015 Marketing Oggi Il primo magazine-de device pper er vivere vive bene nell’era ddigiitale IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Furla (accessori) e De Rigo (occhiali): ricerca ricerca, vendita e comunic comunicazione insieme per crescere I premium brand fanno squadra La formula vincente: servizi e immagine da griffe al giusto prezzo DOMANI A DI FUORI EXPO. Due incontri sul vino.Alle 11, al Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme (Pt), al festival Food & book, presentazione di Slow Wine 2016, guida dei vini di Slow Food. Ingresso libero. Dalle 12, presso la Cantina Jermann di Ruttars (Gorizia), «I grandi vignaioli s’incontrano con i magnifici 20 ristoranti di Friuli Venezia Giulia Via dei sapori», show cooking. Partecipazione a pagamento (65 euro). DENTRO EXPO. Dalle 14,30 alle 16,30, nel cluster Isole, mare e cibo, presentazione dei risultati del concorso internazionale «Cambiamenti climatici the grand challenge 2015» organizzato da Shylock Cut di Venezia e l’università Ca’ Foscari. DENTRO EXPO. Alle 15, presso la Sala Symposium del padiglione vino, degustazione dal titolo «L’amarone e la tecnica d’appassimento delle uve rosse», promossa da Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vini). FRANCESCA SOTTILARO P er i premium brand è l’ora di fare squadra nelle rispettive eccellenze. «Lo spazio di crescita è enorme e vale sui mercati trasversalmente. L’importante è assicurare una formula vincente: ovvero servizi e immagine tipica delle griffe di lusso ma al giusto prezzo», dicono Eraldo Poletto e Michele Aracri. I due manager, rispettivamente ceo del brand di accessori Furla e managing director di De Rigo Vision hanno appena rinnovato a Milano l’accordo di licenza per la produzione di occhiali con il marchio fondato da Giovanna Furlanetto. E sono alle prese con un progetto di condivisione delle strategie per la parte eyewear che parte dalla ricerca, prosegue nelle boutique fino ad approdare in comunicazione. « O g g i non rinnoviamo semplicemente un contratto di licenza (scadeva nel 2017, DENTRO EXPO. Alle 18, presso l’Auditorium del padiglione Cile, ultimo giorno per assistere alla performance della cantautrice Isabel Parra. FUORI EXPO. Alle 20 al Piccolo Teatro di Milano in via Rovello 2, nell’ambito del Fuori Expo di Intesa Sanpaolo, «Il viaggio finisce qui», lettura dell’attore Fausto Russo Alesi di poesie di Eugenio Montale dedicate alle donne della sua vita. FUORI EXPO. Alle 20,30, presso l’Auditorium Giuseppe Verdi di Milano, in largo Mahler 1, «Around the World: Repubblica Ceca», concerto con musiche di Fucík, Janàcek, Smetana e Dvorák. a cura di Luigi Chiarello Michele Aracri La campagna di Mario Testino e gli occhiali Furla by De Rigo proseguirà fino al 2022)», racconta Aracri, «ma annunciamo un progetto congiunto per crescere nei mercati chiave, dal Giappone alla Cina. E che questa estate vedrà gli occhiali prodotti da De Rigo per Furla nella campagna primavera estate di Mario Testino assieme a borse e accessori Furla. Un progetto di comunicazione su cui abbiamo investito». La sfida per De Rigo, dopo il successo già registrato con la licenza e la crescita del 20% negli ultimi tre anni «è stata far diventare l’accessorio di Furla importante», aggiunge Aracri. «In primis conta il design, i materiali diversi come nel caso degli occhiali Sofia di Furla, per arrivare sul mercato fornendo un prodotto migliore di quello delle griffe a un prezzo che supe- ra di poco i 100 euro» Una filosofia condivisa da Furla. «Siamo due aziende legate al 100% al prodotto, perché è la madre del retail», aggiunge Poletto. «Con De Rigo parliamo di meccanismi commerciali e strategici. Condividiamo una politica low profile, ma poi usiamo gli stessi codici del lusso. Come Eraldo Poletto Testino fotografo, cui ci lega non solo un contratto per fare campagne o video. Ci sentiamo anche per scelte attinenti le nostre boutique. In prestito dalle griffe abbiamo anche gli aspetti come creatività, packaging o servizi. Come dico sempre un cliente compra il mind set non solo un’etichetta». Furla, dopo un 2014 a 262 milioni di euro, punta a cremilio scere del 30% «ma aspettiamo il black friday e il Natale b per pe aggiustare le cifre», dice di Poletto. Il ceo sta già ragionando come marchio rag quotato pur non essendolo. quot «Non escludiamo questo processo», dice, «Intanto pensiacesso mo ai a clienti come investitori e presto amplieremo il servizio “su misura” per alcuni prodotti best seller». Il servizio Myplayfurla che attualmente riguarda un tipo di borsa da donna si estenderà a due modelli e sarà ancora più alto di gamma. Proseguiranno anche le aperture. «Dopo Tokyo, New York, ci sarà Hong Kong e abbiamo avviato a Roma il cantiere per la boutique di Piazza di Spagna da 400 metri quadrati». Prima di Natale sarà svelata la nuova fragranza Furla. «Ci manca anche l’abbigliamento, e abbiamo appena lanciato l’uomo», spiega. Gli occhiali da uomo sono già presenti in tre corner Furla in Giappone ma il progetto è di ampliare la rete vendita nel mondo. © Riproduzione riservata Fendi ridona a Roma il Palazzo della Civiltà Italiana DI GIANFRANCO FERRONI «Siamo orgogliosi di poter restituire oggi alla nostra città, Roma, e al mondo intero, il Palazzo della Civiltà Italiana, simbolo delle nostre radici romane e di un continuo dialogo fra tradizione e modernità, valori da sempre cari a Fendi»; Pietro Beccari, presidente e ceo di Fendi, ha aperto le porte dello storico edificio dell’Eur presentando così i nuovi headquarters capitolini. Una serata impreziosita dall’installazione luminosa dal titolo Poesia di luce dell’artista Mario Nanni, che ha curato anche l’illuminazione permanente della facciata dell’edificio, e dall’inaugurazione della mostra «Una Nuova Roma. L’Eur e il Palazzo della Civiltà Italiana», voluta da Fendi e realizzata in collaborazione con l’assessorato cultura e sport di Roma, sovrintendenza capitolina ai beni culturali, e l’apporto di Zetema, aperta gratuitamente al pubblico fino al prossimo 7 marzo. Così da oggi, dopo più di settant’anni dalla sua creazione, il Palazzo della Civiltà Italiana riapre le sue porte al pubblico con il primo piano finalmente visitabile da tutti, attraverso una mostra che racconta la sua storia, dal progetto architettonico ai giorni nostri. Fendi aveva annunciato nel luglio 2013 un accordo di 15 anni con Eur spa per l’affitto del palazzo, per realizzare su una superficie di circa mille metri quadrati un’ampia area espositiva, destinata a ospitare mostre e installazioni aperte al pubblico. E la rassegna mette in scena uno straordinario apparato artistico, figurativo, fotografico e filmico. Disegni, schizzi e studi di grandi artisti, quali Gino Severini, Mario Sironi, Enrico Prampolini, Francesco Messina, è possibile apprezzare anche originali realizzazioni degli anni cinquanta e sessanta, come le opere di Pericle Fazzini e Giuseppe Capogrossi. Per non parlare delle immagini firmate Karl Lagerfeld, Gabriele Basilico, Fabrizio Ferri, Franco Fontana, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice, Giulio Pediconi e Hans Christian Schink, e della proiezione di alcuni spezzoni dei film di Roberto Rossellini, Federico Fellini, Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Elio Petri e Bernardo Bertolucci. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 18 Venerdì 23 Ottobre 2015 MARKETING Il rapporto tra marchi e afiliati si evolve secondo la ricerca promossa da Conimprese Più autonomia nel franchising Interazioni sulla scelta degli assortimenti e la multicanalità http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI IRENE GREGUOLI VENINI N el mondo del franchising ci vuole più condivisione delle innovazioni tra franchisor e franchisee, come nel caso di Thun, ma anche apertura ai possibili contributi degli affiliati per capire il mercato locale, come Primadonna, una certa dose di autonomia agli imprenditori, come fa Rossopomodoro, e multicanalità, la via scelta da A.W. Lab. Sono questi i trend che dettano l’evolversi di questa formula distributiva secondo una ricerca promossa da Confimprese. «Da una dimensione più strettamente contrattuale e per certi versi unidirezionale del passato si assiste a un rapporto più dialogico, in cui l’affi liato è maggiormente partecipe sia dell’in- novazione commerciale sia di prodotto», piega Mario Resca, presidente di Confimprese. «Le parti condividono in modo più dinamico la scelta di nuovi format, degli assortimenti e perfino la sperimentazione di nuove formule di vendita. Stando alle dichiarazioni delle aziende, il cambiamento è vissuto in modo positivo, e, pur richiedendo un maggior investimento nella creazione e gestione delle relazioni all’interno del network, è percepito come salutare e necessario per una maggiore integrazione franchisorfranchisee e un migliore funzionamento della rete di vendita». Dalla ricerca, intitolata «Franchising 2.0: come cambia la relazione tra affiliante e affiliato» che sarà presentata oggi a Milano al Salone del franchising, emerge l’im- portanza di condividere con i franchisee le innovazioni. Un esempio in tal senso è Thun, che negli anni cinquanta ha avviato la produzione di ceramiche artistiche di mattonelle per stufe, poi è stata proposta la linea di bomboniere, per arrivare a gamme per la casa, la donna e il bambino. «In tutti questi passaggi, l’aspetto critico è stato l’adeguamento al cambiamento assortimentale e la condivisione dell’innovazione con la rete distributiva», ha spiegato Francesco Rigamonti, retail manager Italia Thun, interpellato nell’ambito dell’indagine. D’altro canto, come evidenzia Franco Chiarizio, direttore sviluppo franchising di Primadonna (calzature e accessori moda), «il contributo dell’affiliato in termini di scelta dell’assortimento è fondamentale per Bill & Melinda Gates Foundation 350 mln all’anno per l’agricoltura DI LUISA CONTRI L’agricoltura e in particolare le donne in agricoltura sono una priorità per la Bill & Melinda Gates Foundation. In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, la fondazione che, grazie alle risorse messe a disposizione dai coniugi Gates e da Warren Buffet, destina ogni Bill e Melinda Gates anno 400 milioni di dollari (350 milioni di euro circa) per promuovere un’agricoltura più moderna ed efficiente nei paesi in via di sviluppo, ha scelto Expo Milano 2015 e la terrazza del padiglione degli Stati Uniti per celebrare i progressi fatti negli ultimi 15 anni nel ridurre la fame e la malnutrizione nel mondo. «Oggi», ha dichiarato a ItaliaOggi Alex Reid, senior program officer Global policy & advocacy della Bill & Melinda Gates Foundation, «siamo qui anche e soprattutto per sollecitare i governi di tutto il mondo a continuare a considerare l’agricoltura una priorità nella loro agenda. L’agricoltura è d’altronde il motore principale dello sviluppo economico. Di qui, il nostro impegno ad assistere i contadini dei paesi più poveri del mondo. In modo particolare siamo impegnati nel promuovere l’empowerment delle donne in agricoltura, perché sono quelle che hanno meno opportunità d’apprendere tecniche colturali che consentano loro di produrre di più e meglio. E di accedere sia a sementi di migliore qualità sia al mercato così da vendere i loro prodotti e ricavarne delle entrate». La fondazione sta concentrando i suoi sforzi in particolare in Africa sub-sahariana (in quest’area la maggioranza degli agricoltori è donna) e nell’Asia meridionale. «Sono le due aree del mondo», sottolinea Reid, «dove gli effetti del cambiamento climatico s’avvertono di più. E dove l’ammodernamento dell’agricoltura può fare la differenza. Lo dimostra per esempio il caso dell’Etiopia che, proprio grazie al fatto d’aver puntato sullo sviluppo dell’agricoltura a livello nazionale ma anche regionale, è riuscito a progredire in tutti gli ambiti dei millennium golas». La Gates Foundation opera normalmente in tandem con i governi dei paesi dove ritiene che il suo intervento possa portare dei benefici concreti, cooperando con enti pubblici e ong locali. «Un progetto che stiamo affiancando con ottimi risultati», riferisce Reid, «è quello della digitalGreen, onlus che ha trovato il modo di diffondere più rapidamente e capillarmente pratiche agronomiche moderne e sostenibili: le mostra tramite video-tutorial i cui protagonisti sono agricoltori della medesima comunità presso la quale i video sono distribuiti. Testimonial più credibili di un tutor straniero». © Riproduzione riservata capire meglio il mercato locale». Il tutto cercando di arrivare a un equilibrio tra il modello di franchising e l’autonomia del franchisee. Ci sono comunque differenze nel grado di libertà possibile, che riguardano per esempio l’offerta: se alcune formule richiedono che i prodotti siano forniti esclusivamente dal franchisor, come per Unieuro, Nau! e Yamamay, in altri casi, come Rossopomodoro, l’affi liato può utilizzare anche materie prime che provengono da fornitori da lui scelti. Un altro aspetto è la comunicazione, che rientra nelle attività che il franchisor. Per esempio nel caso di L’Erbolario, esistono attività precostituite, che possono essere messe in pratica nei vari punti vendita, accanto ad altre iniziative realizza- te in modo diverso in ogni negozio. Un tema delicato riguarda poi l’impatto dell’e-commerce, spesso temuto da chi opera nel canale tradizionale. In questo campo c’è chi ha cominciato a utilizzare il sito come una vetrina, come NaturaSi, chi come Kasanova lo usa per gestire una gamma di prodotti più ampia rispetto a quella nei punti vendita. Tra i marchi che stanno adottando con decisione una strategia multicanale c’è A.W. Lab, specializzato in scarpe, che ha sperimentato l’adozione del click and collect e del pickup in-store. «Non importa dove e come si acquista, ma che la vendita sia perfezionata, evitando che il cliente si rivolga a un competitor», osserva Giuseppe Pozzo, responsabile franchising di A.W. Lab. Nasce la prima start-up university italiana L’Università Telematica Pegaso insieme con Unioncamere scendono in campo per rilanciare l’Universitas Mercatorum, l’Ateneo telematico della Camera di commercio. Il patto, firmato dal presidente di Unioncamere, Ivanhoe Lo Bello, e dal presidente di Pegaso, Danilo Iervolino, prevede l’acquisizione, da parte di Iervolino, dei due terzi dell’Università, mentre Unioncamere avrà il restante 33%. Il nuovo soggetto ha l’ambizione di diventare leader nella formazione universitaria per le imprese, di sfornare nuovi manager e creare la prima startup university italiana, con la connotazione di un ateneo che nasce dalle imprese (di tutti i settori economici) per valorizzarne il capitale umano. Una università votata all’innovazione, che integra un incubatore e acceleratore d’impresa attraverso percorsi formativi che forniscono un’occasione di conoscenza diretta del mondo del lavoro, oltre che l’acquisizione di una specifica professionalità. Avrà sedi in tutte le Camere di commercio italiane (oltre 60), dove sarà possibile iscriversi e sostenere gli esami, con ramificazioni anche nel sistema camerale internazionale. Si avvarrà del know how del network Pegaso, che metterà a disposizione la propria piattaforma tecnologica e le competenze professionali acquisite nei dieci anni di attività. L’Università avrà come testimonial d’eccezione alcuni dei più importanti imprenditori italiani, che hanno fatto della loro storia il simbolo di un’Italia che vince e innova, nonostante la crisi. BREVI Vino e salute, all’Expo un convegno su importanti novità scientifiche. Martedì 27 ottobre alle 11 al Padiglione Vino a Taste of Italy dell’Expo è in programma un convegno organizzato dal Comitato Grandi Cru d’Italia in collaborazione con il Comitato Scientifico del Ministero delle Politiche Agricole per il Padiglione Vino.Al convegno, moderato da Enzo Grossi, scientific advisor Italian Pavilion Expo 2015, parteciperanno Giovanni de Gaetano (Irccs Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli), Ramon Estruch (European foundation for alcohol research advisory board e Università di Barcellona), Fulvio Ursini (Università di Padova), Kieran Tuohy (Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Fondazione Edmund Mach). Sarà tracciato lo stato dell’arte delle evidenze scientifiche a favore del ruolo del vino nella dieta mediterranea e presentata un’importante novità scientifica. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Venerdì 23 Ottobre 2015 MEDIA 19 1 Il ceo Reed Hastings: noi abbiamo più contenuti però non ci poniamo in alternativa Parte Netflix, ma non è l’anti-Sky Niente pubblicità, sport e news. Pareggio in 5-7 anni http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI CLAUDIO PLAZZOTTA D’ ora in poi i prodotti originali Netflix si potranno vedere solo su Netflix, senza condivisioni con altri broadcaster. Niente polemiche con Sky, «anche se abbiamo un sacco di contenuti che loro non hanno», spiega a ItaliaOggi Reed Hastings, ceo e co-fondatore di Netflix, «e break even sulla Penisola previsto in 5-7 anni, entrando nel 33% delle famiglie». Sorridente e rilassato nelle sale del Mandarin oriental hotel di Milano, nonostante il tour de force in corso in Europa, Hastings sottolinea pure come «su Netflix non ci saranno mai pubblicità, nè programmi sportivi, troppo costosi, né news, già ben coperte da altri. E nessun talk show giornalistico pensato per l’Italia». Domanda. Netflix parte in Italia: avete aperto una società sulla Penisola? E dove pagherete le tasse? Risposta. Le operazioni di Netflix in Europa sono tutte dirette dalla nostra sede di Amsterdam, non abbiamo aperto una società in Italia. Quanto a dove pagheremo le tasse, per il momento non è un tema all’ordine del giorno, visto che Netflix, fuori dagli Usa, ha finora perso centinaia di milioni di dollari. D. Il ceo di Sky Italia, Andrea Zappia, ha appena detto che Netflix, pur essendo una bellissima società, ha una offerta un po’ vecchia per l’Italia, con pochi contenuti rispetto a Sky, che invece ha già 2,8 mln di famiglie abbonate connesse al web e una library più fresca… R. Molti italiani vogliono provare Netflix, e lo potranno fare gratuitamente per un mese. Nella nostra library abbiamo un sacco di contenuti che Sky non ha. E comunque non ci poniamo in alternativa a Sky. L’abbonamento a Netflix potrà essere anche qualcosa in aggiunta a quello a Sky. Negli Usa siamo passati in pochi anni da zero a 43 milioni di abbonati, ma nello stesso periodo, ad esempio, gli abbonati ad Hbo hanno continuato a salire. D. Il modello di business di Netflix non prevede incassi da pubblicità. È un credo che manterrete anche nel futuro? Perché in Italia, in realtà, la pay tv sta crescendo soprattutto grazie ai ricavi da pubblicità… R. Sì, la domanda ha un senso, so che Sky Italia un tempo incassava molto meno dalla pubblicità. Però, ribadisco, su Netflix non ci sarà mai advertising. Per esempio, una pay tv come Hbo non ha pubblicità, e questo dimostra come ci sia molta gente che ha voglia di pagare un abbonamento per supportare un mercato, un ambiente privo di pubblicità. D. Qualcuno ha storto il naso perché i prodotti di punta originali di Netflix, House of cards e Orange is the new black, non sono un’esclusiva di Netflix in Italia. In futuro come vi comporterete con i vostri prodotti? R. D’ora in poi i contenuti prodotti da Netflix, nella stragrande maggioranza, saranno esclusiva di Netflix e si potranno vedere solo su Netflix, con pochissime eccezioni. D. Quale è il peso dei contenuti originali Netflix sulla library che proponete agli abbonati? R. Io credo che non sia così importante la fetta di contenuti originali Netflix o meno nella nostra library. Al cliente non interessa, lui cerca storie originali. Perciò noi vogliamo crescere senza porci obiettivi prefissati di percentuali di contenuto originale. D. Ci sono un sacco di nerd e di hipster che in Italia aspettano Netflix quasi come un Messia. Probabilmente sono un po’ pazzi, ma il merito di Netflix è certamente quello di fare crollare la pirateria… R. Vero, dove c’è Netflix la pirateria è in forte calo. In Canada, dove siamo da cinque anni, i download da Torrent sono crollati del 50%. In Australia siamo appena da sette mesi e già il calo è del 27%. Netflix offre una alternativa interessante e a basso prezzo (da 7,99 euro al mese, ndr) che spiazza la pirateria. D. Si è letto di vostre trattative con la Rai per le serie di Reed Hastings Montalbano. Cosa c’è di vero? R. Abbiamo aperto negoziati con tutti i broadcaster, Rai, Mediaset ecc. D. Nella vostra library non ci sono programmi sportivi o di news. Sarà così anche nel futuro? R. Sì. Lo sport è troppo costoso, le news sono già ben coperte. Netflix si svilupperà con film, serie, documentari e talk show di intrattenimento non focalizzati su una nazione in particolare. D. Quindi non ci saranno, per esempio, programmi giornalistici pensati solo per l’Italia? R. Esatto, non ci saranno. D. Quando andrete a break even in Italia? R. Negli Stati Uniti abbiamo raggiunto il break even in sette anni, così come in Canada, Regno Unito e Messico. Anche nei paesi europei stimiamo di andare in pareggio nel giro di 5-7 anni dal lancio. Per l’Italia puntiamo al break even tra 5-7 anni, entrando nel 33% delle famiglie. D. Quanto state investendo in pubblicità per il lancio di Netflix in Italia? R. Posso solo dire che nel 2016 investiremo in advertising circa un miliardo di dollari a livello mondiale. D. Il mercato italiano è ancora piccolo, le smart tv realmente connesse ancora poche, la banda larga è un po’ in ritardo. Perché crede lo stesso nell’Italia? R. La tv è stata uguale a sé stessa per decenni. L’iPhone è nato dieci anni fa e in poco tempo è cambiato tantissimo. Perché? Perché è basato sulla connettività a internet, sulle app. E secondo noi, con l’affermazione delle smart tv, anche in Italia sta per partire la più grossa rivoluzione nel mondo della televisione, molto di più che con l’avvento del colore. La banda larga sta comunque crescendo e le reti migliorano velocemente. Sarà una tv di app e non più di network. Di app in competizione l’una con l’altra, costrette e migliorarsi sempre. E come sul tuo smartphone hai 10-20 app che usi più di frequente, così sulla tua smart tv avrai 10-20 channels app preferite. La tv sarà sincronizzata col tuo smartphone. E tra 10-20 anni i bambini ci diranno: cosa vuol dire che uno show va in onda alle 8 di sera? Per loro non avrà più senso. D. Come procedono le operazioni a livello di partnership con provider telefonici e costruttori di smart tv? R. Siamo aperti a tante partnership con tutti i provider. In molti paesi, tuttavia, non abbiamo partnership. Perché in realtà non ne abbiamo bisogno, di base siamo una app. Quanto ai costruttori di tv, ci sono accordi con Lg, Panasonic, Philips, Samsung, Sony, Toshiba, e spesso, sul telecomando delle loro nuove smart tv, hanno il tasto Netflix per velocizzare la connessione. Tuttavia arriveranno anche altre app, Netflix è solo la prima, ma sui telecomandi compariranno pure altre aziende. © Riproduzione riservata Serie tv prodotte come film con investimenti da kolossal ridere, era un nonsense». E Netflix ha creato un nuoinfatti, come ribadisce Ted vo paradigma. Non è teleSarandos, chief content ofvisione, produce contenuti ficer di Netflix, «esploriamo come se fossero un film di mondi non esplorati dalla tv 13 ore con un budget incretradizionale. Il nostro prodibile. E a dimostrare tandotto originale diventerà to entusiasmo non è una sempre più importante. Engiovane attrice alle prime tro la fine del 2016 Netflix armi, ma una star come sarà in tutto il mondo, e Daryl Hannah (sirenetta gli storyteller potranno a Manhattan, architetta in raccontare tutto in tutto il Wall Street, cyborg in Blamondo. La serie Gomorra, de runner, crudele ciecata Il gruppo di attori alla presentazione di Netlix: Stephen DeKnight, Pierfrancesco Favino, per esempio, su Netflix ha in Kill bill), che ha debutDaryl Hannah, Taylor Schilling, Will Arnett, Krysten Ritter avuto un successo mondiale, tato nel mondo delle serie e senza Netflix non sarebbe con Sense 8 di Netflix: stato distribuita in modo così capil«Sono serie pensate per essere proccio Netflix c’è più spazio per illimitata di colori da usare». Concorda Taylor Schilling, stella lare. La tv lineare, ormai, è il passafruite magari in una o due serate, la storia, 18-20 minuti di storia in una intera stagione vista in poche più, puoi raccontare i personaggi e della serie Orange is the new black: to. Nel momento in cui scopri quella ore. Perciò, durante le riprese, non le cose più in profondità, in più ore, «Ripetere non esiste su Netflix. È un on demand, non torni più indietro. è necessario tornare sempre indie- si tagliano le ripetizioni, lo show vero privilegio, si recita come in un Anche le nonne non riusciamo più a tro, ricordare al telespettatore chi cambia. Non si fanno, ad esempio, film che però dura 13 ore. Non c’è distoglierle da Facebook. Prometto è quel personaggio, ripetere spesso gli stacchi per dare la pubblicità. E sempre la necessità di tornare indie- che non avremo un approccio tipile stesse cose, approccio necessa- in questo modo si attirano anche tro. In passato spesso mi capitavano co Usa, no. Noi parliamo al mondo, rio col vecchio modo di guardare i registi migliori, affrontando temi copioni dove a un certo punto dovevo e vogliamo rafforzare il concetto di una puntata a settimana. Con l’ap- mai trattati in tv, con una tavolozza ridire una cosa già detta, e mi faceva comunità globale». 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 20 Venerdì 23 Ottobre 2015 MEDIA Tutti i giornali di Berlino perdono copie e abbonati e ora la crisi si estende a quelli regionali Germania, allarme quotidiani Cede la roccaforte della stampa: più al Nord che al Sud B Berlino i giornali delle grandi città: a Brema il Weser Kuci rier rie perde 4700 copie e scende a poco meno di 137mila, la Nordsee Zeitung si mantiene No a stento sulle 51mila copie, con co un calo di quasi il tre per cento. Peggio va nella vicina ce Amburgo: l’Hamburger AbenAm dblatt vende ancora 171mila db copie, un livello invidiabile co ma m ne ha perso quasi 11mila (meno 6 %), e il rivale Ham(m burger Morgenpost, perde bu quasi il dieci per cento, scenqu dendo a 60mila copie. de http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it da Berlino ROBERTO GIARDINA P erdono in copie e abbonamenti tutti i quotidiani di Berlino, ma i dati del terzo trimestre sono negativi per tutti i giornali regionali. Su 80 testate prese in esame, nemmeno una riesce a migliorare nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2014. Un risultato allarmante: i giornali locali erano considerati una roccaforte della stampa. Contano, o potevano contare, su lettori fedeli, e generalmente conservatori, poco tentati dalle edizioni online. Le notizie locali, infine, sono trascurate dalle grandi testate nazionali, e dalla televisione. Nella capitale, il quotidiano più venduto, la B.Z. del gruppo Springer, accusa le perdite più considerevoli: cala di 8331 copie a 97430, una perdita in percentuale del 7,9 per cento, e rimane di un soffio la più venduta. Segue con 95737 copie il, meno 5993, pari al 5,8 per cento. La B Berliner Zeitung scende L li Z i d a 92074 copie, meno 6495, il 6, 6. Il Berliner Kurier scende del 7,1% a 71931 copie, meno 5482. Al quinto posto, il Berliner Morgenpost, sempre del gruppo Springer, con 68285 copie, meno 4438, pari al 6,1. Cinque giornali, senza dimenticare il vecchio Neues Deutschland, la bandiera del pc di Berlino Est, non preso in considerazione, sono sicuramente troppi. anche i Inoltre, I l h Die Welt, quotidiano nazionale, ha una sezione dedicata alla cronaca della capitale. Springer ha cercato di ridurre i costi. Il Berliner Morgenpost, di fatto, non è che una copia della Welt, con diversa impaginazione e con titoli e foto più «popolari», ma non basta per attrarre o conservare lettori. I berlinesi, infine, sono bene informati dalle radio locali, li e dai d i giornali i li distribuiti di ib i i gratuitamente editi quartiere per quartiere. L’analisi, pubblicata dal sito online Meedia, che appartiene all’Handelsblatt, rivela le perdite più considerevoli nelle regioni della ex Germania Est, in media intorno al cinque per cento. All’ovest, sono in crisi come a Infine, si perde più al nord del paese che al sud: no in Baviera e nel Baden-Würrtembger, tranne eccezioni, il rte calo rimane intorno al due per cento. Le perdite preoccupano perché gli editori non sanno come reagire, e non vogliono rischiare con investimenti costosi. Si teme che se il trend non verrà bloccato si giunga a altre fusioni tra giornali concorrenti. Fino a quando Berlino potrà avere cinque giornali? © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Venerdì 23 Ottobre 2015 MEDIA 21 2 Il motore di ricerca Usa apre le selezioni per progetti innovativi. Budget triennale da 150 mln News digitali, via al fondo Google D’Asaro Biondo: non chiediamo a nessuno di venderci l’anima http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI I MARCO A. CAPISANI contrasti tra Google e gli editori europei restano ma ieri il colosso di Mountain View ha avviato un ulteriore tentativo di collaborazione aprendo ufficialmente il bando per l’innovazione digitale e la sostenibilità economica del giornalismo europeo. Bando che rientra nel quadro dell’iniziativa annunciata lo scorso aprile Digital news initiative (Dni) e poggia su un fondo triennale di 150 milioni di euro. Possono partecipare alle selezioni, come ha spiegato ieri in Italia Madhav Chinnappa, head of strategic relations, news and publishers di Google, «case editrici e singoli individui residenti in Europa, in particolare sia editori già affermati sia startup, aziende online e realtà in partnership tra loro», ma da sottolineare è che «non ci sono limitazioni al concetto di innovazione» né «vincoli a utilizzare o meno i prodotti di Google». Sullo snodo di poter presentare libere proposte è intervenuto, sempre ieri a Berlino, anche il presidente partnership strategiche di Mountain View in Europa Carlo D’Asaro Biondo, ossia uno dei massimi rappresentanti della società americana che ha ribadito come «l’obiettivo di Dni non è risucchiare i nostri partner nel mondo di Google né far vendere loro l’anima. Ma, come nel caso dei nuovi progetti Amp sul mobile (vedere ItaliaOggi dell’ 8/10/2015), ogni decisione deriva dalla consultazione e collaborazione con gli editori stessi». D’Asaro Biondo ha poi rincarato la dose ricordando che anche «il nostro nuovo chief executive Sundar Pichai segue da vicino il progetto» Dni, a cui partecipano oggi più di 120 organizzazioni complessivamente (dall’italiana La Stampa al francese Les Echos). Si tratta quindi di dichiarazioni che puntano a rassicurare la controparte degli editori e, se non proprio sotterrare l’ascia di guerra, perlomeno avviare il disgelo dopo che in Francia, per esempio, Google ha già istituito un altro fondo da 60 milioni di euro sempre a sostegno dell’innovazione giornalistica, pur di riconciliarsi con la stampa transalpina. I progetti che si possono presentare in inglese al fondo triennale non hanno vincoli sul concetto di innovazione ma devono avere «obiettivi ben definiti», contenere «una componente digitale significativa», meglio se impattano su una «produzione giornalistica digitale originale» e sono «sostenibili». Detto questo, possono spaziare da nuove concezioni delle news online, anche par- tendo da presupposti ancora da provare, fino a nuovi modelli di business e di fruizione dell’informazione da parte degli utenti. I tempi per le selezioni si dividono in due sessioni annuali: la prima è partita ieri e si concluderà il prossimo 4 dicembre, la seconda inizierà nella primavera del 2016. In entrambi i casi i dettagli sono pubblicati su www.digitalnewsinitiative.com. L’intenzione di Google è assegnare i primi finanziamenti all’inizio del 2016. Finanziamenti a fondo perduto che vanno a tre distinte categorie: i prototipi ideati da organizzazioni e singoli privati, per una spesa complessiva di massimo 50 mila euro interamente a carico del colosso Usa. Ci sono poi i progetti di medie dimensioni di organizzazioni con un budget fino a 300 mila euro (con copertura fino al 70%) e in terza battuta quelli di grandi dimensioni di organizzazioni che richiedono un intervento economico dai 300 mila euro fino a un tetto di un milione di euro, anche se sono previsti sforamenti in eccezioni ben Carlo D’Asaro Biondo Giornali web, regole Ue per i video se offrono notizie diverse dagli articoli Anche i video on demand presenti sui siti online di quotidiani e magazine possono essere considerati veri e propri servizi media audiovisivi, finendo per sottostare alle prescrizioni imposte dall’Unione europea con la direttiva 2010/13/Ue. Direttiva che non si applica alle versioni elettroniche dei giornali ma obbliga invece i servizi media audiovisivi, per esempio, a particolari tutele verso i minori, a regole ulteriori sulle comunicazioni commerciali e ancora sulle sponsorizzazioni. È quanto emerso dalla sentenza della Corte di giustizia co- munitaria sulla causa C-347/14, chiamata a esprimersi dalla Corte amministrativa austriaca dopo il caso della New media online, società che gestisce il quotidiano Tiroler Tageszeitung online. I giudici Ue hanno precisato che l’offerta video di una testata giornalistica non va considerata un servizio media audiovisivo solo se quei contenuti servono unicamente a integrare (anche da un sottodominio) l’informazione data dagli articoli di stampa scritta. Ossia, se sono meramente incidentali nel rapporto con il lettorato. specificate. La quota assicurata arriva al 70% anche in questo caso. Chi sceglie i vincitori delle selezioni? Un «council» di 13 membri che riunisce manager di testate come la tedesca Der Spiegel, il britannico The Telegraph o la svizzera Neue Zürcher Zeitung, oltre ai vertici dello stesso motore di ricerca. L’Italia è rappresentata da Arianna Ciccone, cofondatrice e direttrice del Festival internazionale di giornalismo di Perugia. Comunque, Dni con il fondo triennale da 150 milioni di euro non è al momento l’unico ponte di collegamento lanciato da Google all’editoria, D’Asaro Biondo ha anche sottolineato l’importanza dei paywall, ossia di far pagare le news online, in modo che «gli editori continuino a controllare contenuti e pubblicità», come detto di recente anche dal numero uno di Wpp Martin Sorrell, senza dimenticare i progetti Amp sull’informazione via mobile, piattaforma attesa su Google Search per i primi mesi del 2016. Intanto da giugno sono online i Search trends per aiutare in tempo reale i giornalisti a seguire gli argomenti preferiti dai lettori mentre si è insediato il nuovo acquisto di Google (da Twitter) Isa Sonnenfeld per tenere i contatti con editori e le loro associazioni di rappresentanza. La sua sede operativa? A Berlino, la stessa città del gruppo Springer guidato da Mathias Döpfner, già salito in passato sulle barricate per difendere gli interessi dell’industria. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 22 Venerdì 23 Ottobre 2015 MEDIA CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Havas, ricavi del terzo trimestre salgono a 516 milioni. Havas ha registrato nel terzo trimestre un aumento delle vendite sostenuto dalla solida performance in Nord America e nella maggior parte dell’Europa. Il gruppo pubblicitario francese ha messo a segno nel periodo una crescita organica del 5,5%, con ricavi in rialzo del 15,4% su base annua a 516 milioni di euro. Sky Uk e Sky Deutschland sulla base di una comune strategia di crescita a livello europeo. Il concept del nuovo spot, spiega una nota, è «Nessuna internet tv come Sky Online» e ha come protagonista Frank Matano. La campagna arriva in concomitanza con il lancio in Italia di Netflix. L’Espresso, online il docu-film Paesaggio civile. I sessant’anni compiuti da l’Espresso sono il punto di partenza della conversazione a tre voci proposta dal docu-film Paesaggio civile, girato da Roberto Andò, visibile in streaming sul sito lespresso.it. Al centro tre protagonisti della vita culturale italiana: Publicis taglia le stime 2015. Il gruppo pubblicitario ha rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita organica nel 2015, dopo aver subito un rallentamento inatteso delle attività nel terzo trimestre. Publicis stima ora un aumento dell’1% dei ricavi a perimetro e cambi costanti quest’anno, dalla LA VIGNETTA precedente previsione di un incremento del 2,5%. Eugenio Scalfari, Umberto Eco e Roberto Saviano. Le vicende de l’Espresso, oggi diretto da Luigi Vicinanza, fanno da spunto e sfondo a un intenso dialogo sulla complessa storia d’Italia, di cui i tre interlocutori sono testimoni. Paesaggio civile nasce da un’idea di Roberto Andò e Bruno Manfellotto ed è prodotto da Angelo Barbagallo per Sky, il broadcaster che lo ha trasmesso sul proprio canale Arte. Cosmopolitan Italia festeggia 15 anni con Kardashian. Oggi Cosmopolitan Italia festeggia i suoi 15 anni. La cover è dedicata alla quasi neo mamma bis Kim Kardashian, DEL GIORNO Chiusura Var. % Var. % 30/12/14 FTSE IT ALL SHARE 24.222,56 FTSE IT MEDIA 15.299,01 1,83 0,94 20,28 26,00 Titolo Cairo Communication Caltagirone Editore Class Editori Espresso Il Sole 24 Ore Mediaset Mondadori Monrif Poligraici Editoriale Rcs Mediagroup Seat Pagine Gialle Sky Online, parte la nuova campagna. Nuova comunicazione di Sky Online creata insieme con I riconoscimenti del premio di giornalismo Maria Grazia Cutuli. Giunge all’undicesima edizione il Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan, il 19 novembre del 2001. Rukmini Maria Callimachi (New York Times), Francesca Paci (La Stampa) e il fotografo Alessio Mamo sono i tre giornalisti vincitori quest’anno. La cerimonia di consegna del Premio si svolgerà sabato 21 novembre 2015 alle 18,30 nel Teatro Eliseo di Santa Venerina (Catania). L’editoria in Piazza Affari Indice YouTube, arriva il servizio a pagamento Red. Video, show tv, film e musica senza pubblicità a 10 dollari al mese. Si tratta del nuovo servizio di YouTube, chiamato Red, che sarà attivo dal 28 ottobre negli Usa. Nel catalogo anche nuovi programmi e contenuti video dedicati ai soli abbonati. intervistata con le sue sorelle. Rif. Var. % Var. % 30/12/14 Capitaliz. (mln €) 4,5640 0,9810 0,8210 0,9750 0,6700 4,5480 1,0930 0,2864 0,2625 0,7265 0,0038 -0,48 0,20 0,31 4,95 0,98 0,80 1,86 1,56 -0,34 0,55 -2,56 -5,97 18,19 -10,83 2,25 12,79 32,21 24,84 0,60 16,51 -22,26 35,71 357,6 122,6 77,5 401,7 29,0 5.372,2 285,8 43,0 34,7 379,1 244,2 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it