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Picchio muraiolo
Tichodroma muraria (Linnaeus, 1758)
Codice lista italiana: 110.589.0.001.0
Priorità: 12
RARITÀ GENERALE: valore = 2: Il Picchio muraiolo, secondo la nuova “Lista Rossa” italiana,
appartiene alla categoria delle specie minacciate “a più basso rischio”. Per l’Italia si stima la
presenza di 2000-6000 coppie nidificanti, con areale disgiunto sull’arco alpino e localizzato in
pochi siti delle Alpi Apuane. Una popolazione isolata (composta da meno di 100 coppie) è presente
sull’Appennino centrale.
COROLOGIA: valore = 2: Il Picchio muraiolo possiede un areale frammentato interno alla Regione
Paleartica, presente sulle catene montuose dell’Europa centrale e meridionale; a est raggiunge la
Cina e la Mongolia (corologia eurocentroasiatico-mediterranea).
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 3: La popolazione europea è stimata tra 14.500
e 19.500 coppie, a cui si aggiungono le 500-5000 turche. Le principali popolazioni europee (Spagna
e Italia) sembrano attualmente non soggette a particolari minacce; alcune contrazioni numeriche e di
areale sono invece state registrate per Romania e Polonia. L’incremento delle attività ricreative e
sportive montane (scalata e arrampicata) e la costruzione di dighe possono minacciare la specie
limitando la disponibilità di habitat riproduttivi e di alimentazione.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: In Lombardia il Picchio muraiolo è
presente nell’area prealpina e alpina. Una stima della popolazione lombarda effettuata nel corso
della stagione invernale valuta gli effettivi regionali in meno di un migliaio di individui; nel corso
dell’inverno la presenza del Picchio muraiolo è stata rilevata anche sulle colline dell’Oltrepò
pavese: in questo caso potrebbe trattarsi di individui svernanti di provenienza appenninica.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 3: Si tratta di una specie elusiva che necessita di vasti territori
per la riproduzione; nidifica in gole e valloni freschi e umidi, con habitat rocciosi caratterizzati da
pareti ripide o strapiombanti estese, in ombra e con alla base sfasciumi detritici, ghiaioni, morene
grossolane e prati-pascoli discontinui.
CRITICITÀ: valore = 2: Il territorio regionale, nel contesto della situazione nazionale, risulta
importante per la specie. In Italia infatti il Picchio muraiolo nidifica con basse densità nell’area
prealpina e alpina: in questo senso l’area montana lombarda rappresenta una importante porzione
dell’areale di nidificazione all’interno del territorio italiano.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Le strategie di conservazione più efficaci per specie selettive di
ambienti d’alta quota, più che della predisposizione di interventi che vadano nella direzione
dell’incremento di habitat disponibile [B], riguardano programmi di educazione e sensibilizzazione
nei confronti del pubblico [D]. Specie così rare e potenzialmente minacciate necessitano inoltre di
programmi di monitoraggio dedicati per valutare entità e distribuzione della popolazione attuale
[C].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Le tipologie di intervento sull’habitat riguardano essenzialmente il
mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti [Bc10]. La specie necessiterebbe inoltre di
programmi di monitoraggio dello status delle popolazioni [C2]. Infine è necessario effettuare un
opera di controllo e di sensibilizzazione per quanto riguarda la pratica di attività turistiche e
ricreative montane (scalata e arrampicata in particolare) [D6].
COSA NON FARE: Disturbo diretto ai siti riproduttivi nel corso di scalate e arrampicate in parete.
FATTORI CRITICI: Non si evidenziano particolari fattori critici di minaccia nei confronti della specie.
Passeriforme appartenente alla famiglia dei Tichodromididi, raggiunge una lunghezza di circa 16
cm e un’apertura alare di 30 cm. Il dorso e il capo sono grigi, particolarmente mimetici sulle pareti
di roccia dove si posa per alimentarsi. Le ali superiormente sono nere con evidentissime strie rosse e
evidenti macchie bianche di forma tonda; inferiormente la colorazione e grigia, ma restano visibili
le macchie bianche. L’ala è molto larga. Becco lungo e curvo. Il volo è tipicamente sfarfallante.
In Italia è sedentario e nidificante, parzialmente migratore e svernante. In Lombardia compie
erratismi verticali autunno-invernali, durante i quali può, nel corso della stagione fredda raggiungere
i fondivalle e le zone pedemontane; nel corso dell’inverno risultano particolarmente frequentate le
costiere rocciose dei laghi prealpini. Si ricordano sporadiche osservazioni invernali sulle pareti degli
edifici cittadini, anche in Milano.
L’areale distributivo regionale del Picchio muraiolo ricade nelle aree alpina e prealpina, all’interno
delle quali frequenta tipicamente gli habitat rocciosi più impervi. La specie si rinviene con maggior
frequenza nei settori centro-settentrionali e nord-orientali, dove peraltro si hanno le aree di maggior
altitudine (P.R. del Bernina, del Disgrazia, della Val Masino e della Val Codera, P.R. di Livigno e
della Valdidentro, P.N. dello Stelvio, P.R. dell’Adamello). Nell’area prealpina il Picchio muraiolo è
presente nel P.R. delle Grigne, P.R. delle Orobie Valtellinesi, in quello delle Orobie Bergamasche e
nel P.R. dell’Alto Garda Bresciano. La distribuzione invernale è pressoché identica a quella
riproduttiva, divengono soltanto più frequenti le osservazioni alle basse quote.
Specie tipicamente legata agli ambienti rupicoli, nidifica in pareti rocciose a strapiombo, poco
soleggiate (preferibilmente in ombra), di solito tra 1000 e 2300 m, fino a quote sulle Alpi lombarde
di 2650 m. Il nido, in genere piatto, irregolare piuttosto voluminoso, è costituito materiale vegetale
vario: steli, radichette, muschi e licheni, erbe e foglie secche, e internamente e rivestito di peli e
piccole piume. Viene costruito dalla femmina, coadiuvata o accompagnata dal maschio, e può
venire riutilizzato di anno in anno. La deposizione delle uova (3-5) si ha da maggio a giugno e la
cova spetta alla sola femmina che viene alimentata dl maschio; l’incubazione dura 18-20 giorni e
dopo la schiusa i piccoli vengono alimentati al nido dai genitori per altri 35-37 giorni.
L’alimentazione è a base di uova larve e adulti di insetti, uova o adulti di ragni oppure piccoli
molluschi.
Luciano Bani e Cristina Movalli
Bibliografia
Boano G., Brichetti P., Micheli A., 1990. Proposta di una classificazione corologica degli uccelli
italiani. II. Passeriformi e specie accidentali. Riv. ital. Orn. 60: 105-118.
Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto,
Brescia.
Fornasari L., Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V., 1992. Atlante degli uccelli
svernanti in Lombardia. Regione Lombardia, Università degli Studi di Milano.
Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their
Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London.
LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F., Fraticelli
F., 1999. Nuova lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn. 69: 3-43.
Meschini E., Frugis S., 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina,
XX: 1-344.
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