Il colloquio psichiatrico - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

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Obiettivi
 Osservare la totalità del comportamento verbale e
non verbale
 Evidenziare segni e sintomi
 Formulare una diagnosi ed un programma terapeutico
 La situazione (carcere, ambulatorio,PS, domicilio,
presenza di familiari)
 Durata del colloquio ( mai inferiore a ½ ora, mai
superiore a 1 ora )
 Da dove cominciare
Colloquio con il pz Psichiatrico
 Conversazione: ruolo variabile, argomento
variabile, scopo variabile
 Colloquio psichiatrico: ruolo definito, argomento
definito, scopo definito
Uno dei due soggetti può avere difficoltà
a porsi in sintonia con l’altro sia su di un
piano relazionale che di contenuto
Colloquio con il pz Psichiatrico
Ciò determina la necessità da parte dell’interlocutore di porre in
atto modalità relazionali e comunicative tali da tentare di stabilire
una sintonia in entrambe le aree.
Aspetti relazionali: si basano sulle capacità di empatia degli
interlocutori
Aspetti di contenuto: si basano sull’esame di realtà.
 Empatia: capacità di comprensione del mondo psichico altrui
attraverso una parziale identificazione
 Esame di realtà: adesione ad una concezione condivisibile di essa
Empatia
 L'empatia è la capacità di immedesimarsi nella
condizione di un'altra persona e di sentire se stesso nella
situazione del paziente.
 Se quel primo evento fosse capitato a me personalmente e
in tutte le circostanze del paziente, il secondo evento, che
rappresenta la reazione del paziente al primo, si sarebbe
ragionevolmente verificato?
 In questo modo comprendo i sentimenti che attribuisco al
paziente in termini di azioni che derivano da questi
sentimenti: se io fossi il paziente con la sua storia, avrei le
stesse esperienze e mi comporterei alla stessa maniera?
Esempio di Empatia
 Come posso decidere se un paziente è depresso o no?:
 Io sono in grado di sentirmi infelice, miserabile,
depresso e so com'è questo sentimento dentro di me.
 Se io mi sentissi come mi appare il paziente, come parla,
come agisce e così via, io mi sentirei infelice, miserabile,
depresso.
 Quindi io valuto che l'umore del paziente sia quello della
depressione.
Come si utilizza in pratica?
 Serve per comprendere l’esperienza soggettiva e privata del
paziente, usando quelle caratteristiche umane che ho in comune
con lui: la mia capacità di percepire e di usare il linguaggio, che
condivido con lui.
 Posso cercare di creare nella mia mente qualcosa che sia simile
alla sua esperienza, chiedendogli di confermare o rifiutare la mia
descrizione
 Uso anche la mia osservazione del suo comportamento:
l'espressione triste del suo viso o il battere il pugno sul tavolo, per
ricostruire la sua esperienza.
 Per fare ciò, occorre porre domande appropriate, pertinenti e
consapevoli; ripetendo le frasi e insistendo quando è necessario fino
ad acquisire sicurezza di avere ben compreso ciò che il paziente sta
descrivendo.
Esame di realtà (insight)
I soggetti con disturbi psichiatrici possono avere un
grado variabile di alterazione dell’esame di realtà,
definibile come consapevolezza completa, parziale o
incompleta
di essere affetti da sintomi di ordine psichico.
Quanto più è assente consapevolezza,
tanto più è necessario agire sia su
un piano empatico che comunicativo
Esame di realtà (insight)
1. … ho spesso momenti di ansia … mi hanno detto che
potrebbero essere attacchi di panico …
2. … sono la rovina della mia famiglia … a volte ne sono sicuro,
a volte no … guadagno troppo poco e mi sento un marito ed
un padre fallito … però non è sempre così …
3. … sono costantemente seguito da poliziotti in borghese …
sono fuori di casa, per strada, al supermercato … tento di
sfuggirli, ma me li ritrovo sempre alle calcagna …mi
tengono d’occhio ventiquattro ore su ventiquattro … non ce
la faccio più …
 Valutazione psichiatrica
 Evitare di farsi condizionare dalla prima impressione
 Valutare i rischi immediati
 Acquisire notizie su circostanze personali e familiari che
potrebbero aver


Modificato i sintomi
Influire sulla terapia e la prognosi
 Fondamentale la tecnica del colloquio!


Domande aperte
Domande chiuse
Tratto da: Teifion Davies, ABC of
mental health: Mental health
assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
Esempi di domande






Domande aperte
Quali sono i problemi che l’hanno fatto venire in
ospedale?
Potrebbe dirmi qualcosa di più a riguardo?
E...?
C’è qualcos’altro di cui avrebbe piacere di parlarne
(qualcosa che la preoccupa)?
Mi parli della sua routine quotidiana (della sua famiglia,
della sua storia personale e del contesto familiare nel
quale è cresciuto)
Ci sono delle domande che vorrebbe pormi?
Tratto da: Teifion Davies,
ABC of mental health:
Mental health assessment,
BMJ, May 1997; 314: 1536
Domande aperte
 Vantaggi:
 dà al pz la possibilità di scegliere gli argomenti e di
esprimersi secondo il proprio punto di vista
 risposte spontanee, più emotive
 Svantaggi:
 risposte lunghe, vaghe, inattendibili, incomplete
 argomenti selezionati dal pz
Esempio di un colloquio a domande aperte









" che cosa l'ha condotta qui, signora? "
" mi sento sempre stanca."
" stanca?"
" perché non riesco dormire bene."
" che cosa c'è che non va nel suo sonno? "
" E’ sempre è leggero, agitato e non riposante.”
“Bene, in che senso sonno non riposante? "
" io credo... non so...
" perché non mi descrive il suo sonno, a partire dal momento
in cui è andata letto? "
 " sono andata a letto alle 22.30, poi mi sono alzata poco dopo
la mezzanotte "
Esempio di un colloquio a domande aperte
 " sì... "
 " poi all'una o all'una e mezza ancora. Ho gironzolato per casa per








circa mezz'ora poi mi sono nuovamente alzata alle quattro e non
so quando mi sono addormentata. Al mattino è stato molto
difficile alzarsi."
" per cui sonno agitato per lei significa alzarsi più volte durante la
notte."
" si, è così."
" Ha anche detto che si sente stanca durante la giornata."
" esatto "
" accade più frequentemente dopo una notte agitata? "
" no, non necessariamente. Alcune notti dormo veramente bene e
tuttavia mi sento stanca fino alle 11 e mezzo del mattino "
" quindi sembra che lei abbia due problemi: alzarsi durante la
notte sentirsi stanca nelle ore mattutine."
" si, è così."
Domande chiuse
 Quando sono cominciati questi problemi (pensieri,
sentimenti)?
 Ha mai avuto esperienze simili nel passato?
 Quando dice di sentirsi depresso ha mai pensato di
suicidarsi?
 Le capita di sentire delle voci (o vedere delle immagini)
quando sembra che non ci sia nessuno?
Domande chiuse
 Vantaggi:
 focus ristretto, scelto dal medico, precisione
 risposte veloci, chiare
 Svantaggi:
 Guidano il pz (risposte vero-falso), meno autentiche
 il pz può non riferire cose perché non gli vengono
chieste
Esempio di un colloquio “troppo” chiuso
•T: “Sono il dr X. Lei ha acconsentito a
fare questo colloquio, è esatto?
•T: “Bene. Quanti anni ha?”
•T: “Ha dei parenti?”
•T: “Fratelli e sorelle “
•T: “Quanti?”
•T: “Lei è il più giovane?”
•T: “Qualcuno di loro si è ammalato di
disturbi psichiatrici?”
•T: “I suoi genitori sono viventi?”
•T: “Qualcuno di loro soffriva di
malattie psichiatriche?
•P: “Si.”
•P: “47”
•P: “Che cosa intende?”
•P:“Si “
•P:“Tre “
•P:“No.”
•P:“No”
•P: “No, mia madre è morta
un me..”
•P: “Non mi pa…”
Esempio di un colloquio a domande chiuse
•T: “Passiamo ai sintomi. Ha mai sofferto
di allucinazioni?”
•T: “Ha mai delirato?”
•T: “Ha mai immaginato che i suoi vicini
ce l’avessero con lei?”
• T: “Ha mai avuto delle compulsioni?”
• T: “Ha mai avuto malattie
immaginarie? Disturbi somatoformi?”
• T: “Ha avuto delle amnesie?”
•P: “No”
•P: “No”
•P: “No”
•P: “Complu…No”
•P: “No”
P: ”Non mi ricordo…”
COSA FARE
 Permettere al paziente di narrare la propria storia
 Prendere il paziente “sul serio”
 Lasciare tempo alle emozioni del paziente
 Indagare i pensieri su suicidio, violenza
 Dare rassicurazione laddove possibile
 Iniziare una relazione costruttiva e “vera”
 Ricordare che “ascoltare” è “fare”!
Tratto da: Teifion Davies, ABC of
mental health: Mental health
assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
COSA NON FARE
 Non utilizzare domande chiuse troppo presto
 Non porre più attenzione al “caso” che al
paziente
 Non essere troppo rigidi o disorganizzati:
esercitare un controllo flessibile
 Non evitare argomenti “delicati” o imbarazzanti
 Non prendere come “tecnici” i termini
medici/psichiatrici che il paziente usa (es.
depressione)
Tratto da: Teifion Davies, ABC of
mental health: Mental health
assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
COSA NON FARE
 Non essere incalzanti
 Non suggerire i sintomi
 Attenzione all’uso dell’umorismo
 Evitare atteggiamenti moraleggianti
 Non dare consigli su scelte fondamentali per la
vita del paziente
RICORDARSI DI:
 Mettere il paziente a proprio agio, è un colloquio, non
un interrogatorio!
 Essere neutrali! Evitare giudizi, pregiudizi, prendere
le parti per o contro il paziente
Tratto da: Teifion Davies,
ABC of mental health:
Mental health assessment,
BMJ, May 1997; 314: 1536
ALTRE TECNICHE UTILI
CHIARIFICAZIONE:
 SPECIFICARE (“in che senso non riposante?”)
 VERIFICARE I SINTOMI (“cosa intende per…?”)
 SONDARE: molti pz assegnano un significato
particolare alle proprie esperienze; il fine è quello di
identificare la logica del pz



Perché pensa che l’abbiano portata qui?
Perché pensa che accadano queste cose?
3E’ possibile che le cose vadano diversamente?
ALTRE TECNICHE UTILI
CONDUZIONE
 CONTINUARE (“mi dica di più”)
 ENFATIZZARE (“Lei mi ha detto di sentirsi spesso
nervosa…)
 RIDIREZIONARE: riportare il pz con delicatezza ad
un altro argomento
 TRANSIZIONE: portare gradualmente il pz su
argomenti diversi creando connessioni causa-effetto,
temporali o sottolineando il cambiamento (“adesso
parliamo di…”)
Valutare i rischi!
Fattori che richiedono domande inerenti il rischio
suicidario
Soprattutto se il paziente è maschio, single, non più giovane,
isolato, o con più fattori di rischio contemporaneamente








Precedenti idee o comportamenti suicidari
Gravi sintomi depressivi
Abuso di alcool o sostanze illecite
Malattie mentali croniche (inclusa schizofrenia)
Malattie fisiche dolorose o disabilitanti
Recente ospedalizzazione in Psichiatria
Dimissioni volontarie contro parere medico
Precedente comportamento impulsivo, incluso il self harm
(autolesionismo)
 Procedimenti legali o criminali in atto (incluso divorzio)
 Separazioni e allontanamenti familiari, personali, o sociali
(es. lutti, separazioni)
Tratto da: T K J Craig and A P Boardman. ABC of mental
health: Common mental health problems in primary
care, BMJ, May 1997; 314: 1609
La conclusione
 Il congedo del paziente è importante come l’inizio del
colloquio
 Fermezza e coerenza
 Preparare la chiusura
Anamnesi
Motivo della visita
Disturbo attuale:sintomi e cronologia
Storia medica precedente
1.
2.
3.
I.
II.
4.
Fisica
Psichiatrica
Storia familiare: padre, madre, fratelli, altri
parenti, atmosfera in casa
Storia Personale
Storia personale
5.
Gravidanza
II.
Infanzia
III.
Adolescenza
IV.
Educazione scolastica
V.
Educazione superiore
VI.
Lavoro e servizio militare
VII. Storia sessuale, pubertà, maturazione
VIII. Storia matrimoniale
IX.
Figli
I.
Dati Sociali e Personalità premorbosa
Dati sociali
6.
I.
II.
III.
IV.
7.
Situazione di vita: lavoro attuale, occupazione,
problemi finanziari, rapporti
Crimini, delinquenza
Alcool, droga, tabacco
Gruppi di appartenenza sociali e religiosi
Personalità premorbosa
Stato Mentale
Stato mentale
8)
I.
II.
III.
IV.
V.
Aspetto e comportamento
Eloquio e ideazione
Umore: obiettivo, soggettivo e nel rapporto
Pensieri e convinzioni: fobie, ossessioni e
compulsioni, idee suicidarie
Esperienze e percezioni
Esperienze e Percezioni
Esperienze e percezioni
V.
a)
b)
c)
Dell’ambiente (allucinazioni, illusioni,
derealizzazione)
Del corpo (ipocondriasi, allucinazioni
somatiche)
Del sé (depersonalizzazione, passività del
pensiero)
Stato cognitivo e Insight
VII. Stato cognitivo: orientamento,
attenzione, concentrazione e
memoria
VIII.Insight
Formulazione
Formulazione
9.
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
Descrizione della persona e dei suoi problemi
Diagnosi e diagnosi differenziale
Evidenze per la diagnosi
Fattori eziologici
Prognosi
Trattamento
PSICOPATOLOGIA
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
Descrizione generale
A.
Aspetto: postura, cura di sé, igiene personale,
abbigliamento
B.
Comportamento e attività psicomotoria:
gestualità, rallentamento psicomotorio, iperattività
e irrequietezza, movimenti ripetitivi o bizzarri
C.
Atteggiamento nei confronti della situazione e
dell’interlocutore: collaborante, amichevole,
ostile, sospettoso, seduttivo, etc…
Disturbi del Comportamento Psicomotorio













IMPULSIVITA’
ECCITAMENTO PSICOMOTORIO
RALLENTAMENTO PSICOMOTORIO
ARRESTO PSICOMOTORIO
CATATONIA
CATALESSIA- FLESSIBILITA’ CEREA
NEGATIVISMO
MANIERISMO
STEREOTIPIE
ACATISIA
DISTONIA
ASTASIA-ABASIA
TICS
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
2.
Umore ed affettività
A. Umore: emozione pervasiva e sostenuta che colora
la percezione che il soggetto ha del mondo
eutimico, esaltato, espansivo, depresso, disforico, labile
B.
Affettività: attuale risposta emozionale del
paziente
appropriata, inappropriata, coartata, ristretta o limitata,
appiattita, labile
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
Linguaggio
3.

quantità
logorrea, povertà di linguaggio/espressiva, mutismo

velocità
accelerazione

tono di voce
volume eccessivamente alto o basso

qualità
disprosodia, disartria, balbuzie, farfugliamento
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
4.
Sensopercezione
Attività conoscitiva che avviene attraverso gli organi
di senso, si integra con le conoscenze precedenti,
i ricordi e le attività psichiche globali
 quantità
Iperestesie / ipoestesie

qualità
Illusioni, Allucinazioni, Pseudo – allucinazioni,
Allucinosi
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
4.
Illusioni:
• percezioni alterate di uno stimolo sensoriale reale, che
viene involontariamente trasformato e dà origine ad un
percepito differente. Tipica è la possibilità della
correzione
 Tipi:


Illusioni fisiologiche integrative
I. da disattenzione, affaticamento: si verifica
quando prestiamo poca attenzione a stimoli
che provengono dall’ambiente (Esempio:
qualcuno ci sta parlando e tendiamo a
completare le parole o le frasi che abbiamo
ascoltato poco attentamente; nel leggere non
facciamo caso agli errori di stampa)
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
 - Illusioni olotimiche o affettive: la percezione della
realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta
provando in quel momento
(Esempio: sto
camminando di notte in un bosco e ho paura. Questa
emozione mi fa interpretare le ombre che vedo, come
se fossero mostri o animali)
 - Illusioni paraeidoliche: di fronte ad una realtà poco
definita, incompleta, poco illuminata, entra in azione
la fantasia che, utilizzando elementi ed immagini
interne alla psiche della persona, elabora in modo
fantastico lo stimolo sensoriale ricevuto (Esempio:
guardando le nuvole, ne interpreto le forme come
figure fantastiche).
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
 - Illusioni olotimiche o affettive: la percezione della
realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta
provando in quel momento
(Esempio: sto
camminando di notte in un bosco e ho paura. Questa
emozione mi fa interpretare le ombre che vedo, come
se fossero mostri o animali)
 - Illusioni paraeidoliche: di fronte ad una realtà poco
definita, incompleta, poco illuminata, entra in azione
la fantasia che, utilizzando elementi ed immagini
interne alla psiche della persona, elabora in modo
fantastico lo stimolo sensoriale ricevuto (Esempio:
guardando le nuvole, ne interpreto le forme come
figure fantastiche).
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
• Pseudo-allucinazioni:
Immagini
interne,
rappresentazioni e non vere percezioni, indipendenti
dalla volontà e avvertite come estranee. Provenienti
dalla mente tali immagini sono collocate nello spazio
soggettivo interno e non vengono proiettate nello
spazio esterno.
• Allucinosi: percezioni allucinatorie elementari e poco
strutturate. Più spesso uditive, sono associate ad
abuso cronico di alcool e si manifestano con un
sensorio lucido e con conservata capacità di critica
ALLUCINAZIONE = falsa percezione sensoriale non
associata a stimoli esterni reali.
 modalità sensoriale
 uditive
 visive
 olfattive
 gustative
 somatiche
 Relazione con lo stato affettivo
 congrue all’umore
 incongrue all’umore
 ALLUCINAZIONE
 Non tutte le allucinazioni vengono considerate
patologiche. Ad esempio le allucinazioni che
insorgono all’addormentamento (ipnagogiche)
e al risveglio (ipnopompiche) sono fenomeni
transitori fisiologici che vengono criticate al
termine dell’episodio.
ALLUCINAZIONI UDITIVE
sono le più comuni
Possono essere semplici, ovvero suoni o rumori
(disturbi organici)
o complesse: voci (disturbi psicotici, schizofrenia,
disturbi affettivi, disturbi dissociativi) che possono
essere bisbigliate, sussurrate, imperative, di
commento, colloquio di voci, eco di pensiero o
musica (disturbi organici).
Le tematiche che esprimono le voci sono diverse a
seconda della patologia all’interno cui si
manifestano: minaccia, pericolo nella schizofrenia,
espansività, grandezza durante l’eccitamento
maniacale e colpa e accusa in caso di depressione
psicotica.
ALLUCINAZIONI VISIVE
 possono
essere costituite da immagini
elementari (bagliori, corpi luminosi) o da
figure e scene complesse (figure, scene).
Tipicamente zooptiche in corso delirium
tremens o di uso cronico di cocaina.
 Più frequentemente si manifestano in corso
di disturbi di origine organica, possono
verificarsi anche in caso di psicosi acute,
schizofrenia, delirium, disturbi affettivi e
dissociativi.
ALLUCINAZIONI
 Olfattive e gustative:
vengono percepiti odori e sapori, si solito
sgradevoli. In crisi parziali complesse temporali,
schizofrenia, disturbi organici cerebrali
 - Somatiche: possono essere superficiali, con una
falsa percezione di sensazione tattile, o viscerali
o cenestetiche, con la sensazione infondata di
un’alterazione dello stato di parti del corpo.
 Es:sensazione di bruciore nel cervello, di
pressione nei vasi sanguigni e di essere tagliati
nel midollo osseo, o mancanza di organi e
deformità.
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
Racchiude le facoltà più superiori e la capacità critica
per cui una persona è in grado di:

Relazionarsi con la realtà

Derivare concetti dal contatto con la realtà

Produrre giudizi sulla realtà
A.
Forma del pensiero
B.
Contenuto del pensiero
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
A. Forma del pensiero
-
quantità e velocità dei contenuti ideativi
coerenza dei nessi associativi
espressione nel linguaggio
In condizioni normali il pensiero è caratterizzato da un flusso
di idee che fluisce ordinatamente da una premessa (A) ad
una conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti
intermedi (C,…).
Disturbi formali del pensiero
 Accelerazione  Fuga delle idee
 Rallentamento  Blocco
 Impoverimento
quantità e velocità
 Circostanzialità
 Tangenzialità
 Deragliamento
 Disorganizzazione
coerenza dei nessi
associativi
 Illogicità
 Perseverazione
 Assonanze
 Neologismi
 Ecolalia
anomalie nel linguaggio
ACCELERAZIONE  FUGA DELLE IDEE
La velocità associativa aumenta e i concetti (D,…) sviluppati durante il
percorso dalla premessa (A) alle conclusioni (B) eccedono quelli
normalmente evocati (C,…).
RALLENTAMENTO  BLOCCO
La velocità di pensiero è ridotta (aumento della lunghezza delle frecce)
ed i concetti sviluppati (C,…) durante il percorso dalla premessa alle
conclusioni sono diminuiti.
IMPOVERIMENTO
Disturbo formale del pensiero in seguito al quale
l’ideazione e quindi l’eloquio sono solitamente
scarni e ridotti sia dal punto di vista quantitativo
(contenuti) che qualitativo (modalità formali
dell’espressione).
A causa della sua indeterminatezza il pensiero
fornisce poche informazioni.
IMPOVERIMENTO
Disturbo formale del pensiero in seguito al quale
l’ideazione e quindi l’eloquio sono solitamente
scarni e ridotti sia dal punto di vista quantitativo
(contenuti) che qualitativo (modalità formali
dell’espressione).
A causa della sua indeterminatezza il pensiero
fornisce poche informazioni.
CIRCOSTANZIALITA’
Disturbo formale del pensiero in
seguito al quale i contenuti di
coscienza sono comunicati in modo
indiretto, ridondante, ripetitivo e
stereotipato
TANGENZIALITA’
Il pensiero fluisce lungo un percorso marginale rispetto a
quello percorribile normalmente per giungere a
conclusioni attinenti alla finalità (B). Anche la stessa
finalità è raggiunta in maniera marginale (B1). I concetti
esposti lungo il percorso si trovano comunque sempre ad
una medesima distanza logica da quelli normalmente
evocati.
DERAGLIAMENTO
Il percorso associativo devia verso concetti (D,E,F,G,H,…) non inerenti
alle conclusioni e la capacità di perseguire una finalità (B) viene
perduta.
ILLOGICITA’
Il pensiero non raggiunge le proprie conclusioni in accordo alla
finalità (B), ma procede attraverso percorsi logici non
comprensibili (linee ondulate) evocando concetti (D,E)
apparentemente senza alcuna relazione tra loro.
PERSEVERAZIONE
Nel giungere alla conclusione coerentemente con la finalità
(B), il pensiero ripercorre più volte gli stessi concetti (C,…).
ASSONANZE
ECOLALIA
NEOLOGISMI
Assonanze:
in tale disturbo le parole vengono scelte in funzione del
loro suono anziché del loro significato. Rientrano in questa
categoria anche i giochi di parole e il parlare in rima.
Ecolalia:
Ripetizione psicopatologica di parole o frasi pronunciate da
altri, spesso con tono derisorio, ironico o sarcastico. Va
tenuta distinta dalla perseverazione, che rappresenta
invece la ripetizione di parole o idee proprie.
Neologismo:
parola nuova prodotta dal paziente, spesso attraverso la
combinazione di sillabe di altre parole, che assume
significato solo per chi la pronuncia.
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
B. Contenuto del pensiero
(idee, opinioni, preoccupazioni, ossessioni)
- delirio
- pensiero dominante
- fobie
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
B. Contenuto del pensiero
-
delirio
pensiero dominante
fobie
idee suicide ed omicide
Delirio
Idea falsa ed immodificabile caratterizzata da straordinaria
convinzione e certezza soggettiva, non soggetta a critica e
non derivabile dal contesto culturale di provenienza del
soggetto
 Alterato giudizio della realtà
 Certezza soggettiva
 Incorreggibilità
 Impossibilità o falsità dei contenuti
 DD con le idee prevalenti
Classificazioni del delirio:
• Stato di coscienza: confuso o lucido
• Struttura: elementare o sistematizzato
• Umore: congruo o incongruo
Classificazioni del delirio:
• Insorgenza:
•primario (le idee deliranti siano indipendenti da
altre esperienze psichiche ed estranee al contesto
esperienziale ed affettivo)
- percezione delirante
- rappresentazione delirante
- intuizione delirante
Secondario (le idee deliranti sono
comprensibili in rapporto ai contenuti
esperienziali ed affettivi.
Classificazioni del delirio:
• Insorgenza:
•percezioni deliranti, in cui viene attribuito un
significato delirante ad una percezione reale
corretta.
•rappresentazioni deliranti in cui a una
rappresentazione, ricordo della vita, viene
attribuito un significato nuovo ed abnorme
•intuizioni deliranti : una comprensione nuova ed
immediata che compare nella mente come una
illuminazione con totale certezza soggettiva senza
rapporto con la realtà percettiva.
• Contenuti di pensiero:
- DI PERSECUZIONE
- DI RIFERIMENTO
- DI INFLUENZAMENTO
- DI COLPA, DI INDEGNITA’, DI ROVINA
- DI NEGAZIONE O NICHILISTICO
- DI GRANDEZZA
- DI GELOSIA
- MISTICO
- IPOCONDRIACO
- DI TRASFORMAZIONE CORPOREA, COSMICA, METEMPSICOSICO
- CONTENUTI DELIRANTI RARI ED INSOLITI
DELIRIO DI PERSECUZIONE
Il soggetto è convinto che l’ambiente esterno gli sia in
qualche modo ostile o voglia arrecargli danno.
• delirio di veneficio
•alta strutturazione
• autocentrismo
- schizofrenia
- disturbo delirante
DELIRIO DI RIFERIMENTO
Il soggetto è convinto che situazioni, oggetti, persone,
fatti o avvenimenti assumano un particolare ed insolito
significato allusivo, riferito in genere alla propria
persona.
•
delirio di persecuzione
• autocentrismo
- schizofrenia
DELIRIO DI INFLUENZAMENTO o DI CONTROLLO
Il soggetto si sente oggetto di azioni esterne che
trasformano e modificano la sua mente o il suo corpo
contro la sua volontà.
• inserimento del pensiero
• furto del pensiero
• trasmissione del pensiero
•controllo del pensiero
- schizofrenia
DELIRI DI COLPA, DI INDEGNITA’, DI ROVINA
Il soggetto si sente responsabile e colpevole di danni e di
sciagure di ogni tipo motivando tali convinzioni sulla base di
avvenimenti e fatti di importanza irrilevante o addirittura
inesistenti.
DELIRIO DI NEGAZIONE O NICHILISTICO
Il soggetto è convinto della non esistenza di sé o di una parte di
sé, del proprio corpo o di tutto il proprio corpo oppure di tutto il
mondo circostante.
- disturbi depressivi, schizofrenia e disturbi organici
DELIRIO DI GRANDEZZA
Il soggetto si sente ricco, potente e al di sopra di tutti.
• delirio erotomanico
• delirio megalomanico
• delirio genealogico
• delirio inventorio
DELIRIO DI GELOSIA
Il soggetto è convinto dell’infedeltà a livello affettivo
ma soprattutto sessuale del proprio partner (in genere
coniuge) per cui si impegna alla ricerca di prove e di
indizi del tradimento con interpretazione di fatti e
osservazioni anche irrilevanti.
DELIRIO MISTICO
convinzione di comunicare direttamente con Dio
o di essere lui stesso un messaggero, un incaricato
da Dio
DELIRIO IPOCONDRIACO
Il soggetto è convinto di soffrire di una malattia fisica
o di un’alterazione morbosa del proprio corpo in
assenza di qualsiasi lesione o alterazione somatica
obiettivamente rilevabile.
DELIRIO DI TRASFORMAZIONE CORPOREA
DELIRIO DI TRASFORMAZIONE COSMICA
DELIRIO METEMPSICOSICO
CONTENUTI DELIRANTI RARI ED INSOLITI
SINDROME DI CAPGRAS: convinzione delirante
che se stessi o uno dei familiari sono stati sostituiti
da un’altra persona; si può presentare in diverse
varianti tra cui la duplicazione di sé e la
duplicazione di oggetti inanimati.
SINDROME DI FREGOLI: convinzione delirante
di riconoscere persone della propria famiglia in
sconosciuti.
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
B. Contenuto del pensiero
-
delirio
pensiero dominante
fobie
Pensiero Dominante
Alcuni contenuti prendono il sopravvento sugli altri
occupando la maggior parte della produzione ideativa.
•IDEA PREVALENTE: contenuto ideativo
accompagnato da un partecipazione affettiva intensa
ed egosintonica che predomina su altri pensieri.
•IDEA OSSESSIVA: contenuto ideativo non
intenzionale, spesso irrazionale, invasivo e
persistente (egodistonico) avvertito come fastidioso
cui il soggetto tende a resistere.
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
5.
Pensiero
B. Contenuto del pensiero
-
delirio
pensiero dominante
Fobia (è una paura patologica persistente,
irrazionale, esagerata e invariabile di alcuni
tipi di stimoli e situazioni e comporta un
desiderio irresistibile di evitare lo stimolo
temuto)
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Coscienza
 La coscienza è lo stato di consapevolezza di se stessi,
del proprio mondo interno, del proprio corpo e
dell’ambiente esterno.
 Si esprime nello stato di veglia e comporta l’integrità
della vigilanza
 Funzione integrativa istantanea di tutte le attività
cerebrali motorie e sensoriali che risultano pertanto
coordinate e focalizzate al fine di ottenere
comportamenti adattativi.
Coscienza
 Analisi di:
 ampiezza del campo di coscienza: numero di contenuti
consapevoli presenti in quel momento
 lucidità dello stato di coscienza : chiarezza e precisione
dei contenuti osservabili coscientemente
 orientamento nel tempo: capacità di collocare
correttamente in parametri temporali, spaziali e
personali i contenuti di coscienza
Coscienza
 Alterazioni quantitative
 Ampliamento dello stato di
coscienza:sentimento soggettivo di maggiori
capacità intellettive e mnesiche. In stati tossici
da psicostimolanti ed episodi maniacali.
 Alterazione ipnoide:innalzamento della soglia di
coscienza, con conservazione della capacita di
discriminare sé dal mondo esterno ottundimento, sopore. Normale
nell’addormentamento, patologie organiche.
 Alterazione crepuscolare:restringimento del
campo di coscienza solo ad alcuni eventi, idee,
temi affettivi, con compromissione del contatto
con la realtà ad insorgenza improvvisa e rapida
risoluzione
Coscienza
 Alterazioni qualitative
 Alterazione oniroide : abbondante produzione
delirante, allucinatoria, percepita dal paziente
mescolata ad esperienze di realtà.
 Alterazione onirica:destrutturazione con perdita
della capacità di discriminare tra realtà e fantasia. In
stati confusionali su base organica o stati
confusionali psicotici - maniacali, melanconici,
schizofrenici
Quadri clinici
Delirium = stato confusionale acuto a rapida insorgenza
transitorio, con andamento fluttuante, caratterizzato da
 ridotte capacità attentive
 pensiero disorganizzato
 tendenza all’addormentamento
 disturbi percettivi
 disturbi del ritmo sonno veglia
 variazioni delle attività psicomotorie
 disorientamento temporale spaziale e nella persona
 deficit mnesici di fissazione e rievocazione
Cause - organiche
Stati confusionali secondari
 psicosi acuta - disturbo oniroide
 schizofrenia
 stati maniacali
 depressione
 disturbi dissociativi


fuga psicogena - restringimento del campo di coscienza - stato
crepuscolare
disturbo dissociativo di identità - vicino allo stato crepuscolare
Disturbi dello stato di coscienza dell’Io o esperienza
dell’Io
La coscienza dell’IO si compone di 4 aspetti:
 coscienza dell’attività = l’individuo riconosce come
propri i vari accadimenti psichici - “sono io che parlo,
ascolto”
 coscienza dell’unità = tutti gli accadimenti sono
riconosciuti espressione di un nucleo unitario - “sono
sempre io, mi riconosco”
 coscienza dell’identità = si riconosce uguale a se
stesso nel continuum della vita mentale - “non sono
cambiato, sono uguale a prima”
 coscienza della diversità = si riconosce distinto e
delimitato dal mondo esterno e dagli altri,
consapevolezza dei confini dell’io
Disturbi dello stato di coscienza dell’Io o esperienza
dell’Io
Depersonalizzazione = a coscienza lucida, esperienza di
distacco e di estraneità
 autopsichica
 somatopsichica
 allopsichica o derealizzazione
 disturbi cerebrali organici - epilessia temporale
 stati tossici (allucinogeni)
 disturbi d’ansia
 depressioni
 sindromi schizofreniche
 disturbo di depersonalizzazione
Attenzione
 L'attenzione è
 un processo cognitivo che permette di selezionare stimoli
ambientali, ignorandone altri. Permette di focalizzare
volontariamente o involontariamente uno stimolo
proveniente dalla memoria o dalla percezione sensoriale,
che consente di mantenere nel tempo e spostare
flessibilmente tale focus.
Attenzione
 Attenzione Selettiva = attenzione che consente
la selezione di alcune informazioni con
l’esclusione di altre
 Attenzione Sostenuta o concentrazione =
capacità di mantenere nel tempo la
focalizzazione
 Attenzione Divisa = attenzione distribuita su
più canali o compiti eseguiti
contemporaneamente
Attenzione
 Disturbi quantitativi
-
aprosessia, ipoprosessia, iperprosessia
 Disturbi qualitativi
-
Distrazione
 Forme cliniche di deficit dell’attenzione
-
Primario (ADHD)
secondario
Memoria
 Funzione della psiche che permette di fissare ed
immagazzinare i dati con la facoltà di poterli riportare
alla coscienza localizzandoli spazio-temporalmente
 Componenti
 Tipi
Memoria : componenti
 Memoria Sensoriale o immediata:
 è parte del processo di percezione che permette
l’elaborazione dell’informazione a livello corticale.
 Fissa per tempi brevissimi inferiori al secondo
informazioni sensoriali visive (Memoria sensoriale
iconica), uditive (Memoria sensoriale ecoica), olfattive,
etc…
Memoria : componenti
 Memoria a Breve Termine – MBT:
 sistema che consente di conservare una quantità
limitata di nuove informazioni per un tempo
molto breve dell’ordine di secondi.
 In essa la traccia mnesica rispecchia fedelmente
l’originale.
 Span = numero massimo di informazioni che può
essere trattenuto per un breve periodo di tempo.
Memoria : componenti
 Memoria a Lungo Termine – MLT:
 Sistema che consente di conservare un numero illimitato di
informazioni per tempi lunghi teoricamente per tutta la
vita.
 La traccia mnesica è una rielaborazione dell’originale,
frutto della integrazione con le conoscenze possedute.
Disturbi della memoria
 Alterazioni quantitative
 Iper / ipo (amnesie, ipomnesie, amnesie lacunari,
anterograda e retrograda, sistematizzata)
 Alterazioni qualitative
 Paramnesie
 Pseudoamnesie
Disturbi della memoria
 Alterazioni qualitative
 Paramnesie: i ricordi subiscono una deformazione del
loro contenuto, del loro significato e della loro
collocazione spazio temporale.per cui i ricordi
emergono incompleti, inadeguati o falsati.
 Le pseudoamnesie (o allucinazioni della memoria)
consistono invece nella creazione di rappresentazioni ed
idee che vengono vissute come ricordi personali.
 Comprendono i falsi riconoscimenti, (fenomeno del déjà
vu o del déjà vécu). Il déjà vu e il jamais vu sono
esperienze normali e comuni che si osservano anche nei
normali stati di stanchezza e intensa emozione, ma
possono anche essere sintomi della schizofrenia o
dell’epilessia del lobo temporale. Tra le pseudoamnesie
si annovera la confabulazione
Orientamento
Disturbi dell’orientamento
 nel tempo
 nello spazio
 persona
Che cos’è l’intelligenza?
Non esiste una definizione univoca di intelligenza, ma
quella che trova più accordo tra gli studiosi è
La capacità di produrre un comportamento adattivo e
funzionale al raggiungimento di uno scopo,
un comportamento che affronti con successo le sfide
dell’ambiente e che permetta di realizzare gli scopi
prefissati.
TEORIE SCIENTIFICHE e
DEL SENSO COMUNE
 Teorie del Senso Comune (implicite):
 Sono concezioni “ingenue” dei non esperti: emergono negli
scambi comunicativi quotidiani
 Sono prodotte mediante processi di ri-costruzione sociale
 Sono rappresentazioni sociali (S. Moscovici)
Teorie implicite

La gente comune include nel concetto di
intelligenza:
1.
Capacità di risolvere problemi
Capacità verbale
Competenza sociale
2.
3.
TEORIE SCIENTIFICHE e
DEL SENSO COMUNE
 Teorie Scientifiche (esplicite):
 2 approcci allo studio dell’intelligenza



Unitario
Teorie strutturaliste di tipo psicometrico (test QI)
Teorie UNITARIE-GLOBALI MATURATIVE : La Teoria
Piagetiana (J. Piaget, Cognitivismo)
Teorie fattoriali (Spearman)
Multiplo
Teoria delle Intelligenze Multiple (H. Gardner)
Teoria Triarchica dell’intelligenza (R. Sternberg)
TEORIE UNITARIE-GLOBALI
MATURATIVE

La Teoria Piagetiana:
La teoria di Piaget identifica l’intelligenza come la
capacità crescente che ha la mente di ragionare su
entità astratte e sull’adattamento.
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Piaget,
corrisponde allo sviluppo della capacità di pensare
logicamente. La logica viene considerata da Piaget
come un processo che libera il pensiero e che
consente agli individui di pensare alle cose più
svariate.
Teorie fattoriali dell’intelligenza:
Spearman
 In qualsiasi prestazione cognitiva intervengono due
fattori: un fattore g, generale, che interviene in tutte
le più diverse prestazioni cognitive;
 un fattore s, specifico di una particolare abilità
cognitiva. La performance ad uno specifico test di
intelligenza è data dall’intervento di una capacità
mentale generale (g) e di un’attitudine mentale
specifica (s)
Struttura dell’intelligenza:
Spearman
 l’intelligenza è una capacità generale, detta fattore g
trasversale e comune a diverse abilità specifiche
 le abilità specifiche costituiscono i fattori secondari, fattori
s,come abilità linguistica, spaziale, aritmetica
Quanto maggiore è il valore di “G” tanto meglio l’individuo
dovrebbe riuscire in un test di intelligenza.
TEORIE MULTIPLE
DELL’INTELLIGENZA
A metà del XX secolo, l’attenzione si spostò proprio su
quelle componenti separate specifiche dell’intelligenza
che Spearman sosteneva essere sottese da un fattore
generale
Struttura dell’intelligenza:
Guilford (1967;1982)

120 abilità mentali (150 nel 1982):
Operazioni:
attività che la
mente compie
con le
informazioni
che riceve dai
sistemi
percettivosensoriali.
Contenuti: fanno riferimento alla natura delle informazioni
Prodotti: forma assunta dall’informazione quando viene
elaborata
Struttura dell’intelligenza
Gardner (1983)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
7 abilità:
Intelligenza linguistica
Intelligenza musicale
Intelligenza logico-matematica
Intelligenza spaziale
Intelligenza corporeo-cinestesica
Intelligenza intrapersonale
Intelligenza interpersonale
Intelligenza naturalistica
Intelligenza esistenziale
Intelligenza
Disturbi dell’intelligenza
 Ritardo mentale
 Demenza
 Intelligenza e disturbi psichiatrici
Esame delle condizioni mentali
Psicopatologia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Descrizione generale
Umore ed affettività
Linguaggio
Sensopercezione
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Insight
Insight
Livello di consapevolezza rispetto al disturbo e alla
situazione. riconoscere l’aspetto patologico del suo
funzionamento mentale
I principali livelli di insight sono i seguenti:
 1. Completa negazione della malattia.
 2. Scarsa consapevolezza di essere ammalati e di aver
bisogno di aiuto, ma nello stesso tempo negazione.
 3. Consapevolezza di essere ammalato ma
colpevolizzazione degli altri, di fattori esterni o di
fattori organici.
Insight
 4. Consapevolezza che la malattia è dovuta a qualcosa di
sconosciuto nel paziente.
 5. Insight intellettivo: il soggetto ammette di essere
ammalato e che i sintomi e o insuccessi
nell’adattamento sociale sono dovuti ai propri
sentimenti irrazionali o ai propri disturbi, ma non è in
grado di applicare questa consapevolezza alle
esperienze future.
 6. Insight emozionale vero: consapevolezza emozionale
dei motivi e dei sentimenti nel paziente e nelle persone
importanti della sua vita, che può condurre a
modificazioni di base del comportamento.
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