complicanze del trattamento endoscopico della calcolosi ureterale.

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COMPLICANZE DEL TRATTAMENTO ENDOSCOPICO DELLA
CALCOLOSI URETERALE.
C. Micheli, A.Pietropaolo, G. Manasse, E.Salvini, H.Nikaj, E. Sarti, P.Guiggi
SCOPO DEL LAVORO
L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sulle complicanze che si
possono verificare in corso di manovre operative endoscopiche per
il trattamento della litiasi reno-ureterale.
MATERIALI E METODI
La litotrissia extracorporea ad onde d'urto (ESWL), è il trattamento
di prima scelta in circa 85% dei casi di calcolosi reno-ureterale, con
una percentuale di bonifica completa del 70%(range tra il 45 e il
95%). L'ureteroscopia ha modificato l’approccio al trattamento dei
calcoli ureterali perchè permette di aggredire mediante litotrissia
con fibra laser anche i calcoli più ostici con un risultato di completa
disgregazione degli stessi. Ha inoltre indicazione in: calcolosi
dell’uretere prossimale “impattata”;calcolosi dell’uretere medio
(stone-free 90-100%) e dell’uretere distale (stone-free 92,5%). Il
tasso di complicanze globale va dal 9 al 25% e vengono classificate
in ordine di gravità come: lesione mucosa (3,5%), perforazione
ureterale (1,5%), sanguinamento significativo (1,7%), avulsione
ureterale (0,1%).
RISULTATI
I video mostrano 2 casi di complicanze durante ureteroscopia per
litiasi ureterale. Il primo riguarda una donna di 41 anni, affetta da
calcolosi renoureterale recidivante ossalocalcica di 8 mm situata nel
tratto pelvico dell’uretere dx a 4 cm dallo sbocco ureterale, già
sottoposta a multipli trattamenti ESWL. Pertanto è stata sottoposta
ad intervento di ureteroscopia e litotrissia con fibra laser ad
Holmium da 550 μm con completa frammentazione del calcolo.
Durante la procedura, per contatto della fibra laser con la parete, si
è creata una lieve fissurazione del tratto sottomucoso della parete
ureterale adiacente al calcolo con successivo stravaso di mdc. In
questo caso la risoluzione è stata immediata con il posizionamento
di uno stent JJ al termine della procedura. I successivi controlli non
hanno evidenziato complicanze di tipo stenotico.Il secondo video
mostra invece un caso di avulsione ureterale. La paziente, di anni
73, affetta da litiasi ossalocalcica recidivante del giunto pieloureterale sx di circa 14 mm, già sottoposta a multipli trattamenti
ESWL e a pregresso intervento di pielolitotomia. In questo caso la
soluzione è stata operativa ed è stato necessario convertire
l’intervento a cielo aperto e reimpiantare l’uretere disancorato.
DISCUSSIONE
Le complicanze più gravi durante ureteroscopia sono la perforazione
ureterale (3-7%), che in genere si risolve con il posizionamento di
uno stent; l’avulsione ureterale, (0.2-0,7%) che costringe ad un
intervento immediato di riparazione dell’uretere. Raramente può
rendersi necessaria l’asportazione del rene interessato.
CONCLUSIONI
L’ureteroscopia ha una bassa percentuale di complicanze, eseguibile
in tempi spesso molto brevi, con percentuali di successo molto
elevate. Garantisce, inoltre, tempi di ospedalizzazione ridotti ed un
immediato recupero delle attività lavorativa. In alcuni casi
predisponenti come alterazioni anatomiche o condizioni flogistiche
sottostanti, può comportare delle gravi complicanze anche se
eseguita da operatori esperti.
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