Nome scientifico: Aythya nyroca L

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Fraticello
Sterna albifrons Pallas, 1764
Codice lista italiana: 110.513.0.001.0
Priorità: 12
RARITÀ GENERALE: valore = 3: Secondo la nuova “Lista Rossa” italiana appartiene alla
categoria delle specie “vulnerabili”; la popolazione italiana è considerata esposta ad alto
rischio di estinzione nel prossimo futuro. Il Fraticello rientra inoltre nell’allegato I della
direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), che comprende le specie per la cui sopravvivenza e
riproduzione si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat.
COROLOGIA: valore = 1: Cosmopolita. Il Fraticello è distribuito, con areale discontinuo, in
tutte le regioni temperate e tropicali. In Europa nidifica in molte regioni costiere e lungo il
corso dei fiumi principali.
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 2: Dopo una fase di declino sul finire
del diciannovesimo secolo, a livello europeo la specie è andata incontro a un aumento fino
a circa il 1970. Nel periodo 1970-1990 alcune popolazioni hanno continuato il trend
positivo, altre hanno subito un’inversione di tendenza. La popolazione nidificante è
attualmente stimata in 29.000-49.000 coppie.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: Abbastanza raro, nidifica in
meno del 10% delle tavolette del territorio regionale distribuite lungo il corso del Po e nella
parte terminale di Sesia e Ticino. La popolazione nidificante lombarda negli anni di
maggiore presenza arriva a sfiorare le 400 coppie.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 3: Specie estremamente selettiva nei confronti degli
ambienti costieri, sia marini che delle acque interne. Nidifica su spiagge di ciottoli,
conchiglie o sabbia prive di vegetazione, spesso poco sopra il limite della marea e nei
pressi di acque basse ricche di alimento.
CRITICITÀ: valore = 3: Il territorio lombardo è piuttosto importante per la specie rispetto
alla situazione nazionale. La popolazione regionale rappresenta una parte consistente, di
poco inferiore al 10%, della popolazione italiana. In Italia ha distribuzione localizzata e la
popolazione è concentrata, in gran parte, lungo il corso del Po e nelle regioni costiere
dell’Alto Adriatico. Nuclei sparsi sono presenti sulle isole maggiori e nel Basso Adriatico.
La popolazione nidificante italiana è stata valutata per il periodo 1983-86 in 5000-6000
coppie.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Trattandosi di una specie fortemente selettiva per l’habitat,
coloniale e soggetta a declino in anni recenti in parte dell’areale, la principale strategia di
conservazione consiste nella applicazione di interventi diretti sull’habitat [B]. La tendenza
alla diminuzione o alla fluttuazione e la vulnerabilità per le abitudini coloniali consigliano
l’esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente (così da individuare eventuali
azioni di supporto a nuclei in diminuzione) [C]. La vulnerabilità della specie implica la
necessità di proteggerla dal disturbo [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: La riduzione e alterazione degli habitat riproduttivi della specie
suggeriscono di attuare interventi di rinaturalizzazione degli alvei e delle sponde di corpi
d’acqua [Ba2], e il mantenimento o ringiovanimento di quelli ancora esistenti (greti fluviali
e sponde lacustri), anche attraverso il decespugliamento [Bc10]. Importante valutare nel
tempo lo status della popolazione mediante il monitoraggio delle colonie nidificanti [C2].
Possono essere utili anche gli interventi di monitoraggio dell’habitat (alterazioni fisiche e/o
inquinamento; modifiche della struttura dell’habitat) [C9]. La specie è vulnerabile anche
perché le colonie sono facilmente accessibili, è quindi opportuno attuare provvedimenti atti
al controllo dei disturbi diretti (ingresso nelle colonie, anche di animali domestici,
navigazione a motore, canottaggio, ecc.) [D4].
COSA NON FARE: Negli interventi di ingegneria idraulica bisogna evitare opere che
determinino la totale artificializzazione degli argini e dei greti. Va anche evitato l’accesso
alle colonie sia da parte di persone che di animali domestici. Bisogna evitare attività che
possano arrecare alle co,lonie disturbo di tipo diretto o indiretto (rischio di distruzione di
nidi a causa del moto ondoso indotto dalle imbarcazioni).
FATTORI CRITICI: Il principale fattore di minaccia è costituito dalla compromissione degli
habitat litoranei e di alveo fluviale utilizzati dalla specie in periodo riproduttivo. Attività
quali l’edilizia in aree costiere, la canalizzazione dei fiumi, la cavazione di sabbia sono
sicuramente dannose per la specie. Altrettanto negativi si sono rivelati gli effetti del
disturbo diretto alle colonie, spesso facilmente accessibili, da parte di persone, animali
domestici ed imbarcazioni. A questi si aggiungono fattori critici naturali quali il rischio di
distruzione dei nidi per l’innalzamento del livello di fiumi o per maree particolarmente
alte. Effetti negativi ha anche la predazione da parte di gabbiani di varia specie e ratti.
Il Fraticello è il più piccolo degli appartenenti alla famiglia degli Sternidi. Raggiunge la
lunghezza di 24 cm ed ha apertura alare di poco più di 50 cm circa. In livrea riproduttiva ha
la parte superiore della testa e la nuca nere, con fronte bianca, dorso, dorso delle ali e
groppone grigio chiaro, punta delle ali tendente al nero. Rispetto alla Sterna comune ha la
coda decisamente meno forcuta. Becco giallo con apice nero, zampe giallo aranciate. I
giovani, e gli adulti al di fuori del periodo riproduttivo, hanno il nero del capo meno esteso
e becco e zampe scuri. L’atteggiamento di caccia è tipico della specie: l’alimentazione è
basata su piccoli pesci e invertebrati localizzati volando “sul posto” a pochi metri dal pelo
dell’acqua e catturati con un tuffo che talora porta l’animale a immergersi completamente.
Di solito i Fraticelli cacciano solitari o in piccoli gruppi.
Specie ad ampia distribuzione, in Europa nidifica sulle coste e lungo il corso dei grandi
fiumi. Migratrice su lunga distanza: il passo autunnale si verifica principalmente tra Agosto
e inizio Ottobre, quello primaverile in Aprile-Maggio. La maggior parte del movimento
migratorio avviene lungo le coste, ma una parte attraversa l’Europa seguendo i fiumi
principali. La popolazione europea sverna lungo le coste dell’Africa occidentale e
orientale, in Mar Rosso e nel Golfo Persico. In Italia è localizzata principalmente lungo il
corso dei principali fiumi padani e nelle regioni costiere dell’Alto Adriatico. Colonie sono
presenti anche in Sardegna, Sicilia e Puglia. In Lombardia nidifica lungo il corso del Po e
nella parte inferiore del corso del Sesia e del Ticino. Poche colonie rientrano in questo
Parco, per la maggior parte non sono sottoposte ad alcun tipo di tutela essendo localizzate
al di fuori di aree protette.
L’habitat riproduttivo consiste in spiagge ciottolose o sabbiose, con nidi posti spesso in
prossimità dell’acqua. Vengono preferite le aree ad acque basse, ricche di prede di piccole
dimensioni. In Lombardia sfrutta spesso isoloni fluviali, ghiareti e sabbioni in zone ricche
di lanche. Spesso in tali aree la vegetazione è del tutto assente. Specie monogama e
coloniale, in Lombardia forma aggregati di circa 20 nidi distanziati, in media, di poco più
di 4 m. Nella maggior parte dei casi forma colonie miste con la Sterna comune o con il
Corriere piccolo, raramente con gabbiani. Talora nidifica in solitudine. Il nido consiste in
una depressione nel terreno di circa 10 cm di diametro, spesso completamente priva di
imbottitura. In maggio-giugno vengono deposte 1-3 uova di 32 x 24 mm, di color crema o
giallastro, con macchie nere brune o verdastre di varia dimensione e distribuzione.
L’incubazione, a cura di entrambi i genitori, dura 18-22 giorni. La prole è precoce e seminidifuga; i piccoli vengono alimentati per 2 o 3 mesi.
Massimo Favaron
Bibliografia
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