Comitato economico e sociale europeo CES/09/11 23 gennaio 2009 Gli attori economici e sociali invocano una nuova etica bancaria e una migliore vigilanza a livello europeo per risollevare l'economia Il 22 e 23 gennaio 2009, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha organizzato un convegno dal titolo Rien ne va plus? Come ricostruire l'economia sociale di mercato europea sulla situazione finanziaria e sui rischi che essa comporta per le economie europee. Il Comitato economico e sociale europeo attraverso questo primo convegno lancia un ciclo di dibattiti con tutti i rappresentanti della società civile e gli attori interessati dalla crisi: istituzioni europee, ambienti finanziari, economisti e partner sociali, al fine d'individuare le misure concrete che permetteranno di uscire dalla crisi. Nel suo intervento introduttivo il Presidente del CESE Mario Sepi ha sottolineato che l'epoca in cui i mercati finanziari non avevano limiti e non erano soggetti ad alcun controllo è definitivamente superata: "la mano invisibile di Adam Smith era solo un'utopia!" A suo parere oggi occorre definire un sistema qualitativo, regolato e trasparente che sia basato sul modello sociale europeo. "Bisogna abbandonare le ideologie, essere pragmatici", e formulare una nuova etica per le banche. Il primo gruppo di oratori ha insistito sulla necessità urgente di rilanciare gli investimenti a medio e lungo termine per ridare fiato all'economia europea e internazionale. Ma John Monks, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati "teme che le banche europee si rifiutino di concedere prestiti proprio quando bisogna sostenere il potere d'acquisto e investire in un nuovo patto sociale (new deal)". Philippe De Buck, direttore generale di BusinessEurope, ha sottolineato "la necessità di ampliare il ruolo dell'Europa nel settore della vigilanza finanziaria" e il professor Umberto Triulzi, dell'Università di Roma, ha aggiunto che "gli investimenti speculativi a breve termine hanno messo a repentaglio l'economia reale espandendosi a una velocità 20 volte superiore a quella normale". Molti oratori hanno affermato che la moneta comune e il mercato interno permettono di attenuare la crisi e hanno invitato l'Unione europea a rispondere a questa crisi con una sola voce, con una strategia e un progetto comuni. Pervenche Berès, presidente della commissione ECON del Parlamento europeo, denuncia l'attuale assenza di coordinamento a livello europeo ed esorta a prendere decisioni politiche in materia d'investimenti: "come sostenere l'attività e chi sostenere?" Andrea Benassi, rappresentante delle PMI europee (Ueapme), reclama un'azione per le PMI e non soltanto per le grandi industrie. "L'economia europea si basa ampiamente sulle PMI, che fino a questo momento hanno reagito relativamente bene, ma stanno entrando in un periodo di turbolenze" ha affermato Benassi. Comitato economico e sociale europeo Tutti gli oratori hanno convenuto sulla necessità di sostenere la domanda, di salvaguardare i posti di lavoro, d'investire nella ricerca e nella formazione e di definire delle nuove regole per i mercati finanziari; una richiesta che è stata direttamente rivolta a Gertrude Tumpel-Gugerell, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. In particolare Daniel Gros, direttore del Centro per gli studi di politica europea (CEPS - Centre for European Policy Studies), durante la seconda giornata del convegno, ha espresso l'idea che "la mancanza di una più adeguata vigilanza su scala europea è anche il risultato di un errore nella costruzione dell'Unione monetaria europea". Dal canto suo, Gilbert Rebeyrole, presidente della Fédération nationale des Sociétés de Caution Mutuelle Artisanales (Federazione nazionale delle società di garanzia mutua artigianali), ha invocato una "revisione del quadro legislativo degli aiuti di Stato", come uno degli strumenti per uscire dalla crisi. I partecipanti, in conclusione, hanno riconosciuto il ruolo fondamentale del CESE come sede di dibattito tra rappresentanti della società civile e partner sociali. Due elementi importanti di convergenza hanno segnato il convegno, come ha sottolineato il Presidente Mario Sepi nel suo intervento conclusivo: da un lato "la necessità che le banche trasferiscano la diminuzione dei tassi d'interesse alle imprese e ai consumatori", e dall'altro, "la necessità di uno stretto coordinamento e di una rigorosa vigilanza, ovvero di una normativa, da istituire a livello europeo per rispondere alle attese degli attori economici, sociali, delle famiglie, dei consumatori e di tutti coloro che sono colpiti in pieno da questa crisi". Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Christian Weger, servizio Stampa del CESE Rue Belliard 99, B-1040 Bruxelles tel. +32 2 546 9396/9586; cell. +32 475 75 32 02 e-mail [email protected] sito web http://www.eesc.europa.eu/ Comunicati stampa: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/cp/index_en.asp (in inglese) http://www.eesc.europa.eu/activities/press/cp/index_fr.asp (in francese) Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) rappresenta le diverse componenti economiche e sociali della società civile organizzata. Istituito dal Trattato di Roma nel 1957, è un organo istituzionale consultivo. Questa sua funzione consultiva permette ai suoi membri, e quindi alle organizzazioni che essi rappresentano, di partecipare al processo decisionale comunitario. Il CESE è composto di 344 membri, che sono nominati dal Consiglio.