GOMMA E MATERIE PLASTICHE Le previsioni al 2016

GOMMA E MATERIE PLASTICHE
Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione
Il valore aggiunto prodotto dalla fabbricazione di articoli in gomma e materie
plastiche rappresenta lo 0.6 per cento del Pil italiano; oltre un terzo della
produzione è destinata all’esportazione, denotando quindi una buona propensione
all’export del settore.
Per buona parte degli anni novanta la dinamica dell’attività produttiva del settore
ha mostrato un trend crescente. La tendenza positiva si è però interrotta con il
nuovo decennio. Se tra il 1996 ed il 2000 il valore aggiunto era mediamente
cresciuto del 2.4 per cento all’anno, tra il 2001 ed il 2005 si è osservata una
stagnazione dell’attività, che ha registrato un tasso medio annuo di variazione
lievemente negativo (-0.1 per cento). La flessione è andata accentuandosi nel
periodo successivo (2006-2011), quando l’attività produttiva si è ridotta del 2 per
cento in media all’anno.
Tale risultato risente dell’ampia caduta registrata nel biennio 2008-2009, quando il
valore aggiunto si è complessivamente ridotto di quasi il 23 per cento. Il settore
della gomma e della plastica, come altri settori produttori di beni intermedi, è stato
pesantemente colpito dalla crisi, risentendo della contrazione della domanda
industriale internazionale. Nonostante la ripresa osservata nel 2010, le perdite
restano ampie e in buona misura strutturali.
Sulle prospettive dell’attività del settore pesa negativamente la recessione avviatasi
a fine 2011. L’elevata propensione all’export del settore, però, dovrebbe consentire
di contenere le perdite, data la natura interna della recessione. Superata la fase più
intensa di contrazione, l’attività produttiva dovrebbe tornare a muoversi lungo un
trend crescente. In media, però, tra il 2012 e il 2016 il tasso di crescita previsto nel
medio periodo è pari allo 0.5 per cento. Tale andamento non è però sufficiente
perché le perdite subite nella produzione siano recuperate: il ridimensionamento nei
livelli produttivi è pertanto permanente.
1
Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore della gomma e della
plastica; come misura dell’attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati,
ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall’inflazione specifica del settore).1
Valore Aggiunto (*)
Variazioni % annue
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
-5,0
-10,0
-15,0
-20,0
94
97
00
03
06
09
12
15
(*) A prezzi costanti
La produttività del lavoro2 è un’altra variabile di rilievo al fine di cogliere le
tendenze di ciascun settore dell’economia Il livello della produttività nel settore
della plastica è elevato, perché a parità di contenuto di lavoro, il capitale a
disposizione di ciascun lavoratore è superiore rispetto a quello di settori industriali
tradizionali, per cui risulta maggiore il prodotto per unità di lavoro.
La dinamica seguita dalla produttività dell’industria della gomma e plastica ha
mostrato un trend positivo. Con la sola eccezione della seconda metà degli anni
novanta, in cui s’è osservata una stagnazione, la produttività è risultata crescente.
Tra il 2001 ed il 2005 la produttività è difatti aumentata dell’1.5 per cento in media
1
Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il
valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un
determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del
concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore
delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l’anno
corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l’andamento complessivo del fenomeno
nell’intervallo di tempo considerato.
2
La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività
permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole,
la produttività aumenta se l’occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto.
2
all’anno, e tra il 2006 e il 2011 si è osservato solo un lieve rallentamento della
crescita, scesa all’1.1 per cento in media all’anno.
Il settore è stato in parte interessato dal fenomeno del labour hoarding, che ha
consentito di assorbire parzialmente la caduta del valore aggiunto mediante una
contrazione della produttività. Nel corso del 2010, però, si è osservata un deciso
rimbalzo ciclico, che ha riportato la produttività sul proprio trend di lungo periodo.
Il prospettiva, la produttività è prevista continuare a muoversi lungo il profilo
crescente evidenziatosi negli ultimi anni. Dovrebbe proseguire la ristrutturazione del
settore, date le ampie perdite strutturali osservate nei livelli produttivi.
Produttività del lavoro
Livello, 1992=1
1,50
1,40
1,30
1,20
1,10
1,00
0,90
92
96
00
04
08
12
16
Nel terzo grafico si confronta l’andamento dell’occupazione con quello degli
equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro3. L’occupazione nel settore
della plastica e della gomma ha evidenziato un trend crescente durante gli anni
novanta, nel corso dei quali il settore ha creato circa 30 mila posti di lavoro.
L’ultimo decennio, invece, è stato caratterizzato da una fase di marcata
ristrutturazione, con un’espulsione dal settore di quasi 37mila occupati.
3
L’unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la
quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro,
al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del
volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle
variazioni dell’orario di lavoro.
3
La domanda di lavoro si è ridotta, in media, del 3.1 per cento all’anno nella seconda
metà degli anni duemila; la correzione congiunturale, pur parzialmente limitata dal
labour hoarding, conseguente la crisi si è difatti andata a sovrapporre ad una
tendenza già negativa. In prospettiva, date le esigenze di ristrutturazione del
settore e gli effetti della recessione del biennio 2012-2013, si prevede un ulteriore
calo della domanda di manodopera.
L’evoluzione dell’occupazione è stata migliore di quella delle unità di lavoro: la
caduta della domanda di lavoro non si è tradotta in un’uguale contrazione degli
occupati grazie alla riduzione delle ore lavorate pro capite, consentita dal ricorso
alla Cassa Integrazione. In prospettiva, comunque, la ristrutturazione del settore
porterà all’espulsione di altri 15 mila occupati nel medio periodo, portando così le
perdite nel 2016, rispetto ai livelli pre crisi (2007), a quasi 32 mila occupati.
Occupati totali - Unità di lavoro
Livello, migliaia
Unità di lavoro
Occupati totali
240
220
200
180
160
140
120
100
92
94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16
4
L’andamento degli aggregati professionali al 2016
La tabella che segue distribuisce la previsione dell’occupazione al 2016 per i Grandi
Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP 2011.
L’andamento degli aggregati professionali al 2016
La tabella che segue presenta la distribuzione degli occupati del s ettore al 2011 e le previsioni al 2016 per i Grandi
Gruppi profes sionali della Class ificazione delle Profes sioni ISTAT CP 2011.
L'occupazione al 2011 e le previsioni al 2016
GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI***
Numero occupati
Variazione
2011*
2011-2016**
2016**
Legis latori, imprenditori e alta dirigenza
6.698
6.167
-532
Profess ioni intellettuali, s cientifiche e di elevata specializzazione
2.250
2.072
-179
Profess ioni tecniche
26.827
24.697
-2.130
Profess ioni esecutive nel lavoro d'ufficio
15.505
14.274
-1.231
2.398
2.207
-190
Artigiani, operai specializzati e agricoltori
25.675
23.637
-2.038
Conduttori di impianti, operai di macchinari fiss i e mobili e conducenti di
veicoli
Profess ioni non qualificate
86.115
79.279
-6.836
18.779
17.288
-1.491
184.247
169.622
-14.626
Profess ioni qualificate nelle attivita’ comm erciali e nei servizi
Totale occupazione
*Dati riproporzionati sui valori di Contab ilità Nazionale
**Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi
***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore
Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF
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