Nome scientifico: Aythya nyroca L

Albanella minore
Circus pygargus (Linnaeus, 1758)
Codice lista italiana: 110.451.0.004.0
Priorità: 11
RARITÀ GENERALE: valore = 3: Secondo la nuova “Lista Rossa” italiana appartiene alla
categoria delle specie “vulnerabili”. In Italia possiede una distribuzione frammentata, con
una popolazione riproduttiva complessiva valutata in 200-350 coppie. L’Albanella minore
rientra inoltre nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), che comprende le
specie per le quali si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat, al fine di
garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. L’Albanella
reale è concentrata in Europa e, a livello continentale, lo stato di conservazione è
attualmente considerato favorevole.
COROLOGIA: valore = 1: L’Albanella minore ha un areale esteso su larga parte della
Regione Paleartica, con presenze molto frammentate in Europa centrale, mentre risulta
localizzata nei Balcani (corologia euroturanica).
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 3: La popolazione europea è stimata in
meno di tra 260.000 e le 416.000 coppie nidificanti: di queste il 75% si trovano in Russia,
il 15% in Spagna e in Francia. In Spagna delle circa 6000 coppie nidificanti nei primi anni
’70 sono rimaste circa 3300-3900 all’inizio degli anni ‘90. Nel medesimo periodo anche in
Germania, Danimarca e Olanda si sono riscontrati forti decrementi, superiori anche al 50%.
La distruzione degli habitat idonei alla nidificazione e l’uso massiccio di pesticidi sono
senz’altro tra i fattori più importanti che hanno causato il forte declino della specie, in
particolare nei paesi dell’Europa centro-occidentale.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: Specie nidificante rara, distribuita
in meno del 5% delle tavolette del territorio regionale, ubicate nella pianura agricola. La
popolazione regionale può essere stimata in circa una decina coppie (pari al 3% della
popolazione nazionale).
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: Specie selettiva che predilige nidificare in ambienti
con vegetazione a fisionomia steppica; può tuttavia utilizzare anche zone umide e colture
cerealicole estese.
CRITICITÀ: valore = 1: Il territorio regionale, nel contesto della situazione nazionale, risulta
relativamente poco importante per la specie. In Italia infatti l’Albanella minore nidifica con
maggiore continuità in Toscana, Romagna, Marche, Lazio e Friuli.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Come per altre specie di rapaci sono auspicabili interventi
diversificati che vadano nella direzione dell’incremento di habitat disponibile [B]; sono
anche necessari monitoraggi sulla popolazione esistente così da individuare eventuali
azioni di supporto a nuclei in diminuzione [C]; infine si può ipotizzare la predisposizione
di eventuali incentivi atti a favorire la nidificazione specie [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: La conservazione della specie sarebbe indubbiamente favorita
da un controllato e razionale utilizzo di erbicidi e pesticidi o dalla diffusione
dell’agricoltura biologica [Bc4] e dall’incoraggiamento delle pratiche agricole rotazionali
[Bc5]. Anche il mantenimento dei prati polifiti permanenti (prati pingui, irrigui o
comunque con normale utilizzo agricolo) [Bc6] e la promozione e miglioramento
dell’utilizzo del set-aside [Bc7], così come il mantenimento o il ringiovanimento di
ambienti aperti (praterie primarie, prati umidi, prati magri, praterie xeriche, arbusteti bassi
e brughiere) [Bc10] farebbero aumentare considerevolmente le disponibilità di siti idonei
alla riproduzione. La specie sarebbe altresì favorita dallo sfalcio di prati e di altri habitat di
alimentazione [Bc11]. Tra le azioni dirette sarebbe poi auspicabile una protezione attiva
dei siti riproduttivi [Bd4].
Risulterebbe inoltre importante il monitoraggio dello status delle popolazioni per valutarne
lo stato di fatto, le dinamiche in corso e l’efficacia degli interventi [C2].
Infine, il risarcimento per il mancato uso dei siti occupati dai nidi nei campi coltivati,
potrebbe essere una valida soluzione per la protezione dei siti riproduttivi che altrimenti
verrebbero distrutti nelle operazioni di taglio o mietitura [D1]. L’educazione ambientale e
la divulgazione a largo raggio potrebbero nel contempo contribuire alla comprensione circa
le necessità e le modalità di protezione messe in atto per la salvaguardia della specie [D3].
COSA NON FARE: Uso indiscriminato di pesticidi.
FATTORI CRITICI: Distruzione dei nidi nel corso delle operazioni di mietitura nei campi di
cereali; tagli a raso di prati nelle zone riproduttive.
Rapace diurno della famiglia degli Accipitridi, raggiunge una lunghezza di circa 43-47 cm,
e un’apertura alare di 105-120 cm. Spiccato dimorfismo sessuale. Il maschio ha un le parti
superiori di color grigio cenere, con le remiganti più esterne di colore nero; il sopraccoda è
di color grigio pallido (e non bianco con nell’Albanella reale); inferiormente l’ala è segnata
da due evidenti barre trasversali nere. Un buon carattere distintivo è costituito dalle strie
verticali rosse sui “calzoni”. La femmina e simile nel piumaggio a quella dell’Albanella
reale (si differenzia per il disegno sulla testa); le parti superiori sono castano brune;
inferiormente sono evidenti numerose barrature; il sopraccoda della femmina è bianco.
Specie migratrice e nidificante; i primi individui che giungono dai quartieri di svernamento
africani arrivano a fine marzo-inizio aprile. Nell’area mediterranea la migrazione verso i
luoghi di svernamento inizia a fine agosto per poi proseguire fino all’inizio di ottobre. Il
fronte di migrazione e decisamente largo, con scarsa concentrazione sugli stretti. Gli
occasionali avvistamenti che si possono fare al di fuori dei periodi di migrazione e
riproduzione (dopo novembre) sono con tutta probabilità riferibili a individui in precarie
condizioni fisiche.
In Lombardia la specie nidifica in prati umidi, vasti incolti e coltivazioni cerealicole oppure
su ampi isolotti fluviali con vegetazione erbacea pioniera. In ogni caso sembra evitare
luoghi soggetti a disturbo antropico e a elevata densità abitativa. In alcuni parchi regionali
la specie è stata indicata come nidificante o potenziale nidificante: Adda sud, Agricolo Sud
Milano, Mincio, Oglio Sud, Valle del Ticino.
Si nutre tipicamente di piccoli mammiferi, piccoli uccelli, rettili, anfibi, grossi artropodi e
altri invertebrati. Le prede vengono catturate in genere direttamente sul terreno. Nidifica
regolarmente a terra, sia in ambienti asciutti sia in aree presenza, anche notevole, di acqua.
Il nido, costruito da entrambi i membri della coppia, è formato da materiale variabile a
seconda delle disponibilità, ma è in genere assemblato con rametti, steli d’erba, radici e
foglie. Ha un diametro di 25-35 cm e uno spessore di 5 cm.
Effettua una sola covata, con la deposizione che avviene entro la prima metà di maggio. La
covata è composta da 4-5 uova e l’incubazione, della durata di circa 4 settimane, è
completamente a carico della femmina; covate di rimpiazzo sono note per tutto l’areale di
distribuzione. L’età dell’involo dei piccoli avviene tra i 30 e i 40 giorni; dopo ulteriori 1015 i giovani raggiungono la completa emancipazione.
Luciano Bani
Bibliografia
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