Newsletter numero 56 - Associazione Italiana GIST

www.gistonline.it
Newsletter numero 58
del 15 giugno 2014
AGLI ASSOCIATI, AMICI E SIMPATIZZANTI
di A.I.G. ASSOCIAZIONE ITALIANA GIST ONLUS
Ruolo delle Associazioni di pazienti in tempo di crisi economica:
continuità delle cure e accesso ai nuovi farmaci
Anna Costato, Presidente di A.I.G.
L’impegno di A.I.G: trascrizione della relazione presentata alla Riunione
Annuale dei Medici di Italian Sarcoma Group il 7 aprile 2014 a Padova
In questo numero
pag.
Ruolo delle Associazioni di pazienti
in tempo di crisi economica:
continuità delle cure e accesso ai
nuovi farmaci
1
2
A.I.G dona fondi alla ricerca sui
GIST
The GIST Cancer Journal: la prima
rivista medica pubblicata da
un’associazione di pazienti
2
Dai Convegni:
Il percorso della ricerca nei GIST
6
7° Convegno Nazionale A.I.G
Bologna, 29 Marzo 2014
Le associazioni dei pazienti sono considerate, in generale, come gruppi
che accudiscono il paziente da un punto di vista caritatevole e
solidaristico, il che è vero, ma non è tutto. L’istanza che un numero
crescente di associazioni rivendica, è quella di avere un ruolo anche
nelle decisioni di politica sanitaria, per far sì che il paziente - insieme ai
medici e agli amministratori - possa esercitare un potere decisionale
nelle questioni che lo riguardano da vicino, dalla scelta terapeutica agli
indirizzi di spesa in campo sanitario.
pag. 3
La nostra missione
Informare e sostenere i pazienti affetti da Tumore
Stromale Gastrointestinale e le loro famiglie.
Migliorare la qualità di vita delle persone colpite da
GIST, attraverso la promozione e la tutela dei diritti
dei malati con tumore raro nella ricerca, nella
bioetica, nella salute e nelle politiche sanitarie.
Novità nel 2014: analisi mutazionale
di KIT/PDGFRA sul sangue
periferico
9
XVIII Riunione Annuale Italian Sarcoma
Group, Padova 7-8 aprile 2014
New Horizons GIST 2014
11
15
Eventi e Attività
Visione
Un futuro migliore per i pazienti con GIST.
Disponibilità dei migliori trattamenti esistenti e
accesso a tutti i farmaci disponibili.
Conoscenza diffusa della patologia e dei problemi
a essa correlati.
I pazienti con GIST devono essere presenti e
rappresentati in tutti i luoghi istituzionali dove si
decide della loro salute
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. 15 giugno 2014 pag. 2
A.I.G. DONA FONDI ALLA RICERCA SUI GIST
Siamo lieti di comunicare che nel mese di aprile la nostra
Associazione ha versato la cifra di 15.000 euro a titolo di
co-finanziamento per la realizzazione di un progetto di
studio sui GIST (denominato Studio del profilo dei
microRNA nei pazienti con GIST) a favore del gruppo di
ricerca scientifica della Dott.ssa Maria A. Pantaleo,
SSD Oncologia Medica-Biasco, Azienda Ospedaliera
Universitaria Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Università
di Bologna. Una donazione dello stesso importo abbiamo
offerto alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano, per un progetto di ricerca sui GIST che
verrà realizzato e condotto dal Dott. Paolo Casali
Responsabile
SSD
Oncologia
Medica Tumori
Mesenchimali dell’Adulto.
Questi fondi, per un totale di 30.000 euro, sono frutto
delle donazioni di soci, simpatizzanti, cittadini privati e
della raccolta del 5 X 1000 destinato alla nostra
associazione. Siamo orgogliosi di annunciare questo
passo e desideriamo rendere noto che non stiamo
devolvendo questi fondi alla ricerca in generale sul
cancro, che pur svolge un ruolo importantissimo nello
scenario della ricerca oncologica nazionale, ma
specificatamente allo studio sui GIST.
I ricercatori sono impegnati nella comprensione dei
meccanismi di insorgenza e di sviluppo di questo tumore
raro, al fine di trovare le strategie per interrompere i
circuiti che conducono alla proliferazione delle cellule
malate e alla resistenza farmacologica. Queste ricerche,
condotte in diversi centri di ricerca nel mondo che
collaborano tra di loro, mirano ad un traguardo comune:
trovare cure sempre più efficaci nella lotta contro i GIST
Ringraziamo tutti i soci, i simpatizzanti e i cittadini privati
che, con i loro contributi e donazioni, ci hanno dato
fiducia e ci hanno messo in condizione di aiutare
concretamente la ricerca scientifica su questo tumore
raro, il GIST. Col vostro appoggio continueremo ad
aiutare la scienza.
The GIST Cancer Journal: la prima rivista medica
pubblicata da un’associazione di pazienti
E’ stato pubblicato il primo numero della rivista medica
focalizzata esclusivamente sui GIST “The GIST Cancer
Journal “. E’ il giornale ufficiale del Life Raft Group,
Associazione americana di pazienti con GIST e
rappresenta una risorsa completa e autorevole di
informazioni
scientificamente
valide
per
l'aggiornamento professionale di medici e professionisti
della sanità, per quanto riguarda i progressi nella
diagnosi e nel trattamento dei Tumori Stromali
Gastrointestinali.
Direttore Jonathan C. Trent, MD, PhD, Co-Director,
Musculoskeletal Center Director, Sarcoma Medical
Research Program Professor of Medicine University of
Miami Florida
Medical Advisory Board:
Peter Reichardt, MD, PhD Head of the Department of
Interdisciplinary Oncology Director of the Sarcoma Center
Berlin Brandenburg Director, Cancer Center Berlin-Buch at
HELIOS Klinikum Berlin-Buch Berlin, Germany
Matias Chacón, MD Medical Oncologist Instituto Médico
Alexander Fleming Buenos Aires, Argentina
Michael C. Heinrich, MD Professor of Medicine Oregon
Health and Science Univ. School of Medicine and the
Portland Veterans Affairs Medical Center Portland OR
Andrew E. Rosenberg, MD Professor of Pathology, Director
of Bone and Soft Tissue Pathology and Director of Surgical
Pathology at the University of
Miami, Florida
Yoon-Koo Kang, MD Professor of Medicine Department of
Oncology, University of Ulsan College of Medicine, Asan
Medical Center, Seoul, South Korea
La rivista trimestrale è disponibile online al sito
http://thegistcancerjournal.org/
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
da pag. 1 Ruolo delle Associazioni di pazienti
in tempo di crisi economica
I pazienti colpiti da un tumore raro hanno necessità molto
precise:
capire di che malattia si tratta; affidarsi a medici esperti e
centri di cura multidisciplinari da cui farsi trattare; trovare
altri pazienti per una condivisione; conoscere le cure
disponibili; capire la gestione delle terapie in un’epoca in
cui le cure sono sempre più somministrate per via orale,
e, quindi lasciate alla completa gestione del paziente
fuori dall'ambulatorio; capire ed evitare le interazioni con
altre sostanze e ottimizzare il trattamento farmacologico;
avere accesso a tutti i farmaci potenzialmente utili e poter
valutare la partecipazione in studi clinici.
Per rispondere a questi bisogni è nata l’Associazione
Italiana GIST nel 2006 per l’informazione e il sostegno
dei malati con tumore stromale gastrointestinale. I nostri
scopi principali:

Informare sulla malattia e sostenere i pazienti,
indirizzandoli ai centri e ai medici con esperienza
specifica;

Promuovere e indirizzare la ricerca, collaborando
con i centri di cura e le aziende farmaceutiche per
individuare i bisogni ancora non soddisfatti;

Svolgere un’opera di advocacy a tutela del
paziente, rappresentandolo nelle politiche di salute
pubblica e con gli enti regolatori, per garantire
l’accesso a tutte le opzioni terapeutiche disponibili.
Uno dei compiti che ci siamo trovati a fronteggiare negli
ultimi anni è la tutela del malato durante la crisi
economica.
L’Italia, come tutti i paesi europei, è stata colpita da una
recessione globale. Negli ospedali e nelle ASL la crisi
finanziaria si è tradotta in un taglio dei servizi sanitari e le
manovre economiche degli ultimi governi hanno portato
ad un ridimensionamento dell’assistenza. Va aggiunto
che il nostro sistema sanitario già da anni era impegnato
in un processo di decentramento dal governo centrale
alle amministrazioni regionali.
pag. 3
La crisi economica ha portato ad una diminuzione delle
risorse disponibili per le Regioni, alcune delle quali si
trovano in condizioni di disavanzo e costrette a piani di
rientro, manovre che inevitabilmente hanno un impatto
sul sistema sanitario.
Indipendentemente dall’avvento di quest’ultima crisi
economica, l’Italia era comunque già impegnata in un
processo di rientro del debito pubblico e di maggiore
controllo dei costi, con politiche restrittive per il
contenimento della spesa.
Pertanto la crisi economica subentrata non ha attivato
di per sé questi cambiamenti, ma li ha sicuramente
accelerati. Fortunatamente il sistema di protezione
sociale ha messo al riparo dagli effetti più pesanti della
crisi: le cure importanti sono garantite, le malattie
oncologiche continuano ad essere coperte da tutele;
tuttavia abbiamo di fronte problematiche e incognite
sulle quali la nostra associazione si sta adoperando:


l’introduzione di Imatinib generico in Europa nei
prossimi anni,
la necessità di modificare le normative esistenti
per migliorare l’accesso ai farmaci per uso off
label e per uso compassionevole nei tumori rari.
Riguardo al primo punto, la prima generazione di
farmaci molecolari mirati sta giungendo alla scadenza
brevettuale e verranno sostituiti dai farmaci generici.
Imatinib, cura nata per la Leucemia Mieloide Cronica
(LMC), si è anche rivelata come la prima terapia
molecolare mirata efficace in un tumore solido – il
GIST. Nel 2016 in Europa Imatinib verrà rimpiazzato
dal suo generico per la cura della LMC e, negli anni
successivi, per il GIST.
L’avvento dei farmaci generici o equivalenti è una
grande occasione di risparmio per la sanità, su cui
siamo tutti d’accordo, a condizione che siano rispettati
i requisiti di sicurezza ed efficacia del farmaco, di
continuità e di personalizzazione della cura.
pag. 4
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
da pag. 3 Ruolo delle Associazioni di pazienti
in tempo di crisi economica
Esistono alcune criticità note nei farmaci generici:
 la biodisponibilità maggiore o inferiore del 20%
rispetto al farmaco originatore
 i diversi eccipienti
 Il fatto che non siano richiesti studi comparativi di
effettiva bioequivalenza tra farmaci generici diversi,
riferiti ad un unico farmaco di riferimento e quindi la
mancata certificazione che tali generici siano
equivalenti tra di loro.
Ci chiediamo se queste variabili in un farmaco
antitumorale possano comportare una variazione
dell’efficacia. Abbiamo un esempio da osservare: nel
mese di aprile 2013, in Canada è stato introdotto Imatinib
generico per la cura della Leucemia Mieloide Cronica e la
comunità medica ha raccomandato ai pazienti di non
cambiare dal farmaco originale al generico in corso di
terapia, ma di riservare l’uso del generico ad inizio di
terapia.
I farmaci biologici sono l’altro gruppo di farmaci che sta
sollevando un dibattito all’interno della classe medica
circa l’uso dei loro biosimilari, che presentano analogie
con le tematiche dei farmaci generici e che osserviamo
come riferimento parallelo:
AIFA, in un suo Position Paper di maggio 2013, ha
assunto una posizione molto netta affermando che il
medicinale biosimilare è simile ma non identico al farmaco
biologico di riferimento e che la scelta prescrittiva del
medicinale da utilizzare – di riferimento piuttosto che
biosimilare - deve essere affidata al medico specialista
prescrittore, valutando caso per caso.
La continuità terapeutica è il principio irrinunciabile sul
quale desideriamo confrontarci ed è un principio previsto
formalmente nelle delibere regionali, ma esse sono
difformi tra di loro: al centro prevale il contenimento della
spesa sanitaria, ma non anche la continuità e la
personalizzazione delle cure.
pag. 4
Al principio della continuità terapeutica sono favorevoli
anche AIOM e Assogenerici. AIOM ha condotto un
sondaggio sui farmaci biosimilari nel 2013: dal
sondaggio tra i medici è risultato che la sostituzione tra
il farmaco biosimilare e il suo originatore deve essere
decisa esclusivamente dal medico.
Anche Assogenerici si è allineato a questa posizione,
affermando che “nei pazienti già in trattamento è fuori
discussione la sostituzione tra originatore e
biosimilare, prevedendo il ricorso al biosimilare per i
pazienti che cominciano un nuovo trattamento.”
La Rete Internazionale delle Associazioni con GIST,
Global GIST Network, si riunirà nell’appuntamento
annuale dal 14 al 17 maggio 2014 a Zurigo. Il tema
principale sarà l’introduzione di Imatinib generico nella
cura del GIST in Europa. Ci auguriamo di arrivare a
delineare delle azioni da svolgere su base comune per
poter affrontare queste problematiche. Sarebbe
opportuna una modifica della legge comunitaria che
preveda una minore percentuale di variazione di
biodisponibilità nei farmaci antitumorali generici.
Il secondo punto sul quale siamo impegnati è l’accesso
ai farmaci per uso off label e compassionevole nei
tumori rari. Da settembre 2011 partecipiamo al Gruppo
di Lavoro Tumori Rari che include alcuni oncologi,
rappresentanti di AIFA e Associazioni di pazienti. Lo
scopo che ci siamo prefissi è cambiare e migliorare la
normativa per l’accesso ai farmaci per questi due tipi di
uso.
Il gruppo di lavoro ha elaborato un piano di proposte
che è stato presentato nel mese di novembre 2012 in
audizione al Senato. Purtroppo nel corso del 2013 non
ci sono stati sviluppi, perché la situazione politica di
forte instabilità non ha permesso di ottenere alcun
progresso su queste nostre proposte.
Oggi abbiamo di attualità il DL 36 del 20 marzo sull’off
label (decreto nato sulla scia del caso
Avastin/Lucentis). Il decreto verrà esaminato in
settimana e lunedì prossimo approderà in aula.
pag. 5
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
da pag. 4 Ruolo delle Associazioni di pazienti in
tempo di crisi economica
Prevediamo emendamenti perché è stato giudicato
insufficiente dalla Conferenza delle Regioni e soprattutto
non contiene le nostre proposte. Stiamo cercando, in
questa settimana, di riuscire a riproporre l’inserimento
delle nostre proposte sugli off label.
Le Regioni si sono espresse affermando che questo
Decreto Legge sull’off label è insufficiente: il numero dei
pazienti è molto più ampio e l’ambito dell’uso degli off
label è enormemente più vasto del caso specifico
Avastin/Lucentis per il quale il decreto era stato
elaborato. Sappiamo infatti che nei tumori rari e nei
tumori pediatrici è diffuso il ricorso all’uso off label di
farmaci. Talvolta si tratta di cure salvavita. Per esempio
nei GIST: sorafenib, dasatinib e nilotinib sono cure off
label in Europa, ma negli Stati Uniti sono terapie
raccomandate nella cura dei GIST dall’autorevole NCCN
National Comprehensive Cancer Network.
Noi, Associazione di pazienti, non entriamo nel merito
dell’appropriatezza sull’uso di questi farmaci, questa è
una decisione che spetta ai medici, ma stiamo lavorando
perché il medico che decide e valuta opportuno e
appropriato il ricorso all’off label nell’interesse del
paziente con GIST o con tumore raro, lo possa fare senza
i limiti oggi presenti.
Per quanto riguarda l’uso compassionevole sono
principalmente due le proposte che abbiamo fatto;

Eliminare il criterio dell’esistenza di studi già
conclusi di fase II e consentire l’accesso ai farmaci
con un razionale preclinico, con evidenza clinica
convincente anche in assenza della fase II. Su
questo abbiamo un precedente importante:
Imatinib è stato registrato da EMA per la cura del
dermatofibrosarcoma protuberans sulla sola base
dello studio clinico di fase I.

Eliminare il requisito dell’esistenza di un piano di
sviluppo del farmaco; l’azienda farmaceutica è oggi
l’unico soggetto abilitato a chiedere la registrazione
di un cura per una nuova indicazione terapeutica,
pag. 5
ma se - per qualsiasi motivo - l’azienda non
intendesse perseguire lo sviluppo, il paziente con
tumore raro non sarebbe tutelato.
La nostra Associazione di pazienti si propone come
interlocutore nelle sedi dove si decidono gli indirizzi
delle risorse pubbliche in sanità, di ricerca scientifica, di
studi clinici e di assistenza sanitaria. Oggi i protagonisti
di queste scelte sono i medici, i ricercatori, le aziende
farmaceutiche, le istituzioni, ma non sono
rappresentate in queste sedi le associazioni dei pazienti
per patologia. Questa è una realtà che vi invitiamo a
cambiare insieme a noi. E’ ormai riconosciuto da molti
che il coinvolgimento dei pazienti nei processi
decisionali porta benefici non solo ai pazienti stessi ma
anche ai medici, al SSN e migliora l’appropriatezza
delle cure.
Concludo dicendo che qualsiasi azione a tutela dei diritti
dei pazienti ha maggiori probabilità di riuscita se si
poggia su alleanze. In Europa siamo rappresentati da
SPAEN, la Federazione della Associazioni Sarcomi.
SPAEN è stata fondata in Germania nel 2009 e
l’Associazione Italiana GIST Onlus fa parte dei soci
fondatori.
In Italia il nostro auspicio è che si crei un’unione delle
associazioni sarcomi nell’ambito di ISG come sua sede
naturale, allo scopo di verificare obiettivi, scopi, finalità
comuni per arrivare ad una reciproca conoscenza e per
individuare le modalità di collaborazione.
Anna Costato
A.I.G.
Associazione Italiana GIST Onlus
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
Dai
convegni:
Il percorso
ricerca nei GIST
Dai
convegni:
novità della
e informazioni
7° Convegno Nazionale A. I. G.
7°Medici
Convegno
Nazionale
G.
e pazienti
parlanoA.
di I.GIST
Medici e
parlano di GIST
Bologna,
29pazienti
marzo 2014
Bologna,
29sono
marzo
2014
(Tutti i video del
convegno
visibili
alla sezione Le Attività
(
Tutti
i
video
del
convegno
sono
visibili
sezione
Le Attività
> Riunioni Nazionali AIG > Bologna 29 alla
marzo
2014)
> Riunioni Nazionali AIG > Bologna 29 marzo 2014)
Il convegno nazionale A.I.G., momento di incontro
Il convegno nazionale
A.I.G.,
medici–pazienti,
è importante
per momento
conoscerediloincontro
stato
medici–pazienti,
è importante
per conoscere
lo stato
dell’arte
della malattia,
la disponibilità
di terapie
dell’arte
della
malattia,
la
disponibilità
di
innovative, gli studi clinici. Dopo il benvenuto terapie
e la
innovative, aigli
studi
DopoBiasco,
il benvenuto
e la
introduzione
lavori
del clinici.
Prof. Guido
Direttore del
introduzione
ai
lavori
del
Prof.
Guido
Biasco,
Direttore
Centro Interdipartimentale di Ricerche sul Cancrodel
Centro Interdipartimentale
di Ricerche
Cancro
"G..Prodi",
Università di Bologna
e di AnnasulCostato,
"G..Prodi",di Università
di Bologna
di Anna su
Costato,
Presidente
A.I.G., gli esperti
hanno erelazionato
Presidente
di
A.I.G.,
gli
esperti
hanno
relazionato
su
 Stato dell’Arte e ricerca clinica attuale Dott. Paolo
G.Stato
dell’Arte
e ricerca SSD
clinicaOncologia
attuale Dott.
Paolo
Casali,
Responsabile
Medica
G. Casali,
Responsabile
SSDFondazione
OncologiaIRCCS
Medica
Tumori
Mesenchimali
dell'Adulto,
Tumori
Mesenchimali
dell'Adulto,
Fondazione
IRCCS
Istituto Nazionale Tumori, Milano
Nazionale
Tumori, nei
Milano
 Il Istituto
percorso
della ricerca
GIST in laboratorio
Dott.ssa
Il percorso
ricerca SSD
nei GIST
in laboratorio
Maria della
A. Pantaleo,
Oncologia
MedicaDott.ssa
Maria Ospedaliera
A. Pantaleo, Universitaria
SSD Oncologia
MedicaBiasco,
Azienda
Policlinico
Biasco,
Azienda
Ospedaliera
Universitaria
Policlinico
Sant'Orsola-Malpighi, Università di Bologna
di Bologna delle
 LaSant'Orsola-Malpighi,
gestione degli Università
effetti collaterali
terapie
La gestione
degli
effetti collaterali
delle terapie e
e delle
complicanze
post-chirurgiche,
delle
complicanze
post-chirurgiche,
Loris
Prof. Loris Pironi, Responsabile delProf.
Centro
Pironi, Responsabile
del Centro
Regionale di
Regionale
di Riferimento
per l'Insufficienza
Intestinale
Cronica,
Dipartimento
Ospedaliero
di
Riferimento
per l'Insufficienza
Intestinale
Cronica,
Malattie
Digerente
e
Dipartimento dell'Apparato
Ospedaliero di Malattie
dell'Apparato
Gastroenterologia,
Policlinico
S.
Orsola-Malpighi,
Digerente e Gastroenterologia, Policlinico S. OrsolaBologna
Malpighi, Bologna
Le presentazioni di tre casi clinici riferiti alla terapia
Le presentazioni
di tre
alla terapia
preoperatoria
adiuvante
e dicasi
primaclinici
linea riferiti
con Imatinib,
alla
preoperatoria adiuvante
e di prima
linea
con Imatinib,
alla
personalizzazione
della terapia
con
sunitinib,
ed alla
personalizzazione
della
conhanno
sunitinib,
ed un
alla
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con regorafenib
in terapia
terza linea
aperto
terapiatra
con
regorafenib che
in terza
linea
hanno
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dibattito
i partecipanti,
hanno
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risposta
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i partecipanti,
tanti
quesititra
posti
agli esperti.che hanno trovato risposta ai
tanti quesiti posti agli
esperti.
************
I pazienti con GIST sono
da sempre attenti alla ricerca,
************
I
pazienti
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GIST
sono
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ricerca,
sia perché si aspettano da essa
risultatiattenti
e cure,
per
sia perché
si aspettano
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essaricerca.
risultati e cure, sia per
l’interesse
nella
metodologia
l’interesse nella metodologia della ricerca.
La Dott.ssa Maria Pantaleo ha illustrato, in modo
La Dott.ssa
Maria Pantaleo
ha illustrato,
in modo
esauriente
ma comprensibile
ai pazienti
con GIST
e
esauriente
ma alla
comprensibile
ai pazientidella
conricerca
GIST e
familiari
presenti
riunione, Il percorso
familiari
riunione,
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della ricerca
nei
GIST, presenti
sia quelloalla
della
ricercailclinica,
sia quello
della
nei
GIST,
sia
quello
della
ricerca
clinica,
sia
quello
della
ricerca di laboratorio applicata alla clinica.
ricerca di laboratorio applicata alla clinica.
pag.6
La ricerca clinica, quella che coinvolge gli studi
sperimentali, si svolge in diverse fasi:
1. studi di fase I per valutare la tollerabilità di un
farmaco e identificare la dose appropriata;
2. studi di fase II, per verificare se il farmaco, alla dose
definita, ha efficacia;
3. studi di fase III per valutare se il farmaco funziona
meglio di altri già disponibili sul mercato.
Questo schema strutturato da anni per tutte le malattie,
quando è applicato allo studio di un tumore raro quale il
GIST incontra problematiche specifiche.
La ricerca di laboratorio applicata alla clinica è
basata essenzialmente sullo studio dei ‘geni’ che sono
la struttura fondamentale che ci mantiene in vita.
La Dott.ssa Pantaleo ha chiarito preliminarmente che i
tumori, e quindi i GIST, hanno un’origine ‘genetica’, il
che è diverso dall’avere un’origine ereditaria: ereditaria
significa ‘trasmessa dai genitori sin dalla nascita’;
‘genetica’ significa che può insorgere durante la nostra
vita a causa di geni.
Tutti i nostri tessuti e organi sono costituiti da milioni di
cellule con funzioni diverse. La cellula è governata dai
geni, e il gene altro non è che una serie di molecole
messe assieme, chiamate nucleotidi, identificati dalla
comunità scientifica con le sigle A, T, C, G, che, nella
loro sequenza finale, costituiscono il DNA.
Il DNA varia da persona a persona, non esistono due
persone che abbiano la medesima sequenza del DNA.
Dr.ssa Maria Pantaleo
pag. 7
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 marzo
giugno 2014
2014
da pag. 6
pag.
pag. 57
‘ Il percorso della ricerca nei GIST’
Queste variazioni del DNA sono importantissime,
perché influiscono su molti aspetti della nostra vita, del
nostro organismo ma anche del nostro essere; sono
quelle cha danno il colore degli occhi, il colore dei
capelli, il carattere, l’altezza, e sono variazioni che
abbiamo sin dalla nascita. Ma come influiscono sul
colore degli occhi possono influire anche sull’insorgenza
di malattie, di tumori e nello specifico di GIST.
Le variazioni che danno origine alle malattie possono
essere ereditarie (trasmesse dai genitori) oppure è
possibile che accadano durante la nostra vita, non in
tutto l’organismo, ma in una cellula precisa dalla quale
deriva la malattia. Una serie di fattori ambientali esterni,
che possono essere cancerogeni, fanno sì che
all’interno di quella cellula accada una variazione del
DNA che porta all’insorgenza della malattia. Oltre a
determinare l’insorgenza della malattia, queste
variazioni possono influire anche sulla risposta di
ognuno di noi ai farmaci.
Cosa succede nel DNA per dare origine alle malattie?
Il DNA può avere un’alterazione della sua struttura, cioè
subire delle modificazioni, perché si rompe o perché si
amplifica, oppure può avvenire un’alterazione
dell’espressione del DNA, cioè il DNA è perfetto dal
punto di vista della struttura, non ha mutazioni, non ha
rotture, ma invece di esprimersi in una forma regolare,
lo fa in maniera irregolare (esprimersi significa produrre
la proteina corrispondente a una sequenza definita).
Come si studia tutto questo?
In laboratorio dal blocchetto del pezzo operatorio del
paziente, con una procedura complessa, viene isolato il
DNA e grazie ad una strumentazione sofisticata, si
ottiene un’immagine molto definita della sequenza che
viene interpretata dai ricercatori. Se l’immagine ottenuta
non corrisponde a quella attesa è possibile che ci sia
una mutazione o qualche alterazione del DNA. Nel caso
del GIST si studiano i geni KIT e PDGFRA, che sono
implicati in almeno l’85% dei casi. Il gene è diviso in
esoni indicati da numeri, così si possono avere
mutazioni nell’esone 11, nell’esone 9 ecc.
La dottoressa ha spiegato poi che ci sono tecniche più
moderne che permettono di studiare l’intero genoma
anziché un gene alla volta.
Una, per esempio, è la tecnologia ARRAY che permette
di studiare tantissimi geni simultaneamente. Oggi
disponiamo di tre-quattro tecnologie sempre più
sofisticate, che ci aiutano a capire molte cose delle
malattie.
Con il supporto economico della donazione fatta da AIG,
ha detto la Dott.ssa Pantaleo, si potrà studiare un’altra
struttura del DNA, che si chiama microRNA. I microRNA
hanno una funzione importantissima per le cellule, ne
controllano la crescita, la funzione ed i meccanismi di
riparazione. Nei GIST non si conosce quale sia il ruolo
di questi microRNA, anche se si pensa che abbiano un
ruolo fondamentale.
In conclusione: i geni sono alla base di moltissime
malattie ed è fondamentale studiarli, perché dicono
qualcosa dell’insorgenza della malattia. I geni
identificano anche la possibilità di un paziente di
rispondere ad un trattamento medico e fa distinguere
l’aggressività della malattia. Lo studio dei geni permette
di identificare nuove molecole sulle quali costruire nuovi
farmaci.
Da chi è condotta la Ricerca?
La Ricerca è condotta da un gruppo di lavoro costituito
da diverse figure: il patologo che fa la diagnosi di GIST;
il biologo molecolare che studia l’alterazione del DNA;
il tecnico di laboratorio che esegue i processi dal
blocchetto del pezzo operatorio all’estrazione del DNA;
il ricercatore che infine legge il risultato; a monte ci
sono il chirurgo e l’oncologo medico, che hanno in
cura il paziente e sono in grado di correlare il risultato
della ricerca con quel paziente.
C’è bisogno di macchine, che diventano sempre più
costose, ma anche molto più sofisticate. Si spera che
queste tecnologie così moderne in futuro possano
essere applicate non più sul campione che deriva del
pezzo operatorio o da una biopsia, ma direttamente sul
sangue periferico del paziente.
pag. 8
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
da pag. 7
pag. 8
‘Il percorso della ricerca nei GIST’
I costi della ricerca: sono variabili e dipendono dalla
tecnologia usata; possono andare da un minimo di 20
euro per un test molto semplice come quello di
immunoistochimica, che è un test di colorazione, fino ad
arrivare a 2000 euro per paziente se si vuol eseguire
un’analisi genomica molto sofisticata, per cui si possono
preventivare costi elevati anche per uno studio limitato a
pochi pazienti.
I tempi della ricerca: sono tempi legati all’indagine e
tempi di procedura legati alle autorizzazioni.
I tempi legati all’indagine riguardano tutto ciò che viene
fatto in laboratorio; sono tempi variabili che possono
andare da pochi giorni per il gene KIT, con indagine
standard, a settimane o mesi per indagini genomiche
molto complesse.
I tempi di procedura legati alle autorizzazioni possono
essere lunghi. I ricercatori hanno bisogno di
autorizzazione da enti regolatori, molto spesso dai
Comitati Etici degli ospedali e degli Istituti di Ricerca che
devono valutare complessivamente uno studio clinico
sotto il profilo etico per i pazienti e individuare tutti gli
aspetti peculiari del consenso informato.
Tutte le volte che si esegue uno studio è necessario
raccogliere il consenso dei pazienti per studiare il loro
DNA e quindi il loro genoma. Se invece - sottolinea la
Dott.ssa Pantaleo- ci fosse un consenso generale
iniziale, cioè un consenso complessivo per la donazione
dei propri tessuti, tutti i progetti futuri potrebbero evitare
questa lunga fase; si tratta di settimane ma a volte di mesi
se lo studio coinvolge più centri con autorizzazioni di
molti Comitati Etici e a volte si impiegano sei-sette mesi
prima di arrivare all’analisi del paziente.
La divulgazione della ricerca
Il processo della ricerca ha come esito la pubblicazione
degli studi, che è il modo per i ricercatori di comunicare
alla comunità scientifica il risultato della loro ricerca.
L’unico modo per divulgare nel mondo la ricerca
scientifica è la pubblicazioni su riviste accreditate,
riconosciute dalla comunità scientifica, dopo che il lavoro
è stato valutato da esperti.
E’ possibile destinare una quota pari al 5x1000
dell'IRPEF a sostegno di enti che svolgono attività
socialmente utili. Chiunque faccia la dichiarazione
dei redditi ha la possibilità di destinare il 5x1000
delle proprie tasse ad una organizzazione no profit.
Come destinare il tuo 5x1000 a A.I.G. Associazione
Italiana GIST Onlus?
È davvero semplice: nel tuo modulo per la
dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e UNICO) troverai
un riquadro destinato alle Onlus. Devi semplicemente:
firmare nel riquadro "Sostegno del volontariato e
delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale..."
indicare il codice fiscale di A.I.G. Associazione
Italiana GIST Onlus
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
Dai Convegni:
XVIII Riunione Annuale Italian Sarcoma Group
Si è tenuta a Padova, 7-8 aprile 2014, la XVIII riunione
annuale dell’Italian Sarcoma Group (ISG). Due giornate
centrate sull’aggiornamento riguardante il trattamento e
la ricerca dei sarcomi ossei e dei tessuti molli. L’ISG da
alcuni anni riserva uno spazio all’incontro con le
Associazioni dei pazienti per poter condividere le nuove
conoscenze cliniche con i principali interessati, per
ascoltare le loro specifiche richieste e A.I.G. è stata
invitata a partecipare.
Una sessione nella mattina dell’8 aprile è stata dedicata
interamente ai GIST.
Tra gli interventi preordinati su argomenti specifici, ritenuti
di particolare interesse, segnaliamo
“Novità nel 2014: Analisi mutazionale di
KIT/PDGFRA sul sangue periferico” della Dr.ssa
Margherita Nannini
Dr.ssa Margherita Nannini
SSD Oncologia Medica-Biasco, Azienda Ospedaliera Univ.
Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, Università di Bologna.
pag. 9
Biopsia liquida: cos’è?
Il tessuto tumorale è necessario per la diagnosi
morfologica e istologica, ma è anche la fonte principale
di DNA da cui si possono ottenere le principali
informazioni di analisi molecolare (quale ad esempio lo
stato mutazionale nei GIST), una classificazione
molecolare della patologia e dunque il profilo genomico
della malattia.
Con la biopsia liquida (cioè con un prelievo del sangue)
è oggi possibile ottenere le informazioni molecolari sul
DNA tumorale circolante nel plasma, le medesime che
si otterrebbero dall’esame del tessuto tumorale.
Questo è possibile perché, attraverso meccanismi quali
la secrezione, l’apoptosi (morte cellulare) e la necrosi,
dal tumore si libera nel sangue una quota di DNA
tumorale, che è variabile a seconda non solo della sede
della neoplasia ma anche delle sue dimensioni,
dell’ambiente circostante e in particolare della
vascolarizzazione.
Il maggior limite di questa metodica è ovviamente la
quota su cui si effettua questa analisi, ovvero la quota
di DNA tumorale circolante, che rappresenta meno
dell’1% di tutto il DNA circolante totale.
Nonostante questo limite, la biopsia liquida offre grandi
vantaggi rispetto al DNA estratto dal tessuto tumorale
che è ottenuto con una metodica invasiva (intervento
chirurgico o biopsia), e che è preservato in formalina, il
che comporta limitazioni nella applicazione di alcune
metodiche di genomica fine che, invece, richiedono
DNA cosiddetto “fresco”. In particolar modo, dal punto
di vista biologico l’analisi del DNA estratto dal tessuto
tumorale non permette di cogliere quella eterogeneità
intra-tumorale tipica ad esempio dei GIST e, quindi,
fornisce una fotografia statica dell’assetto molecolare
della malattia che si analizza.
Al contrario la biopsia liquida permette di ottenere il
DNA
tumorale
attraverso
una
metodica
assolutamente poco invasiva (un semplice prelievo di
sangue); permette di ottenere del DNA “fresco”;
soprattutto cattura l’eterogeneità tumorale e
permette anche, attraverso prelievi seriali del plasma
ottenuto in diversi momenti della storia clinica, di avere
una visione dinamica delle modificazioni molecolari
della malattia.
pag. 10
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. 15 giugno 2014
Da pag 9
Novità nel 2014: Analisi mutazionale di
KIT/PDGFRA sul sangue periferico
Le potenziali applicazioni in oncologia sono tante: dalla
diagnosi precoce alla valutazione dell’eterogeneità
tumorale (monitorandola in maniera dinamica), alla
identificazione di nuove determinanti geniche ma anche
alla valutazione precoce di risposta al trattamento, al
monitoraggio della malattia minima residua e alla
valutazione della evoluzione, dello sviluppo di cloni
resistenti in tempo reale.
Un’applicazione possibile, come documentato dalle
poche evidenze pubblicate in letteratura sui GIST,
potrebbe essere il monitoraggio dello sviluppo della
resistenza molecolare, che anticipa le variazioni del
volume tumorale valutabili ad oggi con l’imaging
strumentale e dunque l’utilizzo di questa metodica come
biomarker predittivo di risposta precoce al trattamento.
Inoltre si potrebbe cercare di applicare questa metodica
nella valutazione della malattia minima residua, ai fini di
selezionare i sotto-gruppi che beneficiano maggiormente
di un trattamento adiuvante a lungo termine e per
identificare altre alterazioni geniche oltre alle mutazioni,
quali i ri-arrangiamenti, le amplificazioni o le modificazioni
epigenetiche.
Le pubblicazioni sulla biopsia liquida nei GIST fino ad
oggi sono poche: la sintesi presentata al convegno ASCO
2013 di uno studio che ha analizzato lo stato mutazionale
nel plasma in un gruppo di pazienti nello studio di fase III
di regorafenib (GRID) con metodica BEAMING e che ha
dimostrato una concordanza dell’84% tra valutazione su
tessuto tumorale e quella su plasma per quanto riguarda
le mutazioni primarie, mentre ha dimostrato un’ottima
rilevazione delle mutazioni secondarie su plasma rispetto
a tessuto periferico. Tale divergenza è dovuta alla tecnica
di analisi adottata nello studio, maggiormente specifica
nella rilevazione delle mutazione secondarie rispetto a
quelle primarie.
L’unico studio per esteso al momento sui GIST,
pubblicato a fine 2013 su Clinical Cancer Research (Clin
Cancer Res 2013 19; 4854- 67), ha valutato 291
campioni di plasma ottenuti da 38 pazienti con GIST.
pag.10
E’ stata utilizzata una tecnica diversa da quella
utilizzata nel precedente studio, le cui sonde erano
molto specifiche anche per la maggior parte delle
mutazioni primarie e non solo per quelle secondarie più
note. Gli autori hanno valutato la quota di DNA tumorale
mutato in relazione al quadro clinico trovando una
correlazione tra situazione clinica e la positività dei
risultati su plasma; hanno anche riscontrato una
correlazione tra la quota di DNA mutato circolante nel
plasma e la risposta radiologica e hanno concluso
dicendo che sicuramente il DNA mutato circolante può
essere valutato e quantificato nel plasma dei pazienti
affetti da GIST, che la sua quota correla con la risposta
al trattamento e questo potrebbe essere utilizzato come
biomarker precoce di predittività al trattamento e di
predittività di recidiva radiologica.
Anche se siamo ancora agli albori di questa
metodologia - ha detto la Dott.ssa Nannini - sappiamo
che essa è fattibile e potrebbe entrare un giorno nella
pratica clinica dei pazienti affetti da GIST.
Al momento l’applicazione più intuitiva e sicuramente
quella più vicina da trasferire nella pratica clinica è la
valutazione dinamica dello stato molecolare, quindi, la
possibilità di adottarla come biomarcatore predittivo di
risposta al trattamento.
Anche se estremamente affascinante, la strada è molto
lunga, perché le applicazioni più interessanti richiedono
lo sviluppo di sonde più sensibili, più specifiche e,
quindi, siamo ancora lontani dalla sua reale
applicazione nella pratica clinica.
Dal 26 maggio, l’azienda farmaceutica Bayer,
produttrice di Regorafenib (Stivarga), ha attivato un
nuovo programma compassionevole MAP (Managed
Access Program) per consentire ai pazienti con
GIST, bisognosi della cura, un accesso anticipato alla
terapia, in attesa delle autorizzazioni di legge. I centri
di cura nel paese, che hanno in trattamento pazienti
con GIST e sono interessati ad accedere al farmaco
nell’ambito del suddetto programma, possono fare
richiesta al Centro di Riferimento Oncologico:
CROnos Ricerche Cliniche srl
via Tonale, 22
20125 Milano Italy
tel. +39. 02. 67.38.28.69
Indirizzo mail:
[email protected]
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014 pag. 11
Anticipiamo un breve report.
Che cosa abbiamo imparato a Zurigo?
Innanzitutto occorre dire, con soddisfazione e con
sollievo, che c’è un continuo interesse da parte della
comunità medica nella ricerca sui GIST, anche in questi
tempi di ristrettezze economiche globali che non
facilitano la ricerca scientifica.
New Horizons GIST 2014, Conferenza delle
Associazioni di pazienti con GIST nel mondo, ha visto
riuniti a Zurigo, dal 14 al 17 maggio 2014, 44 delegati di
32 Associazioni presenti in 29 nazioni di tutto il mondo,
per collaborare, suscitare attenzione, produrre
sostenibilità alla comunità globale dei pazienti con GIST,
per migliorare l’accesso e la qualità delle cure. A.I.G. è
stata presente con due delegati, la presidente Anna
Costato e Gabriella Tedone del Consiglio Direttivo.
Gli esperti - oncologi, chirurghi, patologi - di fama
mondiale, nelle sessioni mediche hanno dato risposta ai
quesiti che la comunità globale dei pazienti si pone: che
cosa sappiamo e dove ci troviamo oggi con la diagnosi, il
trattamento e il follow-up dei GIST? Tante sono le
domande ancora senza risposta, i bisogni e gli ostacoli
che i pazienti affrontano nel loro percorso.
I temi focalizzati nelle sessioni mediche sono stati: la
diagnosi (è stata ribadita l’importanza della analisi
mutazionale, che, nelle nuove linee guida ESMO sui
GIST sarà indicata come analisi da eseguire di routine e
non solo quale analisi raccomandata, come nelle
precedenti edizioni); i GIST Wild Type, un sottogruppo di
GIST
che
colpisce
prevalentemente
bambini,
adolescenti, ma anche una piccola percentuale di adulti,
che in questi ultimi anni è stato oggetto di maggiore
osservazione; la chirurgia, con riguardo al ruolo che essa
svolge nella malattia localizzata e in quella metastatica;
la resistenza farmacologica dovuta all’insorgenza di
mutazioni secondarie; i trattamenti attualmente
disponibili; lo stato della ricerca.
Abbiamo appreso che dinanzi ad una progressione di
malattia, è necessario accertarsi in primo luogo che si
tratti di “vera” progressione, perché a volte può essere
frutto di una cattiva aderenza alla terapia o di altre
cause come l’interazione con altri farmaci.
La malattia in progressione – secondo il Dr. Peter
Reichardt (Oncologo tedesco presso il centro di cura
Berlin-Buch/Bad Saarow) - non dovrebbe essere vista
come una situazione d’emergenza che richieda misure
immediate; prima di intraprendere qualsiasi azione
bisogna verificare il tipo di progressione (se lenta o
veloce, se in una sola localizzazione anatomica o in più
siti, se si tratta della riattivazione di vecchie lesioni o di
nuove lesioni); prendere una decisione rapida come
potrebbe essere quella di cambiare subito terapia e
iniziare un trattamento con un nuovo farmaco o
programmare un intervento chirurgico ha poco senso e
potrebbe rivelarsi un errore.
Per quanto riguarda gli interventi locoregionali da
programmare dopo una progressione di malattia il Dr
Reichardt ha detto che non ci sono al momento studi
che confrontino tecniche diverse – radiofrequenza
(RFA),
radioembolizzazione
(SIRT)
e
chemioembolizzazione -, per cui non è noto quale di
queste produca i migliori risultati. Una giusta decisione
può essere assunta in un centro di cura
multidisciplinare, garanzia di competenza.
Un dato fondamentale emerso è la personalizzazione
della cura farmacologica. Il dosaggio flessibile e la
schedula personalizzata di farmaci, in presenza di
severi effetti collaterali, se monitorati attentamente da
un oncologo esperto, possono permettere al paziente
Pubblicheremo nel sito di A.I.G. le presentazioni degli
esperti, appena disponibili, per fornire un quadro preciso
ed esaustivo dei temi e delle problematiche affrontate
durante la Conferenza.
pag. 12
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. 15 giugno 2014 pag. 12
da pag 11 New Horizons GIST 2014
Farmaci generici nei GIST
di avere beneficio per un tempo molto lungo.
Il Dr. Reichardt ha descritto il caso di un paziente con
effetti collaterali severi, che avrebbe desiderato
sospendere la terapia con sutent dopo pochi mesi. Al
contrario, con un attento aggiustamento del dosaggio e
della schedula di assunzione, il paziente è potuto
rimanere in terapia con sutent per 4 anni. Stessa
strategia egli ha adottato con il farmaco Regorafenib.
Il Dr. Jonathan Fletcher (Patologo di Boston presso il
Brigham and Women Hospital) ha illustrato il razionale
che sta alla base della somministrazione, con alternanza
ciclica, di due farmaci -sunitinib e regorafenib.
Il Dr. Fletcher ha descritto una possibile strategia per
combattere la resistenza secondaria: in un tumore che
sviluppa resistenza a imatinib (terapia di prima linea) si
possono verificare molte e differenti mutazioni
secondarie che non sono responsive al solo sunitinib o al
solo regorafenib (terapie successive a imatinib).
Gli studi condotti dal Dr. Fletcher hanno mostrato che
sunitinib e regorafenib hanno attività complementari,
poichè ognuno dei due farmaci è efficace contro un
sottoinsieme di mutazioni secondarie resistenti ad
imatinib, il che significa che un farmaco controlla alcune
mutazioni e l’altro farmaco ne controlla il resto. Questi
studi hanno offerto la schedula del tempo per l’alternanza
di sunitinib e regorafenib e hanno fornito il razionale
biologico per la progettazione di uno studio clinico per i
GIST resistenti ad imatinib con cicli consecutivi di
sunitinib per 3 gg, seguiti da regorafenib per 4 gg.
Questo schema ciclico comporterebbe minore tossicità e
maggiore efficacia contro le diverse mutazioni
secondarie.
Basandosi sullo stesso razionale il Dr. Heikki Joensuu
(Oncologo finlandese presso Helsinki University Central
Hospital) ha illustrato un altro studio clinico con
alternanza di Imatinib e Regorafenib, per un periodo
ciclico più lungo: un mese di terapia con imatinib e un
mese con regorafenib.
Due sessioni sono state dedicate all’introduzione dei
farmaci generici nel trattamento del GIST.
Glivec (Imatinib) è stato il primo farmaco che ha
determinato una svolta epocale nel trattamento del
GIST dal 2000, seguito poi da farmaci di seconda e
terza linea, Sutent (sunitinib) e Stivarga (regorafenib).
Questi farmaci hanno migliorato notevolmente il
trattamento dei pazienti con GIST. Alla scadenza
brevettuale, questi farmaci saranno sostituiti da farmaci
generici. Questo è già accaduto per il Glivec in alcuni
paesi dell’America Latina, in Canada, India ecc.
La comunità globale dei pazienti con GIST, pur
accogliendo con favore l’introduzione dei farmaci
generici che, riducendo i costi, migliorano in alcuni
paesi l’accesso dei pazienti a cure salvavita con
risparmi notevoli anche per i SSN come in Italia, ha
espresso alcune preoccupazioni.
Nel caso di patologie oncologiche, quali il GIST, la
scelta delle terapie antitumorali è di importanza
fondamentale e merita la considerazione più attenta. La
priorità assoluta deve essere il benessere del paziente
basato sulla qualità del farmaco, sulla sua efficacia e
sicurezza, piuttosto che sulla riduzione del costo.
Su questo tema si sono confrontati i delegati
rappresentanti delle associazioni dei pazienti,
discutendo delle analogie e differenze tra farmaci
originali (brand) e farmaci generici, con riguardo ai
principi attivi, agli eccipienti, alla formulazione dei
farmaci. Hanno messo a confronto le situazioni nei
paesi di diversi continenti ed hanno concordato e
sottoscritto una Dichiarazione con i principi per il
passaggio ai farmaci generici per i GIST. Questa
dichiarazione rappresenta il primo passo di Global GIST
Network, la rete delle Associazioni GIST nel mondo, e
costituisce la base delle azioni future che andremo ad
intraprendere per la tutela dei pazienti, in vista
dell’introduzione di Imatinib generico in Europa.
pag. 13
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014
pag.13
Dichiarazione
I seguenti principi sono stati approvati dai
Gruppi di Difesa dei Pazienti con GIST

LA DICHIARAZIONE DI ZURIGO 2014
Principi per il passaggio ai “Farmaci generici” per i GIST
(Tumori Stromali Gastrointestinali)
Antefatto e scopo
Il GIST (Tumore Stromale Gastrointestinale) è un tumore
raro, con un’incidenza annuale di circa 15 casi per milione
di abitanti. La svolta per il trattamento dei GIST con
farmaci orali è iniziata intorno al 2000 con l’introduzione
di Glivec (imatinib), seguita da farmaci di seconda e terza
linea, Sutent (sunitinib) e Stivarga (regorafenib). Ci
auguriamo e ci aspettiamo che arrivino presto altri nuovi
farmaci. Queste terapie hanno migliorato notevolmente la
gestione clinica dei GIST. Alla scadenza brevettuale,
questi farmaci saranno sostituiti dai farmaci generici.
Questo processo è già iniziato con l’introduzione di
Imatinib generico come previsto dalla legislazione di
diversi paesi.
In linea generale, accogliamo con favore l’introduzione dei
farmaci generici che, riducendo i costi, migliorano
l’accesso dei pazienti a farmaci salvavita per il trattamento
dei GIST. Tuttavia, il passaggio a farmaci generici solleva
molte preoccupazioni, alcune delle quali valgono per tutti
i farmaci generici, alcune sono specifiche per il
trattamento dei GIST. Il GIST è un tumore che può mettere
a rischio la vita, la scelta delle terapie farmacologiche è di
fondamentale importanza e merita la considerazione più
attenta.
Questa dichiarazione è stata elaborata, concordata e
firmata dai rappresentanti di tutte le Associazioni dei
pazienti con GIST nel mondo, durante una Conferenza
internazionale a Rüschlikon, Zurigo - Svizzera,
Maggio 2014.
I pazienti prima di tutto! La priorità assoluta
deve essere il benessere del paziente basato
sulla qualità del farmaco, sulla sua efficacia e
sicurezza, piuttosto che sulla riduzione del costo.
 Trasparenza: Le industrie farmaceutiche devono
chiarire le loro posizioni e i tempi riguardo alla
scadenza dei brevetti, con la massima
trasparenza e chiarezza possibile in modo che i
medici e i pazienti possano programmare
l’introduzione dei farmaci generici.
 “Principi precauzionali”: La sostituzione di
farmaci originali, prodotti da una determinata
industria, con farmaci generici deve essere basata
sull’efficacia e sulla sicurezza dimostrate
clinicamente e non su ipotesi e aspettative.
 Norme di buona produzione: I principi attivi nei
farmaci generici devono essere conformi a
standard di qualità altrettanto elevati come nei
farmaci originali e queste norme devono essere
attentamente monitorate da autorità sanitarie quali
FDA, EMA o altri organismi nazionali equivalenti.
Siamo a conoscenza di casi in cui l’evidenza
indica che i farmaci generici per i GIST non sono
di pari qualità. Nessun farmaco generico deve
essere prescritto fino a quando non è stato
specificamente approvato per l’uso in pazienti con
GIST
dall’autorità
regolatoria
nazionale
competente, che deve applicare norme di qualità
ed evidenza rigorose pari a quelle richieste da
FDA o da EMA.
pag 14
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. 15 giugno 2014 pag. 14
Da pag 13 LA DICHIARAZIONE DI ZURIGO 2014

 Valutazione della “bioequivalenza”: Un farmaco
non è semplicemente un principio attivo. La
produzione di un farmaco è un processo complesso
e sofisticato che coinvolge fattori diversi quali la
forma dei cristalli, i tipi e la qualità degli eccipienti, la
formulazione in compresse, capsule, ecc. Le autorità
sanitarie devono riconoscere che la sola equivalenza
dei principi attivi non garantisce l’equivalenza dei
farmaci.
Farmacovigilanza: L’impatto dell’introduzione di
un farmaco generico deve essere monitorato
dalle autorità sanitarie a ciò preposte in modo che
i motivi di preoccupazione per una possibile
minore efficacia o per tossicità inattese possano
essere rilevati e segnalati tempestivamente.

Regola della “non sostituzione”: Se un medico
prescrive un farmaco specifico, sia esso generico
o originale, la prescrizione del medico deve
essere sempre rispettata.
 Il GIST è una malattia unica. Alcuni farmaci
impiegati nel trattamento dei GIST sono utilizzati
anche per il trattamento di altri tumori o indicazioni.
L’uso di un farmaco per il GIST deve essere
considerato come caso specifico e non considerato
alla stregua di altri utilizzi con lo stesso farmaco.
 Valutazione di efficacia: Per alcuni farmaci la
valutazione di efficacia può essere effettuata in modo
rapido e attendibile, per esempio con un’analisi del
sangue. Non è così per i farmaci usati per i GIST. Di
norma, l’efficacia può essere valutata dopo un
periodo di mesi e con procedure come la TAC, che di
per sé rappresenta un rischio non uguale a zero. Di
conseguenza, non si dovrebbe dare per scontato che
un farmaco generico sostitutivo di uno originale abbia
pari efficacia fino a quando, e a meno che, questo
possa essere dimostrato da evidenze cliniche.
 Lo stress dei pazienti: Per i pazienti che rispondono
a un farmaco originale (in alcuni casi da molti anni) la
sostituzione con un farmaco generico può provocare
un grave stato di stress psicologico e
preoccupazione, oltre a possibili problemi di tipo
farmacologico. Questo fattore deve essere tenuto
presente dai medici e dalle autorità sanitarie.
 I pazienti devono essere informati di eventuali
modifiche al loro trattamento farmacologico.
Quando un’autorità sanitaria, o il medico o
l’assicurazione sanitaria rendono obbligatoria la
sostituzione di un farmaco originale con il suo
generico, il paziente ed il suo medico devono essere
perfettamente informati del cambiamento.
Sottoscritto in Rüschlikon, Zurigo- Svizzera
Sabato17 maggio 2014.
Argentina
Austria
Belgio/Olanda
Bolivia
Brasil
Bulgaria
Canada
Cile
Cina
Colombia
Cuba
Finlandia
Francia
Germania
Guatemala
India
India
Israele
Italia
Messico
Peru
Polonia
Spagna
Spagna
Svizzera
UK
UK
Ungheria
USA
USA
Venezuela
Global
AGA
GIST-Support Austria
Contactgroep GIST Nederland/België
Alianza GIST
Alianza GIST Brasil
GIST Alliance for Patients-Bulgaria
Life Raft Group Canada
Alianza GIST / Fundación GIST Chile
Shanghai Roots & Shoots
Fundacion GIST Colombia
Alianza GIST Cuba
Finnish GIST Patients Network
A.F.P.G. "Ensemble contre le GIST"
Das Lebenshaus e.V.
Asoc. de Pacientes con LMC ASOPALEU
GIST-Support India
The Friends of Max
Israeli GIST group
A.I.G. Associazione Italiana GIST Onlus
Fundacion GIST Mexico
ESPRANTRA
Polish GIST Patients Support Association
Sarcoma Patients Spanish Assoc. (AEAS)
GIST Espana
GIST-Gruppe Schweiz
GIST Support UK
PAWS-GIST (SDH deficient GISTs)
Hungarian GIST-Group
The Life Raft Group
GIST-Support International
Asaphe
The MAX Foundation
Perché nessun malato di GIST sia solo – Newsletter di A.I.G. -15 giugno 2014 pag. 15
Eventi e Attività
19 marzo 2014
Il Paziente con GIST: management della seconda linea di
terapia e continuous care. Corso di aggiornamento per
medici- ECM Partecipazione di A.I.G. in qualità di relatore
Bologna
29 marzo 2014
7° Convegno Nazionale A.I.G. – giornata di approfondimento
medico sui GIST dedicato ai pazienti
Padova
7 - 8 aprile 2014
Riunione annuale Italian Sarcoma Group
Partecipazione di A.I.G. con una sua presentazione ai medici
Napoli
10 maggio 2014
Incontro medico dedicato ai pazienti nell’ambito del
programma “Uniti contro i GIST “
14 - 17 maggio 2014
NEW HORIZONS GIST 2014
Partecipazione ai lavori di due rappresentanti di A.I.G.
Milano
19 maggio 2014
Riunione del Comitato di Associazioni Europee di Pazienti
E-Palco (European Patient Advocacy Leaders Committee)
Partecipazione di A.I.G. ai lavori
Chicago
30 maggio- 3 giugno 2014
ASCO Annual Meeting
3 giugno 2014
Riunione del Comitato di Associazioni Italiane di Pazienti IPalco (Italian Patient Advocacy Leaders Committee)
Partecipazione di A.I.G.ai lavori
9 giugno 2014
Incontro e tavola rotonda al Ministero della Salute su ‘I
Tumori Rari in Italia: problematiche e prospettive future’.
Partecipazione di A.I.G. con una sua relazione sull’argomento
14 giugno 2014
Serata dedicata alla prevenzione dei tumori “Le ali
continuano a battere” e Tavola rotonda. Partecipazione di
A.I.G. alla tavola rotonda
Torino
Zurigo
Milano
Roma
Messina
Volontariato in ospedale
Volontariato presso l’AOOR Papardo - Piemonte di Messina, 4* piano DH Oncologico nei giorni
Lunedì e Giovedì (9:30- 11:30)
Prossimi eventi
Bucarest
20-21 giugno 2014
Roma
26 giugno 2014
Alessandria
18 settembre 2014
Amsterdam
13-15 nov 2014
Bologna
21-22 nov 2014
Assemblea generale di ECPC (European Cancer Patient Coalition)
di cui A.I.G. è socio
Convegno “Tumori Rari” Fondamenti Scientifici e Aspetti
legislativi, organizzato da Associazione G. Dossetti.
Partecipazione di A.I.G. in qualità di relatore.
Associazioni di pazienti e relazioni con i media-ECM organizzato
da AO Alessandria. Partecipazione di A.I.G. con sua presentazione
5a Conferenza Annuale di SPAEN (Federazione Europea Malati di
Sarcoma) di cui A.I.G. è Socia
Convegno “I Tumori Rari dell’adulto” presso la fondazione MAST
Partecipazione di A.I.G. con sua presentazione ai medici
CONTATTI
A.I.G. Associazione Italiana GIST Onlus
Casella Postale 952 Cordusio, 20123 Milano
E-mail [email protected]
Telefono: 377 9591705 martedì e giovedì ore 10-12
377 9588159 martedì e giovedì ore 17-19