Cenni di neuropsichiatria infantile Le cause della disabilità possono essere genetiche, prenatali (insorte durante la vita fetale), perinatali (insorte alla nascita) o postnatali (insorte dopo la nascita). Il danno di cui le persone diversamente abili possono soffrire può essere: intellettivo o cognitivo, sensoriale, motorio, psichico o multiplo. RITARDO MENTALE La disabilità cognitiva comporta ritardo mentale più o meno grave, cioè un funzionamento intellettivo al di sotto della media accompagnato da limitazioni in diversi ambiti della vita quotidiana. Il ritardo mentale è caratterizzato da un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media . (Un QI di circa 70 o inferiore ) Concomitanti deficit della capacità del soggetto di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente culturale in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, capacità sociali interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. L’esordio avviene prima dei 18 anni. CAUSE DEL RITARDO MENTALE FATTORI INERENTI LA STRUTTURA Agenti in epoca pre-peri o postnatale FATTORI INERENTI L’AMBIENTE Mancanza di cure materne adeguate Deprivazione socioculturale Tutti i fattori endogeni ed esogeni che ostacolano i regolari processi di categorizzazione ontogenetici COMBINAZIONE DI FATTORI 1 RITARDO MENTALE LIEVE Quoziente intellettivo da 50-55 fino a 70 LINGUAGGIO MALE ARTICOLATO DIFFICOLTA’ DI RAGIONAMENTO ASTRATTO DEFICIT LIEVE ALTRE FUNZIONI COGNITIVE CONSAPEVOLEZZA DI Sé RIDOTTA DEFIZIONE DELLE REGOLE PIU’ A LIVELLO CORPOREO E MENO LINGUISTICO INTERAZIONI GRUPPALI CONSERVATE PIU’ A LIVELLO NON VERBALE AFFILIAZIONI SOCIALI COMPLESSE RIDOTTE O ASSENTI RITARDO MENTALE MODERATO Q.I. da 35-40 fino a 50-55 Deficit più grave dei processi cognitivi. Ritardo del linguaggio (fenomeni di vocalizzazioni) Pensiero concreto con mancanza di flessibilità e capacità di concettualizzazione e pensiero astratto gravemente ridotte Scarsa o assente consapevolezza di sè Interazioni sociali ridotte e a livello più episodico Interazioni per lo più interindividuali Difficoltà di attaccamento, distacco, cooperazione etc. Scarse o assenti capacità emozionali complesse Risposte emozionali semplici e meno controllate Comportamento tendenzialmente S-R RITARDO MENTALE GRAVE Q.I. da 20-25 fino a 35-40 RITARDO MENTALE GRAVISSIMO Q.I. sotto i 20-25 Deficit di discriminazione percettiva Linguaggio assente Schemi di comportamento rigidi e stereotipati Movimenti ripetitivi e ritmici Disturbi del comportamento alimentare Assente interazione sociale Ridotta o assente interazione interindividuale 2 Sindrome di Down 1866, H. Langdon Down Una delle disabilità più conosciute è la sindrome di Down, dovuta a un’anomalia cromosomica. Coloro che ne sono affetti sono caratterizzati da ipotonia, ritardo mentale lieve o moderato, varie patologie come disturbi sensoriali, cardiaci o circolatori e obesità. Nel loro sviluppo evolutivo si possono individuare quattro fasi: la prima infanzia, caratterizzata da inerzia e passività; la seconda infanzia, caratterizzata da difficoltà ad articolare le parole; la terza infanzia, caratterizzata da instabilità motoria e affettiva; il periodo adolescenziale, caratterizzato da sentimenti di frustrazione. Caratteristiche fondamentali della sindrome: Faccia ampia Lingua grossa Difficoltà linguistiche Vita breve Personalità “umorale” Aspetti genetici Presenza di un cromosoma 21 in più (3 invece di 2) Aspetti fisici Bocca e orecchie più piccole Lingua grossa e sporgente Pieghe epicantali Occhi a mandorla Testa piccola e piatta posteriormente Viso rotondo Collo ampio Mani corte e larghe Sella nasale larga e appiattita Articolazioni flessibili Statura inferiore alla norma 3 Aspetti motori Ipotonia muscolare (95% dei casi) Ritardo dello sviluppo motorio Coerente con il ritardo cognitivo È possibile un’anticipazione dello sviluppo delle abilità motorie con un adeguato trattamento abilitativo Condizioni di salute Difetti cardiaci congeniti (un individuo su due) Problemi della vista Problemi dell’udito Alterato funzionamento tiroideo Problemi dentari Obesità (un individuo su due) Invecchiamento precoce Maggiore rischio di demenza causata dal Morbo di Alzheimer. 4 Disabilità Motorie Le disabilità motorie sono quelle che colpiscono il sistema motorio e possono essere provocate da vari tipi di danno alle strutture che concorrono al suo funzionamento. In particolare ne sono causa i danni al sistema nervoso centrale, al sistema nervoso periferico e all’apparato locomotore. Il disturbo del movimento è pertanto la conseguenza di lesioni che possono interessare diverse strutture corporee : Encefalo (P.C.I) Midollo spinale (poliomielite, amiotrofia spinale, spina bifida) Nervo (neuropatie ereditarie sensitivo-motorie o traumatiche) Muscolo (Distrofia muscolare e altre) La paralisi cerebrale infantile è una patologia non progressiva che ha cause genetiche, prenatali, perinatali o postnatali, e comporta disabilità motoria e disabilità cognitiva, più o meno gravi a seconda dell’estensione e della localizzazione della lesione cerebrale. Lesioni del SNC (cerebrale) la PLEGIA (paralisi completa) la PARESI (paralisi incompleta) interessa, Lesioni del SNC (cerebrale) la PARESI (paralisi incompleta) interessa, comunque,molti gruppi muscolari Lesioni del SNC (cerebrale): topografia della lesione EMIPARESI o EMIPLEGIA è caratterizzata da diminuzione o abolizione della Motilità volontaria di metà corpo. E’ determinata da lesione dell’emisfero cerebrale controlaterale. Le cause possono essere: ictus o emorragia al cervello traumi cranici tumori encefaliti 5 Lesioni del SNC (midollare) PARAPARESI O PARAPLEGIA è caratterizzata da diminuzione o abolizione della motilità volontaria degli arti inferiori. Cause: Traumi Tumori Patologie vertebrali TETRAPARESI O TETRAPLEGIA è caratterizzata da diminuzione o abolizione della motilità volontaria dei quattro arti. Cause: • Tumori • Traumi • Patologie vertebrali Conseguenze Ripercussioni gioco riduzione dello spazio di lavoro riduzione dello spazio di lavoro difficoltà a usare strumenti difficoltà negli spostamenti e di deambulazione con necessità di sistemi posturali di supporto difficoltà nelle autonomie quotidiane 6 Disabilità sensoriali Le disabilità sensoriali sono quelle visive, che comportano cecità o ipovisione, e uditive, che comportano sordità o ipoacusia Sordità La sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito. Si distinguono quattro gradi in relazione all’entità della perdita uditiva espressa in decibel: lieve con soglia tra 20 e 40 decibel - media con soglia tra 40 e 70 decibel - grave con soglia tra 70 e 90 decibel - profonda con soglia uguale o superiore ai 90 decibel L’handicap causato dalla sordità risulta ‘nascosto’, invisibile ad uno sguardo superficiale e difficile, inoltre, da mettere a fuoco in tutti i suoi aspetti. La sordità non ‘si vede’: è riconoscibile solo al momento di comunicare. Così le persone sorde non sempre ricevono da parte degli udenti tutte quelle attenzioni e quella disponibilità necessarie. A scuola i coetanei udenti del ragazzo sordo spesso giudicano male alcuni suoi atteggiamenti di chiusura o irritabilità, senza tener conto che non è la sordità di per sé a rendere i sordi diffidenti, aggressivi, irritabili e polemici, quanto lo scontro quotidiano con le barriere che impediscono la comunicazione. L’impossibilità di instaurare con gli altri una relazione significativa espone dunque la persona sorda a una serie di frustrazioni, spesso all’origine di atteggiamenti aggressivi che sono, in effetti, più frequenti nei sordi che negli udenti. Ma, anche qui,non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze. I comportamenti aggressivi sono, infatti, risposte comuni sia ai sordi che agli udenti: questi ultimi però possiedono una padronanza linguistica che consente loro di convogliare l’emotività in parole, spesso dure e taglienti, e di difendersi attraverso l’ironia e il sarcasmo. I sordi, invece, per la difficoltà di servirsi del linguaggi o verbale soprattutto nelle situazioni di maggior coinvolgimento emotivo, ricorrono spesso al linguaggio del corpo, un linguaggio ‘di azione’ in cui scaricano direttamente le frustrazioni. Questo tipo di comportamento viene però giudicato eccessivo e sanzionato con maggior rigore rispetto a quello degli udenti. Cecità 7 La legge italiana n. 130 del 2001 considera ciechi totali coloro che: 1. sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi; 2. hanno la sola percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore; 3. hanno un residuo perimetrico binoculare inferiore al 3%. Sono invece considerati ciechi parziali coloro che: 1. hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione; 2. hanno un residuo perimetrico binoculare inferiore al 10% 8