L`accoglienza del disabile adulto con disabilità

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L’accoglienza del disabile
adulto con disabilità
intellettiva e del familiare
Modulo 1
Introduzione alla
disabilità intellettiva
Dott. Stefano Rigoni
Psicologo Psicoterapeuta
Dott. Stefano Rigoni
Psicologo Psicoterapeuta
handicappato
RITARDATO
diversamente abile
PERSONA DISABILE
persona speciale
persona atipica
turismo per disabili
portatore di handicap
turismo solidale
tecnologie assistite
turismo accessibile
SUBNORMALE
normalità
minorato
normodotato
diversi
subnormale
PERSONA CON'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
DISABILITÀ
diversabile
Deriva dall’anglosassone “hand in cap”.
Inizialmente il termine si riferiva al gioco
d’azzardo. Poi si estese all’attività ippica e
stava ad indicare la mano sul cappello che a
turno uno dei cavallerizzi doveva tenere per
partire da una situazione di svantaggio rispetto
agli altri durante le corse.
Disabile
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
%&
!"#!$#%$&
Epilepsy
Physical health
I. Q.
Attention deficit
Handiap
Memory ipairment
Genetics
Functioning
Psychological vulnerability
Life events
Disorder
Mental Retardation
Cultural environment
Disability
Skills
Functional psychopathology
Soft Neurolgical Signs
Somatic vulnerability
Deficit
Learned helplessness
Behavioural phenotype
Need of support
Early experiences
Social environment
Family
Pharmacological
Side Effects
Challenging behaviours
Mental health
Importance
Satisfaction
Quality of Life
Partecipation
Education
Dual Diagnosis
Carreer
Opportunities
Decision making
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Impairment (menomazione)
&
&&
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&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Indica ogni alterazione anatomica o
funzionale, psichica o fisica, rispetto
agli standard biomedici generalmente
accettati. È evidente la specificità
medica della definizione,
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8&
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Handicap
Disability (disabilità/incapacità)
Indica in ogni diminuzione delle possibilità, derivante da una
minorazione, di effettuare una specifica azione finalizzata, nello
stesso modo di un "medio" essere umano. Non riguarda
l'estrinsecazione della funzione relativa ad una struttura anatomica o
funzionale, ma l'abilità di tutta la persona, e non di una sua parte, a
compiere una determinata azione della vita quotidiana, che consiste
in una serie di attività complesse e tra loro integrate, nello
svolgimento di un determinato compito (lavorativo, ricreativo,
necessario o superfluo) della vita quotidiana.
Il concetto di incapacità / disabilità non può prescindere dal
riferimento all'ambiente di vita della persona e alla sua capacità di
adattarsi ed interagire alla più diverse circostanze.
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Può derivare da una menomazione, ma in
genere è in relazione alla disability con
compromissione della sfera sociale
dell'individuo. Il fatto che si riferisca non
tanto all'individuo in esame, ma alle
condizioni esterne (si pensi, ad esempio,
all'ostacolo rappresentato da uno scalino
per chi è sulla carrozzina), rende questa
definizione di non immediato inquadramento
medico-legale e richiede l'esigenza di una
collaborazione con altre figure
professionali.
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International Classification of Functioning,
Disability and Health (ICF) 1999
&
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Due novità: le attività svolte ed i livelli di partecipazione sostituiscono i concetti negativi di disabilità
ed handicap e consentono di descrivere in modo positivo le diverse situazioni osservate . L ICF non
è più come l ICIDH una classificazione delle conseguenze delle malattie ma una visione d’assieme
delle componenti dello stato di salute di una persona.
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Funzioni corporee
1. Funzioni mentali
2. Funzioni sensoriali e dolore
3. Funzioni della voce e dell'eloquio
4. Funzioni del sistema cardiovascolare,
ematologico, immunologico e respiratorio
5. Funzioni del sistema digestivo, metabolico
e endocrino
6. Funzioni genitourinarie e riproduttive
7. Funzioni neuromuscoloscheletriche e
collegate al movimento
8. Funzioni cute e strutture associate
Strutture corporee
1. Strutture del sistema nervoso
2. Occhio, orecchio e strutture collegate
3. Strutture collegate alla voce e all'eloquio
4. Strutture dei sistemi cardiovascolare,
immunologico e respiratorio
5. Strutture collegate al sistema digestivo,
metabolico e endocrino
6. Strutture collegate al sistema genitourinario
e riproduttivo
7. Strutture collegate al movimento
8. Cute e strutture collegate
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Inclusione
Accettare la filosofia dell’ICF vuol dire
considerare la disabilità un problema che
non riguarda i singoli cittadini che ne sono
colpiti, ma coinvolge tutta la comunità:
E’ UNA SFIDA DI CIVILTA’
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Percorrere le strade dell’inclusione
sociale significa sostanzialmente porre
la questione della disabilità nella
dimensione sociale del diritto di
cittadinanza, perché riguarda tutti
coloro che partecipano alla vita sociale
all’interno di un determinato contesto:
includere vuol dire offrire l’opportunità
di essere cittadini a tutti gli effetti
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Attività e partecipazione
1. Apprendimento e applicazione della
conoscenza
2. Compiti e richieste di carattere generale
3. Comunicazione
4. Mobilità
5. Cura della propria persona
6. Vita domestica
7. Interazioni e relazioni interpersonali
8. Principali aree della vita
9. Vita di comunità, sociale e civica
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Fattori ambientali
1. Prodotti e tecnologia
2. Ambiente naturale e cambiamenti
apportati dall'uomo all'ambiente
3. Supporto e relazioni
4. Atteggiamenti
5. Servizi, sistemi e politiche.
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Dove si situa il miglioramento della
condizione?
1.  Corpo
2.  Funzionamento
3.  Partecipazione
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Lo sviluppo psicomotorio nel lattante
comprende 5 aree:
CRITERI PER DIAGNOSI D.I.
!  Significativa riduzione funzionamento intellettuale: un QI
approssimativamente di 70 o meno alla somministrazione di un test
appropriato
!  Significativi deficit o menomazioni nel funzionamento adattativo in
almeno due delle seguenti aree:
!  comunicazione
!  cura di sé
!  vita domestica
!  capacità sociali/interpersonali
!  uso delle risorse della comunità
!  capacità decisionale, abilità funzionali accademiche
!  lavoro
!  tempo libero
!  salute,
!  sicurezza
!  Motoria grossolana
!  Motoria fine
!  Linguaggio
!  Cognitiva
!  Psicosociale e relazionale
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!  Inizio prima dei diciotto anni
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Livello intellettivo durante lo sviluppo
!  Le persone con R.M. Lieve possono essere
individuate ai 2 anni di vita; gli interventi precoci
aumentano le possibilità dello sviluppo cognitivo e
un inserimento sociale in età adulta.
!  Le persone con R.M. Medio possono essere
riconosciute a 12-18 mesi; l'entità del problema
definita a 4-5 anni; gli interventi consentono di
ridurre lo stato assistenziale.
!  Le persone con R.M. Grave possono essere
individuate a 8 - 12 mesi, la gravità precisata a 3-4
anni; è possibile programmare per tempo i supporti
assistenziali e sociali necessari.
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VISIONE VIDEO “Giornata mondiale sindrome'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
di down - lo spot”
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Livello intellettivo
Fattori eziologici
! Borderline
! Lieve (QI 70-50)
! Moderato (QI 50 - 35)
! Grave (QI 35-20)
! Profondo (QI < 20)
!  Fattori etiologici, primariamente biologici e/o psicosociali, o una
combinazione di entrambi, agendo sul cervello immaturo possono
determinare disturbi dello sviluppo della funzione motoria e/o
delle funzioni cerebrali superiori.
L'incidenza globale del R.M. nella Popolazione e' del
3%, cosi' distribuita:
87.7% - R.M. Lieve Quoziente Intellettivo 70 - 50
12.7% - R.M. Medio Quoziente Intellettivo 50 - 35
2.4 % - R.M. Grave Quoziente Intellettivo 35 - 20
1.2 % - R.M. Gravissimo Quoziente Intellettivo < 20
!  Infezioni
!  I fattori biologici che causano R.M. sono schematicamente
riconducibili:
!  alterazioni del metabolismo
!  disturbi genetici
!  malformazioni cerebrali
!  lesioni cerebrali da trauma
!  cause ignote
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Ritardo mentale grave: fattori prenatali
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Le disabilità intellettive
! Anomalie cromosomiche
!  Più il ritardo è grave, più le funzioni cognitive sono
compromesse e il danno è pervasivo
! Sindromi polimalformative (S. Willy-Prader, Sotos,
Cornelia De Lange, etc.)
!  Disfunzione cognitiva globale legata al difetto di sviluppo delle
funzioni astrattive
! Sindromi neurocutanee (sclerosi tuberosa)
!  Il pensiero è dipendente dall’esperienza e dalla rappresentazione
di essa, ed è autocentrato
! Malattie genetiche (metaboliche)
!  Deficit della rappresentazione dell’altro
! Ipotiroidismo
!  Il movimento è imitativo e sviluppa scarse capacità espressive e
costruttive originali
! Malformazioni cerebrali
! Infezioni fetali (CMV, rosolia, toxoplasmosi, HIV,
herpes) tossiche (alcool, biclorofenili, PKU
materna, fumo, radiazioni), malnutrizione fetale
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!  Il linguaggio è povero, stereotipato, legato alla rappresentazione
immediata, non diventa linguaggio guida
!  Deficit più o meno permanente della comprensione, della critica,
dell’autonomia
!  Spesso è associato un disturbo in area psichiatrica
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DOPPIA DIAGNOSI
Nonostante un ampio range di percentuali
di prevalenza (dal 20% al 74%), è
ragionevole affermare che le persone con
DI presentano una possibilità di cooccorrenza di disturbi psichiatrici e/o
comportamentali (Doppia Diagnosi)
tre-quattro volte maggiore rispetto alla
popolazione generale.
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Ritardo mentale moderato:
Roberta
Il Ritardo Mentale Moderato è all'incirca equivalente a ciò a cui si faceva
riferimento con la categoria educazionale di "addestrabili". Questo
termine ormai sorpassato non dovrebbe essere usato perché implica
erroneamente che i soggetti con Ritardo Mentale Moderato non possono
beneficiare di programmi educazionali. Questo gruppo costituisce circa il
10% dell'intera popolazione di soggetti con Ritardo Mentale. La maggior
parte dei soggetti con questo livello di Ritardo Mentale acquisisce
capacità comunicative durante la prima fanciullezza. Essi traggono
beneficio dall'addestramento professionale e, con una moderata
supervisione, possono provvedere alla cura della propria persona.
Possono anche beneficiare dell'addestramento alle attività sociali e
lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda
elementare nelle materie scolastiche. Possono imparare a spostarsi da
soli in luoghi familiari. Durante l'adolescenza, le loro difficoltà nel
riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i
coetanei. Nell'età adulta, la maggior parte riesce a svolgere lavori non
specializzati, o semispecializzati, sotto supervisione in ambienti di lavoro
protetti o normali. Essi si adattano bene alla vita in comunità, di solito in
ambienti protetti.
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Ritardo mentale lieve: Enrico
!  60% dei casi di RM
!  Difficile da riconoscere, più facilmente evidenziabile in età scolare, etiologia
spesso sconosciuta
!  Il Ritardo Mentale Lieve equivale all'incirca a ciò a cui si faceva riferimento
con la categoria educazionale di "educabili". Questo gruppo costituisce la
parte più ampia (circa l'85%) dei soggetti affetti da questo disturbo. Come
categoria, i soggetti con questo livello di Ritardo Mentale tipicamente
sviluppano capacità sociali e comunicative negli anni prescolastici (da 0 a 5
anni di età), hanno una compromissione minima nelle aree sensomotorie, e
spesso non sono distinguibili dai bambini senza Ritardo Mentale fino ad
un'età più avanzata. Prima dei 20 anni, possono acquisire capacità
scolastiche corrispondenti all'incirca alla quinta elementare. Durante l'età
adulta, essi di solito acquisiscono capacità sociali e occupazionali adeguate
per un livello minimo di autosostentamento, ma possono aver bisogno di
appoggio, di guida, e di assistenza, specie quando sono sottoposti a stress
sociali o economici inusuali. Con i sostegni adeguati, i soggetti con Ritardo
Mentale Lieve possono di solito vivere con successo nella comunità, o da
soli o in ambienti protetti .
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Ritardo mentale grave: Michele
Il gruppo con Ritardo Mentale Grave costituisce il 3-4% dei
soggetti con Ritardo Mentale. Durante la prima fanciullezza essi
acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo, o non
lo acquisiscono affatto. Durante il periodo scolastico possono
imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività
elementari di cura della propria persona. Essi traggono un
beneficio limitato dall'insegnamento delle materie prescolastiche,
a volte familiarizzarsi con l'alfabeto e possono acquisire capacità
come l'imparare a riconoscere a vista alcune parole per le
necessità elementari. Le capacità cognitive sono discontinue ma
spesso assimilabili al’età mentale di un bambino di scuola
materna. Nell'età adulta, possono essere in grado di svolgere
compiti semplici in ambienti altamente protetti. La maggior parte
di essi si adatta bene alla vita in comunità, in comunità alloggio o
con la propria famiglia, a meno che abbiano un handicap associato
che richieda assistenza specializzata o altre cure.
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Ritardo mentale gravissimo:
Carla
Il gruppo con Ritardo Mentale Gravissimo costituisce circa un
1-2% dei soggetti con Ritardo Mentale. La maggior parte dei
soggetti con questa diagnosi ha una condizione neurologica
diagnosticata che spiega il Ritardo Mentale. Durante la prima
infanzia, essi mostrano considerevole compromissione del
funzionamento sensomotorio e il linguaggio non è acquisito. Uno
sviluppo ottimale può verificarsi in un ambiente altamente
specializzato con assistenza e supervisione costanti, e con una
relazione personalizzata con la figura che si occupa di loro. Lo
sviluppo motorio e le capacità di cura della propria persona e di
comunicazione possono migliorare se viene fornito un adeguato
addestramento. Alcuni possono svolgere compiti semplici in
ambienti altamente controllati e protetti.
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'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Ci sono facilitatori
e ostacoli invisibili!
Impareremo quali sono gli
atteggiamenti e le modalità
relazionali “facilitanti” e quelle
“ostacolanti” nel caso di D.I.
Ricorda: La persona disabile
è molto legata al familiare
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I pregiudizi
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Modulo 2
La relazione con il D.I. e il
familiare
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VISIONE VIDEO “The eyes of a child”
La piramide dell‘accessibilità
..di soluzioni
personalizzate
.. di soluzioni differenziate
..di soluzioni pratiche
Disponibilità di informazioni
Atteggiamento disponibile e positivo
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
Le aziende si posizionano:
!  alla base: soluzioni minime e semplici, frutto di un
atteggiamento professionale basato sull’accoglienza
!  nella parte centrale: soluzioni pratiche e
differenziate, frutto di esperienza sul campo e di un
approccio concreto alla realtà
!  all apice: soluzioni diversificate e orientate alla
soddisfazione del cliente, frutto di una progettualità
professionale e ad una specializzazione
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
%!&
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Le aree di sostegno socio sanitario
della persona con D.I. e del familiare
Sviluppo umano e autonomia
Cultura & educazione
I BISOGNI sono tutti
soddisfabili?
Vita familiare
Con quali aree di vita vengo a
contatto?
Area motoria
Area cognitiva
Vita relazionale e affettiva
Partecipazione alla vita della comunità
Area autonomia
Impiego, occupazione
Salute & sicurezza
Benessere, divertimento, turismo, sport
Contenimento e modificazione dei problemi comportamentali
Assistenza psicologica, sociale e sanitaria
Protezione e difesa
LA RELAZIONE CON IL FAMILIARE
Area sociale
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CONSEGUENZE
Area comunicativa
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Il turista con D.I.
La disabilità di un figlio può destrutturare le
capacità del genitore
Non sempre possiamo affidarci
cecamente al genitore per comprendere i
bisogni del figlio
Aspettative di accudimento e di
La funzione paterna può essere depotenziata o “riconoscimento”
iperattivata
La funzione materna può essere simbiotica,
L’esercizio commerciale ha funzioni
iperprotettiva, o degradata
paterne o materne?
Le famiglie con D.I. sono più isolate
La mancata accettazione delle disabilità può
produrre rabbia verso l’esterno
NB: E’ possibile che l’albergo o il ristorante
venga considerato un ambiente “contenitivo”
e protettivo con irrazionali e regressive
aspettative di accudimento.
Maggiore tolleranza alle critiche, alle
richieste, alle aspettative
Le persone con DI spesso hanno esperienze stressanti a causa
dei loro problemi di adattamento e di mancanza di strategie di
coping.
Problemi comportamentali come conseguenza di esperienze
stressanti possono portare a prolungati disturbi relazionali con
l’ambiente e a disturbi psichiatrici.
Noi possiamo aiutarli a sentirsi autonomi, a godere dei servizi
senza sottolineare la disabilità.
La disabilità può essere invisibile, ma anche la protesi!
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'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
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Capacità personali vs Competenze professionali
Tratti caratteriali:
Livello di irritabilità, di
attività, di
estroversione…
Socievolezza
Empatia naturale
Valori, ideali, etica
Bisogni individuali
…
Capacità comunicative
Capacità relazionali
Conoscenze tecniche
Abilità operative
Problem solving
Decision making
Empatia professionale
…
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VISIONE VIDEO “Storia di un’amicizia'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
speciale”
Le difese emotive personali
Atteggiamento professionale
!  Compassione (sono coinvolto emotivamente, reagisco)
!  Evitare i pregiudizi
!  Pena (sono più distaccato, mi paralizzo)
!  Iperprotettività (sono eccessivamente accorto)
!  Empatia personale (mi sento la persona giusta nel posto giusto)
!  Ansia (sono incerto, ho paura di sbagliare)
!  Evitare il coinvolgimento personale (emotivo)
!  Non cercare a tutti i costi la normalizzazione
!  Utilizzare l’empatia professionale che non è identificazione
!  Distacco pseudo professionale (mi irrigidisco fingendo di avere
tutto sotto controllo)
!  Osservare con chi sta la persona disabile e che livello di
autonomia esprime
!  Simpatia (faccio “il camerata”, l’”amicone”)
!  Esercitarsi – Fare esperienze di turismo accessibile
!  Normalizzazione
!  Capire se è un ambito che ci piace
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La Relazione professionale
PRINCIPI DI BUONA ACCOGLIENZA
!  La qualità è data dalla capacità di valutare la situazione
in modo efficace ed efficiente, senza improvvisazioni o
spontaneismi
!  CORTESIA
!  Distinguere il personale dal professionale: loro non lo
sanno fare
!  ATTEGGIAMENTO NATURALE (è una conquista professionale)
!  Non illudere o promettere cose che non si possono
mantenere
!  Ricordare cosa piaceva al cliente lo fa sentire a casa.
Personalizzare la relazione.
!  Cosa si aspetta un cliente con D.I. e cosa il familiare
!  Creare soluzioni personalizzate in base ai bisogni
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
!  RIVOLGERSI ALLA PERSONA CON D.I. QUANDO
POSSIBILE
!  RICORDIAMOCI CHE I BISOGNI NON SONO SPECIALI
MA SPECIFICI
!  IL NOSTRO SERVIZIO NON DEVE ESSERE SPECIALE
MA DI QUALITA’ PROFESSIONALE
!  RISPETTARE DEI TEMPI PIU’ LUNGHI
!  COMUNICARE ACCORGIMENTI E PROCEDURE NEI
CASI IN CUI IL CLIENTE PUO’ ESSERE IN DIFFICOLTA’
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
!  DISPONIBILITA’ OFFERTA, NON AGITA
!  CERCARE DI SODDISFARE LE RICHIESTE NEL LIMITE DEL
POSSIBILE
!  PRIMA DI AIUTARE CHIEDETE SE SERVE AIUTO
!  CHIEDERE COME AIUTARE
!  USARE UN LINGUAGGIO ADEGUATO (non infantile)
!  FOCALIZZARE L ATTENZIONE SULLA PERSONA E NON
SULLA DISABILITA
'()*+,(-*&.*-&/012&3)*4(50&6,705,&8!%$&
DISABILITÀ PSICHICHE
Condizioni con manifestazione complesse e
differenziate spesso a carattere temporaneo
Dei disturbi psichiatrici vedo solo gli epifenomeni:
ansia
paure irrazionali
depressione
disorientamento
ossessioni, rituali
emozioni eccessive anche positive
Iperattività
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COME COMPORTARSI PER FACILITARE LA
COMUNICAZIONE
ASCOLTO EMPATICO
Camminare nelle sue scarpe
• È improbabile identificare un cliente con problemi psichici
se non si manifestano
Mettersi nei panni dell’altro
• Questa clientela è più sensibile nel percepire situazioni di
disagio
Vedere il mondo con i suoi occhi
• Assumere un atteggiamento disponibile, rassicurante,
tranquillizzante
•  Il non verbale può aiutare molto nella comprensione
Entrare in sintonia con l’altro
Sentire dentro di sé come sente l’altro
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COME COMPORTARSI PER FACILITARE
LA COMUNICAZIONE
• Non pregiudizi legati all’aspetto
Atteggiamento rilassato
• Rispettare i ritmi di reazione e comprensione:
disponibilità e pazienza
• Disponibilità nell’ascoltare o nel ripetere i messaggi
• Esprimetevi in modo chiaro e semplice
• Utilizzare la forma affermativa
• Evitare spiegazioni lunghe e complesse
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I LIVELLI DI SVILUPPO EMOTIVO RELAZIONALE
Primo livello – Ritardo gravissimo
Regolazione delle necessità fisiologiche, integrazione input
sensoriali, strutturazione dello spazio, tempo e persone,
interazione sociale
•  Salutare tutti (ci permette di avere un primo feedback)
•  Attenzione ai bisogni primari (fame, sete, comodità…
•  Chiedere al plurale e attendere la reazione del familiare
•  Eventualmente interagire cercando il contatto oculare
•  Rivolgersi al familiare per capire se va tutto bene
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I LIVELLI DI SVILUPPO EMOTIVO RELAZIONALE
I LIVELLI DI SVILUPPO EMOTIVO RELAZIONALE
Secondo livello – Ritardo grave
Terzo livello – Ritardo medio
Contatto corporeo, attaccamento alla persona, stimolazione
sociale, manipolazione oggetti, linguaggio povero
Regolazione della distanza nel contatto, conferma della
autonomia, ricompensa comportamento sociale, linguaggio
•  Salutare tutti (ci permette di avere un primo feedback) e
presentarsi scegliendo il N.V. più adeguato
•  Attenzione ai bisogni primari (fame, sete, comodità…
•  Rivolgersi al plurale, ed eventualmente differenziare
l’interesse tra D.I. e familiare
•  Chiedere se ci sono necessità particolari (es. per
mangiare)
•  Stare molto attenti ai feedback e regolare l’approccio
conseguentemente
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I LIVELLI DI SVILUPPO EMOTIVO RELAZIONALE
Quarto livello – Ritardo lieve
Identificazione con altri importanti, accettazione e supporto
sociale, competenza sociale
•  Salutare individualmente, presentarsi individualmente
•  Attenzione al benessere generale
•  Chiedere se ci sono necessità particolari ad entrambi
•  Stare molto attenti ai feedback e regolare l’approccio
conseguentemente
•  Utilizzare il linguaggio
•  Trovare la giusta distanza empatica
•  Essere professionali
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Tutti i problemi comportamentali portano alla limitazione
della partecipazione alla comunità della persona o ad una
restrizione della sua libertà
Cosa faremmo con un bambino che disturba?
•  Salutare individualmente, presentarsi individualmente
•  Agire come per i normo dotati
•  Stare molto attenti ai feedback e regolare l’approccio
conseguentemente
•  Utilizzare il linguaggio
•  Trovare la giusta distanza empatica
•  Essere professionali
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Cosa possiamo
fare con una
persona disabile
con problemi
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Facciamo qualche esempio tratto
dalla nostra esperienza!
PERSONE NON VEDENTI E IPOVEDENTI
NECESSITÀ
-  Contatto con gli altri basato su uno scambio continuo
di informazioni vocali
-  Possibilità di toccare oggetti/persone per identificarli
adeguatamente
-  Illuminazione speciale, contrasti, punti di riferimento
per l autonomia
-  Spiegazioni e descrizioni dell ambiente chiare
per identificare percorsi ed ostacoli
- Particolare attenzione in caso di emergenza
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COME COMPORTARSI PER FACILITARE LA
COMUNICAZIONE
• Rivolgete la parola alla persona e non al suo
accompagnatore
• Fatevi comprendere con le parole.
Ricordatevi che il cliente non può cogliere espressioni o
gesti
• Richiamate la sua attenzione chiamandolo per nome o
toccandolo leggermente sul braccio
• Se il cliente chiede di essere guidato, offrite il vostro
braccio e procedete con lui precedendolo leggermente
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• Avvisate di scale, gradini, se a salire o a scendere.
Se preferisce al braccio il corrimano fateglici poggiare la
mano
• Per sedersi informatelo sulla posizione della
poggiategli la mano sullo schienale
sedia,
• Avvertite sempre se vi allontanate o se siete tornati
• Descrivete ambienti, situazioni, posizione di oggetti con
riferimenti spaziali relativi alla posizione del cliente
•
Leggete loro indicazioni, menu ecc, con tono di voce
normale
• Accettate cani guida
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PERSONE NON UDENTI E IPOUDENTI
NECESSITÀ
COME COMPORTARSI PER FACILITARE LA
COMUNICAZIONE
• Per parlare ponetevi di fronte al cliente
-  Contatto visuale con l interlocutore
• Stabilite un contatto visivo
-  Buona illuminazione, per leggere le labbra
• Controllate la vostra posizione: no spalle alla luce,
no mani davanti alla bocca per consentire la lettura
dalle labbra
- Se in gruppo, ricevere le informazioni
contemporaneamente agli altri
- Particolare attenzione in caso di emergenza
- Poter usare mezzi alternativi di comunicazione, se non ci
si comprende (scrivere)
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• Chiedete alla persona con che tono è bene che le
parliate. Un tono alto può disturbare
• Non parlate troppo in fretta, né troppo lentamente,
usate frasi brevi, evitate intercalari, dialetto, non
parole
• Non esagerate i movimenti della bocca, usate le
espressioni del viso, accompagnate gesti alle parole
• Accertatevi sempre che la comunicazione sia stata ben
compresa. Siate pronti a ripetere o a scrivere ciò che
avete detto
• Anche se c è l interprete rivolgetevi comunque prima
al cliente
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• Considerate i tempi di comunicazione più lunghi
Siate pronti a ripetere le indicazioni
• Ricordate: la lettura labiale non consente di
seguire agevolmente la comunicazione tra più di 2
persone
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• Accertatevi che la persona non udente sia coinvolta
nella conversazione di gruppo, non isolatela
• Per attirare la sua attenzione usate un movimento
della mano nella sua direzione o un lieve tocco sul
braccio
• Se dovete illustrare il funzionamento di un
meccanismo prima parlate e poi illustrate
• Gli apparecchi acustici amplificano tutti i suoni
compresi i rumori. Scegliere un posto tranquillo per
comunicare
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