Martedì 24 Novembre 2015
Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50
Francia € 2,50
Nuova serie - Anno 25 - Numero 279 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
€2,00*
* Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80)
MINISTERO DELL’ECONOMIA
Doppia
imposizione
L’Italia è
al palo
Stroppa a pag. 24
Il rinnovamento dei periodici di Class Editori
accolto con un +3,6% di raccolta pubblicitaria
Nuovo in edicola
Sabina Rodi alle pagg. 22 e 23
www.italiaoggi.it
ASSEMBLEA CNA
Le pmi deluse
dal peso
del fisco e
dalle banche
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Galli a pag. 28
CONVEGNO
Il Beps
mette a rischio
le tasse
americane
Marino a pag. 29
SU WWW.ITALIAOGGI.IT
Legge 231 - La Cassazione sul sequestro
dei beni
Privacy - Il parere del Garante sulla
chiusura delle mail
aziendali
P
Professioni L sentenza
La
d
della
Cassazi
zione
sugli obbl h antiriciclaggio
blighi
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO
Riciclaggio, non si scherza
Per la Cassazione è reato la mancata identificazione della clientela o del
beneficiario effettivo della prestazione professionale. Basta il dolo generico
Compie
reato il professionista che
C
n identifica il cliente e soprattutnon
t il beneficiario effettivo della sua
to
p
prestazione
né verifica lo scopo e la
n
natura
del rapporto in tutta la sua
d
durata.
A consumare il reato è suffi
ficiente
il dolo generico, vale a dire
la mera coscienza e volontà di contr
travvenire
alle prescrizioni in materi di verifica della clientela. È
ria
q
quanto
emerge dalla sentenza dalla
p
pubblicata
ieri dalla quarta sezione
p
penale
della Cassazione.
Ferrara a pag. 26
Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti
si erano schierati per far vincere l’Isis
di Pierluigi Magnaschi
La strage del teatro Bataclan è un
episodio di belluina ferocia, che non
ha precedenti in Occidente e che è
stato realizzato da alcuni terroristi
dell’Isis ma resta comunque un episodio nell’ambito di una gigantesca
lotta politico-militare e strategica,
non solo molto complessa, ma che
viene anche da lontano. Se (come
sembra voglia fare adesso l’inadeguato presidente francese Hollande) si vuole allestire una invencible
(?) armada per dare una lezione
agli amici di questi killer, non solo
si rischia di fare un buco nell’acqua
ma si rischia anche di peggiorare la
situazione.
Per capire come si sia arrivati
I SALOTTI MILANESI
Per Isotta un
mix di denaro,
snobismo
e marxismo
segue a pag. 6
Pistelli a pag. 11
DIRITTO & ROVESCIO
Il Corriere della Sera ha pubblicato
un supplemento dedicato alla strage di
Parigi. In continuità con l’intelligence
e radicale rivisitazione del quotidiano, attuata rapidamente dal direttore Luciano Fontana, ne è uscito un
supplemento di straordinaria effi cacia
grafi ca. Le foto, tutte di grandi dimensioni, scelte con grande cura, e impaginate con passione, erano semplicemente eccezionali, avendo esse una forza
emotiva ed evocativa straordinaria.
È sicuramente il miglior supplemento
prodotto su questo tema della stampa
internazionale. Unico neo: in mezzo a
tante grandi firme di casa, c’era anche
quella di Bernard-Henry Lévi, BHL,
un ex «nuovo fi losofo» invecchiato che
è il corresponsabile ideologico dello
sciagurato attacco di Sarkozy a Gheddafi. Il presidente francese, volendo
punire l’Italia per le intese economiche
raggiunte, destabilizzò l’intero Nord
Africa (da qui lo tsunami dei migranti) e poi il Medio Oriente. BHL, dopo
questo disastro, dovrebbe stare zitto.
L’hanno silenziato in Francia, dov’è
ridotto a barzelletta (in omaggio alle
sue camicie perennemente sbottonate lo
hanno definito: «Le plus beau décolleté
de France»). Peccato che gli dia spago
il Corriere che avrebbe ben altro da
offrire ai suoi lettori.
CONCESSIONARIA
CI DEVE ESSERE UNO
MATRIMONIO GAY
MARKETING
GRUPPO DISCOVERY
È LA KWID RENAULT
Sky.it lascia
Websystem
24 e passa a
Italiaonline
Banche, chi è
che avvisa
i depositanti
sul rischio?
Il neo premier
argentino aveva
fatto arrabbiare
il Papa
Un software
in grado
di comprendere
i clienti
Michele Santoro
ppronto a sbarcare
sul tasto 9
di Deejay tv
C un’auto che
C’è
costa un terzo
Ma
M è in vendita
solo in India
Plazzotta a pag. 20
Savona a pag. 14
D’Anna a pag. 10
Secchi a pag. 18
Plazzotta a pag. 20
Bianchi a pag. 17
*+* ,0+' ,'3 #'-$
" & $ ( ! % + - ) ! 1 ' + * $ " + . /!
,87*.+86 )*-&-2*& +& $./,&2*.-(
'(+ 01. %01'*. (
'(++( 01( "2*(-'( #+*(-0*!
-29 573896/9:5 2 /129592 49/:;5:/627:2)
<<<!387/9086!5:
"& %%$"#'#(
Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Sindaci e revisori: le nuove regole» a € 9,00 in più; con guida «La riforma delle sanzioni tributarie» a € 6,00 in più; con guida «la riforma di interpello, contenzioso e riscossione » a € 6,00 in più
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
2
Martedì 24 Novembre 2015
I COMMENTI
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Il califfato potrebbe
dare un’anima alla Ue
The caliphate could give
a soul to the EU
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
C
attacco terroristico.
i volle un
DI CARLO VALENTINI
Proprio quest’uldrammatitimo, sanguinoso
co evento
come il nazismo e la con- evento sembra avere attivato un
seguente seconda guerra mondiale senso di solidarietà europeo finora
per dare lievito all’idea di un’Euro- sconosciuto. La dolorosa converpa unita e quindi senza più guerre genza dopo la strage di Parigi tra
fratricide. Certo, i padri dell’Unione i capi di Stato europei può costituipotizzavano un continente amalga- ire l’inizio di un nuovo capitolo per
mato e solidale, non pieno di egoi- l’Europa. I colpi di kalashnikov al
smi e indirizzato dalla finanza. Ma Bataclan rendono evidente che nel
quando, giustamente, oggi si critica mondo globalizzato, quando si arril’Europa dei capitali e non dei po- va al dunque, è solo l’intreccio delle
poli bisognerebbe non dimenticare i forze che fa la differenza e conduce
lutti e le macerie su cui essa è stata al risultato. Ma una convergenza
costruita e l’intento di evitarne di non episodica, che nel caso dell’Eunuovi. Il che significa che bisogna ropa, in riferimento al terrorismo,
significa un’unica
avanzare nel costruipolitica estera, una
re un’identità comune
sola struttura di incontro divisioni e anCosì come
telligence, un esercito
tagonismi.
Hitler la
comune.
I troppi tentenfece nascere
Se l’Europa ha
namenti negli ultiavuto finora poco
mi decenni da parte
di quasi tutti i Paesi dell’Unione protagonismo nelle vicende del Mehanno finito per lasciare l’Europa dio oriente e del Mediterraneo che
in mezzo al guado. In pratica c’è lambiscono i suoi confini e dove ha
una moneta unica e c’è Schengen trovato fertile terreno l’estremismo
con la possibilità (fino a quando?) islamico è perché non è riuscita ad
di viaggiare senza passaporto ma avere una propria politica comune,
ognuno i propri problemi li deve tanto che la Francia è andata da
poi affrontare da solo: è stato così sola a bombardare l’area siriana
per la Grecia, lo è per la Germania controllata dal Califfo, divenendo
con la Volkswagen caduta sotto le poi facile bersaglio della rappresue colpe ma anche sotto il peso di saglia. Paradossalmente, Hitler ha
una guerra commerciale con gli Sta- fatto nascere l’Europa e il califfo poti Uniti, per l’Italia alle prese con trebbe darle quell’anima che finora
l’immigrazione, per la Francia sotto è mancata.
I
t took a dramatic event like
Nazism and the subsequent
Second World War to boost the
idea of a united Europe and
therefore with no more civil wars.
Of course, the EU fathers supposed
an amalgamated and united continent, not full of selfishness and directed by finance. But when today
the Europe of capital and not of people is rightly criticized, we shouldn’t
forget the grief and the rubble on
which it was built and the intention
to avoid new ones. This means that
we should move forward in building
a common identity against divisions
and antagonisms.
Too much hesitaIf Europe has
Just like
tion over the past
so far had little
decades from almost
prominence in
Hitler gave
all EU countries has
the events of the
birth to it
ended up leaving EuMiddle East and
rope in mid-stream.
the Mediterranean
In practice there is a single curthat lap at its borders and where
rency and there is Schengen with
the Islamic extremism has found
the possibility (how long?) to travel
a breeding ground, it is because
without a passport but then everyoit didn’t manage to have its own
ne has to tackle its own problems
common policy, so much so that
alone: it has been the case in Greece
France has gone alone to bomb
and it is now in Germany with Volthe Syrian area controlled by the
kswagen that has fallen under its
Caliph, becoming then easy tarfaults but also under the weight of a
get of retaliation. Ironically, Hittrade war with the United States, in
ler gave birth to Europe and the
Italy struggling with immigration, Caliph could give it that soul that
in France under terrorist attack.
has been lacking so far.
Precisely the most recent
IL PUNTO
EDOARDO NARDUZZI
L
a sfida tra maggioranza
e opposizione nella politica italiana, già dalle
prossime amministrative, non è mai stata così diversa.
Non si confrontano soltanto due
programmi e due visioni della
società, ma soprattutto si sfidano due modelli di leadership e
organizzativi agli antipodi tra
loro. Il Pd di Matteo Renzi
incarna, forse come mai prima
nella storia repubblicana, il partito dell’uomo solo al comando.
Un leader che decide prevalentemente dall’alto e ascoltando
solo il cerchio ristrettissimo dei
fedeli, tutti di estrazione toscana. Lavora, Renzi, in maniera
accentrata, detta lui l’agenda,
il tempo della comunicazione
e delle priorità. È il premier la
sintesi del Pd e della sua credibilità politica, incarna il tentativo di andare oltre i confini del
tradizionale elettorato di centrosinistra offrendo agli elettori la
possibilità di votare e scegliere
una «leadership forte» che tutto
può garantire.
Completamente opposto
il modello di leadership del M5s
che toglie il nome del suo fon-
datore, Beppe Grillo, dal suo
simbolo. Come ha ricordato in
una recente intervista l’ideologo del movimento, Gianroberto
Casaleggio: «Il leader del M5s
è il M5S stesso, non sono importanti i nomi, ma i programmi e
la partecipazione». Il partito che
Il modello Renzi
è agli antipodi
di quello Grillo
sfida Renzi per la guida del paese conferma il suo modello di
movimento in rete e distribuito
nel quale le decisioni sono una
costruzione collettiva e dove il
leader è più un portabandiera,
un primus inter pares e non un
decisore con poteri speciali.
Il Pd di Renzi governa topdown, il M5s bottom-up; nel Pd
trionfa il giglio magico fatto di
pochi fedelissimi che devono
suggerire nell’orecchio del leader, nel M5s tutto è reso trasparente dal web; il Pd cerca il
massimo di esposizione possibile
sui media tradizionali per Renzi
e i suoi più stretti collaboratori,
mentre Grillo e i suoi compaio-
© Riproduzione riservata
Traduzione di Silvia De Prisco
LA NOTA POLITICA
Non si può governare un intero
paese con solo dei compaesani
DI
bloody event seems to have triggered a sense of European solidarity so far unknown. The painful
convergence among the European
heads of state after the Paris massacre can be the beginning of a new
chapter for Europe. The Kalashnikov shots at the Bataclan make it
clear that in a globalized world,
when it comes to the crunch, only
the interplay of forces makes the
difference and leads to a result. But
a non episodic convergence, that in
the case of Europe, as far as terrorism is concerned, means a single
foreign policy, a single intelligence
structure, a common army.
no con il contagocce; Renzi va in
scena sempre in prima persona
e ovunque nei 100 teatri, mentre
il M5s si affida all’organizzazione territoriale e registra un Grillo che parla sempre più dal blog
e sempre meno dal caravan.
Due culture politiche diametralmente opposte hanno
guadagnato la scena politica
italiana contemporanea. Si
sfideranno già la prossima
primavera e saranno gli italiani a decidere il modello di
leadership preferito. Certo,
l’arroccamento campanilistico
di Renzi, che nomina ai vertici
dello stato e delle società quasi
soltanto dei toscani, rischia di
pagare un certo rigetto degli
italiani verso una forma di leadership troppo forte e poco vicina alle corde della democrazia
del Belpaese. «In consiglio dei
ministri sono l’unico che ha la
forza di opporsi a Renzi e di far
passare le sue idee», mi spiega
il ministro dell’interno, Angelino
Alfano, confermando che la leadership del premier conosce solo
la relazione sindaco-assessore.
Tocca ad Alfano, dunque, evitare
che il renzismo, incarnato in una
leadership solitaria, naufraghi
nelle urne.
Fi dice: uniti si vince
Ma sono sparpagliati
DI
MARCO BERTONCINI
Il motto di Fi per le
elezioni è tanto semplice
quanto veritiero: uniti si
vince. Peccato, per il centrodestra, che la politica
perseguita dagli alleati
badi a riaffermare ciascuno il proprio partito (o la
propria persona), anche a
costo di privare la coalizione della vittoria. Che
uniti si vinca, tutti in Fi
lo credono e sono disposti
a interpretare la vittoria
come vittoria dell’alleanza; i sodali, invece, badano
all’affermazione propria.
Se ci sono le premesse per
un simile, visibile errore
nelle amministrative, figurarsi quale autolesionismo potrebbe arrivare con
le politiche.
La chiusura di Matteo
Salvini ad Angelino Alfano e, di risulta, a tutti
i centristi fa il paio con il
veto frapposto da Giorgia
Meloni ad Alfio Marchini. Se gli alleati andranno avanti lungo la strada
intrapresa, potrebbero incontrare amare delusioni
in primavera. A Salvini,
però, importa far rilevare
il peso politico della Lega,
sia nelle candidature sia
nei programmi: il resto
viene dopo, ammesso che
venga. La Meloni pensa
alla propria candidatura
per il Campidoglio, per la
quale vorrebbe garanzie di
appoggi anche finanziari:
ne riceverebbe un beneficio
personale e politico anche
in caso di sconfitta.
In queste condizioni
il Cav ha una sola scelta
possibile: prendere tempo.
Deve rinviare le decisioni
sulle candidature, ma probabilmente si è reso conto
che il tempo, lungi dal far
mutare parere ai riottosi
alleati, li consolida nelle
odierne chiusure. Dal partito gli arrivano forti segni
di preoccupazione, sia per
Milano e Roma, sia in generale per gli accordi di
primavera. Così il richiamo all’unità per la vittoria
è dilatato da esponenti azzurri, mentre destra e Lega
lo bloccano alla ormai mitica foto di Bologna.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
PRIMO PIANO
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
3
Cameron appoggia i raid, Bruxelles si blinda, duemila agenti per il Giubileo, dopo i falsi allarmi le espulsioni
L’Europa terrorizzata, reagisce
Lo stop di Renzi a Bassolino agita le primarie di Napoli
DI
FRANCO ADRIANO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
L’
Europa terrorizzata
sta dimostrando di
voler reagire con tutti i mezzi: raid aerei,
prevenzione, servizi di intelligence più coordinati, impieghi
di risorse. Il premier inglese
David Cameron chiede a
Westminster l’ok ai bombardamenti al fianco degli aerei
russi e francesi. Intanto dalla
portaerei De Gaulle scattano i primi raid contro l’Isis
in Iraq. Bruxelles conferma
la massima allerta (con le
scuole chiuse e i mezzi di trasporto fermi e dunque con un
sostanziale coprifuoco fino a
mercoledì) e arresta in meno
di 24 ore 21 persone (anche
se il terrorista Salah Abdeslam è ancora in fuga). Gli
uffici della commissione sono
regolarmente aperti così come
quelli del parlamento. A Roma
scatta il piano di sicurezza per
il Giubileo con 2mila agenti
impegnati ogni giorno sugli
oltre mille obiettivi sensibili, sugli eventi considerati a
maggior rischio, su aeroporti,
stazioni, autobus e metropolitane. Le informazioni iniziano
a circolare, si spera, con maggiore efficacia. I servizi di sicurezza francesi hanno allertato
la segreteria di stato vaticana,
segnalando il pericolo concreto
di azioni terroristiche nel corso
del viaggio apostolico del papa
nella repubblica Centrafricana. La visita toccherà anche il
Kenya e l’Uganda. In Italia il
ministro dell’Interno, Angelino Alfano firma il decreto
di espulsione di quattro marocchini monitorati da tempo
dall’Ufficio antiterrorismo della Polizia di Stato e residenti
in provincia di Bologna. «Si
impegnavano per la diffusione
dell’estremismo violento», ha
detto il ministro. Oggi in Campidoglio il governo di Matteo
Renzi presenta il pacchetto
sicurezza. «Con due criteri di
fondo», ha spiegato Renzi, «la
prima è la grande questione
della sicurezza che è cruciale,
fondamentale, perché c’è una
questione che riguarda le forze dell’ordine, l’intelligence.
La seconda sarà una risposta
culturale». «Il governo ha cer-
Vignetta di Claudio Cadei
cato di porsi in una posizione
che non è di ripiego», ha spiegato il premier intervenendo
alla direzione del Pd sul tema
del terrorismo internazionale
e dei fatti di Parigi, «ma è la
posizione di chi è convinto su
quale sia il ruolo dell’Italia:
investire in sicurezza e alleanze internazionali, ma anche
investire in cultura e identità. Questa è la sfida del nuovo
umanesimo». Infine, l’addio a
Valeria Solesin. Domani la
Marsigliese accompagnerà
i funerali «civili, non laici»,
ha spiegato il padre Alberto
Solesin. «Ciao Valeria, grazie
per la tua testimonianza di
cittadina e giovane donna», è
il pensiero che Renzi, ha scritto su uno dei registri destinati alle espressioni di cordoglio
nella camera ardente a Vene-
zia. Migliaia di veneziani hanno sfilato silenziosi davanti al
feretro. Tra loro anche la presidente della Camera, Laura
Boldrini, che ha sottolineato
come i genitori non abbiano
gettato benzina sul fuoco della vendetta. «Le benedizioni
mi vanno benissimo, anche
quella dell’imam. Noi crediamo nei valori che non dividono le persone», ha spiegato il
padre di Valeria lo spirito che
aleggerà oggi in piazza San
Marco. Alla camera ardente si è recato il patriarca di
Venezia, Francesco Moraglia. Ha scritto nel libro di
condoglianze: «La Chiesa ti
porta nella sua preghiera con
grande affetto e tenerezza.
Rimarrai nel nostro ricordo
come una ragazza semplice
volitiva, intelligente generosa. Là dove tu sei nella gioia,
da dove tu vedi tutti noi, abbi
cura di mamma Luciana, di
papà Alberto, di Dario, di
Andrea (rispettivamente il
fratello e il fidanzato ndr).
Arrivederci con affetto».
continua a pag. 4
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
4
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
Nella manifestazione dei musulmani contro i terroristi prevalevano i non musulmani
A Roma c’erano dei ventriloqui
Virzì ha spiegato ai musulmani che cosa debbono pensare
DI
B ONIFACIO B ORRUSO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
U
n sospiro di sollievo.
L’hanno tirato, sabato, i militanti del
politicamente corretto in fatto di rapporti col
mondo musulmano, del «chiamiamolo Daesh e non Stato
islamico», del «l’Islam non
c’entra col terrorismo». Le
manifestazioni dei musulmani d’Italia contro l’Isis ci sono
state un po’ in tutta il Paese e
soprattutto a Milano e Roma,
secondo lo slogan «Not in my
name», non in mio nome. Magari non troppo partecipate,
ma ci sono state.
Quella di Milano, in piazza
S.Babila, ha radunato, secondo la Questura, 700 persone,
circa un decimo di quelle
che si presentarono, sei anni
fa, in Piazza del Duomo per
una protesta contro il ritardo nella costruzione delle
moschee. Per loro facevano
il tifo in tanti, dalla politica
alla stampa: Zita Dazzi su
Repubblica, cronaca di Milano, gli aveva dedicato l’attacco molto lirico del suo pezzo,
«tantissime ragazze, centinaia di partecipanti, migliaia,
la piazza gremita». Un po’ di
ottimismo sui numeri che infatti il sito del quotidiano, che
ripubblica l’articolo, correg- Milano, era la nutrita la schiegeva, mostrando le foto della ra di non-islamici, a cominciamanifestazioni corredate da re dai cattolici della Comunità
una didascalia più realistica: di S.Egidio e da molti politici e
«Alcune centinaia di manife- sindacalisti, fra cui Pier Ferstanti si sono riuniti in piazza dinando Casini, Susanna
S.Babila». Sempre a Milano, Camusso della Cgil, Carmeil Giornale ne calcolava sì e lo Barbagallo della Uil, Stefano Fassina
no 500, ossia
di Sinistra
«neanche 10
italiana, Arper ogni situro Scotto
gla» che avedi Sel. E c’era
va promosso
anche il sottola manifestasegretario agli
zione. E sì che
Esteri, Benegli islamici
detto della
nell’area milaVedova.
nese sarebbeAlla fine
ro 150mila di
aveva parcui 15-20mila
lato anche
quelli che si
Paolo Virzì,
riuniscono
regista à la
all’Arena o al
page, che ha
Palasharp per
spiegato ai
le preghiere
Paolo Virzì
manifestanti
comunitarie
di fede maodurante il Ramettana: «Vogliono distrugmadan.
Erano addirittura meno gere la vostra millenaria e
a Roma, convocati dalla Co- affascinante cultura, la vostra
munità religiosa islamica ita- storia, ma noi non ci faremo
liana-Coreis, che raduna molti scoraggiare da questo progetconvertiti, e dal deputato del to di odio e di paura che vuoPd, di origine maghrebina, le distruggere la nostra vita
Khalid Chaoucki. In Piazza di gioia. No al terrorismo di
SS. Apostoli c’erano, secondo le carta», aveva proseguito, «no
autorità, circa mezzo migliaio all’odio, alla violenza, all’astio,
di persone ma qui, più che a alla tristezza, a questo pro-
getto di morte». L’indomani i
commentatori si sono poi affollati nel ripetere la massima del bicchiere mezzo pieno:
i musulmani erano pochi, ma
c’erano. Avevano paura, pioveva, ma c’erano.
Nella foga di certificare
al Paese l’esistenza in vita
dell’Islam moderato, le cronache romane si sono dimenticate di riferire di un volantino
distribuito proprio durante la
manifestazione della Capitale.
Svista, invece, non occorsa a
Formiche.net che, sabato sera,
ne riportava ampi stralci. Nel
documento, «un foglio azzurro
formato A4, scritto in italiano,
arabo, francese e inglese», si
poteva leggere che alcuni dei
manifestanti, avevano provato
«un grande dolore per le morti di Parigi, come per quelle
causate dalle bombe occidentali sulle popolazioni irachene, siriane, libiche, afgane,
yemenite, palestinesi», spiegando che «la responsabilità
di queste morti sia in primo
luogo dei governi che da oltre
25 anni producono distruzione
in ogni parte del pianeta». E,
già che c’erano, i musulmani
moderati avevano offerta una
loro lettura nel quadro politico
internazionale in cui «i governi occidentali si nutrono del
CONTINUA DA PAG. 3
Napoli: Bassolino ricomincia da tre,
ma Renzi lo vuole fermare
Come Massimo Troisi ricomincia da
tre anzi promette di essere un allenatore come Sarri, «un mandato solo» per
lasciare il campo ai giovani. Poi, naturalmente. La prima uscita di Antonio
Bassolino da candidato alle primarie
del Pd a Napoli contro il volere del presidente e segretario Matteo Renzi è il
prologo di una campagna che per ora è in
punta di fioretto ma che promette mazzate. «Il goleador l’ho fatto quando avevo
gli anni giusti», ha spiegato Bassolino,
«oggi voglio fare l’allenatore. A Napoli
serve un Sarri? Ecco Sarri!» Non basterà
una nottata a Bassolino «per rispondere
ai messaggi di tutti quelli che mi hanno
espresso la propria solidarietà», ha detto
Bassolino a margine dell’appuntamento.
Una volta c’era il popolo dei fax. Primo
appello: «Chiamerò a sostegno le forze
che hanno sostenuto Luigi De Magistris e che lui ha emarginato o che dopo
l’hanno lasciato». Un messaggio per chi
nel Pd viene dalla Margherita: «Ho parlato spesso di Berlinguer stasera perché io vengo da quella storia lì, dal Pds,
poi Ds, poi Pd. Io il Partito democratico
volevo che nascesse dieci anni prima e
ne sono uno dei fondatori. Le primarie
aperte sono l’unica strada per risollevare questo partito, dopo le vicende delle
ultime settimane (si riferisce alle vicende giudiziarie di Vincenzo De Luca di
cui in qualche modo si fa emulo ndr).
Dobbiamo parlare di una scalata in condizioni invernali», riconosce la forza del
rottamatore. Comunque un uomo solo al
comando cui «non ho mai creduto», ha aggiunto Bassolino, così come «ai salvatori».
mercato delle armi, a livello
nazionale tagliano servizi,
sopprimono diritti, mettono
gran parte della popolazione in ginocchio scagliandola
nella povertà e nell’emarginazione, nella disperazione e
nella miseria». Un bell’attacco
anche al governo che l’onorevole Chaoucki sostiene regolarmente alla Camera, ma
probabilmente il deputato
avrà opposto, privatamente
ché non risultano prese di distanza, un “not in my name”
a questi moderati anti-Isis.
Un volantino che una delle
vaticaniste del Corriere, Maria Antonietta Calabrò,
domenica mattina ha tuittato
in inglese e in italiano, mostrandolo in foto e parlando di
«esclusiva», ignara probabilmente del fatto che il giornale online, diretto da Michele
Arnese, lo avesse pubblicata
già da un giorno, ma tant’è.
Peraltro più interessante il
commento della giornalista
del suo mancato scoop: la Calabrò rilevava infatti come i
manifestanti avessero utilizzato «la stessa analisi del
Papa». Proprio così, il capo
della cristianità parla come
i meno moderati fra i moderati musulmani.
© Riproduzione riservata
PILLOLE
E io ho deciso di candidarmi «perché questa è una sfida tosta. Se non fosse stata
tosta me ne sarei rimasto a casa mia».
Altro segnale. Il problema di Napoli «è
la camorra», dice l’ex governatore. Allora
«per sconfiggerla dobbiamo far vedere le
cose positive che ci sono. In tutta la città
possiamo creare centinaia di realtà positive, ridestinando proprietà pubbliche a
giovani creativi, a parroci, suore e laici».
Paragonandosi a Berlinguer, Bassolino
tra gli applausi della platea, ha spiegato
di non avere «neppure un segretario, ma
non è del tutto disarmato. «In questi mesi
cercherò qualcuno che guidi per me la
Panda di mia moglie perché non ho neanche la patente. Giro solo sempre con il
mio tablet, dal quale ogni mattina twitto
e metto post su facebook». Renzi è avvertito. «Non piace, nel Pd, l’idea di regole ad
hoc per le primarie che impediscano la
candidatura di ex amministratori come
Bassolino». Solo un’ipotesi, quella che
prevede che chi è già stato sindaco non
possa candidarsi alle primarie (avanzata
dalla vice-segretaria Deborah Serracchiani) ma il diretto interessato e la minoranza hanno avvertito Renzi che l’idea
provocherebbe un’alzata di scudi. «Sono
d’accordo con Renzi quando dice che le
regole delle primarie non si cambiano...
Sicuramente non quando il treno è in
corsa», è il primo twitter al veleno. «Sostegno leale a chi vince, ci mancherebbe,
e vale per tutti». «Quando si cambiano
le regole ad personam non va mai bene»,
gli ha dato manforte Gianni Cuperlo,
entrando alla direzione Pd. E Roberto Speranza ha aggiunto: «Penso che
i problemi politici si affrontano con la
politica e non cambiando le regole». «Se
Bassolino si debba candidare o meno, è
un altro problema...», ha chiosato Rosario Crocetta.
Mattarella preferisce l’apertura
del Giubileo alla prima della Scala
Sergio Mattarella preferisce l’apertura del Giubileo alla prima della Scala.
Chiamato in causa dal presidente di regione Lombardia, Roberto Maroni, sul
fatto che «non ha confermato la sua presenza alla Prima della Scala del 7 dicembre, quando andrà in scena la Giovanna
d’Arco». «La sua assenza verrebbe intesa
come un ‘‘non vado perché ho paura’’»,
ha spiegato Maroni, «invece, a maggior
ragione, gli rivolgo un invito a ripensarci
e ad essere presente alla prima per dare
proprio il messaggio ai cittadini che
non c’è da avere paura, anzi dobbiamo
riconfermare che non abbiamo paura».
Parole che hanno generato una fredda
comunicazione da parte del Quirinale.
In riferimento «alle cortesi sollecitazioni
del presidente della Regione Lombardia,
Roberto Maroni», l’ufficio stampa del
Quirinale ha precisato che il presidente
della repubblica, Sergio Mattarella, fin
dal momento del ricevimento dell’invito
alla prima della Scala, ha reso noto che
non vi avrebbe partecipato, poiché impegnato a Roma, il mattino seguente, per
la cerimonia di apertura del Giubileo in
Piazza San Pietro». «Mi è stato detto che
il presidente della repubblica non verrà»,
pè la conclusione di Maroni, «questa è
l’unica nota di rammarico però noi ci
saremo e sarà una grande prima come
al solito».
© Riproduzione riservata
di Pierre de Nolac
Belgio, auto della
polizia in divieto con le
ganasce.
Così è dura fermare i
terroristi.
***
Alfano: “Non
alimentare ansia sul
Giubileo”.
Ci vuole una bella dieta.
***
Spesi in Italia 10
miliardi da parte degli
stranieri.
Non solo per comprare
armi.
***
Milano,
allo stadio cancelli
aperti in ritardo.
Buio a San Siro.
***
Crollo delle
vaccinazioni.
Colpa della
voglia di stare sotto le
coperte.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
PRIMO PIANO
5
I paesi reagiscono in ordine sparso anche nell’affrontare i rischi del terrorismo islamico
L’Europa, continente di cartone
La Francia si è data da fare perché, oggi, essa sia così
to ai quali la Francia e il
Belgio vengono lasciati soli,
a palpabile sensazio- segnatamente da Italia e
ne della fine dell’idea Germania, non accettando
d’Europa è rappre- nessun paese di assumersi
sentata dalle imma- una quota di rischio supegini, trasmesse un paio di riore a quella che il destino
giorni fa, della frontiera di e la volontà degli adepti allo
Ventimiglia: dal lato fran- stato dei tagliagole intende
cese, militari in assetto di assegnargli.
Sarebbe utile che qualguerra che controllavano
tutti i viaggiatori e le loro cuno approfondisse le raauto; dal lato italiano nes- gioni del mancato accordo
comunitario
sun, proprio
su un’unica
nessuno,
«intelligenesponente
ce» europea
delle forze
e cercasse
dell’ordine.
di capire se
Già nelle
le indiscresettimane e
zioni sulla
nei mesi scorpresunta
si s’era visto
inaffidabilicome una
tà dell’Italia
parte non
(nazione fonsecondaria
damentale
delle nazioni
per un’opedell’Unione
razione del
non intendegenere) corva cooperare
rispondano
alla gestione
alla realtà,
del fenomeno
Romano Prodi
come si susdella biblica
surra nei
migrazione
che ha investito la Grecia corridoi di palazzo «Berlaye l’Italia. Frutto avvelena- mont», sede dell’Unione euto dell’allargamento (2004) ropea a Bruxelles. Un’inafdell’Europa, ora a 28, per- fidabilità non correlata alle
vicacemente voluto da Ro- capacità tecniche dei nostri
mano Prodi che ha reso servizi, ma ai condizionaingovernabile la comunità, menti politici e soprattutto
diluendo il peso delle nazio- giudiziari cui sono sottoposti.
ni fondatrici.
Ci sarebbero una casiIeri, i profughi. Oggi, gli
attacchi del terrore, rispet- stica di presunti terroristi,
DI
DOMENICO CACOPARDO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
L
ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
T
DI
MARIO SECHI
itoli. Sono titoli di guerra. Non
si pronuncia la parola, ma i fatti
impaginati, l’enfasi, il corpo del carattere, la gerarchia della notizia,
raccontano di una città Bruxelles, che cerca di evitare qualcosa di terribile, sinistro,
infido, invisibile.
Primo caffè, Corriere della Sera: «Notte
di paura a Bruxelles». Altro? Sì, passiamo
a Repubblica: «Bruxelles città sotto asselasciati andare in giro per
il mondo per indulgenze
nazionali e una preoccupazione per la sponda politicoparlamentare dei servizi.
Certo, anche la Francia
ha le sue gravi responsabilità per l’isolamento sostanziale nel quale versa: dalla
Libia alla Siria ha sempre
deciso in totale autonomia,
senza alcun concerto con gli
alleati, sino al 13 novembre,
quando ha invocato, inascoltata, il trattato europeo per
ottenere assistenza militare
e politica.
La stessa Francia, -e l’abbiamo ricordato giorni fache ha rifiutato di ratificare
la Costituzione europea che,
se vigente, avrebbe costretto l’Europa a comportarsi
come un quasi-Stato e cioè
a reagire in modo unitario.
Anche questo è un successo dell’Isis: la disarticolazione del gigante di carto-
dio». Bouquet di commenti che coprono la
notizia e via con un altro giornale. Anzi,
facciamo un giro di titoli. Carlino-NazioneGiorno: «Bruxelles, il killer è in fuga». Il
Messaggero: «Bruxelles, Salah sfugge al
blitz». La Stampa: «Bruxelles, retata di
terroristi». Il Giornale: «Caccia all’uomo a
Bruxelles». Mi fermo qui, tanto i titoli sono
tutti uguali. E i fatti che contano, accadono
fuori dall’Italia. Buona giornata.
Il Foglio.it - List
ne che è l’Unione europea,
luogo di un ventaglio di posizioni, nella quale prevale
la cecità dolosa rispetto a
una reazione decisa e forte
a quanto è accaduto, sta accadendo o potrà accadere.
Renzi ha assunto un atteggiamento prudente, di
sostanziale disimpegno.
Qualcuno lo definirebbe
andreottiano: non bagnarsi
prima che piova.
Ha annunciato un rafforzamento delle organizzazioni governative impegnate nella prevenzione e sta
valutando un intervento
sulla legislazione che attenui i margini di indulgenza
dell’autorità giudiziaria.
Non basta, naturalmente. La guerra che è in corso, anomala e asimmetrica,
non è da noi dichiarata né
voluta.
Sono altri che ci fanno la
guerra e l’iniziativa di come
quando e dove colpire è la
loro. E non possiamo illuderci sulla lealtà della comunità islamica in Italia:
il numero modesto di manifestanti di sabato scorso
è la palpabile conferma di
diffuse simpatie per il fondamentalismo terrorista.
Se in ogni provincia, in
specie a Roma, ci sono dei
piani efficaci per il manifestarsi di un possibile attacco (del che è lecito dubitare, visti i precedenti, molto
meno gravi, dei «Black bloc»
che hanno messo a ferro e
fuoco le nostre città), c’è da
dubitare della loro idoneità
ed efficacia.Insomma, mentre lo sciagurato Giubileo
incombe, aspettiamo che
chi vuole farci del male lo
faccia. Solo il tempo ci dirà
se la linea di Renzi sia di
lungimiranza o incoscienza
politica.
www.cacopardo.it
IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI
Siamo una coppia di fragili ottantenni, di solare mitezza ma al confine
con la Francia una poliziotta ci prende per possibili terroristi islamici
DI
S
RICCARDO RUGGERI
abato 21 novembre, colle del
Tenda. Ora tocca a noi: la lunga coda di auto, di cui occupo
gli ultimi posti, può attraversare il tunnel, quando usciremo
sarà Francia, Regione ProvenceAlpes- Côte d’Azur. D’improvviso, la
coda rallenta, percorriamo il tunnel
a passo d’uomo, all’uscita scopriamo
il perché: una donna e un uomo, con
i simboli della Gendarmerie francese,
in pieno assetto di guerra (mi ricordano le prime serie di Star Trek, con
i fucili al plasma), stanno sottoponendo autista e passeggeri di ogni auto
a una visita fisiognomica volante, lo
fanno al ritmo della linea di montaggio di Mirafiori anni ’50. Visti da
lontano, fisiognomicamente, a me i
gendarmi sembrano due sanculotti,
scelti dal giacobino Hollande, hanno gesti efficienti, dalle mossette che
fanno si capisce che sono volute.
Sono tranquillo, la mia auto, un
Audi Q3, targata Svizzera, ha pochi
mesi, è Euro 6 (quindi non taroccata
come le Euro 5), l’ho appena fatta lavare, solo ora mi accorgo con raccapriccio che è nera, il colore dell’Isis.
Comincio a preoccuparmi, che idiota
sono stato, che mi è saltato in mente
stamattina di indossare una dolce
vita nera? Per non insospettire i due
sanculotti, mi sfilo gli occhiali da
sole, assumo un’aria disinvolta che
non mi è propria, guardando in viso
il gendarme (uomo) capisco che ce l’ho
fatta, per lui sono solo un vecchio, non
rappresento un pericolo, mi rilasso.
Due metri dopo, incontro lo sguardo
della gendarme (donna), in un baleno capisco che non gli sono piaciuto.
Eppure siamo una coppia di fragili
ottantenni, di solare mitezza, siamo
appena usciti dal buio del tunnel, l’intensa luce novembrina ferisce i nostri
occhi stanchi.
La paura mi attanaglia, cerco
di ricordare cosa abbiamo in valigia, certo non armi, non giubbotti
anti proiettile, non tute mimetiche, i
soliti scialli di lana, pancere, guaine,
ginocchiere, papaline, poi medicine,
tante. Spero che non confonda l’aspirinetta della Bayern con il Captagon,
l’anfetamina targata Isis: sono simili. Nella borsa frigo ho due splendidi
filetti fassone sottovuoto, potrebbero essere scambiati per panetti di
Semtex, l’esplosivo al plastico color
arancio? Che devo fare? Nascondere
il reale, esibire il falso? È una bella frase, non ricordavo di chi fosse,
invece secondo internet è mia, l’ho
usata in una intervista fatta all’amico Stefano Lorenzetto, il web l’ha
registrata, assegnandomela. Ci sono
una quarantina di auto, un centinaio
di persone dalle vite più diverse, perché dovrebbero fermare proprio noi?
Possibile che l’algoritmo della fisiognomica indichi il nostro profilo come
quello che più si avvicina all’islamico
criminale?
Invece, la sanculotta ci blocca,
controlla minuziosamente il mio
passaporto, chiede se l’auto è mia
(sì), dove abito, dovrei dire Paradiso,
Svizzera, ma la prudenza mi blocca,
non vorrei che lo associasse alle Uri,
le fanciulle vergini del paradiso islamico destinate a combattenti come
Salah, opto per Lugano. Lei aggrotta
la fronte, si fa ripetere il nome, non
le dice nulla, provo con Luganò, aggiungo lago Ceresio, niente, desiste
(brava in fisiognomica, scadente in
geografia?). Alla fine, entro in Francia, sono stanchissimo, la tensione mi
ha prosciugato, mai avrei immaginato di essere nato e vissuto cattolico
per 80 anni, e ora scambiato per un
islamico, potenziale fiancheggiatore
di Salah.
Solo quando raggiungo Briga mi
tranquillizzo, l’analista politico che è
in me, si chiede: perché hanno fermato
solo noi? In effetti, un cambio di strategia da parte di Hollande c’è stato. È
passato da «saremo spietati» della prima ora, al più potente «saremo implacabili». Eppure dovrei saperlo, il linguaggio dei leader è la chiave di tutto.
Devo cambiare. Imparare la Marsigliese per fare pendant con Allah Akbar,
che già padroneggio. Per prudenza,
nel 2016 non andrò a Roma, niente
Giubileo (non voglio essere schedato
dal Daesh), basta avere pensieri liberi,
mi devo adeguare all’intellighenzia,
ora nei salotti radical chic sosterrò la
guerra, non solo i bombardamenti ma
l’elegante «boots on the ground», così
la necessità di mandare i nostri giovani (meglio quelli dei centri sociali,
perché già addestrati) a combattere
nel deserto contro i tagliagole nero
vestiti. Prendo l’aspirinetta, mi sento
già un altro.
[email protected]
@editoreruggeri
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
6
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
Ma Renzi non può certo abolirle perché è proprio a questo strumento che è giunto al potere
Le primarie sono un vero sfascio
A Roma avevano premiato Marino e bocciato Gentiloni
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I
IL CORSIVO
MARCO BERTONCINI
l Pd istituisce un giorno
unico per le primarie delle
amministrative di primavera. Intanto nel partito si
moltiplicano timori, polemiche,
speranze, ambizioni, insomma
un magma causato per motivi
diversi da personaggi diversi.
Fra gli altri, primeggiano il
redivivo Antonio Bassolino
a Napoli, il commissariato
Ignazio Marino in Campidoglio, il dominus della cessata
esposizione Giuseppe Sala
a Milano. Probabilmente, se
potesse decidere d’imperio,
Matteo Renzi rottamerebbe
le primarie, che gli stanno creando problemi e patemi prima
ancora dell’avvio.
Non può: fra l’altro, perché la propria fortuna politica
e l’ascesa a palazzo Chigi sono
frutto pure di quello strumento
politico. Così deve a malincuore sorridere di fronte a consultazioni che in passato hanno,
proprio per il turno di elezioni
comunali corrispondente al rinnovo della prossima primavera,
prodotto disastri per il Pd. Potrebbe, dunque, dover subire lo
smacco di vedere sconfitto Sala
a Milano, per tacere del ritorno
partenopeo di un Bassolino che
tutto sarà fuor che renziano. Il
segretario Pd vorrebbe che le
prossime elezioni segnino l’affermarsi di personaggi a lui vicini, meglio ancora se designati
da lui stesso, perché ha bisogno
che il partito, in periferia, sia
schierato con lui: il partito non
solo nei suoi dirigenti, ma altresì nei suoi amministratori.
Il centro-destra ha tagliato corto. Berlusconi ha
sempre detestato le primarie:
le lanciò una sola volta, in un
momento per lui buio, per designare il proprio teorico erede,
ma la faccenda si esaurì in pochi giorni. A lui importa trovare
candidati con buone possibilità
di vittoria, misurati attraverso
ricerche di mercato oppure da
lui designati soltanto per suoi
sentimenti personali di amicizia, stima, simpatia. Disgraziatamente non è in grado d’imporsi agli alleati, sia perché la
Lega è accreditata di un seguito
elettorale oggi non di poco superiore a Fi, sia perché Fd’It non
intende assoggettarsi a un ruolo
secondario. Soltanto in qualche
caso estremo, di disaccordo fra i
vertici, si potrebbe pensare alle
primarie: ma non pare che oggi
ci siano le condizioni.
Quindi, ad affrontare le
primarie saranno gli elettori
del centro-sinistra, con possibili sorprese. Un caso a sé, poi, è
rappresentato dai grillini, che
già hanno svolto qualche designazione dei propri candidati
sindaci, a quanto pare senza
partecipazioni di masse popolari e nemmeno di percentuali
dignitose rispetto ai potenziali
elettori, ritenuti superiori a uno
su 4 votanti.
Fu già rottamato da quelli che sono stati rottamati
Matteo Renzi, che fu vittima delle
norme anti-Renzi ai tempi delle primarie per il candidato premier del
2012, vinte da Pierluigi Bersani
con uno stratagemma formale, sta
lavorando insieme alle giovanotte e
ai giovanotti del suo partito a uno
stratagemma formale per impedire
la reentré d’Antonio Bassolino.
Questi, rottamato già da quelli che
poi sarebbero stati rottamati dal Boyscout, vuole candidarsi un’altra volta
alla carica di sindaco partenopeo, e
la potrebbe anche spuntare, ma la
giovane guardia democratica – pur
di fermare l’orda degli zombie che
minaccia di sfondare il cancello del
cimitero e tracimare tra gli elettori
vivi, inducendoli in tentazione – è
disposta a tutto, anche a mettere la
città di Totò, Peppino e Luigi de
Magistris nelle mani d’un Sindaco 5 Stelle. Stratagemma: chi è già
stato sindaco una volta, non si deve
più candidare (avendo già avuto, avuto, avuto per lui è ora di dare, dare,
dare). Tocca a Bassolino, che fu sindaco di Napoli nel Quaternario, ma
tocca anche all’ex sindaco di Roma,
Ignazio Marino, destituito poco più
d’un mese fa, come pure all’attuale
sindaco del capoluogo sabaudo Piero
Fassino, il cui mandato è prossimo
alla scadenza. Fassino, Marino e Bassolino: a Renzi non basta il diminutivo in «ino», vuole il seppellitivo.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI
al teatro Bataclan è bene chiarire
subito chi è stato e, con che motivazioni, a far saltare la santabarbara
nordafricana e poi mediorientale. Il
progenitore di questa devastante
deriva è stato sicuramente il presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, che, a partire dal suo imbelle discorso al Cairo, aveva, in pratica, rovesciato sull’Occidente quasi
ogni responsabilità dell’estremismo
islamico che allora era solo Al-Qaeda. Obama si è comportato da buonista che è una virtù commendevole
in una crocerossina ma che male si
addice al capo della nazione gendarme del mondo. Piegandosi davanti
all’avversario, Obama lo ha ringalluzzito. Infatti nei rapporti fra gli
stati (specie fra gli stati ferocemente antagonisti) la realpolitik, l’esibizione della forza, la determinazione
e la costante ricerca del male minore sono i criteri guida di un’azione
efficace. I re travicelli, anche se
dotati della più potente forza armata mai prima concepita nell’intera
storia dell’umanità, sono arrotati o,
comunque, messi in discussione.
Ma, subito dopo Obama, la
responsabile di questa situazione
è la Francia. Prima, con la decisione
di Sarkozy di voler attaccare e quindi abbattere il regime di Gheddafi
che, a quel tempo, non minacciava
nessuno fuori dai suoi confini e
meno che meno in Europa. Sarkozy,
addirittura, partì all’attacco della
Libia, con i suoi jet, prima che i suoi
alleati (Usa e Uk) potessero concordare la strategia di aggressione.
Sarkozy (che perseguiva, con questo
blitz, vergognose finalità di politica
interna) voleva essere il primo a colpire Gheddafi, come se si trattasse,
non di una guerra, ma di una corsa
a ostacoli. Ma la cosa più grave e
inaudita (anche se nessuno la sollevò) fu l’avere utilizzato impropriamente, e soprattutto illegittimamente, la Nato in questa guerra. Lo
statuto della Nato parla chiaro: qualunque paese ad essa aderente sia
attaccato da un paese terzo gode
dell’immediata reazione in sua difesa da parte della Nato stessa e di
tutti gli altri paesi che fanno parte
di questa organizzazione. Senonché,
questo è il punto, la Libia non aveva
attaccato nessun paese della Nato.
Quindi la guerra contro di essa era
completamente immotivata e quindi
illegittima.
Quella guerra inoltre era contro
la nostra Costituzione (perché la
reazione illegittima della Nato ha
provocato l’uso delle basi Nato situate in Italia a sostegno di una guerra
di aggressione che la nostra Costituzione vieta espressamente). Inoltre sul piano degli effetti, questa
guerra immotivata ha determinato
l’esplodere delle etnie libiche che,
essendo in conflitto fra di loro, sono
diventate subito il terreno di coltura
dell’islamismo.
La stupidità francese si è poi
estesa alla Siria dove Parigi (que-
sta volta con Hollande) si proponeva
di intervenire militarmente contro
Assad, a sostegno dei ribelli democratici (che poi, invece, erano essenzialmente i militanti dell’Isis). Se
non ci fosse stato Putin che, ai jet
militari francesi che, carichi di bombe, avevano già acceso i reattori per
andare a bombardare l’esercito
siriano, a dire: «Se alzate in volo i
vostri Rafale per bombardare la
Siria, io faccio alzare contro di voi i
miei aerei da combattimento», Parigi avrebbe fatto vincere i tagliagole
dell’Isis che poi sono i gentiluomini
che hanno compiuto il massacro nel
teatro Bataclan.
A quel punto, di fronte alla reazione
di Putin, Hollande ha capito che non
poteva insistere con la sua force de
frappette, e realizzò subito che gli
conveniva far spegnere i reattori dei
sui cacciabombardieri.
Insomma, se non ci fosse stato Putin,
Hollande, in odio al dittatore siriano, feroce fin che si vuole con i suoi
oppositori ma che almeno ci ha sempre lasciato in pace (male minore),
avrebbe spianato la strada ai tagliagole dell’Isis che invece si proponevano e si propongono, non solo di far
terra bruciata in Siria e Iraq, ma
intendono anche costruire un Califfato che sarebbe il primo Stato veramente islamico del Medio oriente
che fungerebbe da calamita planetaria di tutti gli islamisti del mondo.
Pierluigi Magnaschi
© Riproduzione riservata
Tantissime opportunità di lavoro nel settore
della Finanza con Milano Finanza.
Visita il nostro sito carriere.milanofinanza.it
In collaborazione con
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
PRIMO PIANO
7
La proposta lanciata dai capigruppo del partito in Comune e Città Metropolitana di Napoli
Alfano pensa alle primarie Pd
Non è Angelino bensì Gioacchino, segretario campano Ncd
DI
GIOVANNI BUCCHI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
E
se Alfano si candidasse alle primarie
del centrosinistra? A
Napoli, dopo il ritorno in campo dell’ex sindaco e
governatore Antonio Bassolino, può accadere pure questo. Meglio però fornire subito una precisazione, affinché
non si pensi che il ministro
dell’Interno, peraltro di origini siciliane, voglia imbarcarsi
in un’avventura del genere.
Non stiamo infatti parlando
di Angelino Alfano, bensì
del suo omonimo e collega di
partito Gioacchino Alfano,
sottosegretario alla Difesa e
coordinatore del Nuovo Centrodestra in Campania.
Dall’estate scorsa, l’Alfano campano non ha mai
nascosto la sua preferenza per
un accordo col Pd in vista delle
comunali di Napoli, sulla falsariga di quanto accade a Roma
col governo Renzi del quale fa
orgogliosamente parte. Con il
segretario dem sotto al Vesuvio, Venanzio Carpentieri, il
leader regionale di Ncd aveva
pure aperto un tavolo di trattativa, iniziativa poi congelata
dopo che l’altro Alfano, quello
siciliano, e i vertici nazionali
dell’Ncd avevano ritenuto opportuno non sciogliere troppo presto la riserva su quale
schieramento abbracciare in
occasione delle urne. Tuttavia,
l’esperienza fallimentare delle
regionali, dove Ncd ha sostenuto il forzista Stefano Caldoro
mentre l’Udc demitiana è andata con Vincenzo De Luca
sancendo il fallimento locale
del progetto di Area Popolare,
ha indotto l’ala più filorenziana
del Nuovo Centrodestra a spingere sulla strada di un accordo
col Pd.
Si arriva quindi a questi
giorni con alcuni esponenti di
primo piano dell’Ncd in Campania che, convinti della bontà
di un’alleanza con Renzi, hanno deciso di proporre la candidatura del loro leader regionale
alle primarie del centrosinistra
di Napoli. Si tratterebbe quindi di una corsa più che altro di
rappresentanza, senza troppe
pretese di vittoria eppure molto
importante per misurare il consenso di Ncd all’interno della
nuova coalizione comunale col
Pd (la sinistra è completamente
appannaggio del sindaco ricandidato Luigi de Magistris) e
per rinsaldare il rapporto tra i
due partiti.
Ad aprire le danze ci ha
pensato il capogruppo Ncd alla
Città Metropolitana di Napoli,
Marco Mansueto, il quale già
si era distinto in altre occasioni
invocando l’asse con i dem sotto
al Vesuvio. «Campania Popola-
BLOC NOTES DI MICHELE MAGNO
Bassolino vittima dei due pesi e due misure
DI
L
MICHELE MAGNO
a segreteria del Pd si appresta a proporre una norma che impedisce di
candidarsi alle primarie chi è già stato
sindaco (Serracchiani, la Repubblica
di lunedì 23 novembre). Non è una norma ad
personam, volta a impedire la discesa in campo
di Antonio Bassolino, ha dichiarato serafica
la vicesegretaria Pd. Perché, ha spiegato, il Pd
non rinuncia alla sua battaglia per il rinnovamento della classe politica. Se ho capito bene,
allora nemmeno i sindaci uscenti potrebbero
ricandidarsi. Ad esempio, Piero Fassino a Torino o Virginio Merola a Bologna. A meno che
quella delle primarie non sia una scelta à la
carte, buona solo a seconda delle convenienze di
Renzi. Ma il punto non è nemmeno questo.
Se non ricordo male, Vincenzo De Luca,
Michele Emiliano e Rosario Crocetta si
sono candidati nelle rispettive regioni e hanno vinto. Erano forse nomi che esprimevano la
re-Ncd auspica che si tengano
primarie di coalizione per la
città di Napoli e invitiamo il
nostro coordinatore regionale
e sottosegretario alla Difesa
Gioacchino Alfano a scendere
in campo» sono state le sue parole. Sono passati pochi giorni e
all’indomani della notizia della
ri-discesa in campo di Bassoli-
rottamazione dei vecchi gruppi dirigenti della
sinistra? Al contrario, hanno sancito la supremazia del partito dei cacicchi sul partito immaginario (perché non c’è) del partito del premier.
In una realtà come quella napoletana, dove
non si vedono all’orizzonte «homines novi» di
una rinascita civile e amministrativa della città, non comprendo per quali ragioni dovrebbe
essere negata a una personalità come quella di
Bassolino la possibilità di competere per unire
le migliori energie intellettuali e sociali della
capitale partenopea.
In tutta la vicenda c’è qualcosa che
non torna. Non torna l’uso di due pesi e due
misure nella selezione dei papabili a sindaco
in un partito che ha elevato il nuovismo a
suo mantra ideologico e la mitizzazione della
cosiddetta società civile a sua cifra culturale, salvo poi ad accorgersi - per giunta con
colpevole ritardo - dei disastri (almeno in
buona parte) ascrivibili a quel «homo novus»
che si chiama Ignazio Marino.
Formiche.net
no, ecco un altro endorsement
alla candidatura alfaniana,
questa volta da parte di Domenico Palmieri, capogruppo
Nuovo Centrodestra in Comune a Napoli. «Condivido pienamente la proposta di Mansueto
di avere primarie di coalizione
e, nel caso, vedremo molto positivamente la candidatura del
nostro coordinatore regionale
Gioacchino Alfano». «La nostra
città ha bisogno di una giunta
efficiente, che risolva i problemi e che sia espressione di una
coalizione responsabile e unita.
Per questo replicare a livello locale l’esperienza del Governo
nazionale potrebbe essere una
strada vincente».
TORRE DI CONTROLLO
Le carceri italiane stanno diventando un luogo abituale
per reclutare terroristi. E Rossano è la nostra Guantanamo
DI
L
TINO OLDANI
e carceri italiane, senza volerlo, stanno diventando un luogo
di reclutamento dei terroristi
islamici. Lo dicono le grida di
esultanza registrate in alcune prigioni dopo la strage di Parigi. E lo conferma il Sappe (sindacato autonomo
degli agenti penitenziari), che proprio
nelle ultime settimane, sul suo sito, ha
lanciato ripetuti allarmi sul «rischio
fondamentalismo islamico nelle carceri». In uno di questi, il segretario del
Sappe, Domenico Capece, precisa di
avere segnalato il problema al ministro
della Giustizia, Andrea Orlando, e fa
il punto della situazione. Al 31 ottobre
scorso, su 52.400 carcerati, 17.342 risultavano stranieri, dei quali 13.500
extracomunitari e 8 mila provenienti
dal Maghreb e dall’Africa. L’indottrinamento e il reclutamento dei terroristi
sembra più diffuso tra questi ultimi.
Scrive Capece: «Il carcere è un
terreno fertile, nel quale fanatici estremisti, in particolare ex combattenti, possono far leva sugli elementi più deboli
e in crisi con la società, per selezionare
volontari mujaheddin da inviare nelle
aree di conflitto, grazie a un meticoloso
indottrinamento ideologico. Non è un
caso la radicalizzazione di molti criminali comuni, specialmente di origine
nordafricana, i quali non avevano ma-
nifestato nessuna particolare inclinazione religiosa al momento dell’entrata
in carcere, ma poi si sono trasformati
gradualmente in estremisti». I detenuti
che, all’ingresso in carcere, si sono dichiarati musulmani sono circa 5.700, e
negli ultimi dieci anni hanno ricevuto
un trattamento alquanto generoso. Su
202 istituti penitenziari esistenti, in 52
è stato riservato uno spazio adibito a
moschea, e in nove prigioni è consentito
l’accesso di un imam, accreditato dal
ministero dell’Interno. Il terreno per
il proselitismo, sembra dunque abbastanza vasto.
Per limitare i danni, da 2009
l’amministrazione penitenziaria ha
deciso di concentrare i detenuti condannati per terrorismo in un solo istituto di
pena, quello di Rossano, città di 36 mila
abitanti, ubicata sulla costa ionica della
Calabria. Attualmente questo carcere,
costruito nel Duemila, su 231 detenuti (rispetto a una capienza di 215), ne
conta 70 di fede musulmana, dei quali
21 sono condannati per terrorismo internazionale. Una brava giornalista di
origine calabrese, Lidia Baratta, ha
appurato su Linkiesta che di questi 21,
uno è un terrorista dell’Eta basca, uno
è ritenuto vicino all’Isis, mentre gli altri 19 sarebbero militanti di Al Qaeda.
Tutti con pena definitiva nel 2026. Tra
le figure di spicco, l’ex imam di Zingonia (Bergamo), il pakistano Hafiz Mu-
hammad Zulkifal, arrestato l’aprile
scorso come capo di una cellula di Al
Qaeda con base operativa in Sardegna,
dopo essere stato complice nel 2010 di
attentati a Stoccolma, in Svezia. A lui,
secondo le indagini della Dda di Cagliari, era indirizzata una telefonata in cui
si sosteneva di «pensare al loro Papa».
Il carcere di Rossano, è diviso in due
sezioni, una di media e l’altra di alta
sicurezza. In quest’ultima sono reclusi
i terroristi islamici.
Il militante radicale Emilio Quintieri, che sul suo blog si occupa in modo
sistematico delle condizioni di vita nelle
prigioni, ha definito quella di Rossano
«la Guantanamo italiana, dove basta
uno sguardo o una parola sbagliata
per fare scattare il pestaggio». Vero o
no che sia, l’appellativo di «Guantanamo italiana» è rimasto, proprio per
la concentrazione di terroristi islamici
detenuti. Non solo. Dopo la strage di
Parigi, questo carcere è considerato un
«obiettivo sensibile». In un vertice tenuto il 18 novembre, cinque giorni dopo il
Bataclan, il prefetto di Cosenza, i capi
delle forze dell’ordine, il procuratore
di Catanzaro e il direttore del carcere
hanno deciso di alzare il livello di sicurezza, con maggiori controlli sui visitatori e con un pattugliamento armato
24 ore su 24.
Ma il segretario del Sappe, Capece, dopo una visita al carcere, facendosi
interprete delle guardie carcerarie, ha
detto chiaro e tondo che «il livello di sicurezza è pari a zero. Il personale che ci
lavora è specializzato, ma carente. Ogni
giorno nella sezione speciale dovrebbero esserci quattro agenti di polizia penitenziaria, ma purtroppo ne abbiamo
uno solo, e i turni sono estenuanti».
Colpa della legge di stabilità, sostiene, che taglia 36 milioni alla polizia
penitenziaria (stipendi e straordinari)
e 70 milioni all’amministrazione delle carceri. «Per impedire il proselitismo», sostiene Capece, «è necessario
sospendere il sistema della vigilanza
dinamica, introdotta nelle carceri dal
Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria (Dap), che consente ai
detenuti di stare molte ore al giorno
fuori dalle celle, mischiati tra loro, senza fare nulla e con controlli sporadici e
occasionali della polizia penitenziaria.
Ora a Rossano sono stati finalmente
adottati dei limiti più severi. Ma non
capisco perché i terroristi islamici debbano essere ristretti a Rossano, e non
all’Asinara o a Pianosa. Questi soggetti
devono essere reclusi in posti isolati, e
non nelle carceri dei centri abitati». Difficile dargli torto: per i terroristi, come
per i mafiosi, servono carceri di massima sicurezza. Altrimenti, l’indottrinamento e il reclutamento di tagliagole
Isis continuerà senza ostacoli.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
8
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
Anche i rottamati, conservano spesso un grande seguito che capitalizzano nelle elezioni
Ipernotabili, ma c’è chi li vota
Lo dimostrano Bassolino ma anche Bianco o Leoluca Orlando
DI
CESARE MAFFI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
L’
antica definizione appioppata ad
Amintore Fanfani da Indro Montanelli («Rieccolo!») si presta
per vari personaggi che si
prospettano candidati a sindaco nelle elezioni del 2016. Il
caso oggi più evidente è quello di Antonio Bassolino,
detestato da molti nel Pd. Si
pensi, però, anche a un Enzo
Bianco, eletto sindaco di Catania la prima volta nel 1993
e oggi in carica, o un Leoluca Orlando Cascio, il quale
fessionismo della politica ha
portato ad alcuni divieti legislativi di riconferma. Si sono
avanzate proposte normative,
per esempio per non consentire più di due mandati parlamentari, disposizione in vigore internamente nel M5s.
Questa esigenza di rinnovamento si scontra, però,
con una concreta realtà. Molti
personaggi che si vorrebbero
rottamare o che sarebbero
rottamati, ove passassero
disposizioni legislative, o che
rottamati sarebbero già, perché non ricandidati, imperversano costantemente. Per-
rielezione per quattro, sei,
otto mandati parlamentari:
non solo nel caso dei massimi
esponenti nazionali, ma pure
per molti notabili di periferia.
Oggi sono i voti a rimandare
più volte gli stessi personaggi
sulle poltrone comunali o regionali (nazionalmente vige
la nomina sancita dal porcellum). Se dopo una stasi, come
nel caso di Bassolino, l’interessato ritorna in campo, e
trova sostegni, vuol dire che
c’è una base a volerlo.
Accanto a elettori e
iscritti che apprezzano
la rottamazione e cercano
uomini nuovi, vi sono, dunque, elettori e iscritti che invece apprezzano l’usato (in)
sicuro: non è detto che siano
trascurabili minoranze. Una
conferma del seguito popolare
si ha dalla rielezione di chi ha
cambiato partito. Il fenomeno
BRIOCHE E CAPPUCCINO
di Riccardo Ruggeri
Pd
- Gelo su Bassolino. Ghiaccio su De Luca, freddo su Sala.
Ormai è un abbattitore
Evviva
- Zuckerberg per 2 mesi a casa, in congedo di maternità. Ci
ruberanno meno dati personali?
D’Alema
- «Con la globalizzazione tutto cambia, conta solo il mercato». Frase perfetta, dipende dal tono, convinto o ironico?
è limitato, anche perché trova essenziale diffusione nel
mezzogiorno e soprattutto
in Sicilia; però sussiste. Sarà
clientelismo, sarà un residuo
storico del notabilato, qualcuno lo giudicherà perfino un
derivato del voto di scambio:
però non si può negare. Dopo
di che, ci si può stupire che
nomi che vent’anni fa erano
ai vertici dei comuni tornino
ancor oggi come candidabili:
se però si fanno avanti, si può
star certi che dietro di sé hanno un seguito. Non possono
essere accusati di antidemocrazia: c’è chi li vota.
© Riproduzione riservata
La stupidità è forse il reato più odioso
DI
Vignetta di Claudio Cadei
esordì come primo cittadino
di Palermo nel 1985 e detiene
tuttora la poltrona.
C’è una tendenza, sulla
quale ha giocato non poco
Matteo Renzi per affermarsi
all’interno del proprio partito, che possiamo sintetizzare
come rottamazione. Consiste
nel far piazza pulita dei soliti
noti, delle stesse facce, degli
immutabili dirigenti o parlamentari o amministratori.
La volontà di evitare forme
di professionismo o semipro-
ché? La ragione è semplice.
Nei partiti c’è chi li segue, li
sostiene, si riconosce in loro.
Massimo D’Alema non è
più deputato: però non è un
pensionato e il suo peso, nel
Pd, permane, perché vi sono
iscritti e dirigenti democratici
che si considerano a lui legati
e gli vanno dietro. Similmente vi sono cittadini che col
proprio voto eleggono costantemente parlamentari e amministratori. Un tempo erano
le preferenze a garantire la
SERENA GANA CAVALLO
Se l’Al d là è come lo hanno raccontato a noi
cattolici, certamente nel computo dei tempi
da passare per coloro destinati al Purgatorio
verrà effettuato un consistente sconto sulla
base della quantità di pubblicità che si sono
dovuti inoculare solo per aver guardato una
qualsiasi rete televisiva. Non son più i tempi
del «non si interrompe un’emozione» di veltroniana memoria a difesa del film sul piccolo
schermo. Ormai il grido di alcuni maniaci è
«non si interrompe così la pubblicità» mentre la maggioranza guarda senza vedere e
ascolta senza sentire. C’è però il caso di alcune pubblicità che comunque passano il filtro,
raramente perché divertenti, qualche volta
perché urtanti, in altri casi perché insultano
l’intelletto dello spettatore.
Tra queste spicca, già dallo scorso anno, una
pubblicità demenziale i cui autori andrebbero
sottoposti a corsi accelerati di storia, di logica
e, se possibile, di innesti di cervello. La scena si
apre con alcuni militi in divisa fascista, il cui
comandante sta stilando un elenco di oggetti
di arredamento in una casa signorile, mentre
gli altri imballano oggetti, staccano quadri
arrotolano tappeti. Questo è quanto risulta
facessero per lo più i nazisti nelle case ebraiche della Germania hitleriana e nei territori
occupati. Può darsi che sia avvenuto anche in
Italia, ma sorvoliamo.
La pubblicità continua con un maggiordomo al
quale viene sfilato un coprivivande d’argento
mentre porta un panettone ai commensali, ai
quali, contemporaneamente, viene sfilato da
davanti il tavolo, ma nessuno se ne cura perché l’importante è quanto è buono il panettone
che tutti elegantemente addentano. Di grazia, gli eccellenti autori ci saprebbero spiegare
perché in una famiglia e tra commensali di
religione ebraica si festeggi il tradizionale Natale meneghino col più squisito dei panettoni?
A chi ha dovuto torcersi per aver subito plurimi passaggi di questo spot andrà concessa
indulgenza plenaria con passaggio diretto al
Paradiso. E per di più, niente panettone.
© Riproduzione riservata
SOTTO A CHI TOCCA
La dissociazione dei musulmani non dipende da quanti vanno in corteo
ma da quanti sono disposti a isolare dalla loro comunità i terroristi
DI
M
ISHMAEL
agari il Giornale ha torto,
e i musulmani che sono
scesi «in piazza contro il
terrorismo», come si diceva una volta, sono più di «mille»,
quanti ne ha contati il quotidiano
che fu di Montanelli. Magari sono
due o tre mila, forse di più, non ne
ho idea, ma una cosa è sicura: non
siamo più negli anni settanta, e non
è più in questo modo, contando le
bandiere che sfilano al centro delle
strade, che si calcola il successo o la
popolarità d’una causa. C’è un’infinità di manifestazioni e persino
di tumulti con i quali concordiamo
in linea di principio ma ai quali ci
guardiamo bene dal partecipare
reggendo striscioni e scandendo slogan. Ci sono anche un sacco di film
che non andiamo a vedere: è troppa fatica, e aspettiamo che passino
in tivù. Contare le teste intorno al
palco d’un comizio è il modo in cui
la politica e i telegiornali misurano
gli eventi. Quindi, se i muslìm che
scendono in piazza contro l’Isis sono
pochi, come gongola il Giornale, allora è provato che l’Islam è schierato, a larghissima maggioranza, con i
tagliagole seriali del Califfato.
Può darsi che sia così, e che
davvero i muslìm preferiscano la
sharia alla civiltà giuridica occidentale, l’ignoranza alla sapienza,
l’intolleranza al buon vicinato tra
dissimili. Ma se è così, come insiste
(e un po’ sogghigna) la destra postberlusconiana, lo capiremo da altri
segni e non dal fatto che i musulmani, invece d’incolonnarsi dietro
le bandiere del partito buonista, se
ne sono rimasti a casa. Né l’Islam
apparirebbe più fidato se i veri
credenti uscissero in massa dalle
moschee con bandiere e cartelli che
inneggiano al campionato di calcio,
alle passeggiate serali e al rock
and roll. Non c’è che un modo, per
le comunità islamiche, di dimostrare la loro assoluta estraneità non
diciamo al terrorismo (che le cinture esplosive e i kalashnikov siano
loro estranei è una precondizione)
ma al radicalismo islamista in tutte
le sue forme, comprese quelle che
possono apparire più innocue, come
per esempio la subordinazione delle
donne: devono isolare gli estremisti,
disertare le moschee compromesse
(sono tante, forse la maggioranza)
e denunciare, al primo sospetto,
senza esitazioni, i comportamenti
criminali. 1000, 3000, 10.000 manifestanti vanno e vengono.
Non è importante contarsi
nelle piazze; solo le Ditte e i sindacati che si contano nelle piazze.
Quel che importa è schierarsi con
le buone cause dal punto di vista
non solo vagamente «culturale» ma
anche politico, cioè mettendoci la
faccia (direbbe il Boyscout) e correndo tutti i rischi del caso.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
PRIMO PIANO
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
9
L’ex ministro, nominato commissario di partito da Berlusconi, è pronto a sidare Crocetta
Fi, in Sicilia torna Miccichè
Sullo sfondo ci sono le elezioni regionali del 2017
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
S
FILIPPO MERLI
tavolta Silvio Berlusconi è andato sul sicuro. Se, in vista delle
amministrative del
2016, il leader di Forza Italia
è in cerca di volti nuovi che non
abbiano direttamente a che
fare col mondo della politica
(vedi Alessandro Sallusti a
Milano), in Sicilia il rilancio del
partito è stato affidato all’ex
ministro Gianfranco Miccichè, nominato commissario di
Fi al posto del senatore Vincenzo Gibiino.
Miccichè, classe 1954, era
stato soprannominato «Mister 61-0» perché, da coordinatore di Forza Italia, nel 2001
fece vincere al suo partito tutti i collegi uninominali. Dopo
le esperienze da viceministro
all’Economia e da ministro per
lo Sviluppo e la coesione territoriale, sempre con Berlusconi
al governo, torna a ricoprire
la carica che, nel 2005, lasciò
all’attuale ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino
Alfano.
«Forza Italia in Sicilia
sarà il partito anti Crocetta
per eccellenza per poter risarcire alla Regione il prezzo che
ha pagato in questi anni», ha
detto Miccichè a Repubblica
Palermo. «Sono grato a Berlusconi e sono pronto a dare
il massimo del mio impegno.
Sono convinto che una prima
cosa da fare sarà quella di rincollare i cocci rotti all’interno
del partito». Ricostruzione,
dunque. Ma anche grande attenzione alle vicende siciliane.
«Starò molto a contatto con il
territorio quotidianamente,
non avendo attualmente incarichi parlamentari».
Una scelta, quella di Berlusconi di puntare di nuovo su
Miccichè in Sicilia, condivisa
anche dagli altri membri del
partito. «Grazie alla sua profonda conoscenza dei problemi
della Regione, così come delle
sue enormi potenzialità», hanno spiegato i parlamentari siciliani di Fi, Giovanni Mauro,
Francesco Scoma, Riccardo
Gallo, Stefania Prestigiacomo e Bruno Alicata, «Miccichè sarà certamente un punto
di riferimento importante per
il rafforzamento del nostro movimento».
Lo stesso Berlusconi, lo
scorso fine settimana, ha parlato dello scenario politico siciliano intervenendo al telefono
al convegno «Sicilia, un’isola
speciale in testa», organizzato da Forza Italia a Palermo.
«Sono convinto che, se riusciremo a presentare una proposta
completa ai siciliani per convincerli a cambiare strada», ha
detto l’ex presidente del Consiglio, «i siciliani siano disposti a
farlo, come ai tempi del 61-0.
La Sicilia non è una regione di
sinistra».
«Ho avuto modo di ascol-
tare i problemi della Sicilia»,
ha proseguito Berlusconi, «della giunta regionale di Crocetta,
quelli delle imprese che sono in
stato di abbandono, il tema dei
fondi europei che rischiano di
perdersi, dell’agricoltura, dei
rifiuti a Palermo e della disoc-
cupazione, coi giovani costretti
a emigrare all’estero mentre la
giunta regionale non ha messo
in campo azioni per risolvere il
problema».
È lì, sulla giunta presieduta dal governatore Rosario Crocetta (Pd-Udc), alle
prese con nuove polemiche interne dopo l’ultimo rimpasto,
che Miccichè e Forza Italia si
concentreranno per fare una
dura opposizione. Salvo elezioni anticipate, che Crocetta ha
cercato e cercherà di evitare in
ogni modo, per la regione Sicilia
si voterà nel 2017. C’è tempo.
Sia Berlusconi, sia Miccichè, politici esperti e navigati, sanno
però che, in vista di un’eventuale competizione elettorale,
le basi vanno gettate il prima
possibile. Crocetta, sin da ora,
avrà un avversario in più.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
10
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
L’attuale presidente argentino, celebrando, da sindaco di Buenos Aires, un matrimonio gay
Aveva fatto arrabbiare il Papa
Mauricio Macrì non aveva fatto ricorso alla Cassazione
DI
ANTONINO D’ANNA
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I
l neopresidente argentino
Mauricio Macrì? Uno che
ha difeso nel 2009 l’introduzione delle nozze gay in
Argentina facendo infuriare
l’allora arcivescovo di Buenos
Aires Jorge Mario Bergoglio,
oggi Papa Francesco.
Il rapporto tra i due è precipitato nel novembre 2009 per
un matrimonio che non s’aveva da fare, a sentire l’allora
cardinal Bergoglio. Tutta colpa
di Alex Freyre e José Maria
Di Bello, coppia gay che aveva
chiesto celebrazione e registrazione all’anagrafe bairense delle
loro prossime nozze. Macrì non
aveva fatto ricorso contro la
decisione della magistratura di
primo grado che aveva difeso le
ragioni della coppia dichiarando incostituzionali le norme sul
matrimonio del codice civile argentino. Morale della favola: le
nozze erano state registrate,
mentre l’Argentina si preparava a votare poi una legge che
avrebbe riconosciuto il matrimonio omosessuale tra le proteste
del futuro Papa. Dopo un faccia
Mauricio Macrì
a faccia in arcivescovado richiesto da Macrì che si era concluso
dopo appena 20 minuti con un
nulla di fatto, Bergoglio aveva
emesso un duro comunicato firmato insieme ai sei vescovi ausiliari di Buenos Aires nel quale
il mancato ricorso del sindaco
contro la sentenza era stato condannato come: «Segno di grave
leggerezza», sottolineando come
non appellandosi: «contro una
sentenza assolutamente illegale» Macrì non aveva permesso:
«l’instaurazione di un dibattito
più prolungato e profondo su
una questione di tale delicatezza». Il comunicato precisava
inoltre che: «affermare l’eterosessualità del matrimonio non
è discriminatorio».
La stampa albiceleste in
quell’occasione riferì voci
di corridoio dall’arcivescovado
secondo le quali non si era mai
visto Bergoglio tanto «furioso»
(testuale) come nei giorni successivi alla decisione di Macrì
di non ricorrere contro la sentenza. Pare che il futuro papa
avrebbe trovato irritante non
solo la sostanza della vicenda,
ma anche il fatto di non essere
stato avvertito in anticipo della
decisione. Il futuro neopresidente aveva giustificato la sua scelta dicendo di essere profondamente cattolico, ma al servizio
dei cittadini. Un voltafaccia di
quello strano miscuglio che è il
macrismo, movimento di destra
ma che vuole apparire al passo
coi tempi e contemporaneamente attento e molto sensibile agli
input ecclesiali. Fino ad un certo
punto.
A difendere il matrimonio eterosessuale era stato
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
La situazione dopo gli attentati di Parigi si sta normalizzando. Son tornati i gattini su Facebook.
***
Terrorismo, trovati prodotti chimici a Bruxelles. Cavoletti.
***
A Bruxelles non succede mai nulla. È una città moscia,
ma talmente moscia che hanno messo in vendita i biglietti
per il Coprifuoco.
***
Successo parziale dei blitz antiterrorismo a Bruxelles.
Non è ancora stato catturato Matteo Messina Salah.
lo sconfitto delle attuali elezioni
presidenziali argentine, l’allora
governatore della provincia di
Buenos Aires Daniel Scioli, il
quale: «Il primo istinto che mi
genera la definizione di matrimonio è quello di vincolarlo
alla famiglia, all’unione uomodonna», aveva detto.
Sei anni dopo queste vicende
si riparte. Da chi? Victoria Morales Gorleri è una deputata
della città di Buenos Aires che
rappresenta, in virtù del decennio passato a cooperare con
l’allora arcivescovo di Baires in
tema di sociale ed istruzione,
un’ottima ufficiale di collegamento. È stata la settimana
scorsa in Vaticano per un convegno sull’educazione cattolica
e poco dopo l’elezione di Francesco al soglio è stata ricevuta
dal nuovo papa. Prove tecniche
di dialogo?
© Riproduzione riservata
Controllare l’energia
della tua attività
via web o app?
Con myEnergy puoi.
Se sei titolare di partita iva, con l’offerta myEnergy di Eni gas e luce hai:
•
il dispositivo myEnergy meter per monitorare i consumi luce in tempo reale da pc, smartphone, tablet e per ricevere
notifiche in caso di picchi di consumo e interruzioni elettriche. E installarlo è semplice e veloce;
•
il profilo tariffario luce ritagliato sulle tue abitudini di consumo, a scelta tra H24, DAY e NIGHT. In base ai dati rilevati,
puoi inoltre verificare se è quello più conveniente per la tua attività e cambiarlo senza alcun costo aggiuntivo.
Offerta valida fino al 31/01/2016. Condizioni economiche su myenergy.eni.com myenergy.eni.com
Esprimi la tua arte negli spazi autorizzati.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
PRIMO PIANO
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
11
Questo, per Paolo Isotta, era il mix che dominava nei salotti milanesi negli anni Settanta
Denaro, snobismo e castrismo
Una miscela esplosiva con conseguenze che durano ancora
sciuto, e poi, più avanti, fa
A proposito dei salotti, voglio lui, a odiare Berlusconi.
ricordare uno dei più bei proR. Con me fu paterno, pro- dice che Antonio Di Pietro
verbi.
ublime narratore deltettore, delizioso. Quanto a era capace di «baci del lebD. Quale?
la musica classica e
Berlusconi, gli aveva salvato il broso». Che ne pensa della
R. Dio me guarda d’o pezzen- Giornale senza nulla pretende- giustizia in Italia? C’è stato
dei suoi protagonisti
te sagliuto!
ma anche implacabile
re: credo che sulla generosità davvero un uso politico di
D. Splendido napoletano, del Cavaliere ni nessuno possa questo potere?
stroncatore di errori e inadeR. Il Pci e le sue sucma traduciamolo.
guatezze, Paolo Isotta, napocessive
incarnazioni
R. Che Dio mi proletano, classe 1950, musicologo,
c
Quando
andai
al
Corriere
della
Sera
hanno
creduto che la
tegga dai nouveaux
scrive da oltre 40 anni: prima
h
mi
sostituì
al
Giornale
nuovo,
Piero
magistratura
fosse un
riches!
al Giornale, poi lungamente
m
taxi
che potevano chiaD. Ne La virtù
al Corriere e, recentemente,
t
Buscaroli, figlio di un grande latimare
a
piacimento.
A
dell’Elefante ricorcalata la tagliola dei pensionam
nista, Corso, che aveva appoggiato
causa
loro essa è divenda come le cose non
menti in Rizzoli, è approdato
c
Salò. Piero fu perciò subito costretto a
tata
un potere autonofossero facili, per
al Fatto. Negli ultimi due anni
t
nascondersi usando uno pseudonimo.
Paolo Isotta
mo
uno di destra, neppoi s’è aggiunta una vena sagm e sconfinato che del
Montanelli,
che
impose
questa
verPci
pure al Giornale
gistico-autobiografica, con due
P e incarnazioni, fino
gognosa soluzione, viveva nel terrore
al
libri, La virtù dell’elefante e, più fece del male imponendo agli Nuovo, tant’è vero
a Pd, fa un proprio taxi
pagandolo
in quanto gli
recente, Altri canti di Marte, insegnanti il giuramento di fe- che chi la sostituì,
p
d’essere considerato fascista. Il padre
serve….
quando lei andò al
entrambi usciti per Marsilio. deltà al regime.
s
di Buscaroli fu vittima di un’orrenda
D. Già, ma lei oggi
«A 65 anni», risponde se gli si
D. Già, però lei chiarisce Corriere, ossia Piepersecuzione. Montanelli si comportò
scrive
però per Il
chiede il perché di tanta proli- d’esser sempre stato un ro Buscaroli, figlio
s
con
suo
fi
glio
vergognosamente
anche
Fatto
che ha l’antificità, «ho un’armonia interiore uomo di destra, fascista ad- di un del grande
F
se
Buscaroli,
sommo
storico
della
berlusconismo
e il
e una forza mai avute prima; dirittura. Come è riuscito latinista Corso che
b
musica, non era proprio
giustizialismo
nel
e sono unanimemente ricono- a sopravvivere al Corriere aveva appoggiato
g
Dna.
sciuto un vero scrittore. Tutti che, in certi anni, non era Salò, fu obbligato
D
un modello di equilibrio
R. Beh, se uno dovesgli ostacoli mi hanno rafforza- proprio indulgente, per allo pseudonimo.
se
Anche Indro Monto ma non tutti gli attacchi da così dire, verso la destra?
s per scrivere avere un
me subiti erano ingiusti. PersiR. Negli anni del Corriere tanelli, dinnanzi alla nomea eccepire un iota. Montanelli, in giornale a sua immagine e sono l’esser stato posto fuori del non ho, come sempre, fatto del fascista, doveva chinare tarda età, andava in cerca di miglianza, dovrebbe attendere
la
Corriere della Sera
l testa. Con tutto che una legittimazione a sinistra; e sino alla fine dei tempi. Del
del
ha contribuito al mio
d fascista glielo da- forse sentiva intollerabilmente Fatto condivido molte posizioL’ostracismo
che
mi
fu
dichiarato
al
vano
anche a lui!
prestigio».
il peso dei benefici di Berlusco- ni politiche, non certo tutte; ma
v
Corsera
dai
comunisti
lo
vinsi
con
Marco Travaglio possiede un
R. Montanelli viveva ni.
Domanda. In
una forza interiore che si tramutava,
nel
quest’ultimo libro,
D. Il Cavaliere le fa ci- culto per la libertà e tale libertà
n terrore d’esser considerato
fascista. Il padre tare, nel medesimo libro, mi concede quale collaboratodove c’è molta stod
credo, in autorità. E poi ebbi grandi
di
ria musicale.
d Buscaroli fu vittima di Marcello Dell’Utri verso il re.
direttori, da Di Bella e Ferruccio de
D. Isotta, sempre ne La
un’orrenda
persecuzione. quale ha parole di stima e
Risposta. Oltre
u
Bortoli che mi hanno sempre garanvirtù
dell’EleMontanelli
si
che parlare di MoM
v
tito
la
massima
indipendenza.
Uno
fante,
comportò
con lui
zart, Beethoven,
c
f
c’è un
solo
mi
voleva
licenziare.
Era
Alberto
Il
Pci
e
le
sue
successive
incarnazioni
Schubert, Berlioz,
v
p
passaggio mivergognosamenCavallari,
un
uomo
infelice,
affetto
da
Verdi, Wagner e
t coll’imporgli
r
rabile sul minite
hanno creduto, illudendosi grandemente,
Ciaikovskij, offro
u
s
stero della Pubuno
pseudoniodium humani generi. Egli era ostagche la magistratura fosse (e rimanesse) un
sistematicamente
m
b
blica istruzione,
mo
temendo
di
gio del Pci. Ma il Pci mi fece la guerra
taxi che potevano chiamare a piacimento
una nuova prospete
«
«cogestito dai
essere
attaccato
perché,
a
sua
volta,
era
ostaggio
dei
per
risolvere
i
loro
problemi,
specie
nei
tiva storica del Nop
s
sindacati» e poi
per l’accettare
salotti
milanesi.
Carlo
Bo
mi
disse
confronti
dei
loro
avversari
politici.
Invevecento musicale.
lla collaborazioo
occupato dai
causticamente: «Il Pci ha dato il culo
ce, proprio a causa della loro dissennata
D. Ma cita anche
sessantottini.
n
s
ne di un uomo
dello sterminio dei
Sindacati che
cche rivendicava
S
per niente ai salotti milanesi»
gestione, la magistratura ha poi rovesciato
delfini e delle omei meriti del fascihanno fatto
i rapporti di forza ed è diventata un potere
lie di Giovanni
sempre il bello
ssmo. Poi, certo,
s
autonomo e sconfinato che del Pci e delle
XXIII. Nel primo libro,
o, il suo politica ma dal punto di vista Buscar
e cattivo tempo
Buscaroli, sommo stosue
successive
incarnazioni,
fi
no
al
Pd
appassionato racconto arti- culturale non ho concesso un rico della musica ma
nei teatri italian
compreso, fa un proprio taxi personale,
stico, ogni tanto, viene però solo sconto.
ni.
n
non proprio un modello
pagandolo in quanto gli serve.
inframezzato da incursioni
D. Come ha fatto?
R. Nei teatri i
di equilibrio, si giuocò
nella politica. Che rapporto
R. Da una parte mi ha sor- l’elezione al Parlamenssindacati hanno
ha con la politica?
retto una forza interiore che si to europeo sostenendo
ssempre svolto poR. Già Platone nella Re- tramutava, credo, in autorità; che gli omosessuali sono malati fa voti che venga assolto in litiche di accu
accumulo di privilegi
pubblica e nelle Leggi teorizza dall’altra sono incorso in una da curare…
Cassazione. Lei è convinto e hanno contribuito al disastro
lo stretto vincolo tra politica e serie di grandi direttori, da
D. Ma questa è un’altra che contro lui e Berlusconi delle fondazioni lirico-sinfonicultura.
Franco Di Bella a Ferruccio storia. Torniamo a Monta- ci sia stata una persecuzio- che. Ma il disastro è causato dai
D. Altissima premessa, de Bortoli, i quali mi hanno nelli, come fu il suo rappor- ne giudiziaria?
soprintendenti che per avere
Isotta.
R. Il mio giu- la pace interna concedono loro
sempre garantito con stiR. Che mi permette di os- ma e affetto la massima
dizio politico su tutto.
d
Il liceo classico italiano, ancora neservare come la destra italiana indipendenza. Uno solo
Berlusconi è, col
D. E cioè?
B
gli anni ’50 e agli inizi dei ’60, era il
del Dopoguerra abbia sempre mi voleva licenziare.
R. È causato dai soprintenttempo, mutato,
disprezzato la cultura: ciò vale
facendosi
severo.
D. Chi fu?
denti
che sperperano sconsifa
migliore al mondo. Adesso fa ridere. Setanto per il vecchio Msi quanto
Ma che sia sta- deratamente, che vogliono
R. Alberto Cavallari,
M
guo il figlio di un amico, che è al liceo
per la Democrazia Cristiana e uomo infelice, affetto da
to vittima d’una fare i direttori artistici per
classico, e vorrebbe iscriversi a Lettere:
per Silvio Berlusconi. E che odium humani generis.
persecuzione giu- presunzione, ignoranza,
p
non
sono
riuscito,
in
tre
anni,
a
fargli
invece il Partito Comunista,
diziaria, mi sem- egolatria. È causato da una
D. Ricordandolo da
d
leggere i Promessi sposi perchè, Gaetaconscio dell’intuizione di An- vivo.
bra lampante! legge, quella istitutiva delle
b
tonio Gramsci che il potere
nino, cosi si chiama, è oberato di comDel pari va detto Fondazioni, che ha distrutto
R. Egli era ostaggio del
D
nella società si conquista at- Pci; ma il Pci mi fece la
di Dell’Utri che, l’equilibrio in qualche modo
d
piti a casa. Gli insegnanti ignoranti ne
traverso l’egemonia culturale, guerra - quando venni asdel gruppo berlu- ancor vigente colla vecchia
d
danno una caterva. Io ne avevo pochisla cultura italiana, dal 1945 in sunto ci fu uno sciopero e
ssconiano, è stato legge 800 e che ha abolito la
simi, tanto che potevo permettermi di
poi, abbia egemonizzato, è logi- una raccolta di firme della
l’uomo più colto figura del direttore artistico
l’
studiare musica contemporaneamente.
ca conseguenza. Il nazismo...
cultura italiana contro di
e intelligente, nominato autonomamente
Oggi le letture assegnate sono i romanzi
D. Il nazismo?
quindi quello da dal soprintendente. Ma i sinme - perché a sua volta
q
R. Il nazismo, nella sua follia, ostaggio dei salotti milaeliminare a ogni dacati hanno nella scuola are
di Italo Calvino e…Nicolò Ammanniti!
creò una politica sottoculturale nesi, impasto di denaro,
recato il maggior danno alla
ccosto.
da imporre alla nazione; il ge- snobismo e castrismo. Mi
D. Lei cita nazione.
nio di Mussolini fu di favorire disse lapidariamente Carlo
Borrelli,
rlo to con lui? Lei scrive che Francesco Saverio
Sa
la cultura in tutte le sue forme. Bo: «Il Pci ha dato il culo per cessò di essere un grande dicendo che non le piaceva
continua a pag. 12
Poi si ridicolizzò e, insieme, si niente ai salotti milanesi!». uomo quando si mise, pure anche senza averlo conoDI
GOFFREDO PISTELLI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
S
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
12
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
Sul reddito di cittadinanza, Renzi non ha deciso nulla. Così sindaci e regioni vanno per conto loro
L’assegno? Dipende da dove vivi
È di sinistra per Emiliano. Ma è leghista per Maroni
DI
GIORGIO PONZIANO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I
l blitz più eclatante l’ha fatto il governatore della Puglia, Michele Emiliano.
Ma altre Regioni lo stanno
seguendo. C’è chi lo chiama
reddito di autonomia e chi di
dignità o ancora di inserimento
o anche di solidarietà o di inclusione attiva ma la finalità non
cambia: dotare di un assegno
mensile chi si trova in stato di
estrema indigenza. A rigore,
dovrebbe essere una prerogativa dello Stato invece Matteo
Renzi, finora, se n’è lavato le
mani e così in periferia ognuno
fa per sè. Col risultato che si
stanno determinando disparità: chi è povero a Bari riceve
l’assegno e chi lo è a Catania
no, oppure i requisiti e il tipo
di trattamento sono difformi
così chi è povero per la regione
Lombardia non lo è per la regione Emilia-Romagna.
Emiliano è partito lancia
in resta. Il «suo» reddito di
dignità coinvolge circa 60mila
soggetti e 22mila nuclei familiari in stato di povertà e senza
altra forma di sostegno. Costo
preventivato per le casse regionali: 60 milioni di euro. Dice il
governatore: è un modo di essere di sinistra in forma moderna. Si tratta di un segno di lotta contro la povertà perché va
nella direzione di ciò che Papa
Francesco ha chiesto alla politica, di occuparsi della dignità delle persone. Chi riceve il
reddito di dignità se necessario
dovrà andare a pulire giardini,
una scuola o adempiere ad altri
lavori socialmente utili. È un
modo per ricambiare la solidarietà da parte della comunità
che dà una mano».
Emiliano lo considera un
provvedimento «di sinistra»,
il suo collega lombardo Roberto Maroni invece non ha
dubbi che si tratti di un’iniziativa di impronta leghista. Lui
ha fatto approvare una legge
(8 ottobre 2015) sul «reddito
di autonomia», stanziando 50
milioni di euro per gli ultimi tre
mesi 2015 e 200 milioni per il
2016. Di più: Maroni ha addirittura nominato un assessore
ad hoc, Giulio Gallera (Forza
Italia), a cui ha appunto dato
la delega «al reddito di autonomia e all’inclusione sociale».
Chi ne beneficerà? 400 euro
al mese agli ultra-75enni con
un reddito inferiore a 10mila
euro l’anno e ai disabili indigenti, 300 euro al mese (per
un semestre) ai disoccupati con
un reddito inferiore ai 18 mila
euro l’anno. Poi vi sono i contributi accessori: le famiglie che
già accedono al Fondo sostegno
affitti e sono residenti in Lombardia da almeno 5 anni (800
euro una tantum), chi ha un
reddito imponibile inferiore a
18 mila euro l’anno (abolizione
del superticket ambulatoriale),
coloro che hanno un reddito
annuo inferiore a 30 mila euro
(bonus bebè: 800 euro una tantum per i secondi nati e mille
dal terzo figlio in poi, entrambi
i genitori debbono essere residenti in Lombardia da almeno
5 anni).
Dall’Emilia risponde il
presidente pidiessino Stefano Bonaccini. Lui lo chiama
«reddito di solidarietà» e ha
inserito nel bilancio preventivo 2016 circa 75 milioni di euro
destinati a «persone in povertà
assoluta». E così via: regione
dopo regione, tutte si stanno
indirizzando verso il reddito
minimo. In Campania l’iter è
incominciato, attraverso un disegno di legge presentato dal
consigliere pidiessino Gianluca Daniele. Mentre in Sicilia
l’assessore regionale al Lavoro
ha predisposto una legge di
nove articoli: l’assegno spetterà ai nuclei familiari con un
reddito annuo al di sotto dei 12
mila euro e residenti sull’isola
da almeno un anno.
Ci prova anche la Provincia autonoma di Trento, dove il «reddito minimo di
garanzia» è già operativo, utilizzato dal 3,5% delle famiglie
(«ha consentito di dimezzare il
tasso di povertà», assicura il
presidente, Ugo Rossi). A una
famiglia (residente da almeno
tre anni) composta dai genitori e un figlio si garantisce un
reddito minimo di 7.600 euro
l’anno.
Il «reddito di cittadinanza» è uno dei cavalli di battaglia dei 5stelle, vorrebbero fosse
corrisposto indifferentemente a
chi non ha un reddito sufficiente, cioè quasi 3 milioni di famiglie, il 10,6% di quelle residenti
in Italia. Dice Beppe Grillo:
«circa 2 milioni di pensionati ri-
cevono assegni inferiori a 500
euro al mese. Pensionati che
dopo tanti sacrifici, dopo aver
lavorato un’intera vita, arrivati all’età pensionabile, ricevono
assegni che non gli consentono
di vivere una vita dignitosa e di
arrivare alla fine del mese. Una
ingiustizia che non esisterebbe
se il reddito di cittadinanza fosse legge, infatti si alzerebbe di
fatto la pensione minima fino a
780 euro netti al mese».
In parlamento, oltre a
quella dei 5stelle è in attesa
di discussione anche una proposta di legge di Sel secondo
la quale si dovrebbero erogare
600 euro a chi ne guadagna
meno di 8.000. La copertura
finanziaria, per entrambe le
proposte, avverrebbe col taglio
delle pensioni più alte, decurtando le spese in armamenti
e quelle per il finanziamento
pubblico ai partiti, incamerando l’8 per mille non destinato
dagli italiani ad altri fini. Sia
i 5stelle che Sel prevedono il
decadimento del sussidio se il
beneficiario rifiuta tre proposte
di lavoro. Secondo l’Inps il costo
di quei provvedimenti sarebbe
attorno ai 30 miliardi di euro.
Le due proposte non hanno fatto finora passi avanti in
parlamento. Matteo Renzi le
ha bocciate senza appello: «La
costituzione parla di diritto al
lavoro e per combattere la povertà bisogna puntare sull’incremento dell’occupazione. Il
reddito di cui abbiamo bisogno
non è quello di cittadinanza: se
riportiamo al segno più la cre-
scita e gli occupati, giocoforza la
povertà diminuirà. Quindi per
combattere l’indigenza bisogna
innanzitutto creare lavoro, cosa
che il governo sta facendo». Ma
allora come la mettiamo con le
regioni che si stanno dando da
fare, compresi i governatori
dello stesso partito del presidente del consiglio?
Vi è da aggiungere che il
reddito di cittadinanza ha solo
il vincolo di soglia del reddito
mentre gli interventi regionali
circoscrivono anche i beneficiari. Tanto che i 5stelle bocciano
perfino la recente proposta del
presidente dell’Inps, Tito Boeri, sul «reddito di inclusione
attiva» per gli over 55: «È una
misura frammentaria e parziale», afferma la senatrice 5stelle, Nunzia Catalfo. Insomma,
sul tipo di reddito agli indigenti
incomincia l’ennesima rissa politica, mentre la Caritas lancia
l’allarme-povertà.
Che cosa si fa all’estero?
Nell’Unione europea solo Spagna, Grecia, Ungheria e Portogallo non hanno uno strumento
simile. Negli altri paesi vi sono
leggi nazionali di sostegno al
reddito: in Belgio l’assegno
di sussistenza varia da 613 a
1.161 euro (a seconda del numero dei figli), in Francia da
425 a 900, in Inghilterra da 700
a 1550, in Germania da 345 a
1035, in Olanda è fisso a 500
euro. In Italia il governo latita e
ogni Regione si sta arrangiando per proprio conto.
Twitter: @gponziano
© Riproduzione riservata
SEGUE DA PAG. 11
di Ortensio Zecchino, già ministro giò, come ha ammesso. Perché tanD. Spieghiamolo bene.
R. I comunisti avevano interesse a dell’Università. Cosa ha capito, ex to odio?
R. Il mio apprezzare il buono del fadistruggere la scuola per preparare post, di quel partito che invece,
una società di servi, i democristiani a prima le provocava sentimenti vi- scismo - oggi ne comprendo il male, ma
non lo definirei mai il male assoluto - mi
distruggere la scuola perché la cultura, scerali?
R. Infatti, sin qui ho detto il male che faceva odiare la Dc che mi pareva che
come ho detto, faceva loro paura. Così
l’egualitarismo introdotto nella scuola penso della Dc. Ma questo partito ha ri- avvilisse la dignità nazionale e l’idea di
ha distrutto ogni criterio di valore. Il costruito la nazione dopo la catastrofe Patria. Ho confessato liberamente di
liceo italiano, ancora negli anni Cin- bellica e, fino a un certo punto, l’ha go- aver esultato alla notizia dell’assassiquanta e all’inizio dei Sessanta, era il vernata non ignobilmente. La statura nio di Moro: avevo 27 anni. Credo che
una qualità nessuno
migliore del mondo.
potrà disconoscermeD. Adesso?
Chi non conosce Manzoni a memoria, sarà pure un
la, quella di esser caR. Adesso fa ridere: l’ignopremio Nobel, ma resterà sempre un pezzente intelletpace di cambiare idee
ranza degli insegnanti è protuale. Tra gli scrittori contemporanei si salvano solo
e convincimenti, e di
verbiale. Seguo il figlio di un
riconoscere gli errori.
amico, che è al liceo classico, e
alcuni grandi vecchi come Raffaele La Capria e GuiD. Lei è stato un
vorrebbe iscriversi a Lettere:
do Ceronetti, ma non certo come Alberto Arbasino
grande stroncatonon sono riuscito, in tre anni,
che è un impasto di fatuità e di vanità. Trovare oggi
re negli anni del
a fargli leggere I promessi
uno scrittore che conosca la lingua italiana è un’imCorriere, ma spessposi perché Gaetanino, così si
presa. Il più pulito ha la rogna. Non mi piace
so ha rivolto la sua
chiama, è oberato di compiti a
il disprezzo della liturgia di papa Francesco
vis polemica anche
casa. Gli insegnanti ignoranti
ad altri. Nel primo
ne danno una caterva, io ne
ma di lui apprezzo ed ammiro il grande coraggio
libro, dedica due
avevo pochissimi nel mio mepiù volte manifestato
pagine al vetriolo
raviglioso liceo, tanto che poa Claudio Magris
tevo permettermi di studiare
musica contemporaneamente. Mentre le culturale di statisti come Moro, Fan- e ricorda il blitz
blit di De Bortoli per
letture assegnate sono i romanzi di Ita- fani, Leone, Andreotti, è immensa. bloccare un suo elzeviro un po’ oflo Calvino e … Niccolò Ammanniti! Moro e Andreotti sono stati, ciascuno a fensivo. Chi sono, oggi, i protagoChi non conosce Manzoni a memoria, suo modo, vittime di poteri oscuri e for- nisti della cultura che lei reputa
sarà pure un premio Nobel, ma resterà tissimi come a suo tempo lo fu Enrico sopravvalutati? E perché?
R. Viviamo nel mondo dell’apparenMattei. Ma si pensi a un grande statisempre un pezzente intellettuale.
D. Diceva dei democristiani ma, sta, Bettino Craxi, morto addirittura za: il difficile è, nelle lettere e nelle arti,
proprio nel suo ultimo libro, c’è, in- in esilio e che, forse, sarebbe stato dopo indicare chi non sia sopravvalutato. Tra
vece, in una pagina, una riabilita- Moro l’obiettivo delle Brigate Rosse.
gli scrittori non si riesce quasi, salvo alD. Moro, alla cui morte lei festeg- cuni «grandi vecchi», come Raffaele
zione della Dc, partendo dall’elogio
La Capria e Guido Ceronetti - e non
come Alberto Arbasino, un impasto di
fatuità e vanità - a trovarne oggi uno che
conosca la lingua italiana. Il più pulito
tiene la rogna.
D. Tanto per non girarci intorno.
Ma se mai un governo la facesse
ministro della Cultura, quali sarebbero le prime due o tre cose che
farebbe?
R. Lei mi cita una commedia degli
anni Trenta, Pulcinella principe in sogno!
D. Sono ignorante di teatro, maestro.
R. Beh, non saprei da dove cominciare
ed è giusto che io non sia mai ministro.
D. Lei è un credente, nell’ultimo libro racconta che un’omelia
di Papa Giovanni XXIII l’ha commossa fino alla lacrime. Le piace la
Chiesa «in uscita» bergogliana? Ci
si ritrova?
R. Mi offende il disprezzo per la liturgia e per la dottrina e quello per il latino
è storia vecchia. Ma Papa Francesco
ha enorme coraggio.
D. Vale a dire?
R. Si è battuto per la Siria, ha ricordato il genocidio degli Armeni. È
testimone angosciato del martirio che
oggi i cristiani subiscono nel mondo per
confessare la fede: mai i martiri furono
così numerosi.
twitter @pistelligoffr
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembr
Novembre 2015
PRIMO PIANO
PERISCOPIO
LETTERE
«I deputati sono al lavoro a Montecitorio». Ma è un falso
allarme.
Filippo Merli
Un po’ di orgoglio italo-calabrese
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
13
Al mio paese, in Calabria, l’America del Sud e precisamente
l’Argentina è distinta da Canada e Usa, l’America originale,
con questa definizione: è chiamata ‘Mérica d’i pagghiétti
(America dei cappelli a paglietta). Questo perché gli emigrati calabresi compravano il cappello a paglietta quando
facevano fortuna, fortuna che, a quanto pare, si poteva fare
con relativa facilità. Alla Mérica d’i pagghiétti è andato,
negli anni ‘50, Franco Macrì da Reggio Calabria, padre del
neoeletto presidente dell’Argentina, Mauricio. Indipendentemente dalle sue idee politiche, fa piacere che uno «dei
nostri», un paesano, abbia conquistato la guida della Mérica
d’i pagghiétti. È il premio per tanti di noi che andarono a
cercarsi pane a Bonisàrzi, le Buone Salse (perché tale era la
fame che Buenos Aires, dalla Buonaria di origini sarde, era
passata ad essere salsa per chi manco pasta da mangiare
aveva). Facciamo il paio con i piemontesi, altri grandissimi
protagonisti dell’emigrazione italiana in Sudamerica, che
tre anni fa hanno avuto il Papa. Uno a uno, da bravi italiani
un po’ provinciali ma sani e fratelli nella fatica e nella fame
di allora. E un po’ di orgoglio italo-calabro-piemontese.
Antonino D’Anna
Dementi sì, ma di tipo 2.0
Il vero limite degli assassini di Daesh? È che sono dei dementi 2.0, cioè ragazzini del terzo millennio sempre collegati a telefonini e social network, e quindi seminatori di tracce
in tempo reale. E gli investigatori ringraziano
Carlo Olivi
Senza legge non c’è giustizia
Con tutto il dovuto rispetto, il concetto espresso da Ferdinando Camon e ripreso dal sempre stimolante «Periscopio»
di ItaliaOggi non è condivisibile. Come trovare un po’ di
giustizia a questo mondo, senza l’applicazione della legge?
La giustizia finirebbe con l’essere trattata alla stregua della
morale, ognuno avrebbe la sua. Basta con gli attacchi, anche
indiretti, larvati, sotto traccia, allo stato di diritto ed alla
nostra civiltà. Il gusto per l’autocritica, tanto caro all’Europa, ci fa perdere di vista le faticose conquiste a cui siamo
arrivati negli ultimi due secoli, conquiste tanto importanti
quanto evidentemente fragili.
Annalia Martinelli
E Trenitalia preferisce non muovere un dito
I giornali, compreso ItaliaOggi, e i notiziari tv insistono, giustamente, sull’intensificazione dei controlli anti-terrorismo.
Mi chiedo se il ministro degli Interni sia mai passato, o abbia
mai inviato un suo collaboratore, alla stazione di Bologna,
città considerata a rischio per via del grande quadro con
Maometto gettato all’inferno, che si trova all’interno della
basilica di San Petronio. Ebbene, in stazione vi sono continue
richieste di elemosina, fin lungo i binari, da parte di personaggi non propriamente affidabili, inoltre bande di extracomunitari vanno all’assalto dei viaggiatori, soprattutto turisti,
che scendono dalle carrozze per afferrare la valigia in cambio
di una manciata di euro, richiesta con determinazione e in
modo tale da intimidire in particolare gli stranieri. Mi chiedo:
se non si riesce a bonificare la stazione di Bologna, mettendola sotto controllo per la routine quotidiana come avviene nelle
stazioni ferroviarie all’estero, come pensa il ministro che vi
possa essere un’efficace vigilanza nei confronti di elementi
sospetti, anche solo di passaggio, magari diretti verso altri
obiettivi sensibili? Non è la prevenzione la migliore arma
contro i terroristi? Trenitalia evidentemente finora non ha
mosso un dito, forse sarà bene che si diano una mossa gli
organismi deputati al controllo del territorio poiché, come
vediamo, non c’è da scherzare su queste cose.
Luigi Rinaldi
Salvataggio Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti
Il Governo dice che il contribuente non ci rimette un euro
da questo plurimo salvataggio bancario. Faccio sommessamente notare quanto segue: a) il taglio dei Non Performing
Loans (crediti deteriorati) riconosciuto alle banche (pseudosalvatrici) è compreso circa tra il 75 e l’82% del valore nominale; b) che questo taglio viene assimilato a perdite; c) che
a queste perdite saranno applicabile le norme sui Deferred
Tax Asset (crediti per imposte anticipate); d) che questi Dta
si potranno tramutare in crediti Ires = meno tasse (per i
pseudo-salvatori); e) che quindi alla fine pagheremo noi contribuenti. La commistione banche-politici, come al solito, fa
gravi danni.
Alberto Forchielli - Facebook
DI
PAOLO SIEPI
Atmosfera triste e dimessa a Bruxelles. Era dai tempi
di Mario Monti commissario
europeo che non se ne ricoreu
dava una così. Gianni Mada
cheda.
ch
darebbe a Gesù un doppio
Oggi Giuda da
bacetto sulle guance. Dino Basili, Tagliar
corto. Mondadori, 1987.
In 22 anni di politica, Forza Italia ha selezionato una
classe dirigente importante, 6
mila amministratori sul territorio, la cui esperienza non
può essere messa da parte a
favore di ragazzini che non hanno
nno una storia
alle spalle. Paolo Romani, capogruppo
apogruppo al
senato di Forza Italia. Corsera.
Gabriele Albertini è un uomo molto
spiritoso. Sembra un ragionier Pinchetti
qualunque e invece, al momento giusto, sa
tirar fuori doti di comando sorprendenti. Fu
Indro Montanelli il primo ad accorgersi che
Albertini, dietro l’apparente remissività,
celava un profilo da duro, di quelli che si
spezzano ma non si piegano. «Mi ricorda
Ribot, che, a prima vista, nessuno avrebbe
dato come vincente, non avendo l’aspetto
del grande galoppatore di classe», scrisse
Indro di lui. Paragone calzante, lo dico da
fantino di una qualche esperienza. Anche
nel privato, Albertini non smette mai di
stupire. Sa imitare perfettamente chiunque. Una serata con lui è meglio di un invito a teatro. Vittorio Feltri e Stefano
Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
L’Europa, dopo la grande
guerra,
non si percepisce
gu
più
pi come società universale
e unica, mentre il Cristianesimo
rimane la forma rene
ligiosa
di riferimento che,
lig
però, ha un peso marginale sulla cultura.
Comincia così la grande crisi del Novecento, in cui i protagonisti sono estranei sia
alla Cristianità che all’illuminismo: il comunismo e il nazifascismo. Gianni Baget
Bozzo, Tra nichilismo e Islam. Mondadori, 2006.
Le assunzioni non si fanno per decreto. Il
premier Letta fece un brutto errore quando
ci disse: «Ci sono incentivi sulle assunzioni, ora non avete più alibi». Noi, appena
possiamo, investiamo. E soprattutto sulle
persone. Roberto Zuccato, presidente
della Confindustria veneta. Sette.
Il ministero dei Beni culturali è indispensabile. Non lo si può cancellare. Se
non funziona, la soluzione non è abolirlo
ma trovare il modo di farlo funzionare. Umberto Broccoli, sovrintendente ai Beni
culturali di Roma dal 2008 al 2013.
Inchiesta lanciata da un periodico in calo
di vendite: «Che cosa fareste se vi dicessero
che non avete più di un giorno da vivere?».
Se mi avessero posto questa domanda,
avrei risposto senz’esitare: «Continuerei a
scrivere, un po’ più veloce del solito». Philip Bouvard, Journal drôle et impertinent, Diario comico e impertinente.
J’ai lu. 1997.
In quei due secoli e mezzo, fra la fine del
Quattrocento e l’inizio del Settecento, in
Europa prende forma la modernità: la scoperta dell’America, la scienza sperimentale,
la Riforma protestante, il pensiero liberale,
le due rivoluzioni inglesi, l’Illuminismo e
soprattutto lo Stato moderno centralizzato
e legittimato da regole condivise. Da tutto
ciò, l’Italia è completamente tagliata fuori.
Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste.
Mondadori, 2011.
Apro l’autoradio guardando
il mar grando di granoturco
ch
che dondola, le strisce dei
ca
canneti lungo lo stradone,
sospinte dal rinculo dei riso
morchi schizzati; la soia che
m
si smuove a raffiche
c diagonali, a perdita d’occhio, increspata dal
d turbine dello scirocco; le
anatre a triangolo in volo ordinato, ben presto stoccate nei congelatori delle casalinghe,
o forse no, la pancia delle oche-passeggeri in
decollo dal Marco Polo, lo stemma dell’Alittalia sulla fusoliera che prende quota, forse
verso Roma, forse verso Milano, sono oche
v
di cento metri, che pisciano nafta in volo, se
d
avessi un fuxil da caccia, tirerei un colpo sula
lla fusoliera, ma dovrei stare dentro un barcchino o in un barile in mezzo alla laguna più
bella del mondo, aver bevuto dieci (10) giri di
b
rrabosini. Francesco Maino, Cartongesso.
Einaudi,
2014.
E
Una tappa obbligata delle
passeggiate di Antonia era
la cuccia di Diana, un bracco
femmina è una volta all’anno
«andava in calore» e compiva
imprese mirabolanti: rompeva steccati, si feriva malamente
ente con i vetri
del muro di recinzione, tentando
ndo di saltarlo,
morsicava suor Clelia e tutto ciò, dicevano
le monache, per quest’unico ridicolo motivo,
che voleva scappare dalla Pia Casa e andare a «comperare i cuccioli»! (Con che soldi li
avrebbe comprati? E poi, da chi? Chi vende
cuccioli ai cani? Perché - pensava Antonia la gente dice simile sciocchezze, e parla in
modo così oscuro?). Sebastiano Vassalli, La
chimera. Rizzoli, 2014.
Centoquarantaquattro ossessi in precario
equilibrio su labili cerchi di alluminio e di
seta. Le urla della gente dei margini. Lo sterzare improvviso dei primi. I gomiti puntati ai
gomiti del vicino. Lo sgrillettare ossessivo e
insieme beffardo dei mozzi che si scaldano; le
imprecazioni, le grida, i lamenti. Il tutto con
sussulti a 40 orari, frenate stridenti, riprese a gambe rette sui pedali, furiosi morsi al
manubrio che qualcuno strattona ingobbito;
ribollire di muscoli esasperati sotto la pelle
riarsa e illividita, ora, dal freddo. Gianni
Brera, Il principe della zolla. Il Saggiatore, 1993.
Al macello nessuno scherzava, nessuno
fiatava. Il macellaio e Pacianìn parlavano
sottovoce. I preparativi procedevano con lentezza, poi, all’improvviso, la scena accelerava. Il macellaio appoggiava la pistola con un
chiodo sul muso della bestia, sparava, quella
sollevava di scatto le gambe da terra, restava
un attimo sospesa nell’aria e ricadeva con un
tonfo sul piancito. Marco Santagata, Papà
non era comunista. Guanda, 1996.
Cominciò la via Crucis di Olindo, in una
Venezia affollata di turisti a branchi, preceduti da guide morbose, dal piglio militaresco, che dentro megafoni portatili urlavano
le benemerenze di Giorgione e di Tiziano.
Nantas Salvalaggio, Calle del tempo.
Mondadori, 1984.
Giotto è il faro, a lui bisogna guardare. Non
aveva visto nulla, aveva tutto dentro di sé.
L’arte è figlia del cuore. Come le emozioni,
non evolve, il punto più alto è già stato toccato. Valerio Berruti, pittore. La Stampa.
Ho visto una mostra molto interessante.
Quadri stranissimi dello spagnolo Calì e di
un certo De Chierico. Stefano Tacconi da
Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi,
Palla lunga e pedalare. Baldini & Castoldi,, 1992.
Non crede più in nulla,
avendo creduto ciecamente
av
in tutto. Roberto Gervaso.
Il Messaggero.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
14
Martedì 24 Novembre 2015
PRIMO PIANO
Che la banca nella quale hanno depositato più di centomila euro sta saltando per aria?
Chi è che avvisa i depositanti?
Non può che essere Bankitalia che però ora non è tenuta
Vigilanza Banca d’Italia, era la direttiva europea consente, «sprovveduti», ovviamente di
stata considerata irricevibile; sorvolando sul grave problema informazioni, individuati pragquesto giudizio è stato messo del conflitto di interessi, deve maticamente nei possessori di
a Commisione Ue ha auper iscritto, cosa che in Italia metterci del suo o farsi dare dal un deposito pari a un massimo
torizzato l’operazione di
non si fa mai, anche quando il governo una quota delle perdite di 100mila euro; questo concetto
salvataggio delle 4 banche
problema è di vitale importanza bancarie per ragioni di giustizia si è perduto per strada, ma deve
italiane in crisi perché riper il buon funzionamento del- distributive e per salvaguarda- restare il punto centrale del siducono «al minimo l’uso dei fonle istituzioni. Quello era il mo- re la stabilità del sistema ban- stema di garanzia dei depositi,
di pubblici e le distorsioni della
mento di farlo. L’Abi, che oggi cario, come accadeva in passato mentre oggi non lo è più. Anzi è
concorrenza». Il governo ha demostra preoccupazione per gli con la direttiva Ventriglia.
stato introdotto il principio che
ciso di varare un decreto legge
effetti della direttiva europea,
In breve, chi sbaglia paga gli «sprovveduti» possano esche integra il quadro normativo.
ha le sue responsabilità per non e a farlo non debbono essere sere chiamati a concorrere per
Guido Carli era solito ripetere
essere stata capace di tenere a chiamati solo gli azionisti e gli coprire le perdite di una banca,
che i costi dei ritardi nel prendefreno funzionari delle grandi obbligazionisti, ma tutti quelli qualora le altre passività non
re decisioni superano di molto
quelli del danno da riparare.
banche, inadeguati a valutare che hanno concorso all’evento. fossero sufficienti; questa soluNel caso specifico, parte di quegli interessi generali del siste- La soluzione per un’equa ri- zione è stata presa senza aver
sti ritardi nascono dall’incontro
ma bancario, distratti da piccoli partizione è quella degli Stati prima garantito un’informaziodi due confusioni, la normative
particolari gestionali o mossi da Uniti, ossia un Fondo tutela ne adeguata per toglierli dalla
depositi su basi assicurative e …. sprovvedutezza.
italiana per la risoluzione delle
interessi personali.
Chi dovrebbe provvedecrisi e il trattamento previsto
L’intervento deciso dalla premio stabilito sul rischio stadalla nuova direttiva europea,
Banca d’Italia con la collabo- tisticamente calcolato; quando re se non la Banca d’Italia
che il Commissario europeo
razione del Fondo, congiunta- le perdite mettono in crisi il a informare il depositante, soHill ha promesso di cambiare.
mente con le altre tre banche Fondo, deve intervenire lo Sta- prattutto se volesse chiamarsi
In proposito
in crisi, è stato to. In questo modo si supere- fuori dalle responsabilità? La
gli avevo ininizialmente som- rebbe l’obiezione che il sistema decisione equivale a porre una
È necessaria una revisione della direttiva Ue
dirizzato una
merso da una attuale è su basi mutualistiche potenziale tassa sui depositanti
superfi
cialmente
varata
e
altrettanto
superfi
lettera aperta
serie esagerata proporzionali. È pur vero che lo che essi non sono in condizione
cialmente approvata dall’Italia. Bisogna dare
da queste stesdi obiezioni della stesso rifiuto «in via prelimina- di conoscere a priori e, per la
se colonne ed
Commissione, ora re» della Commissione di dare sola esistenza della possibilità
giusta collocazione alla responsabilità delle
egli mi ha fatto
rientrate; tra esse l’autorizzazione all’intervento di essere chiamati a versarla,
crisi. La soluzione per un’equa ripartizione è
contattare dalla
ve ne sono alcune era tutto centrato sul tema an- viene violato il principio fondanquella Usa, ossia un Fondo tutela depositi su
sua segreteria
di quelle da me noso degli aiuti di Stato, al qua- te della democrazia che non può
base
assicurativa
e
premio
stabilito
in
base
al
chiedendomi
sollevate, meno le si fa cenno nell’autorizzazio- esservi imposizione fiscale se
rischio
statisticamente
calcolato.
Quando
le
chiarimenti; in
una: che la Banca ne successiva e, quindi, la mia chi la subisce non partecipa alla
perdite mettono in crisi il Fondo, vuol dire che
precedenza il
d’Italia, in qualità soluzione di copartecipazione decisione. Il parlamento e il prepresidente deldi organo vigilante alle perdite bancarie da parte sidente della Repubblica hanno
sono state generate da cause straordinarie
la Bce Draghi
della banche e di delle autorità incapperebbe in valutato questo aspetto?
e quindi è giusto che intervenga lo Stato
Considero inutile che mi
mi fece dare
co-decisore delle queste obiezioni. Appunto perprecisazioni sul
politiche moneta- ciò è necessaria una revisione cimenti nella presentazione di
finanziaria, incoerente con la rie non può esercitare la fun- della direttiva superficialmente un progetto che corregga quanto
suo operato a seguito
uito dei miei finanziaria,
commenti. Da noi, i titolari dei logica dei contratti nel Codice zione di organo per la soluzione varata e altrettanto superficia- fatto, perché in Italia interessa
poteri non si sognano minima- Civile.
delle crisi, perché queste posso- lemente approvata dall’Italia solo se un’idea proviene da chi
Il caso dell’intervento del no essere il risultato congiunto per dare giusta collocazione alle ha potere politico ed economico
mente di accettare un dialogo
per imporla. Ovviamente farò
anche su fatti molto importanti. Fondo tutela depositi nella di errori nell’espletamento di responsabilità delle crisi.
Nessuno forse ricorda che la avere al commissario Hill le
Essi sanno ciò che devono fare banca Tercas presenta molti questa sua duplice funzione.
perché, come suol dirsi, sono aspetti della problematica in- Ovviamente deve essere pre- prima stesura della direttiva mie riflessioni, per la cortese
dicata. La proposta che il Com- sente come organo consultivo precisava che lo scopo era impe- attenzione mostrata ai miei rinati impararati.
La mia reazione alla noti- missario della banca in ammi- nel corso della procedura, per- dire che le crisi bancarie siste- chiami, e scuserà se avanzo in
zia che la direttiva sarebbe nistrazione straordinaria aveva ché dotato delle conoscenze miche si riversassero sui bilanci pubblico queste considerazioni,
stata emendata era dovuta alla inoltrato al Fondo, priva di do- necessarie. Se guida il gioco, pubblici, e non fosse invece quel- in quanto mosso da un dovere
troppa prossimità dell’annuncio cumentazione, consenziente la come da noi è possibile e come lo di proteggere i risparmiatori sociale che nessuno adempie.
rispetto al varo della decisione
in materia; ho quindi chiesto
LO EVIDENZIA IL RAPPORTO 2015 DELLA FONDAZIONE OBIETTIVO LAVORO-FONDAZIONE SUSSIDIARIETÀ
di conoscere chi, a Bruxelles
come a Roma, era responsabile d’averla varata in modo così
superficiale. Non credo riceverò
risposta. Senza questi accertamenti, la politica non migliorerà mai, perché resta in mano
di chi ha fatto scelte sbagliate,
affidate all’effetto di Expo e alle esporta- e la sostituzione di alcuni componenti inDI MARIO MEZZANZANICA
che inevitabilmente opererà per
zioni della componente a maggior valore quinanti con materie prime caratterizzate
difenderle, integrandole «d’url di là del successo dell’Expo, la aggiunto del settore (high quality). Ma da un più basso impatto ambientale. A fiangenza».
filiera dell’agroalimentare rap- a cosa si deve questa ripresa? Il focus è co o a sostegno, troviamo un management
Ovviamente non dispongo
presenta una delle eccellenze sull’innovazione sostenibile, vale a dire portatore di una nuova cultura di impresa
dei documenti richiestimi,
italiane, tanto che le imprese del quell’insieme di cambiamenti nei processi fondata su obiettivi e valori orientati alla
ma ho ben presente i contenuti
settore, seppur non immuni dalla crisi, produttivi capaci di migliorare l’efficienza creazione di valore sociale.
delle obiezioni che ho sempre riOvviamente un settore in così forte
sono e restano competitive sui mercati e l’efficacia e nello stesso tempo di rispettavolto alla direttiva. A suo tempo
globali. E il Rapporto 2015 della Fonda- re l’ambiente in tutti i suoi aspetti. Si può crescita sta anche creando nuove opporho cercato inutilmente di conzione Obiettivo Lavoro, realizzato insieme parlare di riscoperta moderna del modo tunità di lavoro e a questo proposito il Rapvincere Tesoro e Banca d’Italia
alla Fondazione Sussidiarietà e al Crisp, di produrre il cibo fatto di rotazione delle porto ha compiuto un’analisi delle profesche il meccanismo non poteva
ha voluto analizzare questo «motore» della culture, di attenzione all’equilibrio idroge- sioni richieste tramite il web dalle imprese
funzionare, né quello allora vinostra economia, mettendo in luce come ologico, di non spreco degli alimenti da cui agroalimentari. Sono stati esaminati oltre
gente, né quello che andava delil’ampliamento della gamma di prodotti e è nata l’agricoltura italiana a partire dal 26 mila annunci (in crescita del 15% nel
neandosi a Bruxelles. Le banche
primo semestre di quest’anno). Nel comservizi offerti gli abbia fatto acquisire la le- Medioevo.
sono caricate di un peso potenadership europea per capacità di creazione
Tali innovazioni si concentrano pre- parto emerge, pur nella varietà dei diversi
zialmente imprevedibile; per
di valore aggiunto per ettaro e numero di valentemente sui processi e le più diffuse settori, la tendenza prevalente a ricercare
quelle quotate in borsa, il fatto
produttori biologici, ponendosi inoltre in riguardano l’utilizzo di fonti di energia professioni tecniche e qualificate nelle atè ancora più grave, perché non
cima alle classifiche mondiali per valore rinnovabili, il riutilizzo delle risorse mate- tività commerciali e artigiane. Il quadro fipossono stabilire i fondi riserva
esportato di una dozzina di produzioni.
riali, l’introduzione di tecnologie in grado nale che emerge dalla ricerca mostra come
da porre in bilancio. PotrebbeLa recente crescita della filiera è di ridurre i consumi energetici, per citare le la filiera agroalimentare da «cenerentola»
ro esserci gli estremi del falso
trainata in particolare dalle esportazioni principali. A queste si affiancano le innova- stia diventando un importante pilastro
in bilancio. Questo problema è
extra-Ue, mentre le aspettative di una ri- zioni di prodotto/servizio che permettono di d’avanguardia del nostro Paese, che si fa
stato avanzato da banche estere
presa del settore per i prossimi anni sono ridurre l’impatto ambientale del packaging sempre più apprezzare all’estero.
operanti in Italia ed è tuttora
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
L
PAOLO SAVONA
privo di risposta.
Le mie obiezioni sull’attuale regime di protezione
dei depositi riguardano: 1. la
definizione di deposito garantito, avendo riscontrato abusi; 2.
l’entità e le forme di copertura
del rischio garantito; 3. l’esclusione del Fondo in sede di accertamento delle perdite, compito assegnato al commissario
straordinario di nomina Banca
d’Italia; 4. la decisione della soluzione delle crisi è in mano alla
Banca d’Italia; 5. i modi di costituzione delle riserve finanziarie
per gli interventi e, soprattutto,
quelli di loro ricostituzione dopo
l’uso, un vero pozzo senza fine.
Il meccanismo è oggi caratterizzato dalla dissociazione tra chi
esercita il potere decisionale e
chi sopporta la responsabilità
La filiera agroalimentare, da Cenerentola qual era,
è diventata un pilastro per l’economia italiana
A
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
16
Martedì 24 Novembre 2015
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
La catena tedesca KadeWe aveva ritirato i prodotti israeliani. Costretta a fare dietrofront
Boicottaggio fatto e disfatto
L’antisemitismo cresce con difficoltà oggi in Germania
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
N
ei giorni di paura e di
incertezza, seguiti agli
attentati di Parigi, la
notizia è passata in
secondo piano. Il KadeWe, il
Kaufhaus des Westens, il grande magazzino entrato nella
storia di Berlino, ha tolto dai
suoi scaffali i prodotti alimentari e i cosmetici provenienti
da Israele. Poi, dopo le reazioni
sdegnate, la direzione è tornata indietro, ma non si cancella
quanto è avvenuto.
Frau Petra Faldenhofen,
portavoce del KadeWe, spiega:
«Abbiamo obbedito all’ordinanza di Bruxelles dell’11 novembre che impone di specificare
sulle etichette il luogo esatto di
produzione». Quanto proviene
dai territori occupati non potrebbe essere messo in vendita
come «Made in Israel». Tel Aviv
ha protestato con sdegno: «Una
lex anti Israel». Una misura politica, e si dimenticano altri paesi, si prende di mira solo Israele. «Non tocca a noi discutere
i provvedimenti di Bruxelles,
si sono difesi i responsabili del
KadeWe, ci limitiamo ad applicare le regole». Tuttavia, diversi importatori in Germania non
hanno reagito con altrettanta
prontezza alle decisioni della
Il KadeWe di Berlino ha eliminato dalle vendite i prodotti
provenienti da Israele per poi rimetterli dopo le reazioni sdegnate
Ue: il documento, in quattro pagine, non è chiaro, si sostiene, e
attendiamo chiarimenti.
«Zu rasch und unsensibel», troppo veloci e insensibili, invece al KadeWe, come
hanno commentato in molti.
Il magazzino, sommerso dalle
critiche, è prontamente tornato indietro. I prodotti «dubbi»
sono tornati negli scaffali, dimostrando che si poteva anche
evitare di toglierli. Tutto a posto, dunque?
Evidentemente, no. Il comportamento del KadeWe, che
appartiene ora a un imprenditore austriaco, ricorda tristemente lo slogan nazista
«Kauft nich beim Juden», non
comprare dall’ebreo. Un avvocato di Berlino, in una email,
ricordava: «Già dall’inizio, nel
1933, i «bravi tedeschi», diligenti e obbedienti, evitavano di
andare nei negozi e nei ristoranti degli ebrei… il KadeWe
si dovrebbe vergognare». Forse
il contrordine è giunto rapidamente perché in Israele si è
invitato a boicottare il grande
magazzino. I turisti israeliani
amano fare shopping al KadeWe, anche perché, per triste
paradosso, considerano che appartenga alla loro storia.
Fu aperto nel 1907 da
Adolf Jandorf, che era ebreo
come altri proprietari di grandi
magazzini, Oscar e Hermann
Tietz, o Abrahan e Theodor
Wertheim. Una Kaufhaus
Wertheim è ancora presente sulla Kurfürstendamm, il
grande boulevard nella parte
occidentale della capitale, anche se solo il nome ricorda il
suo passato. Gli attacchi iniziarono subito: i grandi magazzini mettevano in pericolo
la sopravvivenza dei piccoli negozi, ed erano un’espressione
del «tipico spirito giudaico». E
questo più di vent’anni prima
dell’avvento di Hitler.
Oggi, un passo falso?
L’antisemitismo sopravvive
in Germania settant’anni dopo
la fine del III Reich? Rispondere è sempre pericoloso, si corre
l’inevitabile rischio di sottovalutare. E in articolo si rischia
di venire fraintesi. Sopravvive
come ovunque in Europa. In
Germania è, ovviamente, più
nascosto e meno tollerabile.
Andreas Nachama, che per
anni è stato a capo della comunità ebraica, ed ora dirige
la Topographie des Terrors, il
museo creato in quella che fu
la sede della Gestapo, si è adoperato per la riconciliazione, e
quando lo intervistai era ottimista. Gli ebrei della metropoli
erano duemila alla caduta del
«muro», oggi sono ufficialmente 12 mila, probabilmente più
di 20 mila.
Ma oggi, a causa della
situazione internazionale, le
cose cambiano. Alcuni turisti
israeliani sono stati aggrediti
per le vie di Berlino, la squadra del Maccabi Berlin, viene
insultata dagli spettatori quasi
a ogni partita. A provocare e
aggredire sono quasi sempre
giovani di origine araba. «Der
Krieg im Klassenzimmer», la
guerra nelle aule scolastiche,
era il titolo di un lungo reportage nello «Spiegel» del 13
novembre. Il ministro della
giustizia, il socialdemocratico
Heiko Mass, ha dichiarato:
«Gli ebrei in Germania non
dovranno mai più tornare a
nascondersi». La rivista riporta le parole dell’insegnante di
storia in un liceo di Amburgo,
Yael M.: «Non mi azzardo a
rivelare ai miei studenti che
sono ebrea». I giovani nella
sua classe sono in maggioranza d’origine araba, e divisi in
gruppi tra loro spesso ostili,
ma sempre uniti nell’odio contro gli ebrei. E’ vitale che le autorità non trascurino il problema. La decisione del KadeWe,
per quanto annullata, rimane
un brutto segnale.
© Riproduzione riservata
MAURICIO MACRÌ HA VINTO PER UNA SOLA INCOLLATURA, MIMETIZZANDOSI, ALLA FINE DA PERONISTA
I peronisti in Argentina sono stati sconfitti soltanto per
stanchezza, prendendo infatti il 49 per cento dei voti
da Washington
ALBERTO PASOLINI ZANELLI
N
on c’è stata una sorpresa,
ma neppure una valanga.
Il nuovo presidente dell’Argentina, Mauricio Macrì,
«uomo contro» nei lunghi mesi della
campagna elettorale, uomo da battere
favoritissimo nelle ultime settimane
prima del ballottaggio, ha vinto, non
stravinto. Si è portato a casa il 51%
dei voti, che non è un plebiscito, ma
neppure è poco se si tiene conto che il
suo avversario aveva la benedizione
del presidente uscente e non ricandidabile Christina Fernandez de
Kirchner e soprattutto si aggrappava al mito di Peron.
Che in parte ha ancora funzionato, spiegando così il recupero del
7% di Macrì negli ultimi due giorni
della campagna elettorale, ma che
questa volta non è bastato. Ha prevalso un sentimento meno mitico e
più diffuso, il malcontento, soprattutto per la situazione economica.
Niente di nuovo per l’Argentina, Paese teoricamente ricco ma tormentato
da crisi ricorrenti in genere attribuite
al malgoverno. È una malattia ricorrente, così radicata da avere dato vita
perfino a un aneddoto celeste. Nei
giorni della Creazione, Dio avrebbe
Mauricio Macrì, di origini italiane,
è il nuovo presidente dell’Argentina
abbondato nei doni a quella che doveva diventare Argentina e a qualcuno
che glielo fece notare, non si rifiutò
di rispondere con un gesto riequilibratore: «Le abbiamo dato il grano
e il petrolio, adesso però le diamo gli
argentini».
Che si sono comportati da argentini, in un’alternativa secolare
di boom e di crisi, di entusiasmo e
di grugniti, di comportamenti spesso
definiti italiani. Che non saranno i
padroni finanziari del paese, ma nel
campo politico la fanno di solito da
dominatori, con un elenco ben folto di
generali golpisti e dittatori, ma anche
e soprattutto, di leader democraticamente vittoriosi anche se un tantino
demagoghi. Christina Fernandez de
Kirchner è stata l’ultima,
rappresentante di una dinastia familiare, alla Casa
Rosada. Un turno al marito
e uno a lei. Era difficile distinguere i programmi della
coppia felice. Quest’anno, il
consorte era morto e lei non
poteva candidarsi di nuovo.
L’ultima volta era stata rieletta trionfalmente, ma
era uno dei momenti buoni nell’altalena argentina,
uno dei tanti boom, seguiti
da splash.
Non poteva durare e non durò.
L’inflazione è un ospite ben conosciuto al desco di Buenos Aires. Riflette
difficoltà reali, altre inasprite da
boicottaggi guidati dall’estero, altri
ancora, i più, da eccessi di entusiasmo nei governati e demagogia dei
governanti. Con uno stile ereditato
dall’autentica «dinastia argentina»,
il peronismo, dalla durata record:
il generale Juan Domingo Peron
arrivò al potere nel 1945 e da allora
è rimasto protagonista, immortale.
Per cacciarlo, i militari hanno dovuto ricorrere a un golpe, ma molti anni
dopo, più falliti di lui, hanno dovuto
richiamarlo dall’esilio spagnolo. Era
già vecchio, si spense presto. Niente
paura: elessero la moglie, la secon-
da, non la mitica Evita, sepolta nella
sede dei sindacati e immortalata da
un musical che non passa di moda.
Un nuovo golpe cacciò la seconda consorte, ma poi si dovette tornare alle
urne e rivinsero i peronisti, tutt’altro
che defunti: la «batosta» di domenica
corrisponde al 49% dei voti, invidiabile in qualsiasi altro paese.
Neanche Macri, il vincitore, il
«liberista», l’«uomo di destra» osa. Si
è limitato, nella campagna elettorale,
a dirne di tutti i colori su Christina
Fernandez de Kirchner. Il peronismo
ha sempre avuto più volti. Il più conosciuto è l’ «amore dei poveri», soprattutto per la memoria di Evita
ma anche del generale. Un populismo radicato che negli ultimi tempi
si è avvicinato un po’ troppo a un più
recente mito sudamericano, il «progressismo» del venezuelano Hugo
Chavez, il cui successore annaspa
adesso in una crisi economica al cui
confronto l’Argentina è in un boom.
Macrì ha saputo adeguarsi, soprattutto durante la campagna elettorale:
da «neoliberale» si è trasformato in
«social-liberale», ha attenuato le sue
promesse di privatizzazioni, si è spostato al «centro». Come fanno prima o
poi quelli che vogliono vincere. Anche
solo con il 51%.
[email protected]
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Martedì 24 Novembre 2015
M
17
È la Kwid, prodotta dalla Renault e venduta a 3.600 euro. Per ora, però, solo in India
C’è un’auto che costa un terzo
Ma che ha tutto: aria condizionata, airbag, servosterzo
DI
ETTORE BIANCHI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
C
osta solo 3.600 euro,
un terzo di una rivale della sua categoria, eppure alla
Renault Kwid non manca
niente (o quasi) rispetto
alle auto concorrenti della
stessa categoria: dall’aria
condizionata al servosterzo, all’airbag per il conducente. È una cosiddetta
vettura ultra low cost, che
per il momento è però destinata unicamente al mercato
indiano. Una scelta, quella
di mantenere il prezzo più
basso possibile, che deriva
proprio dallo sbocco commerciale, con l’obiettivo di
diffondere la vettura fra
milioni di cittadini del paese asiatico.
Il veicolo è prodotto al
100% in India e non gli
manca proprio nulla, compresi i fari antinebbia, la
chiusura centralizzata,
l’indicatore di velocità digitale, i vetri elettrici anteriori, il gps, il lettore Mp3,
il collegamento Bluetooth.
Sarebbe stato impossibile sfornare un veicolo così
ben equipaggiato nei paesi
occidentali, dove il costo di
produzione (a cominciare da
quello del lavoro) è di gran
lunga più elevato. Ma Kwid
è stata anche ideata in loco
e i componenti dei veicoli arrivano per la quasi totalità
da fornitori indiani.
Poi vi sono alcuni particolari che denotano il fatto che
si tratta pur sempre di un
mezzo low cost: per esempio gli specchietti esterni,
che possono essere regolati soltanto manualmente
e non dall’interno. Inoltre,
se i materiali sono assemblati correttamente, il loro
aspetto non è molto curato
e bisogna accontentarsi di
un sedile monoblocco nella
parte anteriore. Le bocchette che servono alla fuoriuscita dell’aria non si chiudono completamente. Critiche
che riguardano soprattutto
la versione più completa
della Kwid, la Rxt che costa circa 1.400 euro in più.
Il cambio è un altro anello
Il motore della Kwid ha una potenza di 54 cavalli
debole, perché a volte bisogna faticare non poco per far
entrare la marcia successiva, specialmente passando
dalla prima alla seconda e
scalando dalla quinta alla
quarta. Esso ricorda quello
in dotazione alla Twingo di
prima generazione e non è
assolutamente agevole da
utilizzare nel caso in cui si
resti al volante per un po’
di tempo.
Per quanto riguarda il
motore, è a benzina, da 799
LA PIATTAFORMA YOOLI FA INCONTRARE DOMANDA E OFFERTA
In Cina si può chiedere un prestito
via Internet a prezzi ragionevoli
DI
V
ELISABETTA IOVINE
a a gonfie vele la piattaforma cinese
peer-to-peer (in condivisione) che fa
incontrare online chi offre e chiede
prestiti. A un anno e
mezzo dal debutto, il sito Yooli.
com, creato da Liu Yannan, 29
anni, è diventato un punto di
riferimento importante per le
aziende dell’ex Celeste impero.
Iniziative come questa servono
a riempire un vuoto, perché la
domanda di credito è molto elevata da parte dei consumatori.
Soprattutto piccole aziende e
nuclei familiari hanno
potuto ottenere denaro a costi ragionevoli.
Sull’altro fronte, chi ha
liquidità a diposizione,
anziché piazzarla nelle
banche, cerca di ricavarne ritorni superiori grazie a questa iniziativa.
Le piattaforme P2P di
prestiti in Cina sono in
forte sviluppo e sono ispirate alle esperienze
americane. Secondo gli addetti ai lavori, a
fine 2014 è stato raggiunto un controvalore
pari a 103,6 miliardi di yuan (15,3 mld euro).
In passato il governo di Pechino esercitava
un ferreo controllo sul comparto dei prestiti,
considerato appannaggio delle banche. Qualcosa da proteggere. Però è successo che gli
istituti di credito abbiano preferito dare soldi
soprattutto alle grandi aziende, specialmente
quelle a controllo pubblico, stando alla larga
dai privati e dalle piccole imprese, anche a
causa del basso merito di credito che poteva-
no presentare. Ecco perché queste realtà si
sono rivolte ai privati per finanziarsi.
In un momento nel quale la crescita economica cinese non è più quella degli anni
scorsi, le autorità cercano di invogliare i
privati a chiedere denaro per creare attività
centimetri cubici con una
potenza di 54 cavalli. I consumi sono interessanti: servono 4-5 litri di carburante
per percorrere un centinaio
di chilometri. Particolare
attenzione è stata dedicata agli ammortizzatori, che
permettono di affrontare
con tranquillità le strade
indiane tutt’altro che dolci.
Il punto debole è la rumorosità percepita nell’abitacolo,
soprattutto quando si accelera. Anche le vibrazioni si
imprenditoriali autonome. E questo non fa
che attirare chi presta capitali. Un settore
che, tuttavia, è tutt’altro che esente da rischi. C’è chi si muove in una zona grigia, a
cavallo fra legalità e assenza di regole. L’anno scorso 300 società sono fallite. In molti
chiedono regole precise per salvaguardare il
settore. Molti investitori hanno fiutato l’affare e si sono buttati nel campo dei prestiti.
La piattaforma Lufax, detenuta da Ping An
Insurance, ha raccolto ultimamente 485 milioni di dollari (457 mln euro). L’anno scorso
ha concesso prestiti per 6,2 miliardi di yuan
(914 mln euro), in forte crescita rispetto ai
504 milioni del 2013.
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
Spesso i big sono grandi imbroglioni
Banche, multe
da 216 mld €
I
La home page del sito Yooli.com,
creato da Liu Yannan
fanno sentire sotto la velocità di 30 chilometri orari.
L’impianto audio è di buona
qualità.
Renault ha precisato che
la commercializzazione
della Kwid in Europa non è
attualmente all’ordine del
giorno. Eppure, fra gli addetti ai lavori, c’è chi ritiene
che, venduta a un prezzo un
po’ più alto rispetto all’India, la vettura possa trovare una sua collocazione fra
i consumatori, soprattutto
in questa fase di crisi economica che ha portato molte famiglie ad accentuare il
senso del risparmio.
Quella del costruttore
francese è una sfida interessante, visto che l’ultimo
tentativo in questa direzione risale al 2009, quando
venne lanciata la Tata Nano,
una piccola quattroporte in
vendita a circa 1.400 euro.
Come se non bastasse, una
serie di incidenti ha danneggiato irrimediabilmente
l’immagine del veicolo. Ora
torna in campo la Renault.
n soli sei anni, fra il 2009 e
il 2014, le banche europee
e americane hanno pagato
multe per una cifra totale
di 230 miliardi di dollari (216
mld euro). A rivelarlo è una
ricerca condotta da Morgan
Stanley, che elenca alcune fra
le più comuni pratiche scorrette messe in atto dai colossi del
credito: fra le più clamorose, la
manipolazione dei tassi Euribor e Libor, e la vendita di prodotti finanziari a forte rischio
aggirando i divieti entrati in
vigore dopo la grande crisi.
Eppure la lezione non è bastata: dall’inizio dell’anno sono
tornate a fioccare le sanzioni,
come quella alla Deutsche
Bank da 2,5 mld di dollari
(2,35 mld euro). Il fatto che
questi pagamenti diventino
sempre più frequenti sta mettendo in pericolo la redditività
degli istituti. McKinsey sostiene che nel primo semestre del
2014 l’ammontare delle multe è stato di 59 mld di dollari
(55,5 mld euro), pari al 10%
degli utili incamerati. Va inoltre considerato che a partire
dal 2008 il ritorno sui capitali
investiti si è notevolmente ridotto. E le somme accantonate per fronteggiare le sanzioni
sono in continua crescita: per
esempio, SocGen è arrivata a
1,1 miliardi di euro, Deutsche
Bank a quasi 5 miliardi. Oltreoceano, JP Morgan si è avvicinata a 25 mld di dollari (23,5
mld euro).
Le multe sono suddivise tra
il 55-60% dell’importo complessivo alle banche americane
e il resto a quelle europee. Se
il settore non canta vittoria, ad
avvantaggiarsi di questa politica sono le autorità americane, che hanno visto le entrate
lievitare. I numeri forniti da
Boston Consulting dicono che
il 63% delle multe inflitte nel
Vecchio continente è legato a
pratiche scorrette effettuate
negli Stati Uniti.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembre 2015
24
Diritto
!"
in edicola con
c
& Fisco
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Al ministero dell’economia pendono 250 fascicoli che lamentano imposte interne e estere
Tasse doppie, l’Italia è al palo
Nessuna risposta a chi attiva la procedura amichevole
DI
VALERIO STROPPA
I
talia al palo sulle procedure amichevoli. Solo nel
2014 sul tavolo del Dipartimento delle finanze, autorità competente alla gestione delle «Map», sono piovuti
89 nuovi casi di contribuenti
che lamentano una doppia
imposizione. Ma gli accordi con le controparti estere
sottoscritti nello stesso anno
dal Mef sono stati appena 7,
portando così il numero dei
fascicoli pendenti dai 173 di
inizio 2014 ai 250 registrati al
31 dicembre (+44%). Le controversie sull’applicazione di
norme convenzionali crescono
anche a livello internazionale: le Map instaurate dalle
imprese nel 2014 sono state
in totale 2.266, un valore mai
registrato in passato (il precedente record erano le 1.910
procedure avviate nel 2013),
a fronte delle circa 1.400 definite. Schizzano in alto le
giacenze, passate dalle 4.566
di fine 2013 alle 5.423 di fine
2014 (+19%). Due anni è il
tempo medio necessario alla
conclusione degli accordi. A
certificarlo è l’Ocse, che ha
diffuso ieri le statistiche sulle procedure amichevoli per
l’anno 2014.
A cosa serve. La mutual
agreement procedure (Map)
è l’istituto previsto dall’articolo 25 del Modello Ocse per
risolvere «amichevolmente»
le controversie impositive
che possono sorgere tra due
stati che hanno sottoscritto
una convenzione. Le autorità competenti dei rispettivi
paesi aprono un dialogo per
cercare di raggiungere un accordo sull’oggetto della procedura. In Italia l’ente competente alla gestione delle Map
è il Dipartimento finanze
del Mef. La consulenza e il
supporto tecnico sono forniti dall’Agenzia delle entrate,
anche per quanto concerne
la predisposizione del «position paper» che rappresenta
l’orientamento dell’Italia. A
differenza che nella convenzione arbitrale in materia di
transfer pricing, la Map non
ha obbligo di risultato, ma
solo un obbligo di diligenza:
gli stati devono cioè fare tutto il possibile («shall endeavour») al fine di addivenire a
un accordo che elimini l’imposizione non conforme alla
convenzione. Per questo motivo l’attivazione di una Map
non sospende la riscossione
degli atti impugnati (che deve
essere richiesta dal contribuente in via amministrativa o giudiziale), né blocca il
contenzioso.
I numeri. Il monitoraggio delle Map diffuso ieri
dall’Ocse evidenzia una continua crescita nel periodo
2006-2013, con una leggera
Le procedure dell’Italia
Con
paese
Ocse
Pendenti al 1° gennaio 2014
Avviate nell’anno
Deinite nell’anno
Ritirate nell’anno
Pendenti al 31/12/2014
167
80
7
2
238
Con
paese
nonOcse
6
9
0
1
14
Fonte: Ocse, Mutual Agreement Procedure Statistics for 2014
frenata registrata solo nel
2010, quando le richieste di
procedura amichevole presentate dai contribuenti ai
paesi Ocse erano state 1.341.
Da lì in poi l’accelerazione
è stata costante, passando
dalle 1.624 nuove Map del
2011, alle 1.678 del 2012, alle
1.910 del 2013 e per finire con
le 2.266 del 2014. Lo scorso
anno i paesi che hanno visto
partire più controversie sono
la Germania (374), gli Stati Uniti (354 casi), il Belgio
(205) e la Francia (201). Tali
stati guidano anche la classifica delle procedure pendenti, nonostante le centinaia
di Map portate a termine: in
Germania l’arretrato è salito a 1.029 casi (+20%), negli
Usa a 956 (+30%), in Belgio a
Sequestro sui beni della società
se è provata la frode fiscale
Niente sequestro ai sensi della «231» sui beni della società senza la prova
dell’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e senza la
dimostrazione dell’assenza della continuazione fra gli illeciti tributari e
gli altri reati. È quindi insufficiente motivare solo sul reato transnazionale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n.
46162 del 23 novembre 2015, ha accolto in parte il ricorso della difesa di
un’azienda.
In motivazione la terza sezione penale ha confermato da un lato la possibilità del sequestro sui beni dell’impresa i cui vertici sono accusati di
associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale purché, però venga
esclusa la continuazione fra i reati tributari e gli illeciti dei manager. Quindi,
afferma il Collegio di legittimità, il profitto dei reati-fine ben può essere
considerato come profitto del reato associativo senza che si abbia alcuna
inaccettabile duplicazione di esso. In altri termini, il profitto dei singoli
reati-fine si traduce in una utilità per l’intera organizzazione criminale e i
suoi componenti. Tuttavia nel caso concreto, precisa la Cassazione, proprio
perché il sequestro del profitto del reato è stato disposto in relazione al solo
reato associativo transnazionale era necessario motivare sull’esistenza dell’associazione.
La sentenza sul
Anche la Procura generale del Palazzaccio ha
sito www.italiaog- chiesto l’annullamento della misura.
Debora Alberici
gi.it/documenti
492 (+55%) e in Francia a 549
(-11%, dato che le autorità
transalpine hanno chiuso nel
2014 ben 270 procedure). Per
quanto riguarda i tempi, la
durata media delle Map concluse nel 2014 in area Ocse
si attesta a 23,79 mesi, con
un lieve incremento rispetto
ai 23,57 mesi dell’anno precedente, ma in miglioramento
rispetto agli anni 2010 (27,3
mesi), 2011 (25,59 mesi) e
2012 (25,46 mesi).
L’Italia. Le statistiche
dell’organizzazione parigina
mostrano un’Italia in difficoltà nel fare fronte alla
crescente richiesta di tutela
da fenomeni di doppia imposizione. Solo nel 2014 sono
state recapitate al Df 89 pro-
ce
cedure
amichevoli: una cifra
considerevole se si pensa che
co
in tutto il quinquennio 200620
2010 le richieste di accordo
er
erano state in totale 101.
Sono sette le Map portate a
So
termine dall’Italia lo scorso
ter
anno: di queste, una era staan
ta avviata nel 2008, due nel
2009, una nel 2010, due nel
20
2011 e una nel 2012. A ciò
20
vanno aggiunte le oltre 200
va
procedure amichevoli attualpr
mente gestite dal Mef ai sensi
me
della Convenzione arbitrale
de
del 1990 in materia di prezzi
de
di trasferimento (nelle quali
però, se gli stati non trovape
no un’intesa entro due anni,
interviene una commissione
int
consultiva a fare da arbitro).
co
Il piano Beps. L’Azione14
del progetto Beps predisposto dall’Ocse riguarda proprio il potenziamento delle
procedure amichevoli. Gli
stati del G-20 si sono uffi cialmente impegnati a recepire uno standard minimo
che consenta una più rapida ed effettiva risoluzione
delle controversie legate ai
trattati fiscali. Un percorso
che, ha ricordato ieri una
nota dell’organizzazione
parigina, «passerà anche
da una più completa analisi
statistica, pure per quanto
riguarda le economie dei paesi non-Ocse che ad oggi non
risultano mappate».
© Riproduzione riservata
JOBS ACT
Nominati i vertici delle Agenzie
Saranno Maurizio Del Conte e Paolo Pennesi a guidare le
future Agenzie nazionali per le
politiche attive del lavoro e per
le ispezioni, previste dal Jobs act.
Le nomine sono state deliberate
ieri dal consiglio dei ministri, su
proposta del ministro del lavoro
Giuliano Poletti.
Del Conte, sulla cui nomina al
vertice dell’Anpal dovrà essere
acquisito il parere delle competenti commissioni parlamentari,
è professore di diritto del lavoro all’università Bocconi, Phd
in diritto del lavoro e relazioni
industriali europei e comparati
nell’università degli Studi di Pavia e direttore della Research unit
of law and economics studies del
Centro di Ricerca P. Baffi. Consigliere giuridico del presidente
del consiglio dal 2014, è inoltre
membro del comitato scientifico
per l’indirizzo dei metodi e delle procedure per il monitoraggio
della riforma del mercato del lavoro.
Pennesi, invece, è attualmente
segretario generale del ministero del lavoro nonché coordinatore
del centro studi attività ispettiva.
Ha iniziato la propria attività nel
1984 come ispettore del lavoro a
Terni, incarico mantenuto fino al
1997. In servizio presso l’ufficio
legislativo del ministero fino al
maggio 2000, nominato dirigente
ha diretto la divisione di coordinamento dell’Ispezione del lavoro
dal 2002 al marzo 2008, quando
è stato nominato direttore generale per l’attività ispettiva del
ministero.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Martedì 24 Novembre 2015
25
Provvedimento del Garante privacy boccia la condotta tenuta da una piccola azienda
Ex dipendenti, email chiusa
Tocca al datore di lavoro informare i soggetti terzi
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Le regole
CASELLA EMAIL DI EX DIPENDENTI [email protected]
Che cosa si deve fare
Che cosa non si deve fare
rimuovere l’account
tenere aperto l’account
preventiva disattivazione degli account reindiriz zare automaticamente i
e adozione di sistemi automatici messaggi in transito ad altro account
per fornire a terzi indirizzi aziendali aziendale
alternativi
DI ANTONIO
CICCIA MESSINA
L
a email dell’ex dipendente va chiusa. Per evitare
di perdere comunicazioni aziendali, il datore
di lavoro dovrà informare i
terzi della avvenuta chiusura
dell’indirizzo, segnalando un
account aziendale utile. Il codice privacy vieta, invece, di
tenere aperto l’account con il
nome del lavoratore cessato, e
di disporre l’inoltro automatico
dei messaggi alla casella di un
altro dipendente in servizio. Lo
precisa il garante privacy con il
provvedimento 450/2015. Alcuni ex dipendenti di una società hanno proposto reclamo al
garante, contestando il fatto
che il proprio ex datore di lavoro avesse tenuto in piedi gli
indirizzi di posta elettronica
loro assegnati e avesse inserito la funzione di reindirizzo
dei medesimi presso un utente
dell’azienda. Gli ex dipendenti
hanno anche contestato l’uso
dei messaggi in transito sugli
account dei lavoratori cessati.
La società si è difesa sostenendo che dopo le dimissioni dei
lavoratori ha tenuto aperti
gli account aziendali degli ex
dipendenti e ha trattato le email in arrivo per scopi di tutela del patrimonio aziendale
(anche se
se, invero
invero, raccolti per
il diverso scopo di assicurare
la continuità e l’efficienza dei
sistemi aziendali). Nel corso
degli accertamenti d’ufficio,
il garante ha appurato che la
società ha raccolto e successivamente prodotto in giudizio
copia di e-mail scambiate su
account di posta elettronica,
individualizzati con nome e cognome dei dipendenti. In particolare, la società ha acquisito
copia di comunicazioni elettroniche recanti l’indicazione sia
di dati esterni (nominativi di
mittenti e destinatari; indirizzi e-mail aziendali e privati;
data e ora delle comunicazioni) che relativi al contenuto
di e-mail inviate e ricevute
anche prima delle loro dimissioni e da terzi. La società non
ha adottato una policy interna
sull’utilizzo della posta elettronica aziendale. Quanto agli
account degli ex dipendenti la
società ha loro comunicato che
sarebbero stati chiusi, ma senza farlo effettivamente. Anzi,
le comunicazioni ricevute
sono state inoltrate automaticamente a un altro indirizzo
Il parere sul sito
www.italiaoggi.it/
documenti
aziendale e monitorate per un
periodo significativo. Tutto ciò
senza informare gli ex dipendenti. Il garante ha bocciato
l’operato della società. È vero
che il datore di lavoro ha la
facoltà di verificare l’esatto
adempimento della prestazione lavorativa ed il corretto
utilizzo degli strumenti di lavoro da parte dei dipendenti.
Tuttavia il datore di lavoro
deve informare in modo chiaro
e dettagliato il lavoratore su
come può utilizzare gli strumenti aziendali e sui controlli
che effettuerà. Senza la policy
aziendale, il lavoratore matura l’aspettativa di confidenzialità rispetto ad alcune forme
di comunicazione. Inoltre dopo
la cessazione del rapporto di
lavoro, gli account con il nome
dell’ex dipendente devono essere rimossi previa disattivazione degli stessi e contestuale
adozione di sistemi automatici
volti ad informarne i terzi ed
a fornire a questi ultimi indirizzi alternativi riferiti all’attività professionale del datore
di lavoro. Non è, invece, corretto
reindirizzare automaticamente
i messaggi in transito sugli account riferiti a dipendenti, il cui
rapporto di lavoro sia cessato
su indirizzi di posta elettrica
aziendale attribuiti ad altri
dipendenti.
Banche, sì
ai sequestri
Caos sito,
paga p.a.
Sì al sequestro finalizzato alla confisca ai
danni della banca al
centro dell’inchiesta
per usura aggravata
dopo la denuncia di due
aziende che sostengono di aver pagato, a
conti fatti, interessi
oltre soglia. È quanto
emerge dalla sentenza
45642/15, pubblicata
il 17 novembre dalla
seconda sezione penale
della Cassazione. I legali rappresentanti della
società sono stati indagati per il reato ex articolo 644 c.p. Secondo
i giudici sbaglia l’istituto quando sostiene
che la misura potrebbe
essere disposta solo se
il debitore ha effettivamente rimborsato il
capitale erogatogli e
corrisposto gli interessi, sia legittimi sia oltre
soglia. In realtà la banca è in condizione di apprendere le somme che
confluiscono sul conto
corrente e che vanno
così a ridurre il suo credito: in tal caso gli interessi usurari devono
ritenersi effettivamente corrisposti, ciò che
determina per l’istituto il conseguimento del
profitto che legittima il
sequestro.
Dario Ferrara
L’informatica è un mezzo, non un fine, specie
nel mondo dei lavori
pubblici. L’offerta per
partecipare all’appalto
non risulta mai inviata
nell’ambito della procedura informatica prescelta dall’amministrazione
e l’impresa viene esclusa
dalla gara. E invece no:
i rischi del malfunzionamento della piattaforma,
infatti, devono ricadere
sulla stazione appaltante
perché l’interesse pubblico è ampliare il più possibile la platea dei partecipanti alla procedura,
all’insegna della libera
competizione: quando si
verifica un inconveniente, allora, la stazione
appaltante deve mettere
in campo il rimedio procedimentale del soccorso istruttorio. È quanto
emerge dalla sentenza
1094/15, pubblicata dalla prima sezione del Tar
Puglia. Accolto il ricorso
dell’azienda estromessa
dalla procedura anche se
la sua offerta risulta depositata nei server della
piattaforma informatica indicata per la gara.
E la p.a. paga perché è
nell’interesse organizzativo dello stesso ente
rimediare a eventuali inconvenienti.
Dario Ferrara
La sentenza sul
sito www.italiaoggi.it/documenti
La sentenza sul
sito www.italiaoggi.it/documenti
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
26
Martedì 24 Novembre 2015
G I U S T I Z I A E S O C I E TÀ
Cassazione: per il comportamento penalmente rilevante è suficiente il dolo generico
Riciclaggio, verifica più severa
Per i professionisti il mancato identikit del cliente è reato
DARIO FERRARA
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
S
tretta sull’adeguata
verifica dell’antiriciclaggio. Compie reato il professionista
che non identifica il cliente,
e soprattutto il beneficiario
effettivo della sua prestazione, e che non verifica lo
scopo e la natura del rapporto in tutta la sua durata.
L’illecito penale è previsto
dalle norme antiriciclaggio del decreto legislativo
231/07 che impone severi
obblighi a intermediari finanziari ma anche ad avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e notai, la
cui inosservanza è punita
con la pena pecuniaria. A
consumare il reato è sufficiente il dolo generico, vale
a dire la mera coscienza e
volontà di contravvenire
alle prescrizioni in materia
di verifica della clientela. È
quanto emerge dalla sentenza 46415/15, pubblicata
il 23 novembre dalla quarta
COMUNE DI MILANO
SETTORE GARE BENI E SERVIZI
Avviso di proroga termini
sezione penale della Cassazione.
Astensione necessaria.
Il ricorso del procuratore
generale presso la Corte
d’appello è accolto contro
le conclusioni del pg della
Suprema corte, che chiedeva il rigetto. Nell’ambito di
un processo a carico di un
Sulla vicenda dirigenti incaricati è l’Agenzia delle entrate ad avere l’onere di dimostrare l’eventuale presenza della delega e
il corretto esercizio del potere di conferimento della stessa. È la Corte di cassazione a essere intervenuta con una nuova
sentenza, per il momento solo massimata,
sulla validità degli atti sottoscritti dai dirigenti incaricati. Stabilendo in un certo
senso le regole del gioco. Non spetta,
infatti, al contribuente che eccepisce in
contraddittorio il mancato potere di firma del dirigente incaricato dimostrare se
questi fosse in grado di firmare un atto
di accertamento valido bensì all’amministrazione. «Nell’individuazione del sog-
U.I. Gare
Il responsabile unico del procedimento
(Dott. ssa Alessandra Biondi)
4QPTQSZNQ 8JPJSGOJ IN
3QPNKNHG IJO 3GHNPQ
9PKJSNQSJ IJO CQOUVSPQ
4GTJSUG
86:@92 2;396<A6 @%?%:%
56@9=
AZIENDA USL DI REGGIO EMILIA
Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Atlantia S.p.A.
Sede Legale: ROMA - Via Alberto Bergamini, 50
STAZIONE APPALTANTE: DIREZIONE 6° TRONCO - CASSINO
ESITO DI GARA
Pubblicazione ai sensi degli artt. 65 e 66 del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i. dei risultati della
seguente procedura negoziata senza previa pubblicazione ai sensi dell’art. 122, comma 7 del
D.Lgs. n. 163/2006 s.m.i. indetta il 05.10.2015.
CODICE APPALTO N° 017/CA/15 - Codice CIG: 6387544010.
AUTOSTRADA A16 NAPOLI - CANOSA. Tratto Napoli - Candela.
Lavori: Interventi di ripristino del viadotto S. Gennaro alla progr. Km 126+371 carr. Est/
Ovest; Commessa: 42.43971. Importo di aggiudicazione: € 408.417,71.
Aggiudicataria: MICOMA S.r.l. - Viale del Castello n. 5 Campobasso - 86100.
Numero di offerte pervenute: 08 (otto).
Il presente avviso in edizione integrale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana V Serie Speciale “Contratti Pubblici” n. 138 del 23/11/2015.
Inoltre, l’avviso stesso è disponibile sul sito internet: www.autostrade.it.
A U T O S T R A D E // PER L’ITALIA S.p.A.
Direzione 6° Tronco - Cassino
Il Direttore: Ing. Michele RENZI
Internet: www.autostrade.it • www.serviziocontrattipubblici.it
4=<@=?D9= 9<5B@A?92:6
>?=C9<492:6 ;659=
42;>952<=$C9::2495?=
AJO% '*-))),( $ KGY '*-)+/)0''
2CC9@= 59 82?2
AJO% '.'&0*(()() $ 7GY '.'&0*(().0
XXX%HNWNOOGHNISQ%NU
>YKWXS 6RXK ORJOIK MGVG# QKJOGRXK TVSIKJYVG
GTKVXG ISR GMMOYJOIG¥OSRK G LGZSVK JKP TVK¥¥S
TO_ HGWWS TKV P!GLLOJGQKRXS JKPPG LSVROXYVG
WGIINO TKV PG VGIISPXG JOLLKVKR¥OGXG JKO VOLOYXO
YVHGRO $ (&', $ WYJJOZOWG OR ) PSXXO% 8QTSVXS
ISQTPKWWOZS0 OQTSVXS JKPPG LSVROXYVG G HGWK
JO MGVG0 c ,++%''+#&& $ OZG KWIPYWG0 :SXXS 2"
c )*-%,(+#&&1 :SXXS 3" c (-/%*/&#&&1 :SXXS
4" c (.%&&&#&&% AKVQORK VOIK¥OSRK SLLKVXK0
''%&'%(&', SVK '(%&&% 2TKVXYVG0 '(%&'%(&',
SVK '&%&&% 5SIYQKRXG¥OSRK ORXKMVGPK
JOWTSROHOPK WY [[[%MKPWOG%OX
2CC9@= 59 2<<B::2;6<A= 82?2
@O ORLSVQG INK PG MGVG JbGTTGPXS TKV
?KGPO¥¥G¥OSRK JO OQTOGRXO TOPSXG G XKIRSPSMOG
WSPGVK XKVQSJORGQOIG G ISRIKRXVG¥OSRK JG
,&&9D KPKXXVOIO G WKVZO¥OS JKP WOWXKQG JO
XVGXXGQKRXS K WQGPXOQKRXS VOLOYXO YHOIGXS RKPPG
ESRG 8RJYWXVOGPK JO COPPGIOJVSa 487
+..--,'6''# OP IYO HGRJS ^ WXGXS TYHHPOIGXS
WYPPG 7B?8 C @KVOK @TKIOGPK R% /* JKP
(&%&.%(&'*# ISR JKXKVQORG 452 R` '/ JKP
&,%'&%(&'+ ^ WXGXG GRRYPPGXG%
8: 58?6AA<?6 76;6?2:6
NPL% 2PUQPNQ 8NVTJRRJ 4GRQZZG
8P ?KWT%PK JKP =VSIKJOQKRXS
!5QUU% 9PL% 4GSOQ ?GHMJOJ"
4=;B<6 59 2>?946<2
Servizio Gestione Servizi Tecnici e Patrimonio
Via Amendola n. 2 42122 REGGIO EMILIA
AJO '//)$-+-.+- $ KGY '//)$-+-..0
Il Bando di gara avente ad oggetto
“Realizzazione Casa della Salute a
Castellarano (RE)” è stato rettificato
nei termini pubblicati sul sito
www.ausl.re.it. Nuova scadenza
presentazione offerte: 09/12/2015
- ore 13,00.
>YKWXS 6RXK ORJOIK TVSIKJYVG GTKVXG ISR
GMMOYJOIG¥OSRK G LGZSVK JKPP!SLLKVXG
KISRSQOIGQKRXK TO_ ZGRXGMMOSWG TKV PG
MKWXOSRK ORXKMVGXG JKP WKVZO¥OS JO
OPPYQORG¥OSRK TYHHPOIG# K JKMPO OQTOGRXO
WKQGLSVOIO ISR VKGPO¥¥G¥OSRK JO STKVK TKV
PbKLLOIOKR¥G KRKVMKXOIG K GJKMYGQKRXS
RSVQGXOZS JKMPO OQTOGRXO# OZO ISQTVKWG PG
LSVROXYVG JO KRKVMOG KPKXXVOIG% 5YVGXG WKVZO¥OS0
GRRO UYORJOIO% 8QTSVXS ISQTPKWWOZS
JKPP!GTTGPXS0 c *%+,/%'&-#(. SPXVK 8C2%
AKVQORK VOIK¥OSRK SLLKVXK0 &.%&'%(&', SVK
'(%&&% 5SIYQKRXG¥OSRK ORXKMVGPK JOWTSROHOPK
WY [[[%ISQYRK%GTVOIKRG%LM%OX
8P VKWTSRWGHOPK JKP WKXXSVK
GSHM% 7SGPHJTHQ IJOON ;VUN
Responsabile del Procedimento:
Ing. Roberto Bonacini
La sentenza sul sito
www.italiaoggi.it/
documenti
Comune di Bologna
Il Direttore del Settore: f.to Dott. Nunzio
Dragonetti.
2CC9@= 59 82?2
getto legittimato a sottoscrivere l’avviso
di accertamento», scrivono i giudici della
Corte di cassazione, «in forza del dpr n.
600 del 1973, art. 42, incombe all’Agenzia
delle entrate l’onere di dimostrare il corretto esercizio del potere e la presenza
di eventuale delega. Erra perciò il giudice di merito che, a fronte della specifica
contestazione in ordine alla sussistenza
di delega, ritiene che la stessa debba presumersi».
La Corte era già intervenuta lo scorso
9/11/2015 salvando gli avvisi di accertamento emessi dai funzionari dichiarati
illegittimi dalla Corte costituzionale.
Cristina Bartelli
le impiegate addette ai finanziamenti sanno di contravvenire alle regole nel
momento in cui avviano la
pratica «per interposta persona». In effetti il decreto
legislativo 231/07 impone
obblighi ben precisi a intermediari finanziari, società e
professionisti: bisogna sempre identificare la persona
o le persone fi siche che in
ultima istanza possiedono o
controllano il cliente persona fisica oppure la persona
fisica per conto della quale
si realizza un’operazione o
un’attività. E quando non
risulta possibile adempiere
agli obblighi di verifica deve
ritenersi vietato instaurare
il rapporto continuativo o la
prestazione professionale
con il cliente. Parola al giudice del rinvio.
ESTRATTO DI BANDO DI GARA PUBBLICA
Ente appaltante: Comune di Bologna – U.I.
Gare – P.zza Liber Paradisus, 10 – 40129
Bologna. Oggetto: Procedura aperta per la
fornitura di prodotti tipografici per il periodo
aprile 2016-dicembre 2017 CIG: 6463232BC3.
Luogo: Bologna. Importo complessivo a base di
gara (IVA esclusa): Euro 572.000,00. Procedura
di aggiudicazione: Procedura aperta. Criterio di
aggiudicazione: Offerta economicamente più
vantaggiosa. Durata appalto: dall’01/04/2016
al 31/12/2017. Le offerte dovranno pervenire
al Comune di Bologna Torre C – Piano 6 -Ufficio
Protocollo - Piazza Liber Paradisus 10 - 40129
Bologna - entro le ore 12 del 21 gennaio 2016.
I requisiti di partecipazione nonché il bando di
gara, il disciplinare di gara, il capitolato speciale
d’appalto e gli allegati sono disponibili presso:
www.comune.bologna.it.
@GV] KWTKVOXG MGVG JbGTTGPXS QKJOGRXK
TVSIKJYVG GTKVXG TKV PbGLLOJGQKRXS JKP
WKVZO¥OS JO GIIKVXGQKRXS# KPGHSVG¥OSRK#
WXGQTG# TSWXGPO¥¥G¥OSRK# VOWISWWOSRK#
VKRJOISRXG¥OSRK ZSPSRXGVOG K ISGXXOZG JKO
VYSPO ISRWSVXOPO JO HSROLOIG K JO OVVOMG¥OSRK $
487 ,**.&'+6*3% 2MMOYJOIG¥OSRK0 SLLKVXG
KISRSQOIGQKRXK TO_ ZGRXGMMOSWG% 8QTSVXS
ISQTPKWWOZS JKPPbGTTGPXS0 c ./,%-&&#&& 8C2
KWIPYWG% 5YVGXG0 ) GRRO% AKVQORK VOIK¥OSRK
SLLKVXK0 '(%&'%', SVK '(% 5SIYQKRXG¥OSRK
JO MGVG JOWTSROHOPK WYP WOXS0 [[[%ISRWHOZ%OX%
8P TVKWOJKRXK ;NHMJOJ @HMNGWQPJ
gio: avevano concesso prestiti senza pretendere che fosse
personalmente presente chi
ne appariva richiedente,
mentre in loro vece c’era
sempre il professionista,
imputato principale del procedimento.
L’elemento soggettivo del
reato si configura perché
Funzionari incaricati, la prova al Fisco
Oggetto Appalto 86/2015 CIG 63858867D4
Affidamento del servizio di tesoreria del
Comune di Milano. Pubblicato sulla GURI in
data 21/09/2015.
Si comunica che con determinazione n°31
del 16/11/2015 è stata disposta la proroga
del termine per la ricezione delle offerte dalle
ore 12,00 del 20/11/2015 alle ore 12,00 del
02/12/2015. L’apertura dei plichi avverrà in
seduta pubblica in data 02/12/2015 alle ore
15.00 anziché in data 20/11/2015.
R.U.P.: Bruna Forno
AJOJKQPQ1 # *0 '/)*)./* [ '/)*)./*)0
7GY1 # *0 '/)* ). /* (.
consulente del lavoro per
appropriazioni indebite e
circonvenzioni di incapace, si riapre il processo a
carico di due dipendenti di
un’azienda che rientra fra
gli intermediari fi nanziari
indicati da un altro decreto,
il 51/2007, come destinatari
degli obblighi antiriciclag-
2CC9@= 59 82?2
498 E-++'//.+(/F
COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO (MI)
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO
Ente appaltante: Comune Peschiera Borromeo (MI), via XXV
Aprile,1 - cap 20068
Procedura di aggiudicazione: procedura aperta
Oggetto: affidamento del servizio di recupero/smaltimento dei
rifiuti urbani non differenziati (Cer 20.03.01) – Durata 24 mesi.
CIG 6241841224.
Data aggiudicazione appalto: determinazione n. 590 del 10/8/2015
Criterio aggiudicazione: ribasso sull’elenco prezzi - art. 82, D.Lgs.
163/2006
Numero offerte ricevute: 1
Aggiudicatario: A2A AMBIENTE SPA con sede BRESCIA,
Via Alessandro Lamarmora n° 230 C.F. 01255650168 e
P.I. 01066840180 – tel. 03035531 – fax. 0303553476.
Importo a base d’asta: € 791.714,00 + Iva
Valore offerta di aggiudicazione: € 103,00 a tonnellata + Iva
Pubblicazione bando sulla GURI: 5° serie speciale contratti pubblici
n. 74 del 26/06/2015.
Procedure di ricorso: TAR 30 giorni – Capo dello Stato 60 giorni.
Responsabile procedimento: Ing. Pierluigi Taverni
ESTRATTO DI BANDO
Prev.i.Log., il fondo pensione nazionale di
previdenza complementare per i lavoratori della
logistica, ricerca una Compagnia di assicurazione
cui affidare il servizio di gestione delle prestazioni
pensionistiche complementari in forma di rendita
fra gli istituti che presenteranno le caratteristiche
stabilite nel bando.
Si richiedono offerte per le seguenti prestazioni:
1. Rendita vitalizia immediata rivalutabile a
premio unico (posticipata);
2. Rendita vitalizia immediata rivalutabile
reversibile su una testa (posticipata);
3. Rendita vitalizia immediata rivalutabile certa
per 5 o 10 anni e successivamente vitalizia a
premio unico (posticipata);
4. Rendita vitalizia immediata rivalutabile a
premio unico con contro-assicurazione in
caso di decesso dell’assicurato (posticipata);
5. Rendita vitalizia immediata rivalutabile
con maggiorazione in caso di perdita di
autosufficienza a premio unico (posticipata).
Il presente annuncio costituisce invito ad offrire,
non concretandosi nella fattispecie dell’art.
1336 cc.
Il testo completo del bando di selezione
è disponibile presso il sito web
http://www.previlog.it
La documentazione d’offerta prevista al
precedente art. 2, corredata dai documenti
da allegare, dovrà pervenire in originale, via
posta, entro e non oltre le ore 12:00 del
30 dicembre 2015 al seguente recapito:
Prev.I.Log. Fondo Pensione Via Tommaso
Gulli 39, Milano, 20147 Italia
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 N
Novembre 2015
I M P O S T E E TA S S E
27
Relazione tecnica alla legge di Stabilità 2016. Speranza su spending review e voluntary
Clausola Iva, 12,8 mld in meno
Il blocco delle aliquote pesa sul 2016. Ma è solo rinviato
Notai, responsabilità civile
N
con contributo ad hoc
(dati in mln euro)
2017
2018
Aliquota dal 10 al 13%
6.957
6.957
Aliquota dal 22 al 24 %
8.176
8.176
Aliquota dal 24 al 25%
0
4.088
Incremento accise
350
Totale effetti nuova LS 2016
15.133
19.571
Totali effetti ex LS 2015*
19.221
21.965
*al lordo delle clausole sterilizzate tramite legge di Stabilità 2016
DI
GLORIA GRIGOLON
S
ulle clausole di salvaguardia il governo
si dà tempo un altro
anno. Ma i mancati effetti finanziari sul 2016 sono
stimati in 12,8 miliardi di
euro. La scelta di posticipare
l’eventuale aumento delle aliquote e delle accise al prossimo anno (come era invece stato previsto dalla Finanziaria
2014 e dalla Legge di Stabilità
2015) costringerà il Tesoro a
provvedere con altri fondi (tagli della spesa, nuove entrate,
ma anche nuove concessioni
da parte dell’Unione europea
a favore dei paesi che attuano un processo di riforme) a
colmare quei 16 miliardi di
euro che sarebbero derivati
dall’applicazione delle stesse
clausole di salvaguardia.
La relazione tecnica alla
legge di Stabilità 2016 sviscera quanto contenuto all’articolo 3, con il quale si elimina
l’aumento di aliquote ed accise, rimandando la decisione al
prossimo anno. «L’articolo 3»,
si legge nel testo, «disattiva
la clausola di salvaguardia
introdotta dalla legge si Stabilità 2014 e rinvia al 2017 gli
aumenti predisposti dall’ulteriore clausola introdotta dalla
legge di stabilità 2015».
A decretare il sì o il no di
quella che sarà la scelta di
Palazzo Chigi il prossimo
anno sarà l’effettivo gettito che emergerà a chiusura
delle pratiche di voluntary
disclosure (atteso, stando al
documento programmatico di
bilancio 2016, a 3,3 miliardi di
euro), nonché gli effetti legati
alla spending review.
Nello specifico, la clausola
di aumento dell’imposta sul
valore aggiunto prevede un
innalzamento dal 10 al 13%
e dal 22 al 24% a partire
dall’anno 2017, con un nuovo gettito complessivo per il
triennio che sarà pari a 15,1
miliardi l’anno. A quest’ultima cifra, a partire dal 2018, si
aggiungerà l’ulteriore scatto
d’aliquota dal 24 al 25%, nonché l’incremento delle accise
sulla benzina. Tale misura,
secondo le stime, genererà
entrate aggiuntive pari a
350 milioni annui (cifra ben
inferiore rispetto ai 728 milioni previsti originariamente
dalla finanziaria 2014) e avrà
effetti finanziari complessivi
sul biennio 2018/2019 prossimi a circa 19,6 miliardi l’anno.
Se non fossero stati raggiunti gli obiettivi di bilancio e se
quindi non fossero state ste-
2019
6.957
8.176
4.088
350
19.571
21.965
Il contributo per la responsabilità civile del notaio
diventa una voce a sé. Non sarà più, infatti, ricompreso
nella quota annuale omnicomprensiva da versare al
consiglio nazionale del notariato (Cnn) ma sarà indipendente dalla voce degli importi dedicata alla gestione. È questa una delle novità in arrivo per i notai dalla
legge di Stabilità 2016 che sarà esaminata dall’aula
della camera.
Entro il 28 febbraio, annualmente, le forme collettive
di assicurazione per la responsabilità civile derivante
dall’esercizio dell’attività notarile saranno pagate con
separata contribuzione obbligatoria. Entro il 31ottobre di ciascun anno per l’anno successivo, la misura dei
contributi sarà definita dal Cnn in proporzione ai premi
e agli oneri da esso pagati, ragguagliata ai parametri
soggetti ad annotamento nei repertori di ciascun notaio secondo quanto stabilito dalla legge e tenendo conto
del numero e dell’ammontare dei sinistri liquidati per
ciascun notaio a partire dal 1º febbraio 1999. Il reato
di omesso o ritardato versamento di tributi riscossi
nell’esercizio di attività professionale sarà punito con
la destituzione del notaio.
Cristina Bartelli
rilizzate le clausole previste
dalla Legge di Stabilità 2015,
il totale degli effetti finanziari
sul 2016 sarebbero stati pari
a 12,8 miliardi di euro.
La decisione è quindi rimandata all’anno 2016, messa nelle mani di voluntary
disclosure, spending review e
Unione europea.
Cassa depositi e prestiti spa
BUONI FRUTTIFERI POSTALI
BFP ORDINARIO VENTENNALE ­ SERIE C18
BFP3x4 ­ SERIE T34
• durata massima: 12 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce ogni 3 anni gli interessi matura
Tassi nominali annui
lordi per ogni
triennio di possesso (%)
Periodo di
possesso (anni)
3
6
9
12
Tassi effevi annui dalla data di
sooscrizione al termine di ogni
periodo di possesso (%)
Lordo
Neo
0,20
0,40
0,60
0,80
0,18
0,35
0,53
0,70
0,20
0,60
1,00
1,40
BFP EUROPA ­ SERIE P70
Premio si/no
1° periodo Periodi di
Anni
Caso
riferimento Anno 1 successivi
di
riferimento successivi
a
≥ 10
≥7
si
si
b
≥ 10
<7
si
no
c
< 10
≥7
no
si
d
< 10
<7
no
no
Tasso di rendimento
effevo annuo
a scadenza (%)
Lordo
Neo
1,85
1,61
0,35
0,10
1,62
1,41
0,31
0,09
BFP INDICIZZATO ALL’INFLAZIONE ITALIANA ­ SERIE J48
• durata massima: 10 anni dalla data di sooscrizione
• capitale rivalutato sulla base dell'Indice ISTAT FOI
Tassi reali
annui lordi (%)
1
0,10
2
0,10
3
0,10
4
0,10
5
0,25
6
0,25
7
0,25
8
0,25
9
0,50
10
0,50
Esemplificazione del tasso di rendimento
effevo a scadenza al variare dell'inflazione
≤ 0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
0,24
1,24
2,24
3,25
4,25
0,21
1,09
1,99
2,89
3,80
BFP4x4Fedeltà ­ SERIE K08
Tassi nominali annui
lordi per ogni
quadriennio di possesso (%)
0,40
1,40
1,80
2,41
Tassi nominali annui lordi (%)
0,15
0,15
0,15
0,30
0,30
6
7
8
9
10
0,50
0,50
0,75
0,75
1,00
11
12
13
14
15
1,00
1,25
1,25
1,25
1,50
16
17
18
19
20
1,50
2,00
2,00
2,50
2,50
• dedicato a chi investe nuova liquidità
• durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce ogni 4 anni gli interessi matura
Tassi nominali annui
lordi per ogni
quadriennio di possesso (%)
Periodo di
possesso (anni)
4
8
12
16
Tassi effevi annui dalla data di
sooscrizione al termine di ogni
periodo di possesso (%)
Lordo
Neo
0,40
0,90
1,20
1,50
0,35
0,79
1,06
1,33
Tassi effevi annui dalla data di
sooscrizione al termine di ogni
periodo di possesso (%)
0,40
1,40
1,80
2,41
Lordo
Neo
0,40
0,90
1,20
1,50
0,35
0,79
1,06
1,33
BFP a 3 anni ­ SERIE N14
• durata massima: 3 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce un premio lordo dello 0,75% del valore nominale
alla scadenza del 3° anno
Anno
1
2
3
Tasso
Tasso di rendimento
di inflazione effevo annuo a scadenza (%)
implicito (%)
Lordo
Neo
• durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce ogni 4 anni gli interessi matura
Periodo di
possesso (anni)
4
8
12
16
1
2
3
4
5
BFP4x4RisparmiNuovi ­ SERIE W05
• durata massima: 4 anni dalla data di sooscrizione
• interesse annuale variabile legato all’indice EURO STOXX 50®
• interesse annuale minimo garanto pari a: 0,10%
• eventuale rendimento annuale massimo a scadenza pari a: 1,85%
Ipotesi di apprezzamento
dell’Indice
• durata massima: 20 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce gli interessi a parre dal 12° mese successivo
alla data di sooscrizione
Premio lordo
0,00
0,00
0,75
Tasso effevo annuo
alla fine di ciascun anno (%)
Lordo
Neo
0,10
0,10
0,32
0,09
0,09
0,28
BFP4x4 ­ SERIE Q02
• durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione
• riconosce ogni 4 anni gli interessi matura
Tassi nominali annui
lordi per ogni
quadriennio di possesso (%)
Periodo di
possesso (anni)
4
8
12
16
0,25
0,75
1,25
1,75
Tassi effevi annui dalla data di
sooscrizione al termine di ogni
periodo di possesso (%)
Lordo
Neo
0,25
0,50
0,75
1,00
0,22
0,44
0,66
0,88
Cassa deposi
e pres
società per azioni
Via Goito, 4
00185 Roma
Capitale sociale
€ 3.500.000.000,00 i.v.
• Iscria presso CCIAA
di Roma al n. REA
1053767
• C.F. e iscrizione al
registro delle imprese
di Roma 80199230584
• Parta IVA
07756511007
BFP DEDICATO AI MINORI ­ SERIE M97
• intestabile solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo
• scade al compimento del 18° anno di età
• offre un capitale rivalutato in funzione dell’età del minore
al momento della sooscrizione
Simboli: ≥ maggiore o uguale; ≤ minore o uguale; < minore; > maggiore;
AVVISO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Legge Stabilità 2016, effetti finanziari
(G.U. 21 marzo 2015 n.67)
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
www.cdp.it
28
Martedì 24 Novembre 2015
I M P O S T E E TA S S E
Il presidente Cna all’assemblea nazionale: il credito all’artigianato giù del 25%
Pmi deluse da fisco e banche
Vaccarino: inaccettabile l’Imu sugli immobili di lavoro
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
È
GIOVANNI GALLI
necessario ridurre la
pressione fiscale che
resta il «vero nodo
ancora da sciogliere:
la tassazione totale supera
il 62,2% degli utili». A chiederlo è stato il presidente
della Cna, Daniele Vaccarino, all’assemblea nazionale della Confederazione
nazionale dell’artigianato e
della piccola e media impresa, che si è svolta a Campi Bisenzio (Firenze). «Sul
fronte del fisco riteniamo
l’incremento della franchigia Irap, la revisione del regime forfettario dei contribuenti minimi, la riduzione
dell’aliquota ires, misure
importanti, ma ancora troppo deboli per ridurre drasticamente la pressione fiscale, che rimane il vero nodo
da sciogliere», ha spiegato.
«Non ne possiamo più di pagare imposte su redditi non
ancora incassati! Non ne
possiamo più del fatto che
gli utili delle imprese personali non distribuiti non
siano tassati come nelle società di capitali. Non accettiamo più di pagare la Tari
anche sui rifiuti speciali
che siamo costretti a smaltire al di fuori del servizio
comunale», ha aggiunto. La
Cna ritiene «del tutto inaccettabile pagare l’Imu sugli
immobili che ci servono per
lavorare e non poterla neanche dedurre integralmente. Per quanto ci sforziamo
troviamo difficile capire la
differenza del trattamento
riservato a un capannone rispetto a una serra agricola.
È così che, pagamento dopo
pagamento, arriviamo a una
tassazione totale che supera
il 62,2% degli utili». Infine
la Cna trova difficile «capire
perché il disegno di legge di
stabilità non abbia messo
fine al reverse charge e allo
split payment; all’aumento
della ritenuta d’acconto sui
bonifici per gli interventi di
riqualificazione energetica e
ristrutturazione degli edifici. Sono due vere e proprie
storture». Pronta la risposta del ministro
del Lavoro Giuliano
Poletti. «Sul fisco abbiamo già fatto tante
cose, naturalmente
ne dobbiamo fare
ancora. Siamo consapevoli che c’è
l’esigenza di
un alleggerimento
sul fronte fiscale. Ma capite bene che il fisco, le tasse
servono per pagare i servizi.
Quindi bisogna rendere più
efficiente il Paese, bisogna
smettere di spendere male
i soldi che si spendono male
per poter ridurre le tasse».
Su un altro fronte, quello
dei finanziamenti alle imprese, Vaccarino ha bollato
come «evidente il disinteresse delle banche nei confronti
delle imprese di piccola dimensione a torto considerate troppo complicate da
gestire e poco redditizie».
«In sette anni gli impieghi
bancari verso l’artigianato
sono calati del 25%, una
riduzione sproporzionata rispetto
all’effettiva rischiosità del
comparto e alle
regole severe
imposte agli
intermediari finanziari».
Daniele Vaccarino
Per contrastare la selettività nell’erogazione del credito, ha aggiunto, «dobbiamo
trovare nuove soluzioni:
risolvere a monte la differenza tra tempi di incasso
delle fatture e pagamento dei fornitori; ridurre la
tassazione sugli utili per
facilitare il rafforzamento
patrimoniale delle imprese;
favorire l’ingresso di nuovi
soci interessati allo sviluppo
di medio periodo dell’impresa. Ma pensiamo, altresì, al
ruolo di banche specializzate che si facciano carico
della gestione di tesoreria
dei clienti. E vorremmo una
garanzia pubblica che non
mortifichi ma amplifichi la
funzione dei confidi». Secondo la Cna servono «strumenti nuovi, a misura di piccola
impresa e di artigianato, che
ne esaltino le caratteristiche positive, la propensione
all’imprenditorialità, l’adattabilità, la flessibilità e che
ne correggano le fragilità».
C’è tuttavia in questo scenario qualcosa che induce
all’ottimismo. L’occupazione, ad esempio: tra le imprese aderenti alla Cna,
il cui osservatorio effettua un monitoraggio
mensile su oltre 20
mila aziende e 125
mila dipendenti,
nei primi dieci
mesi dell’anno
l’occupazione è
cresciuta del 3%. Tutto questo all’interno di un contesto, quello appunto delle
pmi, che in Italia sono 4,2
milioni, producono il 45%
del valore aggiunto e danno lavoro a 11,3 milioni di
persone, per quasi il 90%
dei casi con contratti stabili. Poi c’è l’aumento del Pil,
che secondo Vaccarino «è un
segno evidente del fatto che
la ripresa, per quanto lenta,
debole e congiunturale, c’è».
E anche la nuova legge di
Stabilità, è «una manovra»,
secondo il presidente della
Cna, «finalmente dal carattere espansivo e che offre
alcune significative risposte
a richieste da lungo tempo
avanzate dal nostro mondo». A infondere ottimismo
alle imprese (pungolando
allo stesso tempo Governo
e Camere) ci ha pensato
il presidente della repubblica. Nel suo messaggio
inviato all’assemblea della
Cna, Sergio Mattarella ha
sottolineato che l’Italia non
può perdere «questa opportunità di ripresa, «segnali
positivi si stanno progressivamente stabilizzando
anche sul fronte della domanda interna e dell’occupazione come riconosciuto
dai maggiori organismi internazionali. Non possiamo
perdere questa opportunità
di ripresa».
© Riproduzione riservata
Semaforo verde alla doppia
procedura di insolvenza
Confidi, ai fini Irap non vale
l’equiparazione a istituti creditizi
Nell’ipotesi in cui nei confronti di una società avente sede statuaria e
struttura produttiva in Italia sia aperta una procedura di insolvenza
principale da altro giudice di uno Stato membro dell’Ue, in base all’individuazione in tale Stato del centro degli interessi principali della
società, l’apertura di tale procedura non osta a che il Giudice italiano
apra successivamente nei confronti della società una procedura di
insolvenza (la seconda), all’unica condizione che detta società sia
qualificabile come «dipendenza».
Con sentenza 29 ottobre 2015, n. 22093, resa a Ss.uu., per la prima
volta la Cassazione risponde alla quaestio se sia legittimo o no, ai
sensi dell’art. 3 del Regolamento (Ce) n. 1346 del 2000, relativo alle
procedure di insolvenza, aprire in Italia una procedura di insolvenza
secondaria di una società con unica sede legale e produttiva in Italia,
successivamente all’apertura in Francia di una procedura di insolvenza principale della medesima Società, ove questa ha «il centro degli
interessi principali» ai sensi dell’art.3, dello stesso regolamento.
Il quadro normativo di riferimento, decisivo, a parere della Corte,
per la risoluzione della questione è costituito da un lato, dalle disposizioni del citato Regolamento n. 1346 del 2000, dall’altro, dalla
recente sentenza della Corte di giustizia europea (Prima Sezione), 4
settembre 2014, pronunciata nella causa 327/13, sentenza che, sebbene non richiamata da nessuna delle parti, nell’ottica della Suprema
corte, ha rilevato con efficacia vincolante per l’interpretazione e per
l’applicazione dello stesso Regolamento alla fattispecie.
Le Sezioni Unite, dopo un’attenta analisi della disciplina comunitaria
hanno rilevato come l’apertura di una prima procedura di insolvenza
della società in altro stato Ue, non osta a che giudice italiano apra
successivamente nei confronti della medesima società una procedura
di insolvenza secondaria ai sensi dell’art. 3, paragrafo 2, dello stesso
regolamento, all’unica condizione che detta società sia qualificabile
come «dipendenza», ai sensi del combinato disposto dell’art. 2, lettera
h) e dello stesso art. 3, paragrafo 2, del Regolamento medesimo.
Valentino Guarini e Giovanni Cataldi
Per i Confidi non può valere, ai fini Irap, l’equiparazione alle banche
e agli altri enti finanziari, seppur a questi soggetti gli stessi Confidi
siano equiparati dalla normativa di riferimento. Il requisito soggettivo non rappresenterebbe infatti un elemento sufficiente per
poter giustificare l’applicazione, tanto in termini di determinazione
della base imponibile, quanto in relazione all’aliquota, del regime
Irap proprio dei soggetti finanziari. Così, seguendo il filo della risoluzione n. 5/2015 delle Entrate, ha stabilito la Ctp di Firenze con
la sentenza n. 1048/6/15. Secondo i giudici di primo grado, in linea
con quanto sostenuto dall’Agenzia, i Confidi, che determinano la
base imponibile con il «metodo retributivo», non devono dunque
applicare la maggiorazione di aliquota, prevista per i soggetti ed
enti finanziari. Era pertanto da annullare la cartella con la quale
era stata disposta, a carico di un Confidi, l’iscrizione a ruolo relativa all’assoggettamento, ai fini Irap, all’aliquota maggiorata del
5,25%, come stabilita dalla Legge regionale di specie, per le società
esercenti attività creditizie ed attività ausiliarie all’intermediazione finanziaria e delle assicurazioni, in luogo di quella ordinaria,
all’epoca vigente, del 4,25%. L’interpretazione offerta dall’Agenzia
delle entrate, come recepita dalla Ctp di Firenze, era però stata
già superata dalla Ctr della Toscana, la quale, con la sentenza n.
409/31/15, l’aveva ritenuta non aderente al contesto normativo. Secondo i giudici di secondo grado, infatti, l’incremento di aliquota Irap
faceva riferimento ad attività che comprendevano anche quella svolta
dalla contribuente (peraltro la medesima nei due giudizi), la quale
non poteva ritenersi esclusa dall’incremento. In sostanza, secondo
la Ctr, il diverso metodo di calcolo della base imponibile, ai fini delle
imposte dirette, non poteva avere effetto sulla natura soggettiva dei
Confidi, espressamente equiparati dalla normativa di riferimento
ad enti finanziari, con conseguente applicazione dell’aliquota Irap
maggiorata. Insomma, una questione ancora da risolvere, quanto
meno in sede giurisprudenziale.
Giovambattista Palumbo
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I M P O S T E E TA S S E
Da sinistra: Aldo Polito, Francesco Squeo, Giuseppe Marino,
Marino Longoni, Gianni De Robertis, Roberto Romito, Lucia Barone
Martedì 24 N
Novembre 2015
29
Da sinistra: Aldo Polito, Manuela Belloni, Marino Longoni,
Richard Murphy, Fabio Aramini, Giacomo Soldani
Gli scenari della tassazione 2.0 disegnati al convegno organizzato da ItaliaOggi e Kpmg
Il Beps non piace all’America
Rischio di cambi di sede per le multinazionali Usa
DI
TRANSFER PRICING
GIUSEPPE MARINO
A
gli americani il Beps
non piace, ma se proprio l’Ocse intende
risolvere la doppia
non imposizione, quale paradigma moderno dell’economia digitale antitetica alla
doppia imposizione generata
dall’internazionalizzazione
dell’economia industriale
del secolo scorso, si sappia
che quell’unica imposizione
non potrà che finire nel portafoglio dell’Irs, visto e considerato che 68 delle prime 200
multinazionali globali hanno
il proprio quartier generale
nel suolo a stelle e strisce
(www.forbes.com/global 2000/
list). In realtà, ciò che il governo americano teme è che,
se questa fosse la probabile
prospettiva futura, pochi, alcuni, tanti quartieri generali
di multinazionali potrebbero
decidere di lasciare gli Usa
attraverso una «tax inversion» e portarsi dietro non
solo gli utili che oggi sono
in purgatorio (come i 52 miliardi della Apple e della Caterpillar), ma anche quelli di
fresca produzione. Delle vere
e proprie esplosioni fi scali,
dei «tax pop», dalle inevitabili conseguenze anche negli
Stati dove queste multinazionali oggi operano. Motivo
per il quale, l’Azione Beps n.
3 relativa alla Cfc rasenta la
natura di «best practice» limitandosi ad effettuare una
ricognizione di quali siano
le funzioni oggi attribuite
dai sistemi tributari a questo tipo di legislazione (anti
differimento e/o anti abuso),
cosa si intenda per Cfc, per
reddito da Cfc, come esso dovrebbe essere determinato e
poi attribuito. L’Italia in questo contesto ha poco da dire,
solo 4 imprese tra le prime
200 (Eni al 121, Generali al
129, Unicredit al 138 e Intesa al 142) hanno il quartier
generale tricolore (Fca è al
289 e dopo il «tax pop», cioè
l’inversione fiscale del 2014,
ha sede legale in Olanda e
sede dell’amministrazione in
Inghilterra), quindi più Pae-
Ok al valore normale
Uno scorcio della sala del Centro svizzero
se di controllate che di controllanti. È uno degli spunti
emerso ieri al convegno sui
Beps organizzato da ItaliaOggi e Kpmg a Milano.
Perché parlare di Cfc? Intanto per proteggere gli interessi delle nostre nobilissime
multinazionali «tascabili»,
quelle poche imprese di grandi dimensioni a base familiare ma soprattutto per aiutare
le piccole a diventare medie e
le medie a diventare grandi
in un contesto globale. Sia
benvenuto, quindi, il decreto
legislativo 147/2015, con le
misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle
imprese che ha tolto un po’
di lacci e lacciuoli all’art. 167
del testo unico delle imposte
sui redditi e abrogato del
tutto l’art. 168 sulle imprese
estere collegate.
Via l’obbligo degli interpelli preventivi che aveva
addirittura alimentato un
contenzioso tributario quando fossero stati di segno negativo, allineamento con la
dialettica endoprocedimentale prevista in tema di indeducibilità di costi black list,
con addirittura un termine
di 90 gg al contribuente per
presentare le prove utili a
dimostrare che ricorra una
delle esimenti, maggiore
equivalenza della base imponibile del reddito estero,
imputato per trasparenza
al socio italiano, rispetto a
quella del reddito prodotto
in Italia. Se si vuole giocare
una partita non più nelle retrovie, ma almeno in centrocampo, bisogna tener conto
che a livello internazionale
è caccia aperta ai quartieri
generali: nel Regno Unito
(che ci ha sfilato Fiat) erano
29 nel 2013 e sono aumentati
a 57 nel 2014. È necessario
quindi proseguire nell’opera
di ammodernamento in questo micro comparto, chiedendo all’Agenzia delle entrate
ed alla Guardia di finanza lo
sforzo di risolvere la perversione di una controllata che
se non è Cfc può comunque
essere esterovestita, con implicazioni anche penali, intervenendo in via legislativa
per semplificare l’individuazione delle Cfc di white list,
espungendo il riferimento
al mercato, eliminando dal
concetto di passive income
le prestazioni di servizi a
parti correlate, ma soprattutto anticipando ciò che gli
americani si riservano di
fare nel caso in cui il mondo volesse mettere le mani
sui loro profitti sospesi in
purgatorio, cioè applicare la
participation exemption sugli utili delle Cfc per indurli
al rimpatrio annuale, ed applicare la Cfc come backstop
(anti differimento o anti
abuso) nel caso in cui questi
non lo fossero, perseverando
nel detrimento della nostra
bilancia valutaria.
Il report che conclude le azioni Beps 8, 9 10 in tema
di transfer pricing riafferma la valenza del principio
dell’arm’s lenght (valore normale). Per evitare che dall’enfasi contrattuale sui rischi, funzioni e asset derivino manipolazioni, l’Ocse modifica le linee guida per rafforzare e
chiarire l’applicazione del principio dell’arm’s length.
L’accurata definizione delle transazioni tra parti correlate ha un ruolo chiave nell’analisi di comparabilità per
identificare, attraverso l’analisi delle circostanze economicamente rilevanti, il c.d. real deal, il vero patto che le
imprese correlate hanno inteso stringere.
Tra le circostanze economicamente rilevanti il report considera in primo luogo i contratti scritti cui attribuisce il
ruolo di punto di partenza dell’analisi. Considerato che
i contratti non sono in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per un’analisi di comparabilità, gli stessi
dovranno essere integrati dall’osservazione del comportamento effettivamente tenuto dalle parti.
Laddove i contratti manchino o risultino incoerenti rispetto a quanto emerge dall’osservazione del comportamento
delle parti, è quest’ultimo che guida nella definizione del
real deal. L’amministrazione finanziaria dovrà fare ogni
sforzo per riconoscere le transazioni per come strutturate
dalle parti. Tuttavia il report conferma la facoltà per le
amministrazioni finanziarie di non riconoscerle e di sostituirle con un struttura alternativa (o al limite con nessuna) allorché difettino di ogni razionalità commerciale.
La struttura alternativa dovrà possedere la logica economica che si rinviene nei contratti tra parti indipendenti.
In merito all’analisi funzionale sono presenti due importanti chiarimenti: è utile che contenga informazioni
tali da consentire la ricostruzione della catena del valore
nell’ambito dell’intero gruppo; è presente una dettagliata
guida in relazione all’allocazione dei rischi.
Lo stesso approccio procedimentale e l’adozione della nozione di controllo come criterio guida nella allocazione dei
rendimenti viene adottato nel capitolo VI delle linee guida
dedicato agli intangible, interamente rescritto.
La regola che emerge è che la proprietà legale di per sé
non dà diritto al rendimento derivante dall’intangible. I
rendimenti vanno attribuiti alle entità che nell’ambito
delle attività Dempe (Development, enhancement, maintenance, protection and exploitation) svolgono le funzioni
rilevanti, assumono i rischi e apportano gli asset (anche
finanziari). I rendimenti vanno commisurati al contributo
effettivo alla creazione del valore (profit sharing) apportato da ciascuna entità. Le entità vengono individuate sulla
base del requisito del controllo (inteso come capacità di
assumere le decisioni insieme all’effettivo svolgimento
della funzione decisoria) e della capacità finanziaria.
Il mero funding delle funzioni Dempe, in assenza di
operatività, non genererà nulla più di un tasso di rendimento free risk, eventualmente aggiustato in aumento in presenza dell’assunzione di un limitato rischio
finanziario.
Lucia Barone, Kpmg
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
30
Martedì 24 Novembre 2015
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Uno schema di dpr prevede la riduzione degli ufici da 103 a 80
APPALTI PUBBLICI
Taglio per 23 prefetture
Gare, basta
cauzioni
col rating
Sforbiciata anche su questure e vigili del fuoco
DI
Via alla riforma di prefetture e questure
CINZIA DE STEFANIS
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
V
erso il taglio di 23
prefetture, questure
e strutture periferiche dei vigili del fuoco
- secondo un processo di soppressione o accorpamento che
dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2016. Per un risparmio
calcolato in un milione di euro
a prefettura. Si passerà dalle
attuali 103 prefetture ad 80.
È con la bozza di decreto del
presidente della repubblica che
vengono previsti i diversi tagli
delle prefetture e questure e
anche la riorganizzazione del
ministero dell’interno. Il dpr,
deciso nell’ambito dei decreti
attuativi di prossima emanazione relativi alla riforma della pubblica amministrazione
(c.d. riforma Madia) prevede
l’accorpamento delle seguenti
prefetture: Teramo (accorpata
a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia
(accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza
(Parma), Pordenone (Udine),
Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco
(Como), Cremona (Mantova),
Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso),
Asti (Alessandria), VerbanoCusio-Ossola (Novara), Biella
(Vercelli), Oristano (Nuoro),
Enna (Caltanissetta), MassaCarrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno
(Treviso). Il decreto mantiene
Prefetture
accorpate
La tagliola avverrà per le seguenti sedi: Teramo (accorpata
a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia
(accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza
(Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia),
Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi
(Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti
(Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli),
Oristano (nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca),
Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Il decreto
mantiene i cinque Dipartimenti in cui è organizzato il ministero:
Affari interni e territoriali, Pubblica sicurezza, Libertà civili ed
immigrazione, Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa
civile, Amministrazione generale, politiche del personale.
i cinque dipartimenti in cui è
organizzato il ministero: Affari
interni e territoriali, Pubblica
sicurezza, Libertà civili e immigrazione, Vigili del fuoco,
soccorso pubblico e difesa civile, Amministrazione generale,
politiche del personale.
D OTA ZIONE COMPLESSI VA .
Nello schema di dpr viene
stabilita la dotazione organica complessiva del personale
dell’amministrazione civile
del ministero dell’interno: 116
prefetti, 700 viceprefetti, 572
viceprefetti aggiunti, mentre
saranno 200 i dirigenti di prima e seconda fascia e 20.549
quelli addetti alle aree funzionali. Sicuramente i prefetti
interessati ai tagli verranno
destinati ad altro incarico.
NUOVA STRUTTURA DEL MI-
NISTERO DELL’INTERNO. Presso
il ministero dell’interno nasceranno un «organismo indipendente di valutazione della
performance» sulle grandi opere e un «comitato per il coordinamento dell’alta sorveglianza
delle grandi opere». L’ufficio
centrale interforze per la sicurezza personale confluirà poi
nell’ufficio per il coordinamento
e la pianificazione delle forze di
polizia, mentre continueranno
a dipendere dal dipartimento
della pubblica sicurezza la Dia,
direzione investigativa antimafia, e la scuola superiore di polizia per la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento dei
funzionari, nonché la scuola di
perfezionamento per l’alta formazione e l’aggiornamento dei
funzionari e degli ufficiali.
L A TEMPISTICA . Il provvedimento detta infine le regole
applicative. «Nelle more del
processo di riorganizzazione
delle pubbliche amministrazioni - stabiliscono le disposizioni transitorie - delle forze di
polizia e del corpo nazionale dei
vigili del fuoco, le prefetture, le
questure e le strutture periferiche del corpo nazionale dei
Vigili del fuoco, cessano di esercitare le loro funzioni secondo
un piano di gradualità definito
con decreto del ministro dell’Interno e comunque non oltre il
31 dicembre del 2016».
Lo schema di decreto www.italiaoggi.it/documenti
Ghigliottina su 40 norme. Scure su acquisti, imprese e B2C
Via 40 norme e un’altra dozzina modificate. Il consiglio dei
ministri di ieri, su proposta
del presidente, Matteo Renzi,
ha approvato in via preliminare, un decreto legislativo che
modifica e abroga disposizioni
di legge che prevedono l’adozione di provvedimenti non
legislativi di attuazione. L’operazione è stata fatta a norma
dell’art. 21 della legge 124/
VINCENZO ZUCCHI S.P.A.
Via Legnano, 24 – 20127 Rescaldina (MI)
Codice Fiscale e Partita IVA 00771920154
Numero REA MI 443968
Capitale sociale Euro 7.546.782,57
RETTIFICA DATA CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA
Con riferimento all’avviso di convocazione dell’Assemblea pubblicato in data 20
novembre 2015, si rettifica la data dell’Assemblea ordinaria e straordinaria che si terrà,
in unica convocazione, in Rescaldina – via Legnano n. 24 alle ore 15,00 di martedì 22
dicembre 2015 e non venerdì 18 dicembre 2015, per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Parte Ordinaria
1. Nomina di un amministratore ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto sociale in
sostituzione dell’amministratore dimissionario; deliberazioni inerenti e conseguenti.
Parte Straordinaria
1. Provvedimenti ai sensi dell’art. 2447 c.c., previa approvazione della situazione
patrimoniale ed economica al 30 Settembre 2015. Deliberazioni inerenti e conseguenti.
***
Sono, pertanto, legittimati ad intervenire in Assemblea coloro che risulteranno titolari del
diritto di voto al termine della giornata contabile dell’11 dicembre 2015 (record date).
Gli Azionisti legittimati ad intervenire in Assemblea possono porre domande sulle materie
all’ordine del giorno anche prima dell’Assemblea, e comunque entro il 19 dicembre 2015.
Restano invariate tutte le altre indicazioni fornite nell’avviso pubblicato il giorno 20
novembre 2015.
Rescaldina, 24 Novembre 2015
per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
2015. Nello specifico, la ghigliottina taglia provvedimenti non più attuali, per cui non
sussistono più condizioni di
adozione o modifica. Obiettivo: dare maggiore certezza del
diritto su molti temi, tra cui
la razionalizzazione degli acquisti, le attività imprenditoriali, sistemi tariffari, mercato
elettronico e l’agenda digitale.
Prima del taglio è stato fatto
un censimento delle norme da
cassare, ad opera delle amministrazioni centrali. È stato
anche stilato un altro elenco
di provvedimenti la cui attuazione richiede modifiche alla
normativa primaria. Inoltre,
i ministeri si sono impegnati
nella rapida adozione di provvedimenti ancora in stand-by.
In relazione all’attuazione del
programma di governo, invece, il ministro per le riforme
costituzionali e i rapporti con
il parlamento Maria Elena
Boschi ha ricordato in seno
come, dal Cdm del 12 ottobre,
siano stati adottati 40 provvedimenti, di cui 30 riferiti al
governo in carica. Il tasso di
attuazione delle riforme, ha
detto Boschi, sarebbe salito al
70,5%.
L’esecutivo ha poi dato un
primo via libera a un decreto
del presidente del consiglio,
predisposto dai ministeri
dell’economia e dello sviluppo
economico, relativo alla cessione di non oltre il 40% di quote
della società Ferrovie dello
stato Italiane spa ai sensi
della normativa sulle privatizzazioni (legge 474/1994 e
legge 481/1995). Il testo verrà inviato alle commissioni
parlamentari competenti per
i pareri. In particolare, lo
schema di dpcm dispone che
la cessione possa avvenire in
più fasi, attraverso un’offerta
pubblica di vendita - rivolta a
risparmiatori (inclusi i dipendenti Fs), investitori istituzionali italiani e internazionali
- e mediante quotazione sul
mercato azionario; per i dipendenti del gruppo si prevedono
forme di incentivazione nella
partecipazione all’acquisto, in
termini di quote dell’offerta
riservate (tranche dell’offerta
riservata e lotti minimi garantiti) e di prezzo (ad esempio,
come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus
share maggiorata rispetto al
pubblico indistinto) o di modalità di finanziamento.
Espedito Ausilio
DI
ANDREA MASCOLINI
È illegittimo chiedere cauzzioni con il rating per la parte
tecipazione ad appalti pubblici; si violano i principi di
b
cconcorrenza e si penalizzano
le piccole e medie imprese.
È quanto afferma il parere
Anac (l’Autorità nazionale
A
anticorruzione) 21 ottobre
a
2015 n. 171 con riguardo
2
a una gara di appalto per
ll’affidamento del servizio
di taglio del manto erboso
d
e servizi accessori, il cui dissciplinare di gara aveva previsto che per la produzione
v
della cauzione provvisoria
d
i concorrenti dovessero fare
riferimento a compagnie
assicurative che rilasciano
le garanzie fideiussorie dotate di rating, rilasciato da
una delle principali società
di rating, non inferiore al
corrispondente punteggio
BBB rilasciato da Standard
& Poor’s. In base alla normativa vigente la cauzione
provvisoria può essere costituita anche sotto forma
di fideiussione bancaria o
assicurativa o rilasciata
da intermediari finanziari
purché questi siano iscritti
nell’albo di cui all’articolo
106 del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, che
svolgono in via esclusiva o
prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono
sottoposti a revisione contabile da parte di una società
di revisione iscritta nell’albo
previsto dall’articolo 161 del
decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. L’Autorità presieduta da Raffaele Cantone
ha nella sostanza, sia pure
in estrema sintesi, ripreso
i contenuti della propria
determinazione n. 1 del 29
luglio 2014 che si era espressa nel senso che la richiesta
di rating, pari o superiore
ad un determinato minimo,
attribuito dalle società di
certificazione internazionale si ponesse «in violazione
dei principi di cui all’art.
2, dlgs 163/2006 in quanto introduce restrizioni non
previste dal Codice che non
appaiono neppure correlate
e proporzionate con gli obiettivi che si intende perseguire,
potendo introdurre ostacoli
elevati alla partecipazione
alle gare soprattutto per le
piccole e medie imprese».
Nel provvedimento di oltre
un anno fa si ponevano diversi aspetti di illegittimità:
la mancata accettazione
di garanzie da parte degli
intermediari finanziari; la
richiesta di un contratto autonomo di garanzia e, infine,
il problema del rating che,
con questo parere di precontenzioso viene di nuovo bocciato, nonostante sia molto
spesso richiesto.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
D I R I T TO E I M P R E SA
Martedì 24 N
Novembre 2015
L’Ue dà via libera a tre piani di sviluppo rurale. Alla Basilicata 680 mln
CAUSA SISMA
Tre mld al Sud agricolo
Rinnovabili,
altro timing
per gli aiuti
Alla Campania 1,8 mld, alla Calabria 1,1 mld
DI
CINZIA DE STEFANIS
B
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
31
occata di ossigeno allo
sviluppo dell’agricoltura meridionale.
Dall’Unione europea
finanziamenti pari a 3,1 mld
di euro per lo sviluppo di programmi rurali nelle regioni
Basilicata, Campania e Calabria. Il totale complessivo
di fondi Ue sbloccati per il
periodo 2014-2020 ammonta
a 3,142 mld di euro. Le priorità del programma nazionale di
sviluppo rurale per il periodo
2014-2020 sono legate in particolare alla prevenzione e gestione dei rischi aziendali, alla
salvaguardia della biodiversità animale ed all’efficienza
nell’uso delle risorse idriche.
La Commissione europea
ha approvato il 20 novembre
2015 il programma nazionale
rurale e i piani di sviluppo rurale di Basilicata, Calabria, e
Campania 2014-2020. Ma per
l’accesso alle risorse dobbiamo attendere l’emanazione
dei primi bandi che verranno
emessi già a dicembre. Ma andiamo con ordine e descriviamo l’intervento agevolativo.
B UDGET COMPLESSIVO. Il
programma rurale dell’Italia
conta complessivamente su
un budget di circa 2,14 mld
di euro, di cui 963 mln di euro
di fondi europei e 1,17 mld di
euro di cofinanziamento nazionale. Secondo il piano saranno circa 90 mila le aziende
agricole italiane che beneficeranno di un aiuto per attivare
gli strumenti di gestione dei
rischi, mentre 395.000 ettari di
terreno saranno interessati da
infrastrutture relative a sistemi d’irrigazione più efficienti e
gli interventi relativi alla conservazione della biodiversità
animale riguarderanno circa
39 razze bovine. I fondi serviranno ad avviare una nuova
fase di investimenti e facilitare il processo di ricambio generazionale in agricoltura.
P RIORITÀ DEL PROGRAMMA
RURALE. Tre saranno le priorità del programma nazionale
rurale:
- promozione e organizzazione della filiera agroalimentare,
tra cui elaborazione e commercializzazione dei prodotti agricoli , il benessere degli animali
e la gestione del rischio agrico-
lo per 1.590 milioni di euro;
- valorizzazione degli ecosistemi legati alla agricoltura e
silvicoltura per 194 milioni di
euro;
- promozione dell’uso efficiente delle risorse e sostegno
alla transizione verso una
bassa emissione di carbonio e
verso un’economia resiliente al
clima in agricoltura, alimentazione e settore forestale per
291 milioni di euro. Questo
punto si concentra essenzialmente nella sottopriorità di
ottimizzazione delle risorse
idriche.
REGIONE CAMPANIA. Il programma sviluppo rurale Campania avrà a disposizione 1,84
mld, di cui oltre 1,1 mld di euro
di fondi Ue e 726 mln di co-
Un portale dei trasportatori
Accessibili al pubblico, tramite il portale dell’automobilista, a fini di consultazione, i dati relativi al registro elettronico nazionale delle imprese di trasporto su strada. Quali
denominazione e forma giuridica, sede legale, partita Iva
e/o codice fiscale e, per le imprese che effettuano trasporto
merci, anche il numero di iscrizione all’albo nazionale degli
autotrasportatori di cose per conto di terzi. Queste le istruzioni
contenute nel decreto 10/11/2015 del ministero dei trasporti. Due le sezioni del registro: la prima «imprese e gestori»,
contenente denominazione e forma giuridica dell’impresa,
sede sociale, nome dei gestore dei trasporti e, se del caso, di
un legale rappresentante, tipo di autorizzazione, numero di
veicoli oggetto di autorizzazione e, se del caso, numero della
licenza Ce; la seconda sezione, «sanzioni», contenente numero,
categoria e tipo di infrazioni gravi che hanno dato luogo a
una condanna o a una sanzione negli ultimi due anni; nome
e persone dichiarate inidonee a dirigere l’attività di trasporto
di un’impresa, finché non abbiano ottenuto la riabilitazione
o sia stata ripristinata l’onorabilità.
finanziamento nazionale. Di
queste risorse, oltre 700 mln
sono destinati a preservare
e ripristinare gli ecosistemi
nei settori agricolo e forestale, mentre poco meno di 600
mln andranno ad aumentare
la competitività delle imprese
agricole.
R EGIONE CALABRIA. Il Psr
Calabria ammonta a 1,1 mld
di euro, di cui 667,7 mln di
fondi europei e 435,9 mln di
euro di cofinanziamento nazionale. Si cercherà con le risorse
stanziate di sostenere settori
strategici per l’agricoltura
calabrese, quali l’olivicoltura,
l’agrumicoltura e la zootecnia,
e si potenzieranno le relative
filiere. Particolare sostegno
verrà rivolto all’insediamento dei giovani imprenditori,
all’aggregazione dei produttori e alle zone di montagna,
alle aree interne e a quelle
svantaggiate.
REGIONE BASILICATA. In Basilicata il programma di sviluppo rurale avrà un budget
di circa 680,16 mln di euro, di
cui 411,49 mln di euro in arrivo dal bilancio Ue e 268,67
mln di euro di cofinanziamento nazionale.
Particolare sostegno verrà rivolto alle organizzazioni dei produttori dirette da
giovani laureati, alla ricerca
e sviluppo, alla creazione di
posto di lavoro nella filiera
agroalimentare e alla promozione dei prodotti di qualità
biologici attraverso le misure
agro-ambientali.
© Riproduzione riservata
Incentivi smart & start,
993 progetti al 18/11
Aree degradate urbane,
istanze entro il 30/11
Al 18 novembre sono stati presentati 993 progetti per
l’accesso ai 200 milioni di euro del bando smart & start. I
progetti ammessi sono 184 e i non ammessi ammontano a
479. Le agevolazioni assegnate sono pari a oltre 94 mln di
euro. Questo è quanto emerge dal report elaborato da Invitalia e aggiornato al 18 novembre 2015 . Per contendersi i
200 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dello
sviluppo economico sono giunte al 18 novembre scorso in
totale 993 richieste: 608 dal Centro-Nord, 350 dal Sud e
35 dal cratere sismico aquilano. Le agevolazioni richieste
sfiorano gli oltre 500 milioni di euro e riguardano soprattutto iniziative nell’economia digitale, seguite da progetti con
tecnologie nuove e sperimentali e dalla valorizzazione della
ricerca. Più in dettaglio, è l’e-commerce il settore preferito
dagli startupper italiani, che dimostrano forte interesse anche per ambiente ed energia. Tra i settori più in vista, anche
quello dei social network e del cloud computing, insieme ai
materiali innovativi, life sciences, turismo e beni culturali, smart cities, bioagroalimentare. Il 52% delle domande
riguarda lo sviluppo di startup innovative già esistenti.
Smart&Start Italia sostiene la nascita e la crescita delle
start-up innovative ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’ economia
digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli»
dall’estero. La procedura per l’accesso alle agevolazioni è
completamente informatizzata. Dal 16 febbraio è possibile
presentare domanda. Smart&Start Italia è una misura a
sportello, le domande sono valutate in base all’ordine di
arrivo e non ci sono graduatorie. La dotazione finanziaria
è di circa 200 milioni di euro.
Entro il 30 novembre 2015, i comuni che hanno nel loro
territorio la presenza di aree urbane degradate possono
presentare le domande per l’accesso (anno 2015) di euro
44.138.500,00. È possibile presentare la domanda anche per
aree non contigue purché la proposta progettuale rappresenti un insieme coordinato d’interventi diretti alla riduzione
di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Queste alcune delle risposte formulate dall’Anci (e aggiornate
al 20 novembre 2015) sull’accesso da parte dei comuni ai
44 milioni di euro per la riqualificazione aree urbane degradate. Il bando prevede che possano partecipare anche i
comuni sia singolarmente che in forma aggregata. Nel caso
di unione questa è configurabile come un’aggregazione non
temporanea di comuni quindi sarà sufficiente allegare l’atto
di costituzione dell’unione. Gli atti, in questo caso, saranno
sottoscritti dal presidente dell’unione. È possibile prevedere
interventi di ristrutturazione di immobili di proprietà di un
«ente regionale di diritto pubblico non economico, dotato di
autonomia organizzativa, patrimoniale, finanziaria, contabile e tecnica (o di ente similare)», se parte degli immobili
viene concessa in uso all’amministrazione comunale ma
resta di proprietà dell’ente (che cofinanzierebbe l’intervento).
Nel caso di interventi costituiti da servizi socio-culturali
(per esempio un servizio di mediazione culturale) devono
essere spazialmente collocati all’interno dell’area degradata. È possibile presentare richiesta di solo finanziamento
(fino al max di 2 milioni di euro) senza nessun tipo di
cofinanziamento. La domanda può essere presentata con
ad essa allegato il progetto che si compone delle relazioni
e degli elaborati grafici e il documento di analisi oltre alla
delibera di approvazione.
Nuove regole da parte
del Gse per l’ammissione
agli incentivi per gli impianti a fonti rinnovabili
diversi dai fotovoltaici localizzati nei territori delle
province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova,
Reggio Emilia e Rovigo
colpiti dal sisma nell’anno
2012. Gli impianti a fonti
rinnovabili diversi dai fotovoltaici realizzati e quelli in fase di realizzazione
nei fabbricati distrutti
od oggetto di ordinanze
sindacali di sgombero,
in quanto inagibili totalmente o parzialmente, accedono alle incentivazioni
qualora entrano in esercizio entro il 31 dicembre
2015. Questo quanto si
legge nel documento del
Gse agli incentivi per gli
impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici localizzati nei territori
delle province di Bologna,
Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo
colpiti dal sisma nell’anno
2012. Gli impianti a fonti
rinnovabili diversi dai fotovoltaici già autorizzati
alla data del 30 settembre
2012 accedono agli incentivi vigenti alla data del 6
giugno 2012 (meccanismo
di incentivazione del dm
18 dicembre 2008), qualora entrino in esercizio
entro il 31 dicembre 2015.
Per impianto «realizzato»
si intende un impianto
che, alla data del sisma,
risultava essere entrato in
esercizio e che, alla stessa
data, risultava ammesso
agli incentivi o per il quale
ricorrevano i presupposti
per l’ammissione agli incentivi. Per impianto «già
autorizzato» si intende un
impianto che, alla data
del sisma, non era ancora
entrato in esercizio e per
il quale, al 30 settembre
2012, erano stati conseguiti i rispettivi titoli
autorizzativi e infine per
impianto «in fase di realizzazione» si intende un
impianto «già autorizzato». Tutti gli impianti
che rispondono alle definizioni di impianti realizzati o già autorizzati
o in fase di realizzazione, non hanno l’obbligo
di iscriversi ai registri o
alle procedure d’asta per
accedere agli incentivi e,
pur concorrendo al costo
indicativo cumulato annuo degli incentivi, sono
comunque ammessi agli
incentivi vigenti alla data
del 6 giugno 2012 anche
qualora sia stato raggiunto il limite di costo di 5,8
miliardi di euro stabilito
dal dm 6 luglio 2012.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
32
Martedì 24 Novembre 2015
PROFESSIONI
Il ministero della giustizia completa l’operazione di ricognizione chiesta dall’Ue
Professioni, mappatura ultimata
Categorie regolamentate analizzate nel dettaglio
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
P
MARIO VALDO
rofessioni sotto la
lente del ministero
della giustizia. Che
ha provveduto alla
fase di mappatura delle
professioni regolamentate,
con la finalità di accertare
la effettiva necessità della
regolamentazione delle
professioni da parte degli
ordinamenti interni. Una
facoltà che
il diritto
comunitario
riconosce agli
stati membri
soltanto al fine
di tutela di interessi generali e nel
rispetto del principio di proporzionalità (si
veda ItaliaOggi
del 27
agosto
2015). Il completamento di
questa fase di setaccio entro il 2015 era stato annunciato dallo stesso ministero
all’interno della relazione
sulla performance 2014.
Si tratta, in particolare, di
attuare l’art. 59 della direttiva qualifiche 55/13, che
ha previsto il cosiddetto
«esercizio di trasparenza»
e cioè un’ attività stabilita
dalla Commissione europea per valutare tutta la
regolamentazione nazionale
sulle professioni. Obiettivo:
determinare una possibile
riduzione o modifica della
regolamentazione dei servizi professionali, conside-
rata una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità
dei professionisti e, quindi,
alla crescita economica e
allo sviluppo dell’occupazione. Il risultato del primo
step di questa operazione,
durante il quale il dipartimento delle politiche europee, con la collaborazione
Magistrati ordinari, bando per 350 posti
Aperto il bando per 350 posti di magistrato ordinario.
Lo prevede il dm 22 ottobre 2015,
pubblicato sul sito del ministero della giustizia insieme alla scheda del
concorso.
Scadenza per la presentazione delle
domande è il 21 dicembre 2015.
I candidati, per poter
partecipare alla procedura concorsuale,
devono essere in regola con il pagamento del diritto di seAndrea
greteria di 50 euro
Orlando
e rientrare nelle
seguenti categorie:
magistrati ammini-
Diminuisce l’arretrato civile
di 260 mila cause nel 2014
Arretrato civile in calo. Nel 2014, le pendenze si
sono attestate a quota 4,8 milioni, ovvero 260 mila
cause in meno rispetto al 2013. E per il 2016 è prevista quota 4 milioni. È quanto emerge, tra l’altro,
dalla relazione sulla performance relativa al 2014
del ministero della giustizia, approvata con dm 17
novembre 2015. Riguardo il contenzioso civile, via
Arenula ha sottolineato inoltre che oltre 300 mila
affari in lavorazione nei tribunali sono di competenza del giudice tutelare, e rappresentano quindi
fascicoli che non hanno una scadenza che dipende
dal lavoro del giudice ma possono durare per tutta
l’esistenza in vita del soggetto tutelato. Motivo per
cui la reale pendenza di contenzioso e di altri affari
civili, specifica il ministero, si attesta sotto quota
4,5 milioni. In più, dal momento che la produttività
del sistema giudiziario è sostanzialmente costante intorno ai 4,5 milioni di defi nizioni annue, ne
deriva che la diminuzione delle pendenze è dovuta
alla significativa riduzione delle cause in ingresso
(circa 4,2 milioni nel 2014). I primi dati del 2015,
continua la relazione di via Arenula, confermano
la tendenza alla riduzione delle iscrizioni di nuove
cause per cui il ministero prevede una ulteriore diminuzione delle pendenze che potrebbe raggiungere
quota 4,2-4,3 milioni a fine 2015 e quota 4 milioni
a fine 2016, al netto dell’attività del giudice tutelare e a parità di altre condizioni, prima fra tutte
la produttività degli uffici giudiziari. Un trend che,
secondo il ministero, contribuirà anche al contenimento dei tempi di durata delle cause civili, per i
quali «si attende, a partire dal 2015 e nel 2016, una
inversione di tendenza rispetto agli anni passati». La
persistenza dell’arretrato civile, infatti, è in grado
di determinare seri pregiudizi economici per il profilo degli indennizzi ex legge Pinto, oggi attestati a
un debito dello stato di oltre 400 milioni di euro.
«In questo quadro già problematico», si legge nella
relazione, «si sono iscritti anche circa mille ricorsi
proposti alla Corte europea dei diritti dell’uomo che
avrebbero comportato ulteriori esborsi a carico dello Stato per porre fine al contenzioso se non fosse
stato elaborato un Piano di rientro».
Gabriele Ventura
strativi e contabili, procuratori dello
stato, dipendenti dello stato con qualifica dirigenziale, appartenenti al personale universitario di ruolo docente
di materie giuridiche, dipendenti, con
qualifica dirigenziale o appartenenti
alla ex area direttiva, della pubblica
amministrazione, degli enti pubblici a
carattere nazionale e degli enti locali,
abilitati all’esercizio della professione
forense.
Inoltre, possono presentare domanda
coloro i quali hanno svolto le funzioni
di magistrato onorario per almeno sei
anni senza demerito, senza essere stati
revocati e che non sono incorsi in sanzioni disciplinari.
Mario Valdo
BREVI
L’Unione camere penali italiane, con il suo Osservatorio Carcere, denuncia
la parziale e minima applicazione del braccialetto
elettronico per il controllo
a distanza dei detenuti
agli arresti domiciliari.
«La parziale e minima
applicazione dell’articolo
275-bis del cpp e dell’art.
58-quinques O.P.», ha
sottolineato l’Ucpi, «è in
palese violazione dei diritti dei detenuti e in
contrasto con l’esigenza
di superare e prevenire
il sovraffollamento nelle
carceri italiane».
È trascorso più di un
mese dall’alluvione che
ha messo in ginocchio
Benevento e l’intero territorio del Sannio e ad oggi
nessuna misura risulta
essere stata disposta sul
fronte della sospensione degli adempimenti
fiscali e previdenziali a
favore delle comunità
colpite. Questa la denuncia dell’Associazione
italiana commercialisti
guidata da Marco Cuchel.
«Quando si determinano
situazioni di emergenza»,
ha sottolineato Cuchel,
«l’intervento tempestivo
delle Istituzioni deve prima di tutto essere volto ad
aiutare e a mettere in sicurezza le comunità colpite,
e immediatamente dopo
ad assicurare la fase della
ricostruzione».
di Isfol, regioni e categorie
professionali, ha passato al
setaccio 169 professioni regolamentate italiane, è stato non solo l’aggiornamento
del data base, che ora conta
169 professioni contro le 143
inserite precedentemente.
Ma soprattutto la possibilità di evidenziarne le criticità. Pressoché inesistenti per
le professioni economicolegali, ma significative per
quelle tecniche, soprattutto
a causa di regolamentazioni obsolete e frammentate.
Ricordiamo infatti che per i
commercialisti, per esempio,
il nuovo albo unico è entrato in vigore il 1° gennaio
2008, mentre gli avvocati
possono contare sul nuovo
ordinamento forense da inizio 2013. Invece, secondo il
dipartimento della politiche
comunitarie, le professioni
di perito industriale, perito
agrario geometra, architetto
e ingegnere sono interessate
dalla sovrapposizione delle
competenze che, di conseguenza, necessitano di una
maggiore definizione.
Geometri: la concorrenza
tra professioni non sia sleale
Rivedere il ddl concorrenza per fare in modo che sia
garantita la trasparenza del mercato delle professioni.
Le diverse categorie, infatti, devono poter concorrere
partendo da una comune disciplina normativa, fiscale e
contributiva. L’allarme è stato lanciato all’unisono dalla
Cassa di previdenza dei geometri (Cipag) e dal Consiglio nazionale della categoria nel corso delle audizioni
sul tema che si sono svolte il commissione industria al
senato. «La libera professione deve essere svolta senza
disparità e le diverse figure professionali devono poter
concorrere partendo da una comune disciplina normativa, fiscale e contributiva. Il ddl concorrenza, invece,
acuisce le differenze tra le società di ingegneria e quelle
tra professionisti», ha sottolineato il numero uno della
Cipag, Fausto Amadasi. In particolare, sotto la lente dei
geometri, l’art. 46 del ddl, che disciplina lo svolgimento di
attività professionali in forma associata. Tale articolo, infatti, modifica solo parzialmente la complessa disciplina
delle società di ingegneria (Si), non adeguandola a quella
delle società tra professionisti (Stp). Di fatto, quindi,
viene meno quel processo di armonizzazione normativa,
fiscale e contributiva tra tutte le società che svolgono
esclusivamente attività professionale, indipendentemente dalla forma giuridica assunta. «Se persisteranno le
attuali asimmetrie normative i professionisti, singoli o
associati, difficilmente potranno competere con tali società, che possono organizzarsi liberamente senza essere
sottoposte ad alcun limite normativo e optare scelte che
spesso favoriscono forme di elusione fiscale e contributiva», ha precisato il presidente del Cngegl, Maurizio
Savoncelli, «occorre fare una distinzione tra le società
che operano solo in questo settore e quelle che invece si
occupano anche di altro. È indispensabile diversificare le
due realtà, che non possono essere trattate con la stessa
modalità. Chiediamo che la libera professione sia svolta
senza disparità». «Ecco, quindi, che per far fronte a tali
disparità», si legge nella nota diffusa dalla dall’ente, «Cipag e Cngegl invitano il governo a emanare disposizioni
che disciplinino l’attività professionale basandosi su due
punti fondamentali: il riconoscimento della preminenza
dell’attività professionale svolta in tutte le sue modalità,
e la definizione di un trattamento fiscale e soprattutto
contributivo uguale per tutte le forme societarie in cui
si esercita tale attività».
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembre 2015
Ma
C O N S U L E N T I D E L L AVO R O
33
Il decreto sulle attività esercitabili dai patronati rafforza le competenze della legge 12/1979
Consulenti del lavoro necessari
Dal professionista abilitato per tutti gli oneri burocratici
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
D
al consulente del zione nella Gazzetta Ufficiale
lavoro per tutti gli n. 265 del 13 novembre 2015
adempimenti in ma- del dm 16 settembre 2015 è
teria di lavoro, così stato approvato lo schema di
convenzione
come previsto
che definisce
dalla legge 12
le modalità
del 1979. Il ledi esercizio,
gislatore, anda parte deche in occasiogli Istituti di
ne del decreto
patronato e
ministeriale
di assisten16 settembre
za sociale,
2015 relativo
delle attialle attività
vità di cui
esercitabili dai
all’articolo
patronati, ha
10, comma
ritenuto utile
1, lettera a),
distinguere gli
della legge
adempimen30 marzo
ti (riservati)
2001, n.
dalla consu152.
lenza (libera).
Si tratta
La lettura del
Marina
Calderone
in particoprovvedimenlare delle
to, infatti, non
lascia alcun dubbio circa la attività di sostegno, inforcompetenza esclusiva per i mative, di consulenza, di
professionisti iscritti a un supporto, di servizio e di asordine professionale per le sistenza tecnica in materia
attività ad essi attribuite dal- di: previdenza e assistenza
la disciplina vigente. Vedia- sociale, diritto del lavoro,
mo nel merito cosa prevede sanità, diritto di famiglia
il decreto. Con la pubblica- e delle successioni, diritto
civile e legislazione fiscale,
risparmio, tutela e sicurezza
sul lavoro che gli Istituti di
patronato possono svolgere
senza scopo di lucro, in Italia
e all’estero, con esclusione di
quelle ammesse al finanziamento, in favore di soggetti
privati e pubblici. Il provvedimento in esame assume
una valenza fondamentale
in quanto doveva definire le
modalità di esercizio di tali
attività e dunque di fatto è
attuativo di quanto previsto
dalla fonte primaria. Il de-
creto del ministro del lavoro
e delle politiche sociali, a tal
fine, non lascia dubbi circa le
prerogative dei professioni e
dunque i limiti dei patronati.
Già nella premessa del decreto viene infatti puntualizzato che occorre tenere conto
dell’art. 2229 del codice civile, secondo il quale la legge
determina le professioni per
l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in albi
o elenchi e, di conseguenza,
dell’art. 348 del codice penale, che vieta l’esercizio abusi-
Consigli provinciali a Roma
il 27 e 28 novembre
Dirigenti territoriali riuniti all’assemblea dei Consigli provinciali del 27 e 28 novembre 2015, che si terrà presso Roma
Eventi Fontana di Trevi. Gli argomenti trattati vanno dalle
nuove funzioni previste dal Jobs Act per i consulenti del lavoro nella procedura davanti alle Commissioni di certificazione
dei contratti, alle azioni a sostegno dell’esercizio della professione, a quelle a supporto degli iscritti: Deontologia - Abusivismo - Ced - Stp; dalla Fco all’anticorruzione; dagli aspetti
contabili per i Consigli Provinciali e nuova normativa p.a., al
Progetto di bilancio di previsione per l’esercizio 2016.
UN’OCCASIONE DA COGLIERE
vo di una professione per la
quale è richiesta una speciale
abilitazione dello Stato. Ma a
sgombrare il campo da qualsiasi dubbio la previsione
contenuta al comma 3 dell’articolo 1 del decreto nel quale
è previsto che rimane fermo
che le attività rientranti
nell’ambito delle professioni
di cui all’art. 2229 del codice
civile possono essere svolte
esclusivamente dagli iscritti
negli appositi albi o elenchi.
Di conseguenza, ogni attività che risulti attribuita alle
professioni per il cui esercizio è necessaria l’iscrizione
ad un ordine professionale
non potrà essere svolta dai
patronati quanto vietato dal
decreto. Ciò sta a significare,
ad esempio, che la tenuta del
libro unico del lavoro rimane
di esclusiva competenza dei
consulenti del lavoro e degli
altri soggetti individuati dalla legge n. 12/1979. Analoga
considerazione per quanto
concerne ogni attività per
la quale la legge individua
i professionisti che possono
svolgerla.
IL MODELLO DELLA CASSA
Bandi Ue, fronte comune
per i professionisti
segretario allo Sviluppo economico,
Informare i professionisti sulle opSimona Vicari. La presidente Caldeportunità messe a loro disposizione
rone ha sottolineato come il 12% del
dalla Comunità europea. È questo
pil europeo sia prodotto dalle proil messaggio lanciato a Roma il 20
fessioni ordinistiche, che con il loro
novembre presso la sede del Parlaruolo sussidiario e con competenze
mento europeo, dai maggiori rappresentanti del mondo professionale, qualificate di cui sono dotate, contribuiscono al buon andamento dello
riuniti in una tavola rotonda con il
Stato e a creare lavoro qualificato.
vicepresidente del parlamento eu«Con l’accesso ai fondi comunitari e
ropeo Antonio Tajani per discutere
con la rappresentanza al Cese», ha
del loro ruolo in Europa. Un segnadichiarato la presidente Calderone,
le di forte disponibilità al confronto
con le professioni è giunto più volte, «le professioni vengono riconosciute come componente importante
in questi mesi dall’Unione europea
del contesto economico italiano. Per
fino a concretizzarsi, come ha ricorquesto è necessario», ha ribadito la
dato Tajani, nel coinvolgimento dei
presidente Calderone, «informare
professionisti nel piano d’azione per
e accompagnare i professionisti
l’Imprenditorialità 2020, il programall’utilizzo di questi strumenti che
ma che permette loro di accedere
possono rafforzare l’intero sistema
ai fondi comunitari come avviene
già per le piccole e medie imprese. professionale». Per il sen. Mandelli,
rappresentante delle professioni per
«Un’occasione importante», ha sotForza Italia, la partecipazione attiva
tolineato il vicepresidente, «che i
dei professionisti nella politica può
professionisti devono saper cogliecontribuire al cambiare il futuro
re per vincere la sfida del mercato
dell’Italia. È necessario puntare
europeo e favorire nuove condizioni
sulla formazione», secondo Armando
di sviluppo e occupazione». Al dibatZambrano, coordinatore delle protito sono intervenuti: la presidente
fessioni tecniche, «per permettere
del Comitato unitario professioni e
ai giovani di accedere a un mercato
membro del Comitato economico e
sociale europeo, Marina Calderone; sempre più competitivo». Il sottosegretario allo sviluppo economico Siil coordinatore Rete professioni tecmona Vicari ha invece ricordato tutniche, Armando Zambrano, il preti gli incentivi messi a disposizione
sidente Confprofessioni, Gaetano
dal Mise, tra i quali Microcredito e
Stella; il presidente della Federaziofondo di garanzia,
ne Ordini farmacisti
per incentivare
italiani, sen. Andrea
Pagina
a
cura
l’aggregazione dei
Mandelli, il presiDEL
C
ONSIGLIO
NAZIONALE
liberi professionisti
dente di Adepp, AnDELL
’O
RDINE
e valorizzare le loro
drea Camporese, e in
DEI CONSULENTI DEL LAVORO
professionalità.
conclusione il sotto-
Enpacl, un patrimonio a
disposizione degli iscritti
Ogni ente di previdenza è alimentato dai contributi degli iscritti. Ma
per cosa vengono utilizzate queste
risorse? Ecco il modello della Cassa
dei Consulenti del lavoro. Ciascun
iscritto ha un proprio montante
contributivo, nel quale confluisce
l’intero ammontare del soggettivo
e il 75% dell’integrativo: nessuna
altra Cassa di previdenza offre
ai liberi professionisti iscritti un
simile vantaggio. Infatti, il contributo integrativo, nella stragrande
maggioranza dei casi, non entra
nei montanti individuali o lo è in
minima misura. E cosa ne fa l’Enpacl del 25% residuo? Semplice:
della somma annualmente disponibile, una parte va a capitalizzare il sistema e un’altra parte torna
agli iscritti, sotto forma di attività
di sostegno all’esercizio della professione di consulente del lavoro.
Si tratta di cifre importanti, ogni
anno comprese tra i 6 e i 7 milioni
di euro, che vengono utilizzati in
base a un programma di interventi
studiato ad hoc dall’Assemblea dei
delegati dell’Ente in sede di approvazione del bilancio di previsione.
Sostegno alla genitorialità, aiuti
ai neo iscritti, finanziamento degli interessi sui prestiti, misure
a favore del passaggio degli studi
professionali, polizza di assistenza sanitaria integrativa, long term
care, facilitazioni per i praticanti
e i professionisti affidatari, sono
alcune delle misure già adottate
dall’Enpacl in favore dei propri
iscritti, senza alcun onere aggiun-
tivo, finanziate con l’utilizzo del
contributo integrativo che, in tal
modo, viene redistribuito all’interno della categoria associata. Inoltre l’Ente, attraverso la Fondazione
Universolavoro appositamente costituita, ha avviato lo sviluppo di
una piattaforma informatica innovativa, dedicata solo ai Consulenti
del Lavoro, che consentirà la semplificazione delle attività di studio
e migliorerà i rapporti telematici
con la pubblica amministrazione.
Cosa accadrebbe se l’Ente non utilizzasse per tali finalità, che hanno
un ritorno diretto sugli iscritti, i 7
milioni di euro di contributo integrativo a ciò statutariamente destinati? Semplice: finirebbero per
aumentare il già cospicuo patrimonio dell’Ente. Dunque, non andrebbero persi. Tuttavia, come noto, la
situazione patrimoniale degli enti
di previdenza dei liberi professionisti, seppure privatizzati, figura
negli attivi del bilancio consolidato
dello Stato. In tal senso, il rischio
di nazionalizzazione di tali riserve
non è mai pienamente svanito. E
allora è bene che i consulenti del
lavoro fruiscano appieno ogni anno
dei vantaggi che la riforma offre,
in termini di assistenza sanitaria
integrativa e di servizi a sostegno
della professione. In tal senso, l’Assemblea dei delegati è chiamata
a effettuare scelte coerenti con il
panorama della professione e il
Consiglio di Amministrazione a
esercitare effettivamente i poteri
di spesa che gli competono.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
34
Martedì 24 Novembre 2015
FISMIC CONFSAL
Il parere del segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo
Sindacati, gap va colmato
Vuoto nella rappresentanza per più fattori
DI
ROBERTO DI MAULO*
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
O
ggi ci si interroga sul
futuro e sulla crisi
del sindacalismo confederale del nostro
Paese. Occorre una nuova
forma organizzativa, che sia
migliore. La Fismic insieme
ad altri sei sindacati di categoria partecipa alla discussione del «Sindacato 2.0», con
l’intento di offrire alle forze
politiche, sia di governo che
di opposizione, un terreno comune di discussione in prospettiva, abbastanza certa,
di un intervento legislativo
sulla materia della rappresentanza. Noi crediamo che
sia un dovere istituzionale
del governo, intervenire con
una legge che sia in grado di
riempire il vuoto creato:
• dalla sentenza della Corte costituzionale del 3 luglio
2013 che ha riformato l’art.
19 della legge 300/70;
• dalla riforma costituzionale che ha abrogato il
Cnel;
• dall’impegno dell’esecutivo stesso a varare il salario minimo per legge come
previsto dall’ultimo decreto
attuativo del Jobs Act, finora
rimasto inattuato.
Non è quindi l’insipienza
contrattuale o le divisioni
interne esistenti sia in Confindustria che nelle maggiori
confederazioni tradizionali,
che richiedono che la politica
intervenga sulla materia con
una legge. L’insipienza e le
divisioni di Confindustria e
sindacati tradizionali hanno
semplicemente aggravato la
situazione, ma è un vuoto di
poteri in cui ciascuno è legittimato di dire e di rappresentare ciò che vuole che richiede un intervento urgente di
una legge sulla materia delle
relazioni industriali, finora
fattore di freno della nostra
economia.
Vediamo in sintesi come è
maturata questa situazione
di vuoto.
1) La sentenza della Corte
costituzionale, infatti, cancella di fatto il principio di
confederazioni maggiormente rappresentative e nega,
correttamente a nostro avviso, maggiori poteri per
le organizzazioni sindacali
firmatarie dei contratti nazionali; così si lascia però il
diritto di creare una propria
Rsa a tutti coloro che partecipano alle trattative del rinnovo del contratto e questo fa
si che sia nella podestà dei
datori di lavoro la facoltà di
legittimare o meno le Oo.ss.
in spregio a quanto previsto
dagli artt. 36 e 39 della nostra Costituzione.
2) L’abrogazione Cnel dà
un’ulteriore picconata al
concetto di confederazione
maggiormente rappresentativa, in quanto finora comunemente la prassi e la
giurisprudenza conferivano
tale titolo automaticamente
a tutti coloro che sedevano al
Cnel. Tutto questo fa cadere
in un vuoto pericolosissimo
il concetto di sindacato maggiormente rappresentativo,
che non può essere certo riempito da accordicchi interconfederali che valgono solo
per le parti che l’hanno sottoscritto e che sono a un anno
e mezzo dalla loro stipula
ancora largamente disattesi
e non applicati, ma forse mai
applicabili.
3) La difficoltà per tutte le
categorie merceologiche vere
e non consociative come i chimici di concludere accordi
per il rinnovo del contratto
(la prima sessione dei meccanici lo scorso 5 novembre
a cui abbiamo partecipato
direttamente lo testimonia
ampiamente) fornisce ulteriore materia di vuoto che
va riempito con un’iniziativa legislativa che preveda
anche nel nostro paese la
definizione di un salario minimo orario.
Noi crediamo che il legislatore nell’approcciare
la materia debba avere un
orizzonte di ampio respiro,
che tenga conto delle novità
intervenute sia nella prassi
contrattuale che nella vita
reale di tutti giorni.
Anzitutto va sostituito il
criterio di sindacati maggiormente rappresentativi
con quello di organizzazioni
sindacali e datoriali proporzionalmente maggiormente
rappresentativi. Il
loro peso specifico
andrà valutato, per
quanto riguarda la
parte dei lavoratori non già dalla
media ponderale
tra iscritti e voti,
ma esclusivamente dai risultati
elettorali ottenuti
nelle elezioni delle
Rsu-Rsa; mentre
invece per quanto
riguarda i datori
di lavoro, il loro
peso dovrà essere
valutato attraverso la compilazione dell’apposito modello F24, attraverso l’Inps,
cosa che già fanno e che non
comporta aggravi di lavoro né per le imprese né per
l’istituto.
Il secondo passaggio è
quello dell’estensione ergaomnes della validità dell’applicazione del contratto nel
luogo dove questo viene applicato, sia esso azienda o nazionale; questo per chiudere
la giungla contrattuale oggi
esistente in numerose categorie merceologiche.
La definizione del salario
minimo orario, per legge, to-
glierà al contratto collettivo
nazionale di lavoro il gravoso
compito di far tenere il passo
dell’inflazione da parte delle
retribuzioni. Questo lascerà
spazio al contratto collettivo
nazionale di lavoro per occuparsi dei diritti minimi, della
determinazione dei massimi
degli orari di lavoro e di quel
welfare integrativo sempre
più indispensabile per garantire ai cittadini delle prestazioni adeguate, attraverso
il concorso del privato con il
pubblico.
Un’architettura di questo
genere renderà il Ccnl uno
strumento leggero e de-ideologizzato, e permetterà alla
contrattazione aziendale di
avere quel ruolo centrale per
compensare in modo adeguato il merito, la partecipazione,
l’impegno, la professionalità
e la maggiore produttività ed
efficienza dei lavoratori. Per
dirla con uno slogan ormai
abusato: «la ricchezza deve essere distribuita vicino al luogo
dove questa si produce».
Abusato oggi e detto da
quasi tutti, la Fismic lo diceva già con il suo antenato da
oltre 50 anni fa; e così si applicherà finalmente inoltre,
quanto previsto dall’art. 8
del decreto Sacconi dell’agosto 2010, finora rimasto
lettera morta per responsabilità precise del consociativismo Confindustria, Cgil,
Cisl e Uil.
La contrattazione aziendale inoltre può e deve tener
conto anche delle specifi cità negative di un’azienda,
prevedendo la possibilità di
derogare per periodi limita-
ti e predeterminati, a quanto
previsto dalla negoziazione
aziendale e nazionale, a fini
solidaristici e per evitare la
perdita di posti di lavoro e la
de-industrializzazione.
Tale negoziazione di secondo livello può inoltre trovare
per alcune materie, determinate e non sovrapponibili con
quelle trattate in azienda e
nel Ccnl riformato, anche
articolazioni a livello territoriale prevedendo iniziative congiunte di più aziende
o di comprensori industriali/
commerciali per materie specifiche come i trasporti, asili
nido, servizi comuni alle im-
prese ecc.
Al governo e più in generale alle forze politiche anche di
opposizione spetta il compito fondamentale di facilitare
questo percorso di riavvicinamento della contrattazione ai
luoghi di lavoro, attraverso
la conferma della detassazione e decontribuzione degli
accodi aziendali e inoltre di
proseguire la positiva opera
iniziata con il Jobs act di passaggio dal lavoro proprietario
al lavoro flessibile ma sicuro.
Una riforma di questo genere
avrebbe effetti epocali sulla
modernizzazione del paese,
con riflessi significativamente importanti per creare occasioni di buona occupazione
perché coperta da una maggiore produttività del manifatturiero, dei servizi e della
pubblica amministrazione,
che renderebbe le relazioni
industriali del paese un elemento di produttività e non
di freno del sistema, come lo
è stato in Germania durante
gli anni della crisi economica e poi nella fase di uscita
dalla crisi.
Se il contratto nazionale copre gran parte della
retribuzione dei lavoratori
italiani, le parole «merito»
e «produttività» perdono il
loro significato, favorendo la
minore partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Questo insieme ad altri
fattori strutturali (abnorme
tassazione del lavoro, eccessivo peso della burocrazia sulle
imprese, corruzione e criminalità organizzata) hanno
procurato un gap negativo
di produttività di un’ora lavorata in Italia
rispetto a un’ora
lavorata in Francia o in Spagna di
30 punti in meno
di dieci anni.
Assistere impotenti a questo
sfascio non è più
possibile, anche
perché lo abbiamo pagato con la
perdita di milioni
di posti di lavoro
e la chiusura di
decine di migliaia di imprese; e
sta alle forze politiche, una
volta tanto, di varare rapidamente e con la maggiore partecipazione possibile, quella
riforma della contrattazione
che dobbiamo soprattutto ai
nostri giovani disoccupati, a
coloro che lavorano e ai 4560enni che il lavoro lo hanno
perso.
*segretario generale
Fismic
Fismic
via delle Case Rosse 23
00131 ROMA
Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893
www.fismic.it
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI
Martedì 24 Novembre 2015
Marte
35
L’allarme del presidente Cnai: non possiamo agire come 40 anni fa
Corpi intermedi in crisi
Va aggiornato il modello di rappresentanza
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
DI MANOLA DI RENZO
E MATTEO SCIOCCHETTI
L
a chiara deriva è l’irrilevanza. «Non ci sentiamo
delle facili Cassandre,
ma bisogna sottolineare che la rappresentatività
dei corpi intermedi, oggi, sta
toccando livelli di popolarità
minimi e un’utilità sociale pari
allo zero». Questo il tono duro,
ma realista, del presidente del
Cnai, Orazio Di Renzo, a commento delle ultime vicissitudini in ambito di concertazione.
Irriso dal governo è, in primo
luogo, il sistema confederale,
che negli ultimi anni ha esibito
un’incapacità a rappresentare
gli interessi di chicchessia, se
non i propri, in una perversa
tendenza autoreferenziale.
Quest’estate abbiamo assistito
a segnali che facevano sperare nella messa in opera di una
riforma del sistema pensionistico; salvo poi, bruscamente,
fare marcia indietro, lasciando
spiazzati coloro che si aspettavano delle novità al riguardo.
«Così i sindacati, che sembrano sempre e solo impegnati nella difesa esclusivamente
degli interessi dei pensionati,
che tratteggiano buona parte
dei suoi tesserati, altro che sindacato dei lavoratori!, si sono
visti chiudere la porta in faccia
senza che la cosa abbia suscitato interesse all’interno dell’opinione pubblica. Ora si trovano
a rincorrere il governo con una
bozza di proposta unitaria, da
presentare il prossimo 17 dicembre all’assemblea dei delegati, per essere votata», ricorda
il presidente Di Renzo.
L’Europa e la mancanza di
fondi sono gli alibi ufficiali di
un mancato intervento sulle
pensioni che si palesa (anche)
come un discreto affronto ai
corpi di rappresentanza. Così
tornano periodicamente alla
ribalta le intenzioni, tutt’altro
che celate, del governo, di agire
per decreto, a gamba tesa, nella
regolamentazione dei rapporti
tra le parti sociali.
«Ovviamente la partita in
atto è molto più complessa di
quella che potrebbe sembrare
una scaramuccia tra opposte
fazioni. Assistiamo a un confronto in cui si stanno testando le forze in campo, calcando
la mano: in principio fu il Jobs
Act a mettere in crisi un sistema consolidato (quello dello
Statuto dei Lavoratori, ndr)
che rimaneva intonso, o quasi,
dagli anni 70. Lo Statuto era
un testo creato in un determinato mondo, che potremmo
definire analogico; oggi, in un
mondo dichiaratamente digitale, è apparso chiaro che non
possiamo più avvalerci degli
stessi strumenti di quarant’anni fa. Domani, chissà, potrebbe
attuarsi un’azione legislativa
nei confronti del modello contrattuale, del salario minimo
o della partecipazione», commenta il presidente Di Renzo.
Gli scenari della modernità vedono la nascita di altre
esigenze, rispetto a quelle del
passato: l’imprenditorialità
contemporanea impone una
riorganizzazione continua
delle strutture, pena la perdita di efficacia. Sono richieste
parti sociali snelle, dinamiche, territoriali, quindi svelte
nel recepire le esigenze delle
realtà fattuali, elementi di
un mondo in cui i parametri
nazionali della contrattazione
rappresentino solo il perimetro della contrattazione reale,
quella aziendale.
I corpi intermedi, incapaci
di offrire una resistenza concreta agli interventi statali,
sembrano infatti tenuti insieme solo dall’ampio «potere
diffuso», costruito in decenni di
abbraccio con il mondo politico.
I sindacati, poi, si sono involuti
fino alla perdita di incisività,
anche a causa di scelte scellerate e di arrocchi ideologici.
«Ora che il legame tra mondo
politico e sindacati confede-
Orazio Di Renzo
rali appare non certo reciso,
ma, quantomeno, fortemente
squilibrato a favore dei partiti,
verso quello al governo, in particolare, ci troviamo di fronte
a dei giganti cristallizzati nel
tempo, che però continuano a
costarci veramente troppo, da
tutti i punti di vista», sostiene
il presidente Di Renzo.
Ora, continuando a ignorare
gli insegnamenti della storia,
di fronte dell’impasse riguardo il rinnovo dei contratti della
pubblica amministrazione, per
esempio, i confederali tornano
a minacciare l’allestimento
delle consuete manifestazioni
nazionali e degli scioperi generali: «Perseverano così con gli
strumenti di lotta tradizionale, che sortiscono il solo effetto
di danneggiare gli utenti e la
collettività. Invece di difendere gli interessi dei lavoratori
mediante un’organizzazione
moderna e attività di seria
proposta, continuano con il
solito teatrino: evidentemente
sono costitutivamente incapaci
di aggiornarsi», critica il presidente Di Renzo.
Sarà per mancanza di carisma, struttura antiquata, una
percepita mancanza nella difesa degli interessi dei lavoratori, la crisi economica e il
nullo investimento nel sistema
Paese, ma il mondo sindacale
oggi dimostra un affanno per
molti versi inedito. Difficoltà
sconosciute anche nei momenti
di crisi organizzative gravi, occorse nei decenni passati.
«Ci troviamo, forse, dinanzi a un punto di non ritorno:
la fine di una gestione politico/sindacale incentrata solo
all’ottenimento di potere e
poltrone. Può darsi che questa
sia l’occasione per elaborare
un’alternativa moderna per i
futuri rapporti tra proprietà
e lavoratori. Obiettivo? Un
mondo della rappresentanza che si focalizzi sull’analisi
della organizzazione del lavoro e della produzione, sulla
conoscenza non solo dei piani
di investimento delle imprese
ma anche delle prospettive
professionali delle persone, con
un potenziamento del welfare
aziendale: questo è il futuro
delle parti sociali, sempre che
non vogliano essere spazzate
via dal progresso», esamina il
presidente Di Renzo.
In piena deriva postmoderna, i corpi intermedi maggiormente rappresentativi, non
hanno ancora realizzato la
fine delle grandi narrazioni
e dei forti impianti ideologici,
chiusi, come sono, in una realtà
artefatta, che esclude il coinvolgimento reale degli individui: «Hanno abdicato ormai
da lungo tempo al loro ruolo di
rappresentanza, non riuscendo
a favorire più la capacità di impresa da un lato e la promozione dei diritti sociali dall’altra.
Hanno, infatti, abbandonato
quasi completamente la cura
di intere categorie, come i precari, gli atipici, i lavoratori au-
tonomi e gli stessi imprenditori, per non parlare dei giovani
e delle donne. E non è quindi
un caso che la disaffezione si
palesi in varie occasioni. Per
esempio, durante le votazioni
per le Rsu: assistiamo ad affluenze risibili, con percentuali
che manifestano una partecipazione molto limitata alla
vita del sindacato», ricorda il
presidente Di Renzo.
Ma se Atene piange, Sparta
non può certo ridere. Dopo le
roboanti dichiarazioni provenienti da viale dell’Astronomia
sul rinnovo dei contratti e l’augurio di un ammodernamento nei rapporti contrattuali,
il comparto chimico ha visto
materializzarsi il rinnovo del
contratto collettivo seguendo
le stesse procedure di sempre.
«Altro che cambiamento delle
relazioni tra corpi intermedi
e ultimatum vari: si concretizza una moratoria per tutto
il 2016 sugli aumenti che bilancia il potenziamento della
partecipazione sindacale e delle relazioni e alcuni interventi
in materia di welfare, come le
ferie solidali. Un discreto colpo
alla credibilità dei vertici degli
industriali. La Confindustria
manifesta così anch’essa uno
scollamento tra base e rappresentanti: non vi è più un’identità ben definita, una progettualità manifesta e, pertanto,
i singoli membri sembrano
procedere in ordine sparso, al
netto delle belle dichiarazioni
dei forum e delle convention»,
sottolinea il presidente Cnai Di
Renzo, «l’unico vincitore è chi
ha puntato sulla fine dell’intermediazione per come l’abbiamo
conosciuta fino a oggi».
Pagina a cura di Cnai - Coordinamento
nazionale associazioni imprenditori
Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI
Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538
Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
36
Martedì 24 Novembre 2015
FONDO EASI/EBCE
I Ced non rinunciano alla formazione professionale
Apprendistato ok
Stabili i contratti nel 2015
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
S
e il contratto di apprendistato è considerato lo
strumento prioritario
per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro,
lo è sicuramente per i giovani
lavoratori che si apprestano a
entrare nel mondo dei Centri
elaborazione dati, dove a ottobre 2015 si è registrato un
incremento generale dell’occupazione del 7% circa rispetto
allo stesso periodo dell’anno
precedente. Cresce il numero
dei nuovi rapporti di lavoro
a tempo indeterminato e crescono i contratti a termine
e le assunzioni in apprendistato. A differenza di quanto
accade negli altri settori produttivi, infatti, all’interno dei
Ced l’adozione del contratto di
apprendistato non ha subito
alcun tipo di flessione legata
all’introduzione del contratto a
tutele crescenti. Quest’ultimo,
in aggiunta all’incentivo alle
assunzioni pari a 8.060 euro
per tre anni (Circolare Inps n.
17/2015), sebbene rappresenti un forte concorrente per il
contratto di apprendistato, non
ne ha causato la crisi, quantomeno nel settore dei Ced. Qui
le aziende fanno le loro scelte
sulla base sì dei vantaggi eco-
nomici, ma anche e soprattutto
su quelli normativi, contributivi e, non da ultimo quelli
formativi. In tale direzione si
evidenzia che l’apprendistato,
nonostante gli incentivi introdotti dal governo per l’adozione
del contratto a tutele crescenti, resta ancora il contratto più
conveniente in termini di costo aziendale e contribuzione
a carico del datore di lavoro.
Oltre al risparmio contributivo sono previsti sgravi fiscali,
usufruibili fino a quattro anni
in caso di conferma in servizio
dell’apprendista. Quest’ultimo,
inoltre, al termine del suo percorso formativo sarà inquadrato in una categoria superiore di
uno o due livelli rispetto alla
categoria in cui è inquadrato
al momento dell’assunzione.
Il vantaggio però non è solo
economico. A favore del contratto di apprendistato depone
la disciplina del non computo
nell’organico degli apprendisti,
i quali «sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti
da leggi e contratti collettivi
per l’applicazione di particolari
norme e istituti» (art. 7, comma
3, dlgs n. 176/2011). Inoltre, i
limiti meno stringenti in tema
di licenziamento che coinvol-
gono il contratto a tutele crescenti e il costo certo del recesso non valgono a indebolire
l’apprendistato. Apprendistato
e contratto a tutele crescenti
finiscono per sovrapporsi nei
soggetti destinatari tra i 19 e i
29 anni, ma tra le due tipologie
contrattuali vi è una profonda
differenza. Nel primo caso,
l’elemento della formazione
consente all’azienda di investire sullo sviluppo delle competenze e, di conseguenza, sul
capitale umano della propria
organizzazione. Nel secondo
caso viene meno questa opportunità. I giovani lavoratori ottengono sicuramente la
prospettiva di un contratto a
tempo indeterminato, ma la
garanzia di una reale crescita
professionale e di sviluppo delle
competenze all’interno del contesto produttivo è demandata
alla libera iniziativa dei datori. In definitiva l’accostamento
dell’apprendistato al contratto
a tutele crescenti si traduce
nello svilimento del carattere
distintivo e della componente
formativa che da sempre lo
contraddistinguono.
«Per le aziende, e in particolare per i Ced, l’adozione di
un contratto di apprendistato
Easi nell’Anagrafe dei fondi sanitari
Rinnovata l’iscrizione del Fondo Easi,
Ente di assistenza sanitaria integrativa,
per i dipendenti Ced, costituito pariteticamente da Assoced e Lait e da Ugl Terziario,
all’Anagrafe dei fondi sanitari integrativi.
Lo scorso 16 ottobre il Ministero della salute, Direzione generale della programmazione sanitaria, ha comunicato l’avvenuto
rinnovo dell’iscrizione di Easi all’Anagrafe dei fondi sanitari di cui al decreto del
Ministero della salute del 27 ottobre 2009
(decreto Sacconi). Come noto il decreto
prevede che i fondi sanitari integrativi
debbano destinare almeno il 20% dell’ammontare complessivo delle proprie risorse
economiche annuali a una serie di prestazioni vincolate: prestazioni di assistenza
odontoiatrica, di assistenza socio-sanitaria
rivolta ai soggetti non autosufficienti, interventi finalizzati al recupero della salute
di soggetti temporaneamente inabilitati da
malattia o infortunio. Ogni anno l’attestazione viene rilasciata ai fondi sanitari, compresi quelli di matrice contrattuale, che nel
rispetto degli standard qualitativi imposti
dal Ministero, raggiungono la percentuale
minima di risorse (20%), destinate nell’anno precedente alla non autosufficienza,
all’inabilità temporanea e all’odontoiatria,
come previsto appunto dal decreto dell’ex
ministro Sacconi del 2009. Per i dipendenti
e per i datori di lavoro che applicano il Ccnl
dei Ced, i vantaggi sono rilevanti. Infatti, la
presenza di Easi all’interno dell’Anagrafe
dei fondi sanitari, da un lato, garantisce ai
dipendenti dei Centri elaborazione dati,
delle Società tra professionisti e degli Studi
professionali non ordinistici, la possibilità
di usufruire di prestazioni sanitarie fondamentali per la tutela della salute, spesso
difficilmente coperte da Sistema sanitario
nazionale; dall’altro consente ai datori di
lavoro il beneficio della integrale deducibilità fiscale dei contributi versati al Fondo
Easi per l’assistenza sanitaria dei propri
dipendenti (art. 51 Tuir). Nel caso specifico
si fa riferimento ai contributi che saranno
versati nell’anno 2016. «Il rinnovo all’Anagrafe conferma il lavoro proficuo che il Fondo Easi sta portando avanti nell’ottica di un
consolidamento delle prestazioni offerte,
con particolare riguardo a quelle prestazioni divenute eccessivamente onerose
per le famiglie e che il sistema sanitario
nazionale non è in grado di garantire», afferma Claudio Ceccarelli, presidente del
Fondo Easi. «Il Fondo è costantemente impegnato nel monitoraggio dei cambiamenti
dell’offerta pubblica perché, laddove non
potrà arrivare la sanità pubblica dovranno
necessariamente intervenire i fondi sanitari integrativi e, se si considera il fatto che
la spesa sanitaria delle famiglie non è più
in grado di compensare quella dello Stato,
il ruolo dei fondi sanitari integrativi sarà
sempre più incisivo».
significa investire in formazione», sottolinea Giancarlo Badalin, presidente di Ebce. «Il
nostro ente bilaterale sta avviando un articolato programma di interventi sulla formazione, in favore dei lavoratori e
dei datori di lavoro, attraverso
l’attivazione di una piattaforma di formazione a distanza
che consentirà, da un lato, ai
titolari d’azienda di adempiere agli obblighi formativi nei
confronti degli apprendisti, e
allo stesso tempo garantirà a
questi ultimi la possibilità di
avvalersi di un programma di
formazione certificato a corredo dei propri Piani formativi
individuali».
L’ampliamento delle competenze professionali degli
apprendisti, infatti, è attestato
dal Piano formativo individuale, un documento attraverso cui
le parti definiscono quale sarà
il percorso formativo dell’apprendista. Tale documento,
può essere redatto dalle parti
individuali del contratto anche
facendo ricorso a moduli e formulari definiti dalla contrattazione collettiva e dagli enti
bilaterali. «Si tratta di un rinvio alla contrattazione collettiva e alla bilateralità», afferma
ancora Badalin, «che assegna
a tali fonti un ruolo centrale
nella disciplina del contratto.
In particolare il Ccnl dei Ced,
sottoscritto dalle associazioni
datoriali Assoced e Lait e dal
sindacato dei lavoratori Ugl
Terziario, tra i primi a recepire il T.u. sull’apprendistato attraverso l’accordo del 24 aprile
2012, offre la possibilità per i
datori di lavoro aderenti e non
aderenti alle organizzazioni
stipulanti il Ccnl dei Ced, di
sottoporre il Piano formativo
individuale, all’attenzione del
nostro Ente bilaterale, l’Ebce,
affinché si esprima positivamente attraverso il rilascio
di un parere di conformità».
Il parere di conformità rappresenta infatti una garanzia
per la corretta formulazione
del Piano formativo individuale, in quanto sottopone
all’attenta analisi di esperti
professionisti in campo giuslavoristico il programma formativo individuale del lavoratore, definendo la durata e
le modalità di erogazione della formazione, le modalità di
riconoscimento della qualifica
professionale ai fini contrattuale e la registrazione nel
libretto formativo.
IL CASO DEL GIORNO
Validazione del Pfi
Sono il consulente di una società di Internet provider che applica ai propri dipendenti il Ccnl dei Ced.
Il mio cliente ha intenzione di ampliare l’organico
aziendale attraverso l’assunzione di un tecnico informatico con esperienza e di un giovane apprendista.
Dalla lettura del contratto collettivo ho appreso che
l’Ebce offre la possibilità ai datori di lavoro che applicano il Ccnl dei Ced, di richiedere la validazione
del Piano formativo individuale (Pfi) necessario ai
fini dell’assunzione di un lavoratore in apprendistato. Quale procedura bisogna seguire per ottenere la
validazione? È prevista la possibilità di ricevere assistenza da parte dell’Ebce?
L’Ebce è dotato di una propria commissione paritetica, il
c.d. Comitato Tecnico, costituita da professionisti del settore
giuslavoristico, allo scopo di esprimere, nel rispetto delle
norme previste dal Ccnl dei Ced, il parere di conformità in
materia di apprendistato. Il Comitato tecnico si occupa della
validazione dei programmi formativi e dei contenuti formativi contemplati all’interno del Piano formativo individuale di
ciascun apprendista. Il parere di conformità, la validazione e
l’assistenza nell’elaborazione del Piano formativo individuale sono offerti a tutte le aziende, iscritte e non all’Ebce, previo
pagamento di una quota servizio pari a 140 euro. Le richieste
devono essere inviate su apposita modulistica predisposta
dall’Ente, rinvenibile sul sito internet www.ccnlced.it/ebce.
Il Comitato tecnico si esprime entro 20 giorni dalla ricezione
della richiesta di validazione del Piano formativo. Decorso
il termine di 20 giorni senza che il Comitato tecnico si sia
espresso, il Pfi si considera validato (silenzio assenso).
Pagina a cura
degli Uffici di Presidenza
di Fondo EASI e EBCE
Via Duilio n.13, Scala A, Int. 4 - 00192 Roma
Tel. 06.45499471 - 06.45499470
E-mail: [email protected][email protected]
Web: www.cccnlced.it
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 Novembre 2015
37
Azienda
Scuola
IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Per accettare la nomina in ruolo il supplente deve licenziarsi. Ma c’è ancora tanto da chiarire
Fase C, occhio al preavviso
Ecco chi può chiedere il differimento della presa di servizio
DI
ANTIMO DI GERONIMO
I
docenti che saranno
assunti in questi giorni nella fase C e che
hanno un altro lavoro,
dipendente o parasubordinato, potranno chiedere di
differire la presa di servizio nel nuovo ruolo al giorno successivo al decorso del
termine di preavviso.
È quanto è emerso in una
riunione che si è tenuta a
Roma, mercoledì scorso, presso il ministero
dell’istruzione, tra i vertici
dell’amministrazione centrale e i
direttori generali
degli uffici scolastici regionali.
Nel
corso
dell’incontro i
tecnici di viale
Trastevere hanno
fornito una serie
di indicazioni
sulla fase C.
Che però non
saranno trasfuse
in alcun provvedimento scritto
da parte dell’amministrazione
centrale.
I vertici ministeriali non hanno chiarito,
invece, se il differimento
della presa di servizio, a
domanda, possa essere applicato anche ai supplenti.
Per i quali avrebbero semplicemente detto che possono licenziarsi prima di accettare la nomina in ruolo.
E questa cosa non avrebbe
alcuna conseguenza sul ruolo stesso.
In buona sostanza, non
è stato chiarito se la pre-
via risoluzione del rapporto
di lavoro, da parte del supplente, comporti l’applicazione della sanzione del
versamento dell’indennità
di preavviso oppure no.
L’abbandono della supplenza (più precisamente:
il recesso unilaterale senza
preavviso) comporta, infatti, diverse sanzioni. Tra
queste anche l’onere del
versamento dell’indennità
di preavviso, da parte del
Stefania Giannini
lavoratore che non avverta
per tempo il dirigente scolastico della propria intenzione di lasciare la supplenza.
Questa sanzione si applica
anche alla scuola per effetto
delle disposizioni contenute
nell’articolo 2118 del codice
civile. Che rientra tra le norme applicabili al rapporto di
lavoro dei lavoratori della
scuola statale a causa del
rinvio espresso contenuto
nell’articolo 2, comma 2, del
decreto legislativo165/2001. co regionale, ma il ministero mata alle regole che vigono
Quanto all’entità della dell’istruzione. Ciò perché al momento delle nuove assomma, essa va calcolata in «il personale docente della sunzioni.
questo modo. Se il lavorato- scuola si trova in rapporto
Le vecchie graduatorie,
re che si sia licenziato
dunque, non possovanta un’anzianità di
no essere prorogate.
servizio fino a 5 anni,
E ciò vale anche se è
I docenti che saranno assunti
la sanzione è pari alla
lo stesso ministero a
somma dell’importo di
disporne la proroga
in questi giorni nella fase C
due mensilità di retricon circolare.
e che hanno un altro lavoro,
buzione.
Come avvenne nel
dipendente o parasubordinato,
Se l’anzianità di ser2000, allorquando
potranno
chiedere
di
differire
vizio è superiore a 5
l’amministrazione
la presa di servizio
anni, ma non superiocentrale ordinò ai
nel nuovo ruolo
re a 10, la
dirigenti scolastisanzione è
ci di utilizzare le
al giorno successivo
di tre mesi
vecchie graduatorie
al decorso del termine
di retribufino a quando non
di
preavviso
zione. Che
fossero state pronte
salgono a
le nuove.
4 se il laIn altre parole,
voratore vanta organico con l’Amministra- se i contratti con termine
un’anzianità di zione statale della Pubblica fino a nomina dell’avente
servizio superio- Istruzione, e non con i singo- diritto sono nulli, è come se
re a 10 anni.
li istituti (Cassazione, III se- non fossero mai esistiti. Ciò
Resta il fat- zione civile n. 19158/2012)». comporta la inapplicabilità
to, però, che
In buona sostanza, dun- di qualsivoglia sanzione se
la legge non que, la tesi della necessità tale contratto venga risolc o n t e m p l a i l della previa cessazione del to, unilateralmente e senza
caso specifico contratto a termine potrebbe preavviso, dal lavoratore.
del docente pre- risultare inadatta a risolveNessun problema, incario della scuo- re la questione.
vece, per coloro che non
la, che risolva il
Nessun problema, invece, lasceranno la supplenza e
contratto a tem- per coloro che intenderanno che differiranno la presa di
po determinato abbandonare la supplen- servizio al giorno dopo la
p e r a c c e t t a r e za assegnata con contratto scadenza del contratto di
un contratto a «fi no a nomina dell’avente supplenza. Nel qual caso,
tempo indeter- diritto». Su questa partico- tale termine è fissato al
minato con lo lare tipologia di contratto, primo giorno utile dopo il
stesso datore di lavoro. Nel infatti, la Corte di cassazio- decorso del termine della
caso specifico, peraltro, si ne si è già pronunciata affer- supplenza.
tratterebbe di una sorta di mandone la nullità (6851 del
Pertanto, i docenti attualnovazione oggettiva e non di 22 marzo 2010).
mente impegnati in supun contratto che cessa e di
Secondo i giudici di piazza plenze fino al 30 giugno, doun altro contratto che nasce Cavour, sarebbe illegittima vranno prendere servizio nel
dal nulla.
la prassi secondo la quale, ruolo il 1° luglio prossimo.
Giova ricordare che la Su- fino a quando non viene
Coloro, invece che lavoprema corte è costante nel pubblicata la nuova gradua- rano con incarichi di supritenere che, in materia di toria di istituto, resta in vi- plenza annuale fino al 31
contratti di lavoro scolasti- gore quella vecchia. Perché agosto, dovranno prendere
ci, il datore di lavoro non sia quest’ultima, non essendo servizio dal 1° settembre
il dirigente scolastico, né il aggiornata, diventa inser- prossimo.
direttore dell’ufficio scolasti- vibile in quanto non infor© Riproduzione riservata
%')(*'#"!)
!''#)(&$ !"&!
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
38
Martedì 24 Novembre 2015
A Z I E N DA S C U O L A
Il Miur chiarisce nelle faq cosa comprarci: sì all’acquisto del tablet, ma non dello smartphone
Al cinema con la card dei 500€
Ok anche alle donazioni direttamente alla scuola di servizio
DI
ANTIMO DI GERONIMO
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I
500 euro per la formazione,
previsti dalla legge 107, potranno essere utilizzati dai
docenti anche per pagare
esperti che vengano a tenere
corsi di aggiornamento nella
scuola dove prestano servizio.
Oppure per effettuare donazioni, sempre alla propria scuola.
Sono questi alcuni dei chiarimenti contenuti in una serie di
Faq pubblicate dal ministero
dell’istruzione il 16 novembre
scorso. L’amministrazione ha
spiegato che i 500 euro possono essere spesi per l’acquisto
di libri, pubblicazioni e riviste,
anche in formato digitale, non
necessariamente attinenti alla
disciplina insegnata. Così come
previsto dalla legge 107/2015
(art. 1, comma 7), che riconosce
fondamentale la formazione
professionale del docente nel
quadro degli obiettivi formativi, che riguardano competenze
disciplinari e trasversali, scelte
educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una
sola e specifica professionalità.
I 500 euro possono essere
spesi anche per acquistare personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, tablet. Perché rientrano
nella categoria degli strumenti
informatici che sostengono la
formazione continua dei docenti.
Sempre secondo l’amministrazione, altri dispositivi elettronici che hanno come principale finalità le comunicazioni
elettroniche, come ad esempio
gli smartphone, non sono invece da considerarsi prevalentemente funzionali ai fini promossi dalla carta del docente.
Così come non vi rientrano le
componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner
cartucce, stampanti, pennette
usb e videocamere.
Tra i software acquistabili
rientrano, inoltre, i programmi
e le applicazioni destinati alle
specifiche esigenze formative
di un docente. Per esempio:
programmi che permettono di
consultare enciclopedie, vocabolari, repertori culturali o di
progettare modelli matematici
o di realizzare disegni tecnici, di
videoscrittura e di calcolo (strumenti di office automation).
Con i 500 euro non è possibile,
invece, pagarsi un abbonamento per la linea di trasmissione
dati Adsl. Perché, sempre secondo il ministero, l’Adsl è una
tecnologia di trasmissione dati
utilizzata per l’accesso alla rete
Internet. Non sarebbe quindi
un software destinato alle specifiche esigenze formative di un
docente.
Per lo stesso motivo non è
possibile neppure pagare il
pagamento del canone Rai o di
una pay tv.
La carta del docente può essere usata anche per l’iscrizione
a corsi per attività di aggiorna-
mento e di qualificazione delle
competenze professionali, svolti
da enti accreditati presso il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a corsi
di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico,
inerenti al profilo professionale,
ovvero a corsi post lauream o a
master universitari inerenti al
profilo professionale.
L’elenco degli enti accreditati
per la formazione del personale
docente è consultabile sul sito
internet del ministero dell’istruzione al seguente link: http://
archivio.pubblica.istruzione.it/
dg_pers_scolastico/enti_accreditati.shtml.
Il dicastero di viale Trastevere ha chiarito, inoltre, che con
la carta del docente possono
essere coperte le spese anche
per partecipare a corsi on line.
Purché siano svolti da università, consorzi universitari e interuniversitari, Indire, istituti
pubblici di ricerca o altri enti
accreditati dal ministero così
come previsto dall’art.1 comma
2 della direttiva Miur 90/2003.
Idem per quanto riguarda
ogni tipologia di corso organizzato da università o da consorzi
universitari e interuniversitari
(corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo
unico, corsi post lauream o
master), come anche un corso
destinato specificamente alla
formazione degli insegnanti,
purché inerente al proprio profilo professionale.
I 500 euro possono essere utilizzati anche per corsi di studio
di una lingua straniera all’este-
LO HA CHIARITO IL TRIBUNALE DI PORDENONE
I diplomati magistrali ante 2002
entrano in graduatoria
DI
ANTIMO DI GERONIMO
G
li aspiranti docenti di scuola primaria
che hanno conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2000/2001
hanno diritto ad entrare nella terza
fascia delle graduatorie a esaurimento. Lo ha
stabilito il Tribunale di Pordenone in sede di
reclamo con un’ordinanza emessa il 10 novembre scorso (r.g. 388/2015). Il collegio ha rigettato
il ricorso presentato dall’amministrazione scolastica e ha confermato un decreto d’urgenza
emesso dal Tribunale di Ravenna. I giudici di
seconda istanza hanno spiegato che l’accesso
alle graduatorie a esaurimento non può essere
precluso ai diplomati magistrali. Prima di tutto
perché il titolo è abilitante per legge. E poi perché il Consiglio di stato ha annullato il decreto
ministeriale che impediva a questa particolare
tipologia di abilitati di entrare nelle graduatorie. La sentenza del Consiglio di stato, infatti
«avendo eliminato dal mondo del diritto un atto
regolamentare avente contenuto generale» ha
ro. A patto che il corso venga
erogato da uno dei soggetti di
per sé qualificati per la formazione nella scuola, ovvero dagli
«Enti culturali rappresentanti
i Paesi membri dell’Unione Europea, le cui lingue siano incluse
nei curricoli scolastici italiani»,
ai sensi della Direttiva del Miur
90/2003, art. 1, comma 2.
Idem per coprire le spese
dell’esame di certificazione di
una lingua straniera. Purché
«efficacia erga omnes». E dunque vale anche per
i soggetti che a suo tempo non parteciparono al
ricorso davanti al giudice amministrativo. Di qui
la sussistenza di quello che i giuristi chiamano
«fumus boni iuris», letteralmente, il fumo del
buon diritto. E cioè l’evidenza della fondatezza
del ricorso anche ad una sommaria lettura degli
atti da parte del giudice. Che poi è uno degli
elementi indefettibili per esperire l’azione giudiziale in via d’urgenza. I giudici hanno ritenuto
sussistente anche l’altro elemento necessario
per ricorrere d’urgenza: il periculum in mora.
Il collegio, infatti, ha accertato la necessità di
procedere tempestivamente. Perché il mancato inserimento dei ricorrenti nelle graduatorie
avrebbe loro precluso la possibilità di lavorare. I
giudici di seconda istanza hanno anche respinto
l’eccezione sollevata dall’avvocatura sulla carenza di giurisdizione del giudice ordinario in
tale materia. A questo proposito il collegio ha
ricordato che le Sezioni unite della Cassazione
hanno spiegato a più riprese che in questi casi
la giurisdizione è del giudice del lavoro.
l’esame sia promosso da uno
degli enti certificatori delle
competenze in lingua straniera
del personale scolastico, che è
possibile consultare al seguente
link: http://hubmiur.pubblica.
istruzione.it/web/istruzione/
dg-personale-scolastico/enticertificatorilingue-straniere.
La carta del docente può essere usata anche per pagare il
biglietto di rappresentazioni
teatrali e cinematografiche,
per l’ingresso a musei, mostre
ed eventi culturali e spettacoli
dal vivo. Che non devono essere
necessariamente attinenti alla
disciplina insegnata. Perchè la
formazione professionale del
docente, sempre secondo il ministero, riguarda competenze
disciplinari e trasversali, scelte
educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una
sola e specifica professionalità.
© Riproduzione riservata
CRESCE IL NUMERO DEI DOCENTI DI SOSTEGNO IN DEROGA
Studenti disabili a rischio continuità didattica
DI
S
EMANUELA MICUCCI
tudenti disabili a rischio continuità didattica. Ma per gli esperti
maggiore continuità non è assicurazione di migliore qualità dell’inclusione scolastica. A leggere i dati sono
precari oltre 33mila docenti di sostegno:
circa il 26%. Infatti, dei 130mila posti attivati nell’attuale anno scolastico oltre un
quarto è assegnato a insegnanti non stabilizzati, che quindi cambiano ogni anno.
Sebbene il Miur negli ultimi anni abbia
cercato di aumentare il numero docenti
di sostegno con contratto a tempo indeterminato. Tanto che la Buona Scuola ha
previsto 6.446 nuovi posti di sostegno.
Però, nell’ultimo anno scolastico, sono aumentati di 11.254 unità i posti di sostegno
in deroga, cioè assegnati ai docenti precari:
da 117.673 agli attuali 128.927. Da una
parte si stabilizzavano migliaia di posti,
dall’altra se ne attivano 5.000 in più. C’è
un problema di reclutamento, di uffici
scolastici, di graduatorie, osserva Dario
Ianes, docente universitario di pedagogia speciale e didattica speciale e anima
del X convegno internazionale Erickson
«La qualità dell’integrazione scolastica e
sociale». «Ma la continuità didattica non
è necessariamente qualità››, spiega. Sul
banco degli imputati la formazione degli
insegnanti. Partendo dall’esigenza che l’inclusione è «una questione di classe». Di qui
il rifiuto di formare i docenti di sostegno
con un percorso universitario specialistico
e una classe di concorso a sé come, al contrario, propongono il governo nella delega
della Buona Scuola su questo tema e una
proposta di legge delle associazioni tra cui
la Fish (federazione italiana superamento
handicap), che l’ha confermata al convegno Erikson. Condivisa, invece, da a tutti
la formazione inziale e quella in servizio
obbligatoria. «Deve quindi realizzarsi un
curricolo universitario in cui l’inclusività
sia trasversale in tutti gli insegnamenti e
specifica per non meno di trenta crediti››, si
scrive nella prima delle sei proposte della
mozione finale del convegno. Dopo la formazione iniziale unitaria e comune, percorsi accademici di specializzazione come
arricchimento della professione docente.
Non più «specialisti collaterali». Ma un docente di sostegno che sia «prima di tutto insegnante, con una formazione aggiuntiva
e solida di servizio all’inclusione per ogni
singolo alunno, ogni singola classe, ogni
collega». In particolare, illustra Ianes, si
tratterebbe di portare «100 mila insegnanti di sostegno in compresenza didattica,
facendoli diventare curricolari. In questo
modo sia avrebbero più insegnanti titolari
in compresenza, mentre gli altri 20mila,
selezionati tra i più bravi potrebbero fare
gli esperti itineranti nelle varie scuole e
dare competenza didattica, operativa, metodologica agli insegnati curricolari». Dunque, formare i docenti curricolari perché
facciano integrazione dentro la classe nelle
diverse materie. Un sostegno curricolare.
Metodo sperimentato in Trentino in 17
classi per 2 anni aumentando la qualità
dell’inclusione. Tra le altre proposte, rivedere i curricoli e i percorsi formativi di tutti gli alunni perché «abbiamo bisogno di un
curricolo inclusivo non di una check list di
discipline e contenuti». Rompere il modello consociativo contrattuale sulla gestione
delle risorse del personale. Ripensare al
significato del concetto costituzionale di
insegnamento, che non è «anarchica differenza di gusti didattistici, ma rigorosa
responsabilità deontologica professionale».
Infine, formazione durante tutto l’arco della vita professionale, con una precisazione:
«la formazione sia di classe». Difronte a
problemi che impediscono un’effettiva e reale integrazione scolastica, il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone invita
studenti, genitori e insegnati a rivolgersi
ai Centri territoriali di supporto (Cts), e ai
Centri territoriali per l’inclusione (Cti), che
uniscono scuole in rete tra loro: ‹‹assolvono
a questo compito anche grazie agli sportelli d’ascolto per famiglie e docenti».
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Martedì 24 N
Novembre 2015
A Z I E N DA S C U O L A
39
Il 2 dicembre l’udienza per discutere sul ricorso dei sindacati contro la legge 107/15
I precari esclusi davanti al Tar
Obiettivo: portare la BuonaScuola alla Consulta
DI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
È
CARLO FORTE
fissata per il prossimo
2 dicembre, davanti al
Tar del Lazio l’udienza
di discussione del ricorso
presentato Cgil, Cisl, Uil, Snals
e Gilda contro l’esclusione dei
precari non inclusi nelle graduatorie a esaurimento dal piano straordinario di assunzioni
previsto dalla legge 107/2015.
Continuano le azioni unitarie
delle organizzazioni sindacali
contro la legge 107. Che il 28 novembre prossimo hanno indetto
anche una grande manifestazione a Roma, chiamando alla
mobilitazione tutti i lavoratori
del pubblico impiego, per protestare anche contro il mancato
rinnovo del contratto di lavoro
e sull’esiguità dei fondi messi a
disposizione dal governo.
Per adeguare le retribuzioni del pubblico impiego, ferme
dal 2009, la legge di stabilità
stanzia appena 300 milioni. A
conti fatti: 7 euro lordi al mese
di aumento. Il corteo prenderà
le mosse introno alle ore 12.00
da piazza della Repubblica e
terminerà a piazza Madonna
di Loreto con il comizio finale
dei segretari generali.
Quanto al ricorso pendente
davanti al Tar, che è il primo di
una serie di azioni legali già poste in cantiere, il provvedimento
impugnato è il decreto ministeriale 767 del 17 luglio 2015. In
particolare l’articolo 2, che individua i destinatari del piano
straordinario di assunzioni in
ruolo e, in applicazione di quanto prevede la legge 107/2015,
esclude alcune tipologie di personale precario: molti lavoratori
in possesso dei requisiti previsti
dalla Corte di giustizia europea
(abilitazione più 36 mesi di servizio) il personale docente della
scuola dell’infanzia escluso dai
posti di potenziamento e il personale Ata.
L’intento del ricorso è di ottenere l’annullamento della
legge nella parte in cui esclude
le diverse categorie di docenti,
chiedendo contestualmente il
rinvio della legge 107/2015 alla
Corte costituzionale e il coinvolgimento della Commissione
europea rispetto alla violazione
dei principi sulla stabilizzazione dei precari. Secondo quanto
si legge in una nota congiunta
dei 5 sindacati firmatari del
contratto: «La prima azione legale si concentrerà sui motivi di
illegittimità dei criteri previsti
per evidenziare l’infondatezza
sul piano giuridico, oltre che
politico-sindacale, dell’operato
dell’amministrazione».
Le altre azioni legali riguarderanno, invece, altri profili della legge 107/2015, già contestati
dalle organizzazioni sindacali
durante il processo di approvazione del provvedimento e cioè:
«La mancata tutela della libertà d’insegnamento, la chiamata
diretta, il cosiddetto merito e,
novità di questi giorni, la revi-
sione delle classi di concorso».
Le azioni consisteranno nell’impugnazione dei provvedimenti
attuativi che saranno emanati
dall’amministrazione per dare
esecuzione alla legge.
Ulteriori contenziosi scaturiranno, invece, da quelle che
i sindacati appellano come «incursioni in materia contrattuale,
illegittime e sanzionabili, come
affermato di recente dalla Corte
costituzionale». Il riferimento è
ai provvedimenti di legge con i
quali, nel corso degli anni, il governo è intervenuto a bloccare
l’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita.
Ed è proprio sul blocco dei
contratti che la Corte costituzionale è intervenuta di recente sanzionando il protrarsi di
questa situazione, di fatto, imponendo alo governo di aprire
le trattative per il rinnovo del
contratto di lavoro per tutti i
lavoratori del pubblico impiego, scuola compresa. Secondo
la Consulta «Se i periodi di sospensione delle procedure negoziali e contrattuali non possono essere ancorati al rigido
termine di un anno è parimenti
innegabile che tali periodi debbano essere comunque definiti
e non possano essere protratti
ad libitum».
Il carattere ormai sistematico della sospensione della contrattazione collettiva sconfina,
sempre secondo il giudice delle
leggi, in un bilanciamento irragionevole tra la libertà sindacale (tutelata dall’articolo 39,
primo comma, della Costitu-
zione) e le esigenze di razionale distribuzione delle risorse e
controllo della spesa, all’interno
di una coerente programmazione finanziaria sancite dal primo comma dell’articolo articolo
81 della Carta costituzionale.
E dunque, sempre secondo la
Corte costituzionale, il sacrificio del diritto fondamentale
tutelato dall’art. 39 della Costituzione, proprio per questo,
non è più tollerabile. Ciò vale
solo dal 23 luglio scorso. Perché
«solo ora si è palesata appieno
la natura strutturale della sospensione della contrattazione»,
si legge nella sentenza, «e può,
pertanto, considerarsi verificata la sopravvenuta illegittimità
costituzionale, che spiega i suoi
effetti a séguito della pubblicazione di questa sentenza».
In buona sostanza, il princi-
pio violato è quello della libertà
sindacale, che si concreta nel
potere di stipulare i contratti
collettivi che hanno forza di
legge per tutti gli aderenti alle
categorie rappresentate. Ad
oggi, dopo l’avvento della riforma Brunetta, le materie in cui
le regole vanno scritte al tavolo
negoziale sono le retribuzioni,
la prestazione, la mobilità e le
assenze tipiche.
DECALOGO SULLE NUOVE TUTELE EUROPEE PER STUDENTI DELLE SUPERIORI
E-commerce, l’Antitrust forma
nelle scuole i giovani consumatori
Acquisti online, gli studenti non abboccano ad
abusi e pratiche commerciali scorrette. A informare i giovani e-buyers sulle nuove tutele a
cui possono accedere grazie alla normativa europea è l’Antistrust con una campagna di sensibilizzazione per gli studenti degli ultimi due
anni delle superiore. Realizzato in collaborazione con il Miur e la Commissione dell’Unione europea, il progetto è appena ripartito in
alcune scuole di Roma, Napoli e Palermo per
proseguire lungo tutta l’Italia, coinvolgendo
da Nord a Sud circa 2 milioni e mezzo di studenti e raggiungendo 5.000 istituti statali e
paritarie. Una formazione «porta a porta» che
informa e tutela gli studenti su garanzie, casi
specifiche, modalità di denuncia degli abusi e
consigli utili per evitare problemi.
Dalla verifica delle caratteristiche del sito su
cui si fanno acquisti alla genuinità dei blog
informativi, passando per le modalità di pagamento e per l’esistenza o meno dei riferimenti del venditore on line, fino alla possibilità
concreta di esercitare i diritti di recesso e
garanzia.
Pillole di commercio elettronico basate sul decalogo della nuova normativa europea, fulcro
delle lezioni con gli esperti dell’Antitrust. Gli
alunni, che sempre più utilizzano smartphone
e altri devices mobili per navigare e comprare prodotti e servizi online, sapranno evitare
spese e costi nascosti su internet, riconoscere
prezzi poco trasparenti, conosceranno il divieto delle caselle preselezionate sui siti web.
Inoltre, potranno esercitare il diritto di cambiare idea sugli acquisti fatti online entro 14
giorni e il diritto di rimborso esteso a 14 giorni
dal momento del recesso. Apprenderanno che
è stato introdotto nell’intera Unione europea
un modulo di recesso standard e che sono state eliminate le sovratasse per l’uso di carte di
credito e di servizi di assistenza telefonica.
Saranno preparati a chiedere e ottenere informazioni più chiare su chi supporta le spese
di restituzione delle merci. Info: www.agcom.
it/stampa/progetto-scuola.html
Emanuela Micucci
RADDOPPIA QUOTA-ALUNNO, INCENTIVI PER SCUOLE IN RETE. GIANNINI: RISORSE SALITE A 223 MLN
Fondo funzionamento, nuovi criteri
dal prossimo anno scolastico
DI
I
EMANUELA MICUCCI
nuovi criteri per l’assegnazione del
fondo di funzionamento amministrativo e didattico delle scuole sono stati
fissati con la firma, lo scorso martedì, del ministro dell’istruzione Stefania
Giannini sull’apposito decreto, già registrato alla Corte dei Conti. Ma per vedere applicati i nuovi parametri bisognerà
aspettare il prossimo anno scolastico.
I nuovi criteri per la distribuzione delle nuove risorse per l’alternanza scuolalavoro, contenuti nello stesso decreto,
invece, entreranno a regime da gennaio
2016: 100 milioni all’anno attribuiti in
base al numero degli studenti e al diverso numero di ore di alternanza da svolgere negli istituti tecnici e professionali,
almeno 400 ore, e nei licei, almeno 200
ore. Assegnando, quindi, da gennaio alle
scuole gli 8/12 del fondo di 100 milioni
previsto sull’esercizio finanziario 2016
per l’attuale anno scolastico.
La riforma della Buona Scuola, infatti,
non ha solo aumentato da 111 milioni di
euro a 233 milioni la quota di finanziamento statale che ogni anno le scuole ricevono, ma ha anche introdotto delle novità sulle loro modalità di assegnazione
calibrandole sulle specificità di ciascuna
istituzione scolastica (commi 11 e 30 della
L. 107). ‹‹Con un occhio alla numerosità
degli alunni, alla presenza di studenti
diversamente abili, alla tipologia di indirizzo, al territorio in cui ciascuna istituzione si colloca››, spiega Giannini. Così,
raccogliendo i suggerimenti dei dirigenti
scolastici, cresce la quota per alunno assegnata alle scuole: per le primarie le risorse passeranno dagli attuali 8 euro per
studente a 20 euro, mentre quelle per gli
istituti tecnici aumenteranno da 24 a 36
euro. Incentivi, poi, per le scuole capofila
di reti per la formazione del personale. A
disposizione 1.000 euro in più l’acquisto
di beni e di servizi e per il supporto amministrativo-contabile. Aumenta di 12 e
20 euro, a seconda del grado di istruzione,
la quota per le classi terminali a supporto dei costi del materiale per gli esami
di Stato. Previste risorse aggiuntive per
le scuole con corsi serali, per le scuole
ospedaliere che coinvolgono circa 72.700
studenti e per quelle carcerarie.
I nuovi parametri del fondo di funzionamento tengono conto anche dei nuovi
indirizzi nati dopo la riforma delle superiori, come il liceo musicale, quello sportivo e quello delle scienze applicate, e di
realtà come i Cpia, Centri provinciali per
l’istruzione degli adulti, rivisti di recente.
Per ogni scuola è previsto lo stanziamento di una quota fissa (2.000 euro) e uno
aggiuntivo per ogni sede aggiuntiva (200
euro).
Le organizzazioni sindacali ricordano
di aver più volte chiesto al Miur una revisione dei criteri di assegnazione del fondo
di funzionamento che, risalenti al 2007
(DM 21), dopo le ripetute ristrutturazioni di dimensionamento delle scuole negli
ultimi anni, non corrispondono più alle
esigenze delle istituzioni scolastiche. ‹‹E’
stato accolto il principio di una revisione
periodica dei nuovi criteri che avevamo
avanzato››, sottolinea la Fcl-Cgil, ribadendo altre proposte fatte alla direzione generale del bilancio del ministero. Tra cui,
assegnare ai comuni e alle asl il compito
di individuare e pagare, rispettivamente,
il responsabile per il servizio di prevenzione e protezione e il medico asl; liberare le scuole dall’incombenza di pagare i
revisori dei conti, che invece dovrebbero
essere retribuiti da Miur e Mef. Per l’attuale anno scolastico le risorse del fondo
di funzionamento sono state erogate alle
scuole con i vecchi criteri per consentire
da subito la programmazione.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
40
Martedì 24 Novembre 2015
A Z I E N DA S C U O L A
Imminente il varo del decreto per presentare le domande di cessazione dal servizio
Il Miur accelera sui pensionamenti
Per consentire la copertura di circa 20mila cattedre
DI
NICOLA MONDELLI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
I
l Miur vuole accelerare
sui pensionamenti nelle
scuole aventi effetto dal
1° settembre 2016.
Voci raccolte all’interno del
ministero di viale Trastevere riferiscono che potrebbe
essere imminente l’emanazione da parte del ministro
dell’istruzione dell’annuale
decreto che fissa il termine
ultimo(quello iniziale era il
1° settembre 2015) per la
presentazione, da parte del
personale docente, educativo, amministrativo, tecnico
ed ausiliario della scuola, in
servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato,
delle domanda di cessazione
dal servizio per raggiungimento del limite massimo di
servizio, di dimissioni volontarie, di trattenimento in servizio per il raggiungimento
del minimo contributivo, di
trasformazione del rapporto
di lavoro da tempo pieno a
tempo parziale con contestuale riconoscimento del
trattamento di pensione, di
opzione donna, con effetti appunto dal 1° settembre 2016,
ovvero per revocare una do-
manda già presentata.
Se le voci trovassero conferma nei fatti si tratterebbe,
rispetto a quanto è avvenuto
negli anni scorsi, di una anticipazione nell’emanazione
del decreto, con conseguente
anticipazione del termine
ultimo per la presentazione
delle medesime domande,
termine che, nello scorso
anno, era stato fissato per il
15 gennaio 2015.
Anticipare, ad esempio, di
un mese l’inizio delle operazioni relative alle domande
di cessazione dal servizio potrebbe consentire con largo
anticipo una individuazione
dei posti e delle cattedre che
si renderebbero disponibili per le operazioni di mobilità per l’anno scolastico
2016/2017.
Conoscere anticipatamente
il numero delle domanda di
cessazione dal servizio faciliterebbe inoltre le operazioni
di mobilità, operazioni che
si preannunciano complesse
e delicate per effetto degli
incarichi a tempo indeterminato con sede provvisoria
conferiti, in applicazione delle disposizioni contenute nella legge n. 107 del 13 luglio
Tito Boeri
2015, a circa novantacinquemila docenti.
Poiché l’emanando decreto non dovrebbe contenere
modifiche sostanziali relativamente ai requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa vigente
(decreto legge 201/2011 - riforma Fornero) per l’accesso
alla pensione anticipata o
a quella di vecchiaia, il numero del personale docente
ed Ata che potrebbe essere
interessato a presentare la
domanda di cessazione dal
servizio con effetto, appunto, dal 1° settembre 2016,
non dovrebbe superare,
stando ai dati in possesso
di Azienda Scuola, le ventimila unità di cui, indicativamente, ventimila docenti
e quattromila Ata.
Un numero di cessazioni
dal servizio inferiore, pertanto, del 35 per cento rispetto a
quello che è stato registrato
dal 1° settembre 2015.
Il numero di ventiquattromila unità di personale
sarebbe costituito dall’ultima trance di quel personale
della scuola che alla data
del 31 dicembre 2011 poteva
fare valere la «quota 96» (sessanta anni di età e trentasei
di contributi o sessantuno
anni di età e trentacinque di
contribuzione; se donne, sessantuno anni di età e almeno
venti anni di contribuzione);
da alcune migliaia di docenti o personale Ata che, alla
data del 31 dicembre 2016,
potranno fare valere o l’età
anagrafica(sessantasei anni e
sette mesi) o l’anzianità contributiva( quarantadue anni
e dieci mesi per gli uomini e
quarantuno anni e dieci mesi
per le donne) richieste dalla
normativa vigente; dal personale femminile che vorrà
usufruire dell’opzione donna;
dal personale che chiederà la
trasformazione del rapporto
di lavoro da tempo pieno a
tempo parziale congiuntamente all’accesso alla pensione anticipata e da quello
che otterrà il beneficio previsto dalla 7^ legge di salvaguardia.
Non potranno, invece,
chiedere di accedere al trattamento pensionistico i docenti e il personale Ata che
la «quota 96» l’ anno maturata successivamente al 31
dicembre 2011 ma entro il
31 agosto 2012.A normativa
vigente la maggior parte di
quest’ultimo personale potrà infatti accedere al trattamento pensionistico solo a
decorrere dal 1° settembre
2017.
Il quadro come sopra prefigurato potrebbe comunque
subire notevoli modifiche se
entro i primi mesi dell’anno
2016 dovessero essere approvate quelle norme di flessibilità per l’accesso alla pensione auspicate da più parti
ivi compreso il presidente del
consiglio dei ministri Matteo
Renzi.
© Riproduzione riservata
I CONTENUTI DELLA CIRCOLARE DELL’ISTITUTO DI PREVIDENZA DEL 18 NOVEMBRE 2015
Pensione di reversibilità, ecco chi ne ha diritto
DI
FRANCO BASTIANINI
N
ella erogazione della
pensione di reversibilità deve essere garantita
l’uniformità delle prestazioni agli aventi diritto, superstiti di pensionati e assicurati delle
diverse gestione dell’istituto nazionale della previdenza sociale
(Inps), ivi compresa la gestione
dell’ex Inpdap, l’istituto nazionale di previdenza dei pubblici
dipendenti soppresso a decorrere
dal 1° gennaio 2012 ed inglobato
nell’Inps. Lo ha ribadito l’istituto
nazionale di previdenza sociale con
la circolare n. 185 del 18 novembre
2015.
Al fine di garantire una uniformità di trattamento l’istituto
di previdenza ha, con la predetta
circolare, fornito un articolato riepilogo delle disposizioni vigenti
in materia di pensione ai superstiti che vanno applicate indifferentemente agli aventi diritto, superstiti di pensionati e assicurati
appartenenti alle diverse gestioni
dell’istituto ivi compreso l’ex Inpdap.
In estrema sintesi vengono indicati la natura della pensione di
reversibilità, i destinatari e la misura della pensione ai superstiti.
Denominazione giuridica della pensione di reversibilità. In
caso di morte di assicurato o pensionato iscritto presso la gestione
ex Inpdap, la pensione ai familiari superstiti che ne hanno diritto
sorge a condizione che il de cuius
sia titolare di pensione diretta
(vecchiaia, anticipata, anzianità,
inabilità e pensione di invalidità)
ovvero avendone diritto, ne abbia
in corso la liquidazione. In tal caso
la pensione ai superstiti assume la
denominazione giuridica di pensione di reversibilità. Nella circolare
e in estrema sintesi vengono indicati i destinatari della pensione
di reversibilità.
Coniuge superstite, separato,
divorziato Il conseguimento del
diritto al trattamento pensionistico da parte del coniuge dell’assicurato e del pensionato deceduto
non è subordinato a nessuna condizione soggettiva. Il diritto al
trattamento pensionistico spetta
anche al coniuge separato ma solo
nel caso in cui risulti titolare di
assegno di mantenimento stabilito dal tribunale. Il diritto cessa se
passa a nuove nozze. Spetta inoltre
al coniuge divorziato che abbia la
titolarità dell’assegno periodico divorzile; non risulti passato a nuove
nozze oppure quando la data di inizio del rapporto assicurativo del
de cuius sia anteriore alla data di
sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti
civili del matrimonio.
Figli ed equiparati. Venuta
meno, per effetto del decreto legislativo 154/2013, la discriminazione tra figli legittimi e figli naturali, hanno diritto alla pensione
ai superstiti i figli e le persone ad
essi equiparati che alla data del
decesso dell’assicurato o del pensionato non abbiano superato il 18°
anno di età o, indipendentemente
dall’età, siano riconosciuti inabili
al lavoro e a carico del genitore al
momento del decesso di quest’ultimo. Il limite di 18 anni è elevato
a 21 anni in caso di frequenza a
scuola media o professionale e a
tutta la durata del corso di laurea,
ma non oltre al 26° anno di età, in
caso di frequenza all’università.
Genitori. In assenza del coniuge
e dei figli o se, pur esistendo essi
non abbiano diritto a pensione ai
superstiti, il diritto al trattamento pensionistico è riconosciuto ai
genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di
quest’ultimo abbiano compiuto il
65° anno di età; non siano titolari
di pensione diretta o indiretta o
siano a carico del lavoratore deceduto.
Fratelli celibi e sorelle nubili. In assenza del coniuge,dei
figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto
alla pensione ai superstiti, il diritto al trattamento pensionistico
in parola è riconosciuto ai fratelli
celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento
della morte di quest’ultimo siano
inabili al lavoro, non siano titolari
di pensione diretta o indiretta e
siano a carico del lavoratore deceduto. Dopo averlo acquisito il
diritto alla pensione di reversibilità si perde alla cessazione dello
stato di invalidità, qualora fratello
o sorella diventano beneficiari di
altra pensione ovvero contraggono
matrimonio.
Misura della pensione ai superstiti. La pensione ai superstiti,
che decorre dal primo giorno del
mese successivo a quello del decesso del pensionato o assicurato,
spetta in una quota percentuale
della percentuale della pensione
già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato. Le aliquote di
reversibilità sono stabilite nelle
seguenti misure: coniuge solo: 60
per cento; coniuge e un figlio: 80
per cento; coniuge e due o più figli:
100 per cento.
Qualora abbiano diritto alla
pensione soltanto i figli, ovvero
i genitori o i fratelli o sorelle, le
aliquota sono invece le seguenti:
un figlio: 70 per cento; due figli: 80
per cento; tre o più figli: 100 per
cento; un genitore: 15 per cento;
due genitori: 30 per cento; fratelli
o sorelle con percentuali, a seconda il loro numero, che vanno dal
15 al 100 per cento.
Disposizioni finali. Le domande di pensione non ancora definite
e quelle relative a decessi successivi alla data di pubblicazione della
circolare dovranno essere definite, si legge infine nel documento
dell’istituto di previdenza, tenendo conto dei chiarimenti in essa
forniti. Per quanto non previsto
espressamente continueranno ad
applicarsi le disposizioni già operanti in materia.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
A Z I E N DA S C U O L A
Martedì 24 N
Novembre 2015
41
Scelti dall’1% dei diplomati, eppure l’80% trova lavoro. Indire: imprese poco coinvolte
Its, Miur al lavoro per il rilancio
Toccafondi: presto una commissione nazionale d’indirizzo
ne delle aziende.
‹‹Le 3.156 imprese coinvolte a
on più solo Its, istituti vario titolo negli Its rappresentecnici superiori. Ma tano lo 0,07% del totale e circa
anche Accademie di i ¾ ha meno di 50 addetti››, ilspecializzazione tec- lustra Antonella Zuccaro che
nica. Si lavora ad arricchire il cura il monitoraggio dell’Indire
nome delle 82 scuole post diplo- sugli Its. ‹‹Le grandi imprese,
ma che formano, in un biennio quelle dai 250 addetti in su,
non universitario, i supertecnici rappresentano il 6,5% delle
in aree strategiche per lo svi- aziende coinvolte negli Its››, ma
lo sono soprattutto come socie
luppo del Paese.
delle fondaAd annunzioni.
ciarlo il Miur,
Invece le
nei giorni scorpiccole e medie
si, al Seminario
imprese sono
tecnico per la
maggiormenpredisposiziote disponibili
ne delle linee
a ospitare gli
guida per la
studenti per
semplificazione
stage e tirocie la promozione
ni. ‹‹L’idea di
degli Its.
Its nelle faA 5 anni
miglie italiadalla nascita,
ne, ma anche
gli Its ‹‹devono
nelle scuole e
fare uno scatto
Gabriele
Toccafondi
negli studenin avanti››, spieti, non c’è››,
ga il sottosegretario all’istruzione Gabriele ricorda Giorgio Spanevello,
Toccafondi. ‹‹È il momento direttore dell’Its meccatronico
di individuare la strategia per di Vicenza, proponendo ‹‹la conrilanciare e consolidare il siste- vocazione di un tavolo tecnico
ma degli Its e farlo diventare il che definisca il problema della
canale di formazione terziaria comunicazione attraverso un
di questo Paese, efficace e visi- approccio professionale e un
bile, alternativo all’università, coordinamento nazionale e regionale per le attività di oriendi pari dignità››.
In questi istituti per super- tamento scolastico››.
«La Buona Scuola attraverso
tecnici, infatti, il 79,9% di diplomati che lavora a un anno l’alternanza scuola-lavoro aiudalla fine del corso: ben 1.236 terà molti a consolidare la presenza degli studenti negli Its››,
occupati su 1.549 diplomati.
Tuttavia sono percorsi anco- nota il capo dipartimento del
ra di nicchia, nonostante ne sia- Miur Rosa de Pasquale.
Il monitoraggio dell’Indino stati attivati 363, di cui 205
sono già conclusi diplomando re, poi, mostra solo 32 Its che
3.095 studenti, mentre nel 2015 hanno fornito 3 diversi materiali sulle proprie attività oltre
li frequentano 4.582 giovani.
L’Italia resta il fanalino di i corsi. Di questi solo 4 fanno
coda con l’1% di studenti che apprendistato, ancora meno
occupa il settore terziario supe- ricerca.
Tra questi l’Its in biotecnoriore professionalizzante contro
il 10% della media Ocse. Basso logie di Pomezia che punta
anche il dato sulla partecipazio- sulle start up per ‹‹portare nel
DI
N
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
SCUOLE & AUTONOMIA
EMANUELA MICUCCI
Studiare all’estero
con le borse di studio Inps
DI
U
MICHELA DEI
n anno scolastico all’estero con
il Programma Itaca realizzato
dall’Inps e da Navigando. L’organizzazione, specializzata in
interscambi culturali, dà la possibilità di
usufruire delle 860 Borse di studio bandite dall’Inps in favore di studenti che
frequentano la seconda o la terza classe
della scuola superiore di secondo grado,
figli o orfani di dipendenti o ex dipendenti pubblici.
Grazie alla collaborazione con il network
Yfu, Youth for understanding, gli studenti
avranno l’opportunità di scegliere la giusta esperienza tra più di 50 destinazioni in
Europa o nel resto del Mondo, in college o
famiglia, per la durata di un trimestre, un
semestre o un anno scolastico.
Le borse di studio Inps copriranno le spese scolastiche, di vitto e alloggio, dei tra-
sistema innovazione e dare innovazione ai ragazzi››, osserva
il presidente Giorgio Maracchioni.
Così, dentro l’Its sono nate le
aziende Cosmesia e Agri.Bio.
Eco. ‹‹Il Miur ha stabilizzato il
fondo nazionale per gli Its e sta
lavorando a risorse aggiuntive
sulla quota premiale (che la
legge 107 ha portato al 30%)
per interregionalità (ora attiva in solo 2 Its), mobilità degli
studenti e fusione degli Its››,
annuncia Toccafondi.
Sul piatto ci sono anche
20milioni di fondi europei Pon
e le risorse del Piano nazionale per la ricerca. ‹‹Si costituirà
la Commissione nazionale indirizzo presso il Miur con la
presenza dei ministeri del lavoro, dello sviluppo economico
sporti, del viaggio di andata e ritorno e di
altre spese.
Attraverso il programma gli studenti non solo potranno imparare
una nuova lingua, ma comprendere che
esistono diversi modi di vedere il mondo
condividendo tradizioni, costumi e usanze lontane.
I ragazzi e le famiglie verranno supportati in questo percorso con l’esclusiva
formazione on line e residenziale prima
e dopo l’esperienza all’estero grazie al
supporto di personale qualificato.
Le iscrizioni on line potranno essere
presentante fino al 13 Dicembre 2015.
Dopo l’uscita delle graduatorie dei richiedenti aventi diritto, si potrà indicare
la scelta del soggiorno fino al 5 Febbraio
e presentare tutta la documentazione richiesta entro il 31 marzo 2016.
Info: www.navigando.it
© Riproduzione riservata
e dell’economia, delle regioni,
le parti sociali, gli imprese e le
fondazioni, l’Indire ed eventuali esperti››, conclude. Compito:
valutazione dell’appropriatezza
degli its rispetto ai settori produttivi; proposta di indirizzo
e innovazione; elaborazione
di standard nazionali qualitativi, aggiornamento delle
aree tecnologiche, degli ambienti e delle figure nazionali di riferimento dell’Its.
© Riproduzione riservata
Green jobs, progetto ExTraRES per le scuole
L’offerta di green jobs in Italia è in continua
crescita, anche grazie alle oltre 372 mila imprese della Penisola che hanno scelto di puntare sulla sostenibilità ambientale. A fronte
però di questo mercato del lavoro «vivace»,
soprattutto nel settore delle fonti rinnovabili, l’Ocse ha lanciato un grido di allarme per
l’Italia sul fronte scuola, invitando ad operare
maggiormente nel settore della formazione
ambientale. Per incentivare i giovani ad avvicinarsi a questi temi, conoscere le opportunità
offerte dal settore della green economy attraverso l’esperienza diretta in azienda, è nato
il progetto ExTraRES ( Exchange and Training in Renewable Energy Sector),il progetto
di mobilità transnazionale per studenti degli
istituti di istruzione superiore tecnici e professionali, che facilita il contatto tra studenti
e mondo delle imprese europee che operano
nella green-economy.
Il progetto è promosso dalla multiutility Estra
Spa, nell’ambito del Programma Europeo Erasmus+, Azione Mobilità ai Fini dell’Apprendimento, ambito Formazione Professionale,
di cui Isfol è Agenzia Nazionale. L’obiettivo
è offrire a 105 studenti italiani degli istituti
superiori partner (età compresa tra i 18 e i
21 anni) un tirocinio formativo di 2 mesi in
imprese del settore della green economy in
Belgio, Grecia, Malta, Portogallo, Regno Unito
e Spagna. Il fine è quello di trasferire ai partecipanti conoscenze per lavorare nei settori
della sostenibilità ambientale, produzione
energia da fonti rinnovabili, riciclo, bioedilizia e accrescere così la loro competitività sul
mercato del lavoro, che può contare ad oggi su
più di 3 milioni di lavori verdi.
Il progetto, che coinvolge 15 scuole in 4 regioni
italiane (Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria),
è la continuazione del primo progetto Extrares,
grazie al quale gli studenti si sono recati in
Germania, Olanda Malta, Inghilterra, Svizzera, Portogallo e Spagna. La partecipazione al
progetto è aperta a tutti gli studenti o ai neodiplomati (da almeno un anno), residenti in Italia, provenienti dalle scuole superiori partner.
Prima della partenza, gli studenti seguiranno
un percorso di orientamento sull’esperienza
all’estero.
Info. https://www.estraspa.it
Maxi-formato
Contaminazione di stili
100% Case italiane
TUTTO NUOVO. IN EDICOLA
è un magazine
www.classabbonamenti.com
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
42
A Z I E N DA S C U O L A
Martedì 24 Novembre 2015
L’ESPERTO RISPONDE/Quando scatta la richiesta di accertamento dello stato di malattia
Le fasce di reperibilità saltano
se l’infortunio è sul lavoro
I
l quesito che pongo anche a nome
di alcuni colleghi collaboratori
scolastici è il seguente: è vero, come
sostiene un delegato sindacale, che
c’è una precisa norma che disciplina l’obbligatorietà della richiesta di
accertamento dello stato di malattia
del dipendente scolastico e l’obbligo
di rispettare le fasce di reperibilità?
lettera firmata
La norma a cui fa riferimento il delegato sindacale è, presumibilmente per
quanto attiene alle fasce di reperibilità,
l’articolo 2 del decreto della presidenza
del consiglio dei ministri del 18 dicembre 2009, n. 206, articolo che non ci risulta essere stato modificato o abrogato.
Dispone detto articolo che sono esclusi
dall’obbligo di rispettare le fasce di repe-
Opzione donna,
quando è possibile
Sono una docente di 61
anni e 35 anni di servizio che
compirò entro il 31 dicembre
2015. Vorrei accedere alla
pensione utilizzando l’istituto dell’opzione donna. So
che la domanda si fa entro
la fine di ottobre.
Ho un’invalidità del 73 per
cento ed a novembre devo
fare l’aggravamento, anche
perché sto sempre male. È
vero che danno una pensione
al di sotto dei 1000 euro ?
lettera firmata
Maturando i 35 anni di
servizio entro il 31 dicembre
2015 e potendo fare valere
l’età anagrafica richiesta,
ha titolo a utilizzare l’istituto dell’opzione donna.
Essendo lei una dipendente scolastica la domanda di
cessazione dal servizio potrà
essere presentata entro i termini che saranno disposti
dal ministro dell’istruzione.
Il pensionamento avrà effetto dal 1° settembre 2016.
Le ricordo che se intende
utilizzare l’istituto della
“opzione donna” deve mettere in conto due pesanti penalizzazioni: il trattamento
pensionistico le verrebbe
liquidato a decorrere al 1°
settembre 2017 e il calcolo
per determinare l’ammontare della pensione verrebbe
disposto con il solo sistema
contributivo. Una penaliz-
Proroga della supplenza
se cambia la patologia
Sto supplendo un collega
assente per malattia che ha
già manifestato l’intenzione
di prolungare l’assenza fino
alla fine dell’anno scolastico chiedendo l’aspettativa
per gravi patologie.
Vorrei sapere se ho diritto
alla proroga del contratto
anche se cambia il motivo
dell’assenza.
lettera firmata
L’interessata avrà diritto
alla proroga del contratto.
L’ articolo 40 del contratto
nazionale di lavoro dispone,
al comma 3, che «qualora il
docente titolare si assenti in
un’unica soluzione a decorrere da una data anteriore
di almeno sette giorni dall’
inizio di un periodo predeterminato di sospensione
delle lezioni e fino una data
non inferiore a sette giorni
successivi a quello di ripresa delle lezioni, il rapporto
di lavoro a tempo determinato debba essere costituito
per l’intera durata dell’assenza.
Rileva esclusivamente
l’oggettiva e continuativa
assenza del titolare indipendentemente dalle sottostanti procedure giustificative dell’assenza del titolare
medesimo».
Carlo Forte
© Riproduzione riservata
I quesiti, con nome, cognome e città, non devono
superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:
[email protected]
Aspettativa speciale
per incarichi direttivi
Un docente di scuola su-
Azienda Scuola
il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione:
operatori didattici, presidi e insegnanti. Inoltre l’inserto Marketing Oggi.
per lei a meno di 1€ a settimana
CON L’ABBONAMENTO, AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI LEGGERE SUL SITO
WWW.ITALIAOGGI.IT I SINGOLI ARTICOLI DEL GIORNO!
43,00
UN ANNO
A SOLI
FAX
POSTA
E-MAIL
Invii il coupon al numero verde Spedisca il coupon in busta chiusa a:
Spedisca una e-mail con la richiesta a:
800-822 196
ItaliaOggi, Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano [email protected]
Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00
anziché € 104,00, con lo sconto del 59%
Nome
Cognome
Professione
Indirizzo
N.
Cap
Città
Prov.
Telefono / Cell.
E-mail
MODALITÀ DI PAGAMENTO
I1500156
" Bollettino di conto corrente postale che mi invierete
" Bonifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio,
codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specificare causale di pagamento)
" Addebito sulla mia Carta di Credito
" CartaSi/Visa " Diners " CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard " American Express " BankAmericard
N.
Data
59
%
Scad.
Firma
Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir.
anziché € 104,00
Sconto
del
Con ogni probabilità,
il docente in questione
usufruisce di un’aspettativa speciale prevista dal
comma 4 dell’articolo art.
15-septies del decreto legislativo 502/92.
Tale aspettativa, fruibile
anche dal personale della
scuola, per effetto del rinvio
operato dall’ultimo comma
o
dell’articolo 15 del vigente
contratto di lavoro, è reiterabile e segue la durata
dell’incarico, compresi gli
eventuali rinnovi.
Antimo Di Geronimo
zazione quest’ultima che
rende plausibile la previsione di una pensione al di
sotto di 1.000 euro.
Per cercare di aggirare le
suddette penalizzazioni, le
consiglio di valutare, tenuto conto della sua invalidità
e dello stato di salute non
buono, se non sia il caso
di chiedere alla apposita
commissione medica una
dichiarazione di inidoneità sia alla funzione docente
che a qualsiasi altra attività nell’ambito scolastico.
Nicola Mondelli
Tutti i Martedì su ItaliaOggi
€
periore ottiene ogni anno
un incarico da dirigente
dell’azienda sanitaria locale fruendo dell’aspettativa. La cosa va avanti da
5 anni.
Sul contratto c’è scritto
che l’aspettativa per andare a svolgere un altro lavoro è di un anno.
Come è possibile tutto
ciò?
lettera firmata
ribilità i dipendenti per i quali l’assenza
è etiologicamente riconducibile ad una
delle seguenti circostanze: patologie gravi
che richiedono terapie salvavita, infortuni sul lavoro, malattie per le quali è
stata riconosciuta la causa di servizio,
stati patologici sottesi o connessi alla
situazione di invalidità riconosciuta.
Sono anche esclusi i dipendenti nei
confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo
di prognosi indicato nel certif icato.
Quanto alla obbligatorietà della richiesta
di visita fiscale, tale obbligo non sussiste,
stando a quanto si legge nella nota del
dipartimento della funzione pubblica n.
30536 datata 24 luglio 2012, qualora nella documentazione medica risulti chiaramente il collegamento con una delle
infermità di cui al predetto articolo 2.
Franco Bastianini
61,00 di RISPARMIO
Ben 30 numeri GRATIS
Ben €
Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. I dati personali che la riguardano verranno trattati per dare
esecuzione all’abbonamento a Italia Oggi da Lei richiesto e, in caso di suo consenso, per finalità di marketing di prodotti/servizi di Italia Oggi
Editori-Erinne Srl e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti nonché di terzi. Il conferimento dei dati è necessario per dare seguito
all’abbonamento e/o al servizio e/o all’invio del prodotto. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 d.lgs 196/03 rivolgendosi
a Italia Oggi Editori-Erinne Srl. I dati non verranno diffusi e verranno trattati nell’ambito dell’organizzazione del/i Titolare/i da soggetti qualificati
come incaricati. Titolare/i del trattamento è Italia Oggi Editori-Erinne Srl, Via M. Burigozzo 5, Milano.
Consento all’attività di marketing inerente ai prodotti/servizi del Titolare.
Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi e/o di società collegate e/o controllanti
e/o controllate della Casa Editrice Class Editori.
!
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Escluse anche se le patologie richiedono terapie salvavita
WWW.CLASSABBONAMENTI.COM
SI
NO
SI
NO
OFFERTA VALIDA FINO AL 31/12/2015, SOLO PER L’ITALIA
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
43
Martedì 24 Novembre 2015
Mercati
SINDACI E REV
VISORI
LE NUOVE REG
GOLE
in edicola ccon
& Finanza
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Già sul mercato e in bonis CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria
Vendesi banca disperatamente
Dopo il via del governo al salvataggio e il sì della Ue
I
l «blitz» domenicale del governo ha permesso di salvare le quattro banche (Banca
Marche, Banca dell’Etruria,
CariFerrara e CariChieti) dal
default. Un salvataggio il cui costo è però lievitato dai 2 miliardi iniziali a 3,6 mld. A imporlo
è stata l’Unione europea, con
cui governo e Bankitalia hanno contrattato per settimane lo
schema di salvataggio. Si è così
trovata la formula per evitare il
no di Bruxelles al temuto aiuto
di stato. Il peso della messa in
sicurezza ricade infatti sul sistema bancario e quindi è considerato un salvataggio privato.
Soprattutto è stato evitato
che fossero chiamati in causa
nel risanamento, oltre ai soci,
anche i correntisti con capitali
depositati oltre i 100 mila euro
(il cosiddetto bail in).
Con la pubblicazione, ieri
mattina, sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto, è scattato
dunque il meccanismo di salvataggio e, dunque, un mese
prima del primo gennaio 2016,
quando entrerà in vigore la
nuova normativa sul bail-in.
«La soluzione adottata», ha
spiegato, in una nota, palazzo
Koch, «assicura la continuità
operativa delle banche e il loro
risanamento, nell’interesse
dell’economia dei territori in cui
esse sono insediate; tutela pienamente i risparmi di famiglie e
imprese detenuti nella forma di
depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie; preserva tutti i rapporti di lavoro in essere;
non utilizza denaro pubblico».
Si procederà dunque allo scorporo delle attività in bonis dei
quattro istituti; saranno create altrettante «banche buone»,
Il difficile compromesso con la Commissione europea
La Commissione europea ha
approvato, in quattro decisioni distinte, i piani di risoluzione delle
quattro banche italiane conformemente alle norme Ue sugli aiuti
di stato. L’intervento del fondo di
risoluzione dell’Italia consentirà
l’ordinata risoluzione delle banche
preservando la stabilità finanziaria.
La Commissione europea ha giudicato i piani di risoluzione di Banca delle Marche, Banca popolare
dell’Etruria e del Lazio, Cassa di
risparmio di Ferrara e di Cassa di
risparmio della provincia di Chieti
(la cui quota combinata rappresenta circa l’1% del mercato italiano)
conformi alle norme Ue in materia di
aiuti di stato. Questo fa seguito alla decisione della Banca d’Italia di assoggettare le quattro banche, ciascuna delle
quali era già stata posta in amministrazione straordinaria, a procedure di
risoluzione conformemente alle norme
Ue sul risanamento e sulla risoluzione
delle banche.
La Commissione ha considerato che
il piano italiano di ricorrere al Fondo
di risoluzione nazionale minimizza la
necessità di aiuti di stato senza falsare
indebitamente la concorrenza, preservando la stabilità finanziaria. I depositi
rimarranno interamente protetti.
per funzionare.
funzionare
La liquidità necessaria al
Fondo di risoluzione per iniziare subito a operare è stata anticipata da Banca Intesa Sanpaolo (1,7 mld), Unicredit e Ubi
banca, a tassi di mercato e con
scadenza massima di 18 mesi.
La carica di presidente di ciascuna delle quattro banche
ponte (con l’indicazione «Nuo-
mentre le sofferenze saranno
concentrate in un’unica bad
bank che resterà in vita solo per
il tempo necessario a vendere
o a realizzare le sofferenze in
essa inserite.
Il nuovo Fondo di risoluzione, previsto dalle norme europee e italiane e amministrato
dall’Unità di risoluzione della
Banca d’Italia, provvederà alla
ricapitalizzazione delle quattro
banche ponte per 1,8 miliardi
(recuperabili in seguito alla
prevista cessione) e alla copertura delle perdite pregresse per
1,7 miliardi, mentre altri 140
milioni serviranno a dotare la
bad bank del capitale minimo
La commissaria europea per la
concorrenza, Margrethe Vestager, ha
dichiarato che «le decisioni della Commissione consentono l’uscita ordinata
delle banche, riducendo al minimo
l’uso dei fondi pubblici e le distorsioni della concorrenza derivanti dalle
misure. È cruciale che siano azionisti
e creditori subordinati a farsi carico
dei costi e delle perdite dei fallimenti
bancari, piuttosto che i contribuenti.
Accolgo inoltre la decisione dell’Italia
di usare gli strumenti di risoluzione
bancaria per la prima volta in Italia,
in modo di far fronte alla situazione di
queste banche dissestate, preservando
la stabilità finanziaria».
Tutti gli attivi e tutte le passività delle banche, tranne il capitale proprio e il
debito subordinato rimanenti, saranno
trasferiti alle banche ponte. Il trasferimento stabilizzerà l’attività svolta in
precedenza dalle quattro banche, tutelando al tempo stesso i depositanti.
© Riproduzione riservata
va» anteposto al nome della
singola banca) sarà rivestita
da Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit, che
sarà affiancato da quattro a.d.
L’impegno delle banche non è
indifferente e anche ieri il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli,
non ha mancato di ricordarlo. Il
comitato di presidenza dell’Abi,
in una nota, ha sottolineato «i
$)37,9,0 +3&56,50 (,
%655, , 13)99, (, &9,0/,! *0/(,! 4,'&7! .&5)3,)
13,.) 4, 10440/0 -)++)3) +3&56,5&.)/5) .)/53)
4, *03.&/0 46 888",5&-,&0++,",5#.)3'&5, '-,''&/(0
46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime
grandi e assai onerosi sforzi che
le banche in Italia assumono ulteriormente per salvare le quattro banche: tali gravosi oneri si
assommano ai costi della crisi e
agli sforzi di rafforzamenti patrimoniali delle banche stesse
per sostenere la ripresa, sempre senza alcun aiuto di stato o
comunque pubblico, a differenza di quanto avvenuto e ancora
avviene in altri paesi europei».
«Tutti questi sforzi delle banche private in Italia», continua
la nota, «sono indirizzati alla
ripresa della fiducia e dello
sviluppo, confidando nella
continua a pag. 45
TA S S I E VA L U T E
Cambi
Divisa
Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali
Valuta/
Euro
U.i.c.
prec.
Var.
ass.
Cross
su $
Tassi e dati macro
Tassi Euro
Ultima Prece- Variaz.
rilevazione dente assoluta
Corona Ceca
27,025
27,031
-0,0060
25,4209
Tasso ufficiale di riferimento
0,05
0,15
0,10
Corona Danese
7,4606
7,4602
0,0004
7,0178
Rendistato Bankitalia(lordi)
0,95
0,97
-0,02
Corona Norvegese
9,1755
9,2035
-0,0280
8,6309
Tasso Inflazione ITA
0,30
0,20
0,10
Corona Svedese
9,2496
9,2796
-0,0300
8,7006
Tasso Inflazione EU
0,00
-0,20
0,20
Dollaro Australiano
1,4793
1,4825
-0,0032
1,3915
Indice HICP EU-12
120,70
120,10
0,60
Dollaro Canadese
1,4222
1,4229
-0,0007
1,3378
HICP area EURO ex tobacco
Dollaro N Zelanda
1,6322
1,6296
0,0026
1,5353
Tasso annuo crescita PIL ITA
0,90
0,60
0,30
Dollaro USA
1,0631
1,0688
-0,0057
-
Tasso di disoccupazione ITA
12,12
12,97
-0,85
Fiorino Ungherese
311,13
309,96
1,1700 292,6630
Franco Svizzero
1,0848
1,0844
0,0004
1,0204
Rand Sudafricano
14,9056
14,8862
0,0194
14,0209
0,7025
0,701
0,0015
0,6608
Sterlina GB
Yen Giapponese
130,92
131,28
-0,3600 123,1493
Zloty Polacco
4,2403
4,2411
-0,0008
3,9886
117,40
117,23
0,17
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti
rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese.
Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con
periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato
ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano
inanziario italiano
E.O.N.I.A.
Scadenza
E.O.N.I.A.
Scadenza
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
-0,131
-0,218
-0,244
-0,262
-0,274
-0,280
6 mesi
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
12 mesi
-0,287
-0,293
-0,297
-0,301
-0,306
-0,313
Preziosi e metalli
Den.
Let.
Preziosi ($ per oncia)
Oro
1069 1069,36
Argento
14,08 14,12
Palladio
539,08 540,48
Platino
846,2 849,6
Metalli ($ per tonn.)
Aluminium
1436 1435,5
Rame
4490,5 4489,5
Piombo
1576
1575
Nickel
8325
8300
Den.
Stagno
14360
Zinco
1546
Monete e Preziosi (quote in €)
Sterlina (v.c)
230,09
Sterlina (n.c)
230,13
Sterlina (post 74) 230,13
Marengo Italiano 182,94
Marengo Svizzero 181,69
Marengo Francese 181,69
Marengo Belga
181,69
Let.
14355
1545
260,81
265,05
265,05
206,58
203,23
203,02
203,02
Euribor
Irs
Euribor
Scadenza
Int. Rate Swap (Euro)
Scad. Denaro
Lettera
1 Sett.
2 Sett.
1M
2M
3M
6M
9M
12 M
Fonte: EMMI
-0,158
-0,154
-0,151
-0,111
-0,095
-0,024
0,016
0,068
Valori al 20/11/2015
Btp
Btp
Scadenza
Rendimento
2Yr BTP
3Yr BTP
5Yr BTP
10Yr BTP
30Yr BTP
0,003
0,130
0,439
1,521
2,617
1 anno
-0,110
-0,070
2 anni
-0,139
-0,099
3 anni
-0,087
-0,047
4 anni
0,022
0,062
5 anni
0,153
0,193
6 anni
0,294
0,334
7 anni
0,440
0,480
8 anni
0,581
0,621
9 anni
0,712
0,752
10 anni
0,828
0,868
12 anni
1,022
1,062
15 anni
1,227
1,267
20 anni
1,402
1,442
25 anni
1,445
1,485
30 anni
1,453
1,493
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
44
M E R CAT I E F I NA N Z A
Martedì 24 Novembre 2015
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
Global Technology
EUR
GBP
USD
Healthcare Opportunities
EUR
GBP
USD
Polar Japan Fund
USD
GBP
JPY
UK Absolute Return Class A EUR
Class A GBP
Class A USD
Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
NAV
Helvetia Vita S.p.A. - Compagnia Italo Svizzera
di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano
Valori al
24,82 20/11/2015
17,3900 20/11/2015
26,4800 20/11/2015
24,18
16,9500
25,8000
22,46
14,7100
2758,8600
12,22
10,2523
16,5042
12,5050
10,4927
16,8911
20/11/2015
20/11/2015
20/11/2015
20/11/2015
20/11/2015
20/11/2015
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
BANCASSICURAZIONE
Valori al 23/11/2015
UNIT LINKED
Ivy Gl.Investors Asset Strat.A
EUR 1544,79
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
www.polarcapital.co.uk
UNIDESIO 760071
12,206
13/11/2015
UNIDESIO 760125
12,320
13/11/2015
UNIDESIO 760183
11,475
13/11/2015
UNIDESIO 760072
12,356
13/11/2015
UNIDESIO 760129
12,160
13/11/2015
UNIDESIO 760185
11,4400
13/11/2015
UNIDESIO 760073
12,385
13/11/2015
UNIDESIO 760130
10,8660
13/11/2015
UNIDESIO 760186
11,4070
13/11/2015
UNIDESIO 760075
13,000
13/11/2015
UNIDESIO 760139
11,940
13/11/2015
UNIDESIO 760187
11,9490
13/11/2015
UNIDESIO 760078
11,7030
13/11/2015
UNIDESIO 760140
11,9810
13/11/2015
UNIDESIO 760189
12,0250
13/11/2015
UNIDESIO 760080
11,8490
13/11/2015
UNIDESIO 760147
12,1160
13/11/2015
UNIDESIO 760191
10,458
13/11/2015
UNIDESIO 760082
11,8900
13/11/2015
UNIDESIO 760149
12,0370
13/11/2015
UNIDESIO 760192
11,8500
13/11/2015
UNIDESIO 760085
10,809
13/11/2015
UNIDESIO 760150
12,008
13/11/2015
UNIDESIO 760193
12,1580
13/11/2015
UNIDESIO 760088
12,5090
13/11/2015
UNIDESIO 760156
10,335
13/11/2015
UNIDESIO 760198
8,1580
13/11/2015
UNIDESIO 760201
11,504
13/11/2015
UNIDESIO 760202
12,242
13/11/2015
UNIDESIO 760203
13,2490
13/11/2015
UNIDESIO 760205
10,9780
13/11/2015
UNIDESIO 760091
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
MetLife Protezione in Crescita 70%
1,382
MetLife Protezione in Crescita 90%
1,118
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,257
Alico Monet. Protetto
1,107
20/11/15
Alico P.P. Eur 2015
20/11/15
0,971
Alico P.P. Global 2028
20/11/15
1,091
Alico P.P. Eur 2016
20/11/15
0,994
Alico P.P. Global 2029
20/11/15
1,253
Alico P.P. Eur 2017
20/11/15
1,028
Alico P.P. Global 2030
20/11/15
1,215
Alico P.P. Eur 2018
20/11/15
1,069
Alico P.P. Global 2031
20/11/15
1,306
Alico P.P. Global 2032
20/11/15
1,227
20/11/15
1,106
Alico P.P. Eur 2020
20/11/15
1,129
Alico P.P. Eur 2021
20/11/15
1,166
Alico P.P. Eur 2022
20/11/15
1,175
Alico P.P. Eur 2023
20/11/15
1,210
Alico P.P. Eur 2024
20/11/15
Alico P.P. Eur 2025
Alico P.P. Eur 2026
Alico Prot.Trim. Eur
20/11/15
1,083
Alico Prot.Trim. Usa
20/11/15
1,089
Alico Gest.Bilanc.Glob
20/11/15
1,443
1,152
Alico Gest.Azion.Glob
20/11/15
1,521
20/11/15
1,168
Alico Gest.Bilanc.Eur
20/11/15
1,433
20/11/15
1,413
Alico Gest.Azion. Eur
20/11/15
1,478
Alico P.P. Eur 2027
20/11/15
1,206
Alico Aper.Indiciz.Eur
20/11/15
1,112
Alico P.P. Eur 2028
20/11/15
1,088
Alico Aper.Indiciz.Usa
20/11/15
1,748
Alico P.P. Eur 2029
20/11/15
1,232
Alico Aper.Indiciz.Glo
20/11/15
1,436
Alico P.P. Eur 2030
20/11/15
1,237
Alico Aper.Indiciz.Ita
20/11/15
0,914
Alico P.P. Eur 2031
20/11/15
1,289
Alico P.P. Eur 2032
20/11/15
1,220
Alico P.P. Usa 2015
20/11/15
1,022
Alico P.P. Usa 2016
20/11/15
1,065
Alico P.P. Usa 2017
20/11/15
1,083
Alico P.P. Usa 2018
20/11/15
1,144
Alico Multi Comm.
20/11/15
0,425
Alico P.P. Usa 2019
20/11/15
1,192
Alico R. Peak Usa 2015
20/11/15
1,004
Alico P.P. Usa 2020
20/11/15
1,211
Alico R. Peak Usa 2020
20/11/15
Alico P.P. Usa 2021
20/11/15
1,283
Alico R. Peak Usa 2025
20/11/15
Alico P.P. Usa 2022
20/11/15
1,257
Alico R. Peak Usa 2030
20/11/15
1,292
Alico P.P. Usa 2023
20/11/15
1,299
Alico R. Peak Usa 2035
20/11/15
1,310
Alico R. Peak Eur 2015
20/11/15
1,041
Alico R. Peak Eur 2020
20/11/15
1,188
Alico R. Peak Eur 2025
20/11/15
1,278
Alico R. Peak Eur 2030
20/11/15
1,352
1,298
Alico Liquidita’
20/11/15
1,061
Alico R. Prudente
20/11/15
1,271
Alico R. Crescita
20/11/15
1,214
Alico R. Multi Comm.
20/11/15
0,404
13/11/2015
UNIDESIO 760157
12,7310
13/11/2015
UNIDESIO 760095
10,578
13/11/2015
UNIDESIO 760159
12,1380
13/11/2015
UNIDESIO 760096
11,1910
13/11/2015
UNIDESIO 760160
11,843
13/11/2015
UNIDESIO 760098
12,455
13/11/2015
UNIDESIO 760163
10,0880
13/11/2015
UNIDESIO 760206
10,8750
13/11/2015
UNIDESIO 760099
11,7810
13/11/2015
UNIDESIO 760169
13,318
13/11/2015
UNIDESIO 760210
12,466
13/11/2015
UNIDESIO 760102
11,284
13/11/2015
UNIDESIO 760170
12,182
13/11/2015
UNIDESIO 760216
11,076
13/11/2015
UNIDESIO 760104
11,2480
13/11/2015
UNIDESIO 760174
12,3010
13/11/2015
UNIDESIO 760229
11,351
13/11/2015
UNIDESIO 760105
10,7080
13/11/2015
UNIDESIO 760179
11,865
13/11/2015
UNIDESIO 760234
10,100
13/11/2015
UNIDESIO 760106
12,1830
13/11/2015
UNIDESIO 760180
12,0530
13/11/2015
UNIDESIO 760235
10,054
13/11/2015
UNIDESIO 760109
11,6310
13/11/2015
UNIDESIO 760182
8,4720
13/11/2015
UNIDESIO 760243
9,890
13/11/2015
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
AZZOAGLIO DINAMICO
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
UNIDESIO PRUDENTE
UNIDESIO MODERATO
UNIDESIO ATTIVO
UNIDESIO VIVACE
OBBLIGAZIONARIO MISTO
AZIONARIO EURO
AZIONARIO GLOBALE
BILANCIATO
CONSERVATIVE
6,899
5,887
7,022
11,655
12,056
12,520
12,582
10,806
9,651
12,542
12,135
10,391
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
13/11/2015
DUAL INDEX - 2012
105,620
11/11/2015
DUAL INDEX - 2013
101,561
11/11/2015
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
107,152
11/11/2015
INDEX EuroCrescita 2014
97,590
11/11/2015
INDEX TOP DIVIDEND 2013
108,932
11/11/2015
111,677
11/11/2015
EUROSTOXX 50 - 2012
HELVETIA EUROCRESCITA
95,424
11/11/2015
ATTIVO SPECIFICO
1,159
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
104,197
11/11/2015
1,262
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
95,892
11/11/2015
Alico P.P. Usa 2026
20/11/15
1,544
Alico P.P. Usa 2027
20/11/15
1,279
Alico P.P. Usa 2028
20/11/15
1,198
Alico P.P. Usa 2029
20/11/15
1,141
Alico R. Peak Eur 2035
20/11/15
Alico P.P. Usa 2030
20/11/15
1,340
Alico R. Peak Asia 2015
20/11/15
1,089
Alico P.P. Usa 2031
20/11/15
1,414
Alico R. Peak Asia 2020
20/11/15
1,280
20/11/15
1,429
20/11/15
1,522
Alico P.P. Usa 2032
20/11/15
1,347
Alico R. Peak Asia 2025
Alico P.P. Global 2015
20/11/15
0,969
Alico R. Peak Asia 2030
Alico P.P. Global 2016
20/11/15
1,002
Alico R. Peak Asia 2035
20/11/15
1,521
Alico P.P. Global 2017
20/11/15
0,965
Alico Sec. Acc. 2016
20/11/15
1,051
Alico P.P. Global 2018
20/11/15
1,086
Alico Sec. Acc. 2017
20/11/15
1,074
Alico P.P. Global 2019
20/11/15
1,179
Alico P.P. Asia 2015
20/11/15
1,123
Alico P.P. Global 2020
20/11/15
1,147
Alico P.P. Global 2021
20/11/15
1,189
Alico P.P. Asia 2020
20/11/15
1,300
Alico P.P. Global 2022
20/11/15
1,165
Alico P.P. Asia 2025
20/11/15
1,422
Alico P.P. Global 2023
20/11/15
1,213
Alico P.P. Asia 2030
20/11/15
1,452
Alico P.P. Global 2024
20/11/15
1,162
Alico P.P. Asia 2035
20/11/15
1,521
Alico P.P. Global 2025
20/11/15
1,206
Alico Long Investment
20/11/15
0,828
Alico P.P. Global 2026
20/11/15
1,456
Alico Agriculture
20/11/15
0,410
Alico P.P. Global 2027
20/11/15
1,179
Alico Metals
20/11/15
0,370
10,299
13/11/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
11,122
13/11/2015
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
12,204
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
15,622
13/11/2015
OBBIETTIVO 03/2021
9,783
13/11/2015
OBBIETTIVO 05/2021
10,161
13/11/2015
13/11/2015
HIGH DIVIDEND
8,805
13/11/2015
MEGATREND
8,554
13/11/2015
PREVIMISURATO
PREVIBRIOSO
PREVIDINAMICO
13,796
14,071
14,400
12/11/2015
12/11/2015
12/11/2015
12,153
12,604
12,337
13,296
13,584
13,686
13,408
13,626
14,699
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
31/10/2015
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
10,1610
1,197
13/11/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
INDEX LINKED
11/11/2015
1,277
13/11/2015
14,698
CANALE AGENTI E BROKER
97,301
20/11/15
13/11/2015
11,881
GLOBAL EQUITY
FPA - LINEE
10,1610
20/11/15
10,793
BALANCED
PIP - FONDI INTERNI
HELVETIA QUATTRO.10
Alico P.P. Usa 2025
BOND MIX
INDEX LINKED
Obbiettivo 5/2021
Alico P.P. Usa 2024
www.metlife.it
12,6320
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
Valorizzazione al: 20/11/15
Alico P.P. Eur 2019
Entra in Helvetia con
il tuo Smartphone
PIP - FONDI INTERNI
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
12,640
17/11/2015
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
13,600
17/11/2015
HELVETIA WORLD EQUITY
162,780
HELVETIA EUROPE BALANCED
217,220
17/11/2015
17/11/2015
HELVETIA WORLD BOND
246,180
17/11/2015
HELVETIA GLOBAL BALANCED
177,310
17/11/2015
HELVETIA GLOBAL EQUITY
134,160
17/11/2015
FPA - LINEE
LINEA GARANTITA
12,417
31/10/2015
LINEA BILANCIATO
13,890
31/10/2015
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,281
31/10/2015
LINEA AZIONARIO
10,735
31/10/2015
www.helvetia.it
Il resto,
scopritelo da voi.
CNP Alpenbank Aggressive
CNP Alpenbank Balanced
CNP Alpenbank Balanced 2
CNP Alpenbank Dynamic
CNP Alpenbank Substance
CNP CIIS Aggressivo
CNP CIIS Dinamico
CNP CIIS Equilibrato
CNP CIIS Moderato
CNP CIIS Prudente
CNP CIIS Total Return
CNP CIIS Essential
CNP CIIS Advanced
CNP Crescita
CNP Fondo Interno Certius IV
CNP Fondo Interno Certius V
CNP Linea Conservativa
CNP Dinamico
CNP Moderato
CNP Protezione
CNP Prudente
CNP Reddito
101,75
95,49
100,60
125,10
108,78
93,67
94,67
94,31
96,42
98,46
97,81
94,82
87,08
71,31
95,30
97,33
97,93
98,43
99,21
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
UNIT LINKED
UNIT in EURO
Quality
Progress
Maximum
Global Equity
Global 100
Flex Equity 100
Opportunità Reddito
Opportunità Reddito Plus
Opportunità Crescita
Opportunità Crescita Plus
DATA
PREZZO
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
18/11/2015
7,759
7,2010
5,8430
6,6010
5,6400
12,639
5,013
4,942
-
NEW
+ VELOCE
+ MODERNO
+ BELLO
+ RICCO
+ FACILE
DA USARE
DA LEGGERE
DA CONDIVIDERE
NEI CONTENUTI
DA NAVIGARE
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma
Tel. 06 474821
www.eurovita.it
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
M E R CAT I E F I NA N Z A
Martedì 24 Novembre 2015
Trascinato al rialzo dal salvataggio delle 4 popolari vicine al default
Ftse Mib unico positivo
Ha chiuso a +0,7%. Resto d’Europa giù
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
A
ncora una volta, è stato il settore bancario
a indicare la rotta a
piazza Affari. Partita
in leggero calo, la borsa milanese ieri ha recuperato il
segno più in tarda mattinata
e, lentamente, ma costantemente, ha recuperato posizioni, fino a sfiorare la soglia del
+1%. Sul finale, tuttavia, ha
ritracciato e il Ftse Mib ha
chiuso a 22.294 punti, +0,7%,
migliore listino in un’Europa, che invece ha registrato
chiusure in negativo. Ibex
-0,13%, Dax -0,25%, Cac-40
-0,44% e Ftse 100 -0,46%. A
metà seduta, a New York, il
Dow Jones segnava -0,03%,
l’S&P 500 +0,13%, il Nasdaq Composite +0,21%.
In lieve ribasso, infine, lo
spread Btp-Bund, che ha
chiuso a 99,26 punti, dagli
iniziali 100,9.
Non hanno influito i dati
macro, provenienti dagli Stati Uniti: il mercato si è infatti focalizzato sull’attesa per
il dato del pil Usa, che sarà
reso noto oggi.
Il Ftse Mib ha beneficiato
dell’ottima performance del
comparto bancario, in spolvero, dopo il varo del salvataggio
delle 4 popolari sull’orlo del
default, deciso dal governo.
Ora CariFerrara, CariChieti,
Banca Marche e Banca Etruria si presentano ripulite al
mercato e pronte per essere
acquistate da altri istituti,
mentre le loro passività finiscono in una bad bank. L’intera operazione avrà un costo
di 3,6 miliardi di euro, tutti
a carico del sistema bancario, come concordato con la
Ue. Popolare Milano +2,62%,
Bper +2,4%, Banca Mps
+2,28%, Ubi banca +1,95%,
Unicredit +1,48%, Intesa
Sanpaolo +1,09% e Banco
popolare +0,3%. In calo solo
Mediobanca (-0,6%).
A piazza Affari si sono
messe in luce Cnh industrial
(+2,71%), Fca (+1,53%), Tod’s
(+0,51%). In negativo invece
Atlantia (-1,81%) e Terna
(-1,87%) che hanno pagato
lo stacco della cedola e Salvatore Ferragamo (-0,63%).
Sul resto del listino, si sono
messe in evidenza Brembo
(+1,75%), Saras (+3,05%),
Maire Tecnimont (+8,34%)
dopo l’annuncio del nuovo
progetto in Malesia, Carraro (+5,56%), dopo l’annuncio
dell’accordo con il gruppo
Bonfiglioli per valorizzare
la tedesca O&K Antriebstechnik di proprietà della
stessa Carraro. Gambero
Rosso ha invece lasciato sul
terreno l’11,25% a 1,42 euro
nel giorno del suo debutto a
piazza Affari.
Quanto all’euro, ha continuato la fase di debolezza.
Ha chiuso a 1,0618 dollari
e a 130,56 yen, ma, dopo un
modesto recupero, in prima
Oltre le attese i Pmi dell’Eurozona
I Pmi dell’Eurozona hanno stracciato il consenso, considerando anche la
debolezza dei dati francesi dovuta agli
attacchi terroristici di Parigi, ma non
fermeranno la Bce, che non è ancora
soddisfatta della ripresa dell’area euro.
L’indice Pmi composito di novembre, secondo
la lettura preliminare, si è attestato a 54,4
punti, in rialzo rispetto al dato definitivo di
ottobre e al consenso, entrambi a 53,9 punti.
Quello manifatturiero preliminare è salito a 52,8 punti, meglio del consenso e del
dato di ottobre a 52,3, mentre quello dei
servizi si è attestato a 54,6 punti (54,1 sia
le attese che il dato dello scorso mese).
Per quanto riguarda i singoli paesi, l’indice
Pmi composito della Germania si è attestato a 54,9 punti, in rialzo rispetto al dato
definitivo di ottobre a 54,2 punti, mentre
quello manifatturiero si è attestato a 52,6
punti, meglio del dato definitivo di ottobre
a 52,1 e del consenso a 52 punti. L’indice
relativo ai servizi è salito a 55,6 punti (54,5
il dato definitivo di ottobre e il consenso).
Invece l’indice Pmi composito della Francia
serata ha rotto la soglia di
1,06 e si è portato a quota
1,0594, per poi recuperare
alcune posizioni.
SEGUE DA PAG. 43
continuazione degli sforzi,
innanzitutto delle autorità
italiane, per il completamento dell’armonizzazione delle
norme per la piena concorrenza bancaria in Europa,
senza privilegi o discriminazioni per alcuno».
Come detto, per le quattro
nuove banche si apre subito un’asta per trovare un
compratore. Per due di esse
ci sarebbero già dei pretendenti: Ubi e Cariparma. La
prima potrebbe puntare sulla Nuova CariFerrara, 106
filiali in Emilia-Romagna: si
integrerebbe bene con il suo
network distributivo (1.570
sportelli in tutta Italia). La
Nuova Banca Marche, invece, la più grande delle 4 (324
punti vendita), farebbe gola
a Cariparma, 900 filiali al
Centronord.
Ubi potrebbe dare priorità a Ferrara, visto che con
il Banco popolare e con Popolare Milano gli ostacoli
non mancano. Concentrandosi in Romagna, tuttavia,
il gruppo guidato da Victor
Massiah spianerebbe la
strada al polo Verona-Milano.
A sua volta, La Popolare di
Milano ha preso tempo su
una possibile acquisizione:
secondo Piero Giarda, presidente del consiglio di sorveglianza dell’istituto, «sono
valutazioni che dovrà fare
il management della banca,
per vedere se c’è un interesse;
al momento la questione non
è stata mai lontanamente
posta all’ordine del giorno»
dell’istituto.
è stato di 51,3 punti, in calo rispetto al dato
definitivo di ottobre a 52,6, mentre quello
manifatturiero è salito a 50,8 punti rispetto al definitivo di ottobre a 50,6 punti, in
linea alle attese. L’indice relativo ai servizi
è infine risultato pari a 51,3 punti, in calo
rispetto al dato definitivo di ottobre a 52,7
e rispetto al consenso a 52,6 punti.
Il Pmi composito dell’Eurozona «ha
mostrato un’accelerazione della crescita,
ponendo quindi l’intera regione in corsa
per una delle migliori performance trimestrali degli ultimi quattro anni e mezzo», ha sottolineato Chris Williamson,
capo economista di Markit, secondo cui «i
dati hanno segnalato una crescita del pil
trimestrale finale dell’anno dello 0,4%».
Per l’esperto quindi, «considerati i tragici
eventi di Parigi, che hanno indebolito l’attività economica in Francia, specialmente
nel settore del terziario, sono eccezionali i
miglioramenti delle performance di novembre per quanto riguarda la crescita economica».
© Riproduzione riservata
45
PER IL LSE
Nasce
nuova
piattaforma
Il London stock exchange
group ha annunciato il lancio di Elite connect, la nuova piattaforma dedicata a
società quotate, investor
relation manager, investitori istituzionali e broker.
Elite connect è una piattaforma open access che permette agli utenti di svolgere
attività di investor relation
in modo efficiente sia a livello nazionale che internazionale. Per gli investitori e gli
intermediari, la piattaforma
rappresenta uno strumento
innovativo per gestire gli incontri con le società quotate.
Elite connect consente inoltre alle società di ottenere
una maggiore visibilità e
un più facile accesso agli
investitori a livello globale.
La fase beta, condotta con
alcune tra le maggiori società quotate europee e
investitori e broker globali, è stata completata con
successo. Da oggi i nuovi
utenti possono registrarsi
alla piattaforma dal sito:
www.elite-connect.com.
Infine il petrolio: a metà
seduta, a New York, il Wti
era quotato 42,27 dollari al
barile contro i 45
barile,
45,53
53 dollari
del Brent a Londra.
MALPENSA
Fusione da 150 mld $, terza di sempre
Estate 2016
In treno
a Terminal 2
Dalla prossima estate
sarà possibile raggiungere
in treno anche il Terminal 2
dell’aeroporto di Malpensa,
come adesso avviene per il
T1. Al momento, il collegamento tra i due terminal è
garantito da un bus navetta.
Gli scavi dei lavori, tra l’altro,
hanno portato alla luce reperti
archeologici del periodo di Protogolasecca e di epoca romana,
per il cui recupero e restauro
Ferrovie Nord Milano ha investito 200 mila euro. Il cronoprogramma del collegamento
ferroviario T1-T2 è stato confermato ieri mattina durante
un sopralluogo del governatore della Lombardia, Roberto
Maroni e del presidente del
consiglio regionale, Raffaele
Cattaneo, accompagnati dal
presidente di Fnm, Andrea
Gibelli e dal presidente di Sea,
Pietro Modiano.
Il prolungamento si sviluppa per 3,6 km, per un’offerta a
medio termine di oltre 250 treni al giorno. Sarrà utilizzato
da oltre il 25% dei viaggiatori
che si serviranno di Malpensa. Il costo è di 115 mln ed è
coperto per 31 milioni da Regione Lombardia, 45 dal ministero delle infrastrutture, 23
di co-finanziamento Ue e 16
da Sea.
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
Pfizer-Allergan
Accordo fatto
P
fizer e Allergan hanno formalizzato la
firma dell’accordo per
procedere con una
storica fusione dal valore di
oltre 150 miliardi di dollari.
La transazione, che creerà la
maggior azienda farmaceutica
al mondo, prevede che Pfizer
offra agli azionisti di Allergan
11,3 sue azioni e una piccola
componente in contanti.
Sarà la terza maggiore acquisizione di tutti i tempi e si
colloca alle spalle solo degli
oltre 180 miliardi mobilitati
nel 2001 da Time Warner per
rilevare America Online e di
una cifra analoga nel 1999
per l’acquisizione di Mannesmann da parte di Vodafone.
L’operazione sarà anche una
delle maggiori transazioni di
cosiddetta «tax inversion», con
Pfizer che trasferirà la propria
sede in Irlanda per beneficiare
di un miglior contesto fiscale.
Per favorire tale trasferimento, la transazione è strutturata
tecnicamente come una fusione inversa, in cui sarà la dublinese Allergan ad acquisire
la multinazionale newyorkese.
Il nuovo colosso farmaceutico
sarà guidato dall’amministratore delegato di Pfizer, Ian Read,
coadiuvato dal suo omologo
di Allergan, Brent Saunders.
La fusione creerà un colosso
del settore farmaceutico con
prodotti popolari come il vaccino per la polmonite di Pfizer,
Prevnar o il trattamento di
Allergan contro l’invecchiamento della pelle, Botox, ma
anche farmaci contro l’Alzheimer e trattamenti oftalmici.
Il nuovo gruppo avrà ric av i a g g r e g a t i p e r o l tre 60 miliardi di dollari.
L’anno scorso, Allergan ha registrato più di 13 miliardi di ricavi e Pfizer circa 50 miliardi.
L’accordo è l’ennesimo segnale del processo di consolidamento in atto nel comparto
farmaceutico, diventato il massimo protagonista dell’attività di M&A negli ultimi anni.
L’accordo con Pfizer dovrebbe essere chiuso entro
9 mesi, anche per consentire il parallelo perfezionamento dell’intesa con Teva.
Dopo la chiusura, è peraltro
previsto lo scorporo della nuova
società in due distinte aziende,
una di prodotti protetti da brevetti e l’altra specializzata in
farmaci senza protezione o con
brevetti in via di scadenza.
La fusione sarà una delle
più grandi della storia, superando il recente accordo da
108 miliardi di dollari siglato da Anheuser-Busch InBev
per rilevare SabMiller.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
46
M E R CAT I E F I NA N Z A
Martedì 24 Novembre 2015
Via alla privatizzazione, ma restano divisioni tra governo e vertici
I fatti separati
dalle opinioni
Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]
Direttore ed editore:
Paolo Panerai (02-58219209)
Direttore ed editore associato:
Pierluigi Magnaschi (02-58219207)
Condirettore: Marino Longoni
(02-58219207)
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
Vicedirettore: Sabina Rodi
(02-58219339)
Capo della redazione romana:
Roberto Miliacca (06-6976028);
Caporedattore: Gianni Macheda
(02-58219220).
Impaginazione e grafica: Alessandra
Superti (responsabile)
ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122
Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 0258219.1; telefax 02-58317598; 00187
Roma, via Santa Maria in Via 12, tel.
06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373,
69920374.
Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano
con Bernago (Mi) - Roma, Litosud srl, via Carlo
Pesenti 130 - Catania, SocietàTipografica Siciliana
Spa, Catania, Strada 5ª n. 35
Concessionaria esclusiva per la
pubblicità:
Class Pubblicità SpA
Direzione Generale: Milano, via
Burigozzo 8 - tel. 02 58219522
Sede legale e amministrativa: Milano, via
Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1
Class Roma: Roma, Via C. Colombo 456
- tel. 06 69760887
Presidente: Angelo Sajeva. Vicepresidente:
Gianalberto Zapponini. Vicedirettore
Generale New Business Iniziative
& Eventi Speciali: Francesco Rossi.
Vicedirettore Generale Stampa e Web
Business & Luxury: Stefano Maggini;
Vicedirettore Generale TV Indoor &
Moving TVConsumer: Giovanni Russo
Per informazioni commerciali: mprestileo@
class.it
Distribuzione: Erinne srl - via
Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel.
58219283.
Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro
320,00 annuale, estero euro 900 annuale:
Abbonamento estero via aerea.
ItaliaOggi - Registrazione del tribunale
di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore
responsabile: Paolo Panerai.
Testata che fruisce dei contributi statali diretti
di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.
Accertamento Diffusione Stampa
certificato n. 7397 del 10/12/2012
Partita l’operazione Fs
Sarà messo sul mercato non più del 40%
I
eri ha preso ufficialmente il via la privatizzazione
di Ferrovie dello stato: il
consiglio dei ministri di
ieri mattina ha infatti approvato in via preliminare lo
schema di dpcm per la cessione di una quota di minoranza
di Fs che, come ha riferito il
ministro dei trasporti, Graziano Delrio, «non potrà superare il 40%».
Non è ancora stata presa
una decisione sul perimetro
da privatizzare, una questione che sta causando tensioni
crescenti tra i vertici delle
Ferrovie e tra gli stessi vertici delle Fs e il governo. La
posizione di Delrio, che ha
sempre ribadito che «la rete
non si privatizza», è opposta
rispetto a quella di Michele
Mario Elia, a.d. delle Ferrovie, secondo il quale «l’unitarietà del gruppo rappresenta
un valore aggiunto». Convinto
che la rete debba restare pubblica è anche il presidente di
Fs, Marcello Messori, che proprio in polemica sul percorso
di privatizzazione lo scorso
ottobre ha riconsegnato le de-
leghe e ieri ha ribadito la sua ri, la nostra azienda di stato
deve essere impegnata nella
contrarietà all’operazione.
Delrio ha spiegato, al ter- promozione dei servizi pubmine del cdm che «è stato av- blici».
L’avvio della privatizzazioviato il percorso: poi decidere
le modalità, se si quoterà solo ne, ha precisato il ministro,
Trenitalia oppure Trenitalia terrà conto di «alcuni paletti».
più una quota di Rfi scorpo- Per prima cosa, «la proprietà
rata, è un lavoro che verrà dell’infrastruttura ferroviaria
dovrà rimanere pubblica e
fatto nelle prossime
dovrà essere garantisettimane. È coto in maniera uguale
munque l’avvio di
l’accesso a tutti gli
un percorso che
operatori, così come
riguarda essenstabilito dall’autorizialmente i sertà di regolazione. Si
vizi a mercato».
valuterà l’indipenIl ministro ha
denza completa del
ricordato «la
gestore all’interno di
complessità della
questo percorso».
gestione delle Fs
e la necessità di aumentare i servizi
pubblici: abbiamo un paese
con ancora
troppe distanze tra
i servizi
di alta
velocità
e i servizi per i
Graziano Delrio
pendola-
Inoltre, verrà garantita «la
maggioranza dello stato» e
«si manterrà un’attenzione
particolare all’azionariato
diffuso e alla partecipazione
dei dipendenti del gruppo Fs,
che anche quest’anno produrrà ottimi risultati tra ricavi e
utili. È un avvio di percorso di
cui siamo molto soddisfatti».
Il 40% del gruppo potenzialmente alienabile, ha
aggiunto Delrio, «andrà
all’azionariato diffuso e agli
investitori istituzionali».
Il dpcm, che riguarda presidenza del consiglio, Mef e Mise,
dovrà ora ricevere i pareri delle commissioni parlamentari,
per poi tornare a palazzo Chigi per il via libera definitivo.
Per quanto riguarda i tempi
della privatizzazione, Elia ha
più volte parlato del secondo
semestre del prossimo anno.
Ora si attende il cda di giovedì
delle Fs, in cui potrebbero essere formalizzate le dimissioni
dei vertici delle Ferrovie, dopo
i dissapori circa le modalità
del percorso di privatizzazione.
© Riproduzione riservata
BREVI
Borsa italiana. Da ieri
gli orari di negoziazione
sui mercati di Borsa italiana sono stati allungati.
Sui mercati Mta, Aim Italia Miv, ETFplus (escluso
il segmento Oicr aperti) e
SeDeX la fase di negoziazione continua è stata estesa e terminerà alle 17,30,
anziché alle 17,25. Sul
mercato Idem, segmento
equity derivatives, la fase
di negoziazione continua è
stata estesa fino alle 17,50,
posticipando la chiusura
di 10 minuti.
Telecom Italia. Il monitoraggio da parte della
Consob su Telecom Italia «è
ancora in corso». Lo ha affermato il presidente dell’autorità di vigilanza, Giuseppe
Vegas, in merito alla verifica
messa in atto dopo i cambiamenti dell’assetto societario
dell’azienda di tlc e dopo la
decisione del board di Telecom di convertire le azioni
Il primo quotidiano
dei professionisti
dell’economia,
del diritto e della politica
di risparmio in ordinarie.
Ferrari ha presentato la
domanda per la quotazione anche a piazza Affari.
Furla ha siglato un accordo triennale con Ratti,
leader italiano nella creazione di tessuti e accessori
di alta gamma, per la produzione e distribuzione di
una collezione di accessori
tessili maschili e femminili.
Intesa Sanpaolo. Prosegue il rafforzamento del
modello di servizio dedicato ai clienti High net worth
individual della divisione
Private banking di Intesa Sanpaolo. Costituito lo
scorso aprile, il service Hub
Hnwi introduce un modello
specializzato dedicato alla
clientela con patrimoni finanziari superiori ai 10
mln. Dopo l’apertura della filiale Hnwi di Milano
in giugno, da novembre è
operativa anche quella di
Torino, presso la sede di via
Assietta 17.
Banca popolare di Vicenza. Come, d’attese, ieri
si è dimesso da presidente
Gianni Zonin. Il cda ha nominato al suo posto Stefano
Dolcetta, vice presidente di
Confindustria, area Relazioni industriali.
Scopri le offerte
di abbonamento su
www.classabbonamenti.com
Finanziaria Città di
Torino holding, società
interamente controllata
L’INFORMAZIONE PROFESSIONALE
DELL’ITALIA DI OGGI.
dal comune di Torino, ha
emesso con un grosso successo un’offerta, per 150
milioni, di obbligazioni secured convertibili in azioni
ordinarie di Iren, a seguito della conversione delle
azioni di risparmio. Le obbligazioni sono a tasso fisso, con cedola annua dello
0,625%, da pagarsi posticipatamente su base annuale.
Ford. Il consueto round
di trattative per il rinnovo del contratto del lavoro
del settore automobilistico
statunitense tra il sindacato United auto workers
da una parte e dall’altra
Ford, General motors e Fca
si è concluso venerdì con
l’approvazione delle ultime
due ipotesi contrattuali.
Venerdì i 52.900 lavoratori
di Ford hanno infatti ratificato l’ipotesi di contratto con una maggioranza
risicata del 51% ponendo
così fine a un periodo di
incertezza che aveva aumentato le probabilità di
un mancato via libera.
Crédit Suisse group
ha completato il private
placement da 1,32 miliardi
di franchi svizzeri legato
all’operazione di ricapitalizzazione da 6 miliardi. La
seconda fase della ricapitalizzazione prevede l’emissione di ulteriori 261 milioni di
azioni a favore degli azionisti attuali per una raccolta
di 4,7 miliardi di franchi.
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
M E R CAT I E F I NA N Z A
Martedì 24 Novembre 2015
Accordo con Conlavoro e plafond commerciale da 100 milioni euro
47
IMPIANTI
Tecnimont
Commessa
Aziende certificate Marchio unico nazionale in Malesia
Mps con il made in Italy
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
B
anca Monte dei Paschi
di Siena e Conflavoro pmi hanno siglato
una convenzione per
il sostegno delle aziende certificate Marchio unico nazionale. Grazie a questo accordo,
Banca Monte dei Paschi di
Siena mette a disposizione
delle aziende certificate un
plafond commerciale di 100
mln, dedicato a coprire tutte
le necessità finanziarie derivanti dalla gestione aziendale. L’offerta è completa di
finanziamenti a medio lungo
termine a condizioni dedicate,
finanziamenti a breve termine
per fronteggiare momentanee
esigenze di liquidità, strumenti e servizi per l’internazionalizzazione delle imprese.
La «Certificazione volontaria
di conformità d’origine e tipicità italiana», portata avanti
dall’Associazione nazionale
Conflavoro pmi», afferma una
nota, «ha lo scopo di garantire
l’italianità di tutto il processo produttivo a partire dalle
materie prime e semi lavorati. Una garanzia importante
per i consumatori, che, ac-
quistando prodotti italiani a
Marchio unico nazionale, potranno avere la certezza della
provenienza e dalla maestria
italiana».
Soddisfatto il presidente
nazionale di Conflavoro pmi,
Roberto Capobianco, che ha
sottolineato l’importanza
dell’accordo a sostegno delle
imprese che hanno l’intera
filiera produttiva in Italia
e realizzano il vero Made in
Italy: «Questa sinergia tra impresa e finanza rappresenta
un passo importante per la
tutela e la valorizzazione
del vero Made in Italy. Dare
Tod’s acquista da Gousson
il marchio Roger Vivier
Tod’s ha concluso un accordo per l’acquisto del marchio
Roger Vivier da Gousson consultadoria e marketing, indirettamente controllata da Diego e Andrea Della Valle, per 415
mln. Il marchio è attualmente concesso in licenza alla stessa
Tod’s. Gousson reinvestirà 207,5 mln in Tod’s sottoscrivendo
un aumento di capitale riservato, che dovrà essere approvato da un’assemblea convocata per il 13 gennaio (il 18 in
seconda). L’operazione è stata approvata con il parere unanime favorevole del comitato amministratori indipendenti.
Il cda ha inoltre stabilito che l’operazione si eseguirà solo
se la maggioranza dei soci non correlati non esprimerà voto
contrario in assemblea. Per il pagamento del corrispettivo
Tod’s utilizzerà linee di credito esistenti e cassa. In seguito
all’aumento di capitale, Gousson avrà il 7,51% del capitale
di Tod’s, mentre la quota detenuta da Diego Della Valle
salirà dal 57,47 al 60,66%.
© Riproduzione riservata
credito ad aziende che hanno
un’intera filiera produttiva in
Italia significa raddoppiare la
ricaduta economica e occupazionale sul territorio».
«Presentarsi sul mercato
con un gamma completa di
finanziamenti costituisce un
chiaro segnale di fiducia e sostegno nei confronti delle imprese», ha detto a sua volta
Maurizio Pecora, responsabile
servizio pricing e convenzioni
di Banca Monte dei Paschi.
«La partnership con Conflavoro pmi è l’occasione per
ricreare le condizioni per attrarre nuovi investimenti e
ridare valore alle produzioni
locali. L’accordo rappresenta
un impegno attivo nei confronti delle singole realtà imprenditoriali, che si concretizza nella messa a disposizione
di un plafond di 100 mln per
le imprese che operano stabilmente sul territorio nazionale,
oltre che di quelle realtà, che
intendono tornare a produrre
in Italia attraverso un processo di reshoring, favorendo al
contempo le esportazioni».
Tecnimont (controllata di Maire Tecnimont)
si è aggiudicata, in jv con
China HuanQiu contracting & engineering corporation, un progetto per lo
sviluppo di due unità di
polipropilene per il complesso Rapid (Refinery and
petrochemical integrated
development) da parte di
Prpc Polymers. Le due unità saranno realizzate nel
complesso Rapid in Malesia.
Il valore del progetto è
di 482 mln usd, di cui il
60% di competenza del
gruppo Maire Tecnimont.
Il progetto comprende i servizi di ingegneria, la fornitura di materiali e le attività
di costruzione dell’impianto
e i performance test. Il completamento è previsto nel
secondo trimestre del 2019.
«Siamo contenti di iniziare
questa nuova collaborazione con un cliente cosi prestigioso», ha commentato
Pierroberto Folgiero, a.d. di
Maire Tecnimont.
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
CON MAKE IT
Prysmian
cerca
ingegneri
Prysmian (sistemi in cavo
per energia e tlc) ha dato il via
al programma di recruiting
«Make it», rivolto a ingegneri
e tecnici con esperienza in ambito industriale.
Cerca ingegneri di processo,
di manutenzione, di progettazione e della qualità, oltre ad altre figure tecniche specializzate che coprano ruoli chiave per
l’area manufacturing all’interno di uno dei centri di eccellenza
dell’azienda sparsi nel mondo.
I profili richiesti prevedono una
laurea in ingegneria, o equivalente, e un’esperienza lavorativa di 3-5 anni acquisita in
posizioni simili, una buona padronanza della lingua inglese
e doti di leadership.
Il gruppo mira a valorizzare i migliori talenti del
settore manifatturiero. Attraverso un percorso professionale di quattro anni,
«Make it» offre un programma di alta formazione attraverso la partecipazione alla
Prysmian group academy.
Il programma includerà due
settimane di formazione nella sede di Milano e due settimane nella nuova Manufacturing academy di Mudanya
(Turchia), polo specialistico
che verrà inaugurato nel gennaio 2016.
© Riproduzione riservata
098105098108105111103114
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it