dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 Breve compendio su trigonometria e funzioni goniometriche (senza pretesa di completezza) Misura degli angoli in radianti In una circonferenza avente centro nell’origine degli assi e raggio arbitrario, consideriamo l’angolo orientato α. Chiamiamo: RP = arco sotteso dall’angolo α; P Il rapporto fra la lunghezza dell’arco orientato RP ed il raggio OR non dipende dalla particolare circonferenza, ma solo l dall’ampiezza dell’angolo α. In altre parole, tale rapporto è α R una funzione dell’angolo α. Definiamo allora come misura in r O radianti dell’angolo orientato α il rapporto fra la lunghezza dell’arco orientato RP sotteso dall’angolo α e la lunghezza del raggio OR della circonferenza. l α rad = r Es.: misura dell’angolo giro in radianti. Poiché, per l’intera circonferenza, è l = 2πr , applicando la formula troviamo che, per l’angolo giro, αrad = 2π. Similmente, per l’angolo piatto si ottiene αrad = π. Per passare dai gradi ai radianti, e viceversa, possiamo dunque utilizzare questa proporzione: α rad : α° = π : 180 Quindi: gradi radianti 0° 0 30° π/6 45° π/4 60° π/3 90° π/2 180° π 270° 3π/2 360° 2π D’ora in poi utilizzeremo sempre la misura degli angoli in radianti; di conseguenza ometteremo sempre il pedice “rad” ed indicheremo gli angoli con una lettera greca (α, β, γ, …) o con la lettera x. Seno, coseno, tangente di un angolo Consideriamo un triangolo rettangolo. Indichiamo con α uno dei due angoli acuti. Definiamo: o = cateto opposto all’angolo a = cateto adiacente all’angolo i = ipotenusa Consideriamo ora due triangoli rettangoli simili, di lati rispettivamente o, a, i ed o', a', i' (v. figura). Dalla similitudine dei triangoli segue l’uguaglianza dei rapporti tra i lati corrispondenti: o o' a a ' o o' = ; = ; = . i i' i i' a a' È chiaro, quindi, che tali rapporti non dipendono dalle dimensioni del triangolo, ma solo dalla misura dell’angolo α. Conviene allora dare loro un nome. 1 i o α a i i' o o' a' a dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 Definiamo: o (cateto opposto / ipotenusa) i a cos α = (cateto adiacente / ipotenusa) • coseno di α i o • tangente di α tg α = (cateto opposto / cateto adiacente) a N.B.: Nei testi americani e sulle calcolatrici si trova “sin” al posto di “sen”, e “tan” al posto di “tg”. Notiamo che: o sen α sen α o i o . = i = ⋅ = = tgα ; di conseguenza, tg α = a cos α cos α i a a i • sen α = seno di α Relazioni tra gli elementi di un triangolo rettangolo i β o α • • a i = ipotenusa a = cateto adiacente (all’angolo α) o = cateto opposto (all’angolo α) • o i a cos α = i o sen α tg α = = , (per α ≠ π2 ) a cos α sen α = o = i · sen α = i · cos β a = i · cos α = i · sen β o = a · tg α; a = o · tg β Il seno e il coseno come funzioni dell’angolo α sen α Nel piano cartesiano consideriamo una circonferenza con centro nell’origine del sistema di assi coordinati, e raggio r = 1. La circonferenza di raggio unitario è detta circonferenza goniometrica; nella circonferenza goniometrica la misura di un angolo è numericamente uguale a quella dell’ arco sul quale esso insiste. Sulla circonferenza goniometrica prendiamo un punto P, e congiungiamo P al centro O; il segmento OP forma con l’asse orizzontale un certo angolo, che indicheremo con la lettera α. Consideriamo il triangolo rettangolo OHP. La sua ipotenusa coincide con il raggio della circonferenza, e quindi ha lunghezza pari ad 1. Si definisce seno dell’angolo α (e si indica con sen α) il rapporto tra la misura del segmento orientato HP e quella del cos α: K P(xP, yP) raggio OP; tenendo conto che la lunghezza di OP è pari a 1, cos α + a destra avremo dunque: – a sinistra sen α = HP/OP = yP . α Si definisce invece coseno dell’angolo α (e si indica con cos α) il rapporto tra la misura del segmento orientato OH e quella del H O raggio OP; dunque: cos α = OH/OP = xP . sen α: + sopra Le funzioni definite tramite la circonferenza goniometrica si – sotto chiamano funzioni trigonometriche (o goniometriche). Il seno ed il coseno visti come funzioni possono assumere sia 2 dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 valori positivi che negativi o nulli. Notiamo infatti che l’ordinata di P è positiva quando P si trova al di sopra dell’asse x, e negativa quando P si trova al di sotto dell’asse x; analogamente, l’ascissa di P è positiva quando P si trova a destra dell’asse y, e negativa quando P si trova a sinistra dell’asse y. sen α Di conseguenza sarà: sen α > 0 quando P è nel semipiano delle y positive, sen α < 0 quando P è nel semipiano delle y negative; invece, cos α > 0 quando P è nel semipiano delle x positive, cos α < 0 quando P è nel semipiano delle x negative. I segni delle funzioni seno e coseno nei vari quadranti saranno perciò quelli evidenziati qui a lato. cos α Per il teorema di Pitagora applicato al triangolo OHP, si ha inoltre (sen α)2 + (cos α)2 = 1. Poiché non abbiamo fatto alcuna ipotesi circa l’angolo α, è facile convincersi che quest’equazione vale qualunque sia l’angolo α in questione. Quest’equazione è detta perciò l’identità fondamentale della goniometria e più spesso si scrive, con notazione abbreviata, sen 2 α + cos 2 α = 1 , dove sen2α è da intendersi come una notazione compatta per (sen α)2, e cos2α una notazione compatta per (cos α)2. La tangente come funzione dell’angolo α Si definisce tangente dell’angolo α (e si indica con tg α) il rapporto tra la misura del segmento orientato HP e quella del tg α: + segmento orientato OH: K P tg α = HP/OH = sen α / cos α = yP/xP . cos α Sia R il punto di coordinate (0; 1); la tangente in R alla tg α: – circonferenza incontra il prolungamento del lato OP nel punto α T. Per le proprietà dei triangoli simili, il rapporto tra le lunghezze dei segmenti orientati HP ed OH è uguale a quello H R O tra le lunghezze dei segmenti orientati RT ed OR; tenendo conto del fatto che OR è il raggio della circonferenza tg α: + tg α: – goniometrica, avremo dunque: tg α = RT/OR = yT . tg α Il segno di tg α nei vari quadranti si ricava dal prodotto dei segni di sen α e cos α; esso sarà pertanto positivo quando le coordinate di P hanno segno concorde (nel 1° e nel 3° quadrante), negativo quando le coordinate di P hanno segno discorde (nel 2° e nel 4° quadrante). sen α tg α T Funzioni goniometriche di alcuni angoli particolari α° 0° 30° 45° 60° αrad 0 π 6 π 4 π 3 sen α 0 1 2 2 2 3 2 3 cos α 1 3 2 2 2 1 2 tg α 0 3 3 1 3 dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 π 2 π 3π 2 0 90° 180° 270° 360° 1 0 – 0 –1 0 –1 0 – 0 1 0 Angoli associati (angoli che differiscono da α per un multiplo intero di π/2) π/2 + α Osservando la figura e tenendo inoltre conto della periodicità delle funzioni goniometriche, è immediato stabilire le relazioni che intercorrono tra le funzioni goniometriche relative all’angolo α e quelle relative agli angoli associati, ossia: π/2 – α α π–α –α π/2 ± α π±α 2π ± α O –α π+α Abbiamo dunque: sen (− α ) = − sen α π sen + α = cos α 2 π sen − α = cos α 2 sen (π + α ) = − sen α sen (π − α ) = sen α sen (2π + α ) = sen α sen (2π − α ) = − sen α cos(− α ) = cos α π cos + α = − sen α 2 π cos − α = sen α 2 cos(π + α ) = − cos α cos(π − α ) = − cos α cos(2π + α ) = cos α cos(2π − α ) = cos α tg (− α ) = − tg α π tg + x = − ctg α 2 π tg − α = ctg α 2 tg (π + α ) = − tg α tg (π − α ) = − tg α tg (2π + α ) = tg α tg (2π − α ) = − tg α Formule di addizione e sottrazione sen(α ± β) = = sen α cos β ± cos α sen β cos(α ± β) = = cos α cos β ∓ sen α sen β tg(α ± β) = tg α ± tg β 1 ∓ tg α tg β Formule di duplicazione (caso particolare di quelle di addizione, quando β = α) sen(2α) = 2 sen α cos α cos(2α) = cos 2 α − sen 2 α = = 1 − 2 sen 2 α = 2 cos 2 α − 1 tg( 2α) = 2 tg α 1 − tg 2 α Formule di bisezione sen 1 − cos α α =± 2 2 cos 1 + cos α α =± 2 2 4 tg 1 − cos α α =± 2 1 + cos α dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 Formule di prostaferesi (servono per trasformare una somma di funzioni goniometriche in un prodotto) sen α ± sen β = cos α + cos β = α±β α∓β α+β α −β = 2 sen = 2 cos cos cos 2 2 2 2 N.B.: Attenzione alla differenza tra i segni ± e ∓ . cos α − cos β = α+β α −β = −2 sen sen 2 2 Formule per la risoluzione dei triangoli Le seguenti formule sono valide per triangoli qualsiasi, anche non rettangoli. Indichiamo i vertici del triangolo con le lettere A, B, C, i corrispondenti angoli con α, β, γ, ed i lati opposti con a, b, c. Teorema dei seni a b c = = sen α sen β sen γ Teorema del coseno o di Carnot a2 = b2 + c2 – 2bc cos α; b2 = a2 + c2 – 2ac cos β; c2 = a2 + b2 – 2ab cos γ Area di un triangolo S= 1 1 1 ab sen γ = bc sen α = ac sen β 2 2 2 Teoremi di frequente impiego Teorema di Pitagora: a2 = b2 + c2 (ovvero il quadrato costruito sull’ipotenusa è la somma dei quadrati costruiti sui cateti) Primo teorema di Euclide: b2 = b1 · a, c2 = c1 · a (ovvero il quadrato costruito su un cateto è equivalente al rettangolo che ha per lati l’ipotenusa e la proiezione del cateto sull’ipotenusa; o ancora, un cateto è medio proporzionale tra l’ipotenusa e la sua proiezione sull’ipotenusa) A Secondo teorema di Euclide: h2 = b1 · c1 (ovvero il quadrato costruito sull’altezza relativa all’ipotenusa è uguale al rettangolo che ha per lati le proiezioni dei cateti sull’ipotenusa; o ancora, l’altezza relativa all’ipotenusa è media proporzionale tra le due proiezioni dei cateti sull’ipotenusa) 5 c b h b1 c1 B a H C dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 Grafico della funzione y = sen x La funzione y = sen x ha come dominio l’insieme dei numeri reali (Dsen x = R) e come insieme immagine l’intervallo chiuso I = [–1; +1]. 1 0.5 0 -2pi -3pi/2 -pi -pi/2 0 pi/2 pi 3pi/2 2pi -0.5 -1 • È una funzione periodica, di periodo 2π. Definizione. Una funzione y = f(x) è detta periodica se esiste un numero positivo T, detto periodo, tale che, per ogni x, risulta f(x + T) = f(x). [Si assume come periodo il più piccolo tra i numeri che godono di questa proprietà.] Il periodo della funzione y = sen x è T = 2π. Infatti, sen x = sen (x + k·2π), dove k è un numero intero qualsiasi. • È una funzione limitata. Definizione. Una funzione y = f(x) è detta limitata se esiste un numero positivo M, tale che, per ogni x nel dominio, risulta –M ≤ f(x) ≤ M. In questo caso, –1 ≤ sen x ≤ 1. Osservando il grafico della funzione y = sen x, possiamo inoltre dire che essa è una funzione continua. La definizione esatta di funzione continua sarà data più avanti durante il corso; per il momento diciamo solo che il grafico di una funzione continua è costituito da un’unica linea, senza interruzioni. Grafico della funzione y = cos x La funzione y = cos x, come la precedente, ha come dominio l’asse reale (Dcos insieme immagine l’intervallo chiuso I = [–1; +1]. x 1 0.5 0 -2pi -3pi/2 -pi -pi/2 0 -0.5 -1 6 pi/2 pi 3pi/2 2pi = R) e come dott. ing. Franco Buratti, 24.09.2006 Anche la funzione y = cos x è una funzione: • periodica, di periodo 2π • limitata • continua Grafico della funzione y = tg x La funzione y = tg x ha come dominio l’insieme dei numeri reali, esclusi i punti per i quali cos x = 0 (quindi, Dtg x = {x ∈ R | x ≠ π/2 + kπ}) e come insieme immagine l’intero insieme R. La funzione y = tg x è una funzione: • periodica, di periodo π • non limitata • non continua La funzione tangente è periodica di periodo π, poiché, in tutti i punti x in cui essa è definita, risulta tg x = tg(x + kπ). 5 4 3 2 1 0 -2pi -3pi/2 -pi -pi/2 0 pi/2 pi 3pi/2 2pi -1 -2 -3 -4 -5 Abbiamo detto che la funzione tangente non è definita per x = π/2 + kπ. Ci interessa vedere che cosa succede quando x si avvicina ad uno di questi valori, ad esempio a π/2. Il comportamento è differente, a seconda che x tenda a π/2 da sinistra (x → π/2 –) o da destra (x → π/2 +). Si intuisce facilmente che: • • tg x prende valori positivi e grandi a piacere in valore assoluto, quanto più x prende valori vicini a π/2 ma inferiori a tale numero (cioè, quando x tende a π/2 “da sinistra”) tg x prende valori negativi e grandi a piacere in valore assoluto, quanto più x prende valori vicini a π/2 ma superiori a tale numero (cioè, quando x tende a π/2 “da destra”) Utilizzando il formalismo matematico, questo si scrive: lim− tg x = +∞ x→ lim+ tg x = −∞ π 2 x→ “Il limite di tg x, per x che tende a π/2 da sinistra, è +∞.” “Il limite di tg x, per x che tende a π/2 da destra, è –∞.” 7 π 2