Venerdì 18 Giugno 2010 Gentleman + Ladies a soli € 3,50 13 Marketing Gentleman + Ladies a soli € 3,50 Oggi IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ La società di tlc inaugura a Milano il nuovo lagship store. Ibarra: piano restyling per 600 monomarca Wind rivoluziona il punto vendita Design moderno e interattività: così si accoglie il cliente http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Accenture, il negozio è un’esperienza determinante L’interno del nuovo negozio Wind in Corso Matteotti a Milano PAGINA A CURA DI ALESSIO ODINI W ind all’ombra della Madonnina, a un passo dalla moda di via Montenapoleone. Proprio qui, nel «fashion-professional district che verrà», la società di telecomunicazioni di Naguib Sawiris ha aperto il suo nuovo flagship store, con cui punta a «consolidare l’immagine del brand» e a intraprendere «una nuova esperienza per il retail di Wind». Per Maximo Ibarra, direttore della business unit mobile, sarà solo l’inizio del «remake complessivo della nostra rete monobrand (600 negozi monomarca, 180 di proprietà, ndr)». Il nuovo negozio in corso Matteotti, dove Aldo Giovanni e Giacomo hanno girato l’ultimo spot di Wind, si estende su due piani, circa 380 mq, là dove un tempo c’era Hugo Boss. Poco distanti, le vetrine di Abercrombie & Fitch, il nuovo hotel cinque stelle Boscolo Exedra, la scuola d’inglese Shenker, il teatro San Carlo e un’insegna storica di San Babila come la pasticceria Sant’Ambroeus. Tutto sembra a portata di mano, come i servizi e i prodotti Wind all’interno. Varcata la soglia del negozio, luminoso e dal design moderno e ricercato, curato da Crea International secondo la metodologia del Physical brand design, i clienti possono aggirarsi fra monitor lcd, postazioni touch screen per confron- tare le caratteristiche dei telefoni esposti, oppure informarsi sui servizi offerti dall’azienda, «senza aver l’ansia di dover chiedere per forza a un commesso», dice Ibarra, «il cliente deve essere attirato e sentirsi a suo agio in un negozio di tecnologia caldo e avvolgente», dove viene trasmessa Wind Radio e si diffonde persino una fragranza di profumo. Il bianco, il bianco, il grigio e l’arancione che dominano le superfici del flagship store rimandano ai colori del brand, ma non ci si ferma all’estetica: «Abbiamo previsto un’area cromaticamente diversa per gli abbonamenti All Inclusive, dove i clienti si possono sedere e valutare le offerte, mentre dall’altra parte del negozio è stata allestita una parete interamente dedicata a Infostrada, per quanto riguarda la telefonia fissa», spiega Ibarra. Al piano sottostante, la gamma dei prodotti Wind è esposta nella sua interezza e i clienti possono acce- dere a un’area che comprende «il customer care live e uno spazio riservato alle trattative commerciali. C’è anche la toilette per il pubblico», dice Ibarra, dimostrando che nessun particolare, dalla divisa dei dipendenti, alle esigenze di chi entra in negozio, è stato trascurato. Sempre al piano inferiore, ci si imbatte nel Wind Theatre, una zona «multifunzionale» che ospiterà, «dalla fine dell’estate, eventi a cadenza mensile, secondo una logica di palinsesto, insieme a sei partner tecnologici», continua Ibarra. Ma ci sarà anche spazio per occasioni di «co-marketing» con attori del «business e del lifestyle», operazioni volte a «calarci nel mood milanese», di cui un esempio è anche l’iniziativa in collaborazione con Trussardi in piazza della Scala. Chi stipulerà un abbonamento All Inclusive Wind, riceverà un buono sconto di 20 euro da consumare al Café Trussardi: «Sono dettagli», osserva Ibarra, «ma rendono più gradevole la vita». Nel flagship store, poi, verranno monitorati il servizio offerto e la risposta dei clienti, così da incontrare sempre più le esigenze di chi entra, magari dopo aver letto sui display led in vetrina le iniziative e le informazioni su tutto ciò che accade in negozio. La prossima tappa? «Roma, in un’altra location top, ma proprio per questo, segreta», sorride Ibarra. © Riproduzione riservata Maximo Ibarra Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/wind L’approccio multicanale? Converge sempre sul punto vendita, che resta centrale nell’esperienza d’acquisto per i consumatori di tutto il mondo. E se all’estero il 55% dei clienti si dice soddisfatto uscendo dal negozio, il gradimento in Italia scende al 43%, segno che c’è ancora molto da fare. Tanto più che per gli italiani la qualità dell’esperienza in negozio è determinante nell’89% dei casi, contro il 78% nel resto del mondo. Non solo: oltre il 75% degli intervistati a livello globale ritiene che il canale retail fisico diventerà Michelangelo Barbera importante tanto quanto quello online, soprattutto secondo giovani (42%), professionisti (56%), manager (45%) e consumatori asiatici (36%). È lo scenario descritto da una ricerca che Accenture, multinazionale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing, ha condotto per meglio comprendere, nello specifico, come i fornitori di servizi e prodotti di tlc possano soddisfare i loro clienti, stabilendo una relazione più solida. Dei risultati presentati sopra e più sotto, non si stupisce Michelangelo Barbera, management consulting crm lead di Accenture: «Il ruolo del punto vendita fisico è in crescita», dice a ItaliaOggi, «forse è sorprendente per i teorici della virtualizzazione». Ribadita la centralità del negozio, soprattutto in fase di acquisto (65%) e di apprendimento per l’utilizzo del nuovo prodotto o servizio (31%), ogni mezzo ha in realtà una sua funzione specifica. Via Internet ci si informa (75% dei casi), si rinnovano contratti (51%), si aggiorna il proprio profilo (75%) e si chiedono delucidazioni sui pagamenti (44%). Al telefono, invece, è associata la funzione di supporto e assistenza tecnica (56%), insieme alla possibilità di estendere un contratto esistente (30%) e di presentare reclami e lamentele (58%). Ma il potenziale di web e telefono è superiore: «Quando un cliente naviga su Internet e si sofferma su un prodotto, o un servizio, l’operatore può dare avvio al proactive engagement», spiega il manager di Accenture, che non manca di sottolineare le potenzialità di «una pagina web dinamica, su misura, ottenuta in base alla navigazione del cliente». Tenuta traccia di quest’ultima, un contatto telefonico successivo, da parte dello stesso utente in cerca di informazioni, rappresenta una nuova opportunità per offrire prodotti. Le occasioni di contatto telefonico, tra l’altro, «sono superiori a quelle in negozio», ricorda Barbera. Una tale profilazione dell’utente, previo consenso al trattamento dei dati, permetterebbe così alle aziende di offrire i propri servizi in modo ancora più mirato, anche sul punto vendita, attraverso «il riconoscimento del cliente» che sta entrando. Come se non bastasse, in negozio la percezione della qualità è un fattore determinante: su questa base, più del 75% degli intervistati decide se continuare la relazione con l’azienda, una dinamica più evidente fra i giovani e i professionisti. Quanto alla dimensione italiana, i consumatori attribuiscono al punto vendita particolare importanza: è più forte che altrove, infatti, l’intenzione di acquistare un prodotto o un servizio in un luogo fisico (48% contro il 46% globale) e sempre in negozio gli italiani completano gli acquisti iniziati online (52% contro 45%). Da qui, anche la maggiore frequentazione del punto vendita (33% contro 20%) e l’idea secondo cui i negozi continueranno a essere più importanti del canale web (30% contro 24% globale). http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 14 Venerdì 18 Giugno 2010 MARKETING È scontro tra gli sponsor uficiali della Fifa e i marchi concorrenti a caccia di visibilità gratuita Mondiali, Bavaria ha fatto gol Ma in Sudafrica la pubblicità occulta è punibile con il carcere DI MARCEL VULPIS http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it S e in campo sportivo le 32 squadre qualificate al Mondiale di calcio si daranno battaglia pur di conquistare il trofeo, entro il prossimo 11 luglio, in ambito marketing c’è una guerra di posizione tra chi (come nel caso degli sponsor Fifa) ha acquisito a peso d’oro (oltre 100 milioni di euro a testa) i diritti marketing e pubblicitari di Sudafrica2010 e chi, come i concorrenti diretti, intende sfruttare l’atmosfera della più importante manifestazione sportiva a costo zero sfruttando l’attenzione mediatica collegata all’evento. E nel caso delle 36 ragazze-immagine vestite di arancione da Bavaria, il marchio di birra ha rischiato l’incarcerazione delle sue tifose ma alla fine ha centrato l’obiettivo di marketing. La modalità più sfruttata è quella del marketing d’imboscata (il cosiddetto ambush marketing), con l’obiettivo di togliere visibilità proprio alle aziende partner della manifestazione. In Sudafrica, però, Lo stadio di Johannesburg Le ragazze-immagine di Bavaria vigono regole e leggi molto stringenti sul terreno della pubblicità occulta e, nei casi più gravi, c’è anche l’arresto a sei mesi. È per esempio quello che stava per avvenire, nei giorni scorsi, alle avvenenti ragazze ingaggiate e vestite di arancione allo stadio di Johannesburg dalla birra Bavaria (in questo segmento lo sponsor Fifa è Budweiser), che ha conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo con una operazione di pubblicità non regolare. Le pin-up hanno corso il rischio di essere processate per direttissima, poi il buon senso ha fatto sì che le autorità locali chiudessero un occhio. Per Bavaria, sponsor degli olandesi (il cui colore è per l’appunto l’arancione), il risultato è stato ampiamente raggiunto perché tutti i media hanno raccontato questo fatto di cronaca, che ha tra l’altro una declinazione I progetti della start-up tricolore con base nella Silicon Valley Paperlit porta i giornali su iPad e iPhone DI C’ CARLO ARCARI è un’azienda italiana, nata nella Silicon Valley, ma con solide radici sarde, che sta vivendo da protagonista il lancio europeo dell’iPad, partito due settimane fa. Paperlit Inc., con sedi in Sardegna e California, è una start-up che produce reader multipiattaforma per riviste e quotidiani. Realizza una soluzione mobile per il web publishing con la quale ogni tipo di contenuto editoriale può essere digitalizzato e distribuito su dispositivi quali iPhone, iPad, iPod Touch, smartphone e web. A breve sarà anche disponibile su Android, il software open source per i cellulari. Fondata nell’agosto del 2009 da Gionata Mettifogo, Matteo Melani e Mario Mariani, Paperlit ha sede in California a Menlo Park e a Cagliari. La società è finanziata da Zernike Meta Ventures, The Net Value e Annapurna Ventures. Tra i clienti attuali conta editori del calibro di Condé Nast Edizioni Master, E Polis, Il Foglio, Gruppo Espresso-Repubblica, Internazionale, Rcs, Sprea Editori, Il Tempo, L’Unione Sarda per un totale di oltre cento testate. Numeri che il lancio di iPad sta facendo aumentare continuamente. Il suo software, da un lato aiuta gli editori a interfacciarsi con il mondo digitale, dall’altro soddisfa il bisogno dei lettori di accedere ai giornali che più amano in modo nuovo e arricchito di contenuti multimediali: photogallery, video, estrazione di testi e ancoraggi ai social media. «Punto di forza del sistema è permettere ai giornali di andare sulle varie piattaforme internet mobili direttamente con la propria testata senza passare, come avviene per i concorrenti, da un’edicola virtuale, offrendo ai lettori l’accesso istantaneo alle ultime edizioni di quotidiani e riviste che hanno gli stessi contenu- ti della versione stampata, stesso layout e stesse caratteristiche grafiche», sottolinea Massimiliano Magrini (ex a.d. di Google fino a luglio 2009), fondatore di Annapurna Ventures, incubatore specializzato nel supporto a iniziative imprenditoriali in ambito tecnologico. «Paperlit realizza un nuovo modo di intendere il prodotto editoriale che, a soli pochi mesi dal lancio, ha già raggiunto 150 mila e-reader installati su iPhone con un tempo medio giornaliero di permanenza del lettore di 12 minuti. Sceglierlo per l’editore vuol dire avere accesso a 30 mercati in tutto il mondo e a oltre 90 milioni di iPhone, iPod Touch e ora anche di iPad, potendo monetizzare i propri contenuti mediante i più diversi modelli di commercializzazione», dalla pubblicità all’abbonamento all’acquisto singolo. «La nostra società pur essendo una start-up è già profittevole e contiamo di aprire tra breve nuovi settori di business che è possibile sviluppare», chiosa Magrini. «Pensiamo a una piattaforma pubblicitaria legata ai download Massimiliano Magrini installati». marketing. Lo scontro BavariaBudweiser non è una questione di mero principio, perché le aziende concorrenti spesso utilizzano azioni ai limiti della regolarità, sapendo che le telecamere sono puntate proprio sul pubblico. Senza considerare che questo primo Mondiale africano sta avendo dati di affluenza superiori alla media, quindi ogni azione «live» ha un effetto moltiplicatore all’interno dell’impianto. Gli organizzatori parlano di una media di 53 mila spettatori a partita (mille in più rispetto all’ultimo Mondiale), per un totale di circa 584 mila persone. Insomma, stadi pieni per il 92,5% nelle prime undici partite. Per gli sponsor Fifa, quindi, si prevedono costi aggiuntivi (soprattutto a titolo legale) per difendersi dai rivali diretti, pronti a tutto pur di farsi pubblicità nel mese della rassegna iridata. © Riproduzione riservata 3 Italia, via agli spot con Bova testimonial Un frame dello spot con Teresa Mannino e Raoul Bova Raoul Bova è il nuovo testimonial della campagna estiva di 3 Italia. I nuovi spot, in onda da domenica prossima, hanno come protagonista l’attore romano e la show-girl Teresa Mannino, sotto la regia di Carlo Vanzina. Il cuore della pubblicità è «Nessuna è come te!», riferendosi alla possibilità che offre 3 di acquistare gli smartphone Samsung Pocket 3G, Samsung Wave o Samsung Corby Pro a partire da 49 euro con il nuovo Smart Pack, piano ricaricabile dedicato agli smartphone con Internet e minuti di conversazione inclusi. La casa di produzione dello spot è Full Screen, l’agenzia è The Name, mentre la pianificazione è a cura di Aegis Media. La programmazione degli spot proseguirà fino a metà luglio sulle principali emittenti nazionali e pay tv, con particolare attenzione agli eventi sportivi come Mondiali di calcio e Motomondiale. http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Venerdì 18 Giugno 2010 MEDIA Giornalisti contro il piano editoriale. Voci di cessione smentite AL CINEMA Guerra in casa Unità «BRIGHT STAR», di Jane Campion, con Ben Whishaw, Abbie Cornish, Paul Schneider. **** Tra stato di agitazione e sciopero DI PAGINA A CURA MARCO A. CAPISANI È http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 15 lite grossa nella famiglia dell’Unità. L’assemblea dei giornalisti dichiara lo stato di agitazione e approva un pacchetto di cinque giorni di sciopero. I redattori sono preoccupati per la debole raccolta pubblicitaria, i tagli ai finanziamenti pubblici (il contributo statale per il giornale fondato da Gramsci vale circa 6,4 milioni di euro) e non piace nemmeno il nuovo piano editoriale presentato dal direttore Concita De Gregorio. Si aggiungono poi ai timori gli investimenti sulla testata giudicati carenti e i tagli all’organico previsti dallo stato di crisi biennale (con 17 esuberi e in programma fino a metà 2011). Risultato: «L’appeal iniziale dell’Unità si sta affievolendo», recita il comunicato del comitato di redazione (cdr, la rappresentanza sindacale dei giornalisti in redazione). Al cdr hanno già espresso solidarietà l’Associazione stampa romana, quella lombarda, dell’Emilia Romagna e quella toscana Risponde l’editore Renato Soru: il cdr ha attaccato l’azienda e la direzione, ha tenuto una condotta costantemente masochistica e critica. Il cdr ha agito con leggerezza nel diffondere il documento di sviluppo del giornale, per cui era stata richiesta riservatezza. (o della parte di redazione che ha partecipato all’assemblea di martedì scorso). De Gregorio vuole riorganizzare il lavoro, a partire dal prossimo settembre, creando una redazione unica con un solo super-desk di referenti delle diverse materie. A loro faranno capo i singoli giornalisti che, pur mantenendo più o meno le materie di competenza, resteranno a disposizione della direzione finendo non solo per seguire anche altri temi che non siano i loro tradizionali, ma anche soprattutto dovendo scrivere indifferentemente per carta e web. Direttore ed editore annunciano poi un nuovo sistema editoriale, più dorsi regionali, il rafforzamento della redazione mobile e il progetto per un canale televisivo (probabilmente online). Il cdr definisce, nel suo comunicato, queste linee «un pericoloso indebolimento delle competenze individuali dei redattori, e rischiano di indebolire proprio quell’identità dell’Unità di cui c’è bisogno per rilanciarsi». Al momento, comunque, non è stato fissato Concita De Gregorio ancora il primo giorno di sciopero. Si attendono i primi incontri con l’editore e la direzione, di cui ancora non è stato comunicato il calendario. Soru e le beghe fuori casa. Se ad alcuni giornalisti la posizione dell’assemblea dell’Unità sembra il prosieguo della guerra fredda contro il direttore De Gregorio in primis e contro l’editore poi, ad altri non pare comunque sensato che ci s’imbarchi nel progetto della redazione unica senza aver consultato i redattori. Sta di fatto che adesso Soru deve lavare i panni di casa, dopo aver smentito in questi giorni anche varie indiscrezioni che lo vedevano coinvolto in operazione extra-Unità. Ha smentito per esempio di far parte di una cordata insieme all’editore Nichi Grauso per rilevare da Alberto Rigotti le due edizioni sarde di Epolis. L’offerta sarebbe stata di 10-12 milioni e Il Sardegna, se acquistato, avrebbe potuto uscire in abbinata nell’isola con l’Unità a mo’ di dorso regionale. Il patron di Tiscali ed ex governatore della regione Sardegna ha dovuto smentire, poi, di aver ricevuto un’offerta per la stessa Unità da parte degli Angelucci, che avrebbero infatti ultimato la loro due diligence sul quotidiano. Sul tavolo ci sarebbero stati circa 25 milioni. Gli editori del Riformista (e di Libero) potrebbero aver pensato, infatti, di far confluire il giornale diretto da Antonio Polito nell’Unità, visto che il Riformista non naviga in buone acque e ha già ridotto la foliazione. © Riproduzione riservata Il casus belli. È proprio a causa di quest’ultimo documento che è scoppiato lo scontento redazionale Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/unità Le Monde, arriva il conciliatore. Lagardère esce Le Monde si affida a un conciliatore. Obiettivo: portare avanti le trattative non solo coi futuri nuovi azionisti, ma anche e soprattutto con i creditori. Intanto, Lagardère è pronto a cedere le sue quote. France Télécom si è fatta avanti. La situazione al gruppo editoriale del quotidiano parigino diretto da Eric Fottorino è quindi davvero tesa: nei giorni scorsi si è parlato di un rischio d’insolvenza nei pagamenti coi fornitori, a partire da luglio, e d’impossibilità di rispettare le prossime scadenze fiscali. Ecco perché Le Monde ha imposto ai suoi pretendenti di versare un anticipo di 10 milioni entro il prossimo 5 luglio. La procedura di conciliazione è ora partita dalla cancelleria del Tribunale del commercio di Parigi, dopo essere stata richiesta lo scorso maggio. Il conciliatore è Régis Valliot, che si è occupato in passato per esempio del dossier Libération. Nel frattempo, è stata annunciata formalmente da Claude Perdriel, editore del Le Nouvel Observateur, la nascita dell’alleanza con France Télécom. «Siamo certi di poter depositare un’offerta lunedì con France Telecom», ha dichiarato Perdriel, che proporrà di pagare 80 milioni di euro per l’acquisto del 67% del gruppo. France Télécom ne metterebbe 25. La cordata potrebbe, comunque, rilanciare di altri 20 milioni. «Se saremo scelti, France Télécom avrebbe il 16% o al massimo il 20%». In quest’ottica, l’editore de Le Nouvel Obs diventerebbe azionista di maggioranza e presidente del direttorio. Perdriel non esclude l’ingresso di nuovi azionisti, come Prisa e Carlo De Benedetti, editore di Repubblica. France Télécom parteciperà, però, all’operazione solo se il gruppo Lagardère gli cederà il 34% in Le Monde Interactif. Quota che vale circa 30 milioni. Lagardère ha reso noto ieri che è «pronto» a negoziare sulla cessione delle sue quote e a uscire da Le Monde, pur tenendo «in considerazione i e propri interessi». Lagardère possiede anche il 17,3% de Le Monde. Perdriel ha espresso, infine, un giudizio sul trio Pigasse-Bergé-Niel che ha depositato la seconda e unica altra offerta: «persone totalmente ignoranti del mondo della stampa». E se anche vincessero, è disposto a comprarsi Courrier international e Télérama. Lunedì scade il termine per le offerte formali. DI PIERLUIGI MAGNASCHI È un film sull’amore fra il grande poeta inglese John Keats (poi morto di tisi a soli 25 anni a Roma) e la giovane vicina di casa, Fanny Brawne. E quindi anche la storia di un amore struggente e impossibile. Fatto di sguardi, leggere carezze, sospiri, allontanamenti furtivi e riconciliazioni sfinite. Un amore a portata di mano, ma difficile da far germogliare. Leggera ma anche sorvegliata e attenta è la regia di Jane Campion che recupera, adattandole, le tematiche e gli approcci del suo precedente e celebre film Lezioni di piano. Straordinario (e anche, nel contempo, un po’ invadente) l’apporto del direttore della fotografia, l’eccellente Grieg Faser. Dal punto di vista figurativo Bright star è un film stupendo. Esso sembra svilupparsi, senza soluzione di continuità, da dei quadri del ’600 olandese e, in particolare, da quelli di Jan Vermeer con i suoi colori caldi che avvolgono le figure. Tutto, qui, è stato fatto per stupire gli occhi e invadere l’immaginazione: dalla pioggia che picchia, rabbiosa, sui aesaggio; dagli interni vetri; alla neve che ha imbalsamato il paesaggio; l lluce. onusti di passato alle facce scolpite nella La bravura del fotografo è tale che spesso finisce nel virtuosismo che, alle volte, è fine a se stesso. Il racconto perciò spesso rallenta perché sembra esso stesso stupito dalla bellezza delle inquadrature nelle quali il racconto stesso si sviluppa. In questi momenti, il film assomiglia al discorso di un autore compiaciuto che, mentre declama, si ascolta. La sequenza improvvisa e inattesa, perché annunciata da nulla, del funerale dei giovane Keats, portato a spalla da quattro stecchiti becchini, in una povera bara, in piazza di Spagna, a Roma, nel livido momento che precede l’alba, un’ora che sa di viola intinto nel buio, è una sequenza che, da sola, varrebbe un intero film. Il povero corpo di un povero giovane inglese, venuto da solo e da lontano, con l’aiuto di una manciata di soldi raccolti da un gruppo di amici, alla ricerca del sole che avrebbe dovuto sanarlo, scivola, dimesso e sconfitto, in una bara, davanti all’architettura barocca di una delle più belle piazze del mondo che, a quell’ora, sembra intristita e sconfitta anch’essa. Keats se ne va senza lasciare traccia, pare. Anche se poi la storia della letteratura sarà squassata dall’irrompere dei versi febbricitanti e disperati di questo giovane che si affermeranno in tutto il mondo quando lui, dal mondo, si era congedato in silenzio e da sconfitto. Ecco, il film della Campion, racconta tutto questo. Lo fa con lentezza, certo. Con leziosità, alle volte. Ma riesce a comunicare, in silenzio e con ritrosia, il non senso della vita e la forza delle emozioni che vorrebbero dare un senso al non senso ma non ce la fanno perché la morte resta lì, sempre in agguato. «LE QUATTRO VOLTE», di Michelangelo Sammartino, documentario. *** La perfezione della ripresa, le luci sempre a posto, le macchine capaci di fare inquadrature imprevedibili, il montaggio mozzafiato, sono gli ingredienti inevitabili ma anche di ruotine degli spot pubblicitari, girati solo per far vendere più gelati o ingurgitare nuove bibite. Sarà forse per questo motivo che si stanno affermando film artigianali com Le quattro volte che si propone di come rac raccontare, con pochi mezzi e nessuno attor professionista, miserabili, ma anche tore fic ficcanti storie di vita in un piccolo e isolat villaggio dell’Appennino calabrese. lato Qu Questo film ha ricevuto, meritatamente, il Premio Cannes 2010, sezione Quinza zaines des Realisateurs. Francamente, pe il passo da documentario (e non da però, fil film), alle volte è troppo dispersivo. Se av avessi visto questo film in dvd, a casa, an anziché in una sala, non avrei resistito fin alla fine. Ma, essendomi infilato in fino un sala cinematografica, ho resistito una fi in fondo, anche se il quarto episofino di ad esempio, quello dei carbonai, dio, non aggiunge nulla di significativo. Bellissime invece sono le riprese della vita del pastore di capre, o la processione del venerdì santo, o la chiesa che invade, con la sua presenza, tutto il villaggio, con il prete, in sottana nera, che compare in tutti gli snodi del film ma solo da lontano, spesso da lontanissimo, un puntolino nero, discosto ma immanente. Un film grondante di poesia ruvida e scostante, con personaggi alla Masaccio, scolpiti e senza tempo. © Riproduzione riservata http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 16 Venerdì 18 Giugno 2010 MEDIA I dati 2009 del rapporto e-Content sul settore. Connessi tramite banda larga 10 mln di italiani Contenuti digitali, spesa a +8,8% Giochi, video e musica trainano un affare da 5,8 miliardi DI ANTONIO RANALLI Stefano Pileri A trainare il settore sono senza dubbio news, video, musica e giochi a pagamento che registrano un fatturato di 4,6 miliardi di euro, con un incremento complessivo del 10%. I video registrano un incremento del 6,2%, ma con andamenti contrastanti tra Lavori in corso a Milano. La Tv della metropolitana cresce, il nostro pubblico aumenta. www.telesia.it Raddoppiano le stazioni Raddoppiano gli schermi news intrattenimento pubblicità e on zi va no io in iz rv se http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it C resce la spesa per i contenuti digitali. Nonostante i tempi di crisi, i consumi del pubblico sono sempre più orientati verso video, musica e giochi a pagamento. A chiusura dell’anno scorso anno il settore ha registrato 5,8 miliardi di euro di fatturato, con un incremento dell’8,8% rispetto al 2008. A rivelarlo è il quarto rapporto sul mercato dei contenuti digitali in Italia «e-Content 2010», realizzato da Confindustria servizi innovativi e tecnologici (Csit) e presentato ieri a Roma, alla presenza del viceministro con delega alle comunicazioni, Paolo Romani. spettacolarità fast moving consumer Raddoppia l’audience +%$ (,+#((* +- "(&)!'. i suoi segmenti emergenti (Iptv, on-line tv e tv digitale terrestre, che hanno segnato rispettivamente +16,5%, +31,1% e +42,8%) e i segmenti più maturi (tv satellitare, +1,3%) o mai decollati (mobile tv in calo del 15% circa). I giochi e l’intrattenimento on-line segnano un +88,6% sull’onda del grande successo delle scommesse e dei giochi di abilità. La musica digitale cresce del 33%, grazie al grande successo di piattaforme come iTunes. In calo il comparto delle news (-2,7%) e quello dei contenuti mobile (-15,2%). «Il settore dei contenuti digitali», ha affermato il presidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, Stefano Pileri, «ha continuato a crescere nel 2009 in modo vivace, nonostante la crisi, il calo dei consumi delle famiglie, i tagli ai budget aziendali e la scarsità degli investimenti pubblici. A fronte di un pil sceso del 5% e dell’entrata in recessione di tutti i principali settori dell’economia italiana, l’e-content ha ampliato il mercato dell’8,8%, raggiungendo un fatturato di 5,8 miliardi di euro». In discesa la spesa nei settori pubblici come scuola, turismo e beni culturali che registrano un fatturato di circa 50 milioni di euro (-17,8%). Nello specifico il settore dei beni culturali scende del 42,8%, mentre il turismo ha una performance negativa del 10,7%. La pubblicità on-line cresce del 5%, con un fatturato di 1,1 miliardi di euro. Si tratta di un dato decisamente signifi cativo, se si considera l’andamento negativo che il mercato pubblicitario ha registrato lo scorso anno, con una contrazione del 12,5%. Per il prossimo biennio si prevede un’ulteriore crescita tra il 5,7 e il 7%. Crescono gli utenti della banda larga: sono oltre 10 milioni le famiglie che usano la rete fissa, mentre 9,7 milioni di persone ne fruiscono attraverso la rete mobile, con una crescita del 30%. Sono 18,7 milioni le famiglie dotate di un ricevitore tv digitale. «Il dibattito è aperto a livello internazionale», ha spiegato il presidente di Asstel e vicepresidente di Csit, Stefano Parisi, «giacché esiste l’esigenza di trovare soluzioni originali e lungimiranti per un settore che pone problemi del tutto nuovi. L’industria delle tlc e dei contenuti digitali è ben consapevole della necessità di stabilire nuove norme e nuovi codici di comportamento per tutelare diritti, individuare doveri, attribuire responsabilità e per questo è impegnata nei diversi tavoli di lavoro sul tema». © Riproduzione riservata http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Venerdì 18 Giugno 2010 MEDIA 17 Le rilevazioni Nielsen sul primo quadrimestre 2010. Alimentari e tlc spingono la ripresa Pubblicità, investimenti a +4,5% Tv +6,4%, radio +14%, web +11%, stampa -2,9%, outdoor +23% http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it C ontinua la ripresa del mercato pubblicitario, con radio, web e tv a fare da traino. Secondo le rilevazioni di Nielsen, nel mese di aprile 2010 la raccolta complessiva è aumentata del 3,5%, determinando una incremento del 4,5% nel primo quadrimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con una spesa pari a circa 2,9 miliardi di euro. Un risultato, questo, leggermente superiore alle attese e se questo andamento dovesse proseguire nei prossimi mesi, anche le previsioni di chiusura 2010 potranno essere riviste al rialzo. Un segnale positivo è anche l’aumento delle aziende inserzioniste su quasi tutti i mezzi. Per quanto riguarda i mezzi, la televisione chiude i primi 4 mesi con una crescita del +6,4%. In particolare, la raccolta Rai è cresciuta del 2,9% a quota 436 milioni di euro, quella di Mediaset del 6,4% (oltre 1 miliardo di euro), quella di La7 del 5% (44,9 mln). Mtv è il leggero aumento (+0,9% a 28,4 milioni), Tv Deejay (la ex All Music) segna un +7,8% (pari CHESSIDICE a quasi 3 milioni). Exploit invece per le tv satellitari: +24,7% a quota 113,7 milioni. La crescita dei quotidiani (+1,2%) non basta a compensare il calo di free press (-3,9%) e periodici (-9,3%) per cui la stampa nel suo complesso vede diminuire gli investimenti del 2,9%. Particolarmente positivo (+5,3%) il dato dei quotidiani relativo alla sola commerciale nazionale. Molto positivi i dati della radio (+14%), l’affissione (+23%) il cinema (+11,6%), direct mail (+5,7%) e cards (+2,8%). In generale, aumentano i budget delle aziende di alimentari (+13,6%) e telecomunicazioni (+12,9%) mentre riducono gli investimenti le automobili. Complessivamente, il numero di aziende che investono in pubblicità è aumentato del +0,3% nel periodo. Ad eccezione dei periodici (-6,5%), tutti i mezzi vedono aumentare gli inserzionisti: la televisione (+11,3%), l’affissione (+20,0%) e i quotidiani a pagamento (+5,3%). In tv crescono del +30,6% le aziende esclusive, ovvero quelle che puntano su un solo mezzo. Così la raccolta sui diversi mezzi TOTALE PUBBLICITÀ TV STAMPA QUOTIDIANI (senza Free/Pay Press) Comm.Nazionale (*) Comm.Locale (Fonte Fcp) Rubricata + Di Servizio (Fonte Fcp) QUOTIDIANI FREE/PAYPRESS (*) Comm.Nazionale Comm.Locale Rubricata + Di Servizio PERIODICI (*) RADIO Tabellare Extra Tabellare (Fonte Fcp-AssoRadio) INTERNET (Fonte: FCP-AssoInternet) Display Search Afiliate AFFISSIONI (Fonte: Audiposter) CINEMA (**) CARDS (Fonte: Promocards) DIRECT MAIL (Fonte: Poste Italiane) OUT OF HOME TV TRANSIT LA VIGNETTA DEL GIORNO Qn si dà all’escursionismo. Da oggi Qn Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno sono in edicola con il Manuale di Escursionismo, guida per affrontare ogni genere di escursione. Il manuale costa 8,9 euro oltre al prezzo del quotidiano. Editoria in Piazza Affari Bene Seat Pagine Gialle FTSE IT ALL SHARE DJ MEDIA Titolo Chiusura Var. % Var. % 30/12/09 21.122,16 112,8447 0,03 -2,51 -10,70 -13,30 Rif. Var. % 4,5 6,4 -2,9 1,2 5,3 0,9 -7,2 -3,9 -6,0 1,0 22,2 -9,3 14,0 14,1 12,4 11,0 10,1 17,0 23,0 11,6 2,8 5,7 ***** 0,5 Italia 1, Alfonso Signorini rimane fermo ai box E Indice 2010 Gennaio/Aprile 2.933.640 1.633.484 748.118 457.965 229.627 133.829 94.508 30.790 22.469 7.804 517 259.364 145.141 133.380 11.761 100.120 86.773 n.a. 13.347 49.580 15.591 1.558 201.289 3.037 35.721 5MBF> >E:;HK:M> =: 0B>EL>G />=B: 4>L>:K<A -GO>LMBF>GMB IN;;EB<BM:KB BG FB@EB:B: =B >NKH .!NGBO>KLH =B KB?>KBF>GMH S JN>EEH =>B F>RRB KBE>O:MB =: 0B>EL>G " 3716-*-(0B > 2+4-1*-)-' .> >E:;HK:RBHGB LHGH >??>MMN:M> <HG BE <HGMKB;NMH =B ,)2#(5513716-*-(0- > ,)2#(5512+4-1*-)"" 4(*-1' .> >E:;HK:RBHGB LHGH >??>MMN:M> <HG BE <HGMKB;NMH =B ,)2 #(5514(*-1 """ 68' )HFIK>G=> :G<A> E> KBE>O:RBHGB K>E:MBO> :B F:K<AB 5DQ > ,HP """" .!>FBMM>GM> *>>C:Q 68 S LN;>GMK:M: :EE!>FBMM>GM> (EE /NLB< =:E & GHO>F;K> %$$& """"" *:MH GHG K:??HGM:;BE> : <:NL: =>EE!BGL>KBF>GMH =B NG: GNHO: <HG<>LLBHG:KB: Trovalavoro su iPhone e iPod Touch. Trovolavoro, il sistema integrato per il recruitment del Corriere della Sera, da oggi è anche su iPhone e iPod Touch. DNews, i giornalisti bocciano il nuovo piano editoriale. I giornalisti del quotidiano gratuito DNews, edito da Mario Farino e guidato da Stefano Pacifici, hanno bocciato ieri il nuovo piano editoriale. Il motivo? «Carente e vago sull’organizzazione del lavoro della redazione e il numero dei giornalisti necessari alla realizzazione degli obiettivi illustrati». Mancano poi elementi precisi sulla foliazione del giornale e sul numero delle pagine dedicate ai servizi, sempre secondo i redattori di DNews, mentre vengono compresse «alcune rubriche che, da sempre, costituiscono un elemento di differenziazione del nostro quotidiano dagli altri prodotti esistenti sul mercato». 2009 Gennaio/Aprile 2.807.796 1.535.137 770.404 452.497 218.027 132.608 101.862 32.054 23.906 7.725 423 285.853 127.349 116.888 10.461 90.229 78.823 n.a. 11.406 40.303 13.976 1.515 190.477 2.848 35.558 Var. % Var. % 30/12/09 Capitaliz. (mln €) Buongiorno 0,9360 -3,26 -19,31 99,6 Cairo Communication Caltagirone Editore 2,4750 1,7950 -1,49 -1,37 -20,16 2,75 193,9 224,4 Class Editori Espresso 0,4790 1,7750 0,10 -2,53 -28,93 -20,94 49,7 727,1 Il Sole 24 Ore Mediaset 1,3400 4,9975 -0,52 0,45 -30,17 -12,86 58,1 5.903,2 Mondadori Monrif 2,6225 0,4400 -1,69 2,33 -15,33 -2,22 680,4 66,0 Poligraici Rcs Mediagroup 0,5000 1,0510 1,01 -0,47 10,99 -17,11 66,0 770,0 Seat Pagine Gialle Telecom Italia Media 0,1400 0,2173 2,49 -0,09 -13,85 -58,72 269,8 71,6 DI MARCO CASTORO ROBERTO GAGLIARDINI Nelle settimane scorse ha realizzato il numero zero della sua trasmissione. Poi, in Mediaset sono cominciati i ripensamenti. Prima sul format, qualche giorno dopo sul budget. Per il direttore di Chi e Tv Sorrisi e Canzoni, Alfonso Signorini, quella che doveva essere la sua consacrazione sul piccolo schermo con addirittura due serate su Italia 1 nella fascia occupata nell’ultima stagione televisiva da Piero Chiambretti, è per ora rimandata. Al momento infatti il programma del giornalista non è presente nella bozza dei palinsesti autunnali della rete che saranno presentati il 30 giugno a Milano. Se c’è forse una certa delusione da parte di Signorini, considerato ormai da molti un fenomeno mediatico-editoriale, si respira invece aria di soddisfazione nei corridoi di Studio Aperto. I redattori del tg diretto da Giovanni Toti non avevano infatti preso bene la notizia del via libera al nuovo approfondimento giornalistico della rete, tanto che il comitato di redazione (il sindacato interno dei giornalisti) aveva chiesto lumi sulla vicenda. Il compromesso era stato trovato con il coinvolgimento anche dei cronisti della testata nella realizzazione dei servizi. Compromesso che, almeno per la prossima stagione, non sarà necessario. © Riproduzione riservata Alfonso Signorini http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 18 Venerdì 18 Giugno 2010 UN PROFESSIONISTA AL GIORNO La vita, la carriera, i gusti e le passioni di Augusto Romano, direttore generale di Meltin’Pot Rotta sul mondo. Dal Sud Anch’io come mio padre non ho mai avuto l’intenzione di lasciare la Puglia. Ma ho un debole per New York DI GIORGIO NACCARI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it «M eltin’Pot crescerà, si svilupperà. L’azienda fondata da mio papà Cosimo ha in serbo un balzo di qualità, diventerà importante». Parola di Augusto Romano, che del marchio pugliese di abbigliamento è oggi direttore generale. «Ci stiamo muovendo in aree importanti», spiega, « sia in Europa che negli Stati Uniti ma l’obiettivo primario è il Giappone. Il nostro avvenire e quello della moda italiana è assai roseo e se riusciremo a puntare più sulla creatività che sul manufatturiero allora avremo fatto, davvero, un passo avanti». Inguaribile ottimista come lo giudicano in famiglia, Romano è anche un inguaribile testardo. Fargli cambiare idea è pressoché impossibile. Assomiglia, per certi aspetti, al padre che, nella seconda metà degli anni 60, andò controcorrente, rifiutandosi di emigrare. Pur essendo rimasto l’unico ragazzo di Matino (in provincia di Lecce) decise di tentare la fortuna in Italia. Qualche taglio di stoffa, una macchina per cucire e poco altro. Con l’aiuto della giovane moglie fondò la Meltin’Pot che oggi vanta un giro d’affari di 37 milioni di euro, con la previsione di arrivare a 47 milioni entro la fine di quest’anno. «Stiamo lavorando per mettere insieme, per il 2011, un programma retail consistente» dice, «a conferma del nostro buon momento e delle nostre aspirazioni». Il lavoro, per Romano, ha sempre rappresentato tutto. Per la sua azienda in pochi anni ha fatto molto anche se, lo confessa, non svilupperebbe più una grande collezione donna. Pur producendo il 45% di capi femminili la Meltin’Pot ha il suo Dna nell’uomo. Augusto Romano ama vestire bene: Armani per gli abiti, Church’s per le scarpe ma quello che più gli piace è il suo Girard Perregaux, l’orologio che in un baleno gli indica l’ora in qualsiasi parte del mondo. Ama viaggiare: nei suoi spostamenti non mancano mai le mete tropicali, ma quando può soggiorna a New York («una città che non ha paragoni. Ne sono soggiogato»). Sposato, due figli, non sopporta la superficialità della gente. Conta sul giudizio di chi gli è vicino, familiari e dipendenti che, dice, «mi vogliono bene e con i quali imbiosi». Tra lavoro in perfetta simbiosi». nome bro preferisce un buon film e un libro nche se legge il grande schermo anche aggi che racmolto, soprattutto saggi nato a contano gli stili di vita contemporanei. Spesso con la sua il Audi S6 gira in lungo e in largo la sua Puglia, terra professione o dalla quale «non ho Direttore generale mai pensato di andarmene, ancodi Meltin’Pot ra una volta come mio padre. Anche se avere un’azienda nel sud non è cosa facile e non per ragioni logistiche. Le vere diffic ivano dall indotto. Qui non difficoltà arrivano dall’indotto. fico. C’è poco o nulla. Sono c’è uno stilista, non c’è un grafi comunque fiero che i Romano abbiano creato qualcotinaia di chilometri sa di veramente grande a centinaia he se a Milano dalla capitale della moda anche how room». E abbiamo creato uno splendido show proprio nel capoluogo meneghinoo presto noverrà aperto il primo store monoo marca. Un primo passo verso la realizzazione di quel piano retail che punterà alle grandi città europee in partnership con alcuni clienti entusiasti. Per Meltin’Pot sarà, verosimilmente, l’operazione che porterà il brand a una immagine mondiale. L’abito Non ho dubbi, su tutte scelgo le creazioni di Armani Il cinema Sono un patito del grande schermo: la mia attrice preferita è Megan Fox (nella foto) L’orologio Adoro un Girard Perregaux con il fuso orario mondiale. Eccezionale Le scarpe Augusto Romano Ne uso di varie marche, ma amo soprattutto le Church’s so Gallipoli (Lecce) 10 luglio 1971 L’auto Viaggio su un’Audi S6: confortevole, elegante, in grado di fornire ottime soluzioni © Riproduzione riservata iservata http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it