Fratino Charadrius alexandrinus Linnaeus, 1758 Codice lista italiana: 110.486.0.001.0 Priorità: 9 RARITÀ GENERALE: valore = 3: Secondo la nuova “Lista Rossa” italiana appartiene alla categoria delle specie “a più basso rischio”; rientra quindi nel novero delle specie che, pur non correndo il rischio di prossima estinzione, sono in una situazione di minaccia. In declino nell’areale europeo. In Italia è distribuito in gran parte delle regioni costiere e nella bassa Pianura Padana. La popolazione italiana nidificante è stata stimata, nel periodo 198386, in 1300-2000 coppie. COROLOGIA: valore = 0: Il Fratino ha corologia subcosmopolita, con areale esteso alle regioni costiere e interne delle regioni temperate e tropicali dell’Eurasia, America e Nord Africa. In Europa è distribuito sulle regioni costiere del Mar Baltico occidentale, Mare del Nord, Atlantico, Mar Mediterraneo e Mar Nero. Popolazioni continentali sono presenti in Spagna, Austria, nei Balcani e in Ungheria.. FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 2: La maggior parte delle popolazioni europee è stata soggetta a declino negli ultimi decenni. La popolazione Europea è valutata in 21.000-46.000 coppie nidificanti. CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: Nidificante rarissimo, presente in un solo sito riproduttivo lungo il corso del Sesia, che ha ospitato non più di 6 nidi. Il successo di tale colonia è sempre stato bassissimo. SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: In Europa il Fratino manifesta una preferenza spiccata per gli habitat umidi costieri quali lagune, saline, spiagge sabbiose, banchi fangosi essiccati, banchi di conchiglie. Frequenta anche praterie pascolate e habitat di origine antropica. CRITICITÀ: valore = 1: La popolazione lombarda risulta essere del tutto inconsistente rispetto a quella nazionale. L’unico sito noto sembra essere l’unico non costiero frequentato per più anni in Italia. La lunga serie di insuccessi riproduttivi fa ritenere che la specie sia destinata all’estinzione locale. STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: La ridottissima consistenza della popolazione lombarda lascia spazio solo agli interventi di conservazione e ripristino ambientale atti a favorire la colonizzazione di ambienti idonei [B]. TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Per favorire l’insediamento della specie vanno attuati interventi finalizzati al ripristino di condizioni il più possibile naturali negli habitat umidi fluviali e di pianura mediante la rinaturalizzazione di alvei e sponde di corsi e corpi d’acqua [Ba2], il mantenimento di zone umide, praterie igrofile e marcite [Ba7] e il ripristino e ricostituzione di zone umide, anche all’interno di aree agricole produttive [Bc2], il mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti [Bc10], e l’incentivazione all’allagamento precoce delle risaie (metà marzo) e limitazione dell’impiego di cultivar di riso coltivati a secco [Bc13]. COSA NON FARE: Negli habitat potenzialmente utili alla nidificazione del Fratino va evitato quanto possibile il disturbo antropico diretto dovuto alla frequentazione turistico ricreativa degli ambiti alveali. In tali aree andrebbe evitato tassativamente l’accesso dei mezzi motorizzati. Andrebbero altresì evitate o quantomeno contenute le attività estrattive, per lo meno in periodo riproduttivo. Nelle pratiche agricole andrebbe evitato l’eccessivo uso di pesticidi. FATTORI CRITICI: Il principale motivo di declino della specie nell’Europa nord-occidentale consiste nella distruzione o nel disturbo delle aree riproduttive costiere, soprattutto a fini turistici o industriali. Anche l’abbandono di pratiche agricole tradizionali quali il pascolo delle praterie costiere ha inciso sulla specie. Anche l’eccesso di predazione da parte della Volpe, del Visone, della Cornacchia e di Gabbiani può avere pesanti effetti sulla popolazione nidificante, potendo determinare la perdita di anche il 90% delle uova. Alcune di queste specie sono talora favorite dall’omogeneizzazione dei paesaggi agrari. Piccolo limicolo della famiglia dei Caradriidi, raggiunge la lunghezza di 17 cm e l’apertura alare di 45 cm. In periodo riproduttivo il piumaggio è marrone nelle regioni dorsali e sul vertice, la nuca è marrone aranciata, fronte bianca e, superiormente, nera; mascherina e “spalla” pure nere. L’ala dorsalmente mostra un’evidente banda bianca. Restanti regioni bianche. Becco e zampe nere. Al di fuori del periodo riproduttivo tutte le parti nere diventano brune. A differenza che nei Corrieri, il “collare” è interrotto in corrispondenza della gola. Le popolazioni europee sono principalmente migratrici. A Sud del 40° parallelo in parte sedentarie. La migrazione si verifica in agosto-settembre e marzo-aprile. Gli individui che non svernano in Europa o nel bacino del Mediterraneo si spingono fino alle regioni costiere del Golfo di Guinea, della Somalia, dell’Arabia e del Medio Oriente e, più raramente, nelle regioni interne dell’Africa. In Italia la specie è nidificante, migratrice regolare e svernante in alcune zone del meridione e delle isole maggiori. In Lombardia è nidificante e migratrice irregolare. In Italia è relativamente comune nelle zone costiere e frequenta coste sabbiose, zone umide e saline. In Lombardia l’unica, piccola colonia nota era situata su un ghiareto con scarsa vegetazione nel greto del fiume Sesia, sul confine col Piemonte. Solo nel 1984 la riproduzione è stata coronata da successo mentre in anni successivi i tentativi di nidificazione sono stati vanificati da diverse fonti di disturbo. La specie non è segnalata in nessun Parco fluviale della regione. Specie solitaria o semi-coloniale; territoriale, difende l’area circostante il nido mediante parate in volo. In genere ha aree di alimentazione distinte dal sito riproduttivo. Forma spesso colonie miste assieme a Pavoncelle, Pernici di mare, Corrieri, Fraticelli. Il nidificare nei pressi di specie più aggressive ne aumenta il successo riproduttivo. Nella colonia lombarda il Fratino nidificava assieme al Corriere piccolo e al Fraticello. Il nido viene posto al suolo in aree aperte o con poca vegetazione, solitamente nei pressi dell’acqua. Consiste in una leggera depressione del terreno, del diametro di 9 cm circa, talora foderata con del materiale vegetale. Talvolta le uova vengono parzialmente infossate nella sabbia. Tra la fine di aprile e giugno vengono deposte di solito 3 uova di 33 × 23 mm; colore crema con macchie o striature brune o nere. In genere viene deposta una sola covata, talvolta due. L’incubazione dura 24-27 giorni e viene eseguita da entrambi i genitori; prole precoce e nidifuga, indipendente dopo le 6 settimane. L’alimentazione è basata principalmente su insetti quando si alimenta in aree asciutte, essenzialmente su crostacei, anellidi e molluschi nelle acque basse. Il cibo viene raccolto dal suolo o sondando il fango umido. Massimo Favaron Bibliografia Boano G., Brichetti P., 1989. Proposta di una classificazione corologica degli uccelli italiani. I. Non passeriformi. Riv. ital. Orn. 59: 141-158. Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto, Brescia. Cramp S., Simmons K.E.L., 1983. Birds of the Western Paleartic: Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa. Vol III (Waders to Gulls). Oxford University Press, Oxford. Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London. LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F., Fraticelli F., 1999. Nuova lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn. 69: 343. Meschini E., Frugis S., 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 1-344. Tucker G.M., Heath M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife Conservation Series n° 3. BirdLife International, Cambridge.