1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 Con “1 mese in 10 immagini” SYZ Asset Management presenta una panoramica mensile dell’attività economica mondiale. Visto che un’immagine può valere più di mille parole, ogni mese selezioniamo 10 grafici che presentano i dati più significativi dell’attualità economica e finanziaria del mese precedente, corredati da un breve commento esplicativo. Pubblicazione curata dal team Ricerche e Analisi SYZ Asset Management Tel. +41 (0)58 799 19 09 [email protected] Index 1. Il FMI rivede ancora al ribasso le prospettive di crescita mondiale 2. Stati Uniti - Mind the gap! 3. Stati Uniti – La Fed e i due volti del dollaro forte 4. Eurozona – Verso una proroga del Quantitative Easing della BCE 5. Irlanda – Campione d'Europa della crescita 6. Giappone – Verso un rafforzamento del programma di Quantitative Easing della BoJ 7. India - Un allentamento monetario inatteso 8. Brasile - Rien ne va plus: fate le valigie! 9. Cina - Gli stimoli fiscali alleggeriscono le pressioni sull'economia 10. Credito – Imprese statunitensi sotto pressione Autori: Maurice Harari, Wanda Mottu, Adrien Pichoud 1. Il FMI rivede ancora al ribasso le prospettive di crescita mondiale – – – Ancora una volta, il FMI ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita mondiale… Una delle caratteristiche costanti del ciclo di espansione post-2009 è la delusione delle attese di accelerazione dell'attività economica. Invece del 3,9% di aumento del PIL globale atteso due anni fa, il 2015 dovrebbe evidenziare una crescita limitata al 3,1%, inferiore a quella del 2014 (3,4%). Il fenomeno inquietante del 2015 è la constatazione che la realtà più colpita dalle revisioni al ribasso è la prima economia del pianeta, finora percepita come la locomotiva della ripresa mondiale. Negli ultimi mesi, l'andamento dell'attività economica statunitense è stato costantemente inferiore alle attese (si veda il grafico a fronte), mentre le ripercussioni della battuta d'arresto nel settore energetico sembrano essere state sottostimate. La dinamica non appare migliore nelle economie emergenti, confrontate ad un contesto sfavorevole (aumento del dollaro US, calo dei prezzi delle materie prime) proprio mentre sperimentano un rallentamento strutturale del loro ritmo di crescita. Il rallentamento in Asia pesa anche su un'economia giapponese ancora fragile, nonostante il sostegno di politiche economiche molto stimolanti. E se l’Europa è oggi la sola grande economia a non deludere (o a non deludere più) le attese, la sua crescita è tutt'altro che sufficiente a trainare il resto dell’economia mondiale… Alla luce di quanto riscontrato negli ultimi anni, è quindi possibile prevedere ancora (come fa il FMI) un'accelerazione, anche modesta, della crescita mondiale nel 2016? Indici Citi delle sorprese economiche per zona 100 80 60 40 20 0 -20 -40 -60 -80 -100 Jan-14 US Apr-14 Jul-14 EMU Oct-14 JPN Jan-15 EM Apr-15 Jul-15 Oct-15 Source: Bloomberg, Citi 1 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA. 1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 2. Stati Uniti - Mind the gap ! – – – Negli ultimi anni, come il FMI con la crescita mondiale, la banca centrale americana ha costantemente dato prova di un ottimismo eccessivo sulle prospettive di aumento del suo tasso di riferimento. Le attese più prudenti del mercato, pur essendo anch’esse troppo ottimiste, si sono finora rivelate meno lontane dalla realtà. Mentre il 2015 doveva essere l'anno dell'inizio dell'aumento dei tassi a breve termine, dopo quasi sei anni a (quasi) 0%, sembra ormai chiaro che tale evento non si verificherà prima del 2016. In occasione della sua riunione del 17 settembre, la Fed ha infatti rinunciato ad una prima manovra al rialzo, a causa delle turbolenze che hanno interessato le economie emergenti e dei dubbi che esse suscitano sull'andamento della crescita statunitense. E anche se la Fed continua a prevedere, ufficialmente, un aumento dei tassi dei Fed Fund entro la fine dell'anno, gli investitori non credono già più a questa prospettiva. Un'incredulità che si estende alle previsioni di aumento dei tassi US a più lungo termine e che li spinge a puntare su una risalita molto più graduale dei tassi dei Fed Fund, segno di una visione nettamente meno ottimista delle prospettive di crescita e di inflazione. Tale situazione è sufficiente ad alimentare la volatilità, alla vigilia di ogni riunione di politica monetaria, vista l'importanza del divario fra il discorso della Fed e il sentiment dei mercati. Variazione annuale del valore delle esportazioni e delle importazioni e andamento annuale del dollaro (scala inversa) 3.50 3.25 3.00 Fed forecasts 2.75 2.50 2.25 2.00 1.75 Market expectations of Fed Fund rate in Dec15 (blue line) and Fed forecasts (orange dot) 1.50 1.25 1.00 0.75 Market expectation 0.50 0.25 0.00 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Source: Bloomberg, Federal Reserve 3. Stati Uniti - La Fed e i due volti del dollaro forte – – – Negli ultimi quindici mesi, il dollaro americano si è apprezzato di quasi il 20%, per raggiungere il suo livello massimo dal 2003. Ciò è essenzialmente dovuto al notevole divario tra la politica monetaria della Fed, che si prepara ad aumentare i propri tassi, e quella delle altre banche centrali, che li riducono. Il rafforzamento del dollaro presenta in teoria più vantaggi che inconvenienti, per un'economia in cui il peso delle importazioni è superiore a quello delle esportazioni e che si appoggia soprattutto sui consumi. Infatti, anche se una valuta forte pesa sulla competitività delle imprese esportatrici, essa diminuisce il costo delle merci importate e aumenta quindi il potere di acquisto delle famiglie. Tuttavia, se in teoria non c'è alcuna differenza fra la teoria e la pratica, nella pratica ne esiste una…* Nello specifico, l'aumento della valuta US fragilizza la crescita delle economie emergenti che, negli ultimi anni, si sono fortemente indebitate in dollari. Tale tendenza soffoca alla radice la prospettiva di un ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo del 2%, importando le pressioni deflazioniste del resto del pianeta. La Fed è quindi intrappolata in una situazione in cui la previsione di un aumento del suo tasso breve rafforza il dollaro, fatto che alimenta i consumi e l'aumento dell'occupazione (e favorisce una normalizzazione delle condizioni di credito), ma mantiene anche l'inflazione ad un livello molto contenuto (situazione che favorisce il mantenimento di una politica monetaria molto accomodante). Queste molteplici conseguenze del forte aumento del dollaro spiegano gran parte delle turbolenze osservate di recente sui mercati finanziari. Year-on-year change in exports and imports in value terms and year-on-year change in the dollar (inverted scale) 30 -15 20 -10 10 -5 0 0 -10 5 -20 10 -30 15 -40 90 92 94 96 US IMPORTS VALUE YoY % US EXPORTS VALUE YoY % 20 98 00 USD BROAD INDEX YoY % (INVERTED)(R.H.SCALE) 02 04 06 08 10 12 14 Source: Thomson Reuters Datastream *Yogi Berra (1925-2015) 2 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA. 1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 4. Eurozona – Verso una proroga del Quantitative Easing della BCE – – – Dal lancio del programma di Quantitative Easing, nel marzo scorso, la BCE e le banche centrali nazionali hanno già acquistato obbligazioni governative europee per un valore di 350 Md€. Se rapportato al PIL, il bilancio della BCE ha quindi superato di recente le dimensioni di quello della Fed, che ha interrotto gli acquisti di obbligazioni da oltre un anno. Tale tendenza è destinata a confermarsi, in quanto il programma annunciato ad inizio d'anno si estenderà fino a settembre 2016, per un totale di 1.140 Md€. Tuttavia, le ultime statistiche economiche hanno già dato il via alle speculazioni su un prolungamento o su un potenziamento del programma. In settembre, rivedendo al ribasso le proprie attese relative all'inflazione e alla crescita, la BCE ha segnalato che essa stessa considerava sempre meno realista un ritorno dell'inflazione all'obiettivo prefissato (appena al di sotto del 2%) in una prospettiva di medio termine. La ricaduta dell'inflazione in territorio negativo, registrata in settembre, insieme alle ripercussioni del rallentamento della crescita sulle esportazioni europee, hanno sostenuto l’idea della necessità di un nuovo allentamento monetario. Dimensioni del bilancio della BCE e della Fed (in % del PIL) 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% Se è vero che tale manovra non appare per ora urgente - alla luce di una crescita europea principalmente trainata dalla domanda interna e del protrarsi ancora per un anno del programma di Quantitative Easing (acquisti per 800 Md€) sembra ormai molto probabile che la BCE non avrà altra scelta che prolungare prima o poi l'attuale programma al di là di settembre 2016 e/o di aumentare l'importo dei suoi acquisti mensili di titoli. Finché le prospettive di inflazione resteranno inferiori all'obiettivo del 2%, la BCE dovrà continuare ad allentare la sua politica monetaria. 0% 2000 2002 FED 2004 2006 2008 ECB 2010 2012 2014 Source: ECB, Federal Reserve, Datastream, SYZ AM 5. Irlanda - Campione d'Europa della crescita – – – Sull'orlo del fallimento nel 2010 e poi beneficiaria degli aiuti finanziari del FMI e dell’Unione Europea, l’Irlanda costituisce oggi un esempio da seguire per gli altri paesi del continente. Dopo un regime di austerità durato sei anni, la forza della sua crescita e il miglioramento delle sue finanze sono oggi tali da suscitare l'invidia degli altri stati membri dell’UE. Già distintasi nel 2014 grazie ad una solida crescita (4,8%), l'Irlanda ha rivisto recentemente al rialzo le sue previsioni per il 2015, con una crescita attesa del PIL pari a circa il 6%. Questa ripresa rapida e vigorosa è in gran parte attribuibile al calo dei prezzi del petrolio e alla debolezza dell’euro, che ha sostenuto il settore delle esportazioni. Ma la crescita non è l'unico indicatore di segno positivo. Dopo cinque anni di contrazione dei prezzi immobiliari a seguito dello scoppio della bolla del 2007, la ripresa del mercato, iniziata l'anno scorso, costituisce un'ulteriore testimonianza della ripresa dell'economia irlandese (+9,5% su base annua). Il calo continuo della disoccupazione (inferiore al 10%) e la diminuzione del rapporto debito/PIL, atteso al di sotto al 100% entro la fine dell'anno, rafforzano ulteriormente le prospettive positive per l'economia della tigre celtica. Crescita del PIL e andamento dei prezzi immobiliari 6 140 130 4 120 2 110 0 100 -2 90 -4 80 -6 -8 70 2 00 6 2 00 7 2 008 2 009 201 0 201 1 2 01 2 2 01 3 2 014 60 GDP Growth (Annual %) National Hous e Pric es Index(R.H.SCALE) Source: Thomson Reuters Datas tream 3 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA. 1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 6. Giappone - Verso un rafforzamento del programma di Quantitative Easing della BoJ – Dal 2013, il Giappone è sotto l'influenza della cosiddetta “Abenomics”, un insieme di politiche economiche destinate a sottrarre l’economia nipponica alla spirale deflazionista di cui è prigioniera dalla metà degli anni '90. La componente più visibile di tali politiche è la massiccia manovra di allentamento della politica monetaria attuata dalla Banca del Giappone, tramite un ampio programma di acquisto di attivi, i cui effetti si sono manifestati soprattutto nell'indebolimento della valuta locale. – L'impatto iniziale di tali politiche si è tuttavia progressivamente dissipato, con una stabilizzazione del cambio intorno a 120 yen contro un dollaro US, una crescita economica reale molto debole negli ultimi diciotto mesi e… Il ritorno dell'inflazione in territorio negativo, mentre l'obiettivo della BoJ è sempre un suo aumento al 2%. – Di fronte all'esaurimento della dinamica positiva manifestatasi nel 2013, gli appelli al ricorso a nuove misure di sostegno si moltiplicano. Ora, in assenza di margini di manovra sul piano del bilancio, è ovvio che tutti gli sguardi tornino a rivolgersi verso la banca centrale… La prospettiva di un aumento degli acquisti di obbligazioni (con un’eventuale estensione ad altre classi di attivi), forse già a partire dalla riunione del 30 ottobre, diventa quindi una concreta possibilità. Di fronte alle pressioni deflazioniste strutturali e al rallentamento della crescita globale, le iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali dei paesi sviluppati (BoJ e BCE, dopo quelle della Fed) sembrano destinate a durare ancora molto tempo. Prospettive di attività delle piccole imprese nel settore dei servizi e tasso annuale di inflazione, escluso il settore alimentare 40 4 30 3 20 2 10 1 0 0 -10 -1 -20 -2 -30 -3 -40 -4 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 JPN - SMALL NON-MFG OUTLOOK INDEX 1Y CHNG JPN - CPI INFLATION EX FRESH FOOD YoY %(R.H.SCALE) 10 11 12 13 14 15 Source: Thomson Reuters Datastream 7. India - Un allentamento monetario inatteso – – – – Alla fine di settembre, la Banca centrale indiana (RBI) ha diminuito il suo tasso di riferimento di -50 pb, portandolo al 6,75%. Trattandosi del quarto ribasso del 2015, per un totale di -125 pb, l'istituto ha quindi implicitamente dimostrato di essere a proprio agio con la traiettoria dell'inflazione e di volerne approfittare per supportare la crescita economica, in un contesto mondiale difficile (soprattutto per le economie emergenti). Il comunicato ufficiale delle RBI insiste sugli sviluppi internazionali sfavorevoli come, ad esempio, il rallentamento del commercio mondiale, la flessione degli investimenti e soprattutto il crollo brutale dei prezzi delle materie prime. Tale decisione va nel senso di quanto auspicato dal governo di Narendra Modi, che era favorevole ad un gesto della RBI per rilanciare gli investimenti, dopo la loro recente contrazione. In effetti, Modi era stato eletto, più di un anno fa, sulla promessa di un rilancio degli investimenti e della crescita. Più in generale, le banche centrali dei paesi emergenti scrutano con ansia l'operato della FED e sono in attesa di un primo rialzo dei tassi statunitensi, che potrebbe dissipare le incertezze e diminuire la volatilità dei loro rispettivi mercati. Tasso della banca centrale e inflazione (%) 12 9.00 10 8.50 8 8.00 6 7.50 4 7.00 2 6.50 0 6.00 -2 5.50 -4 5.00 -6 2010 2011 India - Inflation WPI YoY % India - Repo Rate(R.H.SCALE) 4.50 2012 2013 2014 2015 Source: Thomson Reuters Datastream 4 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA. 1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 8. Brasile - Rien ne va plus: fate le valigie! – – In Brasile, una serie di problemi interni (di natura politica e economica) hanno fatto piombare il paese in una delle più gravi crisi economiche della sua storia recente. Dilma Rousseff e il suo partito hanno visto crollare il loro indice di popolarità, con dirette conseguenze sugli indicatori di fiducia dei consumatori e delle imprese, che sono oggi a livelli più bassi che nel 2009! A seguito di questa situazione, la domanda domestica continuerà senza dubbio ad essere fiacca anche nei prossimi mesi. Avendo registrato per due trimestri consecutivi una contrazione del PIL (-0,7% nel primo trimestre 2015 e -1,9% nel secondo), l’economia brasiliana è quindi entrata in recessione. Tale fenomeno ha provocato un ulteriore deterioramento delle finanze pubbliche, già fortemente danneggiate dall’affare Petrobras. Indici di fiducia dei consumatori e dell'industria 70 130 65 120 60 110 55 100 50 90 – – Il governo ha dovuto quindi adottare un insieme di misure (non ancora approvate dal Congresso), fra cui spiccano il rialzo dei prezzi dell'elettricità e dei carburanti, l'aumento delle tasse e i tagli delle spese... Provvedimenti che penalizzeranno ancora la crescita nei trimestri a venire. L’economia brasiliana appare oggi in preda a una spirale negativa che sembra poter essere spezzata solo da un cambiamento di governance economica e, senza dubbio, politica. 45 80 40 70 35 2010 2011 BRA - Consumer Confidence BRA - Industrial Confidence(R.H.SCALE) 2012 2013 2014 2015 Source: Thomson Reuters Datastream 9. Cina - Gli stimuli fiscali alleggeriscono le pressioni sull'economia – – – – I più recenti indicatori provenienti dalla Cina suggeriscono una stabilizzazione del rallentamento della crescita del paese, impegnato in un processo di riposizionamento della propria economia, finora basata sugli investimenti e l'esportazione, verso una più intensa domanda interna. I politici cinesi e la PBOC hanno pienamente coscienza del possibile rischio di “hard landing” dell'economia nazionale e hanno di conseguenza allentato in misura massiccia sia le condizioni fiscali che monetarie, per mantenere un ritmo di crescita accettabile. Nella quinta assemblea plenaria del partito comunista cinese, che si svolgerà in ottobre, sarà discusso il piano quinquennale di sviluppo nazionale. A prima vista, sembra che la maggior parte delle misure adottate a metà maggio 2015 inizino a dare i loro frutti e stiano progressivamente attenuando i timori suscitati dalla seconda economia mondiale. Nonostante ciò, il PIL del terzo trimestre 2015 e la crescita della produzione industriale dovrebbero rivelarsi ancora deboli, tenuto conto del rallentamento del settore manifatturiero registrato questa estate. Cina: variazione annua (%) della produzione industriale, delle vendite al dettaglio e degli investimenti in attivi fissi CH - INDUSTRIAL PRODUCTION YoY % 24 CH - RETAIL SALES YoY % 23 CH - FIXED ASSETS INVESTMENTS URBAN YoY % (RH) 22 21 19 20 17 18 15 16 13 11 14 9 12 7 5 Jan-12 10 Jan-13 Jan-14 Jan-15 5 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA. 1 MESE IN 10 IMMAGINI Ottobre 2015 10. Credito - Imprese statunitensi sotto pressione – – – Tutti gli indicatori relativi al mercato del credito Corporate statunitense sono in posizione di allerta. Il progressivo aumento degli spread di credito ravviva infatti i timori di un possibile rallentamento dell'attività economica negli USA. Tale inquietudine è rafforzata dal fatto che non è solo il mercato High Yield a ritrovarsi sotto pressione, ma anche quello dell'Investment Grade, delle imprese solide con un rating BBB- o superiore. Il crollo dei prezzi delle materie prime, e in particolare la debolezza dei prezzi del petrolio, spiega in parte le tensioni sui tassi di rifinanziamento delle imprese legate al settore energetico, come testimoniato da Glencore. In maniera generale, i timori di un rallentamento cinese e di un contagio ad altre economie preoccupano gli investitori. Il fenomeno può essere tuttavia spiegato anche da altri fattori, come il moltiplicarsi delle emissioni e una diminuzione delle posizioni detenute dalle investment bank, a causa delle nuove norme prudenziali. Un aumento significativo degli spread non annuncia però, necessariamente, l'imminenza di una recessione. Mentre le obbligazioni associate all'energia e alle attività minerarie sono soggette ad una notevole pressione, quelle legate alle spese di consumo continuano infatti a registrare performance relativamente buone. Spread di credito delle imprese statunitensi – USD High Yield e Investment Grade 800 350 700 300 600 250 500 200 400 150 300 100 200 50 100 0 2013 0 2014 2015 USD IG Energy USD IG Consumer Discretionary USD IG Materials USD High Yield (R.H.S) Source: Bloomberg/SYZ AM 6 La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti e controparti professionali o istituzionali. Non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi sviluppate nella presente pubblicazione sono fondate su varie ipotesi. La formulazione di ipotesi diverse può tradursi con risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questa pubblicazione siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. SYZ Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di SYZ Asset Management SA.