Ritardo mentale_Verni

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IL RITARDO MENTALE
Il ritardo mentale rappresenta una condizione clinica
complessa, che produce un’ azione di distorsione
complessiva, più o meno massiccia,della personalità del
soggetto e delle sue possibilità di adattamento, tanto
che in questi soggetti si verifica una maggiore
incidenza dei disturbi psichiatrici
Disordini psichiatrici associati
• Disturbi da tic
• Disturbo da deficit di
attenzione/iperattività
• Disturbi dell’umore
• Disturbi da movimenti stereotipati
• Disturbi generalizzati dello sviluppo
Il ritardo mentale secondo la
classificazione ICD 10
• Rappresenta una condizione di interrotto o
incompleto sviluppo psichico,
caratterizzata soprattutto da
compromissione delle abilità che si
manifestano durante il periodo evolutivo e
che contribuiscono al livello globale di
intelligenza , cioè quelle cognitive ,
linguistiche, motorie, affettive e sociali
Il ritardo mentale secondo la
classificazione del DSM IV
•
Un funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla media:un QI di circa
70 o inferiore, che corrisponde ad una caduta sotto le due deviazioni standard
•
Concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento adattivo attuale, cioè la
capacità del soggetto di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo
ambiente culturale,in almeno due delle seguenti aree:
1. Comunicazione
2. Cura della propria persona
3. Vita in famiglia
4. Capacità sociali/interpersonali
5. Uso delle risorse della comunità
6. Autodeterminazione
7. Capacità di funzionamento scolastico
8. Lavoro
9. Tempo libero
10. Salute e sicurezza
•
L’età di esordio prima dei 18 anni
Come si valuta il ritardo mentale
• I livelli di ritardo mentale sono convenzionalmente
•
•
valutati da test intellettivi standardizzati ed integrati da
scale di valutazione dell’ adattamento sociale in un
determinato ambiente
Il cut-off stabilito (QI<70)è per certi versi arbitrario e
formulato sulla base di considerazioni puramente
statistiche,di distribuzione e descrizione dei dati.
Le abilità intellettive ed il funzionamento sociale tendono
a modificarsi nel tempo,spontaneamente ed in relazione
ad interventi di tipo psicoedutivo e riabilitativo
Classificazione
•
1.
2.
3.
4.
In base al punteggio raggiunto al test intellettivo è
possibile stabilire dei sottotipi che rappresentano
anche dei livelli di progressiva gravità del disturbo:
QI tra 50-55e70 corrisponde ad un ritardo mentale
lieve
QI tra 35-40 e 50-55 corrisponde ad un ritardo
mentale moderato
QItra20-25 e 35-40 corrisponde ad un ritardo mentale
grave
QI inferiore a 20-25 corrisponde ad un ritardo mentale
gravissimo
QI e comportamento adattivo
• Nel ritardo mentale lieve si osservano frequentemente difficoltà dell’
•
•
•
apprendimento in ambito scolastico,mentre nell’età adulta molto
sovente raggiungono una autonomia lavorativa, relazioni sociali
soddisfacenti e risultano in grado di contribuire al benessere della
società
il ritardo mentale moderato associa a marcato ritardo dello sviluppo
durante l’ infanzia la possibilità di sviluppare un certo grado di
indipendenza nella cura di sé, alcune abilità scolastiche e capacità
comunicative. Per essere inseriti in ambito sociale e lavorativo
necessitano abitualmente di un supporto
Nel ritardo mentale grave è quasi sempre indispensabile un
supporto continuo
Nel ritardo mentale gravissimo vi è una grave limitazione nella cura
di sé , nella continenza, nella comunicazione e nella mobilità
Quando si manifesta
• Il ritardo mentale grave è solitamente identificabile già
nel primo anno di vita e la gravità è precisabile a 3-4
anni,il ritardo mentale medio-lieve è solitamente
identificabile in età prescolare. In relazione ai mutamenti
sociali che si sono verificati il ritardo di grado lieve tende
a divenire sempre più frequentemente e precocemente
manifesto in età scolare, mentre rimaneva inosservato
con possibilità di buona integrazione nella società
pretecnologica. Sempre in relazione al mutamento
sociale si correla altresì il rilievo che in questi soggetti si
osservano talvolta buone prestazioni specifiche, come
ad es. abilità di letto-scrittura, in assenza di un pari
sviluppo delle capacità adattive.
Considerazioni generali
• Numerose sono le critiche alla distribuzione in fasce di gravità in
base al livello intellettivo,infatti bambini con strutture
neuropsicologiche diverse possono avere lo stesso QI e nella vita
sociale risulta più importante la personalità che il livello intellettivo
• Una questione importante da sollevare è la collocazione di quei
soggetti che presentano un Qi tra 84 e 70 e mostrano menomazioni
del funzionamento adattivo dovute al deficit intellettivo,evidente
soprattutto nella soluzione di problemi o nella produzione e
comprensione di un testo. Talvolta si associano difficoltà nell’uso
dell’orologio,del denaro e dei concetti spazio-temporali.Il DSM IV
classifica queste situazioni come funzionamento intellettivo
limite(borderline)
Diagnosi differenziale
• Disturbi sensoriali (ipoacusia e difetti visivi)
• Disturbi generalizzati dello sviluppo(autismo)
• Psicosi
• Deterioramento mentale
• Epilessia
• Deprivazione ambientale
• Inibizione intellettiva(si osservano prestazioni
differenti entro lo stesso dominio quando
cambiano i contesti)
Eziologia
• Fattori genetici sono presenti nel 25% dei
•
soggetti affetti da RM(es. s.down,s.x fragile) che
manifestano diversi quadri clinici e
sintomatologici per la copresenza di altri fattori
sia aggravanti che protettivi
Nel 20-30% dei R.M non è possibile identificare
una causa e tale situazione riguarda ben il 50%
dei soggetti con R.M lieve ed il 30% di quelli
gravi
Il ritardo mentale e le funzioni
cognitive
• Un elemento comune nelle diverse forme di R.M può
•
essere riconosciuto nella limitazione del livello di
complessità delle operazioni mentali, espressa in termini
di limitazione della capacità di processazione
Il problema centrale di questi soggetti sembra essere la
carenza di comportamento strategico.L’aspetto
qualificante dell’ intelligenza è la capacità di pianificare o
strutturare il proprio comportamento per eseguire un
fine-Probabilmente c’è una scarsa capacità a gestire le
risorse,mentre le abilità cognitive di base non sono
sempre alterate in modo significativo rispetto ai normali
Il ritardo mentale e le funzioni
cognitive
• In relazione a quanto descritto si può concludere che è difficile
aumentare l’intelligenza ma è più facile migliorare l’ uso delle
conoscenze disponibili
• Nel R.M potrebbe esserci una carenza nei più elaborati processi
metacognitivi,per cui si osserverebbe una debolezza nei processi di
controllo che si basano su una rappresentazione anticipatoria dei
risultati,che si basa a sua volta sulle conoscenze pregresse ed
inferite. Le conoscenze ,nel R.M, rimangono parentezizzate,cioè
senza trascrizione rappresentazionale(carenza di astrazione).Sono
inoltre carenti i processi di pianificazione cioè la capacità di adottare
una strategia che riduca il problema complesso in problemi più
semplici
Età 0-6 anni
Età 6-18 anni
Età
adulta
•Ritardo motorio grave.
RM
Profondo
RM
Severo
• Sviluppo sensomotorio limitato.
•Nessuno sviluppo delle funzioni simboliche.
•Assenza del linguaggio relazionale.
•Nessuno sviluppo del linguaggio.
•Nessuna autonomia.
•Arresto alla fase dell’intelligenza sensomotor
•Necessità di assistenza e sorveglianza totale.
•Acquisizione di abitudini elementari ma senza apprendimenti scolastici.
•Sviluppo motorio elementare con schemi relazionali poveri.
•Arresto alla fase dell’intelligenza rappresenta
•Limitata comunicazione verbale;qualche interesse affettivo e relazionale.
•Linguaggio molto ridotto.
•Autonomia parziale,necessità di ambiente pro
•Autonomia scarsa.
•Sviluppo motorio sufficiente.
•Acquisizioni scolastiche iniziali.
•Arresto alla fase delle operazioni concrete se
RM Moderato
•Persistenza di immaturità espressiva.•Discreta autonomia sociale.
•Linguaggio e funzioni simboliche povere e in lenta maturazione.
•Autonomia sufficiente.
•Necessità di aiuto in situazioni traumatizzant
RM
Lieve
•Apprendimento scolastico discreto nella
•Arresto
scuolaalla
primaria.
fase dell’intelligenza operatoria c
•Ritardo senso motorio e del linguaggio
•Difficoltà
lievi. di apprendimento nelle classi
•Capacità
secondarie.
di adattamento sociale e professiona
•Autonomia sufficiente.
•Bisogno di aiuto in situazioni difficili e trauma
IL TRATTAMENTO NEL
RITARDO MENTALE
LINEE GUIDA
La complessità del quadro clinico che caratterizza il Ritardo
Mentale (RM) induce ad un trattamento riabilitativo con presa in
carico del bambino nella sua globalità che tenga conto di tutti i
diversi aspetti che lo caratterizzano in relazione a se stesso, alla
sua famiglia, all’ambiente in cui vive e con cui si relaziona
quotidianamente.
E’ inoltre necessaria una programmazione che sia individualizzata
per ogni bambino, che tenga presente sia le caratteristiche
specifiche sia lo specifico momento di vita di ognuno.
Il trattamento perciò richiede un approccio multidisciplinare in cui
competenze di diversi operatori si integrano e si completano per
raggiungere un obiettivo comune che è il benessere psicofisico del
soggetto con ritardo mentale.
OBIETTIVI GENERALI
Dal momento che il bambino con RM ha poca iniziativa ad
apprendere, tende ad essere ripetitivo e ad affezionarsi
eccessivamente a situazioni note, presenta abilità settoriali
(linguistiche e motorie) minori rispetto alle competenze dei
coetanei normodotati.
Gli obiettivo che generalmente ci si propone sono:
Facilitare la conoscenza (creando un contesto facilitante,
conoscibile, prevedibile, mai monotono e sempre qualificante,
cercando di lavorare sull’autostima del soggetto);
Promuovere le competenze specifiche;
Favorire il trasferimento delle competenze apprese in ambito
terapeutico in altri contesti;
Promuovere la motivazione all’apprendimento.
TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI
Gli interventi possono essere individuali o di gruppo.
L’intervento individuale è mirato a potenziare le risorse del bambino
e risulta a questo proposito particolarmente efficace per gli aspetti
linguistici,cognitivi e metacognitivi.
L’intervento di gruppo è utilizzato soprattutto in quanto permette il
trasferimento delle competenze e si articola attraverso attività di
simbolizzazione, giochi di drammatizzazione e di ruolo, che
stimolano fantasia e creatività.
IMPOSTAZIONE DI UN TRATTAMENTO
Il piano di trattamento viene delineato dall’ équipe multidisciplinare
dopo un ‘accurata valutazione.
Gli assi secondo cui si organizza l’intervento riabilitativo sono tre:
Relazionale-Affettivo: livello che tiene conto della componente
relazionale precoce e dello sviluppo affettivo successivo (lavoro
con i genitori);
Strutturale: volto alla facilitazione nel bambino di capacità sempre
più evolute in termini cognitivi, metacognitivi, logopedici, motori
e di apprendimento;
Ecologico-Ambientale: che ha come fine quello di permettere la
costruzione di un ambiente stimolante, mai monotono, che faciliti
la curiosità che invogli la conoscenza e il desiderio di imparare,
attraverso il coinvolgimento di tutte le figure che ruotano
attorno al bambino.
ASPETTI COGNITIVI E METACOGNITIVI
Un ruolo rilevante nel trattamento del RM viene svolto
dall’intervento sulle capacità cognitive e metacognitive.
L’intervento cognitivo ha come obiettivo quello di far progredire le
strutture di pensiero attraverso l’esposizione a situazioni-problema
adeguate per il livello raggiunto dal bambino. Questo tipo di
intervento può essere svolto sia a livello individuale sia all’interno di
un piccolo gruppo. Il materiale utilizzato deve essere il più possibile
vicino alla realtà quotidiana del bambino; sono molto utilizzati i
cruciverba, memory e le attività con il computer.
Dato che il RM è oltre che una patologia da difetto anche una
patologia da utilizzo è importante lavorare sul metacognitivo in modo
da accrescere la conoscenza e il controllo del soggetto sulle proprie
capacità cognitive.
OBIETTIVI GENERALI
Dal momento che il bambino con RM ha poca iniziativa ad
apprendere, tende ad essere ripetitivo e ad affezionarsi
eccessivamente a situazioni note, presenta abilità settoriali
(linguistiche e motorie) minori rispetto alle competenze dei
coetanei normodotati.
Gli obiettivo che generalmente ci si propone sono:
Facilitare la conoscenza (creando un contesto facilitante,
conoscibile, prevedibile, mai monotono e sempre qualificante,
cercando di lavorare sull’autostima del soggetto);
Promuovere le competenze specifiche;
Favorire il trasferimento delle competenze apprese in ambito
terapeutico in altri contesti;
Promuovere la motivazione all’apprendimento.
TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI
Gli interventi possono essere individuali o di gruppo.
L’intervento individuale è mirato a potenziare le risorse del bambino
e risulta a questo proposito particolarmente efficace per gli aspetti
linguistici,cognitivi e metacognitivi.
L’intervento di gruppo è utilizzato soprattutto in quanto permette il
trasferimento delle competenze e si articola attraverso attività di
simbolizzazione, giochi di drammatizzazione e di ruolo, che
stimolano fantasia e creatività.
IMPOSTAZIONE DI UN TRATTAMENTO
Il piano di trattamento viene delineato dall’ équipe multidisciplinare
dopo un ‘accurata valutazione.
Gli assi secondo cui si organizza l’intervento riabilitativo sono tre:
Relazionale-Affettivo: livello che tiene conto della componente
relazionale precoce e dello sviluppo affettivo successivo (lavoro
con i genitori);
Strutturale: volto alla facilitazione nel bambino di capacità sempre
più evolute in termini cognitivi, metacognitivi, logopedici, motori
e di apprendimento;
Ecologico-Ambientale: che ha come fine quello di permettere la
costruzione di un ambiente stimolante, mai monotono, che faciliti
la curiosità che invogli la conoscenza e il desiderio di imparare,
attraverso il coinvolgimento di tutte le figure che ruotano
attorno al bambino.
ASPETTI COGNITIVI E METACOGNITIVI
Un ruolo rilevante nel trattamento del RM viene svolto
dall’intervento sulle capacità cognitive e metacognitive.
L’intervento cognitivo ha come obiettivo quello di far progredire le
strutture di pensiero attraverso l’esposizione a situazioni-problema
adeguate per il livello raggiunto dal bambino. Questo tipo di
intervento può essere svolto sia a livello individuale sia all’interno di
un piccolo gruppo. Il materiale utilizzato deve essere il più possibile
vicino alla realtà quotidiana del bambino; sono molto utilizzati i
cruciverba, memory e le attività con il computer.
Dato che il RM è oltre che una patologia da difetto anche una
patologia da utilizzo è importante lavorare sul metacognitivo in modo
da accrescere la conoscenza e il controllo del soggetto sulle proprie
capacità cognitive.
Nell’ambito del trattamento del RM bisogna evitare un
apprendimento di contenuti passivo e ipocritico e puntare su uno
sviluppo di capacità di ragionamento, di generalizzazione e gestione
delle problematiche proposte.
A questo proposito è importante:
Lavorare su pochi obiettivi per volta;
Utilizzare esperienze personali e di vita quotidiana;
Ricorrere a materiale concreto;
Non creare situazioni monotone;
Non fornire risposte dirette, ma aiutare il soggetto, guidandolo
verso una soluzione autonoma;
Ripresentare problemi già risolti per consolidare le acquisizioni;
Proporre le stesse situazioni al di fuori del contesto individuale;
Fornire al bambino uno schema costante;
TRATTAMENTO LOGOPEDICO E
PSICOMOTORIO
Nel trattamento del RM fanno parte anche il lavoro logopedico e
quello psicomotorio. L’intervento logopedico è in primo luogo mirato
allo sviluppo della comunicazione e dell’organizzazione sequenziale.
Ciò al fine di sviluppare la strutturazione dei primi scambi
interpersonali e sociali che rappresentano il prerequisito per lo
sviluppo della comunicazione verbale.
Il trattamento psicomotorio ha come obiettivo quello di migliorare
la prestazione motoria nella sua complessità che in un secondo
momento sarà sfruttata per migliorare la relazione con l’altro, le
strategie cognitive di approccio con l’oggetto per poi infine lavorare
su una migliore integrazione della motricità con l’ambiente.
LA TERAPIA OCCUPAZIONALE
Tra le varie tecniche di trattamento riveste un ruolo importante la
Terapia Occupazionale (TO), che ha come obiettivo principale il
massimo recupero possibile dell’autonomia e dell’indipendenza
finalizzato all’integrazione sociale.
I tre punti focali della TO sono:
Il raggiungimento dell’autonomia che si concretizza prima di tutto
nella cura della propria persona,nell’alimentazione e nelle varie
attività che la vita quotidiana richiede;
Il miglioramento della comunicazione, dove molto utilizzati sono le
attività di canto, di recitazione, il gioco drammatico, e per la
comunicazione extraverbale il disegno, la pittura e le costruzioni;
Il miglioramento dell’apprendimento, soprattutto apprendimento
dalle esperienze, con l’utilizzo anche in questo caso del gioco
visto qui come complemento necessario all’apprendimento stesso.
LA SCUOLA E GLI INSEGNANTI
Il bambino che presenta RM necessità di una scuola che nella
pratica dell’insegnamento si avvalga anche di attività quali:
l’educazione musicale, la drammatizzazione, la psicomotricità
relazionale, laboratori con attività creative che, oltre ad arricchire
il patrimonio esperenziale ed intellettuale, permette di lavorare
bene anche con un bambino che non impara a leggere e a scrivere.
Sono da tenere ben presenti in ogni caso i seguenti punti:
L’insegnante deve conoscere bene il proprio alunno;
L’obiettivo che l’insegnante pone per il soggetto con RM deve
riguardare il processo e il progresso dell’apprendimento nel
corso dell’anno;
In riabilitazione e nell’educazione in generale non esiste un tetto
oltre al quale non si può andare, perciò non è possibile stabilire a
priori se un bambino con ritardo medio scriverà parole o meno, se
leggerà o riconoscerà le insegne dei negozi.
I GENITORI
Spesso i genitori dei soggetti con RM sembrano avere lo sguardo
annebbiato dalla malattia ed è come se non vedessero il loro
figlio come un bambino con “bisogni di bambini”; non hanno fiducia
e la loro preoccupazione principale riguarda il futuro.
Proprio per questo bisogna pensare ad un piano di lavoro e ad
trattamento riabilitativo/educativo che deve essere condiviso
con la famiglia e vissuto anche all’interno della realtà domestica.
Occorre perciò riconoscere, valorizzare, rinforzare le risorse
della famiglia e puntare sulla ricostruzione di un accettabile livello
di fiducia in quello che il bambino potrà fare.
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