Verbale della 22a riunione del gruppo di collegamento del 21.11.2012

Comitato economico e sociale europeo
Bruxelles, 18 aprile 2012
RESOCONTO
della 21a riunione
del gruppo di collegamento
con le organizzazioni e le reti europee della società civile
svoltasi a Bruxelles, presso la sede del Comitato,
il 21 novembre 2011
_____________
R/CESE 734/2012 FR-PIN/Sor/TON/Sor/cp
IT
-1La 21a riunione del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti europee della società civile
si è svolta a Bruxelles il 21 novembre 2011 ed è stata presieduta dai due copresidenti: Staffan
NILSSON, Presidente del CESE, e Jean-Marc ROIRANT, presidente del Forum civico europeo
(FCE). La riunione è iniziata alle ore 14.30 e si è conclusa alle ore 17.30.
ELENCO DELLE PRESENZE

Membri del gruppo di collegamento presenti
Rappresentanti del CESE
Staffan NILSSON
Sandy BOYLE
Georgios DASSIS
Edgardo IOZIA
Luca JAHIER
Leila KURKI
Krzysztof PATER
Presidente del CESE
Presidente della sezione REX
Presidente del II gruppo
Presidente dell'Osservatorio del mercato unico (OMU)
Presidente del gruppo Attività diverse
Presidente della sezione SOC
Presidente dell'Osservatorio del mercato del lavoro
(OML)
Presidente della CCMI
Presidente della sezione ECO
Presidente del comitato direttivo Europa 2020
Presidente dell'Osservatorio dello sviluppo sostenibile
(OSS)
Jorge PEGADO LIZ
Michael SMYTH
Joost VAN IERSEL
Hans-Joachim WILMS
Rappresentanti delle organizzazioni e delle reti europee della società civile

Titolari
Arielle GARCIA
Diego PINTO
Conny REUTER
Jean-Marc ROIRANT
Luk ZELDERLOO
Direttrice aggiunta della Fédération nationale de la mutualité
française (FNMF)
Segretario generale del Movimento europeo internazionale
(MEI)
Presidente della Piattaforma delle ONG europee del settore
sociale
Presidente del Forum civico europeo (FCE)
Segretario generale dell'Associazione europea dei prestatori
di servizi alle persone disabili (EASPD)
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…/…
-2
Supplenti
Valentina ABITA
Luiza BARA
Emmanuelle FAURE
Audrey FRITH
Alexandrina NAJMOWICZ
Yves ROLAND-GOSSELIN

Responsabile di progetti presso il Comitato europeo delle
associazioni di interesse generale (CEDAG)
Direttrice dell'Alleanza europea per la salute pubblica
(EPHA)
Alto responsabile per gli Affari europei, Centro europeo delle
fondazioni (EFC)
Direttrice della Piattaforma europea della società civile per
l'istruzione e la formazione permanente (EUCIS-LLL)
Coordinatrice del Forum civico europeo (FCE)
Presidente della Confederazione delle organizzazioni
familiari dell'UE (Coface)
Membri del gruppo di collegamento assenti
Rappresentanti del CESE
Stéphane BUFFETAUT
Mario CAMPLI (excusé)
Brian CASSIDY (excusé)
Henri MALOSSE (excusé)
Presidente della sezione TEN
Presidente della sezione NAT
Presidente della sezione INT
Presidente del I gruppo
Rappresentanti delle organizzazioni e delle reti europee della società civile

Titolari
Pierre BARGE (excusé)
Olivier CONSOLO
Monique GOYENS
Christopher HARRISON
Ilona KISH
Monika KOSINSKA
Maciej KUCHARCZYK
Presidente dell'Associazione europea dei diritti dell'uomo
(AEDH)
Direttore della Confederazione europea delle ONG
operanti nel settore dell'emergenza e dello sviluppo
(Concord)
Direttrice generale dell'Ufficio europeo delle unioni di
consumatori (BEUC)
Ex presidente dell'Associazione europea dirigenti
scolastici (ESHA)
Segretario generale di Culture Action Europe
Segretario generale dell'Alleanza europea per la salute
pubblica (EPHA)
Direttore generale della Piattaforma europea delle persone
anziane (AGE)
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…/…
-3William LAY
Gérard PELTRE
Étienne PFLIMLIN
Giuseppe PORCARO (excusé)
Gerry SALOLE
Jan-Robert SUESSER

Membres suppléants
Patrice COLLIGNON
Julien DIJOL
Sabine FRANK
Cécile GREBOVAL
Javier GÜEMES
Jana HAINSWORTH
Dirk JARRÉ
Rita KESSLER
Gérard LESEUL
Peter MATJAŠIČ
Ursula PACHL
Christian WENNING

Direttore della Confederazione delle organizzazioni
familiari dell'UE (Coface)
Presidente dell'Associazione internazionale RuralitéEnvironnement-Développement (RED)
Copresidente di Coopératives Europe
Segretario generale del Forum europeo della gioventù
(YFJ)
Direttore generale del Centro europeo delle fondazioni
(EFC)
Vicepresidente del Forum civico europeo (FCE)
Direttore dell'Associazione internazionale RuralitéEnvironnement-Développement (RED)
Coordinatore delle politiche presso il Comitato europeo di
coordinamento per gli alloggi sociali (Cecodhas)
Segretario generale della Piattaforma per l'Europa
interculturale
Direttrice delle politiche, Lobby europea delle donne
(LEF)
Direttore f.f. del Forum europeo sulla disabilità (FEPH)
Segretario generale di Eurochild
Responsabile Cooperazione internazionale, Federazione
europea delle persone anziane (EURAG)
Responsabile di progetti presso l'Associazione
internazionale della mutualità (AIM)
Delegato generale aggiunto del Comitato di
coordinamento delle associazioni cooperative europee
(CCACE)
Segretario generale del Forum europeo della gioventù
(YFJ)
Direttrice generale aggiunta dell'Ufficio europeo delle
unioni di consumatori (BEUC)
Segretario generale dell'Unione dei federalisti europei
(UFE)
Altri partecipanti
Andris GOBIŅŠ
Membro del CESE, relatore del parere del CESE in
merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo
e del Consiglio relativa all'anno europeo dei cittadini
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…/…
-4Ariane RODERT

Membro del CESE, relatrice del parere sul tema
Imprenditoria sociale e impresa sociale
Segretariato del CESE
Martin WESTLAKE
Nicolas ALEXOPOULOS
Maria ECHEVARRIA
Patrick FÈVE
Christian WEGER
Coralia CATANA
Susanna FLORIO
Fausta PALOMBELLI
Segretario generale
Segretario generale aggiunto
Direttrice Affari generali
Capo unità Relazioni con le organizzazioni della società
civile, affari costituzionali
Amministratore unità Relazioni con le organizzazioni
della società civile, affari costituzionali
Membro del gabinetto del Presidente del CESE
Segretaria del gruppo Attività diverse
Amministratrice, segreteria del gruppo Attività diverse
*
*
*
Jean-Marc ROIRANT apre la riunione e presenta i diversi punti all'ordine del giorno. Invita quindi
Hans-Joachim WILMS e Joost VAN IERSEL, che dovranno lasciare la riunione prima della fine, a
fare il punto della situazione rispettivamente sull'avanzamento dei lavori del Comitato per la
preparazione della Conferenza Rio +20 che si terrà al CESE il 7 e 8 febbraio 2012 e per la strategia
Europa 2020.
1.
Adozione dell'ordine del giorno (R/CESE 1670/2011)
L'ordine del giorno è approvato.
2.
Approvazione del verbale della 20a riunione, svoltasi il 27 giugno 2011
(R/CESE 1569/2011)
Il verbale è approvato.
3.
Scambio di vedute con Andris GOBIŅŠ, relatore del parere del CESE in merito alla
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dei
cittadini (2013) (COM(2011) 489 final)
Jean-Marc ROIRANT presenta Andris GOBIŅŠ e lo invita ad introdurre il dibattito.
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…/…
-5Andris GOBIŅŠ si compiace di avere la possibilità di discutere la proposta della Commissione con i
membri del gruppo di collegamento e di poter così arricchire il documento di lavoro che presenterà al
gruppo di studio incaricato di elaborare il parere del Comitato. Propone di strutturare la sua
presentazione e il dibattito attorno ai seguenti punti: calendario e metodi di lavoro per l'elaborazione
del parere, aspetti della proposta della Commissione degni di essere sostenuti, aspetti che invece
potrebbero essere criticati e, infine, aspetti aggiuntivi che potrebbero altresì venir sollevati.
Per quanto riguarda il calendario, indica che il parere deve essere adottato dal Comitato alla sessione
plenaria del 28 e 29 marzo 2012. Prima di quelle date, il gruppo di studio si riunirà due volte, il
20 dicembre 2011 e il 26 gennaio 2012, e la sezione adotterà il parere il 29 febbraio. La mattina del
26 gennaio si terrà un'altra audizione pubblica alla quale invita a partecipare attivamente le
organizzazioni e le reti europee rappresentate nel gruppo di collegamento. L'audizione sarà trasmessa
in web streaming.
Per quanto attiene alla metodologia, Andris GOBIŅŠ dichiara di voler garantire la massima
trasparenza durante l'intero processo di elaborazione del parere - processo che auspica sia il più
inclusivo possibile nei confronti delle organizzazioni della società civile.
Tra gli aspetti della proposta della Commissione che, a suo avviso, meritano di essere appoggiati, cita
in particolare:





il tema dell'Anno europeo 2013, che riflette la volontà di rafforzare il sentimento di appartenenza
all'UE;
il nesso tra il concetto di cittadinanza e l'obiettivo di consentire ai cittadini di partecipare alla vita
democratica nell'UE, nonostante la proposta della Commissione non insista su tale questione;
l'intenzione della Commissione di impegnarsi in un processo aperto e partecipativo per la
pianificazione e l'attuazione dell'Anno europeo 2013, coinvolgendo il CESE, il Comitato delle
regioni e le organizzazioni della società civile;
la determinazione della Commissione di eliminare gli ostacoli che si frappongono all'esercizio
dei diritti conferiti dalla cittadinanza europea;
il fatto che l'obiettivo della libera circolazione sia considerato tra le priorità; la mobilità va
tuttavia interpretata in senso lato, includendo anche le merci, i servizi e i capitali, i diritti dei
consumatori e i diritti elettorali collegati alla cittadinanza europea.
Per quanto riguarda gli aspetti criticabili, Andris GOBIŅŠ si sofferma sui seguenti punti:

la proposta riflette una visione piuttosto limitata da parte della Commissione del concetto di
cittadinanza europea e trascura in larga misura la partecipazione dei cittadini alla vita
democratica e l'attuazione dei nuovi diritti loro conferiti dal Trattato di Lisbona in termini di
democrazia partecipativa. In questo contesto, si chiede se sia possibile proporre una modifica al
titolo dell'Anno europeo 2013 per mettere maggiormente in rilievo tali priorità fondamentali: il
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…/…
-6-


titolo potrebbe ad esempio divenire "Anno europeo della cittadinanza attiva e partecipativa",
sottintendendo in questo modo un ampliamento tematico;
le misure di accompagnamento e di azione legislativa previste per l'eliminazione degli ostacoli
che si frappongono all'esercizio della cittadinanza sono insufficienti e troppo vaghe; l'tuttavia è
essenziale evidenziare maggiormente gli aspetti legati alla partecipazione dei cittadini e al
dialogo con la società civile;
l'accento è posto sulla sensibilizzazione e l'informazione con un approccio diretto essenzialmente
dall'alto verso il basso, mentre i cittadini dovrebbero invece essere i protagonisti di un processo
di presa di coscienza dei loro diritti e delle modalità dell'esercizio di questo ultimi; in questo
contesto, l'elenco delle finalità specifiche perseguite dall'Anno europeo dovrebbe essere ampliato
e includere gli obiettivi legati all'attuazione degli articoli 10 e 11 del Trattato sull'Unione
europea, relativi rispettivamente alla democrazia rappresentativa e partecipativa e, più in
generale, all'esercizio della cittadinanza attiva.
Sul piano finanziario e organizzativo, menziona:



il bilancio proposto dalla Commissione, che ammonta a 1 milione di euro ed è troppo poco
rispetto soprattutto al bilancio di 11 milioni destinato all'Anno europeo del volontariato (2011) o
ai 17 milioni assegnati all'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010);
inoltre, tale bilancio proverrà dalle linee esistenti della DG Comunicazione e servirà
essenzialmente a finanziare campagne di comunicazione da parte di imprese di relazioni
pubbliche con le quali tale Direzione generale ha stipulato dei contratti quadro; non è previsto
alcun finanziamento supplementare, e nemmeno il cofinanziamento delle iniziative della società
civile;
le attività proposte nel corso dell'Anno le quali non possono limitarsi a delle campagne di
informazione; occorre realizzare azioni concrete con un effettivo coinvolgimento della società
civile, azioni che devono avere un impatto sostenibile e coinvolgere allo stesso tempo il livello
nazionale e quello europeo;
le fonti di informazione; la Commissione prevede di mobilitare fonti di informazione quali
Europe direct, il portale La tua Europa o ancora SOLVIT, cosa che giudica discutibile data la
loro scarsa visibilità e popolarità tra i cittadini europei.
Tra gli aspetti aggiuntivi che potrebbero essere affrontati nel parere, cita:



l'incoraggiamento alla creazione di una sfera pubblica europea di dialogo e dibattito, alla quale
dovrebbero contribuire anche i mezzi di comunicazione;
la garanzia di stabilire un legame tra i diversi anni tematici e la necessità di assicurare la
durevolezza dei risultati delle azioni intraprese nel corso dell'Anno;
la necessità di avviare delle azioni volte a eliminare gli ostacoli alla mobilità creati dai sistemi
d'istruzione, le difficoltà d'accesso alla formazione lungo tutto l'arco della vita, le carenze in
materia di conoscenze linguistiche, le questioni legate alle cure sanitarie, alla sicurezza sociale,
all'accesso agli alloggi ecc.;
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…/…
-7



lo sviluppo da parte delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri di meccanismi e di strumenti
partecipativi a tutti i livelli e in tutte le fasi dei processi decisionali;
la creazione, come avvenuto nel quadro degli Anni europei precedenti, di un'Alleanza delle
organizzazioni della società civile incaricata di coordinare e attuare iniziative della società civile
stessa nel corso dell'Anno europeo 2013 e, in questo contesto, l'articolazione da stabilire con il
gruppo di collegamento e con il CESE;
i mezzi e gli strumenti finanziari da mobilitare per garantire la sostenibilità dei risultati ottenuti
nell'Anno europeo 2013;
le modalità con cui garantire una reale partecipazione della società civile, tanto a livello europeo
che nazionale, nella definizione e nella realizzazione delle azioni che saranno avviate nel corso
dell'Anno 2013.
Per concludere, Andris GOBIŅŠ ritiene che vi siano principalmente tre questioni chiave cui sulle
quali propone al gruppo di collegamento di discutere, vale a dire:



in che modo la società civile organizzata potrebbe venire effettivamente coinvolta nell'attuazione
dell'Anno europeo 2013? Quali ruoli dovrebbero svolgere rispettivamente il Comitato, il gruppo
di collegamento e l'Alleanza in fase di creazione e quali sinergie andrebbero stabilite tra di loro?
per quanto riguarda gli obiettivi e le priorità d'azione per l'Anno europeo 2013, occorre prevedere
soltanto dei cambiamenti in termini di contenuto oppure, al fine rafforzare la visibilità, conviene
proporre una modifica del titolo dell'Anno europeo?
quale strategia comune adottare per far avanzare le posizioni e le raccomandazioni che saranno
formulate a proposito della proposta della Commissione e garantire che le altre istituzioni ne
tengano conto?
Jean-Marc ROIRANT ringrazia Andris GOBIŅŠ e apre il dibattito generale.
Edgardo IOZIA sottolinea che la proposta della Commissione è una grande delusione poiché i temi
scelti per l'Anno 2013 non sono quelli al centro delle preoccupazioni dei cittadini europei. Nel
contesto della crisi che l'Europa sta attualmente attraversando, avrebbe auspicato che il filo
conduttore della proposta della Commissione fossero i valori europei che sono alla base della
cittadinanza europea. Quest'ultima non consiste semplicemente nella libera circolazione, e per questo
motivo la proposta non può essere accettata nella sua forma attuale né dal Comitato, né dalle
organizzazioni della società civile. Si aspetta dunque che il relatore sia intransigente a tal riguardo.
Jean-Marc ROIRANT precisa che numerose organizzazioni della società civile hanno già espresso
la loro preoccupazione alla Commissione per questa visione riduttiva della cittadinanza e che,
secondo alcune informazioni, si tratterebbe di una sua scelta consapevole, poiché alcuni Stati membri
ritengono che sia soltanto la libertà di circolazione a essere di competenza dell'UE, mentre gli altri
aspetti della cittadinanza rientrano tra le loro competenze e, dunque, nella sussidiarietà.
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…/…
-8Arielle GARCIA concorda con l'idea di proporre una modifica al titolo dell'Anno che, ad esempio,
potrebbe divenire "Anno europeo della partecipazione attiva"; questo dovrebbe tuttavia avvenire
esclusivamente se la Commissione cambierà il proprio approccio, in termini di contenuto, per quanto
riguarda il concetto stesso di cittadinanza. È questo il punto focale del dibattito: la vera questione è
sapere se l'UE intende veramente porre il cittadino al centro delle sue preoccupazioni.
Conny REUTER dichiara di condividere la posizione di Arielle GARCIA; sottolinea l'elevato deficit
di democrazia di cui soffre l'UE e la crisi di legittimità di cui sono vittime le sue istituzioni, e si dice
preoccupato per il rafforzamento a livello nazionale dei movimenti antieuropei e antidemocratici.
In tale contesto, ritiene sia possibile far comprendere alla Commissione che il fatto di porre rimedio a
questa situazione costituisce una sfida politica per l'Unione europea, in particolare in vista delle
prossime elezioni del Parlamento europeo nel 2014, alle quali inoltre partecipa soltanto una
minoranza dei cittadini.
La società civile dovrebbe pertanto insistere affinché l'Anno europeo 2013 non sia un anno per la
comunicazione, quanto un anno per la partecipazione, che consenta ai cittadini di far conoscere le
loro preoccupazioni e le loro aspettative.
Audrey FRITH si compiace del fatto che questo scambio di vedute con il relatore del Comitato
abbia luogo prima della prima riunione del gruppo di studio incaricato di elaborare il parere, cosa che
dà la possibilità ai membri del gruppo di collegamento di apportare un effettivo contributo alla
realizzazione del parere del Comitato.
Esprime successivamente il proprio accordo con Edgardo IOZIA per quanto riguarda le carenze della
proposta della Commissione, che considera una vera e propria delusione per l'approccio restrittivo
alla cittadinanza adottato dalla Commissione. In questo senso, non basta cambiare il titolo. è il
concetto stesso dell'Anno che deve essere riveduto.
Facendo eco a Conny REUTER, esprime preoccupazione anche per i fenomeni crescenti di
estremismo e nazionalismo in Europa e, più in generale, per il deterioramento delle condizioni
democratiche, aspetto particolarmente inquietante in vista dei prossimi appuntamenti elettorali
europei. Per questo motivo, si rende ancora più necessario modificare l'orientamento della proposta
della Commissione per l'Anno 2013.
Diogo PINTO ringrazia Andris GOBIŅŠ per la sua introduzione e si compiace del fatto che si sia
posto l'accento sulla sostanza mancanza di contenuto nella proposta della Commissione, che ne
costituisce il principale difetto. Ritiene tuttavia che l'orientamento scelto dalla Commissione non
dovrebbe sorprendere nessuno poiché le questioni collegate alla cittadinanza sono di competenza
della DG Comunicazione da due anni, da quando cioè l'Unità incaricata della politica della
cittadinanza, che dipendeva in precedenza dalla DG Educazione e cultura, è stata trasferita al suo
interno. Ne conclude che, per la Commissione, la cittadinanza è essenzialmente una questione di
comunicazione.
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…/…
-9-
Osserva in seguito che le preoccupazioni espresse nel corso del dibattito sono altresì presenti
all'interno del Parlamento europeo e insiste sul fatto che l'Anno europeo 2013 deve contribuire ad
alimentare l'entusiasmo per la costruzione europea e non la delusione a questo riguardo.
Alexandrina NAJMOWICZ si compiace del fatto che il relatore abbia coinvolto il gruppo di
collegamento già nelle prime fasi dell'elaborazione del parere, e del suo spirito di apertura.
Rammenta che da ormai diversi anni le organizzazioni e le reti europee rappresentate nel gruppo di
collegamento lavorano sulle questioni legate alla cittadinanza. Menziona in questo contesto il
manifesto Per un vero dialogo civile europeo elaborato nel 2009, alla vigilia delle elezioni europee,
volto a interpellare le parti politiche affinché si assumessero impegni forti a favore di una democrazia
europea più partecipativa e per lo sviluppo del dialogo civile; ritiene pertanto che l'Anno europeo
2013 rappresenti l'occasione per diffondere questo stesso messaggio. Le organizzazioni e le reti
rappresentate nel gruppo di collegamento hanno dunque inviato a tutti gli europarlamentari una
lettera aperta per sensibilizzarli sulla necessità di ampliare la tematica dell'Anno europeo, in modo da
garantire che il concetto di cittadinanza trovi piena espressione, tenendo conto delle prospettive
aperte dall'articolo 11 del Trattato sull'Unione europea in termini di partecipazione dei cittadini alla
vita democratica dell'Unione europea.
Alexandrina NAJMOWICZ precisa inoltre che sono stati presi contatti con i relatori delle diverse
commissioni parlamentari consultate in merito alla proposta della Commissione, tra cui la
commissione Libertà civili, giustizia e affari interni, competente in materia, al fine di portare avanti le
posizioni difese in questa lettera. Afferma altresì che in seno al Parlamento europeo vi è
effettivamente un consenso piuttosto ampio a favore di un potenziamento dell'approccio adottato
dalla Commissione. Spera infine che i parlamentari si dichiarino favorevoli ad un aumento del
bilancio.
Alexandrina NAJMOWICZ conferma che su iniziativa delle organizzazioni e delle reti europee
rappresentate nel gruppo di collegamento è stata creata un'Alleanza della società civile per l'Anno
europeo 2013, la quale raggruppa attualmente una ventina di reti europee. Il compito di tale Alleanza
è, in un primo momento, quello di effettuare campagne presso gli europarlamentari affinché
sostengano le posizioni difese nella lettera aperta loro indirizzata; tuttavia l'obiettivo è che tale
Alleanza venga riconosciuta ufficialmente dalla Commissione come interlocutore delle istituzioni
europee per l'Anno europeo e, a tal fine, occorre riunire il più possibile la società civile organizzata
europea attorno all'Alleanza, seguendo l'esempio di quelle che si sono costituite nel corso dei
precedenti Anni europei. È già stata presentata una proposta in questo senso alla Commissione, e si
attende attualmente una risposta.
In questo contesto, ringrazia Staffan NILSSON per aver apportato ufficialmente a tale Alleanza il suo
sostegno e quello dell'intero Comitato.
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…/…
- 10 Luiza BARA si dice in pieno accordo con le posizioni espresse negli interventi, ma aggiunge che un
incremento del bilancio destinato all'Anno europeo avrebbe senso soltanto se venissero modificati
sostanzialmente l'approccio della Commissione e le attività proposte.
Georgios DASSIS si associa a quanto affermato da Edgardo IOZIA e sottolinea il contrasto che
esiste tra l'obiettivo generale che la Commissione attribuisce all'Anno europeo, incentrato sulla libera
circolazione, e gli obiettivi specifici menzionati all'articolo 2 della proposta, tra cui quello di
stimolare l'attaccamento dei cittadini all'UE - obiettivo che, ovviamente, non può essere realizzato
seguendo l'approccio scelto dalla Commissione e attuando le iniziative da lei proposte. Ritiene
pertanto che le contraddizioni esistenti nella proposta della Commissione andrebbero messe in risalto.
Per quanto riguarda il bilancio, ritiene che occorra avvalersi del considerando 25 della proposta per
ottenere un aumento della dotazione finanziaria destinata all'Anno europeo. Tale considerando
prevede infatti la possibilità di ricorrere a finanziamenti aggiuntivi attingendo ai programmi dell'UE
esistenti, come il programma "Europa per i cittadini" e "Diritti fondamentali e cittadinanza". Tuttavia,
viste le restrizioni di bilancio in vigore, si dichiara poco ottimista quanto alla possibilità di ottenere
un incremento significativo del bilancio.
Staffan NILSSON conferma lo scambio di lettere avuto con Jean-Marc ROIRANT per quanto
riguarda la creazione dell'Alleanza e ribadisce l'appoggio ufficiale che il Comitato garantisce a questa
iniziativa e la sua volontà di cooperare con la detta Alleanza una volta che essa sarà stata istituita
ufficialmente.
Al termine della discussione generale, Jean-Marc ROIRANT invita Andris GOBIŅŠ a rispondere
agli interventi.
Andris GOBIŅŠ constata l'ampio consenso sulla necessità di modificare l'orientamento che la
Commissione intende conferire all'Anno europeo 2013 a livello sia di contenuto che del titolo stesso
dell'Anno. Lui stesso ha potuto constatare che anche gli europarlamentari sono rimasti delusi dalla
proposta della Commissione, cosa cha fa sperare che il Parlamento proporrà delle modifiche
sostanziali sia di forma che di contenuto.
Aggiunge che il messaggio essenziale emerso dal dibattito è la necessità di porre l'accento sulla
partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nella vita democratica dell'UE, conformemente in
particolare dell'articolo 11 del Trattato sull'Unione europea.
Dopo aver risposto brevemente agli intervenuti, Andris GOBIŅŠ li ringrazia per il loro contributo e
dà appuntamento ai membri del gruppo di collegamento per l'audizione che avrà luogo il 26 gennaio
nel quadro del gruppo di studio.
Emmanuelle FAURE prevede che senza un autentico cambiamento di approccio e di contenuto sarà
difficile far partecipare il Centro europeo delle fondazioni all'Alleanza per l'anno europeo 2013.
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…/…
- 11 -
Jean-Marc ROIRANT conclude la discussione ringraziando Andris GOBIŅŠ e sottolineando il
carattere esemplare dello scambio di vedute in termini di dialogo tra il Comitato e le organizzazioni e
le reti europee rappresentate nel gruppo di collegamento.
4.
Scambio di vedute con Ariane RODERT, relatrice del parere sul tema Imprenditoria
sociale e impresa sociale
Jean-Marc ROIRANT presenta Ariane RODERT e spiega che, prima della sua nomina a membro
del Comitato, essa ha fatto parte del gruppo di collegamento in veste di rappresentante, assieme a Luk
ZELDERLOO, del settore dei prestatori di servizi sociali.
ROIRANT passa poi a illustrare il contesto del parere adottato dal Comitato il 26 ottobre sulla scia,
in particolare, della comunicazione della Commissione Verso un atto per il mercato unico che il
commissario Barnier ha presentato nell'aprile 2011. Nella comunicazione vengono presentate dodici
proposte chiave per rilanciare la crescita e l'occupazione in Europa e tra di esse figura un'iniziativa
per l'imprenditoria sociale, volta a stimolare la creazione di un ambiente favorevole all'impresa
sociale in Europa. ROIRANT fa inoltre riferimento al convegno per la promozione dell'imprenditoria
sociale, organizzato dalla Commissione il 18 novembre 2011, a cui hanno partecipato vari membri del
gruppo di collegamento.
Staffan NILSSON precisa che si tratta di un parere esplorativo chiesto con urgenza dalla
Commissione lo scorso giugno e per tale motivo è stato impossibile consultare il gruppo di
collegamento durante il processo di elaborazione. Aggiunge che il Comitato elaborerà un
supplemento di parere sul tema Iniziativa per l'imprenditoria sociale - un argomento che è stato al
centro di una comunicazione presentata dalla Commissione lo scorso ottobre - e l'elaborazione di tale
parere potrebbe questa volta permettere uno scambio di vedute con i membri del gruppo di
collegamento.
ROIRANT invita quindi RODERT a presentare il parere del Comitato.
Ariane RODERT ringrazia i membri del gruppo di collegamento per la possibilità che le è stata data
di presentare il parere e di scambiare impressioni con loro. Sottolinea i vincoli in termini di tempo a
cui ha dovuto far fronte nel corso dell'elaborazione di questo parere. Spiega che, malgrado i vincoli, il
28 luglio è stata organizzata un'audizione a cui hanno partecipato alcuni membri del gruppo di
collegamento, sono stati costituiti due gruppi di studio e nel corso dell'estate sono proseguiti dei
contatti informali.
RODERT conferma inoltre che verrà elaborato un supplemento di parere e si augura che per tale
occasione si possa proseguire il dialogo con il gruppo di collegamento, indipendentemente dal
membro del Comitato scelto per essere il relatore. ricorda poi il contesto più ampio in cui si colloca
R/CESE 734/2012 FR-PIN/Sor/TON/Sor/cp
…/…
- 12 l'Iniziativa per l'imprenditoria sociale e propone una riflessione congiunta con il gruppo di
collegamento su questo tema.
RODERT sottolinea che è fondamentale, ai fini della chiarezza del dibattito, accordarsi sul
significato dei termini "imprenditoria sociale" e "impresa sociale", anche se tale compito non è
agevole, in quanto questi termini non hanno lo stesso significato in tutti gli Stati membri per quel che
concerne sia il livello concettuale che, in particolare, gli attori coinvolti. Per questo motivo in tutto il
testo del parere del Comitato si è preferito utilizzare il termine più ampio di "impresa sociale" - che
comprende l'imprenditoria sociale -, in quanto è necessario agire in tutte le fasi del ciclo di vita di
questo tipo di impresa.
RODERT ricorda inoltre per sommi capi le diverse fasi attraverso cui si è sviluppato il concetto di
economia sociale di mercato e si sofferma in particolare sul Trattato di Lisbona e sulla relazione
Monti intitolata Una nuova strategia per il mercato unico, pubblicata nel maggio 2010. Sottolinea
che l'impresa sociale è strettamente legata alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa
2020, per quel che concerne in particolare la coesione sociale e la lotta alla povertà e all'esclusione
sociale. Aggiunge che l'imprenditoria sociale contribuisce alla realizzazione delle tre priorità
essenziali della strategia Europa 2020 sotto il profilo della crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva. Inoltre, l'importanza del settore dell'imprenditoria sociale deve essere considerata in
rapporto alle 11 milioni di persone a cui dà un'occupazione, senza parlare delle ulteriori opportunità
di lavoro che devono essere ancora colte.
Il contributo del Comitato alla comunicazione della Commissione sul tema Iniziativa per
l'imprenditoria sociale ha riguardato in particolare due aspetti: da un lato, la definizione di impresa
sociale e, dall'altro, la formulazione di raccomandazioni la cui attuazione permetterebbe di creare un
ambiente più favorevole alla crescita e allo sviluppo dell'impresa sociale in Europa.
Per quanto concerne la definizione di impresa sociale, RODERT rileva che ogni tradizione linguistica
e culturale ha sviluppato accezioni differenti di questo termine e, pertanto, il tentativo di stabilire una
definizione rigida si scontrerebbe con le differenti tradizioni degli Stati membri, le quali
rappresentano di per sé una ricchezza. Piuttosto che una definizione, il Comitato ha quindi ritenuto
preferibile proporre una descrizione dell'impresa sociale basata su caratteristiche comuni, per una
definizione più mirata delle politiche. Una delle caratteristiche fondamentali dell'impresa sociale è il
perseguimento di obiettivi essenzialmente sociali, che sono considerati molto più importanti di un
eventuale profitto e, poiché lo scopo principale non è quello di lucro, gli utili generati da un'impresa
sociale vengono essenzialmente reinvestiti. Essi non sono dunque ridistribuiti ad azionisti o a privati.
Le imprese sociali si presentano sotto forme giuridiche e hanno modelli di funzionamento differenti
(cooperativa, mutua, fondazione, impresa con o senza scopo di lucro, associazione di volontariato) e
spesso sono il prodotto della combinazione di più formule. Infine, le imprese sociali funzionano come
soggetti indipendenti, con un grado di partecipazione e di governance democratica molto alto, e
anche ciò corrisponde a un obiettivo sociale.
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- 13 Per quel che concerne le raccomandazioni, una delle più importanti è l'integrazione dell'impresa
sociale in tutte le politiche pubbliche riguardanti le imprese, la concorrenza e il mercato interno, su
un piano di parità con le altre forme di impresa. Le altre raccomandazioni riguardano l'incentivazione
dell'investimento sociale, la modernizzazione dei meccanismi di finanziamento pubblico - comprese
condizioni paritarie di l'accesso agli appalti pubblici -, la semplificazione e il chiarimento delle
regolamentazioni che disciplinano gli aiuti di Stato e il regime della concorrenza, il lancio di
programmi di sviluppo a favore dell'impresa sociale, i mezzi da introdurre per far conoscere e rendere
credibili le imprese sociali - in particolare attraverso la creazione di un "osservatorio" dell'impresa
sociale a livello europeo - e il miglioramento della fiducia degli investitori nelle imprese sociali.
Infine, è necessario evidenziare i vantaggi dell'impresa sociale facendo riferimento a valori diversi da
quelli di natura prettamente economica - in particolare i risultati sul piano sociale – attraverso
l'utilizzo dei sistemi di misurazione esistenti.
Gli ulteriori aspetti affrontati nel parere riguardano in particolare il ruolo del volontariato, la garanzia
dei diritti sociali - anche in materia di consultazione dei lavoratori - nelle imprese sociali, lo sviluppo
di queste imprese nei nuovi Stati membri e la promozione dell'impresa sociale all'esterno delle
frontiere dell'UE.
RODERT cita poi qualche esempio nell'ottica della promozione di un ambiente favorevole allo
sviluppo dell'impresa sociale, tenuto conto delle caratteristiche specifiche e della diversità delle
forme giuridiche di questo tipo di impresa. Si sofferma in particolare sul problema dell'accesso al
capitale, che giustificherebbe l'introduzione di nuovi strumenti finanziari diversi da quelli utilizzati
per altri tipi di impresa e più adatti alle imprese sociali. In questo campo la Commissione dovrebbe
vigilare affinché il quadro regolamentare pertinente, ad esempio quello relativo agli aiuti di Stato o ai
fondi strutturali, sostenga questi nuovi strumenti finanziari.
Per quel che concerne gli appalti pubblici, il Comitato evidenzia l'importanza degli aspetti sociali, che
la Commissione dovrebbe valorizzare in misura maggiore. In rapporto agli aiuti di Stato, si chiede
che le esenzioni previste per legge siano estese a tutti i servizi sociali d'interesse generale.
Infine, RODERT esprime la sua soddisfazione per i numerosi punti di convergenza tra il parere del
Comitato e la comunicazione della Commissione, per quel che concerne sia le definizioni prese in
considerazione che le azioni chiave proposte. Si rallegra in particolare per la proposta della
Commissione tesa a sviluppare forme giuridiche adeguate a livello europeo che possano essere
utilizzate dal settore dell'imprenditoria sociale.
ROIRANT apre la discussione generale e per prima cosa invita Conny REUTER, che ha partecipato
al convegno della Commissione tenutosi il 18 novembre, a esprimere il suo punto di vista sia sul
convegno che sul parere del Comitato appena presentato.
Conny REUTER si congratula con RODERT per il parere elaborato e per le forti convinzioni
espresse. Per quel che riguarda la comunicazione della Commissione, afferma di non dubitare delle
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- 14 sue buone intenzioni, ma non ha fiducia nelle proposte formulate in materia di accesso ai
finanziamenti, in particolare per il tramite del Fondo europeo per gli investimenti, tenuto conto
dell'attuale clima di austerità di bilancio. In ogni caso, anche qualora tali finanziamenti esistano
veramente, REUTER si domanda chi ne beneficerà davvero e quale sarà la loro effettiva destinazione.
Non è infatti chiaro se essi siano destinati a investimenti nelle infrastrutture sociali, a migliorare la
coesione sociale, a promuovere l'inclusione attiva, a eliminare la povertà, oppure semplicemente alla
ricerca del profitto.
REUTER precisa che la ricerca del profitto non è di per sé biasimevole, purché vengano rispettate le
regole che disciplinano il settore dell'economia sociale e l'attività delle imprese sociali. La
responsabilità sociale alla base di questa attività è fondamentale e bisogna badare a questo aspetto. A
sostegno delle sue affermazioni, REUTER cita l'esempio dell'edilizia popolare in Germania, un
settore in cui alcuni fondi d'investimento privati hanno investito molto senza tuttavia farsi carico delle
responsabilità sociali legate a questo di investimenti. In nessun caso questi fondi privati possono
essere considerati imprese sociali. Tenendo presente il detto secondo cui "le strade dell'inferno sono
lastricate di buone intenzioni", esiste il rischio che il piano d'azione proposto dalla Commissione
spalanchi la porta a investitori privati che non perseguono alcuna finalità d'interesse generale.
A questo proposito, la situazione è particolarmente illuminante nel settore dei prestatori di servizi
sociali, in cui esiste una concorrenza impari tra imprese private e attori dell'economia sociale, in
quanto questi ultimi non dispongono delle stesse risorse finanziarie e rispettano norme sociali che le
imprese private non seguono. È dunque indispensabile vigilare affinché ci sia uno sviluppo nella
giusta direzione e siano garantiti i diritti sociali, oltre a condizioni di lavoro e retribuzioni dignitose.
Arielle GARCIA condivide il punto di vista e le inquietudini espresse da REUTER e afferma che in
Francia esiste una situazione uguale a quella descritta per il settore dell'edilizia abitativa in Germania,
ma essa riguarda i settori del sostegno scolastico e dell'assistenza alle persone.
Secondo GARCIA, da quando è iniziata la crisi, si è preso coscienza degli aspetti positivi delle
diverse forme specifiche d'impresa nel quadro del settore dell'economia sociale per quel che concerne
la governance, l'occupazione di qualità, il contributo a uno sviluppo sostenibile, ecc. GARCIA
esprime tuttavia il timore che le proposte della Commissione siano considerate un incoraggiamento
alle imprese private affinché investano nel settore dell'economia sociale senza tuttavia rispettare le
specificità del settore e i relativi obblighi. I due settori ricordati in precedenza sono inoltre
esemplificativi di quel che potrebbe succedere in futuro. Questi due settori, per lungo tempo riservati
alle associazioni di mutuo soccorso, sono stati aperti a imprese private, con la conseguenza di
prestazioni a prezzi bassi ma senza che venisse garantita la qualità dei servizi o fosse assicurata la
formazione professionale. Le strutture associative o mutualistiche non possono fare fronte a questa
concorrenza per gli standard elevati che si impongono, in particolare in rapporto alla qualità delle
prestazioni di servizio fornite e alla formazione del personale. Quando si affronta la questione della
parità di accesso agli appalti pubblici, ciò rappresenta un aspetto fondamentale.
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- 15 Valentina ABITA evidenzia la necessità per le imprese sociali di disporre di un quadro giuridico,
amministrativo e finanziario chiaro, che consenta loro di svilupparsi sia a livello nazionale che - in
particolare - a livello locale, in cui tali imprese hanno un forte radicamento. Per quel che concerne
più specificamente il settore dei prestatori di servizi sociali senza scopo di lucro, ABITA sottolinea
l'alto grado di innovazione che caratterizza questo settore e ritiene necessario creare le condizioni che
permettano alle imprese interessate di continuare a innovare nella prospettiva di un miglioramento
costante dei servizi forniti. In tale contesto, si dichiara favorevole a mettere a disposizione dei fondi a
fini di sperimentazione sociale quale fondamento dell'innovazione.
ABITA sottolinea inoltre che il settore dell'economia sociale genera un numero crescente di posti di
lavoro e ciò dovrebbe essere riconosciuto e tenuto in considerazione nel quadro del dialogo sociale.
L'organizzazione che essa rappresenta si batte per questo obiettivo.
Alexandrina NAJMOWICZ si rallegra che nella sua recente comunicazione la Commissione abbia
riconosciuto le associazioni quali attori a pieno titolo del settore dell'economia sociale,
contrariamente a quanto era avvenuto con la comunicazione Verso un atto per il mercato unico.
Secondo NAJMOWICZ, occorre tuttavia essere realistici, perché non bisogna attendersi che la
Commissione presenti in un prossimo futuro una proposta per uno statuto dell'associazione europea.
A questo proposito, l'accoglienza che sarà riservata alla proposta relativa allo statuto della fondazione
europea - che la Commissione presenterà nei prossimi mesi - rappresenterà un test importante.
L'assenza di una definizione chiara di associazione rappresenta di per sé una difficoltà per queste
organizzazioni, i cui settori di azione non possono essere delineati con precisione. Le associazioni
hanno certamente una dimensione economica e sociale, ma anche una dimensione civica, e ciò
rappresenta un problema per la Commissione quando affronta la questione dello statuto
dell'associazione europea. È quindi necessario non solo che la Commissione dimostri la volontà
politica di far avanzare questo dossier, ma anche che le organizzazioni della società civile compiano
sforzi congiunti con il Comitato e il Parlamento europeo - che si sono entrambi più volte dichiarati
favorevoli a uno statuto dell'associazione europea - affinché questa richiesta possa concretizzarsi. In
tale contesto, NAJMOWICZ comunica il possibile svolgimento, all'inizio del 2012, di un'audizione
sul tema a cui parteciperà un ricercatore francese che sta attualmente portando a termine una tesi su
questo argomento. Questa audizione potrebbe essere organizzata assieme al Comitato e al Parlamento
europeo e la Commissione sa potrebbe essere invitata ad intervenire.
Come altri membri che hanno già preso la parola, ROIRANT si congratula con RODERT per la
qualità del parere da essa elaborato. Esprime in particolare soddisfazione per il suo impegno teso a
dare una definizione chiara di impresa sociale. È tuttavia contrario alla proposta di creare un marchio
di riconoscimento ("label") dell'impresa sociale, in quanto ciò rischierebbe di generare confusioni, in
particolare in rapporto al concetto di responsabilità sociale delle imprese. Precisa inoltre che in
Francia il progetto volto alla creazione di un marchio per le imprese sociali è stato rapidamente
abbandonato.
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- 16 ROIRANT chiede a RODERT di rispondere agli interventi dei membri.
Analogamente a vari membri, RODERT ritiene che occorra essere prudenti, ma reputa che la
comunicazione della Commissione offra comunque un'opportunità che deve essere colta, a
condizione che venga chiarita la definizione di impresa sociale. Secondo RODERT, quello che
distingue veramente un'impresa sociale da un'impresa privata è la destinazione dei profitti generati
dalle loro attività. Bisogna quindi stare attenti a quelle imprese che all'inizio si presentano come
imprese sociali, per poter beneficiare delle misure di sostegno allo sviluppo del settore dell'economia
sociale, e poi appaiono per quello che sono veramente, ossia imprese private.
RODERT dichiara di condividere totalmente le affermazioni di GARCIA per quel che concerne la
questione dell'accesso agli appalti pubblici. In Svezia, suo paese di origine, esiste una situazione
identica a quella descritta, ossia sul piano della concorrenza le imprese sociali e quelle private non
operano ad armi pari, in quanto le risorse finanziarie a disposizione sono differenti tra i due tipi
d'impresa. RODERT ritiene che nell'aggiudicazione degli appalti pubblici la qualità delle prestazioni
di servizio fornite debba rappresentare un fattore molto più importante del prezzo. Pertanto
bisognerebbe sviluppare procedure più adatte alle caratteristiche delle imprese sociali. In tale
contesto, il fattore dell'innovazione sociale menzionato da ABITA rappresenta anch'esso un aspetto
importante, in particolare per quel che concerne la questione del finanziamento attraverso i fondi
strutturali.
Per quanto concerne il marchio di riconoscimento ("label"), RODERT precisa che si tratta di un'idea
avanzata inizialmente dalla Commissione, in merito alla quale il Comitato è cauto perché esso
raccomanda come prima tappa di realizzare uno studio sui marchi di riconoscimento esistenti negli
Stati membri e su altri sistemi analoghi. Se un tale marchio venisse creato, esso dovrebbe comunque
essere attribuito in modo restrittivo e sulla base di criteri chiari e di caratteristiche precise per quel
che concerne la definizione di impresa sociale. In questa materia è quindi necessario procedere con
prudenza.
ROIRANT ringrazia nuovamente RODERT e chiude la discussione.
5.
Presentazione delle importanti manifestazioni previste per la seconda metà del mandato
(2011-2013) del Presidente del CESE Staffan NILSSON
NILSSON illustra brevemente le principali manifestazioni che saranno organizzate nel corso della
seconda metà del suo mandato.
Edgardo IOZIA interviene per aggiungere che nel 2012 ricorrerà il 20° anniversario dell'Atto unico
europeo, il cui obiettivo primario era rilanciare il processo di costruzione europea allo scopo di
completare la realizzazione del mercato interno. L'Osservatorio del mercato unico ha intenzione di
celebrare questo anniversario incentrando il dibattito sulla dimensione sociale del mercato unico e
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- 17 auspica che con l'occasione vengano stretti rapporti di cooperazione con le organizzazioni della
società civile.
6.
Primo scambio di vedute sulla preparazione della Giornata della società civile –
edizione 2012
NILSSON ricorda le origini della Giornata della società civile e la proposta avanzata da ROIRANT
di dedicare l'edizione 2012 alla primavera araba.
Jean-Marc ROIRANT espone le ragioni che l'hanno spinto a formulare questa proposta, che
s'inquadra nella scia del dibattito tenutosi nella riunione del gruppo di collegamento del 27 giugno
scorso in merito alla partecipazione della società civile organizzata al processo di transizione verso la
democrazia nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
Scopo di questa Giornata della società civile sarebbe quello di discutere, con rappresentanti di tutti i
paesi interessati, in merito ai mezzi per accompagnare il processo di democratizzazione in corso, nel
quadro di un ravvicinamento della società civile delle due sponde del Mediterraneo. In tale contesto,
ROIRANT precisa che varie organizzazioni e reti europee appartenenti al gruppo di collegamento
hanno già stretto legami e realizzano attività in comune con organizzazioni partner della sponda
meridionale del Mediterraneo.
ROIRANT chiede quindi ai membri del gruppo di collegamento di esprimere il loro parere in merito
a questa proposta.
Sandy BOYLE sottolinea la complessità dell'attuale situazione nei paesi della sponda meridionale
del Mediterraneo toccati dalla primavera araba ed espone le ragioni che lo spingono a invocare
prudenza e, allo stato attuale delle cose, a dichiararsi contrario alla proposta di fare di questo
argomento il tema portante della Giornata della società civile. Ritiene in linea generale che la
situazione sia molto instabile e il futuro ancora imprevedibile, anche se la situazione è differente da
un paese all'altro. In tale contesto, BOYLE precisa che l'approccio seguito dal Comitato per il 2012 è
pragmatico e l'obiettivo è quello di contribuire, secondo modalità ancora da definire, al rafforzamento
delle capacità della società civile sul terreno. Rimangono tuttavia le difficoltà legate
all'individuazione degli attori della società civile dei vari paesi interessati, delle parti sociali o di altri
soggetti che possano vantare una reale legittimità e non siano stati legati ai regimi e sistemi politici
abbattuti. Un ulteriore problema è rappresentato dalla mancanza di strutture coerenti di dialogo con la
società civile.
BOYLE si domanda pertanto quali dovrebbero essere gli obiettivi di questa Giornata della società
civile. Ritiene che l'obiettivo non dovrebbe essere l'autocelebrazione, ma dare la possibilità di
lanciare veri programmi di cooperazione con impegni concreti. Ad ogni modo, l'intenzione della
sezione REX del Comitato è questa: sviluppare azioni concrete sul campo. A ciò occorre aggiungere
per il Comitato la necessità di un impegno a livello delle strutture politiche emergenti per contribuire
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- 18 a far sì che le strutture di rappresentanza della società civile in via di creazione, o da creare, abbiano
un vero ruolo da svolgere nei processi democratici che vengono avviati.
In conclusione, BOYLE sottolinea le enormi sfide cui fanno fronte i paesi della sponda meridionale
del Mediterraneo toccati dalla primavera araba per quel che riguarda la libertà di espressione e dei
mezzi d'informazione, l'indipendenza del potere giudiziario, ecc. Tutto quello che sarà avviato deve
avere un senso per gli attori sul campo e avere effetti concreti.
Diogo PINTO condivide l'analisi di BOYLE e sottolinea inoltre che i recenti sviluppi nei paesi della
primavera araba invitano alla prudenza. Celebrare la primavera araba sarebbe quindi avventato,
perché non è possibile prevedere cosa riserva il futuro ai paesi interessati. Si domanda infatti quali
potrebbero essere gli obiettivi di una Giornata della società civile su questo tema e come individuare
partner adeguati, oltre ad assicurare la partecipazione di un campione rappresentativo della società
civile dei paesi interessati.
Anche IOZIA si domanda se questo sia il momento giusto per celebrare la primavera araba e si unisce
ai membri che hanno già preso la parola per invitare anch'egli alla prudenza, e aggiunge che la scelta
degli interlocutori rimane un problema. Mette quindi in guardia contro il rischio di ripetere gli errori del
passato intrecciando un dialogo con organizzazioni la cui legittimità potrebbe essere contestata.
ROIRANT rileva la necessità di approfondire la riflessione per comprendere se sia opportuno o
meno dedicare la Giornata della società civile alla primavera araba e afferma di condividere il
richiamo alla prudenza espresso dai membri che hanno preso la parola. Sottolinea tuttavia che
numerose organizzazioni della società civile, sia europee che nazionali, sono già attivamente
impegnate sul campo e stanno avviando partenariati con organizzazioni emergenti dei paesi della
sponda meridionale del Mediterraneo, le quali hanno bisogno di essere sostenute e aiutate. In tale
contesto, dedicare la Giornata della società civile alla primavera araba potrebbe permettere la
condivisione delle esperienze, lo scambio di buone pratiche e una riflessione sulle possibili sinergie,
per aiutare concretamente la società civile organizzata emergente di questi paesi a svilupparsi.
ROIRANT Conclude il suo intervento ribadendo il suo interesse a proseguire la riflessione prima che
venga presa una decisione definitiva.
NILSSON chiude la discussione soffermandosi sulla difficoltà di prevedere il futuro e si unisce alla
proposta di ROIRANT tesa a proseguire la riflessione, senza per questo escludere la possibilità che
l'edizione 2012 della Giornata della società civile venga dedicata a un altro tema da concordare.
7.
Data della prossima riunione
La data della prossima riunione sarà comunicata successivamente ai membri del gruppo di
collegamento.
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