Disturbi cognitivi (Ritardo mentale) Il DSM-IV definisce il ritardo mentale come la via finale comune di diversi processi patologici, che agiscono sul sistema nervoso centrale, ed è caratterizzato da un funzionamento intellettivo significativamente sotto la media, da deficit o compromissioni del funzionamento adattivo, insorti prima dei 18 anni di età. Classificazione: Per la valutazione e classificazione del ritardo mentale vengono utilizzati dei test d’intelligenza che vanno a valutare il QI (quoziente intellettuale) della persona. Sono ritenuti in situazione di ritardo mentale i soggetti che, in un test di intelligenza, hanno prestazioni inferiori al punteggio di 70 (nei test piu' utilizzati) in QI. Si distinguono 4 livelli di ritardo mentale: QI da 40 a 54), Cause: La causa può essere Prenatale: Età della madre (in particolare dopo i 35/40 anni); la consanguineità dei genitori; infezioni in gravidanza (toxoplasmosi, rosolia, AIDS); uso scorretto di farmaci, di alcool, di droghe, di fumo; incompatibilità materno-fetale del fattore Rh o ABO; nascite premature. Perinatale: Anossia, asfissia e traumi cranio-vertebrali durante il parto possono produrre danni tali da essere causa anche di ritardo mentale: la qualità dell'assistenza durante il parto è fondamentale a questo proposito. Postnatale: infezioni, malattie demielinizzanti (sclerosi multipla, leucodistrofie), trauma cranici, particolari disturbi dell'apparato cardiocircolatorio, come embolie cerebrali, trombosi, emorragie. Traumi cerebrali possono causare ritardo mentale o danni generalizzati e gravi coinvolgenti anche le funzioni cognitive. Il trattamento: Prima di programmare la terapia di recupero bisogna valutare diversi ambiti: il livello globale del bambino, la capacità attentava e di memorizzazione, la capacità d’apprendimento didattico... Il programma riabilitativo terrà conto del livello di partenza del bambino, rispettando la sua individualità. Il programma è individuale e deve essere periodicamente aggiornato e se necessario modificato ed adattato in base agli elementi che via via emergono durante le sedute rieducative. Sono molto importanti, inoltre, interventi extra-famigliari ed extra-scolastici volti al potenziamento delle abilità motorie, delle abilità comunicative e linguistiche e delle capacità cognitive. Il Disturbo cognitivo è presente, a diversi livelli di compromissione, nei pazienti, affetti da Sindromi genetiche quali la Sindrome di Williams, Sindrome dell’X fragile, Sindrome di Down, Sindrome di Prader Willi e altre.