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Sabato 4 Settembre 2010
Gentleman + Ladies
Marketing
Oggi
a soli € 3,50
Gentleman + Ladies
a soli € 3,50
,
IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI
ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ
Le aziende scommettono sul divertimento. Mazzoletti (Luiss): mai dimenticare la qualità dei prodotti
I brand si danno all’intrattenimento
Sitcom, eventi e giochi: così si comunicano i valori dei marchi
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DI
IRENE GREGUOLI VENINI
I
marchi si danno all’intrattenimento diventando loro stessi
produttori di eventi, sitcom,
web tv e giochi, con l’obiettivo
di far vivere il brand al di là dei
prodotti. C’è chi lo fa da tempo
con grandi operazioni, come l’Heineken Jammin’ Festival, e c’è chi
comincia a fare esperimenti su
Internet: è il caso di Coop, Citroën
e Lierac, che hanno creato miniserie online, oppure Ferrero, alle
prese con il lancio di un canale
per bambini.
Un fenomeno, quello del
cosiddetto «brand entertainment», che si lega alla
necessità delle aziende di
«comunicare attraverso
una serie di valori intangibili, tra cui la marca
come fonte di fiducia e di
relazione. Il fatto di investire sul valore della marca
è acquisito dal marketing
da molto tempo, ma ora l’aspetto della relazione tende a essere
stressato perché la concorrenza
è molto più vivace», dice Paolo
Mazzoletti, docente di marketing presso l’università Luiss di
Roma. «Il discorso del brand entertainment è stato molto enfatizzato dall’utilizzo del marketing
digitale, che consente di entrare
in relazione con il consumatore
rendendolo partecipe».
Attenzione, però: questa pratica può anche trasformarsi in
Da sinistra in
senso orario la
sitcom di Coop e
quella di Citroen,
il canale web di
Kinder Ferrero e le
protagoniste della
mini-serie di Lierac
un’arma a doppio taglio, perché
il consumatore «può essere interessato, però alla lunga se non
c’è un’offerta all’altezza e non c’è
consapevolezza che la relazione
è paritaria, possono esserci reazioni negative. Anche perché il
discorso della crisi non è transitorio e cambierà la nostra attività
di consumo», sottolinea il professore. «McDonald’s, per esempio,
con operazioni di co-marketing
con Disney e attività di entertainment ha guadagnato grossi spazi.
Oppure Heineken con la musica
e Nike con lo sport sono casi di
posizionamenti di marca legati a
questo concetto che va al di là del
prodotto. Un altro caso è la Lancia Delta, diventata protagonista
di Angeli e demoni (il film tratto
dal romanzo di Dan Brown, ndr).
Il concetto di brand management,
inoltre, si sta trasferendo dal prodotto all’insegna commerciale.
Per esempio ci sono molte catene nella moda, come Zara, che si
posizionano puntando sull’idea
dello shopping entertainment».
Ma uno dei canali principali che
i marchi stanno sperimentando
per diventare loro stessi produttori di intrattenimento è il web.
L’ha fatto per esempio Coop, che
lo scorso novembre ha lanciato
una sitcom, Casa Coop (la cui seconda serie andrà online a partire
da fine ottobre su www.casacoop.
net), che racconta la vita di vari
personaggi, girata in un condominio e in un supermercato. «Abbiamo seguito l’impulso di ricercare
strade di comunicazione un
st
po
po’ più originali, per trasmette
tere messaggi con una forma
di intrattenimento che rende
pi
più semplice farsi guardare
e ffarsi ascoltare», spiega Gabr
briella Masciaga, responsabi
bile web e relazioni esterne
di Coop Italia. «Abbiamo pensa
sato di usare il web, dove la
ric
ricerca dell’intrattenimento,
olt
oltre che dell’informazione, è
co
consolidata».
Una strada non dissimile è
sta
stata scelta da Citroën, che ha
la
nci
lanciato
una sitcom online con
pr
t
protagonisti
La Pina & Diego di
Ra
Radio Deejay, ambientata all’inte
terno
della C3 Picasso. E Lierac,
m
marchio
di cosmesi, con FoxLife il canale a target femminile
fe,
de gruppo Fox Channels Italy,
del
ha di recente avviato un nuovo
pr
progetto
di «branded entertainm
ment»
per comunicare la linea
di trattamento anti età Cohere
rence,
dando vita a una miniserie, Le amiche di Lierac. Ferrero,
infine, si è spinta ancora più in là
con una web-tv interamente dedicata ai bambini, TeleKinder, che
oltre a cartoni animati trasmette
una serie di contenuti originali
progettati ad hoc.
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brand+entertainment
Vodafone torna a schierare Totti e Ilary. Belen è ancora la punta di Tim
La partita a colpi di spot fra Tim
e Vodafone si tinge di giallorosso.
Domani, infatti, Vodafone torna
a schierare il collaudato tandem
d’attacco composto da Francesco
Totti e Ilary Blasy per contrastare
l’unica punta di Tim, Belen Rodriguez. Che tempo addietro, guarda i
casi della vita, è stata la compagna
dell’ultimo acquisto della squadra
capitolina, vale a dire Marco Borriello, appena arrivato dal Milan
A.C. Gli intrecci fra calcio e donne
dello spettacolo, si sa, sono sempre originali.
Mentre Belen è già scesa in campo già lo scorso weekend quale protagonista delle nuove sigle calcio Tim,
sponsor ufficiale del Campionato di
Serie A, firmate da Lowe Pirella Fronzoni (la creatività è di Massimo Ambrosini, che non è il capitano del Milan, e
di Alessandro Bedeschi, sotto la direzione di Umberto Casagrande e Mauro
Manieri; regia di Carlo Sigon), Totti e
Ilary esordiscono domani con uno spot
Ilary Blasi
e Francesco
Totti, e a destra,
Belen Rodriguez
nei nuovi spot
dedicato alle nuove offerte Adsl di Vo-dafone, che costeranno la metà. Tutti i
piani tariffari per navigare in internet
da casa senza limiti di tempo, infatti,
sono in promozione a metà prezzo per i
primi sei mesi. Navigare in Internet con
la Vodafone Station (con l’Adsl a casa e
con la internet key fuori casa) costerà
dunque14,50 euro al mese per i primi
sei mesi. Stesso discorso per Tutto Flat
Ovunque, per navigare senza limiti con
l’Adsl e parlare a 0 cent al minuto da
casa verso i numeri fissi senza scatto
alla risposta e a 6 centesimi al minuto
verso i cellulari Vodafone (16 centesimi
di scatto alla risposta), in promozione
a 22 euro al mese, invece che 44, per i
primi sei mesi. Oppure Flat Ovunque,
per navigare senza limiti con l’Adsl e
pa
parlare
a 0 centesimi al minuto da
ca
casa verso i numeri fissi e a 6 cente
tesimi al minuto verso i cellulari
Vo
Vodafone: in promozione a 17 euro,
se
sempre per i primi sei mesi. Tutti i
cl
clienti che attivano una delle offerte Vodafone Adsl avranno inoltre 30
or
ore al mese di internet in mobilità
tr
tramite la Internet Key inclusa.
Nello spot targato 1861 United
(d
(direzione creativa di Vincenzo Celli
e Peppe Cirillo; direzione creativa
es
esecutiva di Pino Rozzi e Roberto
Ba
Battaglia; casa di produzione Mercu
curio Cinematografica con la regia di
Gi
Giuseppe Capotondi e pianificazione
a cura
c
di Omd), la convenienza delle
offer Vodafone fa scoppiare la passioofferte
ne per internet in casa Totti dove la governante, per aprire al citofono, chiede
la password e usa l’anti-virus per pulire
le poco profumate scarpe del capitano
giallorosso. Sugli effluvi delle scarpette di Belen, chiedere eventualmente a
Borriello.
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Sabato 4 Settembre
Settembr 2010
MARKETING
15
Da Sanson a Carte d’Or: la conferma da una ricerca Mintel. Italia solo quarta in Ue per consumo
Il gelato è un piacere di lusso
Fra i nuovi prodotti più premium che low cost. Non solo d’estate
DI
IRENE GREGUOLI VENINI
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S
e i consumatori tendono
a risparmiare su tutto,
non si negano il piccolo «lusso» di un gelato,
scegliendo magari qualcosa di
raffinato ma alla portata
praticamente dii tutre
ti. Sembra essere
aquesto il ragionanmento delle aziene
de del settore, che
concentrano
strategicamente i nuovi lanci
proprio nel segm,
mento premium,
rpuntando a proporme
re il gelato come
re
dolce da gustare
vi.
non solo mesi estivi.
mSi pensi per esemme
pio a prodotti come
Latte Perugina o la
elagamma Antica Gelappure il
teria del Corso, oppure
adagascar
cono Prestige Madagascar
on e le deliVaniglia di Sanson
rte d’Or.
zie in vetro di Carte
Parlare di gelati
ti premium
a società di
è uno studio della
ricerche Mintel Global Mar-
ket Navigator, che rivela che a livello globale le linee di fascia più
alta hanno pesato per il 9% nei
lanci di prodotti a base di gelato
negli ultimi sei mesi, rispetto al
4% di lanci di prodotti di fascia
più economica. Una tendenza che
sembra peraltro confermata anche dalle strategie
strateg di marketing e
comunicazione delle aziende produttrici di gelato
gelat che puntano, nei
loro spot, non più solo su ragazzini e ambientazioni estive, ma su
richiami alla sensualità, al lusso
e al life style, elementi slegati dalla stagionalità del prodotto.
«L’idea del gelato come un piacere che ci si può permettere è
stata recepita dai produttori, che
si sono focalizzati più sulle linee
premium negli anni passati», dice
Ana Lourenco, analista di Mintel. «Poiché il gelato è
co
considerato un piace
cere occasionale, non
èp
particolarmente inte
teressato dalla tende
denza generale del
m
mercato verso un’alim
mentazione più salu
lutare». Al massimo,
se
secondo la ricerca, i
co
consumatori apprezza
zano i gelati privi di
ad
additivi e conservanti, un’indicazione che,
no
non a caso, compare
ne
nel 13% dei gelati
la
lanciati negli ultimi
6 mesi.
Nero Perugina al caffè
e, a destra il Cono Ma
Madagascar Sanson
A cavalcare la ten-denza premium del
mondo del gelato
in Italia ci sono le
principali aziende
che operano nel settore. Nestlé ha infatti
coniugato il gelato con
il cioccolato Perugina,
lanciando prima Nero
Perugina e poi Latte
Perugina, e continua
d
a puntare sul brand
Antica Gelateria dell
Corso, che propone, perr
ma
esempio, una gamma
ne
di gelati monoporzione
niin coppe di vetro, signimaficativamente chiamahe
ti «tentazioni». Anche
hio
Unilever, con il marchio
Carte d’Or propone un
izie
prodotto simile, le delizie
son,
in vetro, mentre Sanson,
tra le altre cose, ha preamsentato un cono della gamtingue per
ma Prestige, che si distingue
i li
il gelato realizzato con vaniglia
proveniente dal Madagascar.
Ma, nonostante l’Italia sia un
paese dove la tradizione delle
produzione di gelato è antica,
oggi, secondo la ricerca Mintel, il
luogo in cui si compra più g
gelato è
la Ger
Germania
(1,9 mil
miliardi di
euro), seguita
dalla F
Francia
(1 mld), dal Regno Unit
Unito (959,8
dal
mln), dall’Italia
(944,2 mln) e dalla
Spagna (565
(565,6 mln).
merc hanI cinque mercati
no totalizzato vendite
per 4,6 miliardi di stermi
line (circa 5,5 miliardi
di
euro) nel 2009, in crescita
rispetto ai 4,1 mil
miliardi di
sterline (circa 4,9 m
miliardi
di euro) del 2008. L’Europa
L’
rimane la zona più attiva
at
su
questo mercato, con il 4
42% dei
lanci di nuovi gelati, seg
seguita dagli Usa e dall’area Asia P
Pacifico.
Globale è invece l’acco
l’accordo dei
consumatori sul gusto p
preferito,
che rimane il cioccolato.
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Altri articoli
sul sito www.italiaoggi.it/gelato
I progetti dell’inglese Sfp per il club
NEL 2015
Calcio, il Venezia
promuove la città
Pubblicità
sul cellulare
da 1,8 mld $
DI
MARCEL VULPIS
R
iflettori accesi sull’Fbc
Unione Venezia, nata
dal fallimento in Lega
Pro (prima divisione)
dell’ex Venezia calcio. Il club lagunare, relegato attualmente in
serie D, è entrato nell’orbita di
interesse della Scout & Football
Placement, una società britannica nata pochi mesi fa a Londra
con la missione aziendale di riconvertire in business società di
calcio europee in difficoltà.
«Seguiamo da diverso tempo
l’Unione Venezia», ha spiegato
a ItaliaOggi Flavio Ferrarla,
amministratore delegato di Sfp.
«Il Venezia è un marchio storico
e rappresenta, indirettamente,
una delle città d’arte più famose
a livello mondiale. Quest’anno la
società ha perso l’opportunità del
ripescaggio in seconda divisione
(la ex C2), ma al di là dell’occasione mancata il nome di Venezia
deve tornare in serie A nell’arco
di 3-4 anni, proprio per non perdere valore sotto il profilo sportivo, commerciale e marketing. In
Inghilterra possiamo individuare
diversi fondi di private equity interessati a investire per lanciare
il primo club di calcio utilizzato
come veicolo promo-turistico».
Già in C1 i verdi-nero-arancio
raggiungevano punte di 7 mila
presenze allo stadio Penzo e il ne-
gozio del merchandising esauriva
i capi di abbigliamento con mesi
di anticipo, utilizzando il marchio
della città insieme a quello del comune.
«Prima del fallimento del Venezia calcio avevamo in progetto di lanciare il brand Venezia
United e di vendere i diritti delle
partite all’estero, poi all’improvviso c’è stato il crac societario»,
ha dichiarato Giorgio Betrò,
ex direttore marketing del club
lagunare. «L’idea era quella di
legarci a un club di alto profilo,
simbolo dell’eccellenza calcistica:
il Manchester United. Volevamo
diventare la filiale italiana dei
Red Devils con interscambio di
giovani del vivaio e sinergie sotto
il profilo marketing, sia nei negozi sportivi sia sull’e-commerce». Il
nuovo acquirente avrebbe la possibilità di utilizzare il marchio del
Venezia calcio, come passaporto
di brand awareness in ambito
internazionale. «Tutti conoscono
nel mondo il nome di Venezia e il
calcio è un volano unico nel suo
genere. Ancora oggi abbiamo migliaia di tifosi in Nord America,
dove in un campionato minore
gioca un team con il nostro nome/
colori sociali. Ci vogliono attualmente non più di 800 mila euro
per rilanciare il club e il marchio
a livello marketing, ma i ricavi sarebbero esponenziali, soprattutto
all’estero», conclude Betrò.
Si prospetta un futuro roseo per
la comunicazione commerciale
su cellulare. Secondo uno studio
di Abi Research, infatti, nel 2015
le aziende spenderanno a livello
mondiale 1,8 miliardi di dollari
(1,4 mld di euro) per la pubblicità sul telefonino puntando sui
servizi geolocalizzati che, sfruttando tecnologie come Gps e
Wi-fi, consentono di individuare
la posizione di un utente e di inviargli sul cellulare un messaggio
promozionale mirato quando e se
si trova nelle immediate vicinanze di un negozio. «Il mercato è
appena agli inizi e non c’è ancora
un giusto approccio», sottolinea
Neil Strother, analista della stessa Abi Research. «La pubblicità
basata sulla localizzazione è un
mercato molto frammentato e in
piena fase di sperimentazione».
La ricerca evidenzia che le soluzioni più utilizzate sono quelle
basate sul Gps, il Wi-fi e il Cell
Id, l’identificativo di ogni antenna di trasmissione cellulare. Le
campagne di maggior successo
usano alcune o tutte queste tecnologie, a seconda del prodotto o
del servizio che si vuole promuovere, del paese, della tipologia di
consumatori e della precisione
di localizzazione richiesta. Tra i
servizi più diffusi tra gli utenti ci
sono Loopt, Gowalla e Foursquare. Recentemente Facebook ha
lanciato Places negli Usa.
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16
Sabato 4 Settembre 2010
MEDIA
Nuova benzina sul fuoco delle polemiche che investe il quotidiano di Alexandre Pugachev
France Soir, c’è voglia di gossip
L’ex direttore de Prevaux ribadisce la svolta trash dell’editore
PAGINA A CURA
ALESSIO ODINI
DI
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I
l marcio in Danimarca c’era
già qualche secolo fa, figuriamoci a Parigi nel 2010.
Fatto sta che a France Soir,
il quotidiano controllato da Alexandre Pugachev (26 anni), le
acque si stanno calmando in superficie, non sul fondo. A gettare
nuove ombre sulle reali intenzioni dell’editore, che ha paventato
una deriva scandalistica per
moltiplicare rapidamente le copie vendute, in barba alla storia
del giornale, ci ha pensato Gilles
de Prevaux (66 anni), una vita
dedicata al quotidiano fondato da
Pierre Lazareff, prima di inventarsi nel 1986 Télé Loisirs settimanale di programmi tv (Prisma
Presse). Carriera culminata con la
direzione a tempo di France Soir a
cavallo fra 2009 e 2010, per lavorare al nuovo modello lanciato da
Christian de Villeneuve.
Un modello che aveva cominciato a dare i suoi frutti, facendo quadruplicare le poche copie
diffuse fino a quel momento, ma
affossato dopo neanche cinque
mesi. L’accusa: troppo simile a Le
Parisien, testata diretta in precedenza da de Villeneuve e oggi amAlexadre
Pugachev
bito da diversi editori. In effetti, il
direttore aveva lasciato intendere
di voler crescere nelle diverse regioni francesi in cui Le Parisien
era presente, approfittando delle
sue difficoltà e proponendo un
France Soir tutto
nuovo. Pugachev
lo ha congedato in
fretta, affidando la
direzione a Remy
Dessarts (54 anni)
e rassicurando
tutti sul fatto che
essere di pubblico
France Soir non
dominio, si può inavrebbe preso le
travedere uno sconforme di una Bild
tro generazionale sul
(oltre 3 milioni di
modo di intendere un
copie vendute), o di
quotidiano e i metodi
un Sun alla franper vendere copie fra
cese, scongiuranchi ha iniziato la prodo derive «trash».
pria carriera come
Remy Dessarts
Rassicurazioni
reporter nel 1964 e
sconfessate da de Prevaux in
chi è partito direttamente dalla
una lettera al nuovo direttore
stanza dei bottoni e che non dà
poche ore prima di essere deporetta alla vecchia guardia. Stansto a sua volta dall’incarico di
do alla versione dell’ex direttore,
consigliere editoriale.
Pugachev, sempre chiamato «le
Fra le righe della missiva, dal
Président», ha preteso da «200
tono confidenziale ma dalla fora 250 mila copie vendute nel
ma curata, in quanto pensata per
primo anno», nonostante «gran-
di nomi della
stampa» gli
avessero fatto
intendere che
l’obiettivo «era
impossibile, che 60 o 80 mila (copie, ndr) potevano anche essere».
Venderne 10 mila in più, come rivendicato da de Prevaux era già
un successo.
Il balzo in avanti poteva essere offerto solo dal gossip: «Voleva
scandali, sempre scandali», si
sfoga de Prevaux. «All’improvviso
non parla d’altro che della Bild e
ne mostra degli esemplari». Peggio che in una trama di Dumas
padre, de Prevaux confessa che
Smentiti gli analisti che temevano la fine delle testate cartacee
SVOLTA DIGITALE
Dieci giornali dati per morti
Tutti hanno superato la crisi
Il Jornal
do Brasil
solo online
A
volte ritornano. E sono
di carta. L’editoria americana dei quotidiani fa
la conta di chi è sopravvissuto alla fase acuta del declino del settore, sconquassato dal
crollo della raccolta pubblicitaria,
delle diffusioni e dall’avvento delle
pubblicazioni digitali. Agli inizi di
settembre dello scorso anno, Time
aveva pubblicato la lista delle dieci
testate americane che più rischiavano di chiudere i battenti, mentre
c’era già chi si affrettava a dire che
la carta stampata avrebbe adbicato nel giro di dieci anni. Difficile
smentire le previsioni a medio termine. Nell’immediato, vediamo chi
si è estinto e chi no nell’arco di 18
mesi, con una premessa: 8 su 10
erano dati per spacciati.
Il Philadelphia Daily News, formato tabloid da 100 mila copie e staff ridotto, è
ancora al suo posto in edicola, nonostante fosse
sull’orlo della bancarotta. Stesso discorso per il
Minneapolis Star Tribune, che poteva sopravvivere trasferendosi in blocco su Internet, o sperare
nella chiusura del rivale Pioneer Press. Fra le
testate più blasonate, il Miami Herald, con le sue
200 mila copie, è rimasto sotto il sole della Florida. Il Detroit News non ha chiuso, tantomeno il
Boston Globe, nonostante le traversie economiche
del gruppo The New York Times, che anzi è tornato a respirare nell’ultima trimestrale. E che dire
del San Francisco Chronicle? I manifesti funebri
sono un po’ sbiaditi, ma ci sono ancora e rammentano come la testata californiana perdesse
70 milioni di dollari (54 milioni di euro) nel 2008
e che l’unica possibilità fosse quella di saltare sul
treno dell’online, ma solo a metà 2009, dunque
confidando molto nella bontà divina.
Seppure con dolorosi tagli, i giornali delle
metropoli americane grandi e medie sono rimasti là dov’erano, a testimonianza della validità
dell’informazione locale: è stato così anche per
Chicago Sun-Times, New York Daily News, Fort
Worth Star-Telegram e Cleveland Plain Dealer.
Ancora qualche numero: i posti di lavoro che
mancano all’appello si attesterebbero attorno al
20%, mentre solo 11 dei 1.400 quotidiani a stelle
e strisce hanno realmente chiuso i battenti, cioè
meno dell’1%. Resta da capire che cosa accadrà
alla carta, quando i tablet pc di Apple, Samsung,
Sony e concorrenti cominceranno a girare veramente a regime.
© Riproduzione riservata
Il Jornal do Brasil, uno dei
più più longevi quotidiani
brasiliani, ha divorziato
defi nitivamente dalla carta stampata. In edicola dal
1891, da un paio di giorni
il Jornal è disponibile solo
online, a causa dei crescenti debiti di Editora JB e di
una diffusione delle copie
sempre più risicata.
I rovesci editoriali sono
stati cancellati con lo slogan che presenta la nuova
edizione digitale: «Qualità.
Interattività. Rispetto per
l’ecologia. Allineamento al
futuro. Innovazione».
A spingere verso la soluzione online, una serie di
valutazioni e un sondaggio
fra i lettori, che avrebbero promosso l’iniziativa,
nonostante le iniziali proteste di chi avrebbe voluto
mantenere in vita l’edizione cartacea, associata alla
«gloriosa carriera del giornale» e agli «spazi di libertà» che fin qui aveva offerto. Aspetti che l’edizione
online, secondo l’editoriale
che ha inaugurato il nuovo
corso digitale del Jornal,
«non sono perduti, ma anzi
si sono estesi attraverso il
mezzo elettronico» di internet.
«mi ci è voluto un po’ di tempo per
comprendere che era stato consigliato da Holger Wiemann».
Descritto dall’ex direttore come
un millantatore già ai tempi di
Prisma Presse, de Prevaux ha
scrupolosamente verificato il
curriculum del consigliere de «le
Président», sconfessandolo, oltre a
ric
ricordare come
gi
già all’epoca di
Té
Télé Loisirs Wiem
emann aveva
gi
già tentato di
ac
accaparrarsi i
m
meriti del succe
cesso del periodi
dico. Una bella
ga
gatta da pelare per l’amico
Remy, destinatario della lettera
pubblica, messo alle spalle. Il
suo predecessore, de Villeneuve,
aveva parlato di France Soir in
termini di «start up». In effetti,
ogni giorno è un nuovo inizio.
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Altri articoli
sul sito www.italiaoggi.it/france+soir
STAMPA INGLESE
Intercettazioni
illegali al News
of the World
News of the World, il tabloid domenicale inglese
riconducibile a Rupert
Murdoch è tornato nel mirino della Press complaint
commission per una serie
di intercettazioni telefoniche illegali condotte da
un suo giornalista. Lo ha
reso noto il New York Times, spiegando che News
of the World ha subito
sospeso un proprio reporter, dopo che l’operatore
telefonico di una «celebrità televisiva» aveva avvisato il proprio cliente che
l’utenza era stata messa
sotto controllo.
Non sarebbe la prima
volta che il tabloid di
Murdoch utilizza mezzi
impropri per ottenere degli scoop: il Guardian di
Londra, per esempio, ha
ricordato come il News
of the World sia stato costretto a pagare 700 mila
sterline (840 mila euro)
per mettere a tacere un
episodio di violazione
della privacy che ha coinvolto Gordon Taylor, presidente dell’Associazione
calciatori professionisti
inglese.
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Sabato 4 Settembre 2010
MEDIA
17
Editori e Upa concordi: arricchire i dati sulla stampa con quelli delle versioni elettroniche
Presto le diffusioni su iPad e pdf
Ads conterà le copie e i singoli articoli venduti dai giornali
DI
ANDREA SECCHI
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A
ccertamenti diffusione
stampa (l’Ads) si prepara a compiere un passo importante e di cui
fra qualche tempo non si potrà
fare a meno: oltre ai dati sulle
diffusioni su carta dei giornali,
presto si doterà anche di quelli
sulle vendite delle versioni elettroniche, pdf e applicazioni per
i tablet pc. Dire presto è forse
un po’ azzardato perché i tempi
non sono ancora definiti, ma il
progetto è stato già avviato e a
fine luglio ci sono stati i primi
contatti con qualche intermediario che vende per conto degli
editori i giornali digitali, Apple
in primo luogo ma anche gli
operatori telefonici.
L’esigenza di completare i
dati sta diventando ormai forte,
editori da una parte e inserzionisti dall’altra. L’Upa, Utenti
pubblicità associati, già qualche settimana fa aveva espresso
alla Federazione editori giornali il suo interesse in merito. E
d’altronde, nel momento in cui
i giornali su iPad, dopo la prima fase promozionale, comin-
Alessandro
Brignone
ciano a diventare a pagamento,
è chiaro come i primi debbano
avere i dati sui lettori nel momento in cui si propongono alle
aziende. La novità, rispetto a
quanto visto finora per gli Ads
sulle versioni cartacee, è che
si conteranno non solo le copie
digitali dell’intero giornale, ma
anche quelle dei singoli articoli,
formula questa che è utilizzata
dagli editori soprattutto nei siti
web con i pdf.
LA VIGNETTA DEL GIORNO
«Siamo in una fase ancora embrionale», racconta a ItaliaOggi
Alessandro Brignone, diretg e presipresi
tore generale della Fieg
eresse
dente di Ads, «ma l’interesse
re
c’è. Ora bisogna lavorare
a
per trovare un sistema
di regole in base all
a
quale avere i dati da
o
tutti coloro che fanno
a
da intermediari nella
vendita delle versioni
elettroniche. Per i pdff
venduti direttamente
sui siti degli editori non c’è problema,
ma bisogna pensare
anche agli altri intermediari e soprattutto
alle applicazioni per i
tablet per le quali a
breve non si parlerà
soltanto di Apple».
Per l’iPad della
mela, infatti, sembra che non ci siano grossi problemi.
Nell’Apple store
ciascun proprietario
di un’applicazione ha
possibilità di vedere quantii h
hanno scaricato ed eventualmente
comprato il proprio prodotto.
Ma nei prossimi mesi i concorrenti della tavoletta di Apple
si moltiplicheranno, vedi gli
annunci di
© Riproduzione riservata
i
dì all’Ifa
ll’If di B
li
giovedì
Berlino
suii
tablet di Samsung e Toshiba,
e l’utilizzo di store alternativi
Pubblicità, su internet +18%
Così la raccolta a luglio
DISPLAY
MESE
Editoria in Piazza Affari
Bene Poligrafici
Indice
Chiusura
FTSE IT ALL SHARE
DJ MEDIA
Titolo
21.181,61
22.244,2
Var. %
Totale
AFFILIATE
Diff. %
Totale
TOTALE
Diff. %
Totale
Diff. %
GENNAIO
14.847
9,20%
3.190
7,90%
18.037
9,00%
FEBBRAIO
20.780
10,50%
3.244
42,60%
24.023
14,00%
MARZO
27.667
11,80%
3.632
22,90%
31.299
13,00%
APRILE
24.782
-0,40%
3.244
1,60%
28.026
-0,10%
MAGGIO
32.535
25,50%
3.274
-9,80%
35.809
21,20%
GIUGNO
35.598
31,70%
3.126
3,80%
38.724
28,90%
LUGLIO
21.227
46,60%
2.880
20,70%
24.107
42,90%
TOTALE
PROGRESSIVO
177.436 18,70%
22.590
10,70% 200.025 17,80%
Fonte: Osservatorio Fcp-Assointernet. Fatturato netto in migliaia di euro
Var. % 30/12/09
0,99
-0,31
-10,45
-14,64
Rif.
Var.
%
Var. %
30/12/09
Capitaliz.
(mln €)
Buongiorno
0,8780
-1,68
-24,31
93,4
Cairo Communication
Caltagirone Editore
2,6800
1,8350
1,13
-0,81
-13,55
5,04
210,0
229,4
Class Editori
Espresso
0,4600
1,5400
-1,18
-2,28
-31,75
-31,40
47,9
630,9
Il Sole 24 Ore
Mediaset
1,3400
5,1100
2,92
-
-30,17
-10,90
58,1
6.036,1
Mondadori
Monrif
2,2975
0,4340
-1,18
0,81
-25,83
-3,56
596,0
65,1
Poligraici
Rcs Mediagroup
0,5300
1,1730
3,82
0,43
17,65
-7,49
70,0
859,4
Seat Pagine Gialle
Telecom Italia Media
0,1433
0,2030
-2,18
-0,05
-11,82
-61,44
276,1
293,6
a quello della mela crescerà. E
allora l’Ads dovrà trovare l’insieme di norme a cui i vari inttermediari, operatori telefonici
ccompresi, dovranno attenersi
n
nel rilasciare le attestazioni.
Per altro questa mossa di
A
Ads porterà avanti il sistema
d
di rilevazioni italiano sulla
sstampa introducendo, seppur
iin misura ridotta, il concetto
d
di total audience. Mentre neg
gli Stati Uniti si trova la diffussione totale di una testata che
ccomprende anche le versioni
eelettroniche (e da marzo quellle su iPad), per le testate nosstrane la carta viene misurata
d
da Ads (e Audipress) mentre il
d
digitale da Audiweb senza posssibilità di avere una total aud
dience. Con il modello di Ads
cche verrà, invece, il digitale
((eccetto per i siti web gratis)
n
non sarà del tutto estraneo ai
n
numeri di un giornale.
A luglio si conferma per il terzo mese consecutivo una
importante crescita della raccolta pubblicitaria su internet, che da inizio anno è cresciuta del 17,8% rispetto
al 2009 raggiungendo i 200 milioni di euro. Secondo
l’Osservatorio Fcp-Assointernet il display advertising
(all’interno del quale vengono aggregati i dati di pubblicità tabellare, video, mobile e email/newsletter) a luglio
segna un +46,6% rispetto allo stesso mese del 2009. Positivo è anche il dato affiliate (inserzioni performance
e annunci/directories), +10,7% da inizio anno e +20,7%
nel solo mese di luglio. Niente dati che riguardano il
search, cioè la pubblicità sui motori di ricerca, «a causa
della mancanza di informazioni da parte di Google che
non è disponibile a fornire i suoi dati», spiega Fcp in una
nota. In passato si è cercato di ovviare a questo limite
effettuando una stima dei valori della search di Google,
metodo segnalato come impreciso, da qui la sospensione
del dato «in attesa di trovare una nuova modalità che
consenta di accertarne il fatturato senza incorrere in
valutazioni errate o arbitrarie». Google, infatti, rappresenta, insieme a Yahoo, la quasi totalità del mercato
della search.
Altri articoli
sul sito www.italiaoggi.it/ipad
CHESSIDICE
Publicis prevede un ottimo trimestre. Publicis
Groupe dovrebbe riportare
una crescita organica «robusta» nel terzo trimestre
per via del continuo miglioramento dei mercati nel
corso dell’estate. A sostenerlo
è il ceo Maurice Levy, che
per l’intero 2010 stima una
crescita organica superiore
al 3,5%. Publicis è in cerca
di acquisizioni ma non
conferma le trattative per
l’acquisizione dell’agenzia
brasiliana Talent.
Francia, soppressione
degli spot sulla tv di
stato verso il rinvio. La
televisione pubblica francese potrebbe tenersi la sua
pubblicità per almeno uno
o due anni. Secondo La Tribune, il governo d’Oltralpe
sarebbe orientato a rinviare
una misura che, per l’esecutivo, costerebbe 200 milioni
all’anno o addirittura 300
milioni se si tiene conto di un
rapporto stilato del senato.
In mostra le foto di Gianni Giansanti. Il Museo
Nazionale della Scienza e
della Tecnologia di Milano
presenta Umanità la mostra
fotografica dedicata al fotografo e giornalista Gianni
Giansanti scomparso lo
scorso anno. L’esposizione
ripercorre la carriera di
Giansanti, diventato famoso
a 21 anni con lo scatto del ritrovamento del corpo di Aldo
Moro a Roma nel 1978.
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18
Sabato 4 Settembre 2010
UN PROFESSIONISTA AL GIORNO
La vita, i gusti e le passioni di Vincenzo Franza, amministratore delegato di Caronte & Tourist
Il traghettatore dello Stretto
Ben venga il ponte tra la Calabria e la Sicilia, noi resteremo
competitivi. Lo stress? Lo scarico in sella alla mia moto
DI
ANDREA G. LOVELOCK
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A
28 anni era già amministratore delegato del settore armatoriale Gruppo Franza e oggi, a 46 anni, Vincenzo Franza è tra
i più giovani manager nel trasporto marittimo italiano sul
ponte di comando della Caronte & Tourist spa. «Sono entrato
in azienda, che allora si chiamava Tourist Ferry Boat spa, nel 1988»,
racconta Franza, «e dal 1992, dopo la prematura scomparsa di mio
padre (fondatore della società con mio nonno) ho assunto la responsabilità dell’amministrazione della società, condividendola con mia
madre, cavaliere del lavoro Olga Mondello».
na
Oggi la Caronte & Tourist è attiva nello stretto di Messina
e opera i collegamenti con le Isole Eolie, Ustica, con La
Maddalena (in joint venture con la Moby) e svolge attività di cabotaggio sulla linea Messina-Salerno.
Inevitabile, per un manager del mare che separa la
Calabria alla Sicilia, parlare del progetto del ponte sulloo
a
Stretto, e delle possibili ripercussioni sull’attività della
sua società, ma la risposta è di quelle disarmanti. «Perr il
o, in
settore cabotaggio», spiega Franza, «l’impatto sarà nullo,
nte
quanto le nostre autostrade del mare “scavalcano” il ponte
mo
mentre per il traghettamento sullo Stretto ci aspettiamo
one
un periodo di grande boom durante tutta la costruzione
uro
del manufatto. Inoltre, parte degli oltre 8 miliardi di euro
tra
che verranno spesi saranno intercettati anche dalla nostra
nte,
attività, con il supporto alla logistica dei cantieri del ponte,
ata
mentre prevediamo un ridimensionamento solo dopo l’entrata
in servizio del ponte. Ma comunque per il 30% delle auto e il
40% dei mezzi pesanti, come già successo nella Manica e tra
Danimarca e Svezia, i traghetti resteranno competitivi».
neAppassionato di meccanica (d’altronde è laureato in ingegnemo
ria) e di immersioni, Franza ha partecipato da giovanissimo
alle gare di offshore, «un modo entusiasmante di vivere il mare,
sfrecciando sul pelo dell’acqua e sfidare con la velocità un
elemento di bellezza straordinaria». Ma ora non ha più tempo
e rivela che la vera e unica passione è la sua famiglia. Da
buon marinaio, Vincenzo Franza solitamente veste casual
e da tempo ha abolito la cravatta, salvo per le occasioni di
carattere istituzionale o per qualche evento mondano. Tra i
suoi capi d’abbigliamento preferiti comunque figurano firme
malità, come
che sono da sempre sinonimo di comodità e di informalità,
gan.
i jeans, rigorosamente Levi’s, e le scarpe Tod’s o Hogan.
pnea, in
E se d’estate si dedica ancora alle immersioni in apnea,
teinverno si regala una parenteni
si di almeno sette, otto giorni
nome
e
tra le montagne, «ovviamente
ia
per sciare con la mia famiglia
e preferibilmente in qualchee lonato a
cche
calità delle Alpi italiane, ricche
edi piste molto lunghe e impegnative.
Per
il
resto
dell’anil
no», aggiunge il manager,
«il mio unico sfogo è andare
in pista o in fuoristrada con ill
professione
a velocimio 250 Yamaha 2 tempi. La
Amministratore delegato
carica dallo
tà per me è inebriante e ti scarica
di Caronte & Tourist
stress lavorativo».
Tra i luoghi che ama frequentare, oltre alle capitali europee come Londra e
spe
Parigi, dove torna spesso
sempre volentieri, l’a.d. di Caronte
& Tourist ammette di essere innamorato pazzo delle Isole
illità, sono
Eolie «uniche e straordinarie per bellezza e tranquillità,
il rifugio naturale per chi vuole staccare la spina, anche solo
per qualche giorno».
Se queste isole sono il suo eremo saltuario, la
tecnologia è la sua necessità quotidiana, il punto
er Sony
di contatto con il villaggio globale. «Uso un computer
atto di
Vaio di ultima generazione, perché nel mio lavoro fatto
iù
frequenti spostamenti devo averne uno che sia il più
portatile possibile… mentre per i cellulari mi affido
a un Htc modello Hd2 che non mi dà alcun problema e trovo semplicissimo e molto pratico da usare.
Devo anche ammettere che sono un patito dei gadget hi-tech che in qualche occasione mi complicano
la vita, ma mi incuriosiscono come un bambino e mi
attraggono come nessun altro oggetto».
Lo stile
Amo l’abbigliamento casual e
indosso spesso jeans Levi’s
ce
Il cellulare
Da tempo u
utilizzo l’Htc
Hd2 e lo trovo molto
semp
semplice
da usare
L scarpe
Le
Per camminare
scelgo i modelli
di Tod’s e Hogan
(nella foto)
Vincenzo Franza
Il computer
Uso un Sony Vaio di
ultima generazione
Messina
9 giugno 1964
LLa moto
t
Quando posso salgo sulla mia Yamaha 250 2 tempi
ta
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