Martedì 24 Novembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Nuova serie - Anno 25 - Numero 279 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano €2,00* * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) MINISTERO DELL’ECONOMIA Doppia imposizione L’Italia è al palo Stroppa a pag. 24 Il rinnovamento dei periodici di Class Editori accolto con un +3,6% di raccolta pubblicitaria Nuovo in edicola Sabina Rodi alle pagg. 22 e 23 www.italiaoggi.it ASSEMBLEA CNA Le pmi deluse dal peso del fisco e dalle banche http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Galli a pag. 28 CONVEGNO Il Beps mette a rischio le tasse americane Marino a pag. 29 SU WWW.ITALIAOGGI.IT Legge 231 - La Cassazione sul sequestro dei beni Privacy - Il parere del Garante sulla chiusura delle mail aziendali P Professioni L sentenza La d della Cassazi zione sugli obbl h antiriciclaggio blighi QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Riciclaggio, non si scherza Per la Cassazione è reato la mancata identificazione della clientela o del beneficiario effettivo della prestazione professionale. Basta il dolo generico Compie reato il professionista che C n identifica il cliente e soprattutnon t il beneficiario effettivo della sua to p prestazione né verifica lo scopo e la n natura del rapporto in tutta la sua d durata. A consumare il reato è suffi ficiente il dolo generico, vale a dire la mera coscienza e volontà di contr travvenire alle prescrizioni in materi di verifica della clientela. È ria q quanto emerge dalla sentenza dalla p pubblicata ieri dalla quarta sezione p penale della Cassazione. Ferrara a pag. 26 Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti si erano schierati per far vincere l’Isis di Pierluigi Magnaschi La strage del teatro Bataclan è un episodio di belluina ferocia, che non ha precedenti in Occidente e che è stato realizzato da alcuni terroristi dell’Isis ma resta comunque un episodio nell’ambito di una gigantesca lotta politico-militare e strategica, non solo molto complessa, ma che viene anche da lontano. Se (come sembra voglia fare adesso l’inadeguato presidente francese Hollande) si vuole allestire una invencible (?) armada per dare una lezione agli amici di questi killer, non solo si rischia di fare un buco nell’acqua ma si rischia anche di peggiorare la situazione. Per capire come si sia arrivati I SALOTTI MILANESI Per Isotta un mix di denaro, snobismo e marxismo segue a pag. 6 Pistelli a pag. 11 DIRITTO & ROVESCIO Il Corriere della Sera ha pubblicato un supplemento dedicato alla strage di Parigi. In continuità con l’intelligence e radicale rivisitazione del quotidiano, attuata rapidamente dal direttore Luciano Fontana, ne è uscito un supplemento di straordinaria effi cacia grafi ca. Le foto, tutte di grandi dimensioni, scelte con grande cura, e impaginate con passione, erano semplicemente eccezionali, avendo esse una forza emotiva ed evocativa straordinaria. È sicuramente il miglior supplemento prodotto su questo tema della stampa internazionale. Unico neo: in mezzo a tante grandi firme di casa, c’era anche quella di Bernard-Henry Lévi, BHL, un ex «nuovo fi losofo» invecchiato che è il corresponsabile ideologico dello sciagurato attacco di Sarkozy a Gheddafi. Il presidente francese, volendo punire l’Italia per le intese economiche raggiunte, destabilizzò l’intero Nord Africa (da qui lo tsunami dei migranti) e poi il Medio Oriente. BHL, dopo questo disastro, dovrebbe stare zitto. L’hanno silenziato in Francia, dov’è ridotto a barzelletta (in omaggio alle sue camicie perennemente sbottonate lo hanno definito: «Le plus beau décolleté de France»). Peccato che gli dia spago il Corriere che avrebbe ben altro da offrire ai suoi lettori. CONCESSIONARIA CI DEVE ESSERE UNO MATRIMONIO GAY MARKETING GRUPPO DISCOVERY È LA KWID RENAULT Sky.it lascia Websystem 24 e passa a Italiaonline Banche, chi è che avvisa i depositanti sul rischio? Il neo premier argentino aveva fatto arrabbiare il Papa Un software in grado di comprendere i clienti Michele Santoro ppronto a sbarcare sul tasto 9 di Deejay tv C un’auto che C’è costa un terzo Ma M è in vendita solo in India Plazzotta a pag. 20 Savona a pag. 14 D’Anna a pag. 10 Secchi a pag. 18 Plazzotta a pag. 20 Bianchi a pag. 17 *+* ,0+' ,'3 #'-$ " & $ ( ! % + - ) ! 1 ' + * $ " + . /! ,87*.+86 )*-&-2*& +& $./,&2*.-( '(+ 01. %01'*. ( '(++( 01( "2*(-'( #+*(-0*! -29 573896/9:5 2 /129592 49/:;5:/627:2) <<<!387/9086!5: "& %%$"#'#( Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Sindaci e revisori: le nuove regole» a € 9,00 in più; con guida «La riforma delle sanzioni tributarie» a € 6,00 in più; con guida «la riforma di interpello, contenzioso e riscossione » a € 6,00 in più 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 2 Martedì 24 Novembre 2015 I COMMENTI L’ANALISI IMPROVE YOUR ENGLISH Il califfato potrebbe dare un’anima alla Ue The caliphate could give a soul to the EU http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it C attacco terroristico. i volle un DI CARLO VALENTINI Proprio quest’uldrammatitimo, sanguinoso co evento come il nazismo e la con- evento sembra avere attivato un seguente seconda guerra mondiale senso di solidarietà europeo finora per dare lievito all’idea di un’Euro- sconosciuto. La dolorosa converpa unita e quindi senza più guerre genza dopo la strage di Parigi tra fratricide. Certo, i padri dell’Unione i capi di Stato europei può costituipotizzavano un continente amalga- ire l’inizio di un nuovo capitolo per mato e solidale, non pieno di egoi- l’Europa. I colpi di kalashnikov al smi e indirizzato dalla finanza. Ma Bataclan rendono evidente che nel quando, giustamente, oggi si critica mondo globalizzato, quando si arril’Europa dei capitali e non dei po- va al dunque, è solo l’intreccio delle poli bisognerebbe non dimenticare i forze che fa la differenza e conduce lutti e le macerie su cui essa è stata al risultato. Ma una convergenza costruita e l’intento di evitarne di non episodica, che nel caso dell’Eunuovi. Il che significa che bisogna ropa, in riferimento al terrorismo, significa un’unica avanzare nel costruipolitica estera, una re un’identità comune sola struttura di incontro divisioni e anCosì come telligence, un esercito tagonismi. Hitler la comune. I troppi tentenfece nascere Se l’Europa ha namenti negli ultiavuto finora poco mi decenni da parte di quasi tutti i Paesi dell’Unione protagonismo nelle vicende del Mehanno finito per lasciare l’Europa dio oriente e del Mediterraneo che in mezzo al guado. In pratica c’è lambiscono i suoi confini e dove ha una moneta unica e c’è Schengen trovato fertile terreno l’estremismo con la possibilità (fino a quando?) islamico è perché non è riuscita ad di viaggiare senza passaporto ma avere una propria politica comune, ognuno i propri problemi li deve tanto che la Francia è andata da poi affrontare da solo: è stato così sola a bombardare l’area siriana per la Grecia, lo è per la Germania controllata dal Califfo, divenendo con la Volkswagen caduta sotto le poi facile bersaglio della rappresue colpe ma anche sotto il peso di saglia. Paradossalmente, Hitler ha una guerra commerciale con gli Sta- fatto nascere l’Europa e il califfo poti Uniti, per l’Italia alle prese con trebbe darle quell’anima che finora l’immigrazione, per la Francia sotto è mancata. I t took a dramatic event like Nazism and the subsequent Second World War to boost the idea of a united Europe and therefore with no more civil wars. Of course, the EU fathers supposed an amalgamated and united continent, not full of selfishness and directed by finance. But when today the Europe of capital and not of people is rightly criticized, we shouldn’t forget the grief and the rubble on which it was built and the intention to avoid new ones. This means that we should move forward in building a common identity against divisions and antagonisms. Too much hesitaIf Europe has Just like tion over the past so far had little decades from almost prominence in Hitler gave all EU countries has the events of the birth to it ended up leaving EuMiddle East and rope in mid-stream. the Mediterranean In practice there is a single curthat lap at its borders and where rency and there is Schengen with the Islamic extremism has found the possibility (how long?) to travel a breeding ground, it is because without a passport but then everyoit didn’t manage to have its own ne has to tackle its own problems common policy, so much so that alone: it has been the case in Greece France has gone alone to bomb and it is now in Germany with Volthe Syrian area controlled by the kswagen that has fallen under its Caliph, becoming then easy tarfaults but also under the weight of a get of retaliation. Ironically, Hittrade war with the United States, in ler gave birth to Europe and the Italy struggling with immigration, Caliph could give it that soul that in France under terrorist attack. has been lacking so far. Precisely the most recent IL PUNTO EDOARDO NARDUZZI L a sfida tra maggioranza e opposizione nella politica italiana, già dalle prossime amministrative, non è mai stata così diversa. Non si confrontano soltanto due programmi e due visioni della società, ma soprattutto si sfidano due modelli di leadership e organizzativi agli antipodi tra loro. Il Pd di Matteo Renzi incarna, forse come mai prima nella storia repubblicana, il partito dell’uomo solo al comando. Un leader che decide prevalentemente dall’alto e ascoltando solo il cerchio ristrettissimo dei fedeli, tutti di estrazione toscana. Lavora, Renzi, in maniera accentrata, detta lui l’agenda, il tempo della comunicazione e delle priorità. È il premier la sintesi del Pd e della sua credibilità politica, incarna il tentativo di andare oltre i confini del tradizionale elettorato di centrosinistra offrendo agli elettori la possibilità di votare e scegliere una «leadership forte» che tutto può garantire. Completamente opposto il modello di leadership del M5s che toglie il nome del suo fon- datore, Beppe Grillo, dal suo simbolo. Come ha ricordato in una recente intervista l’ideologo del movimento, Gianroberto Casaleggio: «Il leader del M5s è il M5S stesso, non sono importanti i nomi, ma i programmi e la partecipazione». Il partito che Il modello Renzi è agli antipodi di quello Grillo sfida Renzi per la guida del paese conferma il suo modello di movimento in rete e distribuito nel quale le decisioni sono una costruzione collettiva e dove il leader è più un portabandiera, un primus inter pares e non un decisore con poteri speciali. Il Pd di Renzi governa topdown, il M5s bottom-up; nel Pd trionfa il giglio magico fatto di pochi fedelissimi che devono suggerire nell’orecchio del leader, nel M5s tutto è reso trasparente dal web; il Pd cerca il massimo di esposizione possibile sui media tradizionali per Renzi e i suoi più stretti collaboratori, mentre Grillo e i suoi compaio- © Riproduzione riservata Traduzione di Silvia De Prisco LA NOTA POLITICA Non si può governare un intero paese con solo dei compaesani DI bloody event seems to have triggered a sense of European solidarity so far unknown. The painful convergence among the European heads of state after the Paris massacre can be the beginning of a new chapter for Europe. The Kalashnikov shots at the Bataclan make it clear that in a globalized world, when it comes to the crunch, only the interplay of forces makes the difference and leads to a result. But a non episodic convergence, that in the case of Europe, as far as terrorism is concerned, means a single foreign policy, a single intelligence structure, a common army. no con il contagocce; Renzi va in scena sempre in prima persona e ovunque nei 100 teatri, mentre il M5s si affida all’organizzazione territoriale e registra un Grillo che parla sempre più dal blog e sempre meno dal caravan. Due culture politiche diametralmente opposte hanno guadagnato la scena politica italiana contemporanea. Si sfideranno già la prossima primavera e saranno gli italiani a decidere il modello di leadership preferito. Certo, l’arroccamento campanilistico di Renzi, che nomina ai vertici dello stato e delle società quasi soltanto dei toscani, rischia di pagare un certo rigetto degli italiani verso una forma di leadership troppo forte e poco vicina alle corde della democrazia del Belpaese. «In consiglio dei ministri sono l’unico che ha la forza di opporsi a Renzi e di far passare le sue idee», mi spiega il ministro dell’interno, Angelino Alfano, confermando che la leadership del premier conosce solo la relazione sindaco-assessore. Tocca ad Alfano, dunque, evitare che il renzismo, incarnato in una leadership solitaria, naufraghi nelle urne. Fi dice: uniti si vince Ma sono sparpagliati DI MARCO BERTONCINI Il motto di Fi per le elezioni è tanto semplice quanto veritiero: uniti si vince. Peccato, per il centrodestra, che la politica perseguita dagli alleati badi a riaffermare ciascuno il proprio partito (o la propria persona), anche a costo di privare la coalizione della vittoria. Che uniti si vinca, tutti in Fi lo credono e sono disposti a interpretare la vittoria come vittoria dell’alleanza; i sodali, invece, badano all’affermazione propria. Se ci sono le premesse per un simile, visibile errore nelle amministrative, figurarsi quale autolesionismo potrebbe arrivare con le politiche. La chiusura di Matteo Salvini ad Angelino Alfano e, di risulta, a tutti i centristi fa il paio con il veto frapposto da Giorgia Meloni ad Alfio Marchini. Se gli alleati andranno avanti lungo la strada intrapresa, potrebbero incontrare amare delusioni in primavera. A Salvini, però, importa far rilevare il peso politico della Lega, sia nelle candidature sia nei programmi: il resto viene dopo, ammesso che venga. La Meloni pensa alla propria candidatura per il Campidoglio, per la quale vorrebbe garanzie di appoggi anche finanziari: ne riceverebbe un beneficio personale e politico anche in caso di sconfitta. In queste condizioni il Cav ha una sola scelta possibile: prendere tempo. Deve rinviare le decisioni sulle candidature, ma probabilmente si è reso conto che il tempo, lungi dal far mutare parere ai riottosi alleati, li consolida nelle odierne chiusure. Dal partito gli arrivano forti segni di preoccupazione, sia per Milano e Roma, sia in generale per gli accordi di primavera. Così il richiamo all’unità per la vittoria è dilatato da esponenti azzurri, mentre destra e Lega lo bloccano alla ormai mitica foto di Bologna. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it PRIMO PIANO Martedì 24 Novembr Novembre 2015 3 Cameron appoggia i raid, Bruxelles si blinda, duemila agenti per il Giubileo, dopo i falsi allarmi le espulsioni L’Europa terrorizzata, reagisce Lo stop di Renzi a Bassolino agita le primarie di Napoli DI FRANCO ADRIANO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it L’ Europa terrorizzata sta dimostrando di voler reagire con tutti i mezzi: raid aerei, prevenzione, servizi di intelligence più coordinati, impieghi di risorse. Il premier inglese David Cameron chiede a Westminster l’ok ai bombardamenti al fianco degli aerei russi e francesi. Intanto dalla portaerei De Gaulle scattano i primi raid contro l’Isis in Iraq. Bruxelles conferma la massima allerta (con le scuole chiuse e i mezzi di trasporto fermi e dunque con un sostanziale coprifuoco fino a mercoledì) e arresta in meno di 24 ore 21 persone (anche se il terrorista Salah Abdeslam è ancora in fuga). Gli uffici della commissione sono regolarmente aperti così come quelli del parlamento. A Roma scatta il piano di sicurezza per il Giubileo con 2mila agenti impegnati ogni giorno sugli oltre mille obiettivi sensibili, sugli eventi considerati a maggior rischio, su aeroporti, stazioni, autobus e metropolitane. Le informazioni iniziano a circolare, si spera, con maggiore efficacia. I servizi di sicurezza francesi hanno allertato la segreteria di stato vaticana, segnalando il pericolo concreto di azioni terroristiche nel corso del viaggio apostolico del papa nella repubblica Centrafricana. La visita toccherà anche il Kenya e l’Uganda. In Italia il ministro dell’Interno, Angelino Alfano firma il decreto di espulsione di quattro marocchini monitorati da tempo dall’Ufficio antiterrorismo della Polizia di Stato e residenti in provincia di Bologna. «Si impegnavano per la diffusione dell’estremismo violento», ha detto il ministro. Oggi in Campidoglio il governo di Matteo Renzi presenta il pacchetto sicurezza. «Con due criteri di fondo», ha spiegato Renzi, «la prima è la grande questione della sicurezza che è cruciale, fondamentale, perché c’è una questione che riguarda le forze dell’ordine, l’intelligence. La seconda sarà una risposta culturale». «Il governo ha cer- Vignetta di Claudio Cadei cato di porsi in una posizione che non è di ripiego», ha spiegato il premier intervenendo alla direzione del Pd sul tema del terrorismo internazionale e dei fatti di Parigi, «ma è la posizione di chi è convinto su quale sia il ruolo dell’Italia: investire in sicurezza e alleanze internazionali, ma anche investire in cultura e identità. Questa è la sfida del nuovo umanesimo». Infine, l’addio a Valeria Solesin. Domani la Marsigliese accompagnerà i funerali «civili, non laici», ha spiegato il padre Alberto Solesin. «Ciao Valeria, grazie per la tua testimonianza di cittadina e giovane donna», è il pensiero che Renzi, ha scritto su uno dei registri destinati alle espressioni di cordoglio nella camera ardente a Vene- zia. Migliaia di veneziani hanno sfilato silenziosi davanti al feretro. Tra loro anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha sottolineato come i genitori non abbiano gettato benzina sul fuoco della vendetta. «Le benedizioni mi vanno benissimo, anche quella dell’imam. Noi crediamo nei valori che non dividono le persone», ha spiegato il padre di Valeria lo spirito che aleggerà oggi in piazza San Marco. Alla camera ardente si è recato il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Ha scritto nel libro di condoglianze: «La Chiesa ti porta nella sua preghiera con grande affetto e tenerezza. Rimarrai nel nostro ricordo come una ragazza semplice volitiva, intelligente generosa. Là dove tu sei nella gioia, da dove tu vedi tutti noi, abbi cura di mamma Luciana, di papà Alberto, di Dario, di Andrea (rispettivamente il fratello e il fidanzato ndr). Arrivederci con affetto». continua a pag. 4 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 4 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO Nella manifestazione dei musulmani contro i terroristi prevalevano i non musulmani A Roma c’erano dei ventriloqui Virzì ha spiegato ai musulmani che cosa debbono pensare DI B ONIFACIO B ORRUSO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it U n sospiro di sollievo. L’hanno tirato, sabato, i militanti del politicamente corretto in fatto di rapporti col mondo musulmano, del «chiamiamolo Daesh e non Stato islamico», del «l’Islam non c’entra col terrorismo». Le manifestazioni dei musulmani d’Italia contro l’Isis ci sono state un po’ in tutta il Paese e soprattutto a Milano e Roma, secondo lo slogan «Not in my name», non in mio nome. Magari non troppo partecipate, ma ci sono state. Quella di Milano, in piazza S.Babila, ha radunato, secondo la Questura, 700 persone, circa un decimo di quelle che si presentarono, sei anni fa, in Piazza del Duomo per una protesta contro il ritardo nella costruzione delle moschee. Per loro facevano il tifo in tanti, dalla politica alla stampa: Zita Dazzi su Repubblica, cronaca di Milano, gli aveva dedicato l’attacco molto lirico del suo pezzo, «tantissime ragazze, centinaia di partecipanti, migliaia, la piazza gremita». Un po’ di ottimismo sui numeri che infatti il sito del quotidiano, che ripubblica l’articolo, correg- Milano, era la nutrita la schiegeva, mostrando le foto della ra di non-islamici, a cominciamanifestazioni corredate da re dai cattolici della Comunità una didascalia più realistica: di S.Egidio e da molti politici e «Alcune centinaia di manife- sindacalisti, fra cui Pier Ferstanti si sono riuniti in piazza dinando Casini, Susanna S.Babila». Sempre a Milano, Camusso della Cgil, Carmeil Giornale ne calcolava sì e lo Barbagallo della Uil, Stefano Fassina no 500, ossia di Sinistra «neanche 10 italiana, Arper ogni situro Scotto gla» che avedi Sel. E c’era va promosso anche il sottola manifestasegretario agli zione. E sì che Esteri, Benegli islamici detto della nell’area milaVedova. nese sarebbeAlla fine ro 150mila di aveva parcui 15-20mila lato anche quelli che si Paolo Virzì, riuniscono regista à la all’Arena o al page, che ha Palasharp per spiegato ai le preghiere Paolo Virzì manifestanti comunitarie di fede maodurante il Ramettana: «Vogliono distrugmadan. Erano addirittura meno gere la vostra millenaria e a Roma, convocati dalla Co- affascinante cultura, la vostra munità religiosa islamica ita- storia, ma noi non ci faremo liana-Coreis, che raduna molti scoraggiare da questo progetconvertiti, e dal deputato del to di odio e di paura che vuoPd, di origine maghrebina, le distruggere la nostra vita Khalid Chaoucki. In Piazza di gioia. No al terrorismo di SS. Apostoli c’erano, secondo le carta», aveva proseguito, «no autorità, circa mezzo migliaio all’odio, alla violenza, all’astio, di persone ma qui, più che a alla tristezza, a questo pro- getto di morte». L’indomani i commentatori si sono poi affollati nel ripetere la massima del bicchiere mezzo pieno: i musulmani erano pochi, ma c’erano. Avevano paura, pioveva, ma c’erano. Nella foga di certificare al Paese l’esistenza in vita dell’Islam moderato, le cronache romane si sono dimenticate di riferire di un volantino distribuito proprio durante la manifestazione della Capitale. Svista, invece, non occorsa a Formiche.net che, sabato sera, ne riportava ampi stralci. Nel documento, «un foglio azzurro formato A4, scritto in italiano, arabo, francese e inglese», si poteva leggere che alcuni dei manifestanti, avevano provato «un grande dolore per le morti di Parigi, come per quelle causate dalle bombe occidentali sulle popolazioni irachene, siriane, libiche, afgane, yemenite, palestinesi», spiegando che «la responsabilità di queste morti sia in primo luogo dei governi che da oltre 25 anni producono distruzione in ogni parte del pianeta». E, già che c’erano, i musulmani moderati avevano offerta una loro lettura nel quadro politico internazionale in cui «i governi occidentali si nutrono del CONTINUA DA PAG. 3 Napoli: Bassolino ricomincia da tre, ma Renzi lo vuole fermare Come Massimo Troisi ricomincia da tre anzi promette di essere un allenatore come Sarri, «un mandato solo» per lasciare il campo ai giovani. Poi, naturalmente. La prima uscita di Antonio Bassolino da candidato alle primarie del Pd a Napoli contro il volere del presidente e segretario Matteo Renzi è il prologo di una campagna che per ora è in punta di fioretto ma che promette mazzate. «Il goleador l’ho fatto quando avevo gli anni giusti», ha spiegato Bassolino, «oggi voglio fare l’allenatore. A Napoli serve un Sarri? Ecco Sarri!» Non basterà una nottata a Bassolino «per rispondere ai messaggi di tutti quelli che mi hanno espresso la propria solidarietà», ha detto Bassolino a margine dell’appuntamento. Una volta c’era il popolo dei fax. Primo appello: «Chiamerò a sostegno le forze che hanno sostenuto Luigi De Magistris e che lui ha emarginato o che dopo l’hanno lasciato». Un messaggio per chi nel Pd viene dalla Margherita: «Ho parlato spesso di Berlinguer stasera perché io vengo da quella storia lì, dal Pds, poi Ds, poi Pd. Io il Partito democratico volevo che nascesse dieci anni prima e ne sono uno dei fondatori. Le primarie aperte sono l’unica strada per risollevare questo partito, dopo le vicende delle ultime settimane (si riferisce alle vicende giudiziarie di Vincenzo De Luca di cui in qualche modo si fa emulo ndr). Dobbiamo parlare di una scalata in condizioni invernali», riconosce la forza del rottamatore. Comunque un uomo solo al comando cui «non ho mai creduto», ha aggiunto Bassolino, così come «ai salvatori». mercato delle armi, a livello nazionale tagliano servizi, sopprimono diritti, mettono gran parte della popolazione in ginocchio scagliandola nella povertà e nell’emarginazione, nella disperazione e nella miseria». Un bell’attacco anche al governo che l’onorevole Chaoucki sostiene regolarmente alla Camera, ma probabilmente il deputato avrà opposto, privatamente ché non risultano prese di distanza, un “not in my name” a questi moderati anti-Isis. Un volantino che una delle vaticaniste del Corriere, Maria Antonietta Calabrò, domenica mattina ha tuittato in inglese e in italiano, mostrandolo in foto e parlando di «esclusiva», ignara probabilmente del fatto che il giornale online, diretto da Michele Arnese, lo avesse pubblicata già da un giorno, ma tant’è. Peraltro più interessante il commento della giornalista del suo mancato scoop: la Calabrò rilevava infatti come i manifestanti avessero utilizzato «la stessa analisi del Papa». Proprio così, il capo della cristianità parla come i meno moderati fra i moderati musulmani. © Riproduzione riservata PILLOLE E io ho deciso di candidarmi «perché questa è una sfida tosta. Se non fosse stata tosta me ne sarei rimasto a casa mia». Altro segnale. Il problema di Napoli «è la camorra», dice l’ex governatore. Allora «per sconfiggerla dobbiamo far vedere le cose positive che ci sono. In tutta la città possiamo creare centinaia di realtà positive, ridestinando proprietà pubbliche a giovani creativi, a parroci, suore e laici». Paragonandosi a Berlinguer, Bassolino tra gli applausi della platea, ha spiegato di non avere «neppure un segretario, ma non è del tutto disarmato. «In questi mesi cercherò qualcuno che guidi per me la Panda di mia moglie perché non ho neanche la patente. Giro solo sempre con il mio tablet, dal quale ogni mattina twitto e metto post su facebook». Renzi è avvertito. «Non piace, nel Pd, l’idea di regole ad hoc per le primarie che impediscano la candidatura di ex amministratori come Bassolino». Solo un’ipotesi, quella che prevede che chi è già stato sindaco non possa candidarsi alle primarie (avanzata dalla vice-segretaria Deborah Serracchiani) ma il diretto interessato e la minoranza hanno avvertito Renzi che l’idea provocherebbe un’alzata di scudi. «Sono d’accordo con Renzi quando dice che le regole delle primarie non si cambiano... Sicuramente non quando il treno è in corsa», è il primo twitter al veleno. «Sostegno leale a chi vince, ci mancherebbe, e vale per tutti». «Quando si cambiano le regole ad personam non va mai bene», gli ha dato manforte Gianni Cuperlo, entrando alla direzione Pd. E Roberto Speranza ha aggiunto: «Penso che i problemi politici si affrontano con la politica e non cambiando le regole». «Se Bassolino si debba candidare o meno, è un altro problema...», ha chiosato Rosario Crocetta. Mattarella preferisce l’apertura del Giubileo alla prima della Scala Sergio Mattarella preferisce l’apertura del Giubileo alla prima della Scala. Chiamato in causa dal presidente di regione Lombardia, Roberto Maroni, sul fatto che «non ha confermato la sua presenza alla Prima della Scala del 7 dicembre, quando andrà in scena la Giovanna d’Arco». «La sua assenza verrebbe intesa come un ‘‘non vado perché ho paura’’», ha spiegato Maroni, «invece, a maggior ragione, gli rivolgo un invito a ripensarci e ad essere presente alla prima per dare proprio il messaggio ai cittadini che non c’è da avere paura, anzi dobbiamo riconfermare che non abbiamo paura». Parole che hanno generato una fredda comunicazione da parte del Quirinale. In riferimento «alle cortesi sollecitazioni del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni», l’ufficio stampa del Quirinale ha precisato che il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, fin dal momento del ricevimento dell’invito alla prima della Scala, ha reso noto che non vi avrebbe partecipato, poiché impegnato a Roma, il mattino seguente, per la cerimonia di apertura del Giubileo in Piazza San Pietro». «Mi è stato detto che il presidente della repubblica non verrà», pè la conclusione di Maroni, «questa è l’unica nota di rammarico però noi ci saremo e sarà una grande prima come al solito». © Riproduzione riservata di Pierre de Nolac Belgio, auto della polizia in divieto con le ganasce. Così è dura fermare i terroristi. *** Alfano: “Non alimentare ansia sul Giubileo”. Ci vuole una bella dieta. *** Spesi in Italia 10 miliardi da parte degli stranieri. Non solo per comprare armi. *** Milano, allo stadio cancelli aperti in ritardo. Buio a San Siro. *** Crollo delle vaccinazioni. Colpa della voglia di stare sotto le coperte. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembr Novembre 2015 PRIMO PIANO 5 I paesi reagiscono in ordine sparso anche nell’affrontare i rischi del terrorismo islamico L’Europa, continente di cartone La Francia si è data da fare perché, oggi, essa sia così to ai quali la Francia e il Belgio vengono lasciati soli, a palpabile sensazio- segnatamente da Italia e ne della fine dell’idea Germania, non accettando d’Europa è rappre- nessun paese di assumersi sentata dalle imma- una quota di rischio supegini, trasmesse un paio di riore a quella che il destino giorni fa, della frontiera di e la volontà degli adepti allo Ventimiglia: dal lato fran- stato dei tagliagole intende cese, militari in assetto di assegnargli. Sarebbe utile che qualguerra che controllavano tutti i viaggiatori e le loro cuno approfondisse le raauto; dal lato italiano nes- gioni del mancato accordo comunitario sun, proprio su un’unica nessuno, «intelligenesponente ce» europea delle forze e cercasse dell’ordine. di capire se Già nelle le indiscresettimane e zioni sulla nei mesi scorpresunta si s’era visto inaffidabilicome una tà dell’Italia parte non (nazione fonsecondaria damentale delle nazioni per un’opedell’Unione razione del non intendegenere) corva cooperare rispondano alla gestione alla realtà, del fenomeno Romano Prodi come si susdella biblica surra nei migrazione che ha investito la Grecia corridoi di palazzo «Berlaye l’Italia. Frutto avvelena- mont», sede dell’Unione euto dell’allargamento (2004) ropea a Bruxelles. Un’inafdell’Europa, ora a 28, per- fidabilità non correlata alle vicacemente voluto da Ro- capacità tecniche dei nostri mano Prodi che ha reso servizi, ma ai condizionaingovernabile la comunità, menti politici e soprattutto diluendo il peso delle nazio- giudiziari cui sono sottoposti. ni fondatrici. Ci sarebbero una casiIeri, i profughi. Oggi, gli attacchi del terrore, rispet- stica di presunti terroristi, DI DOMENICO CACOPARDO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it L ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI T DI MARIO SECHI itoli. Sono titoli di guerra. Non si pronuncia la parola, ma i fatti impaginati, l’enfasi, il corpo del carattere, la gerarchia della notizia, raccontano di una città Bruxelles, che cerca di evitare qualcosa di terribile, sinistro, infido, invisibile. Primo caffè, Corriere della Sera: «Notte di paura a Bruxelles». Altro? Sì, passiamo a Repubblica: «Bruxelles città sotto asselasciati andare in giro per il mondo per indulgenze nazionali e una preoccupazione per la sponda politicoparlamentare dei servizi. Certo, anche la Francia ha le sue gravi responsabilità per l’isolamento sostanziale nel quale versa: dalla Libia alla Siria ha sempre deciso in totale autonomia, senza alcun concerto con gli alleati, sino al 13 novembre, quando ha invocato, inascoltata, il trattato europeo per ottenere assistenza militare e politica. La stessa Francia, -e l’abbiamo ricordato giorni fache ha rifiutato di ratificare la Costituzione europea che, se vigente, avrebbe costretto l’Europa a comportarsi come un quasi-Stato e cioè a reagire in modo unitario. Anche questo è un successo dell’Isis: la disarticolazione del gigante di carto- dio». Bouquet di commenti che coprono la notizia e via con un altro giornale. Anzi, facciamo un giro di titoli. Carlino-NazioneGiorno: «Bruxelles, il killer è in fuga». Il Messaggero: «Bruxelles, Salah sfugge al blitz». La Stampa: «Bruxelles, retata di terroristi». Il Giornale: «Caccia all’uomo a Bruxelles». Mi fermo qui, tanto i titoli sono tutti uguali. E i fatti che contano, accadono fuori dall’Italia. Buona giornata. Il Foglio.it - List ne che è l’Unione europea, luogo di un ventaglio di posizioni, nella quale prevale la cecità dolosa rispetto a una reazione decisa e forte a quanto è accaduto, sta accadendo o potrà accadere. Renzi ha assunto un atteggiamento prudente, di sostanziale disimpegno. Qualcuno lo definirebbe andreottiano: non bagnarsi prima che piova. Ha annunciato un rafforzamento delle organizzazioni governative impegnate nella prevenzione e sta valutando un intervento sulla legislazione che attenui i margini di indulgenza dell’autorità giudiziaria. Non basta, naturalmente. La guerra che è in corso, anomala e asimmetrica, non è da noi dichiarata né voluta. Sono altri che ci fanno la guerra e l’iniziativa di come quando e dove colpire è la loro. E non possiamo illuderci sulla lealtà della comunità islamica in Italia: il numero modesto di manifestanti di sabato scorso è la palpabile conferma di diffuse simpatie per il fondamentalismo terrorista. Se in ogni provincia, in specie a Roma, ci sono dei piani efficaci per il manifestarsi di un possibile attacco (del che è lecito dubitare, visti i precedenti, molto meno gravi, dei «Black bloc» che hanno messo a ferro e fuoco le nostre città), c’è da dubitare della loro idoneità ed efficacia.Insomma, mentre lo sciagurato Giubileo incombe, aspettiamo che chi vuole farci del male lo faccia. Solo il tempo ci dirà se la linea di Renzi sia di lungimiranza o incoscienza politica. www.cacopardo.it IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI Siamo una coppia di fragili ottantenni, di solare mitezza ma al confine con la Francia una poliziotta ci prende per possibili terroristi islamici DI S RICCARDO RUGGERI abato 21 novembre, colle del Tenda. Ora tocca a noi: la lunga coda di auto, di cui occupo gli ultimi posti, può attraversare il tunnel, quando usciremo sarà Francia, Regione ProvenceAlpes- Côte d’Azur. D’improvviso, la coda rallenta, percorriamo il tunnel a passo d’uomo, all’uscita scopriamo il perché: una donna e un uomo, con i simboli della Gendarmerie francese, in pieno assetto di guerra (mi ricordano le prime serie di Star Trek, con i fucili al plasma), stanno sottoponendo autista e passeggeri di ogni auto a una visita fisiognomica volante, lo fanno al ritmo della linea di montaggio di Mirafiori anni ’50. Visti da lontano, fisiognomicamente, a me i gendarmi sembrano due sanculotti, scelti dal giacobino Hollande, hanno gesti efficienti, dalle mossette che fanno si capisce che sono volute. Sono tranquillo, la mia auto, un Audi Q3, targata Svizzera, ha pochi mesi, è Euro 6 (quindi non taroccata come le Euro 5), l’ho appena fatta lavare, solo ora mi accorgo con raccapriccio che è nera, il colore dell’Isis. Comincio a preoccuparmi, che idiota sono stato, che mi è saltato in mente stamattina di indossare una dolce vita nera? Per non insospettire i due sanculotti, mi sfilo gli occhiali da sole, assumo un’aria disinvolta che non mi è propria, guardando in viso il gendarme (uomo) capisco che ce l’ho fatta, per lui sono solo un vecchio, non rappresento un pericolo, mi rilasso. Due metri dopo, incontro lo sguardo della gendarme (donna), in un baleno capisco che non gli sono piaciuto. Eppure siamo una coppia di fragili ottantenni, di solare mitezza, siamo appena usciti dal buio del tunnel, l’intensa luce novembrina ferisce i nostri occhi stanchi. La paura mi attanaglia, cerco di ricordare cosa abbiamo in valigia, certo non armi, non giubbotti anti proiettile, non tute mimetiche, i soliti scialli di lana, pancere, guaine, ginocchiere, papaline, poi medicine, tante. Spero che non confonda l’aspirinetta della Bayern con il Captagon, l’anfetamina targata Isis: sono simili. Nella borsa frigo ho due splendidi filetti fassone sottovuoto, potrebbero essere scambiati per panetti di Semtex, l’esplosivo al plastico color arancio? Che devo fare? Nascondere il reale, esibire il falso? È una bella frase, non ricordavo di chi fosse, invece secondo internet è mia, l’ho usata in una intervista fatta all’amico Stefano Lorenzetto, il web l’ha registrata, assegnandomela. Ci sono una quarantina di auto, un centinaio di persone dalle vite più diverse, perché dovrebbero fermare proprio noi? Possibile che l’algoritmo della fisiognomica indichi il nostro profilo come quello che più si avvicina all’islamico criminale? Invece, la sanculotta ci blocca, controlla minuziosamente il mio passaporto, chiede se l’auto è mia (sì), dove abito, dovrei dire Paradiso, Svizzera, ma la prudenza mi blocca, non vorrei che lo associasse alle Uri, le fanciulle vergini del paradiso islamico destinate a combattenti come Salah, opto per Lugano. Lei aggrotta la fronte, si fa ripetere il nome, non le dice nulla, provo con Luganò, aggiungo lago Ceresio, niente, desiste (brava in fisiognomica, scadente in geografia?). Alla fine, entro in Francia, sono stanchissimo, la tensione mi ha prosciugato, mai avrei immaginato di essere nato e vissuto cattolico per 80 anni, e ora scambiato per un islamico, potenziale fiancheggiatore di Salah. Solo quando raggiungo Briga mi tranquillizzo, l’analista politico che è in me, si chiede: perché hanno fermato solo noi? In effetti, un cambio di strategia da parte di Hollande c’è stato. È passato da «saremo spietati» della prima ora, al più potente «saremo implacabili». Eppure dovrei saperlo, il linguaggio dei leader è la chiave di tutto. Devo cambiare. Imparare la Marsigliese per fare pendant con Allah Akbar, che già padroneggio. Per prudenza, nel 2016 non andrò a Roma, niente Giubileo (non voglio essere schedato dal Daesh), basta avere pensieri liberi, mi devo adeguare all’intellighenzia, ora nei salotti radical chic sosterrò la guerra, non solo i bombardamenti ma l’elegante «boots on the ground», così la necessità di mandare i nostri giovani (meglio quelli dei centri sociali, perché già addestrati) a combattere nel deserto contro i tagliagole nero vestiti. Prendo l’aspirinetta, mi sento già un altro. [email protected] @editoreruggeri © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 6 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO Ma Renzi non può certo abolirle perché è proprio a questo strumento che è giunto al potere Le primarie sono un vero sfascio A Roma avevano premiato Marino e bocciato Gentiloni DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I IL CORSIVO MARCO BERTONCINI l Pd istituisce un giorno unico per le primarie delle amministrative di primavera. Intanto nel partito si moltiplicano timori, polemiche, speranze, ambizioni, insomma un magma causato per motivi diversi da personaggi diversi. Fra gli altri, primeggiano il redivivo Antonio Bassolino a Napoli, il commissariato Ignazio Marino in Campidoglio, il dominus della cessata esposizione Giuseppe Sala a Milano. Probabilmente, se potesse decidere d’imperio, Matteo Renzi rottamerebbe le primarie, che gli stanno creando problemi e patemi prima ancora dell’avvio. Non può: fra l’altro, perché la propria fortuna politica e l’ascesa a palazzo Chigi sono frutto pure di quello strumento politico. Così deve a malincuore sorridere di fronte a consultazioni che in passato hanno, proprio per il turno di elezioni comunali corrispondente al rinnovo della prossima primavera, prodotto disastri per il Pd. Potrebbe, dunque, dover subire lo smacco di vedere sconfitto Sala a Milano, per tacere del ritorno partenopeo di un Bassolino che tutto sarà fuor che renziano. Il segretario Pd vorrebbe che le prossime elezioni segnino l’affermarsi di personaggi a lui vicini, meglio ancora se designati da lui stesso, perché ha bisogno che il partito, in periferia, sia schierato con lui: il partito non solo nei suoi dirigenti, ma altresì nei suoi amministratori. Il centro-destra ha tagliato corto. Berlusconi ha sempre detestato le primarie: le lanciò una sola volta, in un momento per lui buio, per designare il proprio teorico erede, ma la faccenda si esaurì in pochi giorni. A lui importa trovare candidati con buone possibilità di vittoria, misurati attraverso ricerche di mercato oppure da lui designati soltanto per suoi sentimenti personali di amicizia, stima, simpatia. Disgraziatamente non è in grado d’imporsi agli alleati, sia perché la Lega è accreditata di un seguito elettorale oggi non di poco superiore a Fi, sia perché Fd’It non intende assoggettarsi a un ruolo secondario. Soltanto in qualche caso estremo, di disaccordo fra i vertici, si potrebbe pensare alle primarie: ma non pare che oggi ci siano le condizioni. Quindi, ad affrontare le primarie saranno gli elettori del centro-sinistra, con possibili sorprese. Un caso a sé, poi, è rappresentato dai grillini, che già hanno svolto qualche designazione dei propri candidati sindaci, a quanto pare senza partecipazioni di masse popolari e nemmeno di percentuali dignitose rispetto ai potenziali elettori, ritenuti superiori a uno su 4 votanti. Fu già rottamato da quelli che sono stati rottamati Matteo Renzi, che fu vittima delle norme anti-Renzi ai tempi delle primarie per il candidato premier del 2012, vinte da Pierluigi Bersani con uno stratagemma formale, sta lavorando insieme alle giovanotte e ai giovanotti del suo partito a uno stratagemma formale per impedire la reentré d’Antonio Bassolino. Questi, rottamato già da quelli che poi sarebbero stati rottamati dal Boyscout, vuole candidarsi un’altra volta alla carica di sindaco partenopeo, e la potrebbe anche spuntare, ma la giovane guardia democratica – pur di fermare l’orda degli zombie che minaccia di sfondare il cancello del cimitero e tracimare tra gli elettori vivi, inducendoli in tentazione – è disposta a tutto, anche a mettere la città di Totò, Peppino e Luigi de Magistris nelle mani d’un Sindaco 5 Stelle. Stratagemma: chi è già stato sindaco una volta, non si deve più candidare (avendo già avuto, avuto, avuto per lui è ora di dare, dare, dare). Tocca a Bassolino, che fu sindaco di Napoli nel Quaternario, ma tocca anche all’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, destituito poco più d’un mese fa, come pure all’attuale sindaco del capoluogo sabaudo Piero Fassino, il cui mandato è prossimo alla scadenza. Fassino, Marino e Bassolino: a Renzi non basta il diminutivo in «ino», vuole il seppellitivo. SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI al teatro Bataclan è bene chiarire subito chi è stato e, con che motivazioni, a far saltare la santabarbara nordafricana e poi mediorientale. Il progenitore di questa devastante deriva è stato sicuramente il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che, a partire dal suo imbelle discorso al Cairo, aveva, in pratica, rovesciato sull’Occidente quasi ogni responsabilità dell’estremismo islamico che allora era solo Al-Qaeda. Obama si è comportato da buonista che è una virtù commendevole in una crocerossina ma che male si addice al capo della nazione gendarme del mondo. Piegandosi davanti all’avversario, Obama lo ha ringalluzzito. Infatti nei rapporti fra gli stati (specie fra gli stati ferocemente antagonisti) la realpolitik, l’esibizione della forza, la determinazione e la costante ricerca del male minore sono i criteri guida di un’azione efficace. I re travicelli, anche se dotati della più potente forza armata mai prima concepita nell’intera storia dell’umanità, sono arrotati o, comunque, messi in discussione. Ma, subito dopo Obama, la responsabile di questa situazione è la Francia. Prima, con la decisione di Sarkozy di voler attaccare e quindi abbattere il regime di Gheddafi che, a quel tempo, non minacciava nessuno fuori dai suoi confini e meno che meno in Europa. Sarkozy, addirittura, partì all’attacco della Libia, con i suoi jet, prima che i suoi alleati (Usa e Uk) potessero concordare la strategia di aggressione. Sarkozy (che perseguiva, con questo blitz, vergognose finalità di politica interna) voleva essere il primo a colpire Gheddafi, come se si trattasse, non di una guerra, ma di una corsa a ostacoli. Ma la cosa più grave e inaudita (anche se nessuno la sollevò) fu l’avere utilizzato impropriamente, e soprattutto illegittimamente, la Nato in questa guerra. Lo statuto della Nato parla chiaro: qualunque paese ad essa aderente sia attaccato da un paese terzo gode dell’immediata reazione in sua difesa da parte della Nato stessa e di tutti gli altri paesi che fanno parte di questa organizzazione. Senonché, questo è il punto, la Libia non aveva attaccato nessun paese della Nato. Quindi la guerra contro di essa era completamente immotivata e quindi illegittima. Quella guerra inoltre era contro la nostra Costituzione (perché la reazione illegittima della Nato ha provocato l’uso delle basi Nato situate in Italia a sostegno di una guerra di aggressione che la nostra Costituzione vieta espressamente). Inoltre sul piano degli effetti, questa guerra immotivata ha determinato l’esplodere delle etnie libiche che, essendo in conflitto fra di loro, sono diventate subito il terreno di coltura dell’islamismo. La stupidità francese si è poi estesa alla Siria dove Parigi (que- sta volta con Hollande) si proponeva di intervenire militarmente contro Assad, a sostegno dei ribelli democratici (che poi, invece, erano essenzialmente i militanti dell’Isis). Se non ci fosse stato Putin che, ai jet militari francesi che, carichi di bombe, avevano già acceso i reattori per andare a bombardare l’esercito siriano, a dire: «Se alzate in volo i vostri Rafale per bombardare la Siria, io faccio alzare contro di voi i miei aerei da combattimento», Parigi avrebbe fatto vincere i tagliagole dell’Isis che poi sono i gentiluomini che hanno compiuto il massacro nel teatro Bataclan. A quel punto, di fronte alla reazione di Putin, Hollande ha capito che non poteva insistere con la sua force de frappette, e realizzò subito che gli conveniva far spegnere i reattori dei sui cacciabombardieri. Insomma, se non ci fosse stato Putin, Hollande, in odio al dittatore siriano, feroce fin che si vuole con i suoi oppositori ma che almeno ci ha sempre lasciato in pace (male minore), avrebbe spianato la strada ai tagliagole dell’Isis che invece si proponevano e si propongono, non solo di far terra bruciata in Siria e Iraq, ma intendono anche costruire un Califfato che sarebbe il primo Stato veramente islamico del Medio oriente che fungerebbe da calamita planetaria di tutti gli islamisti del mondo. Pierluigi Magnaschi © Riproduzione riservata Tantissime opportunità di lavoro nel settore della Finanza con Milano Finanza. Visita il nostro sito carriere.milanofinanza.it In collaborazione con 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembr Novembre 2015 PRIMO PIANO 7 La proposta lanciata dai capigruppo del partito in Comune e Città Metropolitana di Napoli Alfano pensa alle primarie Pd Non è Angelino bensì Gioacchino, segretario campano Ncd DI GIOVANNI BUCCHI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it E se Alfano si candidasse alle primarie del centrosinistra? A Napoli, dopo il ritorno in campo dell’ex sindaco e governatore Antonio Bassolino, può accadere pure questo. Meglio però fornire subito una precisazione, affinché non si pensi che il ministro dell’Interno, peraltro di origini siciliane, voglia imbarcarsi in un’avventura del genere. Non stiamo infatti parlando di Angelino Alfano, bensì del suo omonimo e collega di partito Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore del Nuovo Centrodestra in Campania. Dall’estate scorsa, l’Alfano campano non ha mai nascosto la sua preferenza per un accordo col Pd in vista delle comunali di Napoli, sulla falsariga di quanto accade a Roma col governo Renzi del quale fa orgogliosamente parte. Con il segretario dem sotto al Vesuvio, Venanzio Carpentieri, il leader regionale di Ncd aveva pure aperto un tavolo di trattativa, iniziativa poi congelata dopo che l’altro Alfano, quello siciliano, e i vertici nazionali dell’Ncd avevano ritenuto opportuno non sciogliere troppo presto la riserva su quale schieramento abbracciare in occasione delle urne. Tuttavia, l’esperienza fallimentare delle regionali, dove Ncd ha sostenuto il forzista Stefano Caldoro mentre l’Udc demitiana è andata con Vincenzo De Luca sancendo il fallimento locale del progetto di Area Popolare, ha indotto l’ala più filorenziana del Nuovo Centrodestra a spingere sulla strada di un accordo col Pd. Si arriva quindi a questi giorni con alcuni esponenti di primo piano dell’Ncd in Campania che, convinti della bontà di un’alleanza con Renzi, hanno deciso di proporre la candidatura del loro leader regionale alle primarie del centrosinistra di Napoli. Si tratterebbe quindi di una corsa più che altro di rappresentanza, senza troppe pretese di vittoria eppure molto importante per misurare il consenso di Ncd all’interno della nuova coalizione comunale col Pd (la sinistra è completamente appannaggio del sindaco ricandidato Luigi de Magistris) e per rinsaldare il rapporto tra i due partiti. Ad aprire le danze ci ha pensato il capogruppo Ncd alla Città Metropolitana di Napoli, Marco Mansueto, il quale già si era distinto in altre occasioni invocando l’asse con i dem sotto al Vesuvio. «Campania Popola- BLOC NOTES DI MICHELE MAGNO Bassolino vittima dei due pesi e due misure DI L MICHELE MAGNO a segreteria del Pd si appresta a proporre una norma che impedisce di candidarsi alle primarie chi è già stato sindaco (Serracchiani, la Repubblica di lunedì 23 novembre). Non è una norma ad personam, volta a impedire la discesa in campo di Antonio Bassolino, ha dichiarato serafica la vicesegretaria Pd. Perché, ha spiegato, il Pd non rinuncia alla sua battaglia per il rinnovamento della classe politica. Se ho capito bene, allora nemmeno i sindaci uscenti potrebbero ricandidarsi. Ad esempio, Piero Fassino a Torino o Virginio Merola a Bologna. A meno che quella delle primarie non sia una scelta à la carte, buona solo a seconda delle convenienze di Renzi. Ma il punto non è nemmeno questo. Se non ricordo male, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e Rosario Crocetta si sono candidati nelle rispettive regioni e hanno vinto. Erano forse nomi che esprimevano la re-Ncd auspica che si tengano primarie di coalizione per la città di Napoli e invitiamo il nostro coordinatore regionale e sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano a scendere in campo» sono state le sue parole. Sono passati pochi giorni e all’indomani della notizia della ri-discesa in campo di Bassoli- rottamazione dei vecchi gruppi dirigenti della sinistra? Al contrario, hanno sancito la supremazia del partito dei cacicchi sul partito immaginario (perché non c’è) del partito del premier. In una realtà come quella napoletana, dove non si vedono all’orizzonte «homines novi» di una rinascita civile e amministrativa della città, non comprendo per quali ragioni dovrebbe essere negata a una personalità come quella di Bassolino la possibilità di competere per unire le migliori energie intellettuali e sociali della capitale partenopea. In tutta la vicenda c’è qualcosa che non torna. Non torna l’uso di due pesi e due misure nella selezione dei papabili a sindaco in un partito che ha elevato il nuovismo a suo mantra ideologico e la mitizzazione della cosiddetta società civile a sua cifra culturale, salvo poi ad accorgersi - per giunta con colpevole ritardo - dei disastri (almeno in buona parte) ascrivibili a quel «homo novus» che si chiama Ignazio Marino. Formiche.net no, ecco un altro endorsement alla candidatura alfaniana, questa volta da parte di Domenico Palmieri, capogruppo Nuovo Centrodestra in Comune a Napoli. «Condivido pienamente la proposta di Mansueto di avere primarie di coalizione e, nel caso, vedremo molto positivamente la candidatura del nostro coordinatore regionale Gioacchino Alfano». «La nostra città ha bisogno di una giunta efficiente, che risolva i problemi e che sia espressione di una coalizione responsabile e unita. Per questo replicare a livello locale l’esperienza del Governo nazionale potrebbe essere una strada vincente». TORRE DI CONTROLLO Le carceri italiane stanno diventando un luogo abituale per reclutare terroristi. E Rossano è la nostra Guantanamo DI L TINO OLDANI e carceri italiane, senza volerlo, stanno diventando un luogo di reclutamento dei terroristi islamici. Lo dicono le grida di esultanza registrate in alcune prigioni dopo la strage di Parigi. E lo conferma il Sappe (sindacato autonomo degli agenti penitenziari), che proprio nelle ultime settimane, sul suo sito, ha lanciato ripetuti allarmi sul «rischio fondamentalismo islamico nelle carceri». In uno di questi, il segretario del Sappe, Domenico Capece, precisa di avere segnalato il problema al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e fa il punto della situazione. Al 31 ottobre scorso, su 52.400 carcerati, 17.342 risultavano stranieri, dei quali 13.500 extracomunitari e 8 mila provenienti dal Maghreb e dall’Africa. L’indottrinamento e il reclutamento dei terroristi sembra più diffuso tra questi ultimi. Scrive Capece: «Il carcere è un terreno fertile, nel quale fanatici estremisti, in particolare ex combattenti, possono far leva sugli elementi più deboli e in crisi con la società, per selezionare volontari mujaheddin da inviare nelle aree di conflitto, grazie a un meticoloso indottrinamento ideologico. Non è un caso la radicalizzazione di molti criminali comuni, specialmente di origine nordafricana, i quali non avevano ma- nifestato nessuna particolare inclinazione religiosa al momento dell’entrata in carcere, ma poi si sono trasformati gradualmente in estremisti». I detenuti che, all’ingresso in carcere, si sono dichiarati musulmani sono circa 5.700, e negli ultimi dieci anni hanno ricevuto un trattamento alquanto generoso. Su 202 istituti penitenziari esistenti, in 52 è stato riservato uno spazio adibito a moschea, e in nove prigioni è consentito l’accesso di un imam, accreditato dal ministero dell’Interno. Il terreno per il proselitismo, sembra dunque abbastanza vasto. Per limitare i danni, da 2009 l’amministrazione penitenziaria ha deciso di concentrare i detenuti condannati per terrorismo in un solo istituto di pena, quello di Rossano, città di 36 mila abitanti, ubicata sulla costa ionica della Calabria. Attualmente questo carcere, costruito nel Duemila, su 231 detenuti (rispetto a una capienza di 215), ne conta 70 di fede musulmana, dei quali 21 sono condannati per terrorismo internazionale. Una brava giornalista di origine calabrese, Lidia Baratta, ha appurato su Linkiesta che di questi 21, uno è un terrorista dell’Eta basca, uno è ritenuto vicino all’Isis, mentre gli altri 19 sarebbero militanti di Al Qaeda. Tutti con pena definitiva nel 2026. Tra le figure di spicco, l’ex imam di Zingonia (Bergamo), il pakistano Hafiz Mu- hammad Zulkifal, arrestato l’aprile scorso come capo di una cellula di Al Qaeda con base operativa in Sardegna, dopo essere stato complice nel 2010 di attentati a Stoccolma, in Svezia. A lui, secondo le indagini della Dda di Cagliari, era indirizzata una telefonata in cui si sosteneva di «pensare al loro Papa». Il carcere di Rossano, è diviso in due sezioni, una di media e l’altra di alta sicurezza. In quest’ultima sono reclusi i terroristi islamici. Il militante radicale Emilio Quintieri, che sul suo blog si occupa in modo sistematico delle condizioni di vita nelle prigioni, ha definito quella di Rossano «la Guantanamo italiana, dove basta uno sguardo o una parola sbagliata per fare scattare il pestaggio». Vero o no che sia, l’appellativo di «Guantanamo italiana» è rimasto, proprio per la concentrazione di terroristi islamici detenuti. Non solo. Dopo la strage di Parigi, questo carcere è considerato un «obiettivo sensibile». In un vertice tenuto il 18 novembre, cinque giorni dopo il Bataclan, il prefetto di Cosenza, i capi delle forze dell’ordine, il procuratore di Catanzaro e il direttore del carcere hanno deciso di alzare il livello di sicurezza, con maggiori controlli sui visitatori e con un pattugliamento armato 24 ore su 24. Ma il segretario del Sappe, Capece, dopo una visita al carcere, facendosi interprete delle guardie carcerarie, ha detto chiaro e tondo che «il livello di sicurezza è pari a zero. Il personale che ci lavora è specializzato, ma carente. Ogni giorno nella sezione speciale dovrebbero esserci quattro agenti di polizia penitenziaria, ma purtroppo ne abbiamo uno solo, e i turni sono estenuanti». Colpa della legge di stabilità, sostiene, che taglia 36 milioni alla polizia penitenziaria (stipendi e straordinari) e 70 milioni all’amministrazione delle carceri. «Per impedire il proselitismo», sostiene Capece, «è necessario sospendere il sistema della vigilanza dinamica, introdotta nelle carceri dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), che consente ai detenuti di stare molte ore al giorno fuori dalle celle, mischiati tra loro, senza fare nulla e con controlli sporadici e occasionali della polizia penitenziaria. Ora a Rossano sono stati finalmente adottati dei limiti più severi. Ma non capisco perché i terroristi islamici debbano essere ristretti a Rossano, e non all’Asinara o a Pianosa. Questi soggetti devono essere reclusi in posti isolati, e non nelle carceri dei centri abitati». Difficile dargli torto: per i terroristi, come per i mafiosi, servono carceri di massima sicurezza. Altrimenti, l’indottrinamento e il reclutamento di tagliagole Isis continuerà senza ostacoli. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 8 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO Anche i rottamati, conservano spesso un grande seguito che capitalizzano nelle elezioni Ipernotabili, ma c’è chi li vota Lo dimostrano Bassolino ma anche Bianco o Leoluca Orlando DI CESARE MAFFI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it L’ antica definizione appioppata ad Amintore Fanfani da Indro Montanelli («Rieccolo!») si presta per vari personaggi che si prospettano candidati a sindaco nelle elezioni del 2016. Il caso oggi più evidente è quello di Antonio Bassolino, detestato da molti nel Pd. Si pensi, però, anche a un Enzo Bianco, eletto sindaco di Catania la prima volta nel 1993 e oggi in carica, o un Leoluca Orlando Cascio, il quale fessionismo della politica ha portato ad alcuni divieti legislativi di riconferma. Si sono avanzate proposte normative, per esempio per non consentire più di due mandati parlamentari, disposizione in vigore internamente nel M5s. Questa esigenza di rinnovamento si scontra, però, con una concreta realtà. Molti personaggi che si vorrebbero rottamare o che sarebbero rottamati, ove passassero disposizioni legislative, o che rottamati sarebbero già, perché non ricandidati, imperversano costantemente. Per- rielezione per quattro, sei, otto mandati parlamentari: non solo nel caso dei massimi esponenti nazionali, ma pure per molti notabili di periferia. Oggi sono i voti a rimandare più volte gli stessi personaggi sulle poltrone comunali o regionali (nazionalmente vige la nomina sancita dal porcellum). Se dopo una stasi, come nel caso di Bassolino, l’interessato ritorna in campo, e trova sostegni, vuol dire che c’è una base a volerlo. Accanto a elettori e iscritti che apprezzano la rottamazione e cercano uomini nuovi, vi sono, dunque, elettori e iscritti che invece apprezzano l’usato (in) sicuro: non è detto che siano trascurabili minoranze. Una conferma del seguito popolare si ha dalla rielezione di chi ha cambiato partito. Il fenomeno BRIOCHE E CAPPUCCINO di Riccardo Ruggeri Pd - Gelo su Bassolino. Ghiaccio su De Luca, freddo su Sala. Ormai è un abbattitore Evviva - Zuckerberg per 2 mesi a casa, in congedo di maternità. Ci ruberanno meno dati personali? D’Alema - «Con la globalizzazione tutto cambia, conta solo il mercato». Frase perfetta, dipende dal tono, convinto o ironico? è limitato, anche perché trova essenziale diffusione nel mezzogiorno e soprattutto in Sicilia; però sussiste. Sarà clientelismo, sarà un residuo storico del notabilato, qualcuno lo giudicherà perfino un derivato del voto di scambio: però non si può negare. Dopo di che, ci si può stupire che nomi che vent’anni fa erano ai vertici dei comuni tornino ancor oggi come candidabili: se però si fanno avanti, si può star certi che dietro di sé hanno un seguito. Non possono essere accusati di antidemocrazia: c’è chi li vota. © Riproduzione riservata La stupidità è forse il reato più odioso DI Vignetta di Claudio Cadei esordì come primo cittadino di Palermo nel 1985 e detiene tuttora la poltrona. C’è una tendenza, sulla quale ha giocato non poco Matteo Renzi per affermarsi all’interno del proprio partito, che possiamo sintetizzare come rottamazione. Consiste nel far piazza pulita dei soliti noti, delle stesse facce, degli immutabili dirigenti o parlamentari o amministratori. La volontà di evitare forme di professionismo o semipro- ché? La ragione è semplice. Nei partiti c’è chi li segue, li sostiene, si riconosce in loro. Massimo D’Alema non è più deputato: però non è un pensionato e il suo peso, nel Pd, permane, perché vi sono iscritti e dirigenti democratici che si considerano a lui legati e gli vanno dietro. Similmente vi sono cittadini che col proprio voto eleggono costantemente parlamentari e amministratori. Un tempo erano le preferenze a garantire la SERENA GANA CAVALLO Se l’Al d là è come lo hanno raccontato a noi cattolici, certamente nel computo dei tempi da passare per coloro destinati al Purgatorio verrà effettuato un consistente sconto sulla base della quantità di pubblicità che si sono dovuti inoculare solo per aver guardato una qualsiasi rete televisiva. Non son più i tempi del «non si interrompe un’emozione» di veltroniana memoria a difesa del film sul piccolo schermo. Ormai il grido di alcuni maniaci è «non si interrompe così la pubblicità» mentre la maggioranza guarda senza vedere e ascolta senza sentire. C’è però il caso di alcune pubblicità che comunque passano il filtro, raramente perché divertenti, qualche volta perché urtanti, in altri casi perché insultano l’intelletto dello spettatore. Tra queste spicca, già dallo scorso anno, una pubblicità demenziale i cui autori andrebbero sottoposti a corsi accelerati di storia, di logica e, se possibile, di innesti di cervello. La scena si apre con alcuni militi in divisa fascista, il cui comandante sta stilando un elenco di oggetti di arredamento in una casa signorile, mentre gli altri imballano oggetti, staccano quadri arrotolano tappeti. Questo è quanto risulta facessero per lo più i nazisti nelle case ebraiche della Germania hitleriana e nei territori occupati. Può darsi che sia avvenuto anche in Italia, ma sorvoliamo. La pubblicità continua con un maggiordomo al quale viene sfilato un coprivivande d’argento mentre porta un panettone ai commensali, ai quali, contemporaneamente, viene sfilato da davanti il tavolo, ma nessuno se ne cura perché l’importante è quanto è buono il panettone che tutti elegantemente addentano. Di grazia, gli eccellenti autori ci saprebbero spiegare perché in una famiglia e tra commensali di religione ebraica si festeggi il tradizionale Natale meneghino col più squisito dei panettoni? A chi ha dovuto torcersi per aver subito plurimi passaggi di questo spot andrà concessa indulgenza plenaria con passaggio diretto al Paradiso. E per di più, niente panettone. © Riproduzione riservata SOTTO A CHI TOCCA La dissociazione dei musulmani non dipende da quanti vanno in corteo ma da quanti sono disposti a isolare dalla loro comunità i terroristi DI M ISHMAEL agari il Giornale ha torto, e i musulmani che sono scesi «in piazza contro il terrorismo», come si diceva una volta, sono più di «mille», quanti ne ha contati il quotidiano che fu di Montanelli. Magari sono due o tre mila, forse di più, non ne ho idea, ma una cosa è sicura: non siamo più negli anni settanta, e non è più in questo modo, contando le bandiere che sfilano al centro delle strade, che si calcola il successo o la popolarità d’una causa. C’è un’infinità di manifestazioni e persino di tumulti con i quali concordiamo in linea di principio ma ai quali ci guardiamo bene dal partecipare reggendo striscioni e scandendo slogan. Ci sono anche un sacco di film che non andiamo a vedere: è troppa fatica, e aspettiamo che passino in tivù. Contare le teste intorno al palco d’un comizio è il modo in cui la politica e i telegiornali misurano gli eventi. Quindi, se i muslìm che scendono in piazza contro l’Isis sono pochi, come gongola il Giornale, allora è provato che l’Islam è schierato, a larghissima maggioranza, con i tagliagole seriali del Califfato. Può darsi che sia così, e che davvero i muslìm preferiscano la sharia alla civiltà giuridica occidentale, l’ignoranza alla sapienza, l’intolleranza al buon vicinato tra dissimili. Ma se è così, come insiste (e un po’ sogghigna) la destra postberlusconiana, lo capiremo da altri segni e non dal fatto che i musulmani, invece d’incolonnarsi dietro le bandiere del partito buonista, se ne sono rimasti a casa. Né l’Islam apparirebbe più fidato se i veri credenti uscissero in massa dalle moschee con bandiere e cartelli che inneggiano al campionato di calcio, alle passeggiate serali e al rock and roll. Non c’è che un modo, per le comunità islamiche, di dimostrare la loro assoluta estraneità non diciamo al terrorismo (che le cinture esplosive e i kalashnikov siano loro estranei è una precondizione) ma al radicalismo islamista in tutte le sue forme, comprese quelle che possono apparire più innocue, come per esempio la subordinazione delle donne: devono isolare gli estremisti, disertare le moschee compromesse (sono tante, forse la maggioranza) e denunciare, al primo sospetto, senza esitazioni, i comportamenti criminali. 1000, 3000, 10.000 manifestanti vanno e vengono. Non è importante contarsi nelle piazze; solo le Ditte e i sindacati che si contano nelle piazze. Quel che importa è schierarsi con le buone cause dal punto di vista non solo vagamente «culturale» ma anche politico, cioè mettendoci la faccia (direbbe il Boyscout) e correndo tutti i rischi del caso. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it PRIMO PIANO Martedì 24 Novembr Novembre 2015 9 L’ex ministro, nominato commissario di partito da Berlusconi, è pronto a sidare Crocetta Fi, in Sicilia torna Miccichè Sullo sfondo ci sono le elezioni regionali del 2017 DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it S FILIPPO MERLI tavolta Silvio Berlusconi è andato sul sicuro. Se, in vista delle amministrative del 2016, il leader di Forza Italia è in cerca di volti nuovi che non abbiano direttamente a che fare col mondo della politica (vedi Alessandro Sallusti a Milano), in Sicilia il rilancio del partito è stato affidato all’ex ministro Gianfranco Miccichè, nominato commissario di Fi al posto del senatore Vincenzo Gibiino. Miccichè, classe 1954, era stato soprannominato «Mister 61-0» perché, da coordinatore di Forza Italia, nel 2001 fece vincere al suo partito tutti i collegi uninominali. Dopo le esperienze da viceministro all’Economia e da ministro per lo Sviluppo e la coesione territoriale, sempre con Berlusconi al governo, torna a ricoprire la carica che, nel 2005, lasciò all’attuale ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano. «Forza Italia in Sicilia sarà il partito anti Crocetta per eccellenza per poter risarcire alla Regione il prezzo che ha pagato in questi anni», ha detto Miccichè a Repubblica Palermo. «Sono grato a Berlusconi e sono pronto a dare il massimo del mio impegno. Sono convinto che una prima cosa da fare sarà quella di rincollare i cocci rotti all’interno del partito». Ricostruzione, dunque. Ma anche grande attenzione alle vicende siciliane. «Starò molto a contatto con il territorio quotidianamente, non avendo attualmente incarichi parlamentari». Una scelta, quella di Berlusconi di puntare di nuovo su Miccichè in Sicilia, condivisa anche dagli altri membri del partito. «Grazie alla sua profonda conoscenza dei problemi della Regione, così come delle sue enormi potenzialità», hanno spiegato i parlamentari siciliani di Fi, Giovanni Mauro, Francesco Scoma, Riccardo Gallo, Stefania Prestigiacomo e Bruno Alicata, «Miccichè sarà certamente un punto di riferimento importante per il rafforzamento del nostro movimento». Lo stesso Berlusconi, lo scorso fine settimana, ha parlato dello scenario politico siciliano intervenendo al telefono al convegno «Sicilia, un’isola speciale in testa», organizzato da Forza Italia a Palermo. «Sono convinto che, se riusciremo a presentare una proposta completa ai siciliani per convincerli a cambiare strada», ha detto l’ex presidente del Consiglio, «i siciliani siano disposti a farlo, come ai tempi del 61-0. La Sicilia non è una regione di sinistra». «Ho avuto modo di ascol- tare i problemi della Sicilia», ha proseguito Berlusconi, «della giunta regionale di Crocetta, quelli delle imprese che sono in stato di abbandono, il tema dei fondi europei che rischiano di perdersi, dell’agricoltura, dei rifiuti a Palermo e della disoc- cupazione, coi giovani costretti a emigrare all’estero mentre la giunta regionale non ha messo in campo azioni per risolvere il problema». È lì, sulla giunta presieduta dal governatore Rosario Crocetta (Pd-Udc), alle prese con nuove polemiche interne dopo l’ultimo rimpasto, che Miccichè e Forza Italia si concentreranno per fare una dura opposizione. Salvo elezioni anticipate, che Crocetta ha cercato e cercherà di evitare in ogni modo, per la regione Sicilia si voterà nel 2017. C’è tempo. Sia Berlusconi, sia Miccichè, politici esperti e navigati, sanno però che, in vista di un’eventuale competizione elettorale, le basi vanno gettate il prima possibile. Crocetta, sin da ora, avrà un avversario in più. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 10 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO L’attuale presidente argentino, celebrando, da sindaco di Buenos Aires, un matrimonio gay Aveva fatto arrabbiare il Papa Mauricio Macrì non aveva fatto ricorso alla Cassazione DI ANTONINO D’ANNA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I l neopresidente argentino Mauricio Macrì? Uno che ha difeso nel 2009 l’introduzione delle nozze gay in Argentina facendo infuriare l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Il rapporto tra i due è precipitato nel novembre 2009 per un matrimonio che non s’aveva da fare, a sentire l’allora cardinal Bergoglio. Tutta colpa di Alex Freyre e José Maria Di Bello, coppia gay che aveva chiesto celebrazione e registrazione all’anagrafe bairense delle loro prossime nozze. Macrì non aveva fatto ricorso contro la decisione della magistratura di primo grado che aveva difeso le ragioni della coppia dichiarando incostituzionali le norme sul matrimonio del codice civile argentino. Morale della favola: le nozze erano state registrate, mentre l’Argentina si preparava a votare poi una legge che avrebbe riconosciuto il matrimonio omosessuale tra le proteste del futuro Papa. Dopo un faccia Mauricio Macrì a faccia in arcivescovado richiesto da Macrì che si era concluso dopo appena 20 minuti con un nulla di fatto, Bergoglio aveva emesso un duro comunicato firmato insieme ai sei vescovi ausiliari di Buenos Aires nel quale il mancato ricorso del sindaco contro la sentenza era stato condannato come: «Segno di grave leggerezza», sottolineando come non appellandosi: «contro una sentenza assolutamente illegale» Macrì non aveva permesso: «l’instaurazione di un dibattito più prolungato e profondo su una questione di tale delicatezza». Il comunicato precisava inoltre che: «affermare l’eterosessualità del matrimonio non è discriminatorio». La stampa albiceleste in quell’occasione riferì voci di corridoio dall’arcivescovado secondo le quali non si era mai visto Bergoglio tanto «furioso» (testuale) come nei giorni successivi alla decisione di Macrì di non ricorrere contro la sentenza. Pare che il futuro papa avrebbe trovato irritante non solo la sostanza della vicenda, ma anche il fatto di non essere stato avvertito in anticipo della decisione. Il futuro neopresidente aveva giustificato la sua scelta dicendo di essere profondamente cattolico, ma al servizio dei cittadini. Un voltafaccia di quello strano miscuglio che è il macrismo, movimento di destra ma che vuole apparire al passo coi tempi e contemporaneamente attento e molto sensibile agli input ecclesiali. Fino ad un certo punto. A difendere il matrimonio eterosessuale era stato GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND La situazione dopo gli attentati di Parigi si sta normalizzando. Son tornati i gattini su Facebook. *** Terrorismo, trovati prodotti chimici a Bruxelles. Cavoletti. *** A Bruxelles non succede mai nulla. È una città moscia, ma talmente moscia che hanno messo in vendita i biglietti per il Coprifuoco. *** Successo parziale dei blitz antiterrorismo a Bruxelles. Non è ancora stato catturato Matteo Messina Salah. lo sconfitto delle attuali elezioni presidenziali argentine, l’allora governatore della provincia di Buenos Aires Daniel Scioli, il quale: «Il primo istinto che mi genera la definizione di matrimonio è quello di vincolarlo alla famiglia, all’unione uomodonna», aveva detto. Sei anni dopo queste vicende si riparte. Da chi? Victoria Morales Gorleri è una deputata della città di Buenos Aires che rappresenta, in virtù del decennio passato a cooperare con l’allora arcivescovo di Baires in tema di sociale ed istruzione, un’ottima ufficiale di collegamento. È stata la settimana scorsa in Vaticano per un convegno sull’educazione cattolica e poco dopo l’elezione di Francesco al soglio è stata ricevuta dal nuovo papa. Prove tecniche di dialogo? © Riproduzione riservata Controllare l’energia della tua attività via web o app? Con myEnergy puoi. 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C’è stato dei suoi protagonisti te sagliuto! ma anche implacabile re: credo che sulla generosità davvero un uso politico di D. Splendido napoletano, del Cavaliere ni nessuno possa questo potere? stroncatore di errori e inadeR. Il Pci e le sue sucma traduciamolo. guatezze, Paolo Isotta, napocessive incarnazioni R. Che Dio mi proletano, classe 1950, musicologo, c Quando andai al Corriere della Sera hanno creduto che la tegga dai nouveaux scrive da oltre 40 anni: prima h mi sostituì al Giornale nuovo, Piero magistratura fosse un riches! al Giornale, poi lungamente m taxi che potevano chiaD. Ne La virtù al Corriere e, recentemente, t Buscaroli, figlio di un grande latimare a piacimento. A dell’Elefante ricorcalata la tagliola dei pensionam nista, Corso, che aveva appoggiato causa loro essa è divenda come le cose non menti in Rizzoli, è approdato c Salò. Piero fu perciò subito costretto a tata un potere autonofossero facili, per al Fatto. Negli ultimi due anni t nascondersi usando uno pseudonimo. Paolo Isotta mo uno di destra, neppoi s’è aggiunta una vena sagm e sconfinato che del Montanelli, che impose questa verPci pure al Giornale gistico-autobiografica, con due P e incarnazioni, fino gognosa soluzione, viveva nel terrore al libri, La virtù dell’elefante e, più fece del male imponendo agli Nuovo, tant’è vero a Pd, fa un proprio taxi pagandolo in quanto gli recente, Altri canti di Marte, insegnanti il giuramento di fe- che chi la sostituì, p d’essere considerato fascista. Il padre serve…. quando lei andò al entrambi usciti per Marsilio. deltà al regime. s di Buscaroli fu vittima di un’orrenda D. Già, ma lei oggi «A 65 anni», risponde se gli si D. Già, però lei chiarisce Corriere, ossia Piepersecuzione. Montanelli si comportò scrive però per Il chiede il perché di tanta proli- d’esser sempre stato un ro Buscaroli, figlio s con suo fi glio vergognosamente anche Fatto che ha l’antificità, «ho un’armonia interiore uomo di destra, fascista ad- di un del grande F se Buscaroli, sommo storico della berlusconismo e il e una forza mai avute prima; dirittura. Come è riuscito latinista Corso che b musica, non era proprio giustizialismo nel e sono unanimemente ricono- a sopravvivere al Corriere aveva appoggiato g Dna. sciuto un vero scrittore. Tutti che, in certi anni, non era Salò, fu obbligato D un modello di equilibrio R. Beh, se uno dovesgli ostacoli mi hanno rafforza- proprio indulgente, per allo pseudonimo. se Anche Indro Monto ma non tutti gli attacchi da così dire, verso la destra? s per scrivere avere un me subiti erano ingiusti. PersiR. Negli anni del Corriere tanelli, dinnanzi alla nomea eccepire un iota. Montanelli, in giornale a sua immagine e sono l’esser stato posto fuori del non ho, come sempre, fatto del fascista, doveva chinare tarda età, andava in cerca di miglianza, dovrebbe attendere la Corriere della Sera l testa. Con tutto che una legittimazione a sinistra; e sino alla fine dei tempi. Del del ha contribuito al mio d fascista glielo da- forse sentiva intollerabilmente Fatto condivido molte posizioL’ostracismo che mi fu dichiarato al vano anche a lui! prestigio». il peso dei benefici di Berlusco- ni politiche, non certo tutte; ma v Corsera dai comunisti lo vinsi con Marco Travaglio possiede un R. Montanelli viveva ni. Domanda. In una forza interiore che si tramutava, nel quest’ultimo libro, D. Il Cavaliere le fa ci- culto per la libertà e tale libertà n terrore d’esser considerato fascista. Il padre tare, nel medesimo libro, mi concede quale collaboratodove c’è molta stod credo, in autorità. E poi ebbi grandi di ria musicale. d Buscaroli fu vittima di Marcello Dell’Utri verso il re. direttori, da Di Bella e Ferruccio de D. Isotta, sempre ne La un’orrenda persecuzione. quale ha parole di stima e Risposta. Oltre u Bortoli che mi hanno sempre garanvirtù dell’EleMontanelli si che parlare di MoM v tito la massima indipendenza. Uno fante, comportò con lui zart, Beethoven, c f c’è un solo mi voleva licenziare. Era Alberto Il Pci e le sue successive incarnazioni Schubert, Berlioz, v p passaggio mivergognosamenCavallari, un uomo infelice, affetto da Verdi, Wagner e t coll’imporgli r rabile sul minite hanno creduto, illudendosi grandemente, Ciaikovskij, offro u s stero della Pubuno pseudoniodium humani generi. Egli era ostagche la magistratura fosse (e rimanesse) un sistematicamente m b blica istruzione, mo temendo di gio del Pci. Ma il Pci mi fece la guerra taxi che potevano chiamare a piacimento una nuova prospete « «cogestito dai essere attaccato perché, a sua volta, era ostaggio dei per risolvere i loro problemi, specie nei tiva storica del Nop s sindacati» e poi per l’accettare salotti milanesi. Carlo Bo mi disse confronti dei loro avversari politici. Invevecento musicale. lla collaborazioo occupato dai causticamente: «Il Pci ha dato il culo ce, proprio a causa della loro dissennata D. Ma cita anche sessantottini. n s ne di un uomo dello sterminio dei Sindacati che cche rivendicava S per niente ai salotti milanesi» gestione, la magistratura ha poi rovesciato delfini e delle omei meriti del fascihanno fatto i rapporti di forza ed è diventata un potere lie di Giovanni sempre il bello ssmo. Poi, certo, s autonomo e sconfinato che del Pci e delle XXIII. Nel primo libro, o, il suo politica ma dal punto di vista Buscar e cattivo tempo Buscaroli, sommo stosue successive incarnazioni, fi no al Pd appassionato racconto arti- culturale non ho concesso un rico della musica ma nei teatri italian compreso, fa un proprio taxi personale, stico, ogni tanto, viene però solo sconto. ni. n non proprio un modello pagandolo in quanto gli serve. inframezzato da incursioni D. Come ha fatto? R. Nei teatri i di equilibrio, si giuocò nella politica. Che rapporto R. Da una parte mi ha sor- l’elezione al Parlamenssindacati hanno ha con la politica? retto una forza interiore che si to europeo sostenendo ssempre svolto poR. Già Platone nella Re- tramutava, credo, in autorità; che gli omosessuali sono malati fa voti che venga assolto in litiche di accu accumulo di privilegi pubblica e nelle Leggi teorizza dall’altra sono incorso in una da curare… Cassazione. Lei è convinto e hanno contribuito al disastro lo stretto vincolo tra politica e serie di grandi direttori, da D. Ma questa è un’altra che contro lui e Berlusconi delle fondazioni lirico-sinfonicultura. Franco Di Bella a Ferruccio storia. Torniamo a Monta- ci sia stata una persecuzio- che. Ma il disastro è causato dai D. Altissima premessa, de Bortoli, i quali mi hanno nelli, come fu il suo rappor- ne giudiziaria? soprintendenti che per avere Isotta. R. Il mio giu- la pace interna concedono loro sempre garantito con stiR. Che mi permette di os- ma e affetto la massima dizio politico su tutto. d Il liceo classico italiano, ancora neservare come la destra italiana indipendenza. Uno solo Berlusconi è, col D. E cioè? B gli anni ’50 e agli inizi dei ’60, era il del Dopoguerra abbia sempre mi voleva licenziare. R. È causato dai soprintenttempo, mutato, disprezzato la cultura: ciò vale facendosi severo. D. Chi fu? denti che sperperano sconsifa migliore al mondo. Adesso fa ridere. Setanto per il vecchio Msi quanto Ma che sia sta- deratamente, che vogliono R. Alberto Cavallari, M guo il figlio di un amico, che è al liceo per la Democrazia Cristiana e uomo infelice, affetto da to vittima d’una fare i direttori artistici per classico, e vorrebbe iscriversi a Lettere: per Silvio Berlusconi. E che odium humani generis. persecuzione giu- presunzione, ignoranza, p non sono riuscito, in tre anni, a fargli invece il Partito Comunista, diziaria, mi sem- egolatria. È causato da una D. Ricordandolo da d leggere i Promessi sposi perchè, Gaetaconscio dell’intuizione di An- vivo. bra lampante! legge, quella istitutiva delle b tonio Gramsci che il potere nino, cosi si chiama, è oberato di comDel pari va detto Fondazioni, che ha distrutto R. Egli era ostaggio del D nella società si conquista at- Pci; ma il Pci mi fece la di Dell’Utri che, l’equilibrio in qualche modo d piti a casa. Gli insegnanti ignoranti ne traverso l’egemonia culturale, guerra - quando venni asdel gruppo berlu- ancor vigente colla vecchia d danno una caterva. Io ne avevo pochisla cultura italiana, dal 1945 in sunto ci fu uno sciopero e ssconiano, è stato legge 800 e che ha abolito la simi, tanto che potevo permettermi di poi, abbia egemonizzato, è logi- una raccolta di firme della l’uomo più colto figura del direttore artistico l’ studiare musica contemporaneamente. ca conseguenza. Il nazismo... cultura italiana contro di e intelligente, nominato autonomamente Oggi le letture assegnate sono i romanzi D. Il nazismo? quindi quello da dal soprintendente. Ma i sinme - perché a sua volta q R. Il nazismo, nella sua follia, ostaggio dei salotti milaeliminare a ogni dacati hanno nella scuola are di Italo Calvino e…Nicolò Ammanniti! creò una politica sottoculturale nesi, impasto di denaro, recato il maggior danno alla ccosto. da imporre alla nazione; il ge- snobismo e castrismo. Mi D. Lei cita nazione. nio di Mussolini fu di favorire disse lapidariamente Carlo Borrelli, rlo to con lui? Lei scrive che Francesco Saverio Sa la cultura in tutte le sue forme. Bo: «Il Pci ha dato il culo per cessò di essere un grande dicendo che non le piaceva continua a pag. 12 Poi si ridicolizzò e, insieme, si niente ai salotti milanesi!». uomo quando si mise, pure anche senza averlo conoDI GOFFREDO PISTELLI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it S 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 12 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO Sul reddito di cittadinanza, Renzi non ha deciso nulla. Così sindaci e regioni vanno per conto loro L’assegno? Dipende da dove vivi È di sinistra per Emiliano. Ma è leghista per Maroni DI GIORGIO PONZIANO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I l blitz più eclatante l’ha fatto il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Ma altre Regioni lo stanno seguendo. C’è chi lo chiama reddito di autonomia e chi di dignità o ancora di inserimento o anche di solidarietà o di inclusione attiva ma la finalità non cambia: dotare di un assegno mensile chi si trova in stato di estrema indigenza. A rigore, dovrebbe essere una prerogativa dello Stato invece Matteo Renzi, finora, se n’è lavato le mani e così in periferia ognuno fa per sè. Col risultato che si stanno determinando disparità: chi è povero a Bari riceve l’assegno e chi lo è a Catania no, oppure i requisiti e il tipo di trattamento sono difformi così chi è povero per la regione Lombardia non lo è per la regione Emilia-Romagna. Emiliano è partito lancia in resta. Il «suo» reddito di dignità coinvolge circa 60mila soggetti e 22mila nuclei familiari in stato di povertà e senza altra forma di sostegno. Costo preventivato per le casse regionali: 60 milioni di euro. Dice il governatore: è un modo di essere di sinistra in forma moderna. Si tratta di un segno di lotta contro la povertà perché va nella direzione di ciò che Papa Francesco ha chiesto alla politica, di occuparsi della dignità delle persone. Chi riceve il reddito di dignità se necessario dovrà andare a pulire giardini, una scuola o adempiere ad altri lavori socialmente utili. È un modo per ricambiare la solidarietà da parte della comunità che dà una mano». Emiliano lo considera un provvedimento «di sinistra», il suo collega lombardo Roberto Maroni invece non ha dubbi che si tratti di un’iniziativa di impronta leghista. Lui ha fatto approvare una legge (8 ottobre 2015) sul «reddito di autonomia», stanziando 50 milioni di euro per gli ultimi tre mesi 2015 e 200 milioni per il 2016. Di più: Maroni ha addirittura nominato un assessore ad hoc, Giulio Gallera (Forza Italia), a cui ha appunto dato la delega «al reddito di autonomia e all’inclusione sociale». Chi ne beneficerà? 400 euro al mese agli ultra-75enni con un reddito inferiore a 10mila euro l’anno e ai disabili indigenti, 300 euro al mese (per un semestre) ai disoccupati con un reddito inferiore ai 18 mila euro l’anno. Poi vi sono i contributi accessori: le famiglie che già accedono al Fondo sostegno affitti e sono residenti in Lombardia da almeno 5 anni (800 euro una tantum), chi ha un reddito imponibile inferiore a 18 mila euro l’anno (abolizione del superticket ambulatoriale), coloro che hanno un reddito annuo inferiore a 30 mila euro (bonus bebè: 800 euro una tantum per i secondi nati e mille dal terzo figlio in poi, entrambi i genitori debbono essere residenti in Lombardia da almeno 5 anni). Dall’Emilia risponde il presidente pidiessino Stefano Bonaccini. Lui lo chiama «reddito di solidarietà» e ha inserito nel bilancio preventivo 2016 circa 75 milioni di euro destinati a «persone in povertà assoluta». E così via: regione dopo regione, tutte si stanno indirizzando verso il reddito minimo. In Campania l’iter è incominciato, attraverso un disegno di legge presentato dal consigliere pidiessino Gianluca Daniele. Mentre in Sicilia l’assessore regionale al Lavoro ha predisposto una legge di nove articoli: l’assegno spetterà ai nuclei familiari con un reddito annuo al di sotto dei 12 mila euro e residenti sull’isola da almeno un anno. Ci prova anche la Provincia autonoma di Trento, dove il «reddito minimo di garanzia» è già operativo, utilizzato dal 3,5% delle famiglie («ha consentito di dimezzare il tasso di povertà», assicura il presidente, Ugo Rossi). A una famiglia (residente da almeno tre anni) composta dai genitori e un figlio si garantisce un reddito minimo di 7.600 euro l’anno. Il «reddito di cittadinanza» è uno dei cavalli di battaglia dei 5stelle, vorrebbero fosse corrisposto indifferentemente a chi non ha un reddito sufficiente, cioè quasi 3 milioni di famiglie, il 10,6% di quelle residenti in Italia. Dice Beppe Grillo: «circa 2 milioni di pensionati ri- cevono assegni inferiori a 500 euro al mese. Pensionati che dopo tanti sacrifici, dopo aver lavorato un’intera vita, arrivati all’età pensionabile, ricevono assegni che non gli consentono di vivere una vita dignitosa e di arrivare alla fine del mese. Una ingiustizia che non esisterebbe se il reddito di cittadinanza fosse legge, infatti si alzerebbe di fatto la pensione minima fino a 780 euro netti al mese». In parlamento, oltre a quella dei 5stelle è in attesa di discussione anche una proposta di legge di Sel secondo la quale si dovrebbero erogare 600 euro a chi ne guadagna meno di 8.000. La copertura finanziaria, per entrambe le proposte, avverrebbe col taglio delle pensioni più alte, decurtando le spese in armamenti e quelle per il finanziamento pubblico ai partiti, incamerando l’8 per mille non destinato dagli italiani ad altri fini. Sia i 5stelle che Sel prevedono il decadimento del sussidio se il beneficiario rifiuta tre proposte di lavoro. Secondo l’Inps il costo di quei provvedimenti sarebbe attorno ai 30 miliardi di euro. Le due proposte non hanno fatto finora passi avanti in parlamento. Matteo Renzi le ha bocciate senza appello: «La costituzione parla di diritto al lavoro e per combattere la povertà bisogna puntare sull’incremento dell’occupazione. Il reddito di cui abbiamo bisogno non è quello di cittadinanza: se riportiamo al segno più la cre- scita e gli occupati, giocoforza la povertà diminuirà. Quindi per combattere l’indigenza bisogna innanzitutto creare lavoro, cosa che il governo sta facendo». Ma allora come la mettiamo con le regioni che si stanno dando da fare, compresi i governatori dello stesso partito del presidente del consiglio? Vi è da aggiungere che il reddito di cittadinanza ha solo il vincolo di soglia del reddito mentre gli interventi regionali circoscrivono anche i beneficiari. Tanto che i 5stelle bocciano perfino la recente proposta del presidente dell’Inps, Tito Boeri, sul «reddito di inclusione attiva» per gli over 55: «È una misura frammentaria e parziale», afferma la senatrice 5stelle, Nunzia Catalfo. Insomma, sul tipo di reddito agli indigenti incomincia l’ennesima rissa politica, mentre la Caritas lancia l’allarme-povertà. Che cosa si fa all’estero? Nell’Unione europea solo Spagna, Grecia, Ungheria e Portogallo non hanno uno strumento simile. Negli altri paesi vi sono leggi nazionali di sostegno al reddito: in Belgio l’assegno di sussistenza varia da 613 a 1.161 euro (a seconda del numero dei figli), in Francia da 425 a 900, in Inghilterra da 700 a 1550, in Germania da 345 a 1035, in Olanda è fisso a 500 euro. In Italia il governo latita e ogni Regione si sta arrangiando per proprio conto. Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata SEGUE DA PAG. 11 di Ortensio Zecchino, già ministro giò, come ha ammesso. Perché tanD. Spieghiamolo bene. R. I comunisti avevano interesse a dell’Università. Cosa ha capito, ex to odio? R. Il mio apprezzare il buono del fadistruggere la scuola per preparare post, di quel partito che invece, una società di servi, i democristiani a prima le provocava sentimenti vi- scismo - oggi ne comprendo il male, ma non lo definirei mai il male assoluto - mi distruggere la scuola perché la cultura, scerali? R. Infatti, sin qui ho detto il male che faceva odiare la Dc che mi pareva che come ho detto, faceva loro paura. Così l’egualitarismo introdotto nella scuola penso della Dc. Ma questo partito ha ri- avvilisse la dignità nazionale e l’idea di ha distrutto ogni criterio di valore. Il costruito la nazione dopo la catastrofe Patria. Ho confessato liberamente di liceo italiano, ancora negli anni Cin- bellica e, fino a un certo punto, l’ha go- aver esultato alla notizia dell’assassiquanta e all’inizio dei Sessanta, era il vernata non ignobilmente. La statura nio di Moro: avevo 27 anni. Credo che una qualità nessuno migliore del mondo. potrà disconoscermeD. Adesso? Chi non conosce Manzoni a memoria, sarà pure un la, quella di esser caR. Adesso fa ridere: l’ignopremio Nobel, ma resterà sempre un pezzente intelletpace di cambiare idee ranza degli insegnanti è protuale. Tra gli scrittori contemporanei si salvano solo e convincimenti, e di verbiale. Seguo il figlio di un riconoscere gli errori. amico, che è al liceo classico, e alcuni grandi vecchi come Raffaele La Capria e GuiD. Lei è stato un vorrebbe iscriversi a Lettere: do Ceronetti, ma non certo come Alberto Arbasino grande stroncatonon sono riuscito, in tre anni, che è un impasto di fatuità e di vanità. Trovare oggi re negli anni del a fargli leggere I promessi uno scrittore che conosca la lingua italiana è un’imCorriere, ma spessposi perché Gaetanino, così si presa. Il più pulito ha la rogna. Non mi piace so ha rivolto la sua chiama, è oberato di compiti a il disprezzo della liturgia di papa Francesco vis polemica anche casa. Gli insegnanti ignoranti ad altri. Nel primo ne danno una caterva, io ne ma di lui apprezzo ed ammiro il grande coraggio libro, dedica due avevo pochissimi nel mio mepiù volte manifestato pagine al vetriolo raviglioso liceo, tanto che poa Claudio Magris tevo permettermi di studiare musica contemporaneamente. Mentre le culturale di statisti come Moro, Fan- e ricorda il blitz blit di De Bortoli per letture assegnate sono i romanzi di Ita- fani, Leone, Andreotti, è immensa. bloccare un suo elzeviro un po’ oflo Calvino e … Niccolò Ammanniti! Moro e Andreotti sono stati, ciascuno a fensivo. Chi sono, oggi, i protagoChi non conosce Manzoni a memoria, suo modo, vittime di poteri oscuri e for- nisti della cultura che lei reputa sarà pure un premio Nobel, ma resterà tissimi come a suo tempo lo fu Enrico sopravvalutati? E perché? R. Viviamo nel mondo dell’apparenMattei. Ma si pensi a un grande statisempre un pezzente intellettuale. D. Diceva dei democristiani ma, sta, Bettino Craxi, morto addirittura za: il difficile è, nelle lettere e nelle arti, proprio nel suo ultimo libro, c’è, in- in esilio e che, forse, sarebbe stato dopo indicare chi non sia sopravvalutato. Tra vece, in una pagina, una riabilita- Moro l’obiettivo delle Brigate Rosse. gli scrittori non si riesce quasi, salvo alD. Moro, alla cui morte lei festeg- cuni «grandi vecchi», come Raffaele zione della Dc, partendo dall’elogio La Capria e Guido Ceronetti - e non come Alberto Arbasino, un impasto di fatuità e vanità - a trovarne oggi uno che conosca la lingua italiana. Il più pulito tiene la rogna. D. Tanto per non girarci intorno. Ma se mai un governo la facesse ministro della Cultura, quali sarebbero le prime due o tre cose che farebbe? R. Lei mi cita una commedia degli anni Trenta, Pulcinella principe in sogno! D. Sono ignorante di teatro, maestro. R. Beh, non saprei da dove cominciare ed è giusto che io non sia mai ministro. D. Lei è un credente, nell’ultimo libro racconta che un’omelia di Papa Giovanni XXIII l’ha commossa fino alla lacrime. Le piace la Chiesa «in uscita» bergogliana? Ci si ritrova? R. Mi offende il disprezzo per la liturgia e per la dottrina e quello per il latino è storia vecchia. Ma Papa Francesco ha enorme coraggio. D. Vale a dire? R. Si è battuto per la Siria, ha ricordato il genocidio degli Armeni. È testimone angosciato del martirio che oggi i cristiani subiscono nel mondo per confessare la fede: mai i martiri furono così numerosi. twitter @pistelligoffr © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembr Novembre 2015 PRIMO PIANO PERISCOPIO LETTERE «I deputati sono al lavoro a Montecitorio». Ma è un falso allarme. Filippo Merli Un po’ di orgoglio italo-calabrese http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 13 Al mio paese, in Calabria, l’America del Sud e precisamente l’Argentina è distinta da Canada e Usa, l’America originale, con questa definizione: è chiamata ‘Mérica d’i pagghiétti (America dei cappelli a paglietta). Questo perché gli emigrati calabresi compravano il cappello a paglietta quando facevano fortuna, fortuna che, a quanto pare, si poteva fare con relativa facilità. Alla Mérica d’i pagghiétti è andato, negli anni ‘50, Franco Macrì da Reggio Calabria, padre del neoeletto presidente dell’Argentina, Mauricio. Indipendentemente dalle sue idee politiche, fa piacere che uno «dei nostri», un paesano, abbia conquistato la guida della Mérica d’i pagghiétti. È il premio per tanti di noi che andarono a cercarsi pane a Bonisàrzi, le Buone Salse (perché tale era la fame che Buenos Aires, dalla Buonaria di origini sarde, era passata ad essere salsa per chi manco pasta da mangiare aveva). Facciamo il paio con i piemontesi, altri grandissimi protagonisti dell’emigrazione italiana in Sudamerica, che tre anni fa hanno avuto il Papa. Uno a uno, da bravi italiani un po’ provinciali ma sani e fratelli nella fatica e nella fame di allora. E un po’ di orgoglio italo-calabro-piemontese. Antonino D’Anna Dementi sì, ma di tipo 2.0 Il vero limite degli assassini di Daesh? È che sono dei dementi 2.0, cioè ragazzini del terzo millennio sempre collegati a telefonini e social network, e quindi seminatori di tracce in tempo reale. E gli investigatori ringraziano Carlo Olivi Senza legge non c’è giustizia Con tutto il dovuto rispetto, il concetto espresso da Ferdinando Camon e ripreso dal sempre stimolante «Periscopio» di ItaliaOggi non è condivisibile. Come trovare un po’ di giustizia a questo mondo, senza l’applicazione della legge? La giustizia finirebbe con l’essere trattata alla stregua della morale, ognuno avrebbe la sua. Basta con gli attacchi, anche indiretti, larvati, sotto traccia, allo stato di diritto ed alla nostra civiltà. Il gusto per l’autocritica, tanto caro all’Europa, ci fa perdere di vista le faticose conquiste a cui siamo arrivati negli ultimi due secoli, conquiste tanto importanti quanto evidentemente fragili. Annalia Martinelli E Trenitalia preferisce non muovere un dito I giornali, compreso ItaliaOggi, e i notiziari tv insistono, giustamente, sull’intensificazione dei controlli anti-terrorismo. Mi chiedo se il ministro degli Interni sia mai passato, o abbia mai inviato un suo collaboratore, alla stazione di Bologna, città considerata a rischio per via del grande quadro con Maometto gettato all’inferno, che si trova all’interno della basilica di San Petronio. Ebbene, in stazione vi sono continue richieste di elemosina, fin lungo i binari, da parte di personaggi non propriamente affidabili, inoltre bande di extracomunitari vanno all’assalto dei viaggiatori, soprattutto turisti, che scendono dalle carrozze per afferrare la valigia in cambio di una manciata di euro, richiesta con determinazione e in modo tale da intimidire in particolare gli stranieri. Mi chiedo: se non si riesce a bonificare la stazione di Bologna, mettendola sotto controllo per la routine quotidiana come avviene nelle stazioni ferroviarie all’estero, come pensa il ministro che vi possa essere un’efficace vigilanza nei confronti di elementi sospetti, anche solo di passaggio, magari diretti verso altri obiettivi sensibili? Non è la prevenzione la migliore arma contro i terroristi? Trenitalia evidentemente finora non ha mosso un dito, forse sarà bene che si diano una mossa gli organismi deputati al controllo del territorio poiché, come vediamo, non c’è da scherzare su queste cose. Luigi Rinaldi Salvataggio Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti Il Governo dice che il contribuente non ci rimette un euro da questo plurimo salvataggio bancario. Faccio sommessamente notare quanto segue: a) il taglio dei Non Performing Loans (crediti deteriorati) riconosciuto alle banche (pseudosalvatrici) è compreso circa tra il 75 e l’82% del valore nominale; b) che questo taglio viene assimilato a perdite; c) che a queste perdite saranno applicabile le norme sui Deferred Tax Asset (crediti per imposte anticipate); d) che questi Dta si potranno tramutare in crediti Ires = meno tasse (per i pseudo-salvatori); e) che quindi alla fine pagheremo noi contribuenti. La commistione banche-politici, come al solito, fa gravi danni. Alberto Forchielli - Facebook DI PAOLO SIEPI Atmosfera triste e dimessa a Bruxelles. Era dai tempi di Mario Monti commissario europeo che non se ne ricoreu dava una così. Gianni Mada cheda. ch darebbe a Gesù un doppio Oggi Giuda da bacetto sulle guance. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori, 1987. In 22 anni di politica, Forza Italia ha selezionato una classe dirigente importante, 6 mila amministratori sul territorio, la cui esperienza non può essere messa da parte a favore di ragazzini che non hanno nno una storia alle spalle. Paolo Romani, capogruppo apogruppo al senato di Forza Italia. Corsera. Gabriele Albertini è un uomo molto spiritoso. Sembra un ragionier Pinchetti qualunque e invece, al momento giusto, sa tirar fuori doti di comando sorprendenti. Fu Indro Montanelli il primo ad accorgersi che Albertini, dietro l’apparente remissività, celava un profilo da duro, di quelli che si spezzano ma non si piegano. «Mi ricorda Ribot, che, a prima vista, nessuno avrebbe dato come vincente, non avendo l’aspetto del grande galoppatore di classe», scrisse Indro di lui. Paragone calzante, lo dico da fantino di una qualche esperienza. Anche nel privato, Albertini non smette mai di stupire. Sa imitare perfettamente chiunque. Una serata con lui è meglio di un invito a teatro. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio. L’Europa, dopo la grande guerra, non si percepisce gu più pi come società universale e unica, mentre il Cristianesimo rimane la forma rene ligiosa di riferimento che, lig però, ha un peso marginale sulla cultura. Comincia così la grande crisi del Novecento, in cui i protagonisti sono estranei sia alla Cristianità che all’illuminismo: il comunismo e il nazifascismo. Gianni Baget Bozzo, Tra nichilismo e Islam. Mondadori, 2006. Le assunzioni non si fanno per decreto. Il premier Letta fece un brutto errore quando ci disse: «Ci sono incentivi sulle assunzioni, ora non avete più alibi». Noi, appena possiamo, investiamo. E soprattutto sulle persone. Roberto Zuccato, presidente della Confindustria veneta. Sette. Il ministero dei Beni culturali è indispensabile. Non lo si può cancellare. Se non funziona, la soluzione non è abolirlo ma trovare il modo di farlo funzionare. Umberto Broccoli, sovrintendente ai Beni culturali di Roma dal 2008 al 2013. Inchiesta lanciata da un periodico in calo di vendite: «Che cosa fareste se vi dicessero che non avete più di un giorno da vivere?». Se mi avessero posto questa domanda, avrei risposto senz’esitare: «Continuerei a scrivere, un po’ più veloce del solito». Philip Bouvard, Journal drôle et impertinent, Diario comico e impertinente. J’ai lu. 1997. In quei due secoli e mezzo, fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Settecento, in Europa prende forma la modernità: la scoperta dell’America, la scienza sperimentale, la Riforma protestante, il pensiero liberale, le due rivoluzioni inglesi, l’Illuminismo e soprattutto lo Stato moderno centralizzato e legittimato da regole condivise. Da tutto ciò, l’Italia è completamente tagliata fuori. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori, 2011. Apro l’autoradio guardando il mar grando di granoturco ch che dondola, le strisce dei ca canneti lungo lo stradone, sospinte dal rinculo dei riso morchi schizzati; la soia che m si smuove a raffiche c diagonali, a perdita d’occhio, increspata dal d turbine dello scirocco; le anatre a triangolo in volo ordinato, ben presto stoccate nei congelatori delle casalinghe, o forse no, la pancia delle oche-passeggeri in decollo dal Marco Polo, lo stemma dell’Alittalia sulla fusoliera che prende quota, forse verso Roma, forse verso Milano, sono oche v di cento metri, che pisciano nafta in volo, se d avessi un fuxil da caccia, tirerei un colpo sula lla fusoliera, ma dovrei stare dentro un barcchino o in un barile in mezzo alla laguna più bella del mondo, aver bevuto dieci (10) giri di b rrabosini. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi, 2014. E Una tappa obbligata delle passeggiate di Antonia era la cuccia di Diana, un bracco femmina è una volta all’anno «andava in calore» e compiva imprese mirabolanti: rompeva steccati, si feriva malamente ente con i vetri del muro di recinzione, tentando ndo di saltarlo, morsicava suor Clelia e tutto ciò, dicevano le monache, per quest’unico ridicolo motivo, che voleva scappare dalla Pia Casa e andare a «comperare i cuccioli»! (Con che soldi li avrebbe comprati? E poi, da chi? Chi vende cuccioli ai cani? Perché - pensava Antonia la gente dice simile sciocchezze, e parla in modo così oscuro?). Sebastiano Vassalli, La chimera. Rizzoli, 2014. Centoquarantaquattro ossessi in precario equilibrio su labili cerchi di alluminio e di seta. Le urla della gente dei margini. Lo sterzare improvviso dei primi. I gomiti puntati ai gomiti del vicino. Lo sgrillettare ossessivo e insieme beffardo dei mozzi che si scaldano; le imprecazioni, le grida, i lamenti. Il tutto con sussulti a 40 orari, frenate stridenti, riprese a gambe rette sui pedali, furiosi morsi al manubrio che qualcuno strattona ingobbito; ribollire di muscoli esasperati sotto la pelle riarsa e illividita, ora, dal freddo. Gianni Brera, Il principe della zolla. Il Saggiatore, 1993. Al macello nessuno scherzava, nessuno fiatava. Il macellaio e Pacianìn parlavano sottovoce. I preparativi procedevano con lentezza, poi, all’improvviso, la scena accelerava. Il macellaio appoggiava la pistola con un chiodo sul muso della bestia, sparava, quella sollevava di scatto le gambe da terra, restava un attimo sospesa nell’aria e ricadeva con un tonfo sul piancito. Marco Santagata, Papà non era comunista. Guanda, 1996. Cominciò la via Crucis di Olindo, in una Venezia affollata di turisti a branchi, preceduti da guide morbose, dal piglio militaresco, che dentro megafoni portatili urlavano le benemerenze di Giorgione e di Tiziano. Nantas Salvalaggio, Calle del tempo. Mondadori, 1984. Giotto è il faro, a lui bisogna guardare. Non aveva visto nulla, aveva tutto dentro di sé. L’arte è figlia del cuore. Come le emozioni, non evolve, il punto più alto è già stato toccato. Valerio Berruti, pittore. La Stampa. Ho visto una mostra molto interessante. Quadri stranissimi dello spagnolo Calì e di un certo De Chierico. Stefano Tacconi da Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare. Baldini & Castoldi,, 1992. Non crede più in nulla, avendo creduto ciecamente av in tutto. Roberto Gervaso. Il Messaggero. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 14 Martedì 24 Novembre 2015 PRIMO PIANO Che la banca nella quale hanno depositato più di centomila euro sta saltando per aria? Chi è che avvisa i depositanti? Non può che essere Bankitalia che però ora non è tenuta Vigilanza Banca d’Italia, era la direttiva europea consente, «sprovveduti», ovviamente di stata considerata irricevibile; sorvolando sul grave problema informazioni, individuati pragquesto giudizio è stato messo del conflitto di interessi, deve maticamente nei possessori di a Commisione Ue ha auper iscritto, cosa che in Italia metterci del suo o farsi dare dal un deposito pari a un massimo torizzato l’operazione di non si fa mai, anche quando il governo una quota delle perdite di 100mila euro; questo concetto salvataggio delle 4 banche problema è di vitale importanza bancarie per ragioni di giustizia si è perduto per strada, ma deve italiane in crisi perché riper il buon funzionamento del- distributive e per salvaguarda- restare il punto centrale del siducono «al minimo l’uso dei fonle istituzioni. Quello era il mo- re la stabilità del sistema ban- stema di garanzia dei depositi, di pubblici e le distorsioni della mento di farlo. L’Abi, che oggi cario, come accadeva in passato mentre oggi non lo è più. Anzi è concorrenza». Il governo ha demostra preoccupazione per gli con la direttiva Ventriglia. stato introdotto il principio che ciso di varare un decreto legge effetti della direttiva europea, In breve, chi sbaglia paga gli «sprovveduti» possano esche integra il quadro normativo. ha le sue responsabilità per non e a farlo non debbono essere sere chiamati a concorrere per Guido Carli era solito ripetere essere stata capace di tenere a chiamati solo gli azionisti e gli coprire le perdite di una banca, che i costi dei ritardi nel prendefreno funzionari delle grandi obbligazionisti, ma tutti quelli qualora le altre passività non re decisioni superano di molto quelli del danno da riparare. banche, inadeguati a valutare che hanno concorso all’evento. fossero sufficienti; questa soluNel caso specifico, parte di quegli interessi generali del siste- La soluzione per un’equa ri- zione è stata presa senza aver sti ritardi nascono dall’incontro ma bancario, distratti da piccoli partizione è quella degli Stati prima garantito un’informaziodi due confusioni, la normative particolari gestionali o mossi da Uniti, ossia un Fondo tutela ne adeguata per toglierli dalla depositi su basi assicurative e …. sprovvedutezza. italiana per la risoluzione delle interessi personali. Chi dovrebbe provvedecrisi e il trattamento previsto L’intervento deciso dalla premio stabilito sul rischio stadalla nuova direttiva europea, Banca d’Italia con la collabo- tisticamente calcolato; quando re se non la Banca d’Italia che il Commissario europeo razione del Fondo, congiunta- le perdite mettono in crisi il a informare il depositante, soHill ha promesso di cambiare. mente con le altre tre banche Fondo, deve intervenire lo Sta- prattutto se volesse chiamarsi In proposito in crisi, è stato to. In questo modo si supere- fuori dalle responsabilità? La gli avevo ininizialmente som- rebbe l’obiezione che il sistema decisione equivale a porre una È necessaria una revisione della direttiva Ue dirizzato una merso da una attuale è su basi mutualistiche potenziale tassa sui depositanti superfi cialmente varata e altrettanto superfi lettera aperta serie esagerata proporzionali. È pur vero che lo che essi non sono in condizione cialmente approvata dall’Italia. Bisogna dare da queste stesdi obiezioni della stesso rifiuto «in via prelimina- di conoscere a priori e, per la se colonne ed Commissione, ora re» della Commissione di dare sola esistenza della possibilità giusta collocazione alla responsabilità delle egli mi ha fatto rientrate; tra esse l’autorizzazione all’intervento di essere chiamati a versarla, crisi. La soluzione per un’equa ripartizione è contattare dalla ve ne sono alcune era tutto centrato sul tema an- viene violato il principio fondanquella Usa, ossia un Fondo tutela depositi su sua segreteria di quelle da me noso degli aiuti di Stato, al qua- te della democrazia che non può base assicurativa e premio stabilito in base al chiedendomi sollevate, meno le si fa cenno nell’autorizzazio- esservi imposizione fiscale se rischio statisticamente calcolato. Quando le chiarimenti; in una: che la Banca ne successiva e, quindi, la mia chi la subisce non partecipa alla perdite mettono in crisi il Fondo, vuol dire che precedenza il d’Italia, in qualità soluzione di copartecipazione decisione. Il parlamento e il prepresidente deldi organo vigilante alle perdite bancarie da parte sidente della Repubblica hanno sono state generate da cause straordinarie la Bce Draghi della banche e di delle autorità incapperebbe in valutato questo aspetto? e quindi è giusto che intervenga lo Stato Considero inutile che mi mi fece dare co-decisore delle queste obiezioni. Appunto perprecisazioni sul politiche moneta- ciò è necessaria una revisione cimenti nella presentazione di finanziaria, incoerente con la rie non può esercitare la fun- della direttiva superficialmente un progetto che corregga quanto suo operato a seguito uito dei miei finanziaria, commenti. Da noi, i titolari dei logica dei contratti nel Codice zione di organo per la soluzione varata e altrettanto superficia- fatto, perché in Italia interessa poteri non si sognano minima- Civile. delle crisi, perché queste posso- lemente approvata dall’Italia solo se un’idea proviene da chi Il caso dell’intervento del no essere il risultato congiunto per dare giusta collocazione alle ha potere politico ed economico mente di accettare un dialogo per imporla. Ovviamente farò anche su fatti molto importanti. Fondo tutela depositi nella di errori nell’espletamento di responsabilità delle crisi. Nessuno forse ricorda che la avere al commissario Hill le Essi sanno ciò che devono fare banca Tercas presenta molti questa sua duplice funzione. perché, come suol dirsi, sono aspetti della problematica in- Ovviamente deve essere pre- prima stesura della direttiva mie riflessioni, per la cortese dicata. La proposta che il Com- sente come organo consultivo precisava che lo scopo era impe- attenzione mostrata ai miei rinati impararati. La mia reazione alla noti- missario della banca in ammi- nel corso della procedura, per- dire che le crisi bancarie siste- chiami, e scuserà se avanzo in zia che la direttiva sarebbe nistrazione straordinaria aveva ché dotato delle conoscenze miche si riversassero sui bilanci pubblico queste considerazioni, stata emendata era dovuta alla inoltrato al Fondo, priva di do- necessarie. Se guida il gioco, pubblici, e non fosse invece quel- in quanto mosso da un dovere troppa prossimità dell’annuncio cumentazione, consenziente la come da noi è possibile e come lo di proteggere i risparmiatori sociale che nessuno adempie. rispetto al varo della decisione in materia; ho quindi chiesto LO EVIDENZIA IL RAPPORTO 2015 DELLA FONDAZIONE OBIETTIVO LAVORO-FONDAZIONE SUSSIDIARIETÀ di conoscere chi, a Bruxelles come a Roma, era responsabile d’averla varata in modo così superficiale. Non credo riceverò risposta. Senza questi accertamenti, la politica non migliorerà mai, perché resta in mano di chi ha fatto scelte sbagliate, affidate all’effetto di Expo e alle esporta- e la sostituzione di alcuni componenti inDI MARIO MEZZANZANICA che inevitabilmente opererà per zioni della componente a maggior valore quinanti con materie prime caratterizzate difenderle, integrandole «d’url di là del successo dell’Expo, la aggiunto del settore (high quality). Ma da un più basso impatto ambientale. A fiangenza». filiera dell’agroalimentare rap- a cosa si deve questa ripresa? Il focus è co o a sostegno, troviamo un management Ovviamente non dispongo presenta una delle eccellenze sull’innovazione sostenibile, vale a dire portatore di una nuova cultura di impresa dei documenti richiestimi, italiane, tanto che le imprese del quell’insieme di cambiamenti nei processi fondata su obiettivi e valori orientati alla ma ho ben presente i contenuti settore, seppur non immuni dalla crisi, produttivi capaci di migliorare l’efficienza creazione di valore sociale. delle obiezioni che ho sempre riOvviamente un settore in così forte sono e restano competitive sui mercati e l’efficacia e nello stesso tempo di rispettavolto alla direttiva. A suo tempo globali. E il Rapporto 2015 della Fonda- re l’ambiente in tutti i suoi aspetti. Si può crescita sta anche creando nuove opporho cercato inutilmente di conzione Obiettivo Lavoro, realizzato insieme parlare di riscoperta moderna del modo tunità di lavoro e a questo proposito il Rapvincere Tesoro e Banca d’Italia alla Fondazione Sussidiarietà e al Crisp, di produrre il cibo fatto di rotazione delle porto ha compiuto un’analisi delle profesche il meccanismo non poteva ha voluto analizzare questo «motore» della culture, di attenzione all’equilibrio idroge- sioni richieste tramite il web dalle imprese funzionare, né quello allora vinostra economia, mettendo in luce come ologico, di non spreco degli alimenti da cui agroalimentari. Sono stati esaminati oltre gente, né quello che andava delil’ampliamento della gamma di prodotti e è nata l’agricoltura italiana a partire dal 26 mila annunci (in crescita del 15% nel neandosi a Bruxelles. Le banche primo semestre di quest’anno). Nel comservizi offerti gli abbia fatto acquisire la le- Medioevo. sono caricate di un peso potenadership europea per capacità di creazione Tali innovazioni si concentrano pre- parto emerge, pur nella varietà dei diversi zialmente imprevedibile; per di valore aggiunto per ettaro e numero di valentemente sui processi e le più diffuse settori, la tendenza prevalente a ricercare quelle quotate in borsa, il fatto produttori biologici, ponendosi inoltre in riguardano l’utilizzo di fonti di energia professioni tecniche e qualificate nelle atè ancora più grave, perché non cima alle classifiche mondiali per valore rinnovabili, il riutilizzo delle risorse mate- tività commerciali e artigiane. Il quadro fipossono stabilire i fondi riserva esportato di una dozzina di produzioni. riali, l’introduzione di tecnologie in grado nale che emerge dalla ricerca mostra come da porre in bilancio. PotrebbeLa recente crescita della filiera è di ridurre i consumi energetici, per citare le la filiera agroalimentare da «cenerentola» ro esserci gli estremi del falso trainata in particolare dalle esportazioni principali. A queste si affiancano le innova- stia diventando un importante pilastro in bilancio. Questo problema è extra-Ue, mentre le aspettative di una ri- zioni di prodotto/servizio che permettono di d’avanguardia del nostro Paese, che si fa stato avanzato da banche estere presa del settore per i prossimi anni sono ridurre l’impatto ambientale del packaging sempre più apprezzare all’estero. operanti in Italia ed è tuttora DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it L PAOLO SAVONA privo di risposta. Le mie obiezioni sull’attuale regime di protezione dei depositi riguardano: 1. la definizione di deposito garantito, avendo riscontrato abusi; 2. l’entità e le forme di copertura del rischio garantito; 3. l’esclusione del Fondo in sede di accertamento delle perdite, compito assegnato al commissario straordinario di nomina Banca d’Italia; 4. la decisione della soluzione delle crisi è in mano alla Banca d’Italia; 5. i modi di costituzione delle riserve finanziarie per gli interventi e, soprattutto, quelli di loro ricostituzione dopo l’uso, un vero pozzo senza fine. Il meccanismo è oggi caratterizzato dalla dissociazione tra chi esercita il potere decisionale e chi sopporta la responsabilità La filiera agroalimentare, da Cenerentola qual era, è diventata un pilastro per l’economia italiana A 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 16 Martedì 24 Novembre 2015 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA La catena tedesca KadeWe aveva ritirato i prodotti israeliani. Costretta a fare dietrofront Boicottaggio fatto e disfatto L’antisemitismo cresce con difficoltà oggi in Germania http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it da Berlino ROBERTO GIARDINA N ei giorni di paura e di incertezza, seguiti agli attentati di Parigi, la notizia è passata in secondo piano. Il KadeWe, il Kaufhaus des Westens, il grande magazzino entrato nella storia di Berlino, ha tolto dai suoi scaffali i prodotti alimentari e i cosmetici provenienti da Israele. Poi, dopo le reazioni sdegnate, la direzione è tornata indietro, ma non si cancella quanto è avvenuto. Frau Petra Faldenhofen, portavoce del KadeWe, spiega: «Abbiamo obbedito all’ordinanza di Bruxelles dell’11 novembre che impone di specificare sulle etichette il luogo esatto di produzione». Quanto proviene dai territori occupati non potrebbe essere messo in vendita come «Made in Israel». Tel Aviv ha protestato con sdegno: «Una lex anti Israel». Una misura politica, e si dimenticano altri paesi, si prende di mira solo Israele. «Non tocca a noi discutere i provvedimenti di Bruxelles, si sono difesi i responsabili del KadeWe, ci limitiamo ad applicare le regole». Tuttavia, diversi importatori in Germania non hanno reagito con altrettanta prontezza alle decisioni della Il KadeWe di Berlino ha eliminato dalle vendite i prodotti provenienti da Israele per poi rimetterli dopo le reazioni sdegnate Ue: il documento, in quattro pagine, non è chiaro, si sostiene, e attendiamo chiarimenti. «Zu rasch und unsensibel», troppo veloci e insensibili, invece al KadeWe, come hanno commentato in molti. Il magazzino, sommerso dalle critiche, è prontamente tornato indietro. I prodotti «dubbi» sono tornati negli scaffali, dimostrando che si poteva anche evitare di toglierli. Tutto a posto, dunque? Evidentemente, no. Il comportamento del KadeWe, che appartiene ora a un imprenditore austriaco, ricorda tristemente lo slogan nazista «Kauft nich beim Juden», non comprare dall’ebreo. Un avvocato di Berlino, in una email, ricordava: «Già dall’inizio, nel 1933, i «bravi tedeschi», diligenti e obbedienti, evitavano di andare nei negozi e nei ristoranti degli ebrei… il KadeWe si dovrebbe vergognare». Forse il contrordine è giunto rapidamente perché in Israele si è invitato a boicottare il grande magazzino. I turisti israeliani amano fare shopping al KadeWe, anche perché, per triste paradosso, considerano che appartenga alla loro storia. Fu aperto nel 1907 da Adolf Jandorf, che era ebreo come altri proprietari di grandi magazzini, Oscar e Hermann Tietz, o Abrahan e Theodor Wertheim. Una Kaufhaus Wertheim è ancora presente sulla Kurfürstendamm, il grande boulevard nella parte occidentale della capitale, anche se solo il nome ricorda il suo passato. Gli attacchi iniziarono subito: i grandi magazzini mettevano in pericolo la sopravvivenza dei piccoli negozi, ed erano un’espressione del «tipico spirito giudaico». E questo più di vent’anni prima dell’avvento di Hitler. Oggi, un passo falso? L’antisemitismo sopravvive in Germania settant’anni dopo la fine del III Reich? Rispondere è sempre pericoloso, si corre l’inevitabile rischio di sottovalutare. E in articolo si rischia di venire fraintesi. Sopravvive come ovunque in Europa. In Germania è, ovviamente, più nascosto e meno tollerabile. Andreas Nachama, che per anni è stato a capo della comunità ebraica, ed ora dirige la Topographie des Terrors, il museo creato in quella che fu la sede della Gestapo, si è adoperato per la riconciliazione, e quando lo intervistai era ottimista. Gli ebrei della metropoli erano duemila alla caduta del «muro», oggi sono ufficialmente 12 mila, probabilmente più di 20 mila. Ma oggi, a causa della situazione internazionale, le cose cambiano. Alcuni turisti israeliani sono stati aggrediti per le vie di Berlino, la squadra del Maccabi Berlin, viene insultata dagli spettatori quasi a ogni partita. A provocare e aggredire sono quasi sempre giovani di origine araba. «Der Krieg im Klassenzimmer», la guerra nelle aule scolastiche, era il titolo di un lungo reportage nello «Spiegel» del 13 novembre. Il ministro della giustizia, il socialdemocratico Heiko Mass, ha dichiarato: «Gli ebrei in Germania non dovranno mai più tornare a nascondersi». La rivista riporta le parole dell’insegnante di storia in un liceo di Amburgo, Yael M.: «Non mi azzardo a rivelare ai miei studenti che sono ebrea». I giovani nella sua classe sono in maggioranza d’origine araba, e divisi in gruppi tra loro spesso ostili, ma sempre uniti nell’odio contro gli ebrei. E’ vitale che le autorità non trascurino il problema. La decisione del KadeWe, per quanto annullata, rimane un brutto segnale. © Riproduzione riservata MAURICIO MACRÌ HA VINTO PER UNA SOLA INCOLLATURA, MIMETIZZANDOSI, ALLA FINE DA PERONISTA I peronisti in Argentina sono stati sconfitti soltanto per stanchezza, prendendo infatti il 49 per cento dei voti da Washington ALBERTO PASOLINI ZANELLI N on c’è stata una sorpresa, ma neppure una valanga. Il nuovo presidente dell’Argentina, Mauricio Macrì, «uomo contro» nei lunghi mesi della campagna elettorale, uomo da battere favoritissimo nelle ultime settimane prima del ballottaggio, ha vinto, non stravinto. Si è portato a casa il 51% dei voti, che non è un plebiscito, ma neppure è poco se si tiene conto che il suo avversario aveva la benedizione del presidente uscente e non ricandidabile Christina Fernandez de Kirchner e soprattutto si aggrappava al mito di Peron. Che in parte ha ancora funzionato, spiegando così il recupero del 7% di Macrì negli ultimi due giorni della campagna elettorale, ma che questa volta non è bastato. Ha prevalso un sentimento meno mitico e più diffuso, il malcontento, soprattutto per la situazione economica. Niente di nuovo per l’Argentina, Paese teoricamente ricco ma tormentato da crisi ricorrenti in genere attribuite al malgoverno. È una malattia ricorrente, così radicata da avere dato vita perfino a un aneddoto celeste. Nei giorni della Creazione, Dio avrebbe Mauricio Macrì, di origini italiane, è il nuovo presidente dell’Argentina abbondato nei doni a quella che doveva diventare Argentina e a qualcuno che glielo fece notare, non si rifiutò di rispondere con un gesto riequilibratore: «Le abbiamo dato il grano e il petrolio, adesso però le diamo gli argentini». Che si sono comportati da argentini, in un’alternativa secolare di boom e di crisi, di entusiasmo e di grugniti, di comportamenti spesso definiti italiani. Che non saranno i padroni finanziari del paese, ma nel campo politico la fanno di solito da dominatori, con un elenco ben folto di generali golpisti e dittatori, ma anche e soprattutto, di leader democraticamente vittoriosi anche se un tantino demagoghi. Christina Fernandez de Kirchner è stata l’ultima, rappresentante di una dinastia familiare, alla Casa Rosada. Un turno al marito e uno a lei. Era difficile distinguere i programmi della coppia felice. Quest’anno, il consorte era morto e lei non poteva candidarsi di nuovo. L’ultima volta era stata rieletta trionfalmente, ma era uno dei momenti buoni nell’altalena argentina, uno dei tanti boom, seguiti da splash. Non poteva durare e non durò. L’inflazione è un ospite ben conosciuto al desco di Buenos Aires. Riflette difficoltà reali, altre inasprite da boicottaggi guidati dall’estero, altri ancora, i più, da eccessi di entusiasmo nei governati e demagogia dei governanti. Con uno stile ereditato dall’autentica «dinastia argentina», il peronismo, dalla durata record: il generale Juan Domingo Peron arrivò al potere nel 1945 e da allora è rimasto protagonista, immortale. Per cacciarlo, i militari hanno dovuto ricorrere a un golpe, ma molti anni dopo, più falliti di lui, hanno dovuto richiamarlo dall’esilio spagnolo. Era già vecchio, si spense presto. Niente paura: elessero la moglie, la secon- da, non la mitica Evita, sepolta nella sede dei sindacati e immortalata da un musical che non passa di moda. Un nuovo golpe cacciò la seconda consorte, ma poi si dovette tornare alle urne e rivinsero i peronisti, tutt’altro che defunti: la «batosta» di domenica corrisponde al 49% dei voti, invidiabile in qualsiasi altro paese. Neanche Macri, il vincitore, il «liberista», l’«uomo di destra» osa. Si è limitato, nella campagna elettorale, a dirne di tutti i colori su Christina Fernandez de Kirchner. Il peronismo ha sempre avuto più volti. Il più conosciuto è l’ «amore dei poveri», soprattutto per la memoria di Evita ma anche del generale. Un populismo radicato che negli ultimi tempi si è avvicinato un po’ troppo a un più recente mito sudamericano, il «progressismo» del venezuelano Hugo Chavez, il cui successore annaspa adesso in una crisi economica al cui confronto l’Argentina è in un boom. Macrì ha saputo adeguarsi, soprattutto durante la campagna elettorale: da «neoliberale» si è trasformato in «social-liberale», ha attenuato le sue promesse di privatizzazioni, si è spostato al «centro». Come fanno prima o poi quelli che vogliono vincere. Anche solo con il 51%. [email protected] 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Martedì 24 Novembre 2015 M 17 È la Kwid, prodotta dalla Renault e venduta a 3.600 euro. Per ora, però, solo in India C’è un’auto che costa un terzo Ma che ha tutto: aria condizionata, airbag, servosterzo DI ETTORE BIANCHI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it C osta solo 3.600 euro, un terzo di una rivale della sua categoria, eppure alla Renault Kwid non manca niente (o quasi) rispetto alle auto concorrenti della stessa categoria: dall’aria condizionata al servosterzo, all’airbag per il conducente. È una cosiddetta vettura ultra low cost, che per il momento è però destinata unicamente al mercato indiano. Una scelta, quella di mantenere il prezzo più basso possibile, che deriva proprio dallo sbocco commerciale, con l’obiettivo di diffondere la vettura fra milioni di cittadini del paese asiatico. Il veicolo è prodotto al 100% in India e non gli manca proprio nulla, compresi i fari antinebbia, la chiusura centralizzata, l’indicatore di velocità digitale, i vetri elettrici anteriori, il gps, il lettore Mp3, il collegamento Bluetooth. Sarebbe stato impossibile sfornare un veicolo così ben equipaggiato nei paesi occidentali, dove il costo di produzione (a cominciare da quello del lavoro) è di gran lunga più elevato. Ma Kwid è stata anche ideata in loco e i componenti dei veicoli arrivano per la quasi totalità da fornitori indiani. Poi vi sono alcuni particolari che denotano il fatto che si tratta pur sempre di un mezzo low cost: per esempio gli specchietti esterni, che possono essere regolati soltanto manualmente e non dall’interno. Inoltre, se i materiali sono assemblati correttamente, il loro aspetto non è molto curato e bisogna accontentarsi di un sedile monoblocco nella parte anteriore. Le bocchette che servono alla fuoriuscita dell’aria non si chiudono completamente. Critiche che riguardano soprattutto la versione più completa della Kwid, la Rxt che costa circa 1.400 euro in più. Il cambio è un altro anello Il motore della Kwid ha una potenza di 54 cavalli debole, perché a volte bisogna faticare non poco per far entrare la marcia successiva, specialmente passando dalla prima alla seconda e scalando dalla quinta alla quarta. Esso ricorda quello in dotazione alla Twingo di prima generazione e non è assolutamente agevole da utilizzare nel caso in cui si resti al volante per un po’ di tempo. Per quanto riguarda il motore, è a benzina, da 799 LA PIATTAFORMA YOOLI FA INCONTRARE DOMANDA E OFFERTA In Cina si può chiedere un prestito via Internet a prezzi ragionevoli DI V ELISABETTA IOVINE a a gonfie vele la piattaforma cinese peer-to-peer (in condivisione) che fa incontrare online chi offre e chiede prestiti. A un anno e mezzo dal debutto, il sito Yooli. com, creato da Liu Yannan, 29 anni, è diventato un punto di riferimento importante per le aziende dell’ex Celeste impero. Iniziative come questa servono a riempire un vuoto, perché la domanda di credito è molto elevata da parte dei consumatori. Soprattutto piccole aziende e nuclei familiari hanno potuto ottenere denaro a costi ragionevoli. Sull’altro fronte, chi ha liquidità a diposizione, anziché piazzarla nelle banche, cerca di ricavarne ritorni superiori grazie a questa iniziativa. Le piattaforme P2P di prestiti in Cina sono in forte sviluppo e sono ispirate alle esperienze americane. Secondo gli addetti ai lavori, a fine 2014 è stato raggiunto un controvalore pari a 103,6 miliardi di yuan (15,3 mld euro). In passato il governo di Pechino esercitava un ferreo controllo sul comparto dei prestiti, considerato appannaggio delle banche. Qualcosa da proteggere. Però è successo che gli istituti di credito abbiano preferito dare soldi soprattutto alle grandi aziende, specialmente quelle a controllo pubblico, stando alla larga dai privati e dalle piccole imprese, anche a causa del basso merito di credito che poteva- no presentare. Ecco perché queste realtà si sono rivolte ai privati per finanziarsi. In un momento nel quale la crescita economica cinese non è più quella degli anni scorsi, le autorità cercano di invogliare i privati a chiedere denaro per creare attività centimetri cubici con una potenza di 54 cavalli. I consumi sono interessanti: servono 4-5 litri di carburante per percorrere un centinaio di chilometri. Particolare attenzione è stata dedicata agli ammortizzatori, che permettono di affrontare con tranquillità le strade indiane tutt’altro che dolci. Il punto debole è la rumorosità percepita nell’abitacolo, soprattutto quando si accelera. Anche le vibrazioni si imprenditoriali autonome. E questo non fa che attirare chi presta capitali. Un settore che, tuttavia, è tutt’altro che esente da rischi. C’è chi si muove in una zona grigia, a cavallo fra legalità e assenza di regole. L’anno scorso 300 società sono fallite. In molti chiedono regole precise per salvaguardare il settore. Molti investitori hanno fiutato l’affare e si sono buttati nel campo dei prestiti. La piattaforma Lufax, detenuta da Ping An Insurance, ha raccolto ultimamente 485 milioni di dollari (457 mln euro). L’anno scorso ha concesso prestiti per 6,2 miliardi di yuan (914 mln euro), in forte crescita rispetto ai 504 milioni del 2013. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata Spesso i big sono grandi imbroglioni Banche, multe da 216 mld € I La home page del sito Yooli.com, creato da Liu Yannan fanno sentire sotto la velocità di 30 chilometri orari. L’impianto audio è di buona qualità. Renault ha precisato che la commercializzazione della Kwid in Europa non è attualmente all’ordine del giorno. Eppure, fra gli addetti ai lavori, c’è chi ritiene che, venduta a un prezzo un po’ più alto rispetto all’India, la vettura possa trovare una sua collocazione fra i consumatori, soprattutto in questa fase di crisi economica che ha portato molte famiglie ad accentuare il senso del risparmio. Quella del costruttore francese è una sfida interessante, visto che l’ultimo tentativo in questa direzione risale al 2009, quando venne lanciata la Tata Nano, una piccola quattroporte in vendita a circa 1.400 euro. Come se non bastasse, una serie di incidenti ha danneggiato irrimediabilmente l’immagine del veicolo. Ora torna in campo la Renault. n soli sei anni, fra il 2009 e il 2014, le banche europee e americane hanno pagato multe per una cifra totale di 230 miliardi di dollari (216 mld euro). A rivelarlo è una ricerca condotta da Morgan Stanley, che elenca alcune fra le più comuni pratiche scorrette messe in atto dai colossi del credito: fra le più clamorose, la manipolazione dei tassi Euribor e Libor, e la vendita di prodotti finanziari a forte rischio aggirando i divieti entrati in vigore dopo la grande crisi. Eppure la lezione non è bastata: dall’inizio dell’anno sono tornate a fioccare le sanzioni, come quella alla Deutsche Bank da 2,5 mld di dollari (2,35 mld euro). Il fatto che questi pagamenti diventino sempre più frequenti sta mettendo in pericolo la redditività degli istituti. McKinsey sostiene che nel primo semestre del 2014 l’ammontare delle multe è stato di 59 mld di dollari (55,5 mld euro), pari al 10% degli utili incamerati. Va inoltre considerato che a partire dal 2008 il ritorno sui capitali investiti si è notevolmente ridotto. E le somme accantonate per fronteggiare le sanzioni sono in continua crescita: per esempio, SocGen è arrivata a 1,1 miliardi di euro, Deutsche Bank a quasi 5 miliardi. Oltreoceano, JP Morgan si è avvicinata a 25 mld di dollari (23,5 mld euro). Le multe sono suddivise tra il 55-60% dell’importo complessivo alle banche americane e il resto a quelle europee. Se il settore non canta vittoria, ad avvantaggiarsi di questa politica sono le autorità americane, che hanno visto le entrate lievitare. I numeri forniti da Boston Consulting dicono che il 63% delle multe inflitte nel Vecchio continente è legato a pratiche scorrette effettuate negli Stati Uniti. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembre 2015 24 Diritto !" in edicola con c & Fisco http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Al ministero dell’economia pendono 250 fascicoli che lamentano imposte interne e estere Tasse doppie, l’Italia è al palo Nessuna risposta a chi attiva la procedura amichevole DI VALERIO STROPPA I talia al palo sulle procedure amichevoli. Solo nel 2014 sul tavolo del Dipartimento delle finanze, autorità competente alla gestione delle «Map», sono piovuti 89 nuovi casi di contribuenti che lamentano una doppia imposizione. Ma gli accordi con le controparti estere sottoscritti nello stesso anno dal Mef sono stati appena 7, portando così il numero dei fascicoli pendenti dai 173 di inizio 2014 ai 250 registrati al 31 dicembre (+44%). Le controversie sull’applicazione di norme convenzionali crescono anche a livello internazionale: le Map instaurate dalle imprese nel 2014 sono state in totale 2.266, un valore mai registrato in passato (il precedente record erano le 1.910 procedure avviate nel 2013), a fronte delle circa 1.400 definite. Schizzano in alto le giacenze, passate dalle 4.566 di fine 2013 alle 5.423 di fine 2014 (+19%). Due anni è il tempo medio necessario alla conclusione degli accordi. A certificarlo è l’Ocse, che ha diffuso ieri le statistiche sulle procedure amichevoli per l’anno 2014. A cosa serve. La mutual agreement procedure (Map) è l’istituto previsto dall’articolo 25 del Modello Ocse per risolvere «amichevolmente» le controversie impositive che possono sorgere tra due stati che hanno sottoscritto una convenzione. Le autorità competenti dei rispettivi paesi aprono un dialogo per cercare di raggiungere un accordo sull’oggetto della procedura. In Italia l’ente competente alla gestione delle Map è il Dipartimento finanze del Mef. La consulenza e il supporto tecnico sono forniti dall’Agenzia delle entrate, anche per quanto concerne la predisposizione del «position paper» che rappresenta l’orientamento dell’Italia. A differenza che nella convenzione arbitrale in materia di transfer pricing, la Map non ha obbligo di risultato, ma solo un obbligo di diligenza: gli stati devono cioè fare tutto il possibile («shall endeavour») al fine di addivenire a un accordo che elimini l’imposizione non conforme alla convenzione. Per questo motivo l’attivazione di una Map non sospende la riscossione degli atti impugnati (che deve essere richiesta dal contribuente in via amministrativa o giudiziale), né blocca il contenzioso. I numeri. Il monitoraggio delle Map diffuso ieri dall’Ocse evidenzia una continua crescita nel periodo 2006-2013, con una leggera Le procedure dell’Italia Con paese Ocse Pendenti al 1° gennaio 2014 Avviate nell’anno Deinite nell’anno Ritirate nell’anno Pendenti al 31/12/2014 167 80 7 2 238 Con paese nonOcse 6 9 0 1 14 Fonte: Ocse, Mutual Agreement Procedure Statistics for 2014 frenata registrata solo nel 2010, quando le richieste di procedura amichevole presentate dai contribuenti ai paesi Ocse erano state 1.341. Da lì in poi l’accelerazione è stata costante, passando dalle 1.624 nuove Map del 2011, alle 1.678 del 2012, alle 1.910 del 2013 e per finire con le 2.266 del 2014. Lo scorso anno i paesi che hanno visto partire più controversie sono la Germania (374), gli Stati Uniti (354 casi), il Belgio (205) e la Francia (201). Tali stati guidano anche la classifica delle procedure pendenti, nonostante le centinaia di Map portate a termine: in Germania l’arretrato è salito a 1.029 casi (+20%), negli Usa a 956 (+30%), in Belgio a Sequestro sui beni della società se è provata la frode fiscale Niente sequestro ai sensi della «231» sui beni della società senza la prova dell’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e senza la dimostrazione dell’assenza della continuazione fra gli illeciti tributari e gli altri reati. È quindi insufficiente motivare solo sul reato transnazionale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 46162 del 23 novembre 2015, ha accolto in parte il ricorso della difesa di un’azienda. In motivazione la terza sezione penale ha confermato da un lato la possibilità del sequestro sui beni dell’impresa i cui vertici sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale purché, però venga esclusa la continuazione fra i reati tributari e gli illeciti dei manager. Quindi, afferma il Collegio di legittimità, il profitto dei reati-fine ben può essere considerato come profitto del reato associativo senza che si abbia alcuna inaccettabile duplicazione di esso. In altri termini, il profitto dei singoli reati-fine si traduce in una utilità per l’intera organizzazione criminale e i suoi componenti. Tuttavia nel caso concreto, precisa la Cassazione, proprio perché il sequestro del profitto del reato è stato disposto in relazione al solo reato associativo transnazionale era necessario motivare sull’esistenza dell’associazione. La sentenza sul Anche la Procura generale del Palazzaccio ha sito www.italiaog- chiesto l’annullamento della misura. Debora Alberici gi.it/documenti 492 (+55%) e in Francia a 549 (-11%, dato che le autorità transalpine hanno chiuso nel 2014 ben 270 procedure). Per quanto riguarda i tempi, la durata media delle Map concluse nel 2014 in area Ocse si attesta a 23,79 mesi, con un lieve incremento rispetto ai 23,57 mesi dell’anno precedente, ma in miglioramento rispetto agli anni 2010 (27,3 mesi), 2011 (25,59 mesi) e 2012 (25,46 mesi). L’Italia. Le statistiche dell’organizzazione parigina mostrano un’Italia in difficoltà nel fare fronte alla crescente richiesta di tutela da fenomeni di doppia imposizione. Solo nel 2014 sono state recapitate al Df 89 pro- ce cedure amichevoli: una cifra considerevole se si pensa che co in tutto il quinquennio 200620 2010 le richieste di accordo er erano state in totale 101. Sono sette le Map portate a So termine dall’Italia lo scorso ter anno: di queste, una era staan ta avviata nel 2008, due nel 2009, una nel 2010, due nel 20 2011 e una nel 2012. A ciò 20 vanno aggiunte le oltre 200 va procedure amichevoli attualpr mente gestite dal Mef ai sensi me della Convenzione arbitrale de del 1990 in materia di prezzi de di trasferimento (nelle quali però, se gli stati non trovape no un’intesa entro due anni, interviene una commissione int consultiva a fare da arbitro). co Il piano Beps. L’Azione14 del progetto Beps predisposto dall’Ocse riguarda proprio il potenziamento delle procedure amichevoli. Gli stati del G-20 si sono uffi cialmente impegnati a recepire uno standard minimo che consenta una più rapida ed effettiva risoluzione delle controversie legate ai trattati fiscali. Un percorso che, ha ricordato ieri una nota dell’organizzazione parigina, «passerà anche da una più completa analisi statistica, pure per quanto riguarda le economie dei paesi non-Ocse che ad oggi non risultano mappate». © Riproduzione riservata JOBS ACT Nominati i vertici delle Agenzie Saranno Maurizio Del Conte e Paolo Pennesi a guidare le future Agenzie nazionali per le politiche attive del lavoro e per le ispezioni, previste dal Jobs act. Le nomine sono state deliberate ieri dal consiglio dei ministri, su proposta del ministro del lavoro Giuliano Poletti. Del Conte, sulla cui nomina al vertice dell’Anpal dovrà essere acquisito il parere delle competenti commissioni parlamentari, è professore di diritto del lavoro all’università Bocconi, Phd in diritto del lavoro e relazioni industriali europei e comparati nell’università degli Studi di Pavia e direttore della Research unit of law and economics studies del Centro di Ricerca P. Baffi. Consigliere giuridico del presidente del consiglio dal 2014, è inoltre membro del comitato scientifico per l’indirizzo dei metodi e delle procedure per il monitoraggio della riforma del mercato del lavoro. Pennesi, invece, è attualmente segretario generale del ministero del lavoro nonché coordinatore del centro studi attività ispettiva. Ha iniziato la propria attività nel 1984 come ispettore del lavoro a Terni, incarico mantenuto fino al 1997. In servizio presso l’ufficio legislativo del ministero fino al maggio 2000, nominato dirigente ha diretto la divisione di coordinamento dell’Ispezione del lavoro dal 2002 al marzo 2008, quando è stato nominato direttore generale per l’attività ispettiva del ministero. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ Martedì 24 Novembre 2015 25 Provvedimento del Garante privacy boccia la condotta tenuta da una piccola azienda Ex dipendenti, email chiusa Tocca al datore di lavoro informare i soggetti terzi http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Le regole CASELLA EMAIL DI EX DIPENDENTI [email protected] Che cosa si deve fare Che cosa non si deve fare rimuovere l’account tenere aperto l’account preventiva disattivazione degli account reindiriz zare automaticamente i e adozione di sistemi automatici messaggi in transito ad altro account per fornire a terzi indirizzi aziendali aziendale alternativi DI ANTONIO CICCIA MESSINA L a email dell’ex dipendente va chiusa. Per evitare di perdere comunicazioni aziendali, il datore di lavoro dovrà informare i terzi della avvenuta chiusura dell’indirizzo, segnalando un account aziendale utile. Il codice privacy vieta, invece, di tenere aperto l’account con il nome del lavoratore cessato, e di disporre l’inoltro automatico dei messaggi alla casella di un altro dipendente in servizio. Lo precisa il garante privacy con il provvedimento 450/2015. Alcuni ex dipendenti di una società hanno proposto reclamo al garante, contestando il fatto che il proprio ex datore di lavoro avesse tenuto in piedi gli indirizzi di posta elettronica loro assegnati e avesse inserito la funzione di reindirizzo dei medesimi presso un utente dell’azienda. Gli ex dipendenti hanno anche contestato l’uso dei messaggi in transito sugli account dei lavoratori cessati. La società si è difesa sostenendo che dopo le dimissioni dei lavoratori ha tenuto aperti gli account aziendali degli ex dipendenti e ha trattato le email in arrivo per scopi di tutela del patrimonio aziendale (anche se se, invero invero, raccolti per il diverso scopo di assicurare la continuità e l’efficienza dei sistemi aziendali). Nel corso degli accertamenti d’ufficio, il garante ha appurato che la società ha raccolto e successivamente prodotto in giudizio copia di e-mail scambiate su account di posta elettronica, individualizzati con nome e cognome dei dipendenti. In particolare, la società ha acquisito copia di comunicazioni elettroniche recanti l’indicazione sia di dati esterni (nominativi di mittenti e destinatari; indirizzi e-mail aziendali e privati; data e ora delle comunicazioni) che relativi al contenuto di e-mail inviate e ricevute anche prima delle loro dimissioni e da terzi. La società non ha adottato una policy interna sull’utilizzo della posta elettronica aziendale. Quanto agli account degli ex dipendenti la società ha loro comunicato che sarebbero stati chiusi, ma senza farlo effettivamente. Anzi, le comunicazioni ricevute sono state inoltrate automaticamente a un altro indirizzo Il parere sul sito www.italiaoggi.it/ documenti aziendale e monitorate per un periodo significativo. Tutto ciò senza informare gli ex dipendenti. Il garante ha bocciato l’operato della società. È vero che il datore di lavoro ha la facoltà di verificare l’esatto adempimento della prestazione lavorativa ed il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro da parte dei dipendenti. Tuttavia il datore di lavoro deve informare in modo chiaro e dettagliato il lavoratore su come può utilizzare gli strumenti aziendali e sui controlli che effettuerà. Senza la policy aziendale, il lavoratore matura l’aspettativa di confidenzialità rispetto ad alcune forme di comunicazione. Inoltre dopo la cessazione del rapporto di lavoro, gli account con il nome dell’ex dipendente devono essere rimossi previa disattivazione degli stessi e contestuale adozione di sistemi automatici volti ad informarne i terzi ed a fornire a questi ultimi indirizzi alternativi riferiti all’attività professionale del datore di lavoro. Non è, invece, corretto reindirizzare automaticamente i messaggi in transito sugli account riferiti a dipendenti, il cui rapporto di lavoro sia cessato su indirizzi di posta elettrica aziendale attribuiti ad altri dipendenti. Banche, sì ai sequestri Caos sito, paga p.a. Sì al sequestro finalizzato alla confisca ai danni della banca al centro dell’inchiesta per usura aggravata dopo la denuncia di due aziende che sostengono di aver pagato, a conti fatti, interessi oltre soglia. È quanto emerge dalla sentenza 45642/15, pubblicata il 17 novembre dalla seconda sezione penale della Cassazione. I legali rappresentanti della società sono stati indagati per il reato ex articolo 644 c.p. Secondo i giudici sbaglia l’istituto quando sostiene che la misura potrebbe essere disposta solo se il debitore ha effettivamente rimborsato il capitale erogatogli e corrisposto gli interessi, sia legittimi sia oltre soglia. In realtà la banca è in condizione di apprendere le somme che confluiscono sul conto corrente e che vanno così a ridurre il suo credito: in tal caso gli interessi usurari devono ritenersi effettivamente corrisposti, ciò che determina per l’istituto il conseguimento del profitto che legittima il sequestro. Dario Ferrara L’informatica è un mezzo, non un fine, specie nel mondo dei lavori pubblici. L’offerta per partecipare all’appalto non risulta mai inviata nell’ambito della procedura informatica prescelta dall’amministrazione e l’impresa viene esclusa dalla gara. E invece no: i rischi del malfunzionamento della piattaforma, infatti, devono ricadere sulla stazione appaltante perché l’interesse pubblico è ampliare il più possibile la platea dei partecipanti alla procedura, all’insegna della libera competizione: quando si verifica un inconveniente, allora, la stazione appaltante deve mettere in campo il rimedio procedimentale del soccorso istruttorio. È quanto emerge dalla sentenza 1094/15, pubblicata dalla prima sezione del Tar Puglia. Accolto il ricorso dell’azienda estromessa dalla procedura anche se la sua offerta risulta depositata nei server della piattaforma informatica indicata per la gara. E la p.a. paga perché è nell’interesse organizzativo dello stesso ente rimediare a eventuali inconvenienti. Dario Ferrara La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 26 Martedì 24 Novembre 2015 G I U S T I Z I A E S O C I E TÀ Cassazione: per il comportamento penalmente rilevante è suficiente il dolo generico Riciclaggio, verifica più severa Per i professionisti il mancato identikit del cliente è reato DARIO FERRARA DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it S tretta sull’adeguata verifica dell’antiriciclaggio. Compie reato il professionista che non identifica il cliente, e soprattutto il beneficiario effettivo della sua prestazione, e che non verifica lo scopo e la natura del rapporto in tutta la sua durata. L’illecito penale è previsto dalle norme antiriciclaggio del decreto legislativo 231/07 che impone severi obblighi a intermediari finanziari ma anche ad avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e notai, la cui inosservanza è punita con la pena pecuniaria. A consumare il reato è sufficiente il dolo generico, vale a dire la mera coscienza e volontà di contravvenire alle prescrizioni in materia di verifica della clientela. È quanto emerge dalla sentenza 46415/15, pubblicata il 23 novembre dalla quarta COMUNE DI MILANO SETTORE GARE BENI E SERVIZI Avviso di proroga termini sezione penale della Cassazione. Astensione necessaria. Il ricorso del procuratore generale presso la Corte d’appello è accolto contro le conclusioni del pg della Suprema corte, che chiedeva il rigetto. Nell’ambito di un processo a carico di un Sulla vicenda dirigenti incaricati è l’Agenzia delle entrate ad avere l’onere di dimostrare l’eventuale presenza della delega e il corretto esercizio del potere di conferimento della stessa. È la Corte di cassazione a essere intervenuta con una nuova sentenza, per il momento solo massimata, sulla validità degli atti sottoscritti dai dirigenti incaricati. Stabilendo in un certo senso le regole del gioco. Non spetta, infatti, al contribuente che eccepisce in contraddittorio il mancato potere di firma del dirigente incaricato dimostrare se questi fosse in grado di firmare un atto di accertamento valido bensì all’amministrazione. «Nell’individuazione del sog- U.I. Gare Il responsabile unico del procedimento (Dott. ssa Alessandra Biondi) 4QPTQSZNQ 8JPJSGOJ IN 3QPNKNHG IJO 3GHNPQ 9PKJSNQSJ IJO CQOUVSPQ 4GTJSUG 86:@92 2;396<A6 @%?%:% 56@9= AZIENDA USL DI REGGIO EMILIA Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Atlantia S.p.A. Sede Legale: ROMA - Via Alberto Bergamini, 50 STAZIONE APPALTANTE: DIREZIONE 6° TRONCO - CASSINO ESITO DI GARA Pubblicazione ai sensi degli artt. 65 e 66 del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i. dei risultati della seguente procedura negoziata senza previa pubblicazione ai sensi dell’art. 122, comma 7 del D.Lgs. n. 163/2006 s.m.i. indetta il 05.10.2015. CODICE APPALTO N° 017/CA/15 - Codice CIG: 6387544010. AUTOSTRADA A16 NAPOLI - CANOSA. Tratto Napoli - Candela. Lavori: Interventi di ripristino del viadotto S. Gennaro alla progr. Km 126+371 carr. Est/ Ovest; Commessa: 42.43971. Importo di aggiudicazione: € 408.417,71. Aggiudicataria: MICOMA S.r.l. - Viale del Castello n. 5 Campobasso - 86100. Numero di offerte pervenute: 08 (otto). Il presente avviso in edizione integrale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana V Serie Speciale “Contratti Pubblici” n. 138 del 23/11/2015. Inoltre, l’avviso stesso è disponibile sul sito internet: www.autostrade.it. A U T O S T R A D E // PER L’ITALIA S.p.A. Direzione 6° Tronco - Cassino Il Direttore: Ing. Michele RENZI Internet: www.autostrade.it • www.serviziocontrattipubblici.it 4=<@=?D9= 9<5B@A?92:6 >?=C9<492:6 ;659= 42;>952<=$C9::2495?= AJO% '*-))),( $ KGY '*-)+/)0'' 2CC9@= 59 82?2 AJO% '.'&0*(()() $ 7GY '.'&0*(().0 XXX%HNWNOOGHNISQ%NU >YKWXS 6RXK ORJOIK MGVG# QKJOGRXK TVSIKJYVG GTKVXG ISR GMMOYJOIG¥OSRK G LGZSVK JKP TVK¥¥S TO_ HGWWS TKV P!GLLOJGQKRXS JKPPG LSVROXYVG WGIINO TKV PG VGIISPXG JOLLKVKR¥OGXG JKO VOLOYXO YVHGRO $ (&', $ WYJJOZOWG OR ) PSXXO% 8QTSVXS ISQTPKWWOZS0 OQTSVXS JKPPG LSVROXYVG G HGWK JO MGVG0 c ,++%''+#&& $ OZG KWIPYWG0 :SXXS 2" c )*-%,(+#&&1 :SXXS 3" c (-/%*/&#&&1 :SXXS 4" c (.%&&&#&&% AKVQORK VOIK¥OSRK SLLKVXK0 ''%&'%(&', SVK '(%&&% 2TKVXYVG0 '(%&'%(&', SVK '&%&&% 5SIYQKRXG¥OSRK ORXKMVGPK JOWTSROHOPK WY [[[%MKPWOG%OX 2CC9@= 59 2<<B::2;6<A= 82?2 @O ORLSVQG INK PG MGVG JbGTTGPXS TKV ?KGPO¥¥G¥OSRK JO OQTOGRXO TOPSXG G XKIRSPSMOG WSPGVK XKVQSJORGQOIG G ISRIKRXVG¥OSRK JG ,&&9D KPKXXVOIO G WKVZO¥OS JKP WOWXKQG JO XVGXXGQKRXS K WQGPXOQKRXS VOLOYXO YHOIGXS RKPPG ESRG 8RJYWXVOGPK JO COPPGIOJVSa 487 +..--,'6''# OP IYO HGRJS ^ WXGXS TYHHPOIGXS WYPPG 7B?8 C @KVOK @TKIOGPK R% /* JKP (&%&.%(&'*# ISR JKXKVQORG 452 R` '/ JKP &,%'&%(&'+ ^ WXGXG GRRYPPGXG% 8: 58?6AA<?6 76;6?2:6 NPL% 2PUQPNQ 8NVTJRRJ 4GRQZZG 8P ?KWT%PK JKP =VSIKJOQKRXS !5QUU% 9PL% 4GSOQ ?GHMJOJ" 4=;B<6 59 2>?946<2 Servizio Gestione Servizi Tecnici e Patrimonio Via Amendola n. 2 42122 REGGIO EMILIA AJO '//)$-+-.+- $ KGY '//)$-+-..0 Il Bando di gara avente ad oggetto “Realizzazione Casa della Salute a Castellarano (RE)” è stato rettificato nei termini pubblicati sul sito www.ausl.re.it. Nuova scadenza presentazione offerte: 09/12/2015 - ore 13,00. >YKWXS 6RXK ORJOIK TVSIKJYVG GTKVXG ISR GMMOYJOIG¥OSRK G LGZSVK JKPP!SLLKVXG KISRSQOIGQKRXK TO_ ZGRXGMMOSWG TKV PG MKWXOSRK ORXKMVGXG JKP WKVZO¥OS JO OPPYQORG¥OSRK TYHHPOIG# K JKMPO OQTOGRXO WKQGLSVOIO ISR VKGPO¥¥G¥OSRK JO STKVK TKV PbKLLOIOKR¥G KRKVMKXOIG K GJKMYGQKRXS RSVQGXOZS JKMPO OQTOGRXO# OZO ISQTVKWG PG LSVROXYVG JO KRKVMOG KPKXXVOIG% 5YVGXG WKVZO¥OS0 GRRO UYORJOIO% 8QTSVXS ISQTPKWWOZS JKPP!GTTGPXS0 c *%+,/%'&-#(. SPXVK 8C2% AKVQORK VOIK¥OSRK SLLKVXK0 &.%&'%(&', SVK '(%&&% 5SIYQKRXG¥OSRK ORXKMVGPK JOWTSROHOPK WY [[[%ISQYRK%GTVOIKRG%LM%OX 8P VKWTSRWGHOPK JKP WKXXSVK GSHM% 7SGPHJTHQ IJOON ;VUN Responsabile del Procedimento: Ing. Roberto Bonacini La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/ documenti Comune di Bologna Il Direttore del Settore: f.to Dott. Nunzio Dragonetti. 2CC9@= 59 82?2 getto legittimato a sottoscrivere l’avviso di accertamento», scrivono i giudici della Corte di cassazione, «in forza del dpr n. 600 del 1973, art. 42, incombe all’Agenzia delle entrate l’onere di dimostrare il corretto esercizio del potere e la presenza di eventuale delega. Erra perciò il giudice di merito che, a fronte della specifica contestazione in ordine alla sussistenza di delega, ritiene che la stessa debba presumersi». La Corte era già intervenuta lo scorso 9/11/2015 salvando gli avvisi di accertamento emessi dai funzionari dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale. Cristina Bartelli le impiegate addette ai finanziamenti sanno di contravvenire alle regole nel momento in cui avviano la pratica «per interposta persona». In effetti il decreto legislativo 231/07 impone obblighi ben precisi a intermediari finanziari, società e professionisti: bisogna sempre identificare la persona o le persone fi siche che in ultima istanza possiedono o controllano il cliente persona fisica oppure la persona fisica per conto della quale si realizza un’operazione o un’attività. E quando non risulta possibile adempiere agli obblighi di verifica deve ritenersi vietato instaurare il rapporto continuativo o la prestazione professionale con il cliente. Parola al giudice del rinvio. ESTRATTO DI BANDO DI GARA PUBBLICA Ente appaltante: Comune di Bologna – U.I. Gare – P.zza Liber Paradisus, 10 – 40129 Bologna. Oggetto: Procedura aperta per la fornitura di prodotti tipografici per il periodo aprile 2016-dicembre 2017 CIG: 6463232BC3. Luogo: Bologna. Importo complessivo a base di gara (IVA esclusa): Euro 572.000,00. Procedura di aggiudicazione: Procedura aperta. Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Durata appalto: dall’01/04/2016 al 31/12/2017. Le offerte dovranno pervenire al Comune di Bologna Torre C – Piano 6 -Ufficio Protocollo - Piazza Liber Paradisus 10 - 40129 Bologna - entro le ore 12 del 21 gennaio 2016. I requisiti di partecipazione nonché il bando di gara, il disciplinare di gara, il capitolato speciale d’appalto e gli allegati sono disponibili presso: www.comune.bologna.it. @GV] KWTKVOXG MGVG JbGTTGPXS QKJOGRXK TVSIKJYVG GTKVXG TKV PbGLLOJGQKRXS JKP WKVZO¥OS JO GIIKVXGQKRXS# KPGHSVG¥OSRK# WXGQTG# TSWXGPO¥¥G¥OSRK# VOWISWWOSRK# VKRJOISRXG¥OSRK ZSPSRXGVOG K ISGXXOZG JKO VYSPO ISRWSVXOPO JO HSROLOIG K JO OVVOMG¥OSRK $ 487 ,**.&'+6*3% 2MMOYJOIG¥OSRK0 SLLKVXG KISRSQOIGQKRXK TO_ ZGRXGMMOSWG% 8QTSVXS ISQTPKWWOZS JKPPbGTTGPXS0 c ./,%-&&#&& 8C2 KWIPYWG% 5YVGXG0 ) GRRO% AKVQORK VOIK¥OSRK SLLKVXK0 '(%&'%', SVK '(% 5SIYQKRXG¥OSRK JO MGVG JOWTSROHOPK WYP WOXS0 [[[%ISRWHOZ%OX% 8P TVKWOJKRXK ;NHMJOJ @HMNGWQPJ gio: avevano concesso prestiti senza pretendere che fosse personalmente presente chi ne appariva richiedente, mentre in loro vece c’era sempre il professionista, imputato principale del procedimento. L’elemento soggettivo del reato si configura perché Funzionari incaricati, la prova al Fisco Oggetto Appalto 86/2015 CIG 63858867D4 Affidamento del servizio di tesoreria del Comune di Milano. Pubblicato sulla GURI in data 21/09/2015. Si comunica che con determinazione n°31 del 16/11/2015 è stata disposta la proroga del termine per la ricezione delle offerte dalle ore 12,00 del 20/11/2015 alle ore 12,00 del 02/12/2015. L’apertura dei plichi avverrà in seduta pubblica in data 02/12/2015 alle ore 15.00 anziché in data 20/11/2015. R.U.P.: Bruna Forno AJOJKQPQ1 # *0 '/)*)./* [ '/)*)./*)0 7GY1 # *0 '/)* ). /* (. consulente del lavoro per appropriazioni indebite e circonvenzioni di incapace, si riapre il processo a carico di due dipendenti di un’azienda che rientra fra gli intermediari fi nanziari indicati da un altro decreto, il 51/2007, come destinatari degli obblighi antiriciclag- 2CC9@= 59 82?2 498 E-++'//.+(/F COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO (MI) AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Ente appaltante: Comune Peschiera Borromeo (MI), via XXV Aprile,1 - cap 20068 Procedura di aggiudicazione: procedura aperta Oggetto: affidamento del servizio di recupero/smaltimento dei rifiuti urbani non differenziati (Cer 20.03.01) – Durata 24 mesi. CIG 6241841224. Data aggiudicazione appalto: determinazione n. 590 del 10/8/2015 Criterio aggiudicazione: ribasso sull’elenco prezzi - art. 82, D.Lgs. 163/2006 Numero offerte ricevute: 1 Aggiudicatario: A2A AMBIENTE SPA con sede BRESCIA, Via Alessandro Lamarmora n° 230 C.F. 01255650168 e P.I. 01066840180 – tel. 03035531 – fax. 0303553476. Importo a base d’asta: € 791.714,00 + Iva Valore offerta di aggiudicazione: € 103,00 a tonnellata + Iva Pubblicazione bando sulla GURI: 5° serie speciale contratti pubblici n. 74 del 26/06/2015. Procedure di ricorso: TAR 30 giorni – Capo dello Stato 60 giorni. Responsabile procedimento: Ing. Pierluigi Taverni ESTRATTO DI BANDO Prev.i.Log., il fondo pensione nazionale di previdenza complementare per i lavoratori della logistica, ricerca una Compagnia di assicurazione cui affidare il servizio di gestione delle prestazioni pensionistiche complementari in forma di rendita fra gli istituti che presenteranno le caratteristiche stabilite nel bando. Si richiedono offerte per le seguenti prestazioni: 1. Rendita vitalizia immediata rivalutabile a premio unico (posticipata); 2. Rendita vitalizia immediata rivalutabile reversibile su una testa (posticipata); 3. Rendita vitalizia immediata rivalutabile certa per 5 o 10 anni e successivamente vitalizia a premio unico (posticipata); 4. Rendita vitalizia immediata rivalutabile a premio unico con contro-assicurazione in caso di decesso dell’assicurato (posticipata); 5. Rendita vitalizia immediata rivalutabile con maggiorazione in caso di perdita di autosufficienza a premio unico (posticipata). Il presente annuncio costituisce invito ad offrire, non concretandosi nella fattispecie dell’art. 1336 cc. Il testo completo del bando di selezione è disponibile presso il sito web http://www.previlog.it La documentazione d’offerta prevista al precedente art. 2, corredata dai documenti da allegare, dovrà pervenire in originale, via posta, entro e non oltre le ore 12:00 del 30 dicembre 2015 al seguente recapito: Prev.I.Log. Fondo Pensione Via Tommaso Gulli 39, Milano, 20147 Italia 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 N Novembre 2015 I M P O S T E E TA S S E 27 Relazione tecnica alla legge di Stabilità 2016. Speranza su spending review e voluntary Clausola Iva, 12,8 mld in meno Il blocco delle aliquote pesa sul 2016. Ma è solo rinviato Notai, responsabilità civile N con contributo ad hoc (dati in mln euro) 2017 2018 Aliquota dal 10 al 13% 6.957 6.957 Aliquota dal 22 al 24 % 8.176 8.176 Aliquota dal 24 al 25% 0 4.088 Incremento accise 350 Totale effetti nuova LS 2016 15.133 19.571 Totali effetti ex LS 2015* 19.221 21.965 *al lordo delle clausole sterilizzate tramite legge di Stabilità 2016 DI GLORIA GRIGOLON S ulle clausole di salvaguardia il governo si dà tempo un altro anno. Ma i mancati effetti finanziari sul 2016 sono stimati in 12,8 miliardi di euro. La scelta di posticipare l’eventuale aumento delle aliquote e delle accise al prossimo anno (come era invece stato previsto dalla Finanziaria 2014 e dalla Legge di Stabilità 2015) costringerà il Tesoro a provvedere con altri fondi (tagli della spesa, nuove entrate, ma anche nuove concessioni da parte dell’Unione europea a favore dei paesi che attuano un processo di riforme) a colmare quei 16 miliardi di euro che sarebbero derivati dall’applicazione delle stesse clausole di salvaguardia. La relazione tecnica alla legge di Stabilità 2016 sviscera quanto contenuto all’articolo 3, con il quale si elimina l’aumento di aliquote ed accise, rimandando la decisione al prossimo anno. «L’articolo 3», si legge nel testo, «disattiva la clausola di salvaguardia introdotta dalla legge si Stabilità 2014 e rinvia al 2017 gli aumenti predisposti dall’ulteriore clausola introdotta dalla legge di stabilità 2015». A decretare il sì o il no di quella che sarà la scelta di Palazzo Chigi il prossimo anno sarà l’effettivo gettito che emergerà a chiusura delle pratiche di voluntary disclosure (atteso, stando al documento programmatico di bilancio 2016, a 3,3 miliardi di euro), nonché gli effetti legati alla spending review. Nello specifico, la clausola di aumento dell’imposta sul valore aggiunto prevede un innalzamento dal 10 al 13% e dal 22 al 24% a partire dall’anno 2017, con un nuovo gettito complessivo per il triennio che sarà pari a 15,1 miliardi l’anno. A quest’ultima cifra, a partire dal 2018, si aggiungerà l’ulteriore scatto d’aliquota dal 24 al 25%, nonché l’incremento delle accise sulla benzina. Tale misura, secondo le stime, genererà entrate aggiuntive pari a 350 milioni annui (cifra ben inferiore rispetto ai 728 milioni previsti originariamente dalla finanziaria 2014) e avrà effetti finanziari complessivi sul biennio 2018/2019 prossimi a circa 19,6 miliardi l’anno. Se non fossero stati raggiunti gli obiettivi di bilancio e se quindi non fossero state ste- 2019 6.957 8.176 4.088 350 19.571 21.965 Il contributo per la responsabilità civile del notaio diventa una voce a sé. Non sarà più, infatti, ricompreso nella quota annuale omnicomprensiva da versare al consiglio nazionale del notariato (Cnn) ma sarà indipendente dalla voce degli importi dedicata alla gestione. È questa una delle novità in arrivo per i notai dalla legge di Stabilità 2016 che sarà esaminata dall’aula della camera. Entro il 28 febbraio, annualmente, le forme collettive di assicurazione per la responsabilità civile derivante dall’esercizio dell’attività notarile saranno pagate con separata contribuzione obbligatoria. Entro il 31ottobre di ciascun anno per l’anno successivo, la misura dei contributi sarà definita dal Cnn in proporzione ai premi e agli oneri da esso pagati, ragguagliata ai parametri soggetti ad annotamento nei repertori di ciascun notaio secondo quanto stabilito dalla legge e tenendo conto del numero e dell’ammontare dei sinistri liquidati per ciascun notaio a partire dal 1º febbraio 1999. Il reato di omesso o ritardato versamento di tributi riscossi nell’esercizio di attività professionale sarà punito con la destituzione del notaio. Cristina Bartelli rilizzate le clausole previste dalla Legge di Stabilità 2015, il totale degli effetti finanziari sul 2016 sarebbero stati pari a 12,8 miliardi di euro. La decisione è quindi rimandata all’anno 2016, messa nelle mani di voluntary disclosure, spending review e Unione europea. Cassa depositi e prestiti spa BUONI FRUTTIFERI POSTALI BFP ORDINARIO VENTENNALE ­ SERIE C18 BFP3x4 ­ SERIE T34 • durata massima: 12 anni dalla data di sooscrizione • riconosce ogni 3 anni gli interessi matura Tassi nominali annui lordi per ogni triennio di possesso (%) Periodo di possesso (anni) 3 6 9 12 Tassi effevi annui dalla data di sooscrizione al termine di ogni periodo di possesso (%) Lordo Neo 0,20 0,40 0,60 0,80 0,18 0,35 0,53 0,70 0,20 0,60 1,00 1,40 BFP EUROPA ­ SERIE P70 Premio si/no 1° periodo Periodi di Anni Caso riferimento Anno 1 successivi di riferimento successivi a ≥ 10 ≥7 si si b ≥ 10 <7 si no c < 10 ≥7 no si d < 10 <7 no no Tasso di rendimento effevo annuo a scadenza (%) Lordo Neo 1,85 1,61 0,35 0,10 1,62 1,41 0,31 0,09 BFP INDICIZZATO ALL’INFLAZIONE ITALIANA ­ SERIE J48 • durata massima: 10 anni dalla data di sooscrizione • capitale rivalutato sulla base dell'Indice ISTAT FOI Tassi reali annui lordi (%) 1 0,10 2 0,10 3 0,10 4 0,10 5 0,25 6 0,25 7 0,25 8 0,25 9 0,50 10 0,50 Esemplificazione del tasso di rendimento effevo a scadenza al variare dell'inflazione ≤ 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 0,24 1,24 2,24 3,25 4,25 0,21 1,09 1,99 2,89 3,80 BFP4x4Fedeltà ­ SERIE K08 Tassi nominali annui lordi per ogni quadriennio di possesso (%) 0,40 1,40 1,80 2,41 Tassi nominali annui lordi (%) 0,15 0,15 0,15 0,30 0,30 6 7 8 9 10 0,50 0,50 0,75 0,75 1,00 11 12 13 14 15 1,00 1,25 1,25 1,25 1,50 16 17 18 19 20 1,50 2,00 2,00 2,50 2,50 • dedicato a chi investe nuova liquidità • durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione • riconosce ogni 4 anni gli interessi matura Tassi nominali annui lordi per ogni quadriennio di possesso (%) Periodo di possesso (anni) 4 8 12 16 Tassi effevi annui dalla data di sooscrizione al termine di ogni periodo di possesso (%) Lordo Neo 0,40 0,90 1,20 1,50 0,35 0,79 1,06 1,33 Tassi effevi annui dalla data di sooscrizione al termine di ogni periodo di possesso (%) 0,40 1,40 1,80 2,41 Lordo Neo 0,40 0,90 1,20 1,50 0,35 0,79 1,06 1,33 BFP a 3 anni ­ SERIE N14 • durata massima: 3 anni dalla data di sooscrizione • riconosce un premio lordo dello 0,75% del valore nominale alla scadenza del 3° anno Anno 1 2 3 Tasso Tasso di rendimento di inflazione effevo annuo a scadenza (%) implicito (%) Lordo Neo • durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione • riconosce ogni 4 anni gli interessi matura Periodo di possesso (anni) 4 8 12 16 1 2 3 4 5 BFP4x4RisparmiNuovi ­ SERIE W05 • durata massima: 4 anni dalla data di sooscrizione • interesse annuale variabile legato all’indice EURO STOXX 50® • interesse annuale minimo garanto pari a: 0,10% • eventuale rendimento annuale massimo a scadenza pari a: 1,85% Ipotesi di apprezzamento dell’Indice • durata massima: 20 anni dalla data di sooscrizione • riconosce gli interessi a parre dal 12° mese successivo alla data di sooscrizione Premio lordo 0,00 0,00 0,75 Tasso effevo annuo alla fine di ciascun anno (%) Lordo Neo 0,10 0,10 0,32 0,09 0,09 0,28 BFP4x4 ­ SERIE Q02 • durata massima: 16 anni dalla data di sooscrizione • riconosce ogni 4 anni gli interessi matura Tassi nominali annui lordi per ogni quadriennio di possesso (%) Periodo di possesso (anni) 4 8 12 16 0,25 0,75 1,25 1,75 Tassi effevi annui dalla data di sooscrizione al termine di ogni periodo di possesso (%) Lordo Neo 0,25 0,50 0,75 1,00 0,22 0,44 0,66 0,88 Cassa deposi e pres società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale € 3.500.000.000,00 i.v. • Iscria presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 • C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 • Parta IVA 07756511007 BFP DEDICATO AI MINORI ­ SERIE M97 • intestabile solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo • scade al compimento del 18° anno di età • offre un capitale rivalutato in funzione dell’età del minore al momento della sooscrizione Simboli: ≥ maggiore o uguale; ≤ minore o uguale; < minore; > maggiore; AVVISO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Legge Stabilità 2016, effetti finanziari (G.U. 21 marzo 2015 n.67) 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it www.cdp.it 28 Martedì 24 Novembre 2015 I M P O S T E E TA S S E Il presidente Cna all’assemblea nazionale: il credito all’artigianato giù del 25% Pmi deluse da fisco e banche Vaccarino: inaccettabile l’Imu sugli immobili di lavoro DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it È GIOVANNI GALLI necessario ridurre la pressione fiscale che resta il «vero nodo ancora da sciogliere: la tassazione totale supera il 62,2% degli utili». A chiederlo è stato il presidente della Cna, Daniele Vaccarino, all’assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, che si è svolta a Campi Bisenzio (Firenze). «Sul fronte del fisco riteniamo l’incremento della franchigia Irap, la revisione del regime forfettario dei contribuenti minimi, la riduzione dell’aliquota ires, misure importanti, ma ancora troppo deboli per ridurre drasticamente la pressione fiscale, che rimane il vero nodo da sciogliere», ha spiegato. «Non ne possiamo più di pagare imposte su redditi non ancora incassati! Non ne possiamo più del fatto che gli utili delle imprese personali non distribuiti non siano tassati come nelle società di capitali. Non accettiamo più di pagare la Tari anche sui rifiuti speciali che siamo costretti a smaltire al di fuori del servizio comunale», ha aggiunto. La Cna ritiene «del tutto inaccettabile pagare l’Imu sugli immobili che ci servono per lavorare e non poterla neanche dedurre integralmente. Per quanto ci sforziamo troviamo difficile capire la differenza del trattamento riservato a un capannone rispetto a una serra agricola. È così che, pagamento dopo pagamento, arriviamo a una tassazione totale che supera il 62,2% degli utili». Infine la Cna trova difficile «capire perché il disegno di legge di stabilità non abbia messo fine al reverse charge e allo split payment; all’aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici per gli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici. Sono due vere e proprie storture». Pronta la risposta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «Sul fisco abbiamo già fatto tante cose, naturalmente ne dobbiamo fare ancora. Siamo consapevoli che c’è l’esigenza di un alleggerimento sul fronte fiscale. Ma capite bene che il fisco, le tasse servono per pagare i servizi. Quindi bisogna rendere più efficiente il Paese, bisogna smettere di spendere male i soldi che si spendono male per poter ridurre le tasse». Su un altro fronte, quello dei finanziamenti alle imprese, Vaccarino ha bollato come «evidente il disinteresse delle banche nei confronti delle imprese di piccola dimensione a torto considerate troppo complicate da gestire e poco redditizie». «In sette anni gli impieghi bancari verso l’artigianato sono calati del 25%, una riduzione sproporzionata rispetto all’effettiva rischiosità del comparto e alle regole severe imposte agli intermediari finanziari». Daniele Vaccarino Per contrastare la selettività nell’erogazione del credito, ha aggiunto, «dobbiamo trovare nuove soluzioni: risolvere a monte la differenza tra tempi di incasso delle fatture e pagamento dei fornitori; ridurre la tassazione sugli utili per facilitare il rafforzamento patrimoniale delle imprese; favorire l’ingresso di nuovi soci interessati allo sviluppo di medio periodo dell’impresa. Ma pensiamo, altresì, al ruolo di banche specializzate che si facciano carico della gestione di tesoreria dei clienti. E vorremmo una garanzia pubblica che non mortifichi ma amplifichi la funzione dei confidi». Secondo la Cna servono «strumenti nuovi, a misura di piccola impresa e di artigianato, che ne esaltino le caratteristiche positive, la propensione all’imprenditorialità, l’adattabilità, la flessibilità e che ne correggano le fragilità». C’è tuttavia in questo scenario qualcosa che induce all’ottimismo. L’occupazione, ad esempio: tra le imprese aderenti alla Cna, il cui osservatorio effettua un monitoraggio mensile su oltre 20 mila aziende e 125 mila dipendenti, nei primi dieci mesi dell’anno l’occupazione è cresciuta del 3%. Tutto questo all’interno di un contesto, quello appunto delle pmi, che in Italia sono 4,2 milioni, producono il 45% del valore aggiunto e danno lavoro a 11,3 milioni di persone, per quasi il 90% dei casi con contratti stabili. Poi c’è l’aumento del Pil, che secondo Vaccarino «è un segno evidente del fatto che la ripresa, per quanto lenta, debole e congiunturale, c’è». E anche la nuova legge di Stabilità, è «una manovra», secondo il presidente della Cna, «finalmente dal carattere espansivo e che offre alcune significative risposte a richieste da lungo tempo avanzate dal nostro mondo». A infondere ottimismo alle imprese (pungolando allo stesso tempo Governo e Camere) ci ha pensato il presidente della repubblica. Nel suo messaggio inviato all’assemblea della Cna, Sergio Mattarella ha sottolineato che l’Italia non può perdere «questa opportunità di ripresa, «segnali positivi si stanno progressivamente stabilizzando anche sul fronte della domanda interna e dell’occupazione come riconosciuto dai maggiori organismi internazionali. Non possiamo perdere questa opportunità di ripresa». © Riproduzione riservata Semaforo verde alla doppia procedura di insolvenza Confidi, ai fini Irap non vale l’equiparazione a istituti creditizi Nell’ipotesi in cui nei confronti di una società avente sede statuaria e struttura produttiva in Italia sia aperta una procedura di insolvenza principale da altro giudice di uno Stato membro dell’Ue, in base all’individuazione in tale Stato del centro degli interessi principali della società, l’apertura di tale procedura non osta a che il Giudice italiano apra successivamente nei confronti della società una procedura di insolvenza (la seconda), all’unica condizione che detta società sia qualificabile come «dipendenza». Con sentenza 29 ottobre 2015, n. 22093, resa a Ss.uu., per la prima volta la Cassazione risponde alla quaestio se sia legittimo o no, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento (Ce) n. 1346 del 2000, relativo alle procedure di insolvenza, aprire in Italia una procedura di insolvenza secondaria di una società con unica sede legale e produttiva in Italia, successivamente all’apertura in Francia di una procedura di insolvenza principale della medesima Società, ove questa ha «il centro degli interessi principali» ai sensi dell’art.3, dello stesso regolamento. Il quadro normativo di riferimento, decisivo, a parere della Corte, per la risoluzione della questione è costituito da un lato, dalle disposizioni del citato Regolamento n. 1346 del 2000, dall’altro, dalla recente sentenza della Corte di giustizia europea (Prima Sezione), 4 settembre 2014, pronunciata nella causa 327/13, sentenza che, sebbene non richiamata da nessuna delle parti, nell’ottica della Suprema corte, ha rilevato con efficacia vincolante per l’interpretazione e per l’applicazione dello stesso Regolamento alla fattispecie. Le Sezioni Unite, dopo un’attenta analisi della disciplina comunitaria hanno rilevato come l’apertura di una prima procedura di insolvenza della società in altro stato Ue, non osta a che giudice italiano apra successivamente nei confronti della medesima società una procedura di insolvenza secondaria ai sensi dell’art. 3, paragrafo 2, dello stesso regolamento, all’unica condizione che detta società sia qualificabile come «dipendenza», ai sensi del combinato disposto dell’art. 2, lettera h) e dello stesso art. 3, paragrafo 2, del Regolamento medesimo. Valentino Guarini e Giovanni Cataldi Per i Confidi non può valere, ai fini Irap, l’equiparazione alle banche e agli altri enti finanziari, seppur a questi soggetti gli stessi Confidi siano equiparati dalla normativa di riferimento. Il requisito soggettivo non rappresenterebbe infatti un elemento sufficiente per poter giustificare l’applicazione, tanto in termini di determinazione della base imponibile, quanto in relazione all’aliquota, del regime Irap proprio dei soggetti finanziari. Così, seguendo il filo della risoluzione n. 5/2015 delle Entrate, ha stabilito la Ctp di Firenze con la sentenza n. 1048/6/15. Secondo i giudici di primo grado, in linea con quanto sostenuto dall’Agenzia, i Confidi, che determinano la base imponibile con il «metodo retributivo», non devono dunque applicare la maggiorazione di aliquota, prevista per i soggetti ed enti finanziari. Era pertanto da annullare la cartella con la quale era stata disposta, a carico di un Confidi, l’iscrizione a ruolo relativa all’assoggettamento, ai fini Irap, all’aliquota maggiorata del 5,25%, come stabilita dalla Legge regionale di specie, per le società esercenti attività creditizie ed attività ausiliarie all’intermediazione finanziaria e delle assicurazioni, in luogo di quella ordinaria, all’epoca vigente, del 4,25%. L’interpretazione offerta dall’Agenzia delle entrate, come recepita dalla Ctp di Firenze, era però stata già superata dalla Ctr della Toscana, la quale, con la sentenza n. 409/31/15, l’aveva ritenuta non aderente al contesto normativo. Secondo i giudici di secondo grado, infatti, l’incremento di aliquota Irap faceva riferimento ad attività che comprendevano anche quella svolta dalla contribuente (peraltro la medesima nei due giudizi), la quale non poteva ritenersi esclusa dall’incremento. In sostanza, secondo la Ctr, il diverso metodo di calcolo della base imponibile, ai fini delle imposte dirette, non poteva avere effetto sulla natura soggettiva dei Confidi, espressamente equiparati dalla normativa di riferimento ad enti finanziari, con conseguente applicazione dell’aliquota Irap maggiorata. Insomma, una questione ancora da risolvere, quanto meno in sede giurisprudenziale. Giovambattista Palumbo © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I M P O S T E E TA S S E Da sinistra: Aldo Polito, Francesco Squeo, Giuseppe Marino, Marino Longoni, Gianni De Robertis, Roberto Romito, Lucia Barone Martedì 24 N Novembre 2015 29 Da sinistra: Aldo Polito, Manuela Belloni, Marino Longoni, Richard Murphy, Fabio Aramini, Giacomo Soldani Gli scenari della tassazione 2.0 disegnati al convegno organizzato da ItaliaOggi e Kpmg Il Beps non piace all’America Rischio di cambi di sede per le multinazionali Usa DI TRANSFER PRICING GIUSEPPE MARINO A gli americani il Beps non piace, ma se proprio l’Ocse intende risolvere la doppia non imposizione, quale paradigma moderno dell’economia digitale antitetica alla doppia imposizione generata dall’internazionalizzazione dell’economia industriale del secolo scorso, si sappia che quell’unica imposizione non potrà che finire nel portafoglio dell’Irs, visto e considerato che 68 delle prime 200 multinazionali globali hanno il proprio quartier generale nel suolo a stelle e strisce (www.forbes.com/global 2000/ list). In realtà, ciò che il governo americano teme è che, se questa fosse la probabile prospettiva futura, pochi, alcuni, tanti quartieri generali di multinazionali potrebbero decidere di lasciare gli Usa attraverso una «tax inversion» e portarsi dietro non solo gli utili che oggi sono in purgatorio (come i 52 miliardi della Apple e della Caterpillar), ma anche quelli di fresca produzione. Delle vere e proprie esplosioni fi scali, dei «tax pop», dalle inevitabili conseguenze anche negli Stati dove queste multinazionali oggi operano. Motivo per il quale, l’Azione Beps n. 3 relativa alla Cfc rasenta la natura di «best practice» limitandosi ad effettuare una ricognizione di quali siano le funzioni oggi attribuite dai sistemi tributari a questo tipo di legislazione (anti differimento e/o anti abuso), cosa si intenda per Cfc, per reddito da Cfc, come esso dovrebbe essere determinato e poi attribuito. L’Italia in questo contesto ha poco da dire, solo 4 imprese tra le prime 200 (Eni al 121, Generali al 129, Unicredit al 138 e Intesa al 142) hanno il quartier generale tricolore (Fca è al 289 e dopo il «tax pop», cioè l’inversione fiscale del 2014, ha sede legale in Olanda e sede dell’amministrazione in Inghilterra), quindi più Pae- Ok al valore normale Uno scorcio della sala del Centro svizzero se di controllate che di controllanti. È uno degli spunti emerso ieri al convegno sui Beps organizzato da ItaliaOggi e Kpmg a Milano. Perché parlare di Cfc? Intanto per proteggere gli interessi delle nostre nobilissime multinazionali «tascabili», quelle poche imprese di grandi dimensioni a base familiare ma soprattutto per aiutare le piccole a diventare medie e le medie a diventare grandi in un contesto globale. Sia benvenuto, quindi, il decreto legislativo 147/2015, con le misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese che ha tolto un po’ di lacci e lacciuoli all’art. 167 del testo unico delle imposte sui redditi e abrogato del tutto l’art. 168 sulle imprese estere collegate. Via l’obbligo degli interpelli preventivi che aveva addirittura alimentato un contenzioso tributario quando fossero stati di segno negativo, allineamento con la dialettica endoprocedimentale prevista in tema di indeducibilità di costi black list, con addirittura un termine di 90 gg al contribuente per presentare le prove utili a dimostrare che ricorra una delle esimenti, maggiore equivalenza della base imponibile del reddito estero, imputato per trasparenza al socio italiano, rispetto a quella del reddito prodotto in Italia. Se si vuole giocare una partita non più nelle retrovie, ma almeno in centrocampo, bisogna tener conto che a livello internazionale è caccia aperta ai quartieri generali: nel Regno Unito (che ci ha sfilato Fiat) erano 29 nel 2013 e sono aumentati a 57 nel 2014. È necessario quindi proseguire nell’opera di ammodernamento in questo micro comparto, chiedendo all’Agenzia delle entrate ed alla Guardia di finanza lo sforzo di risolvere la perversione di una controllata che se non è Cfc può comunque essere esterovestita, con implicazioni anche penali, intervenendo in via legislativa per semplificare l’individuazione delle Cfc di white list, espungendo il riferimento al mercato, eliminando dal concetto di passive income le prestazioni di servizi a parti correlate, ma soprattutto anticipando ciò che gli americani si riservano di fare nel caso in cui il mondo volesse mettere le mani sui loro profitti sospesi in purgatorio, cioè applicare la participation exemption sugli utili delle Cfc per indurli al rimpatrio annuale, ed applicare la Cfc come backstop (anti differimento o anti abuso) nel caso in cui questi non lo fossero, perseverando nel detrimento della nostra bilancia valutaria. Il report che conclude le azioni Beps 8, 9 10 in tema di transfer pricing riafferma la valenza del principio dell’arm’s lenght (valore normale). Per evitare che dall’enfasi contrattuale sui rischi, funzioni e asset derivino manipolazioni, l’Ocse modifica le linee guida per rafforzare e chiarire l’applicazione del principio dell’arm’s length. L’accurata definizione delle transazioni tra parti correlate ha un ruolo chiave nell’analisi di comparabilità per identificare, attraverso l’analisi delle circostanze economicamente rilevanti, il c.d. real deal, il vero patto che le imprese correlate hanno inteso stringere. Tra le circostanze economicamente rilevanti il report considera in primo luogo i contratti scritti cui attribuisce il ruolo di punto di partenza dell’analisi. Considerato che i contratti non sono in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per un’analisi di comparabilità, gli stessi dovranno essere integrati dall’osservazione del comportamento effettivamente tenuto dalle parti. Laddove i contratti manchino o risultino incoerenti rispetto a quanto emerge dall’osservazione del comportamento delle parti, è quest’ultimo che guida nella definizione del real deal. L’amministrazione finanziaria dovrà fare ogni sforzo per riconoscere le transazioni per come strutturate dalle parti. Tuttavia il report conferma la facoltà per le amministrazioni finanziarie di non riconoscerle e di sostituirle con un struttura alternativa (o al limite con nessuna) allorché difettino di ogni razionalità commerciale. La struttura alternativa dovrà possedere la logica economica che si rinviene nei contratti tra parti indipendenti. In merito all’analisi funzionale sono presenti due importanti chiarimenti: è utile che contenga informazioni tali da consentire la ricostruzione della catena del valore nell’ambito dell’intero gruppo; è presente una dettagliata guida in relazione all’allocazione dei rischi. Lo stesso approccio procedimentale e l’adozione della nozione di controllo come criterio guida nella allocazione dei rendimenti viene adottato nel capitolo VI delle linee guida dedicato agli intangible, interamente rescritto. La regola che emerge è che la proprietà legale di per sé non dà diritto al rendimento derivante dall’intangible. I rendimenti vanno attribuiti alle entità che nell’ambito delle attività Dempe (Development, enhancement, maintenance, protection and exploitation) svolgono le funzioni rilevanti, assumono i rischi e apportano gli asset (anche finanziari). I rendimenti vanno commisurati al contributo effettivo alla creazione del valore (profit sharing) apportato da ciascuna entità. Le entità vengono individuate sulla base del requisito del controllo (inteso come capacità di assumere le decisioni insieme all’effettivo svolgimento della funzione decisoria) e della capacità finanziaria. Il mero funding delle funzioni Dempe, in assenza di operatività, non genererà nulla più di un tasso di rendimento free risk, eventualmente aggiustato in aumento in presenza dell’assunzione di un limitato rischio finanziario. Lucia Barone, Kpmg © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 30 Martedì 24 Novembre 2015 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Uno schema di dpr prevede la riduzione degli ufici da 103 a 80 APPALTI PUBBLICI Taglio per 23 prefetture Gare, basta cauzioni col rating Sforbiciata anche su questure e vigili del fuoco DI Via alla riforma di prefetture e questure CINZIA DE STEFANIS http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it V erso il taglio di 23 prefetture, questure e strutture periferiche dei vigili del fuoco - secondo un processo di soppressione o accorpamento che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2016. Per un risparmio calcolato in un milione di euro a prefettura. Si passerà dalle attuali 103 prefetture ad 80. È con la bozza di decreto del presidente della repubblica che vengono previsti i diversi tagli delle prefetture e questure e anche la riorganizzazione del ministero dell’interno. Il dpr, deciso nell’ambito dei decreti attuativi di prossima emanazione relativi alla riforma della pubblica amministrazione (c.d. riforma Madia) prevede l’accorpamento delle seguenti prefetture: Teramo (accorpata a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), VerbanoCusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (Nuoro), Enna (Caltanissetta), MassaCarrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Il decreto mantiene Prefetture accorpate La tagliola avverrà per le seguenti sedi: Teramo (accorpata a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Il decreto mantiene i cinque Dipartimenti in cui è organizzato il ministero: Affari interni e territoriali, Pubblica sicurezza, Libertà civili ed immigrazione, Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile, Amministrazione generale, politiche del personale. i cinque dipartimenti in cui è organizzato il ministero: Affari interni e territoriali, Pubblica sicurezza, Libertà civili e immigrazione, Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile, Amministrazione generale, politiche del personale. D OTA ZIONE COMPLESSI VA . Nello schema di dpr viene stabilita la dotazione organica complessiva del personale dell’amministrazione civile del ministero dell’interno: 116 prefetti, 700 viceprefetti, 572 viceprefetti aggiunti, mentre saranno 200 i dirigenti di prima e seconda fascia e 20.549 quelli addetti alle aree funzionali. Sicuramente i prefetti interessati ai tagli verranno destinati ad altro incarico. NUOVA STRUTTURA DEL MI- NISTERO DELL’INTERNO. Presso il ministero dell’interno nasceranno un «organismo indipendente di valutazione della performance» sulle grandi opere e un «comitato per il coordinamento dell’alta sorveglianza delle grandi opere». L’ufficio centrale interforze per la sicurezza personale confluirà poi nell’ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia, mentre continueranno a dipendere dal dipartimento della pubblica sicurezza la Dia, direzione investigativa antimafia, e la scuola superiore di polizia per la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento dei funzionari, nonché la scuola di perfezionamento per l’alta formazione e l’aggiornamento dei funzionari e degli ufficiali. L A TEMPISTICA . Il provvedimento detta infine le regole applicative. «Nelle more del processo di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni - stabiliscono le disposizioni transitorie - delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco, le prefetture, le questure e le strutture periferiche del corpo nazionale dei Vigili del fuoco, cessano di esercitare le loro funzioni secondo un piano di gradualità definito con decreto del ministro dell’Interno e comunque non oltre il 31 dicembre del 2016». Lo schema di decreto www.italiaoggi.it/documenti Ghigliottina su 40 norme. Scure su acquisti, imprese e B2C Via 40 norme e un’altra dozzina modificate. Il consiglio dei ministri di ieri, su proposta del presidente, Matteo Renzi, ha approvato in via preliminare, un decreto legislativo che modifica e abroga disposizioni di legge che prevedono l’adozione di provvedimenti non legislativi di attuazione. L’operazione è stata fatta a norma dell’art. 21 della legge 124/ VINCENZO ZUCCHI S.P.A. Via Legnano, 24 – 20127 Rescaldina (MI) Codice Fiscale e Partita IVA 00771920154 Numero REA MI 443968 Capitale sociale Euro 7.546.782,57 RETTIFICA DATA CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA Con riferimento all’avviso di convocazione dell’Assemblea pubblicato in data 20 novembre 2015, si rettifica la data dell’Assemblea ordinaria e straordinaria che si terrà, in unica convocazione, in Rescaldina – via Legnano n. 24 alle ore 15,00 di martedì 22 dicembre 2015 e non venerdì 18 dicembre 2015, per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO Parte Ordinaria 1. Nomina di un amministratore ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto sociale in sostituzione dell’amministratore dimissionario; deliberazioni inerenti e conseguenti. Parte Straordinaria 1. Provvedimenti ai sensi dell’art. 2447 c.c., previa approvazione della situazione patrimoniale ed economica al 30 Settembre 2015. Deliberazioni inerenti e conseguenti. *** Sono, pertanto, legittimati ad intervenire in Assemblea coloro che risulteranno titolari del diritto di voto al termine della giornata contabile dell’11 dicembre 2015 (record date). Gli Azionisti legittimati ad intervenire in Assemblea possono porre domande sulle materie all’ordine del giorno anche prima dell’Assemblea, e comunque entro il 19 dicembre 2015. Restano invariate tutte le altre indicazioni fornite nell’avviso pubblicato il giorno 20 novembre 2015. Rescaldina, 24 Novembre 2015 per il Consiglio di Amministrazione Il Presidente del Consiglio di Amministrazione 2015. Nello specifico, la ghigliottina taglia provvedimenti non più attuali, per cui non sussistono più condizioni di adozione o modifica. Obiettivo: dare maggiore certezza del diritto su molti temi, tra cui la razionalizzazione degli acquisti, le attività imprenditoriali, sistemi tariffari, mercato elettronico e l’agenda digitale. Prima del taglio è stato fatto un censimento delle norme da cassare, ad opera delle amministrazioni centrali. È stato anche stilato un altro elenco di provvedimenti la cui attuazione richiede modifiche alla normativa primaria. Inoltre, i ministeri si sono impegnati nella rapida adozione di provvedimenti ancora in stand-by. In relazione all’attuazione del programma di governo, invece, il ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi ha ricordato in seno come, dal Cdm del 12 ottobre, siano stati adottati 40 provvedimenti, di cui 30 riferiti al governo in carica. Il tasso di attuazione delle riforme, ha detto Boschi, sarebbe salito al 70,5%. L’esecutivo ha poi dato un primo via libera a un decreto del presidente del consiglio, predisposto dai ministeri dell’economia e dello sviluppo economico, relativo alla cessione di non oltre il 40% di quote della società Ferrovie dello stato Italiane spa ai sensi della normativa sulle privatizzazioni (legge 474/1994 e legge 481/1995). Il testo verrà inviato alle commissioni parlamentari competenti per i pareri. In particolare, lo schema di dpcm dispone che la cessione possa avvenire in più fasi, attraverso un’offerta pubblica di vendita - rivolta a risparmiatori (inclusi i dipendenti Fs), investitori istituzionali italiani e internazionali - e mediante quotazione sul mercato azionario; per i dipendenti del gruppo si prevedono forme di incentivazione nella partecipazione all’acquisto, in termini di quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti) e di prezzo (ad esempio, come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto) o di modalità di finanziamento. Espedito Ausilio DI ANDREA MASCOLINI È illegittimo chiedere cauzzioni con il rating per la parte tecipazione ad appalti pubblici; si violano i principi di b cconcorrenza e si penalizzano le piccole e medie imprese. È quanto afferma il parere Anac (l’Autorità nazionale A anticorruzione) 21 ottobre a 2015 n. 171 con riguardo 2 a una gara di appalto per ll’affidamento del servizio di taglio del manto erboso d e servizi accessori, il cui dissciplinare di gara aveva previsto che per la produzione v della cauzione provvisoria d i concorrenti dovessero fare riferimento a compagnie assicurative che rilasciano le garanzie fideiussorie dotate di rating, rilasciato da una delle principali società di rating, non inferiore al corrispondente punteggio BBB rilasciato da Standard & Poor’s. In base alla normativa vigente la cauzione provvisoria può essere costituita anche sotto forma di fideiussione bancaria o assicurativa o rilasciata da intermediari finanziari purché questi siano iscritti nell’albo di cui all’articolo 106 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono sottoposti a revisione contabile da parte di una società di revisione iscritta nell’albo previsto dall’articolo 161 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. L’Autorità presieduta da Raffaele Cantone ha nella sostanza, sia pure in estrema sintesi, ripreso i contenuti della propria determinazione n. 1 del 29 luglio 2014 che si era espressa nel senso che la richiesta di rating, pari o superiore ad un determinato minimo, attribuito dalle società di certificazione internazionale si ponesse «in violazione dei principi di cui all’art. 2, dlgs 163/2006 in quanto introduce restrizioni non previste dal Codice che non appaiono neppure correlate e proporzionate con gli obiettivi che si intende perseguire, potendo introdurre ostacoli elevati alla partecipazione alle gare soprattutto per le piccole e medie imprese». Nel provvedimento di oltre un anno fa si ponevano diversi aspetti di illegittimità: la mancata accettazione di garanzie da parte degli intermediari finanziari; la richiesta di un contratto autonomo di garanzia e, infine, il problema del rating che, con questo parere di precontenzioso viene di nuovo bocciato, nonostante sia molto spesso richiesto. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it D I R I T TO E I M P R E SA Martedì 24 N Novembre 2015 L’Ue dà via libera a tre piani di sviluppo rurale. Alla Basilicata 680 mln CAUSA SISMA Tre mld al Sud agricolo Rinnovabili, altro timing per gli aiuti Alla Campania 1,8 mld, alla Calabria 1,1 mld DI CINZIA DE STEFANIS B http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 31 occata di ossigeno allo sviluppo dell’agricoltura meridionale. Dall’Unione europea finanziamenti pari a 3,1 mld di euro per lo sviluppo di programmi rurali nelle regioni Basilicata, Campania e Calabria. Il totale complessivo di fondi Ue sbloccati per il periodo 2014-2020 ammonta a 3,142 mld di euro. Le priorità del programma nazionale di sviluppo rurale per il periodo 2014-2020 sono legate in particolare alla prevenzione e gestione dei rischi aziendali, alla salvaguardia della biodiversità animale ed all’efficienza nell’uso delle risorse idriche. La Commissione europea ha approvato il 20 novembre 2015 il programma nazionale rurale e i piani di sviluppo rurale di Basilicata, Calabria, e Campania 2014-2020. Ma per l’accesso alle risorse dobbiamo attendere l’emanazione dei primi bandi che verranno emessi già a dicembre. Ma andiamo con ordine e descriviamo l’intervento agevolativo. B UDGET COMPLESSIVO. Il programma rurale dell’Italia conta complessivamente su un budget di circa 2,14 mld di euro, di cui 963 mln di euro di fondi europei e 1,17 mld di euro di cofinanziamento nazionale. Secondo il piano saranno circa 90 mila le aziende agricole italiane che beneficeranno di un aiuto per attivare gli strumenti di gestione dei rischi, mentre 395.000 ettari di terreno saranno interessati da infrastrutture relative a sistemi d’irrigazione più efficienti e gli interventi relativi alla conservazione della biodiversità animale riguarderanno circa 39 razze bovine. I fondi serviranno ad avviare una nuova fase di investimenti e facilitare il processo di ricambio generazionale in agricoltura. P RIORITÀ DEL PROGRAMMA RURALE. Tre saranno le priorità del programma nazionale rurale: - promozione e organizzazione della filiera agroalimentare, tra cui elaborazione e commercializzazione dei prodotti agricoli , il benessere degli animali e la gestione del rischio agrico- lo per 1.590 milioni di euro; - valorizzazione degli ecosistemi legati alla agricoltura e silvicoltura per 194 milioni di euro; - promozione dell’uso efficiente delle risorse e sostegno alla transizione verso una bassa emissione di carbonio e verso un’economia resiliente al clima in agricoltura, alimentazione e settore forestale per 291 milioni di euro. Questo punto si concentra essenzialmente nella sottopriorità di ottimizzazione delle risorse idriche. REGIONE CAMPANIA. Il programma sviluppo rurale Campania avrà a disposizione 1,84 mld, di cui oltre 1,1 mld di euro di fondi Ue e 726 mln di co- Un portale dei trasportatori Accessibili al pubblico, tramite il portale dell’automobilista, a fini di consultazione, i dati relativi al registro elettronico nazionale delle imprese di trasporto su strada. Quali denominazione e forma giuridica, sede legale, partita Iva e/o codice fiscale e, per le imprese che effettuano trasporto merci, anche il numero di iscrizione all’albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi. Queste le istruzioni contenute nel decreto 10/11/2015 del ministero dei trasporti. Due le sezioni del registro: la prima «imprese e gestori», contenente denominazione e forma giuridica dell’impresa, sede sociale, nome dei gestore dei trasporti e, se del caso, di un legale rappresentante, tipo di autorizzazione, numero di veicoli oggetto di autorizzazione e, se del caso, numero della licenza Ce; la seconda sezione, «sanzioni», contenente numero, categoria e tipo di infrazioni gravi che hanno dato luogo a una condanna o a una sanzione negli ultimi due anni; nome e persone dichiarate inidonee a dirigere l’attività di trasporto di un’impresa, finché non abbiano ottenuto la riabilitazione o sia stata ripristinata l’onorabilità. finanziamento nazionale. Di queste risorse, oltre 700 mln sono destinati a preservare e ripristinare gli ecosistemi nei settori agricolo e forestale, mentre poco meno di 600 mln andranno ad aumentare la competitività delle imprese agricole. R EGIONE CALABRIA. Il Psr Calabria ammonta a 1,1 mld di euro, di cui 667,7 mln di fondi europei e 435,9 mln di euro di cofinanziamento nazionale. Si cercherà con le risorse stanziate di sostenere settori strategici per l’agricoltura calabrese, quali l’olivicoltura, l’agrumicoltura e la zootecnia, e si potenzieranno le relative filiere. Particolare sostegno verrà rivolto all’insediamento dei giovani imprenditori, all’aggregazione dei produttori e alle zone di montagna, alle aree interne e a quelle svantaggiate. REGIONE BASILICATA. In Basilicata il programma di sviluppo rurale avrà un budget di circa 680,16 mln di euro, di cui 411,49 mln di euro in arrivo dal bilancio Ue e 268,67 mln di euro di cofinanziamento nazionale. Particolare sostegno verrà rivolto alle organizzazioni dei produttori dirette da giovani laureati, alla ricerca e sviluppo, alla creazione di posto di lavoro nella filiera agroalimentare e alla promozione dei prodotti di qualità biologici attraverso le misure agro-ambientali. © Riproduzione riservata Incentivi smart & start, 993 progetti al 18/11 Aree degradate urbane, istanze entro il 30/11 Al 18 novembre sono stati presentati 993 progetti per l’accesso ai 200 milioni di euro del bando smart & start. I progetti ammessi sono 184 e i non ammessi ammontano a 479. Le agevolazioni assegnate sono pari a oltre 94 mln di euro. Questo è quanto emerge dal report elaborato da Invitalia e aggiornato al 18 novembre 2015 . Per contendersi i 200 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dello sviluppo economico sono giunte al 18 novembre scorso in totale 993 richieste: 608 dal Centro-Nord, 350 dal Sud e 35 dal cratere sismico aquilano. Le agevolazioni richieste sfiorano gli oltre 500 milioni di euro e riguardano soprattutto iniziative nell’economia digitale, seguite da progetti con tecnologie nuove e sperimentali e dalla valorizzazione della ricerca. Più in dettaglio, è l’e-commerce il settore preferito dagli startupper italiani, che dimostrano forte interesse anche per ambiente ed energia. Tra i settori più in vista, anche quello dei social network e del cloud computing, insieme ai materiali innovativi, life sciences, turismo e beni culturali, smart cities, bioagroalimentare. Il 52% delle domande riguarda lo sviluppo di startup innovative già esistenti. Smart&Start Italia sostiene la nascita e la crescita delle start-up innovative ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’ economia digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero. La procedura per l’accesso alle agevolazioni è completamente informatizzata. Dal 16 febbraio è possibile presentare domanda. Smart&Start Italia è una misura a sportello, le domande sono valutate in base all’ordine di arrivo e non ci sono graduatorie. La dotazione finanziaria è di circa 200 milioni di euro. Entro il 30 novembre 2015, i comuni che hanno nel loro territorio la presenza di aree urbane degradate possono presentare le domande per l’accesso (anno 2015) di euro 44.138.500,00. È possibile presentare la domanda anche per aree non contigue purché la proposta progettuale rappresenti un insieme coordinato d’interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Queste alcune delle risposte formulate dall’Anci (e aggiornate al 20 novembre 2015) sull’accesso da parte dei comuni ai 44 milioni di euro per la riqualificazione aree urbane degradate. Il bando prevede che possano partecipare anche i comuni sia singolarmente che in forma aggregata. Nel caso di unione questa è configurabile come un’aggregazione non temporanea di comuni quindi sarà sufficiente allegare l’atto di costituzione dell’unione. Gli atti, in questo caso, saranno sottoscritti dal presidente dell’unione. È possibile prevedere interventi di ristrutturazione di immobili di proprietà di un «ente regionale di diritto pubblico non economico, dotato di autonomia organizzativa, patrimoniale, finanziaria, contabile e tecnica (o di ente similare)», se parte degli immobili viene concessa in uso all’amministrazione comunale ma resta di proprietà dell’ente (che cofinanzierebbe l’intervento). Nel caso di interventi costituiti da servizi socio-culturali (per esempio un servizio di mediazione culturale) devono essere spazialmente collocati all’interno dell’area degradata. È possibile presentare richiesta di solo finanziamento (fino al max di 2 milioni di euro) senza nessun tipo di cofinanziamento. La domanda può essere presentata con ad essa allegato il progetto che si compone delle relazioni e degli elaborati grafici e il documento di analisi oltre alla delibera di approvazione. Nuove regole da parte del Gse per l’ammissione agli incentivi per gli impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici localizzati nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo colpiti dal sisma nell’anno 2012. Gli impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici realizzati e quelli in fase di realizzazione nei fabbricati distrutti od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero, in quanto inagibili totalmente o parzialmente, accedono alle incentivazioni qualora entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2015. Questo quanto si legge nel documento del Gse agli incentivi per gli impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici localizzati nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo colpiti dal sisma nell’anno 2012. Gli impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici già autorizzati alla data del 30 settembre 2012 accedono agli incentivi vigenti alla data del 6 giugno 2012 (meccanismo di incentivazione del dm 18 dicembre 2008), qualora entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2015. Per impianto «realizzato» si intende un impianto che, alla data del sisma, risultava essere entrato in esercizio e che, alla stessa data, risultava ammesso agli incentivi o per il quale ricorrevano i presupposti per l’ammissione agli incentivi. Per impianto «già autorizzato» si intende un impianto che, alla data del sisma, non era ancora entrato in esercizio e per il quale, al 30 settembre 2012, erano stati conseguiti i rispettivi titoli autorizzativi e infine per impianto «in fase di realizzazione» si intende un impianto «già autorizzato». Tutti gli impianti che rispondono alle definizioni di impianti realizzati o già autorizzati o in fase di realizzazione, non hanno l’obbligo di iscriversi ai registri o alle procedure d’asta per accedere agli incentivi e, pur concorrendo al costo indicativo cumulato annuo degli incentivi, sono comunque ammessi agli incentivi vigenti alla data del 6 giugno 2012 anche qualora sia stato raggiunto il limite di costo di 5,8 miliardi di euro stabilito dal dm 6 luglio 2012. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 32 Martedì 24 Novembre 2015 PROFESSIONI Il ministero della giustizia completa l’operazione di ricognizione chiesta dall’Ue Professioni, mappatura ultimata Categorie regolamentate analizzate nel dettaglio DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it P MARIO VALDO rofessioni sotto la lente del ministero della giustizia. Che ha provveduto alla fase di mappatura delle professioni regolamentate, con la finalità di accertare la effettiva necessità della regolamentazione delle professioni da parte degli ordinamenti interni. Una facoltà che il diritto comunitario riconosce agli stati membri soltanto al fine di tutela di interessi generali e nel rispetto del principio di proporzionalità (si veda ItaliaOggi del 27 agosto 2015). Il completamento di questa fase di setaccio entro il 2015 era stato annunciato dallo stesso ministero all’interno della relazione sulla performance 2014. Si tratta, in particolare, di attuare l’art. 59 della direttiva qualifiche 55/13, che ha previsto il cosiddetto «esercizio di trasparenza» e cioè un’ attività stabilita dalla Commissione europea per valutare tutta la regolamentazione nazionale sulle professioni. Obiettivo: determinare una possibile riduzione o modifica della regolamentazione dei servizi professionali, conside- rata una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità dei professionisti e, quindi, alla crescita economica e allo sviluppo dell’occupazione. Il risultato del primo step di questa operazione, durante il quale il dipartimento delle politiche europee, con la collaborazione Magistrati ordinari, bando per 350 posti Aperto il bando per 350 posti di magistrato ordinario. Lo prevede il dm 22 ottobre 2015, pubblicato sul sito del ministero della giustizia insieme alla scheda del concorso. Scadenza per la presentazione delle domande è il 21 dicembre 2015. I candidati, per poter partecipare alla procedura concorsuale, devono essere in regola con il pagamento del diritto di seAndrea greteria di 50 euro Orlando e rientrare nelle seguenti categorie: magistrati ammini- Diminuisce l’arretrato civile di 260 mila cause nel 2014 Arretrato civile in calo. Nel 2014, le pendenze si sono attestate a quota 4,8 milioni, ovvero 260 mila cause in meno rispetto al 2013. E per il 2016 è prevista quota 4 milioni. È quanto emerge, tra l’altro, dalla relazione sulla performance relativa al 2014 del ministero della giustizia, approvata con dm 17 novembre 2015. Riguardo il contenzioso civile, via Arenula ha sottolineato inoltre che oltre 300 mila affari in lavorazione nei tribunali sono di competenza del giudice tutelare, e rappresentano quindi fascicoli che non hanno una scadenza che dipende dal lavoro del giudice ma possono durare per tutta l’esistenza in vita del soggetto tutelato. Motivo per cui la reale pendenza di contenzioso e di altri affari civili, specifica il ministero, si attesta sotto quota 4,5 milioni. In più, dal momento che la produttività del sistema giudiziario è sostanzialmente costante intorno ai 4,5 milioni di defi nizioni annue, ne deriva che la diminuzione delle pendenze è dovuta alla significativa riduzione delle cause in ingresso (circa 4,2 milioni nel 2014). I primi dati del 2015, continua la relazione di via Arenula, confermano la tendenza alla riduzione delle iscrizioni di nuove cause per cui il ministero prevede una ulteriore diminuzione delle pendenze che potrebbe raggiungere quota 4,2-4,3 milioni a fine 2015 e quota 4 milioni a fine 2016, al netto dell’attività del giudice tutelare e a parità di altre condizioni, prima fra tutte la produttività degli uffici giudiziari. Un trend che, secondo il ministero, contribuirà anche al contenimento dei tempi di durata delle cause civili, per i quali «si attende, a partire dal 2015 e nel 2016, una inversione di tendenza rispetto agli anni passati». La persistenza dell’arretrato civile, infatti, è in grado di determinare seri pregiudizi economici per il profilo degli indennizzi ex legge Pinto, oggi attestati a un debito dello stato di oltre 400 milioni di euro. «In questo quadro già problematico», si legge nella relazione, «si sono iscritti anche circa mille ricorsi proposti alla Corte europea dei diritti dell’uomo che avrebbero comportato ulteriori esborsi a carico dello Stato per porre fine al contenzioso se non fosse stato elaborato un Piano di rientro». Gabriele Ventura strativi e contabili, procuratori dello stato, dipendenti dello stato con qualifica dirigenziale, appartenenti al personale universitario di ruolo docente di materie giuridiche, dipendenti, con qualifica dirigenziale o appartenenti alla ex area direttiva, della pubblica amministrazione, degli enti pubblici a carattere nazionale e degli enti locali, abilitati all’esercizio della professione forense. Inoltre, possono presentare domanda coloro i quali hanno svolto le funzioni di magistrato onorario per almeno sei anni senza demerito, senza essere stati revocati e che non sono incorsi in sanzioni disciplinari. Mario Valdo BREVI L’Unione camere penali italiane, con il suo Osservatorio Carcere, denuncia la parziale e minima applicazione del braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari. «La parziale e minima applicazione dell’articolo 275-bis del cpp e dell’art. 58-quinques O.P.», ha sottolineato l’Ucpi, «è in palese violazione dei diritti dei detenuti e in contrasto con l’esigenza di superare e prevenire il sovraffollamento nelle carceri italiane». È trascorso più di un mese dall’alluvione che ha messo in ginocchio Benevento e l’intero territorio del Sannio e ad oggi nessuna misura risulta essere stata disposta sul fronte della sospensione degli adempimenti fiscali e previdenziali a favore delle comunità colpite. Questa la denuncia dell’Associazione italiana commercialisti guidata da Marco Cuchel. «Quando si determinano situazioni di emergenza», ha sottolineato Cuchel, «l’intervento tempestivo delle Istituzioni deve prima di tutto essere volto ad aiutare e a mettere in sicurezza le comunità colpite, e immediatamente dopo ad assicurare la fase della ricostruzione». di Isfol, regioni e categorie professionali, ha passato al setaccio 169 professioni regolamentate italiane, è stato non solo l’aggiornamento del data base, che ora conta 169 professioni contro le 143 inserite precedentemente. Ma soprattutto la possibilità di evidenziarne le criticità. Pressoché inesistenti per le professioni economicolegali, ma significative per quelle tecniche, soprattutto a causa di regolamentazioni obsolete e frammentate. Ricordiamo infatti che per i commercialisti, per esempio, il nuovo albo unico è entrato in vigore il 1° gennaio 2008, mentre gli avvocati possono contare sul nuovo ordinamento forense da inizio 2013. Invece, secondo il dipartimento della politiche comunitarie, le professioni di perito industriale, perito agrario geometra, architetto e ingegnere sono interessate dalla sovrapposizione delle competenze che, di conseguenza, necessitano di una maggiore definizione. Geometri: la concorrenza tra professioni non sia sleale Rivedere il ddl concorrenza per fare in modo che sia garantita la trasparenza del mercato delle professioni. Le diverse categorie, infatti, devono poter concorrere partendo da una comune disciplina normativa, fiscale e contributiva. L’allarme è stato lanciato all’unisono dalla Cassa di previdenza dei geometri (Cipag) e dal Consiglio nazionale della categoria nel corso delle audizioni sul tema che si sono svolte il commissione industria al senato. «La libera professione deve essere svolta senza disparità e le diverse figure professionali devono poter concorrere partendo da una comune disciplina normativa, fiscale e contributiva. Il ddl concorrenza, invece, acuisce le differenze tra le società di ingegneria e quelle tra professionisti», ha sottolineato il numero uno della Cipag, Fausto Amadasi. In particolare, sotto la lente dei geometri, l’art. 46 del ddl, che disciplina lo svolgimento di attività professionali in forma associata. Tale articolo, infatti, modifica solo parzialmente la complessa disciplina delle società di ingegneria (Si), non adeguandola a quella delle società tra professionisti (Stp). Di fatto, quindi, viene meno quel processo di armonizzazione normativa, fiscale e contributiva tra tutte le società che svolgono esclusivamente attività professionale, indipendentemente dalla forma giuridica assunta. «Se persisteranno le attuali asimmetrie normative i professionisti, singoli o associati, difficilmente potranno competere con tali società, che possono organizzarsi liberamente senza essere sottoposte ad alcun limite normativo e optare scelte che spesso favoriscono forme di elusione fiscale e contributiva», ha precisato il presidente del Cngegl, Maurizio Savoncelli, «occorre fare una distinzione tra le società che operano solo in questo settore e quelle che invece si occupano anche di altro. È indispensabile diversificare le due realtà, che non possono essere trattate con la stessa modalità. Chiediamo che la libera professione sia svolta senza disparità». «Ecco, quindi, che per far fronte a tali disparità», si legge nella nota diffusa dalla dall’ente, «Cipag e Cngegl invitano il governo a emanare disposizioni che disciplinino l’attività professionale basandosi su due punti fondamentali: il riconoscimento della preminenza dell’attività professionale svolta in tutte le sue modalità, e la definizione di un trattamento fiscale e soprattutto contributivo uguale per tutte le forme societarie in cui si esercita tale attività». 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembre 2015 Ma C O N S U L E N T I D E L L AVO R O 33 Il decreto sulle attività esercitabili dai patronati rafforza le competenze della legge 12/1979 Consulenti del lavoro necessari Dal professionista abilitato per tutti gli oneri burocratici http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it D al consulente del zione nella Gazzetta Ufficiale lavoro per tutti gli n. 265 del 13 novembre 2015 adempimenti in ma- del dm 16 settembre 2015 è teria di lavoro, così stato approvato lo schema di convenzione come previsto che definisce dalla legge 12 le modalità del 1979. Il ledi esercizio, gislatore, anda parte deche in occasiogli Istituti di ne del decreto patronato e ministeriale di assisten16 settembre za sociale, 2015 relativo delle attialle attività vità di cui esercitabili dai all’articolo patronati, ha 10, comma ritenuto utile 1, lettera a), distinguere gli della legge adempimen30 marzo ti (riservati) 2001, n. dalla consu152. lenza (libera). Si tratta La lettura del Marina Calderone in particoprovvedimenlare delle to, infatti, non lascia alcun dubbio circa la attività di sostegno, inforcompetenza esclusiva per i mative, di consulenza, di professionisti iscritti a un supporto, di servizio e di asordine professionale per le sistenza tecnica in materia attività ad essi attribuite dal- di: previdenza e assistenza la disciplina vigente. Vedia- sociale, diritto del lavoro, mo nel merito cosa prevede sanità, diritto di famiglia il decreto. Con la pubblica- e delle successioni, diritto civile e legislazione fiscale, risparmio, tutela e sicurezza sul lavoro che gli Istituti di patronato possono svolgere senza scopo di lucro, in Italia e all’estero, con esclusione di quelle ammesse al finanziamento, in favore di soggetti privati e pubblici. Il provvedimento in esame assume una valenza fondamentale in quanto doveva definire le modalità di esercizio di tali attività e dunque di fatto è attuativo di quanto previsto dalla fonte primaria. Il de- creto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, a tal fine, non lascia dubbi circa le prerogative dei professioni e dunque i limiti dei patronati. Già nella premessa del decreto viene infatti puntualizzato che occorre tenere conto dell’art. 2229 del codice civile, secondo il quale la legge determina le professioni per l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in albi o elenchi e, di conseguenza, dell’art. 348 del codice penale, che vieta l’esercizio abusi- Consigli provinciali a Roma il 27 e 28 novembre Dirigenti territoriali riuniti all’assemblea dei Consigli provinciali del 27 e 28 novembre 2015, che si terrà presso Roma Eventi Fontana di Trevi. Gli argomenti trattati vanno dalle nuove funzioni previste dal Jobs Act per i consulenti del lavoro nella procedura davanti alle Commissioni di certificazione dei contratti, alle azioni a sostegno dell’esercizio della professione, a quelle a supporto degli iscritti: Deontologia - Abusivismo - Ced - Stp; dalla Fco all’anticorruzione; dagli aspetti contabili per i Consigli Provinciali e nuova normativa p.a., al Progetto di bilancio di previsione per l’esercizio 2016. UN’OCCASIONE DA COGLIERE vo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato. Ma a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio la previsione contenuta al comma 3 dell’articolo 1 del decreto nel quale è previsto che rimane fermo che le attività rientranti nell’ambito delle professioni di cui all’art. 2229 del codice civile possono essere svolte esclusivamente dagli iscritti negli appositi albi o elenchi. Di conseguenza, ogni attività che risulti attribuita alle professioni per il cui esercizio è necessaria l’iscrizione ad un ordine professionale non potrà essere svolta dai patronati quanto vietato dal decreto. Ciò sta a significare, ad esempio, che la tenuta del libro unico del lavoro rimane di esclusiva competenza dei consulenti del lavoro e degli altri soggetti individuati dalla legge n. 12/1979. Analoga considerazione per quanto concerne ogni attività per la quale la legge individua i professionisti che possono svolgerla. IL MODELLO DELLA CASSA Bandi Ue, fronte comune per i professionisti segretario allo Sviluppo economico, Informare i professionisti sulle opSimona Vicari. La presidente Caldeportunità messe a loro disposizione rone ha sottolineato come il 12% del dalla Comunità europea. È questo pil europeo sia prodotto dalle proil messaggio lanciato a Roma il 20 fessioni ordinistiche, che con il loro novembre presso la sede del Parlaruolo sussidiario e con competenze mento europeo, dai maggiori rappresentanti del mondo professionale, qualificate di cui sono dotate, contribuiscono al buon andamento dello riuniti in una tavola rotonda con il Stato e a creare lavoro qualificato. vicepresidente del parlamento eu«Con l’accesso ai fondi comunitari e ropeo Antonio Tajani per discutere con la rappresentanza al Cese», ha del loro ruolo in Europa. Un segnadichiarato la presidente Calderone, le di forte disponibilità al confronto con le professioni è giunto più volte, «le professioni vengono riconosciute come componente importante in questi mesi dall’Unione europea del contesto economico italiano. Per fino a concretizzarsi, come ha ricorquesto è necessario», ha ribadito la dato Tajani, nel coinvolgimento dei presidente Calderone, «informare professionisti nel piano d’azione per e accompagnare i professionisti l’Imprenditorialità 2020, il programall’utilizzo di questi strumenti che ma che permette loro di accedere possono rafforzare l’intero sistema ai fondi comunitari come avviene già per le piccole e medie imprese. professionale». Per il sen. Mandelli, rappresentante delle professioni per «Un’occasione importante», ha sotForza Italia, la partecipazione attiva tolineato il vicepresidente, «che i dei professionisti nella politica può professionisti devono saper cogliecontribuire al cambiare il futuro re per vincere la sfida del mercato dell’Italia. È necessario puntare europeo e favorire nuove condizioni sulla formazione», secondo Armando di sviluppo e occupazione». Al dibatZambrano, coordinatore delle protito sono intervenuti: la presidente fessioni tecniche, «per permettere del Comitato unitario professioni e ai giovani di accedere a un mercato membro del Comitato economico e sociale europeo, Marina Calderone; sempre più competitivo». Il sottosegretario allo sviluppo economico Siil coordinatore Rete professioni tecmona Vicari ha invece ricordato tutniche, Armando Zambrano, il preti gli incentivi messi a disposizione sidente Confprofessioni, Gaetano dal Mise, tra i quali Microcredito e Stella; il presidente della Federaziofondo di garanzia, ne Ordini farmacisti per incentivare italiani, sen. Andrea Pagina a cura l’aggregazione dei Mandelli, il presiDEL C ONSIGLIO NAZIONALE liberi professionisti dente di Adepp, AnDELL ’O RDINE e valorizzare le loro drea Camporese, e in DEI CONSULENTI DEL LAVORO professionalità. conclusione il sotto- Enpacl, un patrimonio a disposizione degli iscritti Ogni ente di previdenza è alimentato dai contributi degli iscritti. Ma per cosa vengono utilizzate queste risorse? Ecco il modello della Cassa dei Consulenti del lavoro. Ciascun iscritto ha un proprio montante contributivo, nel quale confluisce l’intero ammontare del soggettivo e il 75% dell’integrativo: nessuna altra Cassa di previdenza offre ai liberi professionisti iscritti un simile vantaggio. Infatti, il contributo integrativo, nella stragrande maggioranza dei casi, non entra nei montanti individuali o lo è in minima misura. E cosa ne fa l’Enpacl del 25% residuo? Semplice: della somma annualmente disponibile, una parte va a capitalizzare il sistema e un’altra parte torna agli iscritti, sotto forma di attività di sostegno all’esercizio della professione di consulente del lavoro. Si tratta di cifre importanti, ogni anno comprese tra i 6 e i 7 milioni di euro, che vengono utilizzati in base a un programma di interventi studiato ad hoc dall’Assemblea dei delegati dell’Ente in sede di approvazione del bilancio di previsione. Sostegno alla genitorialità, aiuti ai neo iscritti, finanziamento degli interessi sui prestiti, misure a favore del passaggio degli studi professionali, polizza di assistenza sanitaria integrativa, long term care, facilitazioni per i praticanti e i professionisti affidatari, sono alcune delle misure già adottate dall’Enpacl in favore dei propri iscritti, senza alcun onere aggiun- tivo, finanziate con l’utilizzo del contributo integrativo che, in tal modo, viene redistribuito all’interno della categoria associata. Inoltre l’Ente, attraverso la Fondazione Universolavoro appositamente costituita, ha avviato lo sviluppo di una piattaforma informatica innovativa, dedicata solo ai Consulenti del Lavoro, che consentirà la semplificazione delle attività di studio e migliorerà i rapporti telematici con la pubblica amministrazione. Cosa accadrebbe se l’Ente non utilizzasse per tali finalità, che hanno un ritorno diretto sugli iscritti, i 7 milioni di euro di contributo integrativo a ciò statutariamente destinati? Semplice: finirebbero per aumentare il già cospicuo patrimonio dell’Ente. Dunque, non andrebbero persi. Tuttavia, come noto, la situazione patrimoniale degli enti di previdenza dei liberi professionisti, seppure privatizzati, figura negli attivi del bilancio consolidato dello Stato. In tal senso, il rischio di nazionalizzazione di tali riserve non è mai pienamente svanito. E allora è bene che i consulenti del lavoro fruiscano appieno ogni anno dei vantaggi che la riforma offre, in termini di assistenza sanitaria integrativa e di servizi a sostegno della professione. In tal senso, l’Assemblea dei delegati è chiamata a effettuare scelte coerenti con il panorama della professione e il Consiglio di Amministrazione a esercitare effettivamente i poteri di spesa che gli competono. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 34 Martedì 24 Novembre 2015 FISMIC CONFSAL Il parere del segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo Sindacati, gap va colmato Vuoto nella rappresentanza per più fattori DI ROBERTO DI MAULO* http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it O ggi ci si interroga sul futuro e sulla crisi del sindacalismo confederale del nostro Paese. Occorre una nuova forma organizzativa, che sia migliore. La Fismic insieme ad altri sei sindacati di categoria partecipa alla discussione del «Sindacato 2.0», con l’intento di offrire alle forze politiche, sia di governo che di opposizione, un terreno comune di discussione in prospettiva, abbastanza certa, di un intervento legislativo sulla materia della rappresentanza. Noi crediamo che sia un dovere istituzionale del governo, intervenire con una legge che sia in grado di riempire il vuoto creato: • dalla sentenza della Corte costituzionale del 3 luglio 2013 che ha riformato l’art. 19 della legge 300/70; • dalla riforma costituzionale che ha abrogato il Cnel; • dall’impegno dell’esecutivo stesso a varare il salario minimo per legge come previsto dall’ultimo decreto attuativo del Jobs Act, finora rimasto inattuato. Non è quindi l’insipienza contrattuale o le divisioni interne esistenti sia in Confindustria che nelle maggiori confederazioni tradizionali, che richiedono che la politica intervenga sulla materia con una legge. L’insipienza e le divisioni di Confindustria e sindacati tradizionali hanno semplicemente aggravato la situazione, ma è un vuoto di poteri in cui ciascuno è legittimato di dire e di rappresentare ciò che vuole che richiede un intervento urgente di una legge sulla materia delle relazioni industriali, finora fattore di freno della nostra economia. Vediamo in sintesi come è maturata questa situazione di vuoto. 1) La sentenza della Corte costituzionale, infatti, cancella di fatto il principio di confederazioni maggiormente rappresentative e nega, correttamente a nostro avviso, maggiori poteri per le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti nazionali; così si lascia però il diritto di creare una propria Rsa a tutti coloro che partecipano alle trattative del rinnovo del contratto e questo fa si che sia nella podestà dei datori di lavoro la facoltà di legittimare o meno le Oo.ss. in spregio a quanto previsto dagli artt. 36 e 39 della nostra Costituzione. 2) L’abrogazione Cnel dà un’ulteriore picconata al concetto di confederazione maggiormente rappresentativa, in quanto finora comunemente la prassi e la giurisprudenza conferivano tale titolo automaticamente a tutti coloro che sedevano al Cnel. Tutto questo fa cadere in un vuoto pericolosissimo il concetto di sindacato maggiormente rappresentativo, che non può essere certo riempito da accordicchi interconfederali che valgono solo per le parti che l’hanno sottoscritto e che sono a un anno e mezzo dalla loro stipula ancora largamente disattesi e non applicati, ma forse mai applicabili. 3) La difficoltà per tutte le categorie merceologiche vere e non consociative come i chimici di concludere accordi per il rinnovo del contratto (la prima sessione dei meccanici lo scorso 5 novembre a cui abbiamo partecipato direttamente lo testimonia ampiamente) fornisce ulteriore materia di vuoto che va riempito con un’iniziativa legislativa che preveda anche nel nostro paese la definizione di un salario minimo orario. Noi crediamo che il legislatore nell’approcciare la materia debba avere un orizzonte di ampio respiro, che tenga conto delle novità intervenute sia nella prassi contrattuale che nella vita reale di tutti giorni. Anzitutto va sostituito il criterio di sindacati maggiormente rappresentativi con quello di organizzazioni sindacali e datoriali proporzionalmente maggiormente rappresentativi. Il loro peso specifico andrà valutato, per quanto riguarda la parte dei lavoratori non già dalla media ponderale tra iscritti e voti, ma esclusivamente dai risultati elettorali ottenuti nelle elezioni delle Rsu-Rsa; mentre invece per quanto riguarda i datori di lavoro, il loro peso dovrà essere valutato attraverso la compilazione dell’apposito modello F24, attraverso l’Inps, cosa che già fanno e che non comporta aggravi di lavoro né per le imprese né per l’istituto. Il secondo passaggio è quello dell’estensione ergaomnes della validità dell’applicazione del contratto nel luogo dove questo viene applicato, sia esso azienda o nazionale; questo per chiudere la giungla contrattuale oggi esistente in numerose categorie merceologiche. La definizione del salario minimo orario, per legge, to- glierà al contratto collettivo nazionale di lavoro il gravoso compito di far tenere il passo dell’inflazione da parte delle retribuzioni. Questo lascerà spazio al contratto collettivo nazionale di lavoro per occuparsi dei diritti minimi, della determinazione dei massimi degli orari di lavoro e di quel welfare integrativo sempre più indispensabile per garantire ai cittadini delle prestazioni adeguate, attraverso il concorso del privato con il pubblico. Un’architettura di questo genere renderà il Ccnl uno strumento leggero e de-ideologizzato, e permetterà alla contrattazione aziendale di avere quel ruolo centrale per compensare in modo adeguato il merito, la partecipazione, l’impegno, la professionalità e la maggiore produttività ed efficienza dei lavoratori. Per dirla con uno slogan ormai abusato: «la ricchezza deve essere distribuita vicino al luogo dove questa si produce». Abusato oggi e detto da quasi tutti, la Fismic lo diceva già con il suo antenato da oltre 50 anni fa; e così si applicherà finalmente inoltre, quanto previsto dall’art. 8 del decreto Sacconi dell’agosto 2010, finora rimasto lettera morta per responsabilità precise del consociativismo Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. La contrattazione aziendale inoltre può e deve tener conto anche delle specifi cità negative di un’azienda, prevedendo la possibilità di derogare per periodi limita- ti e predeterminati, a quanto previsto dalla negoziazione aziendale e nazionale, a fini solidaristici e per evitare la perdita di posti di lavoro e la de-industrializzazione. Tale negoziazione di secondo livello può inoltre trovare per alcune materie, determinate e non sovrapponibili con quelle trattate in azienda e nel Ccnl riformato, anche articolazioni a livello territoriale prevedendo iniziative congiunte di più aziende o di comprensori industriali/ commerciali per materie specifiche come i trasporti, asili nido, servizi comuni alle im- prese ecc. Al governo e più in generale alle forze politiche anche di opposizione spetta il compito fondamentale di facilitare questo percorso di riavvicinamento della contrattazione ai luoghi di lavoro, attraverso la conferma della detassazione e decontribuzione degli accodi aziendali e inoltre di proseguire la positiva opera iniziata con il Jobs act di passaggio dal lavoro proprietario al lavoro flessibile ma sicuro. Una riforma di questo genere avrebbe effetti epocali sulla modernizzazione del paese, con riflessi significativamente importanti per creare occasioni di buona occupazione perché coperta da una maggiore produttività del manifatturiero, dei servizi e della pubblica amministrazione, che renderebbe le relazioni industriali del paese un elemento di produttività e non di freno del sistema, come lo è stato in Germania durante gli anni della crisi economica e poi nella fase di uscita dalla crisi. Se il contratto nazionale copre gran parte della retribuzione dei lavoratori italiani, le parole «merito» e «produttività» perdono il loro significato, favorendo la minore partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Questo insieme ad altri fattori strutturali (abnorme tassazione del lavoro, eccessivo peso della burocrazia sulle imprese, corruzione e criminalità organizzata) hanno procurato un gap negativo di produttività di un’ora lavorata in Italia rispetto a un’ora lavorata in Francia o in Spagna di 30 punti in meno di dieci anni. Assistere impotenti a questo sfascio non è più possibile, anche perché lo abbiamo pagato con la perdita di milioni di posti di lavoro e la chiusura di decine di migliaia di imprese; e sta alle forze politiche, una volta tanto, di varare rapidamente e con la maggiore partecipazione possibile, quella riforma della contrattazione che dobbiamo soprattutto ai nostri giovani disoccupati, a coloro che lavorano e ai 4560enni che il lavoro lo hanno perso. *segretario generale Fismic Fismic via delle Case Rosse 23 00131 ROMA Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893 www.fismic.it 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI Martedì 24 Novembre 2015 Marte 35 L’allarme del presidente Cnai: non possiamo agire come 40 anni fa Corpi intermedi in crisi Va aggiornato il modello di rappresentanza http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI MANOLA DI RENZO E MATTEO SCIOCCHETTI L a chiara deriva è l’irrilevanza. «Non ci sentiamo delle facili Cassandre, ma bisogna sottolineare che la rappresentatività dei corpi intermedi, oggi, sta toccando livelli di popolarità minimi e un’utilità sociale pari allo zero». Questo il tono duro, ma realista, del presidente del Cnai, Orazio Di Renzo, a commento delle ultime vicissitudini in ambito di concertazione. Irriso dal governo è, in primo luogo, il sistema confederale, che negli ultimi anni ha esibito un’incapacità a rappresentare gli interessi di chicchessia, se non i propri, in una perversa tendenza autoreferenziale. Quest’estate abbiamo assistito a segnali che facevano sperare nella messa in opera di una riforma del sistema pensionistico; salvo poi, bruscamente, fare marcia indietro, lasciando spiazzati coloro che si aspettavano delle novità al riguardo. «Così i sindacati, che sembrano sempre e solo impegnati nella difesa esclusivamente degli interessi dei pensionati, che tratteggiano buona parte dei suoi tesserati, altro che sindacato dei lavoratori!, si sono visti chiudere la porta in faccia senza che la cosa abbia suscitato interesse all’interno dell’opinione pubblica. Ora si trovano a rincorrere il governo con una bozza di proposta unitaria, da presentare il prossimo 17 dicembre all’assemblea dei delegati, per essere votata», ricorda il presidente Di Renzo. L’Europa e la mancanza di fondi sono gli alibi ufficiali di un mancato intervento sulle pensioni che si palesa (anche) come un discreto affronto ai corpi di rappresentanza. Così tornano periodicamente alla ribalta le intenzioni, tutt’altro che celate, del governo, di agire per decreto, a gamba tesa, nella regolamentazione dei rapporti tra le parti sociali. «Ovviamente la partita in atto è molto più complessa di quella che potrebbe sembrare una scaramuccia tra opposte fazioni. Assistiamo a un confronto in cui si stanno testando le forze in campo, calcando la mano: in principio fu il Jobs Act a mettere in crisi un sistema consolidato (quello dello Statuto dei Lavoratori, ndr) che rimaneva intonso, o quasi, dagli anni 70. Lo Statuto era un testo creato in un determinato mondo, che potremmo definire analogico; oggi, in un mondo dichiaratamente digitale, è apparso chiaro che non possiamo più avvalerci degli stessi strumenti di quarant’anni fa. Domani, chissà, potrebbe attuarsi un’azione legislativa nei confronti del modello contrattuale, del salario minimo o della partecipazione», commenta il presidente Di Renzo. Gli scenari della modernità vedono la nascita di altre esigenze, rispetto a quelle del passato: l’imprenditorialità contemporanea impone una riorganizzazione continua delle strutture, pena la perdita di efficacia. Sono richieste parti sociali snelle, dinamiche, territoriali, quindi svelte nel recepire le esigenze delle realtà fattuali, elementi di un mondo in cui i parametri nazionali della contrattazione rappresentino solo il perimetro della contrattazione reale, quella aziendale. I corpi intermedi, incapaci di offrire una resistenza concreta agli interventi statali, sembrano infatti tenuti insieme solo dall’ampio «potere diffuso», costruito in decenni di abbraccio con il mondo politico. I sindacati, poi, si sono involuti fino alla perdita di incisività, anche a causa di scelte scellerate e di arrocchi ideologici. «Ora che il legame tra mondo politico e sindacati confede- Orazio Di Renzo rali appare non certo reciso, ma, quantomeno, fortemente squilibrato a favore dei partiti, verso quello al governo, in particolare, ci troviamo di fronte a dei giganti cristallizzati nel tempo, che però continuano a costarci veramente troppo, da tutti i punti di vista», sostiene il presidente Di Renzo. Ora, continuando a ignorare gli insegnamenti della storia, di fronte dell’impasse riguardo il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, per esempio, i confederali tornano a minacciare l’allestimento delle consuete manifestazioni nazionali e degli scioperi generali: «Perseverano così con gli strumenti di lotta tradizionale, che sortiscono il solo effetto di danneggiare gli utenti e la collettività. Invece di difendere gli interessi dei lavoratori mediante un’organizzazione moderna e attività di seria proposta, continuano con il solito teatrino: evidentemente sono costitutivamente incapaci di aggiornarsi», critica il presidente Di Renzo. Sarà per mancanza di carisma, struttura antiquata, una percepita mancanza nella difesa degli interessi dei lavoratori, la crisi economica e il nullo investimento nel sistema Paese, ma il mondo sindacale oggi dimostra un affanno per molti versi inedito. Difficoltà sconosciute anche nei momenti di crisi organizzative gravi, occorse nei decenni passati. «Ci troviamo, forse, dinanzi a un punto di non ritorno: la fine di una gestione politico/sindacale incentrata solo all’ottenimento di potere e poltrone. Può darsi che questa sia l’occasione per elaborare un’alternativa moderna per i futuri rapporti tra proprietà e lavoratori. Obiettivo? Un mondo della rappresentanza che si focalizzi sull’analisi della organizzazione del lavoro e della produzione, sulla conoscenza non solo dei piani di investimento delle imprese ma anche delle prospettive professionali delle persone, con un potenziamento del welfare aziendale: questo è il futuro delle parti sociali, sempre che non vogliano essere spazzate via dal progresso», esamina il presidente Di Renzo. In piena deriva postmoderna, i corpi intermedi maggiormente rappresentativi, non hanno ancora realizzato la fine delle grandi narrazioni e dei forti impianti ideologici, chiusi, come sono, in una realtà artefatta, che esclude il coinvolgimento reale degli individui: «Hanno abdicato ormai da lungo tempo al loro ruolo di rappresentanza, non riuscendo a favorire più la capacità di impresa da un lato e la promozione dei diritti sociali dall’altra. Hanno, infatti, abbandonato quasi completamente la cura di intere categorie, come i precari, gli atipici, i lavoratori au- tonomi e gli stessi imprenditori, per non parlare dei giovani e delle donne. E non è quindi un caso che la disaffezione si palesi in varie occasioni. Per esempio, durante le votazioni per le Rsu: assistiamo ad affluenze risibili, con percentuali che manifestano una partecipazione molto limitata alla vita del sindacato», ricorda il presidente Di Renzo. Ma se Atene piange, Sparta non può certo ridere. Dopo le roboanti dichiarazioni provenienti da viale dell’Astronomia sul rinnovo dei contratti e l’augurio di un ammodernamento nei rapporti contrattuali, il comparto chimico ha visto materializzarsi il rinnovo del contratto collettivo seguendo le stesse procedure di sempre. «Altro che cambiamento delle relazioni tra corpi intermedi e ultimatum vari: si concretizza una moratoria per tutto il 2016 sugli aumenti che bilancia il potenziamento della partecipazione sindacale e delle relazioni e alcuni interventi in materia di welfare, come le ferie solidali. Un discreto colpo alla credibilità dei vertici degli industriali. La Confindustria manifesta così anch’essa uno scollamento tra base e rappresentanti: non vi è più un’identità ben definita, una progettualità manifesta e, pertanto, i singoli membri sembrano procedere in ordine sparso, al netto delle belle dichiarazioni dei forum e delle convention», sottolinea il presidente Cnai Di Renzo, «l’unico vincitore è chi ha puntato sulla fine dell’intermediazione per come l’abbiamo conosciuta fino a oggi». Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538 Web: www.cnai.it E-mail: [email protected] 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 36 Martedì 24 Novembre 2015 FONDO EASI/EBCE I Ced non rinunciano alla formazione professionale Apprendistato ok Stabili i contratti nel 2015 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it S e il contratto di apprendistato è considerato lo strumento prioritario per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, lo è sicuramente per i giovani lavoratori che si apprestano a entrare nel mondo dei Centri elaborazione dati, dove a ottobre 2015 si è registrato un incremento generale dell’occupazione del 7% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Cresce il numero dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato e crescono i contratti a termine e le assunzioni in apprendistato. A differenza di quanto accade negli altri settori produttivi, infatti, all’interno dei Ced l’adozione del contratto di apprendistato non ha subito alcun tipo di flessione legata all’introduzione del contratto a tutele crescenti. Quest’ultimo, in aggiunta all’incentivo alle assunzioni pari a 8.060 euro per tre anni (Circolare Inps n. 17/2015), sebbene rappresenti un forte concorrente per il contratto di apprendistato, non ne ha causato la crisi, quantomeno nel settore dei Ced. Qui le aziende fanno le loro scelte sulla base sì dei vantaggi eco- nomici, ma anche e soprattutto su quelli normativi, contributivi e, non da ultimo quelli formativi. In tale direzione si evidenzia che l’apprendistato, nonostante gli incentivi introdotti dal governo per l’adozione del contratto a tutele crescenti, resta ancora il contratto più conveniente in termini di costo aziendale e contribuzione a carico del datore di lavoro. Oltre al risparmio contributivo sono previsti sgravi fiscali, usufruibili fino a quattro anni in caso di conferma in servizio dell’apprendista. Quest’ultimo, inoltre, al termine del suo percorso formativo sarà inquadrato in una categoria superiore di uno o due livelli rispetto alla categoria in cui è inquadrato al momento dell’assunzione. Il vantaggio però non è solo economico. A favore del contratto di apprendistato depone la disciplina del non computo nell’organico degli apprendisti, i quali «sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per l’applicazione di particolari norme e istituti» (art. 7, comma 3, dlgs n. 176/2011). Inoltre, i limiti meno stringenti in tema di licenziamento che coinvol- gono il contratto a tutele crescenti e il costo certo del recesso non valgono a indebolire l’apprendistato. Apprendistato e contratto a tutele crescenti finiscono per sovrapporsi nei soggetti destinatari tra i 19 e i 29 anni, ma tra le due tipologie contrattuali vi è una profonda differenza. Nel primo caso, l’elemento della formazione consente all’azienda di investire sullo sviluppo delle competenze e, di conseguenza, sul capitale umano della propria organizzazione. Nel secondo caso viene meno questa opportunità. I giovani lavoratori ottengono sicuramente la prospettiva di un contratto a tempo indeterminato, ma la garanzia di una reale crescita professionale e di sviluppo delle competenze all’interno del contesto produttivo è demandata alla libera iniziativa dei datori. In definitiva l’accostamento dell’apprendistato al contratto a tutele crescenti si traduce nello svilimento del carattere distintivo e della componente formativa che da sempre lo contraddistinguono. «Per le aziende, e in particolare per i Ced, l’adozione di un contratto di apprendistato Easi nell’Anagrafe dei fondi sanitari Rinnovata l’iscrizione del Fondo Easi, Ente di assistenza sanitaria integrativa, per i dipendenti Ced, costituito pariteticamente da Assoced e Lait e da Ugl Terziario, all’Anagrafe dei fondi sanitari integrativi. Lo scorso 16 ottobre il Ministero della salute, Direzione generale della programmazione sanitaria, ha comunicato l’avvenuto rinnovo dell’iscrizione di Easi all’Anagrafe dei fondi sanitari di cui al decreto del Ministero della salute del 27 ottobre 2009 (decreto Sacconi). Come noto il decreto prevede che i fondi sanitari integrativi debbano destinare almeno il 20% dell’ammontare complessivo delle proprie risorse economiche annuali a una serie di prestazioni vincolate: prestazioni di assistenza odontoiatrica, di assistenza socio-sanitaria rivolta ai soggetti non autosufficienti, interventi finalizzati al recupero della salute di soggetti temporaneamente inabilitati da malattia o infortunio. Ogni anno l’attestazione viene rilasciata ai fondi sanitari, compresi quelli di matrice contrattuale, che nel rispetto degli standard qualitativi imposti dal Ministero, raggiungono la percentuale minima di risorse (20%), destinate nell’anno precedente alla non autosufficienza, all’inabilità temporanea e all’odontoiatria, come previsto appunto dal decreto dell’ex ministro Sacconi del 2009. Per i dipendenti e per i datori di lavoro che applicano il Ccnl dei Ced, i vantaggi sono rilevanti. Infatti, la presenza di Easi all’interno dell’Anagrafe dei fondi sanitari, da un lato, garantisce ai dipendenti dei Centri elaborazione dati, delle Società tra professionisti e degli Studi professionali non ordinistici, la possibilità di usufruire di prestazioni sanitarie fondamentali per la tutela della salute, spesso difficilmente coperte da Sistema sanitario nazionale; dall’altro consente ai datori di lavoro il beneficio della integrale deducibilità fiscale dei contributi versati al Fondo Easi per l’assistenza sanitaria dei propri dipendenti (art. 51 Tuir). Nel caso specifico si fa riferimento ai contributi che saranno versati nell’anno 2016. «Il rinnovo all’Anagrafe conferma il lavoro proficuo che il Fondo Easi sta portando avanti nell’ottica di un consolidamento delle prestazioni offerte, con particolare riguardo a quelle prestazioni divenute eccessivamente onerose per le famiglie e che il sistema sanitario nazionale non è in grado di garantire», afferma Claudio Ceccarelli, presidente del Fondo Easi. «Il Fondo è costantemente impegnato nel monitoraggio dei cambiamenti dell’offerta pubblica perché, laddove non potrà arrivare la sanità pubblica dovranno necessariamente intervenire i fondi sanitari integrativi e, se si considera il fatto che la spesa sanitaria delle famiglie non è più in grado di compensare quella dello Stato, il ruolo dei fondi sanitari integrativi sarà sempre più incisivo». significa investire in formazione», sottolinea Giancarlo Badalin, presidente di Ebce. «Il nostro ente bilaterale sta avviando un articolato programma di interventi sulla formazione, in favore dei lavoratori e dei datori di lavoro, attraverso l’attivazione di una piattaforma di formazione a distanza che consentirà, da un lato, ai titolari d’azienda di adempiere agli obblighi formativi nei confronti degli apprendisti, e allo stesso tempo garantirà a questi ultimi la possibilità di avvalersi di un programma di formazione certificato a corredo dei propri Piani formativi individuali». L’ampliamento delle competenze professionali degli apprendisti, infatti, è attestato dal Piano formativo individuale, un documento attraverso cui le parti definiscono quale sarà il percorso formativo dell’apprendista. Tale documento, può essere redatto dalle parti individuali del contratto anche facendo ricorso a moduli e formulari definiti dalla contrattazione collettiva e dagli enti bilaterali. «Si tratta di un rinvio alla contrattazione collettiva e alla bilateralità», afferma ancora Badalin, «che assegna a tali fonti un ruolo centrale nella disciplina del contratto. In particolare il Ccnl dei Ced, sottoscritto dalle associazioni datoriali Assoced e Lait e dal sindacato dei lavoratori Ugl Terziario, tra i primi a recepire il T.u. sull’apprendistato attraverso l’accordo del 24 aprile 2012, offre la possibilità per i datori di lavoro aderenti e non aderenti alle organizzazioni stipulanti il Ccnl dei Ced, di sottoporre il Piano formativo individuale, all’attenzione del nostro Ente bilaterale, l’Ebce, affinché si esprima positivamente attraverso il rilascio di un parere di conformità». Il parere di conformità rappresenta infatti una garanzia per la corretta formulazione del Piano formativo individuale, in quanto sottopone all’attenta analisi di esperti professionisti in campo giuslavoristico il programma formativo individuale del lavoratore, definendo la durata e le modalità di erogazione della formazione, le modalità di riconoscimento della qualifica professionale ai fini contrattuale e la registrazione nel libretto formativo. IL CASO DEL GIORNO Validazione del Pfi Sono il consulente di una società di Internet provider che applica ai propri dipendenti il Ccnl dei Ced. Il mio cliente ha intenzione di ampliare l’organico aziendale attraverso l’assunzione di un tecnico informatico con esperienza e di un giovane apprendista. Dalla lettura del contratto collettivo ho appreso che l’Ebce offre la possibilità ai datori di lavoro che applicano il Ccnl dei Ced, di richiedere la validazione del Piano formativo individuale (Pfi) necessario ai fini dell’assunzione di un lavoratore in apprendistato. Quale procedura bisogna seguire per ottenere la validazione? È prevista la possibilità di ricevere assistenza da parte dell’Ebce? L’Ebce è dotato di una propria commissione paritetica, il c.d. Comitato Tecnico, costituita da professionisti del settore giuslavoristico, allo scopo di esprimere, nel rispetto delle norme previste dal Ccnl dei Ced, il parere di conformità in materia di apprendistato. Il Comitato tecnico si occupa della validazione dei programmi formativi e dei contenuti formativi contemplati all’interno del Piano formativo individuale di ciascun apprendista. Il parere di conformità, la validazione e l’assistenza nell’elaborazione del Piano formativo individuale sono offerti a tutte le aziende, iscritte e non all’Ebce, previo pagamento di una quota servizio pari a 140 euro. Le richieste devono essere inviate su apposita modulistica predisposta dall’Ente, rinvenibile sul sito internet www.ccnlced.it/ebce. Il Comitato tecnico si esprime entro 20 giorni dalla ricezione della richiesta di validazione del Piano formativo. Decorso il termine di 20 giorni senza che il Comitato tecnico si sia espresso, il Pfi si considera validato (silenzio assenso). Pagina a cura degli Uffici di Presidenza di Fondo EASI e EBCE Via Duilio n.13, Scala A, Int. 4 - 00192 Roma Tel. 06.45499471 - 06.45499470 E-mail: [email protected] – [email protected] Web: www.cccnlced.it 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 Novembre 2015 37 Azienda Scuola IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Per accettare la nomina in ruolo il supplente deve licenziarsi. Ma c’è ancora tanto da chiarire Fase C, occhio al preavviso Ecco chi può chiedere il differimento della presa di servizio DI ANTIMO DI GERONIMO I docenti che saranno assunti in questi giorni nella fase C e che hanno un altro lavoro, dipendente o parasubordinato, potranno chiedere di differire la presa di servizio nel nuovo ruolo al giorno successivo al decorso del termine di preavviso. È quanto è emerso in una riunione che si è tenuta a Roma, mercoledì scorso, presso il ministero dell’istruzione, tra i vertici dell’amministrazione centrale e i direttori generali degli uffici scolastici regionali. Nel corso dell’incontro i tecnici di viale Trastevere hanno fornito una serie di indicazioni sulla fase C. Che però non saranno trasfuse in alcun provvedimento scritto da parte dell’amministrazione centrale. I vertici ministeriali non hanno chiarito, invece, se il differimento della presa di servizio, a domanda, possa essere applicato anche ai supplenti. Per i quali avrebbero semplicemente detto che possono licenziarsi prima di accettare la nomina in ruolo. E questa cosa non avrebbe alcuna conseguenza sul ruolo stesso. In buona sostanza, non è stato chiarito se la pre- via risoluzione del rapporto di lavoro, da parte del supplente, comporti l’applicazione della sanzione del versamento dell’indennità di preavviso oppure no. L’abbandono della supplenza (più precisamente: il recesso unilaterale senza preavviso) comporta, infatti, diverse sanzioni. Tra queste anche l’onere del versamento dell’indennità di preavviso, da parte del Stefania Giannini lavoratore che non avverta per tempo il dirigente scolastico della propria intenzione di lasciare la supplenza. Questa sanzione si applica anche alla scuola per effetto delle disposizioni contenute nell’articolo 2118 del codice civile. Che rientra tra le norme applicabili al rapporto di lavoro dei lavoratori della scuola statale a causa del rinvio espresso contenuto nell’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo165/2001. co regionale, ma il ministero mata alle regole che vigono Quanto all’entità della dell’istruzione. Ciò perché al momento delle nuove assomma, essa va calcolata in «il personale docente della sunzioni. questo modo. Se il lavorato- scuola si trova in rapporto Le vecchie graduatorie, re che si sia licenziato dunque, non possovanta un’anzianità di no essere prorogate. servizio fino a 5 anni, E ciò vale anche se è I docenti che saranno assunti la sanzione è pari alla lo stesso ministero a somma dell’importo di disporne la proroga in questi giorni nella fase C due mensilità di retricon circolare. e che hanno un altro lavoro, buzione. Come avvenne nel dipendente o parasubordinato, Se l’anzianità di ser2000, allorquando potranno chiedere di differire vizio è superiore a 5 l’amministrazione la presa di servizio anni, ma non superiocentrale ordinò ai nel nuovo ruolo re a 10, la dirigenti scolastisanzione è ci di utilizzare le al giorno successivo di tre mesi vecchie graduatorie al decorso del termine di retribufino a quando non di preavviso zione. Che fossero state pronte salgono a le nuove. 4 se il laIn altre parole, voratore vanta organico con l’Amministra- se i contratti con termine un’anzianità di zione statale della Pubblica fino a nomina dell’avente servizio superio- Istruzione, e non con i singo- diritto sono nulli, è come se re a 10 anni. li istituti (Cassazione, III se- non fossero mai esistiti. Ciò Resta il fat- zione civile n. 19158/2012)». comporta la inapplicabilità to, però, che In buona sostanza, dun- di qualsivoglia sanzione se la legge non que, la tesi della necessità tale contratto venga risolc o n t e m p l a i l della previa cessazione del to, unilateralmente e senza caso specifico contratto a termine potrebbe preavviso, dal lavoratore. del docente pre- risultare inadatta a risolveNessun problema, incario della scuo- re la questione. vece, per coloro che non la, che risolva il Nessun problema, invece, lasceranno la supplenza e contratto a tem- per coloro che intenderanno che differiranno la presa di po determinato abbandonare la supplen- servizio al giorno dopo la p e r a c c e t t a r e za assegnata con contratto scadenza del contratto di un contratto a «fi no a nomina dell’avente supplenza. Nel qual caso, tempo indeter- diritto». Su questa partico- tale termine è fissato al minato con lo lare tipologia di contratto, primo giorno utile dopo il stesso datore di lavoro. Nel infatti, la Corte di cassazio- decorso del termine della caso specifico, peraltro, si ne si è già pronunciata affer- supplenza. tratterebbe di una sorta di mandone la nullità (6851 del Pertanto, i docenti attualnovazione oggettiva e non di 22 marzo 2010). mente impegnati in supun contratto che cessa e di Secondo i giudici di piazza plenze fino al 30 giugno, doun altro contratto che nasce Cavour, sarebbe illegittima vranno prendere servizio nel dal nulla. la prassi secondo la quale, ruolo il 1° luglio prossimo. Giova ricordare che la Su- fino a quando non viene Coloro, invece che lavoprema corte è costante nel pubblicata la nuova gradua- rano con incarichi di supritenere che, in materia di toria di istituto, resta in vi- plenza annuale fino al 31 contratti di lavoro scolasti- gore quella vecchia. Perché agosto, dovranno prendere ci, il datore di lavoro non sia quest’ultima, non essendo servizio dal 1° settembre il dirigente scolastico, né il aggiornata, diventa inser- prossimo. direttore dell’ufficio scolasti- vibile in quanto non infor© Riproduzione riservata %')(*'#"!) !''#)(&$ !"&! 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 38 Martedì 24 Novembre 2015 A Z I E N DA S C U O L A Il Miur chiarisce nelle faq cosa comprarci: sì all’acquisto del tablet, ma non dello smartphone Al cinema con la card dei 500€ Ok anche alle donazioni direttamente alla scuola di servizio DI ANTIMO DI GERONIMO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I 500 euro per la formazione, previsti dalla legge 107, potranno essere utilizzati dai docenti anche per pagare esperti che vengano a tenere corsi di aggiornamento nella scuola dove prestano servizio. Oppure per effettuare donazioni, sempre alla propria scuola. Sono questi alcuni dei chiarimenti contenuti in una serie di Faq pubblicate dal ministero dell’istruzione il 16 novembre scorso. L’amministrazione ha spiegato che i 500 euro possono essere spesi per l’acquisto di libri, pubblicazioni e riviste, anche in formato digitale, non necessariamente attinenti alla disciplina insegnata. Così come previsto dalla legge 107/2015 (art. 1, comma 7), che riconosce fondamentale la formazione professionale del docente nel quadro degli obiettivi formativi, che riguardano competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità. I 500 euro possono essere spesi anche per acquistare personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, tablet. Perché rientrano nella categoria degli strumenti informatici che sostengono la formazione continua dei docenti. Sempre secondo l’amministrazione, altri dispositivi elettronici che hanno come principale finalità le comunicazioni elettroniche, come ad esempio gli smartphone, non sono invece da considerarsi prevalentemente funzionali ai fini promossi dalla carta del docente. Così come non vi rientrano le componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner cartucce, stampanti, pennette usb e videocamere. Tra i software acquistabili rientrano, inoltre, i programmi e le applicazioni destinati alle specifiche esigenze formative di un docente. Per esempio: programmi che permettono di consultare enciclopedie, vocabolari, repertori culturali o di progettare modelli matematici o di realizzare disegni tecnici, di videoscrittura e di calcolo (strumenti di office automation). Con i 500 euro non è possibile, invece, pagarsi un abbonamento per la linea di trasmissione dati Adsl. Perché, sempre secondo il ministero, l’Adsl è una tecnologia di trasmissione dati utilizzata per l’accesso alla rete Internet. Non sarebbe quindi un software destinato alle specifiche esigenze formative di un docente. Per lo stesso motivo non è possibile neppure pagare il pagamento del canone Rai o di una pay tv. La carta del docente può essere usata anche per l’iscrizione a corsi per attività di aggiorna- mento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale. L’elenco degli enti accreditati per la formazione del personale docente è consultabile sul sito internet del ministero dell’istruzione al seguente link: http:// archivio.pubblica.istruzione.it/ dg_pers_scolastico/enti_accreditati.shtml. Il dicastero di viale Trastevere ha chiarito, inoltre, che con la carta del docente possono essere coperte le spese anche per partecipare a corsi on line. Purché siano svolti da università, consorzi universitari e interuniversitari, Indire, istituti pubblici di ricerca o altri enti accreditati dal ministero così come previsto dall’art.1 comma 2 della direttiva Miur 90/2003. Idem per quanto riguarda ogni tipologia di corso organizzato da università o da consorzi universitari e interuniversitari (corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, corsi post lauream o master), come anche un corso destinato specificamente alla formazione degli insegnanti, purché inerente al proprio profilo professionale. I 500 euro possono essere utilizzati anche per corsi di studio di una lingua straniera all’este- LO HA CHIARITO IL TRIBUNALE DI PORDENONE I diplomati magistrali ante 2002 entrano in graduatoria DI ANTIMO DI GERONIMO G li aspiranti docenti di scuola primaria che hanno conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2000/2001 hanno diritto ad entrare nella terza fascia delle graduatorie a esaurimento. Lo ha stabilito il Tribunale di Pordenone in sede di reclamo con un’ordinanza emessa il 10 novembre scorso (r.g. 388/2015). Il collegio ha rigettato il ricorso presentato dall’amministrazione scolastica e ha confermato un decreto d’urgenza emesso dal Tribunale di Ravenna. I giudici di seconda istanza hanno spiegato che l’accesso alle graduatorie a esaurimento non può essere precluso ai diplomati magistrali. Prima di tutto perché il titolo è abilitante per legge. E poi perché il Consiglio di stato ha annullato il decreto ministeriale che impediva a questa particolare tipologia di abilitati di entrare nelle graduatorie. La sentenza del Consiglio di stato, infatti «avendo eliminato dal mondo del diritto un atto regolamentare avente contenuto generale» ha ro. A patto che il corso venga erogato da uno dei soggetti di per sé qualificati per la formazione nella scuola, ovvero dagli «Enti culturali rappresentanti i Paesi membri dell’Unione Europea, le cui lingue siano incluse nei curricoli scolastici italiani», ai sensi della Direttiva del Miur 90/2003, art. 1, comma 2. Idem per coprire le spese dell’esame di certificazione di una lingua straniera. Purché «efficacia erga omnes». E dunque vale anche per i soggetti che a suo tempo non parteciparono al ricorso davanti al giudice amministrativo. Di qui la sussistenza di quello che i giuristi chiamano «fumus boni iuris», letteralmente, il fumo del buon diritto. E cioè l’evidenza della fondatezza del ricorso anche ad una sommaria lettura degli atti da parte del giudice. Che poi è uno degli elementi indefettibili per esperire l’azione giudiziale in via d’urgenza. I giudici hanno ritenuto sussistente anche l’altro elemento necessario per ricorrere d’urgenza: il periculum in mora. Il collegio, infatti, ha accertato la necessità di procedere tempestivamente. Perché il mancato inserimento dei ricorrenti nelle graduatorie avrebbe loro precluso la possibilità di lavorare. I giudici di seconda istanza hanno anche respinto l’eccezione sollevata dall’avvocatura sulla carenza di giurisdizione del giudice ordinario in tale materia. A questo proposito il collegio ha ricordato che le Sezioni unite della Cassazione hanno spiegato a più riprese che in questi casi la giurisdizione è del giudice del lavoro. l’esame sia promosso da uno degli enti certificatori delle competenze in lingua straniera del personale scolastico, che è possibile consultare al seguente link: http://hubmiur.pubblica. istruzione.it/web/istruzione/ dg-personale-scolastico/enticertificatorilingue-straniere. La carta del docente può essere usata anche per pagare il biglietto di rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo. Che non devono essere necessariamente attinenti alla disciplina insegnata. Perchè la formazione professionale del docente, sempre secondo il ministero, riguarda competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità. © Riproduzione riservata CRESCE IL NUMERO DEI DOCENTI DI SOSTEGNO IN DEROGA Studenti disabili a rischio continuità didattica DI S EMANUELA MICUCCI tudenti disabili a rischio continuità didattica. Ma per gli esperti maggiore continuità non è assicurazione di migliore qualità dell’inclusione scolastica. A leggere i dati sono precari oltre 33mila docenti di sostegno: circa il 26%. Infatti, dei 130mila posti attivati nell’attuale anno scolastico oltre un quarto è assegnato a insegnanti non stabilizzati, che quindi cambiano ogni anno. Sebbene il Miur negli ultimi anni abbia cercato di aumentare il numero docenti di sostegno con contratto a tempo indeterminato. Tanto che la Buona Scuola ha previsto 6.446 nuovi posti di sostegno. Però, nell’ultimo anno scolastico, sono aumentati di 11.254 unità i posti di sostegno in deroga, cioè assegnati ai docenti precari: da 117.673 agli attuali 128.927. Da una parte si stabilizzavano migliaia di posti, dall’altra se ne attivano 5.000 in più. C’è un problema di reclutamento, di uffici scolastici, di graduatorie, osserva Dario Ianes, docente universitario di pedagogia speciale e didattica speciale e anima del X convegno internazionale Erickson «La qualità dell’integrazione scolastica e sociale». «Ma la continuità didattica non è necessariamente qualità››, spiega. Sul banco degli imputati la formazione degli insegnanti. Partendo dall’esigenza che l’inclusione è «una questione di classe». Di qui il rifiuto di formare i docenti di sostegno con un percorso universitario specialistico e una classe di concorso a sé come, al contrario, propongono il governo nella delega della Buona Scuola su questo tema e una proposta di legge delle associazioni tra cui la Fish (federazione italiana superamento handicap), che l’ha confermata al convegno Erikson. Condivisa, invece, da a tutti la formazione inziale e quella in servizio obbligatoria. «Deve quindi realizzarsi un curricolo universitario in cui l’inclusività sia trasversale in tutti gli insegnamenti e specifica per non meno di trenta crediti››, si scrive nella prima delle sei proposte della mozione finale del convegno. Dopo la formazione iniziale unitaria e comune, percorsi accademici di specializzazione come arricchimento della professione docente. Non più «specialisti collaterali». Ma un docente di sostegno che sia «prima di tutto insegnante, con una formazione aggiuntiva e solida di servizio all’inclusione per ogni singolo alunno, ogni singola classe, ogni collega». In particolare, illustra Ianes, si tratterebbe di portare «100 mila insegnanti di sostegno in compresenza didattica, facendoli diventare curricolari. In questo modo sia avrebbero più insegnanti titolari in compresenza, mentre gli altri 20mila, selezionati tra i più bravi potrebbero fare gli esperti itineranti nelle varie scuole e dare competenza didattica, operativa, metodologica agli insegnati curricolari». Dunque, formare i docenti curricolari perché facciano integrazione dentro la classe nelle diverse materie. Un sostegno curricolare. Metodo sperimentato in Trentino in 17 classi per 2 anni aumentando la qualità dell’inclusione. Tra le altre proposte, rivedere i curricoli e i percorsi formativi di tutti gli alunni perché «abbiamo bisogno di un curricolo inclusivo non di una check list di discipline e contenuti». Rompere il modello consociativo contrattuale sulla gestione delle risorse del personale. Ripensare al significato del concetto costituzionale di insegnamento, che non è «anarchica differenza di gusti didattistici, ma rigorosa responsabilità deontologica professionale». Infine, formazione durante tutto l’arco della vita professionale, con una precisazione: «la formazione sia di classe». Difronte a problemi che impediscono un’effettiva e reale integrazione scolastica, il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone invita studenti, genitori e insegnati a rivolgersi ai Centri territoriali di supporto (Cts), e ai Centri territoriali per l’inclusione (Cti), che uniscono scuole in rete tra loro: ‹‹assolvono a questo compito anche grazie agli sportelli d’ascolto per famiglie e docenti». 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Martedì 24 N Novembre 2015 A Z I E N DA S C U O L A 39 Il 2 dicembre l’udienza per discutere sul ricorso dei sindacati contro la legge 107/15 I precari esclusi davanti al Tar Obiettivo: portare la BuonaScuola alla Consulta DI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it È CARLO FORTE fissata per il prossimo 2 dicembre, davanti al Tar del Lazio l’udienza di discussione del ricorso presentato Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda contro l’esclusione dei precari non inclusi nelle graduatorie a esaurimento dal piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015. Continuano le azioni unitarie delle organizzazioni sindacali contro la legge 107. Che il 28 novembre prossimo hanno indetto anche una grande manifestazione a Roma, chiamando alla mobilitazione tutti i lavoratori del pubblico impiego, per protestare anche contro il mancato rinnovo del contratto di lavoro e sull’esiguità dei fondi messi a disposizione dal governo. Per adeguare le retribuzioni del pubblico impiego, ferme dal 2009, la legge di stabilità stanzia appena 300 milioni. A conti fatti: 7 euro lordi al mese di aumento. Il corteo prenderà le mosse introno alle ore 12.00 da piazza della Repubblica e terminerà a piazza Madonna di Loreto con il comizio finale dei segretari generali. Quanto al ricorso pendente davanti al Tar, che è il primo di una serie di azioni legali già poste in cantiere, il provvedimento impugnato è il decreto ministeriale 767 del 17 luglio 2015. In particolare l’articolo 2, che individua i destinatari del piano straordinario di assunzioni in ruolo e, in applicazione di quanto prevede la legge 107/2015, esclude alcune tipologie di personale precario: molti lavoratori in possesso dei requisiti previsti dalla Corte di giustizia europea (abilitazione più 36 mesi di servizio) il personale docente della scuola dell’infanzia escluso dai posti di potenziamento e il personale Ata. L’intento del ricorso è di ottenere l’annullamento della legge nella parte in cui esclude le diverse categorie di docenti, chiedendo contestualmente il rinvio della legge 107/2015 alla Corte costituzionale e il coinvolgimento della Commissione europea rispetto alla violazione dei principi sulla stabilizzazione dei precari. Secondo quanto si legge in una nota congiunta dei 5 sindacati firmatari del contratto: «La prima azione legale si concentrerà sui motivi di illegittimità dei criteri previsti per evidenziare l’infondatezza sul piano giuridico, oltre che politico-sindacale, dell’operato dell’amministrazione». Le altre azioni legali riguarderanno, invece, altri profili della legge 107/2015, già contestati dalle organizzazioni sindacali durante il processo di approvazione del provvedimento e cioè: «La mancata tutela della libertà d’insegnamento, la chiamata diretta, il cosiddetto merito e, novità di questi giorni, la revi- sione delle classi di concorso». Le azioni consisteranno nell’impugnazione dei provvedimenti attuativi che saranno emanati dall’amministrazione per dare esecuzione alla legge. Ulteriori contenziosi scaturiranno, invece, da quelle che i sindacati appellano come «incursioni in materia contrattuale, illegittime e sanzionabili, come affermato di recente dalla Corte costituzionale». Il riferimento è ai provvedimenti di legge con i quali, nel corso degli anni, il governo è intervenuto a bloccare l’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita. Ed è proprio sul blocco dei contratti che la Corte costituzionale è intervenuta di recente sanzionando il protrarsi di questa situazione, di fatto, imponendo alo governo di aprire le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro per tutti i lavoratori del pubblico impiego, scuola compresa. Secondo la Consulta «Se i periodi di sospensione delle procedure negoziali e contrattuali non possono essere ancorati al rigido termine di un anno è parimenti innegabile che tali periodi debbano essere comunque definiti e non possano essere protratti ad libitum». Il carattere ormai sistematico della sospensione della contrattazione collettiva sconfina, sempre secondo il giudice delle leggi, in un bilanciamento irragionevole tra la libertà sindacale (tutelata dall’articolo 39, primo comma, della Costitu- zione) e le esigenze di razionale distribuzione delle risorse e controllo della spesa, all’interno di una coerente programmazione finanziaria sancite dal primo comma dell’articolo articolo 81 della Carta costituzionale. E dunque, sempre secondo la Corte costituzionale, il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art. 39 della Costituzione, proprio per questo, non è più tollerabile. Ciò vale solo dal 23 luglio scorso. Perché «solo ora si è palesata appieno la natura strutturale della sospensione della contrattazione», si legge nella sentenza, «e può, pertanto, considerarsi verificata la sopravvenuta illegittimità costituzionale, che spiega i suoi effetti a séguito della pubblicazione di questa sentenza». In buona sostanza, il princi- pio violato è quello della libertà sindacale, che si concreta nel potere di stipulare i contratti collettivi che hanno forza di legge per tutti gli aderenti alle categorie rappresentate. Ad oggi, dopo l’avvento della riforma Brunetta, le materie in cui le regole vanno scritte al tavolo negoziale sono le retribuzioni, la prestazione, la mobilità e le assenze tipiche. DECALOGO SULLE NUOVE TUTELE EUROPEE PER STUDENTI DELLE SUPERIORI E-commerce, l’Antitrust forma nelle scuole i giovani consumatori Acquisti online, gli studenti non abboccano ad abusi e pratiche commerciali scorrette. A informare i giovani e-buyers sulle nuove tutele a cui possono accedere grazie alla normativa europea è l’Antistrust con una campagna di sensibilizzazione per gli studenti degli ultimi due anni delle superiore. Realizzato in collaborazione con il Miur e la Commissione dell’Unione europea, il progetto è appena ripartito in alcune scuole di Roma, Napoli e Palermo per proseguire lungo tutta l’Italia, coinvolgendo da Nord a Sud circa 2 milioni e mezzo di studenti e raggiungendo 5.000 istituti statali e paritarie. Una formazione «porta a porta» che informa e tutela gli studenti su garanzie, casi specifiche, modalità di denuncia degli abusi e consigli utili per evitare problemi. Dalla verifica delle caratteristiche del sito su cui si fanno acquisti alla genuinità dei blog informativi, passando per le modalità di pagamento e per l’esistenza o meno dei riferimenti del venditore on line, fino alla possibilità concreta di esercitare i diritti di recesso e garanzia. Pillole di commercio elettronico basate sul decalogo della nuova normativa europea, fulcro delle lezioni con gli esperti dell’Antitrust. Gli alunni, che sempre più utilizzano smartphone e altri devices mobili per navigare e comprare prodotti e servizi online, sapranno evitare spese e costi nascosti su internet, riconoscere prezzi poco trasparenti, conosceranno il divieto delle caselle preselezionate sui siti web. Inoltre, potranno esercitare il diritto di cambiare idea sugli acquisti fatti online entro 14 giorni e il diritto di rimborso esteso a 14 giorni dal momento del recesso. Apprenderanno che è stato introdotto nell’intera Unione europea un modulo di recesso standard e che sono state eliminate le sovratasse per l’uso di carte di credito e di servizi di assistenza telefonica. Saranno preparati a chiedere e ottenere informazioni più chiare su chi supporta le spese di restituzione delle merci. Info: www.agcom. it/stampa/progetto-scuola.html Emanuela Micucci RADDOPPIA QUOTA-ALUNNO, INCENTIVI PER SCUOLE IN RETE. GIANNINI: RISORSE SALITE A 223 MLN Fondo funzionamento, nuovi criteri dal prossimo anno scolastico DI I EMANUELA MICUCCI nuovi criteri per l’assegnazione del fondo di funzionamento amministrativo e didattico delle scuole sono stati fissati con la firma, lo scorso martedì, del ministro dell’istruzione Stefania Giannini sull’apposito decreto, già registrato alla Corte dei Conti. Ma per vedere applicati i nuovi parametri bisognerà aspettare il prossimo anno scolastico. I nuovi criteri per la distribuzione delle nuove risorse per l’alternanza scuolalavoro, contenuti nello stesso decreto, invece, entreranno a regime da gennaio 2016: 100 milioni all’anno attribuiti in base al numero degli studenti e al diverso numero di ore di alternanza da svolgere negli istituti tecnici e professionali, almeno 400 ore, e nei licei, almeno 200 ore. Assegnando, quindi, da gennaio alle scuole gli 8/12 del fondo di 100 milioni previsto sull’esercizio finanziario 2016 per l’attuale anno scolastico. La riforma della Buona Scuola, infatti, non ha solo aumentato da 111 milioni di euro a 233 milioni la quota di finanziamento statale che ogni anno le scuole ricevono, ma ha anche introdotto delle novità sulle loro modalità di assegnazione calibrandole sulle specificità di ciascuna istituzione scolastica (commi 11 e 30 della L. 107). ‹‹Con un occhio alla numerosità degli alunni, alla presenza di studenti diversamente abili, alla tipologia di indirizzo, al territorio in cui ciascuna istituzione si colloca››, spiega Giannini. Così, raccogliendo i suggerimenti dei dirigenti scolastici, cresce la quota per alunno assegnata alle scuole: per le primarie le risorse passeranno dagli attuali 8 euro per studente a 20 euro, mentre quelle per gli istituti tecnici aumenteranno da 24 a 36 euro. Incentivi, poi, per le scuole capofila di reti per la formazione del personale. A disposizione 1.000 euro in più l’acquisto di beni e di servizi e per il supporto amministrativo-contabile. Aumenta di 12 e 20 euro, a seconda del grado di istruzione, la quota per le classi terminali a supporto dei costi del materiale per gli esami di Stato. Previste risorse aggiuntive per le scuole con corsi serali, per le scuole ospedaliere che coinvolgono circa 72.700 studenti e per quelle carcerarie. I nuovi parametri del fondo di funzionamento tengono conto anche dei nuovi indirizzi nati dopo la riforma delle superiori, come il liceo musicale, quello sportivo e quello delle scienze applicate, e di realtà come i Cpia, Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, rivisti di recente. Per ogni scuola è previsto lo stanziamento di una quota fissa (2.000 euro) e uno aggiuntivo per ogni sede aggiuntiva (200 euro). Le organizzazioni sindacali ricordano di aver più volte chiesto al Miur una revisione dei criteri di assegnazione del fondo di funzionamento che, risalenti al 2007 (DM 21), dopo le ripetute ristrutturazioni di dimensionamento delle scuole negli ultimi anni, non corrispondono più alle esigenze delle istituzioni scolastiche. ‹‹E’ stato accolto il principio di una revisione periodica dei nuovi criteri che avevamo avanzato››, sottolinea la Fcl-Cgil, ribadendo altre proposte fatte alla direzione generale del bilancio del ministero. Tra cui, assegnare ai comuni e alle asl il compito di individuare e pagare, rispettivamente, il responsabile per il servizio di prevenzione e protezione e il medico asl; liberare le scuole dall’incombenza di pagare i revisori dei conti, che invece dovrebbero essere retribuiti da Miur e Mef. Per l’attuale anno scolastico le risorse del fondo di funzionamento sono state erogate alle scuole con i vecchi criteri per consentire da subito la programmazione. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 40 Martedì 24 Novembre 2015 A Z I E N DA S C U O L A Imminente il varo del decreto per presentare le domande di cessazione dal servizio Il Miur accelera sui pensionamenti Per consentire la copertura di circa 20mila cattedre DI NICOLA MONDELLI http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I l Miur vuole accelerare sui pensionamenti nelle scuole aventi effetto dal 1° settembre 2016. Voci raccolte all’interno del ministero di viale Trastevere riferiscono che potrebbe essere imminente l’emanazione da parte del ministro dell’istruzione dell’annuale decreto che fissa il termine ultimo(quello iniziale era il 1° settembre 2015) per la presentazione, da parte del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola, in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, delle domanda di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite massimo di servizio, di dimissioni volontarie, di trattenimento in servizio per il raggiungimento del minimo contributivo, di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con contestuale riconoscimento del trattamento di pensione, di opzione donna, con effetti appunto dal 1° settembre 2016, ovvero per revocare una do- manda già presentata. Se le voci trovassero conferma nei fatti si tratterebbe, rispetto a quanto è avvenuto negli anni scorsi, di una anticipazione nell’emanazione del decreto, con conseguente anticipazione del termine ultimo per la presentazione delle medesime domande, termine che, nello scorso anno, era stato fissato per il 15 gennaio 2015. Anticipare, ad esempio, di un mese l’inizio delle operazioni relative alle domande di cessazione dal servizio potrebbe consentire con largo anticipo una individuazione dei posti e delle cattedre che si renderebbero disponibili per le operazioni di mobilità per l’anno scolastico 2016/2017. Conoscere anticipatamente il numero delle domanda di cessazione dal servizio faciliterebbe inoltre le operazioni di mobilità, operazioni che si preannunciano complesse e delicate per effetto degli incarichi a tempo indeterminato con sede provvisoria conferiti, in applicazione delle disposizioni contenute nella legge n. 107 del 13 luglio Tito Boeri 2015, a circa novantacinquemila docenti. Poiché l’emanando decreto non dovrebbe contenere modifiche sostanziali relativamente ai requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa vigente (decreto legge 201/2011 - riforma Fornero) per l’accesso alla pensione anticipata o a quella di vecchiaia, il numero del personale docente ed Ata che potrebbe essere interessato a presentare la domanda di cessazione dal servizio con effetto, appunto, dal 1° settembre 2016, non dovrebbe superare, stando ai dati in possesso di Azienda Scuola, le ventimila unità di cui, indicativamente, ventimila docenti e quattromila Ata. Un numero di cessazioni dal servizio inferiore, pertanto, del 35 per cento rispetto a quello che è stato registrato dal 1° settembre 2015. Il numero di ventiquattromila unità di personale sarebbe costituito dall’ultima trance di quel personale della scuola che alla data del 31 dicembre 2011 poteva fare valere la «quota 96» (sessanta anni di età e trentasei di contributi o sessantuno anni di età e trentacinque di contribuzione; se donne, sessantuno anni di età e almeno venti anni di contribuzione); da alcune migliaia di docenti o personale Ata che, alla data del 31 dicembre 2016, potranno fare valere o l’età anagrafica(sessantasei anni e sette mesi) o l’anzianità contributiva( quarantadue anni e dieci mesi per gli uomini e quarantuno anni e dieci mesi per le donne) richieste dalla normativa vigente; dal personale femminile che vorrà usufruire dell’opzione donna; dal personale che chiederà la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale congiuntamente all’accesso alla pensione anticipata e da quello che otterrà il beneficio previsto dalla 7^ legge di salvaguardia. Non potranno, invece, chiedere di accedere al trattamento pensionistico i docenti e il personale Ata che la «quota 96» l’ anno maturata successivamente al 31 dicembre 2011 ma entro il 31 agosto 2012.A normativa vigente la maggior parte di quest’ultimo personale potrà infatti accedere al trattamento pensionistico solo a decorrere dal 1° settembre 2017. Il quadro come sopra prefigurato potrebbe comunque subire notevoli modifiche se entro i primi mesi dell’anno 2016 dovessero essere approvate quelle norme di flessibilità per l’accesso alla pensione auspicate da più parti ivi compreso il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi. © Riproduzione riservata I CONTENUTI DELLA CIRCOLARE DELL’ISTITUTO DI PREVIDENZA DEL 18 NOVEMBRE 2015 Pensione di reversibilità, ecco chi ne ha diritto DI FRANCO BASTIANINI N ella erogazione della pensione di reversibilità deve essere garantita l’uniformità delle prestazioni agli aventi diritto, superstiti di pensionati e assicurati delle diverse gestione dell’istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), ivi compresa la gestione dell’ex Inpdap, l’istituto nazionale di previdenza dei pubblici dipendenti soppresso a decorrere dal 1° gennaio 2012 ed inglobato nell’Inps. Lo ha ribadito l’istituto nazionale di previdenza sociale con la circolare n. 185 del 18 novembre 2015. Al fine di garantire una uniformità di trattamento l’istituto di previdenza ha, con la predetta circolare, fornito un articolato riepilogo delle disposizioni vigenti in materia di pensione ai superstiti che vanno applicate indifferentemente agli aventi diritto, superstiti di pensionati e assicurati appartenenti alle diverse gestioni dell’istituto ivi compreso l’ex Inpdap. In estrema sintesi vengono indicati la natura della pensione di reversibilità, i destinatari e la misura della pensione ai superstiti. Denominazione giuridica della pensione di reversibilità. In caso di morte di assicurato o pensionato iscritto presso la gestione ex Inpdap, la pensione ai familiari superstiti che ne hanno diritto sorge a condizione che il de cuius sia titolare di pensione diretta (vecchiaia, anticipata, anzianità, inabilità e pensione di invalidità) ovvero avendone diritto, ne abbia in corso la liquidazione. In tal caso la pensione ai superstiti assume la denominazione giuridica di pensione di reversibilità. Nella circolare e in estrema sintesi vengono indicati i destinatari della pensione di reversibilità. Coniuge superstite, separato, divorziato Il conseguimento del diritto al trattamento pensionistico da parte del coniuge dell’assicurato e del pensionato deceduto non è subordinato a nessuna condizione soggettiva. Il diritto al trattamento pensionistico spetta anche al coniuge separato ma solo nel caso in cui risulti titolare di assegno di mantenimento stabilito dal tribunale. Il diritto cessa se passa a nuove nozze. Spetta inoltre al coniuge divorziato che abbia la titolarità dell’assegno periodico divorzile; non risulti passato a nuove nozze oppure quando la data di inizio del rapporto assicurativo del de cuius sia anteriore alla data di sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio. Figli ed equiparati. Venuta meno, per effetto del decreto legislativo 154/2013, la discriminazione tra figli legittimi e figli naturali, hanno diritto alla pensione ai superstiti i figli e le persone ad essi equiparati che alla data del decesso dell’assicurato o del pensionato non abbiano superato il 18° anno di età o, indipendentemente dall’età, siano riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di quest’ultimo. Il limite di 18 anni è elevato a 21 anni in caso di frequenza a scuola media o professionale e a tutta la durata del corso di laurea, ma non oltre al 26° anno di età, in caso di frequenza all’università. Genitori. In assenza del coniuge e dei figli o se, pur esistendo essi non abbiano diritto a pensione ai superstiti, il diritto al trattamento pensionistico è riconosciuto ai genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età; non siano titolari di pensione diretta o indiretta o siano a carico del lavoratore deceduto. Fratelli celibi e sorelle nubili. In assenza del coniuge,dei figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, il diritto al trattamento pensionistico in parola è riconosciuto ai fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione diretta o indiretta e siano a carico del lavoratore deceduto. Dopo averlo acquisito il diritto alla pensione di reversibilità si perde alla cessazione dello stato di invalidità, qualora fratello o sorella diventano beneficiari di altra pensione ovvero contraggono matrimonio. Misura della pensione ai superstiti. La pensione ai superstiti, che decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o assicurato, spetta in una quota percentuale della percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato. Le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure: coniuge solo: 60 per cento; coniuge e un figlio: 80 per cento; coniuge e due o più figli: 100 per cento. Qualora abbiano diritto alla pensione soltanto i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquota sono invece le seguenti: un figlio: 70 per cento; due figli: 80 per cento; tre o più figli: 100 per cento; un genitore: 15 per cento; due genitori: 30 per cento; fratelli o sorelle con percentuali, a seconda il loro numero, che vanno dal 15 al 100 per cento. Disposizioni finali. Le domande di pensione non ancora definite e quelle relative a decessi successivi alla data di pubblicazione della circolare dovranno essere definite, si legge infine nel documento dell’istituto di previdenza, tenendo conto dei chiarimenti in essa forniti. Per quanto non previsto espressamente continueranno ad applicarsi le disposizioni già operanti in materia. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it A Z I E N DA S C U O L A Martedì 24 N Novembre 2015 41 Scelti dall’1% dei diplomati, eppure l’80% trova lavoro. Indire: imprese poco coinvolte Its, Miur al lavoro per il rilancio Toccafondi: presto una commissione nazionale d’indirizzo ne delle aziende. ‹‹Le 3.156 imprese coinvolte a on più solo Its, istituti vario titolo negli Its rappresentecnici superiori. Ma tano lo 0,07% del totale e circa anche Accademie di i ¾ ha meno di 50 addetti››, ilspecializzazione tec- lustra Antonella Zuccaro che nica. Si lavora ad arricchire il cura il monitoraggio dell’Indire nome delle 82 scuole post diplo- sugli Its. ‹‹Le grandi imprese, ma che formano, in un biennio quelle dai 250 addetti in su, non universitario, i supertecnici rappresentano il 6,5% delle in aree strategiche per lo svi- aziende coinvolte negli Its››, ma lo sono soprattutto come socie luppo del Paese. delle fondaAd annunzioni. ciarlo il Miur, Invece le nei giorni scorpiccole e medie si, al Seminario imprese sono tecnico per la maggiormenpredisposiziote disponibili ne delle linee a ospitare gli guida per la studenti per semplificazione stage e tirocie la promozione ni. ‹‹L’idea di degli Its. Its nelle faA 5 anni miglie italiadalla nascita, ne, ma anche gli Its ‹‹devono nelle scuole e fare uno scatto Gabriele Toccafondi negli studenin avanti››, spieti, non c’è››, ga il sottosegretario all’istruzione Gabriele ricorda Giorgio Spanevello, Toccafondi. ‹‹È il momento direttore dell’Its meccatronico di individuare la strategia per di Vicenza, proponendo ‹‹la conrilanciare e consolidare il siste- vocazione di un tavolo tecnico ma degli Its e farlo diventare il che definisca il problema della canale di formazione terziaria comunicazione attraverso un di questo Paese, efficace e visi- approccio professionale e un bile, alternativo all’università, coordinamento nazionale e regionale per le attività di oriendi pari dignità››. In questi istituti per super- tamento scolastico››. «La Buona Scuola attraverso tecnici, infatti, il 79,9% di diplomati che lavora a un anno l’alternanza scuola-lavoro aiudalla fine del corso: ben 1.236 terà molti a consolidare la presenza degli studenti negli Its››, occupati su 1.549 diplomati. Tuttavia sono percorsi anco- nota il capo dipartimento del ra di nicchia, nonostante ne sia- Miur Rosa de Pasquale. Il monitoraggio dell’Indino stati attivati 363, di cui 205 sono già conclusi diplomando re, poi, mostra solo 32 Its che 3.095 studenti, mentre nel 2015 hanno fornito 3 diversi materiali sulle proprie attività oltre li frequentano 4.582 giovani. L’Italia resta il fanalino di i corsi. Di questi solo 4 fanno coda con l’1% di studenti che apprendistato, ancora meno occupa il settore terziario supe- ricerca. Tra questi l’Its in biotecnoriore professionalizzante contro il 10% della media Ocse. Basso logie di Pomezia che punta anche il dato sulla partecipazio- sulle start up per ‹‹portare nel DI N http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it SCUOLE & AUTONOMIA EMANUELA MICUCCI Studiare all’estero con le borse di studio Inps DI U MICHELA DEI n anno scolastico all’estero con il Programma Itaca realizzato dall’Inps e da Navigando. L’organizzazione, specializzata in interscambi culturali, dà la possibilità di usufruire delle 860 Borse di studio bandite dall’Inps in favore di studenti che frequentano la seconda o la terza classe della scuola superiore di secondo grado, figli o orfani di dipendenti o ex dipendenti pubblici. Grazie alla collaborazione con il network Yfu, Youth for understanding, gli studenti avranno l’opportunità di scegliere la giusta esperienza tra più di 50 destinazioni in Europa o nel resto del Mondo, in college o famiglia, per la durata di un trimestre, un semestre o un anno scolastico. Le borse di studio Inps copriranno le spese scolastiche, di vitto e alloggio, dei tra- sistema innovazione e dare innovazione ai ragazzi››, osserva il presidente Giorgio Maracchioni. Così, dentro l’Its sono nate le aziende Cosmesia e Agri.Bio. Eco. ‹‹Il Miur ha stabilizzato il fondo nazionale per gli Its e sta lavorando a risorse aggiuntive sulla quota premiale (che la legge 107 ha portato al 30%) per interregionalità (ora attiva in solo 2 Its), mobilità degli studenti e fusione degli Its››, annuncia Toccafondi. Sul piatto ci sono anche 20milioni di fondi europei Pon e le risorse del Piano nazionale per la ricerca. ‹‹Si costituirà la Commissione nazionale indirizzo presso il Miur con la presenza dei ministeri del lavoro, dello sviluppo economico sporti, del viaggio di andata e ritorno e di altre spese. Attraverso il programma gli studenti non solo potranno imparare una nuova lingua, ma comprendere che esistono diversi modi di vedere il mondo condividendo tradizioni, costumi e usanze lontane. I ragazzi e le famiglie verranno supportati in questo percorso con l’esclusiva formazione on line e residenziale prima e dopo l’esperienza all’estero grazie al supporto di personale qualificato. Le iscrizioni on line potranno essere presentante fino al 13 Dicembre 2015. Dopo l’uscita delle graduatorie dei richiedenti aventi diritto, si potrà indicare la scelta del soggiorno fino al 5 Febbraio e presentare tutta la documentazione richiesta entro il 31 marzo 2016. Info: www.navigando.it © Riproduzione riservata e dell’economia, delle regioni, le parti sociali, gli imprese e le fondazioni, l’Indire ed eventuali esperti››, conclude. Compito: valutazione dell’appropriatezza degli its rispetto ai settori produttivi; proposta di indirizzo e innovazione; elaborazione di standard nazionali qualitativi, aggiornamento delle aree tecnologiche, degli ambienti e delle figure nazionali di riferimento dell’Its. © Riproduzione riservata Green jobs, progetto ExTraRES per le scuole L’offerta di green jobs in Italia è in continua crescita, anche grazie alle oltre 372 mila imprese della Penisola che hanno scelto di puntare sulla sostenibilità ambientale. A fronte però di questo mercato del lavoro «vivace», soprattutto nel settore delle fonti rinnovabili, l’Ocse ha lanciato un grido di allarme per l’Italia sul fronte scuola, invitando ad operare maggiormente nel settore della formazione ambientale. Per incentivare i giovani ad avvicinarsi a questi temi, conoscere le opportunità offerte dal settore della green economy attraverso l’esperienza diretta in azienda, è nato il progetto ExTraRES ( Exchange and Training in Renewable Energy Sector),il progetto di mobilità transnazionale per studenti degli istituti di istruzione superiore tecnici e professionali, che facilita il contatto tra studenti e mondo delle imprese europee che operano nella green-economy. Il progetto è promosso dalla multiutility Estra Spa, nell’ambito del Programma Europeo Erasmus+, Azione Mobilità ai Fini dell’Apprendimento, ambito Formazione Professionale, di cui Isfol è Agenzia Nazionale. L’obiettivo è offrire a 105 studenti italiani degli istituti superiori partner (età compresa tra i 18 e i 21 anni) un tirocinio formativo di 2 mesi in imprese del settore della green economy in Belgio, Grecia, Malta, Portogallo, Regno Unito e Spagna. Il fine è quello di trasferire ai partecipanti conoscenze per lavorare nei settori della sostenibilità ambientale, produzione energia da fonti rinnovabili, riciclo, bioedilizia e accrescere così la loro competitività sul mercato del lavoro, che può contare ad oggi su più di 3 milioni di lavori verdi. Il progetto, che coinvolge 15 scuole in 4 regioni italiane (Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria), è la continuazione del primo progetto Extrares, grazie al quale gli studenti si sono recati in Germania, Olanda Malta, Inghilterra, Svizzera, Portogallo e Spagna. La partecipazione al progetto è aperta a tutti gli studenti o ai neodiplomati (da almeno un anno), residenti in Italia, provenienti dalle scuole superiori partner. Prima della partenza, gli studenti seguiranno un percorso di orientamento sull’esperienza all’estero. Info. https://www.estraspa.it Maxi-formato Contaminazione di stili 100% Case italiane TUTTO NUOVO. IN EDICOLA è un magazine www.classabbonamenti.com 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 42 A Z I E N DA S C U O L A Martedì 24 Novembre 2015 L’ESPERTO RISPONDE/Quando scatta la richiesta di accertamento dello stato di malattia Le fasce di reperibilità saltano se l’infortunio è sul lavoro I l quesito che pongo anche a nome di alcuni colleghi collaboratori scolastici è il seguente: è vero, come sostiene un delegato sindacale, che c’è una precisa norma che disciplina l’obbligatorietà della richiesta di accertamento dello stato di malattia del dipendente scolastico e l’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità? lettera firmata La norma a cui fa riferimento il delegato sindacale è, presumibilmente per quanto attiene alle fasce di reperibilità, l’articolo 2 del decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 18 dicembre 2009, n. 206, articolo che non ci risulta essere stato modificato o abrogato. Dispone detto articolo che sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di repe- Opzione donna, quando è possibile Sono una docente di 61 anni e 35 anni di servizio che compirò entro il 31 dicembre 2015. Vorrei accedere alla pensione utilizzando l’istituto dell’opzione donna. So che la domanda si fa entro la fine di ottobre. Ho un’invalidità del 73 per cento ed a novembre devo fare l’aggravamento, anche perché sto sempre male. È vero che danno una pensione al di sotto dei 1000 euro ? lettera firmata Maturando i 35 anni di servizio entro il 31 dicembre 2015 e potendo fare valere l’età anagrafica richiesta, ha titolo a utilizzare l’istituto dell’opzione donna. Essendo lei una dipendente scolastica la domanda di cessazione dal servizio potrà essere presentata entro i termini che saranno disposti dal ministro dell’istruzione. Il pensionamento avrà effetto dal 1° settembre 2016. Le ricordo che se intende utilizzare l’istituto della “opzione donna” deve mettere in conto due pesanti penalizzazioni: il trattamento pensionistico le verrebbe liquidato a decorrere al 1° settembre 2017 e il calcolo per determinare l’ammontare della pensione verrebbe disposto con il solo sistema contributivo. Una penaliz- Proroga della supplenza se cambia la patologia Sto supplendo un collega assente per malattia che ha già manifestato l’intenzione di prolungare l’assenza fino alla fine dell’anno scolastico chiedendo l’aspettativa per gravi patologie. Vorrei sapere se ho diritto alla proroga del contratto anche se cambia il motivo dell’assenza. lettera firmata L’interessata avrà diritto alla proroga del contratto. L’ articolo 40 del contratto nazionale di lavoro dispone, al comma 3, che «qualora il docente titolare si assenti in un’unica soluzione a decorrere da una data anteriore di almeno sette giorni dall’ inizio di un periodo predeterminato di sospensione delle lezioni e fino una data non inferiore a sette giorni successivi a quello di ripresa delle lezioni, il rapporto di lavoro a tempo determinato debba essere costituito per l’intera durata dell’assenza. Rileva esclusivamente l’oggettiva e continuativa assenza del titolare indipendentemente dalle sottostanti procedure giustificative dell’assenza del titolare medesimo». Carlo Forte © Riproduzione riservata I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo: [email protected] Aspettativa speciale per incarichi direttivi Un docente di scuola su- Azienda Scuola il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti. Inoltre l’inserto Marketing Oggi. per lei a meno di 1€ a settimana CON L’ABBONAMENTO, AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI LEGGERE SUL SITO WWW.ITALIAOGGI.IT I SINGOLI ARTICOLI DEL GIORNO! 43,00 UN ANNO A SOLI FAX POSTA E-MAIL Invii il coupon al numero verde Spedisca il coupon in busta chiusa a: Spedisca una e-mail con la richiesta a: 800-822 196 ItaliaOggi, Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano [email protected] Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00 anziché € 104,00, con lo sconto del 59% Nome Cognome Professione Indirizzo N. Cap Città Prov. Telefono / Cell. E-mail MODALITÀ DI PAGAMENTO I1500156 " Bollettino di conto corrente postale che mi invierete " Bonifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio, codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specificare causale di pagamento) " Addebito sulla mia Carta di Credito " CartaSi/Visa " Diners " CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard " American Express " BankAmericard N. Data 59 % Scad. Firma Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir. anziché € 104,00 Sconto del Con ogni probabilità, il docente in questione usufruisce di un’aspettativa speciale prevista dal comma 4 dell’articolo art. 15-septies del decreto legislativo 502/92. Tale aspettativa, fruibile anche dal personale della scuola, per effetto del rinvio operato dall’ultimo comma o dell’articolo 15 del vigente contratto di lavoro, è reiterabile e segue la durata dell’incarico, compresi gli eventuali rinnovi. Antimo Di Geronimo zazione quest’ultima che rende plausibile la previsione di una pensione al di sotto di 1.000 euro. Per cercare di aggirare le suddette penalizzazioni, le consiglio di valutare, tenuto conto della sua invalidità e dello stato di salute non buono, se non sia il caso di chiedere alla apposita commissione medica una dichiarazione di inidoneità sia alla funzione docente che a qualsiasi altra attività nell’ambito scolastico. Nicola Mondelli Tutti i Martedì su ItaliaOggi € periore ottiene ogni anno un incarico da dirigente dell’azienda sanitaria locale fruendo dell’aspettativa. La cosa va avanti da 5 anni. Sul contratto c’è scritto che l’aspettativa per andare a svolgere un altro lavoro è di un anno. Come è possibile tutto ciò? lettera firmata ribilità i dipendenti per i quali l’assenza è etiologicamente riconducibile ad una delle seguenti circostanze: patologie gravi che richiedono terapie salvavita, infortuni sul lavoro, malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio, stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta. Sono anche esclusi i dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certif icato. Quanto alla obbligatorietà della richiesta di visita fiscale, tale obbligo non sussiste, stando a quanto si legge nella nota del dipartimento della funzione pubblica n. 30536 datata 24 luglio 2012, qualora nella documentazione medica risulti chiaramente il collegamento con una delle infermità di cui al predetto articolo 2. Franco Bastianini 61,00 di RISPARMIO Ben 30 numeri GRATIS Ben € Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. I dati personali che la riguardano verranno trattati per dare esecuzione all’abbonamento a Italia Oggi da Lei richiesto e, in caso di suo consenso, per finalità di marketing di prodotti/servizi di Italia Oggi Editori-Erinne Srl e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti nonché di terzi. Il conferimento dei dati è necessario per dare seguito all’abbonamento e/o al servizio e/o all’invio del prodotto. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 d.lgs 196/03 rivolgendosi a Italia Oggi Editori-Erinne Srl. I dati non verranno diffusi e verranno trattati nell’ambito dell’organizzazione del/i Titolare/i da soggetti qualificati come incaricati. Titolare/i del trattamento è Italia Oggi Editori-Erinne Srl, Via M. Burigozzo 5, Milano. Consento all’attività di marketing inerente ai prodotti/servizi del Titolare. Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi e/o di società collegate e/o controllanti e/o controllate della Casa Editrice Class Editori. ! http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Escluse anche se le patologie richiedono terapie salvavita WWW.CLASSABBONAMENTI.COM SI NO SI NO OFFERTA VALIDA FINO AL 31/12/2015, SOLO PER L’ITALIA 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 43 Martedì 24 Novembre 2015 Mercati SINDACI E REV VISORI LE NUOVE REG GOLE in edicola ccon & Finanza http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Già sul mercato e in bonis CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria Vendesi banca disperatamente Dopo il via del governo al salvataggio e il sì della Ue I l «blitz» domenicale del governo ha permesso di salvare le quattro banche (Banca Marche, Banca dell’Etruria, CariFerrara e CariChieti) dal default. Un salvataggio il cui costo è però lievitato dai 2 miliardi iniziali a 3,6 mld. A imporlo è stata l’Unione europea, con cui governo e Bankitalia hanno contrattato per settimane lo schema di salvataggio. Si è così trovata la formula per evitare il no di Bruxelles al temuto aiuto di stato. Il peso della messa in sicurezza ricade infatti sul sistema bancario e quindi è considerato un salvataggio privato. Soprattutto è stato evitato che fossero chiamati in causa nel risanamento, oltre ai soci, anche i correntisti con capitali depositati oltre i 100 mila euro (il cosiddetto bail in). Con la pubblicazione, ieri mattina, sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto, è scattato dunque il meccanismo di salvataggio e, dunque, un mese prima del primo gennaio 2016, quando entrerà in vigore la nuova normativa sul bail-in. «La soluzione adottata», ha spiegato, in una nota, palazzo Koch, «assicura la continuità operativa delle banche e il loro risanamento, nell’interesse dell’economia dei territori in cui esse sono insediate; tutela pienamente i risparmi di famiglie e imprese detenuti nella forma di depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie; preserva tutti i rapporti di lavoro in essere; non utilizza denaro pubblico». Si procederà dunque allo scorporo delle attività in bonis dei quattro istituti; saranno create altrettante «banche buone», Il difficile compromesso con la Commissione europea La Commissione europea ha approvato, in quattro decisioni distinte, i piani di risoluzione delle quattro banche italiane conformemente alle norme Ue sugli aiuti di stato. L’intervento del fondo di risoluzione dell’Italia consentirà l’ordinata risoluzione delle banche preservando la stabilità finanziaria. La Commissione europea ha giudicato i piani di risoluzione di Banca delle Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e di Cassa di risparmio della provincia di Chieti (la cui quota combinata rappresenta circa l’1% del mercato italiano) conformi alle norme Ue in materia di aiuti di stato. Questo fa seguito alla decisione della Banca d’Italia di assoggettare le quattro banche, ciascuna delle quali era già stata posta in amministrazione straordinaria, a procedure di risoluzione conformemente alle norme Ue sul risanamento e sulla risoluzione delle banche. La Commissione ha considerato che il piano italiano di ricorrere al Fondo di risoluzione nazionale minimizza la necessità di aiuti di stato senza falsare indebitamente la concorrenza, preservando la stabilità finanziaria. I depositi rimarranno interamente protetti. per funzionare. funzionare La liquidità necessaria al Fondo di risoluzione per iniziare subito a operare è stata anticipata da Banca Intesa Sanpaolo (1,7 mld), Unicredit e Ubi banca, a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi. La carica di presidente di ciascuna delle quattro banche ponte (con l’indicazione «Nuo- mentre le sofferenze saranno concentrate in un’unica bad bank che resterà in vita solo per il tempo necessario a vendere o a realizzare le sofferenze in essa inserite. Il nuovo Fondo di risoluzione, previsto dalle norme europee e italiane e amministrato dall’Unità di risoluzione della Banca d’Italia, provvederà alla ricapitalizzazione delle quattro banche ponte per 1,8 miliardi (recuperabili in seguito alla prevista cessione) e alla copertura delle perdite pregresse per 1,7 miliardi, mentre altri 140 milioni serviranno a dotare la bad bank del capitale minimo La commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, ha dichiarato che «le decisioni della Commissione consentono l’uscita ordinata delle banche, riducendo al minimo l’uso dei fondi pubblici e le distorsioni della concorrenza derivanti dalle misure. È cruciale che siano azionisti e creditori subordinati a farsi carico dei costi e delle perdite dei fallimenti bancari, piuttosto che i contribuenti. Accolgo inoltre la decisione dell’Italia di usare gli strumenti di risoluzione bancaria per la prima volta in Italia, in modo di far fronte alla situazione di queste banche dissestate, preservando la stabilità finanziaria». Tutti gli attivi e tutte le passività delle banche, tranne il capitale proprio e il debito subordinato rimanenti, saranno trasferiti alle banche ponte. Il trasferimento stabilizzerà l’attività svolta in precedenza dalle quattro banche, tutelando al tempo stesso i depositanti. © Riproduzione riservata va» anteposto al nome della singola banca) sarà rivestita da Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit, che sarà affiancato da quattro a.d. L’impegno delle banche non è indifferente e anche ieri il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, non ha mancato di ricordarlo. Il comitato di presidenza dell’Abi, in una nota, ha sottolineato «i $)37,9,0 +3&56,50 (, %655, , 13)99, (, &9,0/,! *0/(,! 4,'&7! .&5)3,) 13,.) 4, 10440/0 -)++)3) +3&56,5&.)/5) .)/53) 4, *03.&/0 46 888",5&-,&0++,",5#.)3'&5, '-,''&/(0 46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime grandi e assai onerosi sforzi che le banche in Italia assumono ulteriormente per salvare le quattro banche: tali gravosi oneri si assommano ai costi della crisi e agli sforzi di rafforzamenti patrimoniali delle banche stesse per sostenere la ripresa, sempre senza alcun aiuto di stato o comunque pubblico, a differenza di quanto avvenuto e ancora avviene in altri paesi europei». «Tutti questi sforzi delle banche private in Italia», continua la nota, «sono indirizzati alla ripresa della fiducia e dello sviluppo, confidando nella continua a pag. 45 TA S S I E VA L U T E Cambi Divisa Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali Valuta/ Euro U.i.c. prec. Var. ass. Cross su $ Tassi e dati macro Tassi Euro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta Corona Ceca 27,025 27,031 -0,0060 25,4209 Tasso ufficiale di riferimento 0,05 0,15 0,10 Corona Danese 7,4606 7,4602 0,0004 7,0178 Rendistato Bankitalia(lordi) 0,95 0,97 -0,02 Corona Norvegese 9,1755 9,2035 -0,0280 8,6309 Tasso Inflazione ITA 0,30 0,20 0,10 Corona Svedese 9,2496 9,2796 -0,0300 8,7006 Tasso Inflazione EU 0,00 -0,20 0,20 Dollaro Australiano 1,4793 1,4825 -0,0032 1,3915 Indice HICP EU-12 120,70 120,10 0,60 Dollaro Canadese 1,4222 1,4229 -0,0007 1,3378 HICP area EURO ex tobacco Dollaro N Zelanda 1,6322 1,6296 0,0026 1,5353 Tasso annuo crescita PIL ITA 0,90 0,60 0,30 Dollaro USA 1,0631 1,0688 -0,0057 - Tasso di disoccupazione ITA 12,12 12,97 -0,85 Fiorino Ungherese 311,13 309,96 1,1700 292,6630 Franco Svizzero 1,0848 1,0844 0,0004 1,0204 Rand Sudafricano 14,9056 14,8862 0,0194 14,0209 0,7025 0,701 0,0015 0,6608 Sterlina GB Yen Giapponese 130,92 131,28 -0,3600 123,1493 Zloty Polacco 4,2403 4,2411 -0,0008 3,9886 117,40 117,23 0,17 LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat. Il primo quotidiano inanziario italiano E.O.N.I.A. Scadenza E.O.N.I.A. Scadenza 1 sett 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi -0,131 -0,218 -0,244 -0,262 -0,274 -0,280 6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 12 mesi -0,287 -0,293 -0,297 -0,301 -0,306 -0,313 Preziosi e metalli Den. Let. Preziosi ($ per oncia) Oro 1069 1069,36 Argento 14,08 14,12 Palladio 539,08 540,48 Platino 846,2 849,6 Metalli ($ per tonn.) Aluminium 1436 1435,5 Rame 4490,5 4489,5 Piombo 1576 1575 Nickel 8325 8300 Den. Stagno 14360 Zinco 1546 Monete e Preziosi (quote in €) Sterlina (v.c) 230,09 Sterlina (n.c) 230,13 Sterlina (post 74) 230,13 Marengo Italiano 182,94 Marengo Svizzero 181,69 Marengo Francese 181,69 Marengo Belga 181,69 Let. 14355 1545 260,81 265,05 265,05 206,58 203,23 203,02 203,02 Euribor Irs Euribor Scadenza Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera 1 Sett. 2 Sett. 1M 2M 3M 6M 9M 12 M Fonte: EMMI -0,158 -0,154 -0,151 -0,111 -0,095 -0,024 0,016 0,068 Valori al 20/11/2015 Btp Btp Scadenza Rendimento 2Yr BTP 3Yr BTP 5Yr BTP 10Yr BTP 30Yr BTP 0,003 0,130 0,439 1,521 2,617 1 anno -0,110 -0,070 2 anni -0,139 -0,099 3 anni -0,087 -0,047 4 anni 0,022 0,062 5 anni 0,153 0,193 6 anni 0,294 0,334 7 anni 0,440 0,480 8 anni 0,581 0,621 9 anni 0,712 0,752 10 anni 0,828 0,868 12 anni 1,022 1,062 15 anni 1,227 1,267 20 anni 1,402 1,442 25 anni 1,445 1,485 30 anni 1,453 1,493 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 44 M E R CAT I E F I NA N Z A Martedì 24 Novembre 2015 POLAR CAPITAL FUNDS Comparto Classe di Azioni Global Technology EUR GBP USD Healthcare Opportunities EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD NAV Helvetia Vita S.p.A. - Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano Valori al 24,82 20/11/2015 17,3900 20/11/2015 26,4800 20/11/2015 24,18 16,9500 25,8000 22,46 14,7100 2758,8600 12,22 10,2523 16,5042 12,5050 10,4927 16,8911 20/11/2015 20/11/2015 20/11/2015 20/11/2015 20/11/2015 20/11/2015 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 BANCASSICURAZIONE Valori al 23/11/2015 UNIT LINKED Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1544,79 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it www.polarcapital.co.uk UNIDESIO 760071 12,206 13/11/2015 UNIDESIO 760125 12,320 13/11/2015 UNIDESIO 760183 11,475 13/11/2015 UNIDESIO 760072 12,356 13/11/2015 UNIDESIO 760129 12,160 13/11/2015 UNIDESIO 760185 11,4400 13/11/2015 UNIDESIO 760073 12,385 13/11/2015 UNIDESIO 760130 10,8660 13/11/2015 UNIDESIO 760186 11,4070 13/11/2015 UNIDESIO 760075 13,000 13/11/2015 UNIDESIO 760139 11,940 13/11/2015 UNIDESIO 760187 11,9490 13/11/2015 UNIDESIO 760078 11,7030 13/11/2015 UNIDESIO 760140 11,9810 13/11/2015 UNIDESIO 760189 12,0250 13/11/2015 UNIDESIO 760080 11,8490 13/11/2015 UNIDESIO 760147 12,1160 13/11/2015 UNIDESIO 760191 10,458 13/11/2015 UNIDESIO 760082 11,8900 13/11/2015 UNIDESIO 760149 12,0370 13/11/2015 UNIDESIO 760192 11,8500 13/11/2015 UNIDESIO 760085 10,809 13/11/2015 UNIDESIO 760150 12,008 13/11/2015 UNIDESIO 760193 12,1580 13/11/2015 UNIDESIO 760088 12,5090 13/11/2015 UNIDESIO 760156 10,335 13/11/2015 UNIDESIO 760198 8,1580 13/11/2015 UNIDESIO 760201 11,504 13/11/2015 UNIDESIO 760202 12,242 13/11/2015 UNIDESIO 760203 13,2490 13/11/2015 UNIDESIO 760205 10,9780 13/11/2015 UNIDESIO 760091 MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma MetLife Protezione in Crescita 70% 1,382 MetLife Protezione in Crescita 90% 1,118 MetLife Protezione in Crescita 80% 1,257 Alico Monet. Protetto 1,107 20/11/15 Alico P.P. Eur 2015 20/11/15 0,971 Alico P.P. Global 2028 20/11/15 1,091 Alico P.P. Eur 2016 20/11/15 0,994 Alico P.P. Global 2029 20/11/15 1,253 Alico P.P. Eur 2017 20/11/15 1,028 Alico P.P. Global 2030 20/11/15 1,215 Alico P.P. Eur 2018 20/11/15 1,069 Alico P.P. Global 2031 20/11/15 1,306 Alico P.P. Global 2032 20/11/15 1,227 20/11/15 1,106 Alico P.P. Eur 2020 20/11/15 1,129 Alico P.P. Eur 2021 20/11/15 1,166 Alico P.P. Eur 2022 20/11/15 1,175 Alico P.P. Eur 2023 20/11/15 1,210 Alico P.P. Eur 2024 20/11/15 Alico P.P. Eur 2025 Alico P.P. Eur 2026 Alico Prot.Trim. Eur 20/11/15 1,083 Alico Prot.Trim. Usa 20/11/15 1,089 Alico Gest.Bilanc.Glob 20/11/15 1,443 1,152 Alico Gest.Azion.Glob 20/11/15 1,521 20/11/15 1,168 Alico Gest.Bilanc.Eur 20/11/15 1,433 20/11/15 1,413 Alico Gest.Azion. Eur 20/11/15 1,478 Alico P.P. Eur 2027 20/11/15 1,206 Alico Aper.Indiciz.Eur 20/11/15 1,112 Alico P.P. Eur 2028 20/11/15 1,088 Alico Aper.Indiciz.Usa 20/11/15 1,748 Alico P.P. Eur 2029 20/11/15 1,232 Alico Aper.Indiciz.Glo 20/11/15 1,436 Alico P.P. Eur 2030 20/11/15 1,237 Alico Aper.Indiciz.Ita 20/11/15 0,914 Alico P.P. Eur 2031 20/11/15 1,289 Alico P.P. Eur 2032 20/11/15 1,220 Alico P.P. Usa 2015 20/11/15 1,022 Alico P.P. Usa 2016 20/11/15 1,065 Alico P.P. Usa 2017 20/11/15 1,083 Alico P.P. Usa 2018 20/11/15 1,144 Alico Multi Comm. 20/11/15 0,425 Alico P.P. Usa 2019 20/11/15 1,192 Alico R. Peak Usa 2015 20/11/15 1,004 Alico P.P. Usa 2020 20/11/15 1,211 Alico R. Peak Usa 2020 20/11/15 Alico P.P. Usa 2021 20/11/15 1,283 Alico R. Peak Usa 2025 20/11/15 Alico P.P. Usa 2022 20/11/15 1,257 Alico R. Peak Usa 2030 20/11/15 1,292 Alico P.P. Usa 2023 20/11/15 1,299 Alico R. Peak Usa 2035 20/11/15 1,310 Alico R. Peak Eur 2015 20/11/15 1,041 Alico R. Peak Eur 2020 20/11/15 1,188 Alico R. Peak Eur 2025 20/11/15 1,278 Alico R. Peak Eur 2030 20/11/15 1,352 1,298 Alico Liquidita’ 20/11/15 1,061 Alico R. Prudente 20/11/15 1,271 Alico R. Crescita 20/11/15 1,214 Alico R. Multi Comm. 20/11/15 0,404 13/11/2015 UNIDESIO 760157 12,7310 13/11/2015 UNIDESIO 760095 10,578 13/11/2015 UNIDESIO 760159 12,1380 13/11/2015 UNIDESIO 760096 11,1910 13/11/2015 UNIDESIO 760160 11,843 13/11/2015 UNIDESIO 760098 12,455 13/11/2015 UNIDESIO 760163 10,0880 13/11/2015 UNIDESIO 760206 10,8750 13/11/2015 UNIDESIO 760099 11,7810 13/11/2015 UNIDESIO 760169 13,318 13/11/2015 UNIDESIO 760210 12,466 13/11/2015 UNIDESIO 760102 11,284 13/11/2015 UNIDESIO 760170 12,182 13/11/2015 UNIDESIO 760216 11,076 13/11/2015 UNIDESIO 760104 11,2480 13/11/2015 UNIDESIO 760174 12,3010 13/11/2015 UNIDESIO 760229 11,351 13/11/2015 UNIDESIO 760105 10,7080 13/11/2015 UNIDESIO 760179 11,865 13/11/2015 UNIDESIO 760234 10,100 13/11/2015 UNIDESIO 760106 12,1830 13/11/2015 UNIDESIO 760180 12,0530 13/11/2015 UNIDESIO 760235 10,054 13/11/2015 UNIDESIO 760109 11,6310 13/11/2015 UNIDESIO 760182 8,4720 13/11/2015 UNIDESIO 760243 9,890 13/11/2015 AZZOAGLIO CONSERVATIVO AZZOAGLIO DINAMICO AZZOAGLIO EQUILIBRATO UNIDESIO PRUDENTE UNIDESIO MODERATO UNIDESIO ATTIVO UNIDESIO VIVACE OBBLIGAZIONARIO MISTO AZIONARIO EURO AZIONARIO GLOBALE BILANCIATO CONSERVATIVE 6,899 5,887 7,022 11,655 12,056 12,520 12,582 10,806 9,651 12,542 12,135 10,391 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 13/11/2015 DUAL INDEX - 2012 105,620 11/11/2015 DUAL INDEX - 2013 101,561 11/11/2015 INDEX EURO DIVIDEND - 2013 107,152 11/11/2015 INDEX EuroCrescita 2014 97,590 11/11/2015 INDEX TOP DIVIDEND 2013 108,932 11/11/2015 111,677 11/11/2015 EUROSTOXX 50 - 2012 HELVETIA EUROCRESCITA 95,424 11/11/2015 ATTIVO SPECIFICO 1,159 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 104,197 11/11/2015 1,262 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 95,892 11/11/2015 Alico P.P. Usa 2026 20/11/15 1,544 Alico P.P. Usa 2027 20/11/15 1,279 Alico P.P. Usa 2028 20/11/15 1,198 Alico P.P. Usa 2029 20/11/15 1,141 Alico R. Peak Eur 2035 20/11/15 Alico P.P. Usa 2030 20/11/15 1,340 Alico R. Peak Asia 2015 20/11/15 1,089 Alico P.P. Usa 2031 20/11/15 1,414 Alico R. Peak Asia 2020 20/11/15 1,280 20/11/15 1,429 20/11/15 1,522 Alico P.P. Usa 2032 20/11/15 1,347 Alico R. Peak Asia 2025 Alico P.P. Global 2015 20/11/15 0,969 Alico R. Peak Asia 2030 Alico P.P. Global 2016 20/11/15 1,002 Alico R. Peak Asia 2035 20/11/15 1,521 Alico P.P. Global 2017 20/11/15 0,965 Alico Sec. Acc. 2016 20/11/15 1,051 Alico P.P. Global 2018 20/11/15 1,086 Alico Sec. Acc. 2017 20/11/15 1,074 Alico P.P. Global 2019 20/11/15 1,179 Alico P.P. Asia 2015 20/11/15 1,123 Alico P.P. Global 2020 20/11/15 1,147 Alico P.P. Global 2021 20/11/15 1,189 Alico P.P. Asia 2020 20/11/15 1,300 Alico P.P. Global 2022 20/11/15 1,165 Alico P.P. Asia 2025 20/11/15 1,422 Alico P.P. Global 2023 20/11/15 1,213 Alico P.P. Asia 2030 20/11/15 1,452 Alico P.P. Global 2024 20/11/15 1,162 Alico P.P. Asia 2035 20/11/15 1,521 Alico P.P. Global 2025 20/11/15 1,206 Alico Long Investment 20/11/15 0,828 Alico P.P. Global 2026 20/11/15 1,456 Alico Agriculture 20/11/15 0,410 Alico P.P. Global 2027 20/11/15 1,179 Alico Metals 20/11/15 0,370 10,299 13/11/2015 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,122 13/11/2015 UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 12,204 UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 15,622 13/11/2015 OBBIETTIVO 03/2021 9,783 13/11/2015 OBBIETTIVO 05/2021 10,161 13/11/2015 13/11/2015 HIGH DIVIDEND 8,805 13/11/2015 MEGATREND 8,554 13/11/2015 PREVIMISURATO PREVIBRIOSO PREVIDINAMICO 13,796 14,071 14,400 12/11/2015 12/11/2015 12/11/2015 12,153 12,604 12,337 13,296 13,584 13,686 13,408 13,626 14,699 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 31/10/2015 LINEA 1 LINEA 1 - FASCIA A LINEA 1 - FASCIA B LINEA 2 LINEA 2 - FASCIA A LINEA 2 - FASCIA B LINEA 3 LINEA 3 - FASCIA A LINEA 3 - FASCIA B UNIT LINKED - FONDI INTERNI 10,1610 1,197 13/11/2015 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE INDEX LINKED 11/11/2015 1,277 13/11/2015 14,698 CANALE AGENTI E BROKER 97,301 20/11/15 13/11/2015 11,881 GLOBAL EQUITY FPA - LINEE 10,1610 20/11/15 10,793 BALANCED PIP - FONDI INTERNI HELVETIA QUATTRO.10 Alico P.P. Usa 2025 BOND MIX INDEX LINKED Obbiettivo 5/2021 Alico P.P. Usa 2024 www.metlife.it 12,6320 UNIT LINKED - FONDI INTERNI Valorizzazione al: 20/11/15 Alico P.P. Eur 2019 Entra in Helvetia con il tuo Smartphone PIP - FONDI INTERNI HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,640 17/11/2015 HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,600 17/11/2015 HELVETIA WORLD EQUITY 162,780 HELVETIA EUROPE BALANCED 217,220 17/11/2015 17/11/2015 HELVETIA WORLD BOND 246,180 17/11/2015 HELVETIA GLOBAL BALANCED 177,310 17/11/2015 HELVETIA GLOBAL EQUITY 134,160 17/11/2015 FPA - LINEE LINEA GARANTITA 12,417 31/10/2015 LINEA BILANCIATO 13,890 31/10/2015 LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,281 31/10/2015 LINEA AZIONARIO 10,735 31/10/2015 www.helvetia.it Il resto, scopritelo da voi. CNP Alpenbank Aggressive CNP Alpenbank Balanced CNP Alpenbank Balanced 2 CNP Alpenbank Dynamic CNP Alpenbank Substance CNP CIIS Aggressivo CNP CIIS Dinamico CNP CIIS Equilibrato CNP CIIS Moderato CNP CIIS Prudente CNP CIIS Total Return CNP CIIS Essential CNP CIIS Advanced CNP Crescita CNP Fondo Interno Certius IV CNP Fondo Interno Certius V CNP Linea Conservativa CNP Dinamico CNP Moderato CNP Protezione CNP Prudente CNP Reddito 101,75 95,49 100,60 125,10 108,78 93,67 94,67 94,31 96,42 98,46 97,81 94,82 87,08 71,31 95,30 97,33 97,93 98,43 99,21 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 UNIT LINKED UNIT in EURO Quality Progress Maximum Global Equity Global 100 Flex Equity 100 Opportunità Reddito Opportunità Reddito Plus Opportunità Crescita Opportunità Crescita Plus DATA PREZZO 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 18/11/2015 7,759 7,2010 5,8430 6,6010 5,6400 12,639 5,013 4,942 - NEW + VELOCE + MODERNO + BELLO + RICCO + FACILE DA USARE DA LEGGERE DA CONDIVIDERE NEI CONTENUTI DA NAVIGARE EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 18/10/2015 Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma Tel. 06 474821 www.eurovita.it 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it M E R CAT I E F I NA N Z A Martedì 24 Novembre 2015 Trascinato al rialzo dal salvataggio delle 4 popolari vicine al default Ftse Mib unico positivo Ha chiuso a +0,7%. Resto d’Europa giù http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it A ncora una volta, è stato il settore bancario a indicare la rotta a piazza Affari. Partita in leggero calo, la borsa milanese ieri ha recuperato il segno più in tarda mattinata e, lentamente, ma costantemente, ha recuperato posizioni, fino a sfiorare la soglia del +1%. Sul finale, tuttavia, ha ritracciato e il Ftse Mib ha chiuso a 22.294 punti, +0,7%, migliore listino in un’Europa, che invece ha registrato chiusure in negativo. Ibex -0,13%, Dax -0,25%, Cac-40 -0,44% e Ftse 100 -0,46%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava -0,03%, l’S&P 500 +0,13%, il Nasdaq Composite +0,21%. In lieve ribasso, infine, lo spread Btp-Bund, che ha chiuso a 99,26 punti, dagli iniziali 100,9. Non hanno influito i dati macro, provenienti dagli Stati Uniti: il mercato si è infatti focalizzato sull’attesa per il dato del pil Usa, che sarà reso noto oggi. Il Ftse Mib ha beneficiato dell’ottima performance del comparto bancario, in spolvero, dopo il varo del salvataggio delle 4 popolari sull’orlo del default, deciso dal governo. Ora CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria si presentano ripulite al mercato e pronte per essere acquistate da altri istituti, mentre le loro passività finiscono in una bad bank. L’intera operazione avrà un costo di 3,6 miliardi di euro, tutti a carico del sistema bancario, come concordato con la Ue. Popolare Milano +2,62%, Bper +2,4%, Banca Mps +2,28%, Ubi banca +1,95%, Unicredit +1,48%, Intesa Sanpaolo +1,09% e Banco popolare +0,3%. In calo solo Mediobanca (-0,6%). A piazza Affari si sono messe in luce Cnh industrial (+2,71%), Fca (+1,53%), Tod’s (+0,51%). In negativo invece Atlantia (-1,81%) e Terna (-1,87%) che hanno pagato lo stacco della cedola e Salvatore Ferragamo (-0,63%). Sul resto del listino, si sono messe in evidenza Brembo (+1,75%), Saras (+3,05%), Maire Tecnimont (+8,34%) dopo l’annuncio del nuovo progetto in Malesia, Carraro (+5,56%), dopo l’annuncio dell’accordo con il gruppo Bonfiglioli per valorizzare la tedesca O&K Antriebstechnik di proprietà della stessa Carraro. Gambero Rosso ha invece lasciato sul terreno l’11,25% a 1,42 euro nel giorno del suo debutto a piazza Affari. Quanto all’euro, ha continuato la fase di debolezza. Ha chiuso a 1,0618 dollari e a 130,56 yen, ma, dopo un modesto recupero, in prima Oltre le attese i Pmi dell’Eurozona I Pmi dell’Eurozona hanno stracciato il consenso, considerando anche la debolezza dei dati francesi dovuta agli attacchi terroristici di Parigi, ma non fermeranno la Bce, che non è ancora soddisfatta della ripresa dell’area euro. L’indice Pmi composito di novembre, secondo la lettura preliminare, si è attestato a 54,4 punti, in rialzo rispetto al dato definitivo di ottobre e al consenso, entrambi a 53,9 punti. Quello manifatturiero preliminare è salito a 52,8 punti, meglio del consenso e del dato di ottobre a 52,3, mentre quello dei servizi si è attestato a 54,6 punti (54,1 sia le attese che il dato dello scorso mese). Per quanto riguarda i singoli paesi, l’indice Pmi composito della Germania si è attestato a 54,9 punti, in rialzo rispetto al dato definitivo di ottobre a 54,2 punti, mentre quello manifatturiero si è attestato a 52,6 punti, meglio del dato definitivo di ottobre a 52,1 e del consenso a 52 punti. L’indice relativo ai servizi è salito a 55,6 punti (54,5 il dato definitivo di ottobre e il consenso). Invece l’indice Pmi composito della Francia serata ha rotto la soglia di 1,06 e si è portato a quota 1,0594, per poi recuperare alcune posizioni. SEGUE DA PAG. 43 continuazione degli sforzi, innanzitutto delle autorità italiane, per il completamento dell’armonizzazione delle norme per la piena concorrenza bancaria in Europa, senza privilegi o discriminazioni per alcuno». Come detto, per le quattro nuove banche si apre subito un’asta per trovare un compratore. Per due di esse ci sarebbero già dei pretendenti: Ubi e Cariparma. La prima potrebbe puntare sulla Nuova CariFerrara, 106 filiali in Emilia-Romagna: si integrerebbe bene con il suo network distributivo (1.570 sportelli in tutta Italia). La Nuova Banca Marche, invece, la più grande delle 4 (324 punti vendita), farebbe gola a Cariparma, 900 filiali al Centronord. Ubi potrebbe dare priorità a Ferrara, visto che con il Banco popolare e con Popolare Milano gli ostacoli non mancano. Concentrandosi in Romagna, tuttavia, il gruppo guidato da Victor Massiah spianerebbe la strada al polo Verona-Milano. A sua volta, La Popolare di Milano ha preso tempo su una possibile acquisizione: secondo Piero Giarda, presidente del consiglio di sorveglianza dell’istituto, «sono valutazioni che dovrà fare il management della banca, per vedere se c’è un interesse; al momento la questione non è stata mai lontanamente posta all’ordine del giorno» dell’istituto. è stato di 51,3 punti, in calo rispetto al dato definitivo di ottobre a 52,6, mentre quello manifatturiero è salito a 50,8 punti rispetto al definitivo di ottobre a 50,6 punti, in linea alle attese. L’indice relativo ai servizi è infine risultato pari a 51,3 punti, in calo rispetto al dato definitivo di ottobre a 52,7 e rispetto al consenso a 52,6 punti. Il Pmi composito dell’Eurozona «ha mostrato un’accelerazione della crescita, ponendo quindi l’intera regione in corsa per una delle migliori performance trimestrali degli ultimi quattro anni e mezzo», ha sottolineato Chris Williamson, capo economista di Markit, secondo cui «i dati hanno segnalato una crescita del pil trimestrale finale dell’anno dello 0,4%». Per l’esperto quindi, «considerati i tragici eventi di Parigi, che hanno indebolito l’attività economica in Francia, specialmente nel settore del terziario, sono eccezionali i miglioramenti delle performance di novembre per quanto riguarda la crescita economica». © Riproduzione riservata 45 PER IL LSE Nasce nuova piattaforma Il London stock exchange group ha annunciato il lancio di Elite connect, la nuova piattaforma dedicata a società quotate, investor relation manager, investitori istituzionali e broker. Elite connect è una piattaforma open access che permette agli utenti di svolgere attività di investor relation in modo efficiente sia a livello nazionale che internazionale. Per gli investitori e gli intermediari, la piattaforma rappresenta uno strumento innovativo per gestire gli incontri con le società quotate. Elite connect consente inoltre alle società di ottenere una maggiore visibilità e un più facile accesso agli investitori a livello globale. La fase beta, condotta con alcune tra le maggiori società quotate europee e investitori e broker globali, è stata completata con successo. Da oggi i nuovi utenti possono registrarsi alla piattaforma dal sito: www.elite-connect.com. Infine il petrolio: a metà seduta, a New York, il Wti era quotato 42,27 dollari al barile contro i 45 barile, 45,53 53 dollari del Brent a Londra. MALPENSA Fusione da 150 mld $, terza di sempre Estate 2016 In treno a Terminal 2 Dalla prossima estate sarà possibile raggiungere in treno anche il Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, come adesso avviene per il T1. Al momento, il collegamento tra i due terminal è garantito da un bus navetta. Gli scavi dei lavori, tra l’altro, hanno portato alla luce reperti archeologici del periodo di Protogolasecca e di epoca romana, per il cui recupero e restauro Ferrovie Nord Milano ha investito 200 mila euro. Il cronoprogramma del collegamento ferroviario T1-T2 è stato confermato ieri mattina durante un sopralluogo del governatore della Lombardia, Roberto Maroni e del presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, accompagnati dal presidente di Fnm, Andrea Gibelli e dal presidente di Sea, Pietro Modiano. Il prolungamento si sviluppa per 3,6 km, per un’offerta a medio termine di oltre 250 treni al giorno. Sarrà utilizzato da oltre il 25% dei viaggiatori che si serviranno di Malpensa. Il costo è di 115 mln ed è coperto per 31 milioni da Regione Lombardia, 45 dal ministero delle infrastrutture, 23 di co-finanziamento Ue e 16 da Sea. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata Pfizer-Allergan Accordo fatto P fizer e Allergan hanno formalizzato la firma dell’accordo per procedere con una storica fusione dal valore di oltre 150 miliardi di dollari. La transazione, che creerà la maggior azienda farmaceutica al mondo, prevede che Pfizer offra agli azionisti di Allergan 11,3 sue azioni e una piccola componente in contanti. Sarà la terza maggiore acquisizione di tutti i tempi e si colloca alle spalle solo degli oltre 180 miliardi mobilitati nel 2001 da Time Warner per rilevare America Online e di una cifra analoga nel 1999 per l’acquisizione di Mannesmann da parte di Vodafone. L’operazione sarà anche una delle maggiori transazioni di cosiddetta «tax inversion», con Pfizer che trasferirà la propria sede in Irlanda per beneficiare di un miglior contesto fiscale. Per favorire tale trasferimento, la transazione è strutturata tecnicamente come una fusione inversa, in cui sarà la dublinese Allergan ad acquisire la multinazionale newyorkese. Il nuovo colosso farmaceutico sarà guidato dall’amministratore delegato di Pfizer, Ian Read, coadiuvato dal suo omologo di Allergan, Brent Saunders. La fusione creerà un colosso del settore farmaceutico con prodotti popolari come il vaccino per la polmonite di Pfizer, Prevnar o il trattamento di Allergan contro l’invecchiamento della pelle, Botox, ma anche farmaci contro l’Alzheimer e trattamenti oftalmici. Il nuovo gruppo avrà ric av i a g g r e g a t i p e r o l tre 60 miliardi di dollari. L’anno scorso, Allergan ha registrato più di 13 miliardi di ricavi e Pfizer circa 50 miliardi. L’accordo è l’ennesimo segnale del processo di consolidamento in atto nel comparto farmaceutico, diventato il massimo protagonista dell’attività di M&A negli ultimi anni. L’accordo con Pfizer dovrebbe essere chiuso entro 9 mesi, anche per consentire il parallelo perfezionamento dell’intesa con Teva. Dopo la chiusura, è peraltro previsto lo scorporo della nuova società in due distinte aziende, una di prodotti protetti da brevetti e l’altra specializzata in farmaci senza protezione o con brevetti in via di scadenza. La fusione sarà una delle più grandi della storia, superando il recente accordo da 108 miliardi di dollari siglato da Anheuser-Busch InBev per rilevare SabMiller. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 46 M E R CAT I E F I NA N Z A Martedì 24 Novembre 2015 Via alla privatizzazione, ma restano divisioni tra governo e vertici I fatti separati dalle opinioni Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected] Direttore ed editore: Paolo Panerai (02-58219209) Direttore ed editore associato: Pierluigi Magnaschi (02-58219207) Condirettore: Marino Longoni (02-58219207) http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339) Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattore: Gianni Macheda (02-58219220). 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Accertamento Diffusione Stampa certificato n. 7397 del 10/12/2012 Partita l’operazione Fs Sarà messo sul mercato non più del 40% I eri ha preso ufficialmente il via la privatizzazione di Ferrovie dello stato: il consiglio dei ministri di ieri mattina ha infatti approvato in via preliminare lo schema di dpcm per la cessione di una quota di minoranza di Fs che, come ha riferito il ministro dei trasporti, Graziano Delrio, «non potrà superare il 40%». Non è ancora stata presa una decisione sul perimetro da privatizzare, una questione che sta causando tensioni crescenti tra i vertici delle Ferrovie e tra gli stessi vertici delle Fs e il governo. La posizione di Delrio, che ha sempre ribadito che «la rete non si privatizza», è opposta rispetto a quella di Michele Mario Elia, a.d. delle Ferrovie, secondo il quale «l’unitarietà del gruppo rappresenta un valore aggiunto». Convinto che la rete debba restare pubblica è anche il presidente di Fs, Marcello Messori, che proprio in polemica sul percorso di privatizzazione lo scorso ottobre ha riconsegnato le de- leghe e ieri ha ribadito la sua ri, la nostra azienda di stato deve essere impegnata nella contrarietà all’operazione. Delrio ha spiegato, al ter- promozione dei servizi pubmine del cdm che «è stato av- blici». L’avvio della privatizzazioviato il percorso: poi decidere le modalità, se si quoterà solo ne, ha precisato il ministro, Trenitalia oppure Trenitalia terrà conto di «alcuni paletti». più una quota di Rfi scorpo- Per prima cosa, «la proprietà rata, è un lavoro che verrà dell’infrastruttura ferroviaria dovrà rimanere pubblica e fatto nelle prossime dovrà essere garantisettimane. È coto in maniera uguale munque l’avvio di l’accesso a tutti gli un percorso che operatori, così come riguarda essenstabilito dall’autorizialmente i sertà di regolazione. Si vizi a mercato». valuterà l’indipenIl ministro ha denza completa del ricordato «la gestore all’interno di complessità della questo percorso». gestione delle Fs e la necessità di aumentare i servizi pubblici: abbiamo un paese con ancora troppe distanze tra i servizi di alta velocità e i servizi per i Graziano Delrio pendola- Inoltre, verrà garantita «la maggioranza dello stato» e «si manterrà un’attenzione particolare all’azionariato diffuso e alla partecipazione dei dipendenti del gruppo Fs, che anche quest’anno produrrà ottimi risultati tra ricavi e utili. È un avvio di percorso di cui siamo molto soddisfatti». Il 40% del gruppo potenzialmente alienabile, ha aggiunto Delrio, «andrà all’azionariato diffuso e agli investitori istituzionali». Il dpcm, che riguarda presidenza del consiglio, Mef e Mise, dovrà ora ricevere i pareri delle commissioni parlamentari, per poi tornare a palazzo Chigi per il via libera definitivo. Per quanto riguarda i tempi della privatizzazione, Elia ha più volte parlato del secondo semestre del prossimo anno. Ora si attende il cda di giovedì delle Fs, in cui potrebbero essere formalizzate le dimissioni dei vertici delle Ferrovie, dopo i dissapori circa le modalità del percorso di privatizzazione. © Riproduzione riservata BREVI Borsa italiana. Da ieri gli orari di negoziazione sui mercati di Borsa italiana sono stati allungati. Sui mercati Mta, Aim Italia Miv, ETFplus (escluso il segmento Oicr aperti) e SeDeX la fase di negoziazione continua è stata estesa e terminerà alle 17,30, anziché alle 17,25. Sul mercato Idem, segmento equity derivatives, la fase di negoziazione continua è stata estesa fino alle 17,50, posticipando la chiusura di 10 minuti. Telecom Italia. Il monitoraggio da parte della Consob su Telecom Italia «è ancora in corso». Lo ha affermato il presidente dell’autorità di vigilanza, Giuseppe Vegas, in merito alla verifica messa in atto dopo i cambiamenti dell’assetto societario dell’azienda di tlc e dopo la decisione del board di Telecom di convertire le azioni Il primo quotidiano dei professionisti dell’economia, del diritto e della politica di risparmio in ordinarie. Ferrari ha presentato la domanda per la quotazione anche a piazza Affari. Furla ha siglato un accordo triennale con Ratti, leader italiano nella creazione di tessuti e accessori di alta gamma, per la produzione e distribuzione di una collezione di accessori tessili maschili e femminili. Intesa Sanpaolo. Prosegue il rafforzamento del modello di servizio dedicato ai clienti High net worth individual della divisione Private banking di Intesa Sanpaolo. Costituito lo scorso aprile, il service Hub Hnwi introduce un modello specializzato dedicato alla clientela con patrimoni finanziari superiori ai 10 mln. Dopo l’apertura della filiale Hnwi di Milano in giugno, da novembre è operativa anche quella di Torino, presso la sede di via Assietta 17. Banca popolare di Vicenza. Come, d’attese, ieri si è dimesso da presidente Gianni Zonin. Il cda ha nominato al suo posto Stefano Dolcetta, vice presidente di Confindustria, area Relazioni industriali. Scopri le offerte di abbonamento su www.classabbonamenti.com Finanziaria Città di Torino holding, società interamente controllata L’INFORMAZIONE PROFESSIONALE DELL’ITALIA DI OGGI. dal comune di Torino, ha emesso con un grosso successo un’offerta, per 150 milioni, di obbligazioni secured convertibili in azioni ordinarie di Iren, a seguito della conversione delle azioni di risparmio. Le obbligazioni sono a tasso fisso, con cedola annua dello 0,625%, da pagarsi posticipatamente su base annuale. Ford. Il consueto round di trattative per il rinnovo del contratto del lavoro del settore automobilistico statunitense tra il sindacato United auto workers da una parte e dall’altra Ford, General motors e Fca si è concluso venerdì con l’approvazione delle ultime due ipotesi contrattuali. Venerdì i 52.900 lavoratori di Ford hanno infatti ratificato l’ipotesi di contratto con una maggioranza risicata del 51% ponendo così fine a un periodo di incertezza che aveva aumentato le probabilità di un mancato via libera. Crédit Suisse group ha completato il private placement da 1,32 miliardi di franchi svizzeri legato all’operazione di ricapitalizzazione da 6 miliardi. La seconda fase della ricapitalizzazione prevede l’emissione di ulteriori 261 milioni di azioni a favore degli azionisti attuali per una raccolta di 4,7 miliardi di franchi. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it M E R CAT I E F I NA N Z A Martedì 24 Novembre 2015 Accordo con Conlavoro e plafond commerciale da 100 milioni euro 47 IMPIANTI Tecnimont Commessa Aziende certificate Marchio unico nazionale in Malesia Mps con il made in Italy http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it B anca Monte dei Paschi di Siena e Conflavoro pmi hanno siglato una convenzione per il sostegno delle aziende certificate Marchio unico nazionale. Grazie a questo accordo, Banca Monte dei Paschi di Siena mette a disposizione delle aziende certificate un plafond commerciale di 100 mln, dedicato a coprire tutte le necessità finanziarie derivanti dalla gestione aziendale. L’offerta è completa di finanziamenti a medio lungo termine a condizioni dedicate, finanziamenti a breve termine per fronteggiare momentanee esigenze di liquidità, strumenti e servizi per l’internazionalizzazione delle imprese. La «Certificazione volontaria di conformità d’origine e tipicità italiana», portata avanti dall’Associazione nazionale Conflavoro pmi», afferma una nota, «ha lo scopo di garantire l’italianità di tutto il processo produttivo a partire dalle materie prime e semi lavorati. Una garanzia importante per i consumatori, che, ac- quistando prodotti italiani a Marchio unico nazionale, potranno avere la certezza della provenienza e dalla maestria italiana». Soddisfatto il presidente nazionale di Conflavoro pmi, Roberto Capobianco, che ha sottolineato l’importanza dell’accordo a sostegno delle imprese che hanno l’intera filiera produttiva in Italia e realizzano il vero Made in Italy: «Questa sinergia tra impresa e finanza rappresenta un passo importante per la tutela e la valorizzazione del vero Made in Italy. Dare Tod’s acquista da Gousson il marchio Roger Vivier Tod’s ha concluso un accordo per l’acquisto del marchio Roger Vivier da Gousson consultadoria e marketing, indirettamente controllata da Diego e Andrea Della Valle, per 415 mln. Il marchio è attualmente concesso in licenza alla stessa Tod’s. Gousson reinvestirà 207,5 mln in Tod’s sottoscrivendo un aumento di capitale riservato, che dovrà essere approvato da un’assemblea convocata per il 13 gennaio (il 18 in seconda). L’operazione è stata approvata con il parere unanime favorevole del comitato amministratori indipendenti. Il cda ha inoltre stabilito che l’operazione si eseguirà solo se la maggioranza dei soci non correlati non esprimerà voto contrario in assemblea. Per il pagamento del corrispettivo Tod’s utilizzerà linee di credito esistenti e cassa. In seguito all’aumento di capitale, Gousson avrà il 7,51% del capitale di Tod’s, mentre la quota detenuta da Diego Della Valle salirà dal 57,47 al 60,66%. © Riproduzione riservata credito ad aziende che hanno un’intera filiera produttiva in Italia significa raddoppiare la ricaduta economica e occupazionale sul territorio». «Presentarsi sul mercato con un gamma completa di finanziamenti costituisce un chiaro segnale di fiducia e sostegno nei confronti delle imprese», ha detto a sua volta Maurizio Pecora, responsabile servizio pricing e convenzioni di Banca Monte dei Paschi. «La partnership con Conflavoro pmi è l’occasione per ricreare le condizioni per attrarre nuovi investimenti e ridare valore alle produzioni locali. L’accordo rappresenta un impegno attivo nei confronti delle singole realtà imprenditoriali, che si concretizza nella messa a disposizione di un plafond di 100 mln per le imprese che operano stabilmente sul territorio nazionale, oltre che di quelle realtà, che intendono tornare a produrre in Italia attraverso un processo di reshoring, favorendo al contempo le esportazioni». Tecnimont (controllata di Maire Tecnimont) si è aggiudicata, in jv con China HuanQiu contracting & engineering corporation, un progetto per lo sviluppo di due unità di polipropilene per il complesso Rapid (Refinery and petrochemical integrated development) da parte di Prpc Polymers. Le due unità saranno realizzate nel complesso Rapid in Malesia. Il valore del progetto è di 482 mln usd, di cui il 60% di competenza del gruppo Maire Tecnimont. Il progetto comprende i servizi di ingegneria, la fornitura di materiali e le attività di costruzione dell’impianto e i performance test. Il completamento è previsto nel secondo trimestre del 2019. «Siamo contenti di iniziare questa nuova collaborazione con un cliente cosi prestigioso», ha commentato Pierroberto Folgiero, a.d. di Maire Tecnimont. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata CON MAKE IT Prysmian cerca ingegneri Prysmian (sistemi in cavo per energia e tlc) ha dato il via al programma di recruiting «Make it», rivolto a ingegneri e tecnici con esperienza in ambito industriale. Cerca ingegneri di processo, di manutenzione, di progettazione e della qualità, oltre ad altre figure tecniche specializzate che coprano ruoli chiave per l’area manufacturing all’interno di uno dei centri di eccellenza dell’azienda sparsi nel mondo. I profili richiesti prevedono una laurea in ingegneria, o equivalente, e un’esperienza lavorativa di 3-5 anni acquisita in posizioni simili, una buona padronanza della lingua inglese e doti di leadership. Il gruppo mira a valorizzare i migliori talenti del settore manifatturiero. Attraverso un percorso professionale di quattro anni, «Make it» offre un programma di alta formazione attraverso la partecipazione alla Prysmian group academy. Il programma includerà due settimane di formazione nella sede di Milano e due settimane nella nuova Manufacturing academy di Mudanya (Turchia), polo specialistico che verrà inaugurato nel gennaio 2016. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it