CLASSIFICAZIONE DELLE PATOLOGIE SVILUPPO EMOTIVO-AFFETTIVO Fase autistica primaria (1 mese) Il bambino è in un isolamento quasi assoluto Fase simbiotica (2-6 mesi) Inizia a rendersi conto che esiste un’entità, fusa con lui che soddisfa i suoi bisogni Complesso di Edipo (7 mesi – 3 anni) Il rapporto diventa triangolare. Attrazione per il genitore di sesso opposto Periodo di latenza (3 anni – 10 anni) Superamento dell’Edipo attraverso il meccanismo di difesa “identificazione”. Equilibrio affettivo, intellettivo, socio Comportamentale. Periodo saldamente legato al concreto. Pre-adolescenza (10 anni – 12 anni) Inizio delle trasformazioni psico-fisiche legate alla pubertà Adolescenza (12 anni – 20 anni) Riesplosione della conflittualità pre-edipica ed edipica. Trasformazioni somatiche. Elevazione del pensiero oltre la soglia dell’astrazione Età adulta (maturità) (21 anni – 65 anni) Capacità di procreare e di occuparsi dei figli in modo consapevole Senilità (oltre i 65 anni) Saggezza, capacità di trasmettere le proprie esperienze alle nuove generazioni Fasi dello sviluppo cognitivo • Fase senso motoria (dalla nascita ai due anni circa); • Fase preconcettuale (dai due anni ai quattro anni circa); • Fase del pensiero intuitivo (dai quattro ai sette anni circa); • Fase delle operazioni concrete (dai sette agli undici anni circa); • Fase delle operazioni formali (dagli undici ai quindici anni circa). Winnicot definisce un bambino normale quello che è in grado di usare alcuni o tutti i mezzi che la natura gli ha fornito per difendersi contro l’ansia e le situazioni conflittuali che non riesce a tollerare. I mezzi usati (in condizione di salute) dipendono dal tipo di aiuto su cui il bambino può contare. Se, chi ne ha la responsabilità agisce sempre in modo tranquillo e coerente, molto probabilmente il bambino finirà per diventare un membro soddisfacente della società, anche se presenta difficoltà e il suo comportamento appare disturbante. Classificazione delle cause che concorrono allo sviluppo atipico del bambino RITARDO MENTALE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO PROBLEMI COMPORTAMENTALI SORDITA’ CECITA’ PROBLEMI DI COMPORTAMENTO Lievi: Gravi: • Autismo; • Iperattività con deficit • Psicosi simbiotica. di attenzione; • Disturbi del comportamento con atteggiamenti antisociali; • Depressione ed ansia. Ritardo Mentale Il ritardo mentale è una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, caratterizzata soprattutto da compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza, cioè quelle cognitive, linguistiche, motorie, sociali. (ICD-10, pag. 219.1992) Ritardo Mentale Lieve Il ritardo mentale lieve comporta un ritardo più o meno accentuato della funzione linguistica che interessa soprattutto la comprensione e l’espressione del linguaggio, ma nella maggior parte dei casi questi soggetti raggiungono la capacità di usare la parola per le esigenze della vita quotidiana. La maggior parte di essi raggiunge anche una piena indipendenza nella cura di sé e nelle abilità pratiche e domestiche. Le principali difficoltà si osservano in ambito scolastico. La maggior parte dei soggetti affetti da questo ritardo può essere impiegata in lavori che richiedono abilità pratiche piuttosto che teoriche. Una eziologia organica è prevista solo in una minoranza sei casi. Spesso sono osservate in una quota variabile di soggetti condizioni associate come l’autismo, l’epilessia, i disturbi della condotta. Ritardo Mentale di Media Gravità I soggetti compresi in questa categoria raggiungono un risultato modesto nello sviluppo della comprensione e dell’uso del linguaggio. L’acquisizione della cura di sé e della capacità motoria è pure ritardata. Da adulti i soggetti con ritardo mentale di media gravità sono di solito in grado di eseguire semplici lavori manuali, se i compiti sono strutturati in maniera accurata e viene assicurata una valida supervisione. Un livello di vita completamente indipendente nell’età adulta è raramente raggiunto. Nella maggior parte dei soggetti con ritardo mentale di media gravità si può identificare una eziologia organica. Sono frequentemente associati con l’autismo infantile, l’epilessia e gli handicap neurologici e fisici. Ritardo Mentale Grave La maggior parte delle persone comprese in questa categoria soffre di un grado marcato di deficit motori o e di altri deficit associati, che indicano la presenza di un danno o di un alterato sviluppo del sistema nervoso centrale clinicamente significativo. Il linguaggio è praticamente assente. Ritardo Mentale Profondo I soggetti compresi in questa categoria sono in maggioranza immobili o gravemente limitati nella mobilità, incontinenti e capaci al massimo di forme molto rudimentali di comunicazione non verbali. Essi possiedono scarsa o nessuna possibilità di prendersi cura dei propri bisogni elementari e richiedono costante aiuto e supervisione. Nella maggior parte dei casi può essere identificata una eziologia organica, associata ad altri deficit neurologici e fisici. AUTISMO E PSICOSI INFANTILI Definizioni e Classificazioni Nosografiche La classificazione americana del DSM IV Il DSM, come è noto, è una classificazione diagnostica e statistica curata dall’American Psychiatric Association, giunta alla sua quarta edizione, che riguarda soprattutto i disturbi mentali dell’adulto ed ha una parte dedicata a quelli che insorgono nell’infanzia e nell’adolescenza. • Le psicosi dell’infanzia sono definite sotto la categoria Disturbi generalizzati dello sviluppo che comprende: • Disturbo autistico • Disturbo di Asperger • Disturbo disintegrativo della fanciullezza • Disturbo di Rett • Disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato Il Disturbo autistico corrisponde a quello che in altre classificazioni viene chiamato autismo infantile precoce e autismo di Kanner. I criteri diagnostici per il Disturbo autistico, secondo il DSM IV sono (pp. 88-89): A. Un totale di 6 (o più) voci da 1), 2), e 3), con almeno 2 da 1), e uno ciascuno da 2) e da 3): 1) Compromissione qualitativa dell’interazione sociale, manifestata con almeno 2 dei seguenti: a) marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale b) incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo c) uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico d) mancanza di ricerca spontanea nella condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es. non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti di proprio interesse) 2) compromissione qualitativa della comunicazione come manifestato da almeno 1 dei seguenti: a) ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica) b) in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri c) mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo 3) modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno 1 dei seguenti: a) dedizione assorbente ad uno o più di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici c) manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo) d) persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti Difficoltà di Apprendimento La definizione di una difficoltà di apprendimento è, sostanzialmente, una diagnosi per esclusione, è il bambino che non riesce ad imparare i compiti scolastici, non è ritardato, non presenta particolari problemi di udito, di vista o disturbi emotivi. In pratica siamo in grado di dire ciò che la difficoltà di apprendimento non è, ma non possiamo definire ciò che veramente è. Anche per quanto riguarda le cause della difficoltà di apprendimento non ci sono certezze, si parla di un danno cerebrale minimo o di una disfunzione cerebrale. Da un punto di vista pratico il problema più frequente di apprendimento è la difficoltà di imparare a leggere e scrivere. Sordità La sordità non è solo assenza di udito, essa impone un ripensamento delle norme della comunicazione e dell’utilizzo del corpo in società. Gli apprendimenti nei soggetti sordi veicolano attraverso il canale visivo-gestuale e non mediante quello audio-vocale. Il sistema usato per le relazioni e le conoscenze è quello “GLOBALE”. Cecità La cecità non è solo assenza di vista, essa impone un ripensamento delle norme della comunicazione e dell’utilizzo del corpo in società. Gli apprendimenti nei soggetti ciechi veicolano attraverso il canale uditivo e il canale tattile. Il sistema usato per le relazioni e le conoscenze è quello “ANALITICO” È assolutamente errato credere che il bambino cieco sia un bambino a cui manca l’organo della vista, ma che nel compenso funziona e si sviluppa come ogni altro bambino vedente; è invece opportuno considerare che le modalità che questo bambino ha a disposizione per raggiungere lo stesso stadio evolutivo del bambino vedente sono di gran lunga diverse e più complesse. Pertanto il rapporto conoscitivo e la vita di relazione del bambino cieco si sviluppano con caratteristiche completamente diverse da quelle del vedente. La motivazione Nella sua accezione più generale la motivazione si riferisce a fattori che spingono all’azione e che l’indirizzano ad un fine consapevole. Infatti il gioco delle motivazioni acquista significato nell’intenzionalità delle azioni e nel determinarsi dell’uomo nel momento del progetto e delle scelte. Già da tempo si è constatato che le prestazioni più o meno adeguate non dipendono dalla competenza raggiunta ma coinvolgono sempre l’intera personalità; pertanto la motivazione nasce da bisogni affettivi, cognitivi e relazionali e non da bisogni di ricompensa. Fattori che influenzano il senso di autoefficacia Abilità reali Esperienze vicarie Esperienze precedenti Messaggi di fiducia Segnali fisiologici Feedback ricevuti Aiuti ricevuti Percezione degli obiettivi del compito Apprendimento strategico autoregolante Contesto ed ambiente di apprendimento Apprendimento = insieme di modificazioni dell’attività psicologica dovute all’influenza più o meno ripetuta dell’ambiente con un conseguente migliore adattamento. Affinché ci sia un buon apprendimento è necessaria una buona struttura innata che permetta all’individuo di cogliere gli elementi significativi per un apprendimento (un bambino piccolo coglie i nessi di causalità fra gli elementi) Secondo le teorie dei cognitivisti “le capacità complesse” non si possono insegnare. Si può solo indirizzare un organismo verso una direzione senza prevedere o pretendere “quelle capacità”. Si può intervenire sulla motivazione.