Il ristorante di GourmArte Fabio Abbattista - Vistalago Bistrò & Leone Felice - L'Albereta Relais & Chateaux, Erbusco (BS): classe 1977, origini pugliesi e una carriera brillante alle spalle, tecnica solida e una cucina garbata. Lo chef di Molfetta ha maturato esperienza in molti ristoranti di fama internazionale, dal Roof Garden Restaurant dell’Hotel Gran Bretagna di Atene, passando per la Francia di Alain Ducasse al Le Spoon di Parigi, al periodo di vicinanza a Michel Roux al ristorante Le Gavroche, alla parentesi londinese presso lo Square Restaurant; per giungere all’esperienza più significativa come secondo di Fabio Baldassarre all’Unico di Milano e raccogliere infine il testimone di Gualtiero Marchesi all’Albereta. Andrea Alfieri - Macelleria Motta, Bellinzago (MI): Classe 1974, è nato a Milano da una famiglia di professori universitari ma il suo amore per la cucina l’ha portato a iscriversi all’Istituto Alberghiero. Negli anni Novanta diventa Executive Chef presso il ristorante Yar di Milano, conseguendo le “2 forchette” assegnate dal Gambero Rosso. È stato anche Executive Chef del ristorante “Majestic Gourmet Restaurant” a Madonna di Campiglio dove, rispettando sempre la cucina trentina, è riuscito a creare piatti in equilibrio tra tradizione e innovazione. Noto per le sue partecipazioni televisive (Mediaset, Rai, Gambero Rosso Channel e Alice,). Umberto Bombana & Marino D’Antonio - Otto e mezzo (Hong Kong): Il cuoco clusonese (che ai tempi della scuola alberghiera fu allievo di Roberto Benussi, oggi presidente dell'Associazione Cuochi Bergamaschi) è arrivato in Oriente vent'anni fa, nel 1993, dopo aver lavorato in prestigiosi ristoranti in Italia e a Los Angeles. Bombana è rimasto legatissimo alla sua terra. Infatti non ha mai fatto mistero di rifornirsi in Bergamasca di formaggi e di pesce nonché di avere nel suo menù i «casonsèi», scritto proprio così, ma con la descrizione in inglese. A Hong Kong il suo team è guidato da Marino D’Antonio, con lui dal 2012. Riccardo Camanini - Lido84, Gardone Riviera (BS): Dopo aver ottenuto il diploma di cuoco presso l’Istituto Tecnico Alberghiero di Dario Boario Terme, lo Chef Riccardo Camanini inizia il suo percorso lavorativo collaborando con la scuola di Gualtiero Marchesi. L’attenzione alle materie prime, e la curiosità della scoperta lo guidano nella creazione di accostamenti, talvolta audaci, ma sempre armoniosi. Enrico e Roberto Cerea & Paolo Rota - Da Vittorio, Brusaporto (BG): Enrico Cerea, detto Chicco, primogenito di Bruna e Vittorio, è caduto bambino nelle pentole di famiglia... La passione lo ha contagiato a tal punto che ogni momento libero è diventato un pretesto per seguire, curiosare, studiare i segreti delle cucine di tutto il mondo. Sorretto da un talento mai autocelebrativo, ha acquisito uno stile personalissimo, miscelando le ricette della cucina di Vittorio con la sensibilità e la tecnica appresa negli anni. Non ha mai smesso di imparare. Al fianco di Enrico c'è Roberto (Bobo), fratellino colpito dalla medesima malattia del buon cibo. Anche per lui, un percorso di studio e applicazione sorretto dai tanti stages a cui ha partecipato, affinando tecnica e capacità di esecuzione. La predilezione per la sezione "primi" si è tramutata in una serie di ricette golose e suadenti, che si richiamano alla più alta tradizione della cucina mediterranea. Enrico Derflingher – Interprete del Gusto: A contatto con centinaia di personalità, Derflingher è davvero un ambasciatore d’eccezione dell’Italia a tavola nel mondo. Nato a Lecco nel 1962, è cresciuto nelle più importanti cucine stellate internazionali. A soli 25 anni fu scelto come cuoco personale di Carlo e Diana d’Inghilterra tra migliaia di aspiranti. Primo cuoco italiano alla corte inglese dopo una lunga tradizione di francesi, Enrico ha poi attraversato l’oceano per arrivare direttamente alla Casa Bianca, dove è stato per due anni responsabile delle cucine, facendosi amare da George Bush Sr. Antonio Borruso - Umami, Bormio (SO): Mettete un napoletano in Valtellina e mettete anche una cucina che offre un bellissimo spaccato sull'universo gastronomico partenopeo proprio in mezzo ai monti. Antonio Borruso, classe 1979, ha lavorato come executive chef del ristorante Gimmy's dell'Arish di Aprica, dove ha conquistato anche la sua prima Stella Michelin. Da dicembre 2013 è partita la sua avventura anche nella gestione di un ristorante, sempre sui monti, ovvio. Giuseppe Cereda - Cucina Cereda, Ponte San Pietro (BG): La sua cucina rappresenta un elegante intreccio di tradizione e modernità, che si proietta verso il futuro senza però dimenticare il sapore genuino dei prodotti del territorio. Oltre alla rielaborazione di piatti della tradizione contadina bergamasca, come la ben nota “Panada”, lo chef propone creazioni originali contraddistinte da grande stile e dalla cura di ogni dettaglio. Enrico Gerli - I Castagni, Vigevano (PV) 1 stella: a un passo dal diploma al conservatorio, Enrico scopre una grande passione che arde e che parte dai fornelli della casa di campagna di famiglia, alle porte di Vigevano. Ecco allora che la vena artistica lascia progressivamente il pianoforte e si sposta su altri strumenti; i diagrammi tecnici fanno spazio a profumati ingredienti, a raffinati vini, altra sua grande passione. I piatti della carta sono saldamente legati alla tradizione del territorio lombardo, punto di forza per una rivisitazione che premia la ricerca e l’estro gastronomico dello chef e che comunque non disdegna altre espressioni regionali. Felice Lo Basso – Unico, Milano 1 stella: La carta d’identità e le esperienze sono quelli da chef di ‘rango’: natali pugliesi, apprendistato in grandi ristoranti gourmet in Italia. Quindi l’approdo in un ambiente, la montagna, solo apparentemente agli antipodi rispetto al territorio dei procedenti impegni. Il trait d’union è la ricerca dei prodotti di qualità, la voglia di darsi da fare, di sperimentare forme e colori, di mixare i gusti, di metterci il cuore. Nel 2011 la prima stella michelin, e nel 2013 una nuova sfida: il trasferimento a Milano, alla guida di Unico. Stefano Masanti – Cantinone, Madesimo (SO) 1 stella: Il suo primo giorno in cucina è stato a soli 5 anni, per aiutare il nonno a bollire la base per il gelato alla vaniglia. Dai 5 anni ai 19 anni lavora come aiuto cuoco a casa quando serve e quando ne ha voglia. Dai 19 anni a oggi è alla guida del ristorane Il Cantinone. Nel 2005 con altri 3 colleghi fonda Slowcooking – cucina e cultura del territorio di Valtellina e Valchiavenna, cercando di recuperare i produttori e i prodotti tradizionali del suo territorio, salvaguardando biodiversità e cultura locale. Matteo Maenza - Lefay Resort & Spa Gargnano (BS): Trent’anni, origini pugliesi. La sua esperienza professionale inizia subito dopo il diploma, a Roma, in Francia, in Spagna, in Grecia. Da gennaio 2013 è alla guida della brigata di Lefay Resort & SPA Lago di Garda, dove interpreta la cucina Lefay Vital Gourmet nei due ristoranti– “La Grande Limonaia” e la “Trattoria La Vigna”. Sergio Mei - Four Seasons, Milano: "Mi piace sperimentare, ma credo anche che non ci sia nulla di nuovo sotto il sole". "Reinvento e reinterpreto ricette tradizionali". "La perfezione non esiste; ma esistono le ricette straordinarie". Tre frasi che riassumono il pensiero di Sergio Mei da Santadi (Cagliari), classe 1952, dal 1994 executive chef dell'hotel Four Seasons di Milano. Ha sempre dichiarato di preferire "le materie prime povere al foie gras, il caviale e l'aragosta". Un approccio umile che deve al padre, intagliatore di legno, eredità boschiva presente ancora oggi nel nostro cuoco, appassionato di piante, frutti di bosco, erbe. Mattias Peri - Chalet Mattias, Livigno (SO) 1 stella: nato a Livigno il 29 Gennaio 1969. Si è diplomato alla Scuola Alberghiera di Sondrio. La sua esperienza lavorativa inizia molto presto come lavapiatti; lavora sempre a Livigno in alberghi e ristoranti facendo alcune aperture di nuovi locali, si ritiene un autodidatta. Robero Petza - S'Apposentu, Cagliari: Roberto Petza nasce nel 1968 a San Gavino Monreale, piccolo centro della pianura del Campidano. Dopo il diploma decide di affinare le proprie tecniche con una lunga permanenza nei migliori ristoranti in Italia e all’estero. Nel 1998 rientra in Sardegna e inaugura nel suo paese natale il ristorante S’apposentu, raccogliendo riconoscimenti e incarichi che ne attestano l’assoluto valore. Nel 2002 si trasferisce a Cagliari e fonda il ristorante S’apposentu al Teatro Lirico. La sua cucina è apprezzata da noti gourmet e le grandi guide gastronomiche nazionali e internazionali lo premiano fino ad arrivare alla stella Michelin. Nel 2010 una nuova sfida. Creare l’Accademia dell’alta cucina sarda nel paese della pasta: Siddi. Qui trasferisce anche il suo ristorante in una villa liberty dei primi del ‘900, proprio nella casa di famiglia dei proprietari dello storico Pastificio Puddu. Nascono così il ristorante S’Apposentu di Casa Puddu e l’Accademia Casa Puddu. Roberto Pirelli - Il Ritrovo, Carate Brianza (MB): Attento alla migliore qualità e alla stagionalità degli ingredienti, Roberto propone un viaggio nei sapori mediterranei d’ispirazione siciliana, nei quali la tradizione dei piatti più antichi e degli ingredienti poveri si sposano in modo equilibrato con le moderne tecniche di cottura e lo studio di abbinamenti innovativi: pesce e crostacei freschi, olio extravergine d’oliva, erbe aromatiche, paste e dolci fatti in casa e un pizzico di creatività… un “Ritrovo” di emozioni, profumi e piacere da “A…Mare”. Luigi Pomata – Pomata, Cagliari: La famiglia Pomata opera nella ristorazione da tre generazioni, cioè da quando il Nonno Luigi, agricoltore sardo, ma con una forte passione per la cucina, decise di prendere in gestione il ristorante dell’ Hotel Riviera. La curiosità per le cucine del mondo ha portato Pomata a lavorare con importanti chef all’estero, e al di fuori della sua Sardegna. Esperienza che gli ha consentito così di rievocare nelle sue ricette quel tocco di “esotico” con nuovi gusti senza abbandonare i sapori tradizionali. Renato Rizzardi - La Locanda di Piero, Motecchio Precalcino (VI) 1 stella: Renato crea continuamente piatti che nascono da una profonda conoscenza degli ingredienti e delle tecniche. Con la sicurezza di un amante di lunga data, cucina pietanze che mostrano una passione profonda e onesta per il suo mestiere. E che, talvolta, lasciano intravedere uno scorcio sul lato giocoso e creativo di quest’uomo dall’aspetto severo e imponente. In qualsiasi momento dell’anno, i suoi menu mettono in luce il meglio dei prodotti locali, con deviazioni per i sapori tipici e gli ingredienti unici di altre regioni italiane. Marco Sacco - Piccolo Lago, Verbania (VB) 2 stelle: Marco Sacco, classe 1965, inizia la sua esperienza con la cucina e la ristorazione negli anni 80, nei due ristoranti di famiglia: prima al Bolongaro, e poi al Piccolo Lago, entrambi a Verbania. La formazione presso ristoranti stellati in Italia e all'estero permette a Marco di accrescere la propria esperienza in cucina, ed di diventare un rappresentante importante della cucina italiana e piemontese anche all'estero. Oggi Marco è anche presidente dell' associazione CHIC (Charming Italian Chefs), e presenzia alcune tra le più importanti manifestazioni internazionali sulla cucina italiana: Hong Kong, Mosca, New York..... Ma prima di tutto Marco è lo chef del Piccolo Lago (stella Michelin dal 2004), dove si può assaporare una cucina fatta di sapori locali rispettatiti nella loro natura e interpretati con estro e innovazione. Claudio Sadler – Sadler, Milano: Claudio Sadler è sinonimo di solidità: non che si tratti di un conservatore in senso stretto, etichetta che va stretta alla sua voglia di fare; ma di un purista e di un innovatore prudente, questo sì. Sadler è milanese per nascita e per passione, sebbene il suo cognome arrivi dal Trentino e sua mamma dal Friuli. Tanto che per lui è più che naturale praticare una cucina italiana in senso lato, che rimescola le regioni a colpi di brodetti alla livornese e ossobuchi alla milanese, bagnetti gialli alla piemontese e bottaggi di verza estrapolati dalla gloriosa cassoela. «Mi piace portare all’estero senza compromessi il messaggio della cucina italiana, con il mio apporto personale», dice forte di una felice esperienza giapponese e di una più recente a Pechino.