SOCIETA’ SABATO 24 NOVEMBRE 2012 NELLA BIBBIA DEL GUSTO IL TRAGUARDO LA GUIDA MICHELIN INCLUDE ORA BEN CINQUE RISTORANTI COMASCHI 11 •• IL BALZO DELLE QUATTRO NEW ENTRY A LIVELLO REGIONALE DUE SONO LARIANE AFFIATATI Lo chef Bernard Fournier al centro attorniato dalla sua squadra del ristorante Da Candida di Campione d’Italia Quest’anno la sua cucina ha riconquistato una stella Michelin riconoscimento che aveva già ottenuto nel 1995 riuscendo poi a mantenerla per dieci anni sino al 2005 La stella Michelin al più francese degli chef che lavorano sul Lario Riconoscimento al campionese Da Candida di PAOLA PIOPPI — CAMPIONE D’ITALIA — DOPO DIECI ANNI la Stella Michelin è tornata a Campione d’Italia, riconoscimento della qualità professionale dello chef Bernard Fournier e del ristorante Da Candida. Una cucina italo-francese che da sempre ha cercato il connubio tra due culture, con un solo obiettivo: riuscire a trarre il meglio su ogni fronte, e valorizzare la cultura alimentare. È stato difficile far piacere i sapori francesi ai comaschi? «Un po’ sì, perché la tendenza è quella di mangiare la cucina all’interno del proprio paese. Inoltre i comaschi spesso devono essere stimolati quando si propone qualcosa di nuovo. La mia non è una cucina propriamente francese, ma il risultato di esperienze maturate tra Italia e Francia, cercando un punto di incontro. Comunque è una cucina diversa rispetto agli standard, e quindi da far capire. La prima Stella Michelin, arrivata nel ’95, mi ha aiutato molto a ottenere la fiducia della clientela: era stato un ottimo momento, perché avevamo una piccola cucina con un ristorante aperto da pochi anni. Siamo riusciti a mantenerla per dieci anni, fino al 2005, quando ci è stata tolta». Poi cos’è successo? «Siamo andati incontro a un periodo di ristrutturazione del locale, e devo ammettere che non eravamo ai massimi livelli. Ora che questo riconoscimento è tornato, mi sento molto più sereno rispetto al ’95. All’epoca non ero preparato, ora ho una diversa maturità professionale, penso di poterla apprezzare meglio questa Stella». Cosa c’è di italiano nella sua cucina? «Tutti i primi, la cultura della pasta, gli gnocchi. Persino il tiramisu scomposto, base tradizionale e rivisitazione. L’Italia mi ha fatto “ BERNARD FOURNIER Mi ha sempre stupito che un territorio con visibilità mondiale non sapesse difendersi a livello gastronomico crescere molto, ho capito che il cliente andava guidato, attirato verso una cucina diversa. Bisogna corteggiarlo, convincerlo che conoscere nuovi modi di interpretarla può essere affascinante. Portarlo sulla tua strada, facendogli capire il valore di ciò che gli stai proponendo». Come si fa a realizzare una contaminazione tra due cucine? «Per esempio con delle tagliatelle di crepes con salmone e uova di salmone, dove tagliatelle italiane incontrano le crepes francesi». Che significato hanno per il territorio queste due nuove Stelle arrivate quest’anno nel Comasco? «Ancora non so quanto è realmente tenuto in considerazione questo riconoscimento, ma sono convinto che sia necessario aumentare la cultura alimentare e professionale. In ogni caso, per l’estero è un passo molto importante: mi ha sempre stupito il fatto che un territorio con visibilità mondiale come il Comasco, non sapesse difendersi a livello gastronomico. Quest’anno la guida riporta cinque ristoranti stellati, è un risultato importantissimo». Ora cosa bisogna fare? «Imparare a lavorare insieme, andare nella stessa direzione. È fondamentale maturare questo spirito, che è sempre mancato. La politica dell’ognuno per sé, non paga. Sono convinto che il risultato di quest’anno, servirà a tutto il settore, perché porta qualità e visibilità a un intero territorio. Bisogna continuare su questa strada, facendo in modo che Como trovi uno spazio adeguato nella cultura alimentare a livello nazionale». Come fa un ristorante di alto livello a fare i conti con la riduzione dei consumi? «Innanzi tutto non aumenta i prezzi e mantiene inalterata la qualità». CAMPIONE «La crisi nel piatto la si batte con la solidarietà» — CAMPIONE D’ITALIA — «IN OGNI MOMENTO di crisi, c’è sempre qualcosa di positivo». Non si lascia intimorire dal periodo poco favorevole Bernard Fournier, forte del riconoscimento arrivato dalla più prestigiosa guida gastronomica mondiale, ma anche di una fiducia estrema nella qualità professionale. «In questo momento non è facile per nessuno – aggiunge – bisogna avere pazienza e intanto credere in quello che si fa. L’importante è avere rispetto di se stessi e degli altri». Lo chef Campionese, ha una sua idea su come affrontare i momenti incerti, con regole che devono valere sempre: «Imparare ad andare incontro al mercato, per esempio. Capire come puoi proporti, prima ancora di importi. Poi lavorare insieme, perché unire le risorse e fare fronte comune è una cosa importantissima».