Assiolo Otus scops (Linnaeus, 1758) Codice lista italiana: 110.527.0.001.0 Priorità: 11 RARITÀ GENERALE: valore = 3: L’Assiolo, secondo la nuova “Lista Rossa” italiana, appartiene alla categoria delle specie minacciate “a più basso rischio”. Per l’Italia si stima la presenza di 4000-8000 coppie nidificanti, con distribuzione più o meno continua in tutta Italia. Si tratta di una specie le cui popolazioni sono concentrate in Europa e il cui stato di conservazione è considerato non favorevole. COROLOGIA: valore = 2: La specie nidifica in Europa centro-occidentale, meridionale e sudorientale; più a est nidifica in Russia e nei territori dell’Asia centrale; il limite meridionale dell’areale nella stagione riproduttiva raggiunge il Nord-Africa e il Medio-oriente (eurocentroasiatico-maghrebina). FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 2: La popolazione europea è stimata tra 77.000 e 96.000 coppie, a cui si aggiungono le 5000-50.000 russe e le 5000-30.000 turche. La popolazione appare in consistente diminuzione numerica in alcuni paesi europei dell’Europa meridionale (Spagna Grecia e Italia). Analoghe diminuzioni sono comunque riscontrate anche in diversi altri paesi, soprattutto in quelli al limite dell’areale distributivo. Le principali cause sono imputabili alla scomparsa delle specie-preda (insetti di grosse dimensioni) e alla generale distruzione dell’habitat riproduttivo (foreste mature con clima temperato o caldo). CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: In Lombardia l’Assiolo è certamente in forte diminuzione, con una popolazione stimata negli anni ’90 in 10-100 coppie. Il regresso della specie è particolarmente evidente nella bassa pianura sia in seguito alla scomparsa degli habitat forestali, sia per il massiccio impiego di pesticidi in agricoltura, che colpiscono le principali fonti alimentari di questo piccolo rapace notturno, la cui dieta è quasi esclusivamente insettivora. Attualmente risulta localizzato nell’area collinare prealpina degli anfiteatri morenici del Garda e del Sebino, nei Colli di Bergamo e nell’Oltrepò pavese. SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: L’habitat dell’Assiolo è rappresentato da ambienti di pianura e collina con prati, pascoli e colture erbacee, utilizzate per la caccia, a cui si alternano boschi, filari, rocce o costruzioni rurali, micro-ambienti ricchi in cavità dove costruire il nido; a volte può utilizzare anche parchi cittadini dotati di alberi monumentali. CRITICITÀ: valore = 1: Il territorio regionale, nel contesto della situazione nazionale risulta relativamente poco importante per la specie: nel territorio regionale nidifica una modesta frazione dell’intera popolazione italiana (probabilmente il 2-3%). STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Come per altre specie di rapaci notturni sono auspicabili interventi diversificati che vadano nella direzione dell’incremento di habitat disponibile [B] e l’esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente [C]. Appaiono inoltre importanti le azioni divulgative ed educative sulla parte sociale tramite programmi informativi circa la necessità di tutela di specie rare e così fortemente minacciate [D]. TIPOLOGIE DI INTERVENTO: La specie sarebbe indubbiamente favorita da interventi selvicolturali volti al ripristino e al mantenimento di boschi autoctoni (es. boschi ripariali, piccoli nuclei boschivi in aree planiziali), alla conversione dei boschi cedui in boschi ad alto fusto [Bb5] e dal mantenimento o la creazione di zone ecotonali (es. siepi tra i campi) [Bc1]. Importante è sicuramente la conservazione di alberi vetusti, con cavità e di alberi [Bb6]. Deve essere inoltre promosso l’utilizzo controllato di erbicidi e pesticidi, l’incremento dell’agricoltura biologica [Bc4] e l’incremento delle pratiche agricole rotazionali [Bc5]. Per questa specie sarebbe inoltre auspicabile un monitoraggio dello status delle popolazioni [C1] e l’avvio di programmi di educazione ambientale e divulgazione ad ampio raggio [D3]. COSA NON FARE: Disturbo diretto ai siti riproduttivi: la specie appare infatti molto sensibile alla presenza umana nei pressi dei nidi, il che comporta facilmente abbandono degli stessi. FATTORI CRITICI: Espansione di forme agricole intensive. Rapace diurno della famiglia degli Strigidi, raggiunge una lunghezza di circa 20-21 cm. I sessi sono simili, ma la femmina è leggermente più grande del maschio. I dischi facciali sono grigio-chiari con un orlatura bruno-rossiccia, macchiettata di bianco. Le parti superiori sono di color grigio-bruno con tonalità castane, punteggiate da bande e strie nerastre. Le parti inferiori sono di color grigio-castano chiaro, con il ventre e la coda più pallidi e meno striati. Le zampe sono senza penne. L’iride è arancione o giallo limone. L’Assiolo è nidificante e migratore regolare su lunga distanza, svernando nell’Africa subequatoriale; alcun individui tuttavia possono fermarsi a svernare nel bacino del Mediterraneo (Italia meridionale, Grecia e Spagna). Gli spostamenti verso i luoghi di svernamento iniziano alla fine di luglio e continuano sino a fine ottobre. I primi rientri nei quartieri riproduttivi si registrano gia da metà febbraio; l’apice della migrazione primaverile si verifica tra marzo e aprile. Le specie sembra attraversare senza interruzioni di volo il Sahara e probabilmente l’Arabia spostandosi con un fronte migratorio molto ampio. Le conoscenze sulla reale distribuzione regionale dell’Assiolo non sono probabilmente esaustive. Nidifica nell’area collinare prealpina, sui versanti esposti, dove la presenza di boschi si alterna a vegetazione aperta. Tra le aree protette regionali con la maggior disponibilità di ambienti idonei vi è il Parco dei Colli di Bergamo; anche i boschi ripariali del Parco del Serio, della Valle del Ticino e della Valle del Lambro possono ospitare alcune coppie nidificanti di questa rara specie. Porzioni minori di habitat adeguato si trovano nel Parco regionale dell’Alto Garda Bresciano e in quelli di Montevecchia e della Valle del Curone, Monte Barro, Oglio nord e Oglio sud. La maggior parte delle zone idonee si trovano comunque al di fuori dei parchi regionali, sui rilievi prealpini a ridosso del Lago d’Iseo o su quelli dell’Appennino Pavese. E’ specie tipica di ambienti caldi, soprattutto di pianura e collina, anche se sulle Alpi sale talvolta fino ai 1500 m di quota. Manca dalle foreste troppo dense così come dalle aree prive di alberi. Si alimenta in zone aperte o con vegetazione rada, dove caccia prevalentemente a terra; la dieta è costituita in prevalenza da insetti e da altri invertebrati, anche se secondariamente si ciba di piccoli uccelli o mammiferi, rettili e anfibi. Produce borre di piccole dimensioni (20-35x10-12 mm), contenenti chitina d’insetti, e facilmente sfaldabili. I siti di nidificazione vengono solitamente rioccupati di anno in anno e i nidi si trovano nelle cavità degli alberi, in anfratti rocciosi o anche muri di edifici, oppure può sfruttare nidi di Corvidi in disuso; in alternativa può facilmente colonizzare le apposite cassettenido. Le dimensioni delle cavità sono modeste: circa 8-10 cm di diametro, con una profondità di 38-40 cm, collocate a un’altezza dal suolo non inferiore agli 1,5 m. La deposizione delle uova avviene tra la fine di aprile e l’inizio di giugno e l’incubazione, completamente a carico della femmina, dura 24-25 giorni. La covata varia da 3 a 7 uova. I pulli sono in grado di involarsi dopo circa 3 settimane e dopo 35-40 giorni raggiungono la completa emancipazione. Luciano Bani Bibliografia Boano G., Brichetti P., 1989. Proposta di una classificazione corologica degli uccelli italiani. I. Non passeriformi. Riv. ital. Orn. 59: 141-158. Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto, Brescia. Chiavetta M., 1998. Guida ai rapaci notturni. Strigiformi d’Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Zanichelli, Bologna. Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London. LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F., Fraticelli F., 1999. Nuova lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn. 69: 343. Tucker G.M., Heath M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife Conservation Series n° 3. BirdLife International, Cambridge.