INSEGNAMENTO DI GEOGRAFIA LEZIONE XXIV “LE PROBLEMATICHE AMBIENTALI” PROF. EMILIA SARNO Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Indice 1 IL GEOSISTEMA E LE RISORSE NATURALI ------------------------------------------------------------------------ 3 2 LE RISORSE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4 3 I DISEQUILIBRI AMBIENTALI ------------------------------------------------------------------------------------------ 5 4 IL DIRITTO DELL’AMBIENTE ------------------------------------------------------------------------------------------- 7 5 LE NORME --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8 6 LA GLOBALIZZAZIONE, I PROCESSI ECONOMICI E L’AMBIENTE -------------------------------------- 9 7 IL RUOLO DELL’AMBIENTE TRA LOCALE E GLOBALE ----------------------------------------------------- 12 8 LE POLITICHE PER L’AMBIENTE ------------------------------------------------------------------------------------ 14 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 1 Il geosistema e le risorse naturali Per milioni di anni il nostro pianeta è stato un mondo naturale, costituito da un nucleo profondo e da un mantello soprastante di materia incandescente e viscosa. Sullo strato superiore del mantello si è solidificata una crosta, denominata litosfera. Questa parte costituisce la parte abiotica del pianeta, cioè priva di vita. Col tempo, una parte della litosfera si è coperta di acque, che tutte insieme formano l’idrosfera. Le trasformazioni dovute alla presenza dell’idrosfera e dell’atmosfera hanno dato origine alla sfera biotica e quindi alla formazione degli organismi viventi. L’esistenza di ogni organismo è garantita da tre elementi: aria, acqua e suolo. Come mostra la figura che segue, il sistema Terra è suddiviso in tre parti: nucleo, mantello, astenosfera che costituiscono gli strati abiotici; la parte superficiale della litosfera – il suolo – l’aria e l’idrosfera compongono la sfera biotica. Queste ultime tre parti si distinguono a loro volta nei diversi elementi che le compongono. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 2 Le risorse Tutto quanto ci circonda è o può diventare risorsa: i minerali, il suolo, i vegetali e gli animali, l’acqua, l’aria e l’energia del Sole. Il mare è una risorsa sfruttabile ai fini turistici, come via di comunicazione e per la pesca. Dai gas che compongono l’atmosfera si ricavano ossigeno, idrogeno, azoto che liquefatti trovano utilizzazione nell’industria e nella medicina. L’intera natura è dunque un insieme di risorse. I beni naturali comprendono risorse rinnovabili e non rinnovabili. Alle prime appartengono quelle che si possono consumare senza timore che si esauriscano: l’energia del Sole, i gas e l’atmosfera. Alcuni beni naturali sono rinnovabili ma a condizione che il loro sfruttamento avvenga nel rispetto dei ritmi di produzione o di conservazione: le foreste, il suolo, la pescosità dei mari, l’acqua. Non sono rinnovabili le risorse che si distruggono con l’uso come i combustibili. Carbone, petrolio e gas naturale possono riformarsi ma hanno bisogno di milioni di anni. Con la rivoluzione industriale il consumo delle risorse è stato sempre più rapido (figg. 2-3). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 3 I disequilibri ambientali I sistemi economico-sociali si inseriscono negli ecosistemi e con questi interagiscono. Da tale processo che ha subito un’accelerazione dopo la rivoluzione industriale, derivano gli squilibri ambientali. I fattori che maggiormente producono disequilibri sono: l’aumento della popolazione, l’alto livello di consumi, la qualità della tecnologia. Si indica inoltre con il termine inquinamento il degrado dell’ambiente tramite sostanze che ne alterano la composizione chimico-fisica. L’inquinamento atmosferico è la presenza appunto nell’aria di sostanze che possono causare effetti negativi sull’uomo, sugli animali e sulla vegetazione. Le sostanze inquinanti sono distinte in due gruppi: quelle di origine antropica, cioè prodotte dall’uomo, e quelle naturali. Queste sostanze a loro volta sono classificate in primarie, cioè presenti nell’ambiente così come sono ( ad esempio il biossido di zolfo e il monossido di azoto) e secondarie (come l’ozono) poiché si formano nell’atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche. Le cause principali dell’inquinamento antropico sono i veicoli con i motori a scoppio, le industrie, le centrali termoelettriche, i combustibili per il riscaldamento domestico, la combustione dei rifiuti. Per quanto riguarda la formazione di inquinanti secondari, particolarmente dannose sono le reazioni che avvengono fra gli ossidi di azoto e gli idrocarburi in presenza di luce solare. L’insieme di queste reazioni viene definito come smog1 e rappresenta una delle forme di inquinamento più dannose per l’ecosistema. Gli ossidi di azoto sono i responsabili della riduzione dell’ozono che circonda il nostro pianeta e lo difende dalle radiazioni solari ultraviolette, pericolose per la vita. A causa di questa riduzione si parla di buco nell’ozonosfera. Le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera ricadono inoltre sulla terra con l’acqua piovana dando origine al fenomeno delle piogge acide. L’inquinamento idrico è un’alterazione degli ecosistemi che hanno come componente fondamentale l’acqua. Esso avviene per cause naturali e antropiche. L'inquinamento naturale avviene a causa di frane, alluvioni, eventi atmosferici e stagionali. Questo fenomeno non crea problemi particolari, perché l'acqua è in grado di auto-depurarsi. Le cause antropiche sono determinate dalle attività umane, come scarichi industriali, agricoli, liquami delle fogne versate nelle acque dei mari o dei fiumi. L’inquinamento industriale o agricolo immette nelle acque sostanze altamente tossiche non biodegradabili come coloranti, acidi, tinture, Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali schiume, polveri di metalli, o come i fertilizzanti chimici. In questi casi l’acqua non è in grado di auto-depurarsi. L’inquinamento dell’atmosfera e dell’acqua finisce per degradare anche la vegetazione e quindi coinvolge l’intero sistema terra (fig. 4). Le fonti di inquinamento quindi sono: - Attività industriali - Traffico veicolare e aereo - Processi di combustione - Incenerimento di rifiuti solidi - Attività nucleari - Spargimento di pesticidi - Combustione incontrollata di rifiuti - Eventi naturali: eruzioni, incendi. 1 L’uso del termine smog è dovuto alla forte riduzione della visibilità che si determina nel corso di questi processi chimici. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 4 Il diritto dell’ambiente L’ambiente è un bene immateriale unitario che non può essere oggetto di situazioni soggettive di tipo appropriativo. E’ un bene da tutelare anche in considerazione del concetto di sviluppo sostenibile. Dagli anni ’60 del secolo scorso la Comunità internazionale ha preso coscienza della salvaguardia ambientale. Principio fondamentale è che nessuno Stato ha il diritto di usare il proprio territorio o di permetterne l’uso in modo da causare danno al territorio di un altro. La Comunità europea si è posta questi obiettivi: 1) La salvaguardia dell’ambiente 2) La protezione della salute umana 3) L’utilizzazione razionale delle risorse naturali. La comunità europea si è preoccupata delle imprese con il sistema ISO articolato con norme relative alla gestione ambientale dei processi produttivi e alla tutela dell’ambiente. Le imprese devono • monitorare gli impatti; • Attuare la riduzione del consumo di energia; • Introdurre tecnologie pulite; • Promuovere la formazione del personale. Nel 1986 è istituito in Italia il Ministero dell’ambiente in Italia per la tutela, la cooperazione internazionale, la valorizzazione dei beni ambientali e culturali. In Italia con la legge costituzionale 3/2001 la materia ambientale diventa oggetto di specifica disciplina. La legislazione si occupa della tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Le Regioni partecipano alle decisioni degli atti comunitari e attuano gli accordi internazionali. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 5 Le norme Le norme prevedono sanzioni Stabiliscono l’elenco delle sostanze nocive Stabiliscono le caratteristiche della qualità dei corpi idrici Stabiliscono i criteri per lo smaltimento dei liquami. Particolarmente importante è art. 268 del 152/2006 per la definizione dell’inquinamento atmosferico: L’inquinamento atmosferico è ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere la salute umana o la qualità dell’ambiente. E’ poi garantita la difesa del suolo unitamente al complesso delle azioni ed attività riferibili alla tutela e salvaguardia del territorio, dei fiumi, dei canali e collettori, della fascia costiera, del territorio con la finalità di stabilizzare il dissesto geologico e il rischio idraulico. Vi sono apposite norme per il controllo dei pericoli di incidenti connessi all’uso di sostanze pericolose e per il controllo complessivo delle attività industriali. La legge quadro 447/1995 riguarda l’ inquinamento acustico e disciplina il controllo di fastidi o disturbi nell’ambiente abitativo o esterno con pericolo per la salute umana o danno dei beni materiali. La disciplina dei rifiuti (D.R. 915/1982; D.Lgs. 22/1997) tratta la prevenzione della produzione dei rifiuti, loro recupero e riutilizzo in ulteriori cicli produttivi ed allo smaltimento protetto (fig. 6). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 6 La globalizzazione, i processi economici e l’ambiente Il trionfo dell’economia di mercato ha favorito l’ odierno processo della globalizzazione; questo cambiamento è stato determinato dalle aziende transnazionali e internazionali che hanno saputo distribuire le loro attività nell’ottica di un capitalismo avanzato che ha comportato la ristrutturazione dei processi produttivi. La flessibilità dei sistemi di produzione, distribuzione e commercializzazione travalica le esigenze e le necessità del singolo contesto. (In tale misura i paesaggi economici mondiali, per unici od eccezionali che possano sembrare, fanno ormai parte di un’unica economia che abbraccia tutto il mondo). La trasformazione del modello di crescita è una sfida ad ogni singolo stato, ai contesti locali, all’utilizzazione delle specifiche risorse. La globalizzazione sembra, quindi, imporsi su tutte le logiche rappresentate dal passato nell’ottica del solo interesse economico e di una trasformazione che guardi alla sola produttività. E’ dunque necessario definire un nuovo approccio, con un dosaggio equilibrato di concorrenza e protezione, che possa portare all’adozione di importanti riforme strutturali, riconoscendo priorità alla crescita e impostando così un sistema mondiale più ordinato. Le riforme strutturali non devono riguardare solo lo stato, la flessibilità lavorativa o il ruolo degli ammortizzatori sociali, ma anche lo sfruttamento delle risorse e le problematiche ambientali. Difatti, in clima di globalizzazione, in cui contano le relazioni orizzontali di espansione delle multinazionali, devono essere considerate anche quelle verticali. Se, infatti, sembrano prevalere le logiche orizzontali, quelle che legano il sistema socio-economico, è necessario tener conto anche di quelle verticali, dei condizionamenti esercitati dalla natura e dalla localizzazione di una struttura. Le possibilità di crescita, infatti, sono correlate alle capacità della biosfera di reggere l’impatto delle attività umane e di valutare uno sviluppo in relazione alle risorse rinnovabili, considerando la loro ricrescita naturale e in relazione a quelle non rinnovabili, considerare l’utilizzazione in modo adeguato anche ai tempi delle future generazioni. Il problema dell’impatto ambientale è coevo alla vita dell’uomo e trasformare il capitale naturale in quello fisico significa trasformare foreste in campi coltivati, estrarre risorse dal sottosuolo e consumarle, ma anche immettere inquinanti nell’aria e nell’acqua. Una società poco evoluta, tuttavia, provoca alterazioni ambientali non irreversibili, mentre una società avanzata può produrre danni irreversibili. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Come dunque fa notare Vallega (2001, p. 9), da un lato “il cambiamento globale, costituito dall’aumento della temperatura atmosferica e dalle conseguenti trasformazioni nei cicli biogeochimici(erosione fluviale, glaciale,marina,eolica;cicli degli elementi e dei composti, e così via). Dell’altro lato, la globalizzazione, costituita dall’avvento di reti mondiali,(trasporti containerizzati, circuiti turistici, comunicazioni via satellite, reti internet, e-economia).” I due processi sono correlati e richiedono una programmazione che tenga conto delle relazioni verticali in modo adeguato, con un cambiamento di rotta proposta dall’immagine da Kenneth Boulding tra la società del Far west, pronto al consumo, e quella della navicella spaziale, dell’uomo di oggi che deve fruire in modo razionale delle risorse anche misurando i suoi bisogni. L’ambiente è una risorsa di base per le strategie di sviluppo; la sua tutela costituisce un fatto e un problema economico. Ambiente e sviluppo non possono essere disgiunti, tanto meno se questo sviluppo assume i connotati della globalizzazione. Le trasformazioni ambientali si intrecciano con quelle socio-economiche, ma nei Paesi avanzati vi è un lento cambiamento di rotta nel vecchio mondo, mentre nei paesi in via d’industrializzazione e lo stesso Est Europeo si utilizza ancora tecnologia altamente inquinante. Dove infatti la globalizzazione sta affermandosi, comporta un ulteriore problema, come se stessimo esportando il modello far west nei paesi in via di sviluppo come esportiamo le industrie di assemblaggio, mentre per noi teniamo i centri di ricerca e sviluppo insieme alla rassicurante immagine della navicella salva-risorse. Se si facesse attenzione a questo aspetto, si darebbe maggiore importanza all’ambiente e in particolare all’ecostoria, cioè alla ricostruzione dei cambiamenti ambientali nel tempo (fig. 7). Questo significa che l’ambiente è un insieme complesso di fattori soggetti a trasformazioni. I cambiamenti ambientali vanno considerati nel duplice ruolo naturale ed antropico. L’attenzione ai soli cambiamenti indotti dall’uomo sebbene notevoli non può prescindere dalla complessità stessa di una trasformazione che veda l’ambiente non come l’oggetto della pressione umana, ma soggetto di un’interazione reciproca e soprattutto con una propria variabilità. Uno dei temi più interessanti è quello del clima. La storia climatica di questi ultimi anni è sicuramente ben documentata e connessa allo sviluppo. L’ incremento della temperatura che fa aumentare l’effetto serra è accresciuto dalla deforestazione che accelera a sua volta la biodiversità.. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 7 Il ruolo dell’ambiente tra locale e globale Il tema dell’ecostoria, cioè della ricostruzione storica dei processi ambientali, consente di ragionare in termini di scala locale e di tentare un trait d’union tra fenomeni globalizzanti e problemi localistici. In realtà anche in termini ambientali si può ormai ragionare in termini globali per quanto riguarda alcuni aspetti, tuttavia la dimensione regionale prevale per l’immediatezza dei fatti. L’attenzione alla dimensione locale consente di considerare le relazioni tra quadri ambientali e fattori storici. E’ certamente da discutere il rapporto tra scala locale e quella globale, il che significa volgere l’attenzione ad un discorso che sia metodologico: affrontare la globalizzazione in un’ottica locale significa avere la possibilità di valutare l’effettiva ricaduta delle scelte economiche, porsi da un punto di vista ecostorico significa valutare la specificità di ogni singolo ambiente inteso come interrelazione tra fattori biotici e abiotici nel quale l’uomo è parte integrante. Di più significa considerare la temporalità dell’ambiente tanto sulla scala geologica, quanto umana. Anzi l’ecostoria dovrebbe favorire la considerazione di valutare tanto i tempi della natura, le fluttuazioni e la variazioni, quanto il contesto antropizzato.. L’ecostoria deve quindi preoccuparsi delle forme di impatto, ma non solo, perché questa è una posizione riduttiva. Il concetto di impatto rimanda alle attività che nell’ambiente producono danni. Questa visione considera sempre i due aspetti in modo separato senza considerare che l’ambiente antropizzato è un oggetto di studio integrato del quale non contano solo i danni ambientali, ma il complessivo processo di modificazione. E’ necessario leggere nelle unità territoriali tanto la dimensione locale quanto globale, secondo una logica che oggi si definisce glocal, perché contempera i due piani. L’analisi delle unità territoriali consente di comprendere le risorse a disposizione, l’utilizzazione, i bisogni presenti in loco, i modelli economici esistenti, le condizioni ambientali come risultato delle attività umane, il quadro complessivo da correlare alle esigenze aziendali della globalizzazione. Se si legge la realtà nella su concretezza non potranno più essere tralasciate forme di inquinamento che sono rappresentate in modo eclatante nelle figure 8 e 9. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali 8 Le politiche per l’ambiente La politica da alcuni anni, soprattutto a scala internazionale, ha cominciato ad occuparsi delle problematiche ambientali. La difficoltà nell’affrontare i problemi ambientali consiste nella molteplicità delle giurisdizioni coinvolte. Molti problemi ambientali travalicano i confini politici, per cui è necessario l’accordo tra Stati diversi. Inoltre per affrontare la revisione degli impianti industriali o per impiantare depuratori uno Stato deve investire fondi che non sempre sono disponibili. I regimi autoritari si comportano anche peggio: importano tecnologia a basso costo che produce forte inquinamento. Sono comunque importanti tutti i protocolli internazionali che riguardano le problematiche ambientali e le priorità da loro indicate: 1) Conferenza di Stoccolma del 1972 che stabilisce la necessità di prevenire le cause dell’inquinamento; 2) La Convenzione di Ginevra del 1979 che tratta dell’inquinamento atmosferico a lunga distanza; 3) La Convenzione di Montego Bay del 1982 che tratta della tutela dell’ambiente marino; 4) La Convenzione di Vienna del 1985 si preoccupa della protezione della fascia di ozono. 5) La Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 tratta dello sviluppo sostenibile e dell’importanza della collaborazione mondiale per l’ambiente; 6) Il protocollo di Kyoto del 1997 si preoccupa della riduzione delle emissioni di gas inquinanti 7) Gli accordi di Marrakesh del 2001 stabiliscono aiuti per i paesi in via di sviluppo 8) Il vertice di Johannesburg del 2002 fissa come obiettivi l’equilibrio del clima, della concentrazione di anidride carbonica e di altri gas serra. 9) Il vertice di Copenhagen del 2009 ha stabilito contributi per i paesi poveri perché utilizzino tecnologie verdi (10). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 16 Università Telematica Pegaso Le problematiche ambientali Bibliografia Aversano V.- Ruggero G.( a cura di), Montagna assassina o vittima?, Salerno, Lavagna Editore, 2000 Barbieri G.-Canigiani F.-Cassi L., Geografia e Ambiente.Il mondo attuale e i suoi problemi,UTET Libreria, Torino,1991. Canosci D., “La valutazione di impatto ambientale a scuola” in Ambiente Società Territorio Geografia nelle scuole, n4/5 2002, pp107-108 Caruso F., Educazione ambientale, Zanichelli, Bologna, 1986. Cundari G., “ Ambiente geografia e geografia dell’ambiente?” in Quaderni dell’ambiente, a cura di M. Mautone, Napoli,1992, pp25-30. Knox P., Agnew J., Geografia economica, Milano, franco Angeli, 2002. Delort R., Walter F., Storia dell’ambiente europeo, edizioni Dedalo,Bari , 2002. Mc Neill J. R., Qualcosa di nuovo sotto il sole, Firenze, Le Monnier, 2002. Osualdella S., Globalizzazione dell’economia e globalizzazione del degrado ambientale, 2004, in www.ambientediritto.it. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 16