Lo chef / L’alta cucina a casa tua Identikit Nella foto: Lo chef Lorenzo Lavezzari nella cucina del suo nuovo ristorante Otto timore: è vero il contrario, è meglio farsi amare e creare un buon clima di lavoro. Io l’ho imparato da mio padre, che ha gestito per tutta la vita una società ed era amatissimo dalle persone che lavoravano con lui. Ma anche nella mia esperienza al ristorante Iyo, con tredici persone da coordinare, c’era una buona atmosfera. L’importante è rispettare i tempi, svolgere bene il proprio ruolo, poi se uno ha dieci minuti liberi può tranquillamente fumare una sigaretta o chiamare la moglie! I cuochi in tv: che ne pensa? Sono amico di Carlo Cracco, che tra l’altro è ben diverso da come appare sullo schermo. Ho lavorato insieme a Bruno Barbieri e a Ernst Knam. Li apprezzo molto, ma la cucina è un’altra cosa, la tv non ti spiega la bellezza di questo lavoro. In tv c’è un copione, e 100 qualcuno deve fare il cattivo. Un po’ come nel film di Sergio Leone: ci deve essere “Il buono, il brutto, il cattivo”. Ma la vita vera è un’altra e dopo tutto si parla di cucina, non di salvare il mondo. Mia moglie lavora a Emergency, io sono volontario dell’associazione, a cui devolvo gli introiti dei coperti del mio locale. So quali sono i drammi veri. Avete figli? Un bambino di 4 anni, che ha cambiato il mio modo di vedere la vita. Cosa le piace preparare più di tutto il resto? La pasta fresca. E i cioccolatini. Cuoco e pasticciere. C’è davvero questa grande differenza? Si dice che la cucina sia creatività e la pasticceria sia precisione… Non ci sono più tutte queste differenze ormai. Il pasticciere normalmente è più calibrato, deve stare attento alle grammature, mentre il cuoco anche se ha sbagliato le dosi ha più possibilità di recuperare il piatto. Il suo locale ha una particolarità, oltre a quella di avere otto posti a sedere… È anche bottega. Sono proprietario di un agriturismo in Lunigiana, dove produco olio, vino, frutta, verdura. E vendo questi prodotti nella bottega del ristorante. Ho due persone che si occupano di questa azienda, ma quando è la stagione della vendemmia o della raccolta delle olive vado anche io a lavorare. E magari metto un cartello sulla porta del ristorante: “Chiuso per imbottigliamento”. u Nato a Bollate 42 anni fa, nel 2006 inizia la carriera lavorando in ristoranti stellati, tra i quali quello di Bruno Barbieri (2 stelle Michelin) e quello di Claudio Sadler, anche lui “bistellato”, “una delle esperienze più importanti della mia carriera”. Nel 2010 lavora nella pasticceria di Ernst Knam a Milano, dove diventa responsabile della pralineria di cioccolato e aiuto pasticcere. Sarà proprio Knam, nel 2011, a far conoscere a Lavezzari il maestro Haruo Ichikawa del ristorante Iyo. Inizia così la sua lunga avventura come sushi-man, creatore di piatti fusion e successivamente chef del ristorante al fianco dello stesso Ichikawa. Il risultato non tarda ad arrivare e i due nel 2014 vengono premiati con una Stella Michelin e tre mappamondi Gambero Rosso. Dalla primavera 2015 Lavezzari è diventato, come si definisce, “agrichef”: nel suo ristorante propone anche i prodotti della azienda agrituristica di famiglia, situata sui Colli di Luni (SP), dove si produce olio extra vergine di oliva e vini. Bottega di pomeriggio, per merende e degustazioni, il locale diventa ristorante la sera del venerdì e del sabato. Nelle pagine successive, tre ricette di Lorenzo Lavezzari 1.2017 98-103_Lyf_Chef_ok.indd 100 27/02/17 13:54 Lo chef / L’alta cucina a casa tua Oggi cucino io Conosce bene e apprezza la cucina senza glutine, complice anche una nipotina celiaca che ha la fortuna di avere uno zio chef che la coccola lorenzo lavezzari «Amo fare i cioccolatini ma il mio osso duro è il pane» Di Anna Parodi [email protected] Lorenzo Lavezzari aveva una carriera avviata come arredatore di interni nell’azienda di famiglia. A 31 anni ha mollato tutto per dedicare la sua vita alla cucina. “Ho seguito un corso organizzato dal Gambero Rosso e ho cominciato a lavorare. La cucina mi è sempre piaciuta, in casa mia si è sempre mangiato molto bene. A un certo punto ho capito che questa passione era più forte di tutto”. Dieci anni più tardi Lorenzo, dopo importanti esperienze professionali in diversi locali stellati (fra cui il premiatissimo ristorante etnico Iyo), ha aperto con successo un ristorante tutto suo. Si chiama Otto, perché ospita un massimo di otto coperti, per garantire cura del cliente e atmosfera intima e familiare. Se una persona celiaca arriva nel suo locale, lei cosa propone? Molte cose. Io ho esperienza di cucina giapponese e inizierei proponendo un sushi con riso, ma adattato ai sapori e agli aromi della nostra tradizione. Oppure, visto che siamo in Lombardia, punterei su un risotto speciale, con cavolo romanesco, gamberi rossi di Mazara del Vallo crudi e lime. 98 Uhm, ho già fame… e il dolce? Io amo molto usare farine non di frumento, come mais e quinoa, quindi nessun problema. Ma ci sono ottimi dolci al cucchiaio con ingredienti naturalmente senza glutine, creme, mousse… ho imparato molto lavorando con il pasticciere Ernst Knam (severissimo giudice di sfide “dolci” in tv, ndr). E il pane? Il pane senza glutine è molto difficile da fare e io, anche se ho esperienza in questo senso, da quando ho il ristorante preferisco affidarmi a un panificio specializzato, perché in cucina sono da solo! La cucina “gluten free” è un limite? No, perché? Si possono preparare carne, pesce, verdura, vellutate, zuppe… le possibilità sono moltissime! Lei conosce bene il problema della celiachia… Sì, ho una nipote di 14 anni che è celiaca e cucino spesso per lei. Lei in cucina è da solo, quindi non può trattare male nessuno, visto che i cuochi a quanto pare sono cattivi… Ma questo non è vero! Ci sono persone dure, questo sì, ma non è la norma. Non ha senso farsi odiare dai dipendenti per incutere 1.2017 98-103_Lyf_Chef_ok.indd 98 27/02/17 13:54 La cucina in tv? Per me la vita vera è un’altra 1.2017 98-103_Lyf_Chef_ok.indd 99 99 27/02/17 13:54