Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ

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22 settembre 2014
t
L'essenziale in un colpo d’occhio
Obbligazioni

Azioni

Hedge funds

Proiezioni a 6 mesi
 Con le prime settimane di settembre è arrivata la risposta ai principali
quesiti che allarmavano gli investitori durante l’estate. Il cammino verso
la fine dell’anno (e oltre) non è privo di ostacoli ma alcune tendenze
sembrano essersi consolidate.
 Sul piano dei fattori «esterni ai mercati», la tensione geopolitica nell’est
dell’Ucraina si è allentata. La situazione è lungi dall’essere risolta ma
Russia e Ucraina per ora sembrano avere trovato un equilibrio. Dopo il
referendum in Scozia la minaccia di una secessione del Regno Unito si è
definitivamente allontanata.
 Sul fronte economico, il divario emerso negli Stati Uniti tra indicatori
« reali» e indici del sentiment impone alla Fed un difficile esercizio di
equilibrismo: da un lato deve preparare i mercati all’inizio del ciclo di
rialzo dei tassi nel corso del 2015, a condizione ovviamente che l’attesa
ripresa si concretizzi. Dall’altro, alla luce delle deboli statistiche attuali,
deve mantenere un tono accomodante per non correre il rischio di
interrompere la dinamica economica positiva. Ma salvo sorprese sul
piano economico, è ormai certo che la Fed intende rialzare più volte il
tasso ufficiale nel corso del 2015.
 Nell’Eurozona, alla luce della crescita debole ma soprattutto della
persistente minaccia deflazionistica, la BCE ha deciso un nuovo
allentamento monetario ed ha annunciato l’intenzione di aumentare il
volume del suo bilancio, esponendo così l’euro a pressioni al ribasso.
 La divergenza che si sta scavando tra le dinamiche di crescita e le
politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico sembra un fenomeno
relativamente durevole che influenzerà l’andamento dei diversi mercati
finanziari nei prossimi mesi.
Economia
Stati Uniti ............................................................................... 2
La Fed costretta a un esercizio di equilibrismo (finora piuttosto riuscito)
Questa pubblicazione si basa sulle
informazioni raccolte fino al lunedì che
precede il giorno di diffusione.
Pubblicazione curata dal team Ricerche e
Analisi
SYZ Asset Management SA
Tel. +41 (0)58 799 19 09
[email protected]
Autori:
Yasmina Barin
Yves Gallati
Maurice Harari
Wanda Mottu
Adrien Pichoud
Fabrizio Quirighetti
Europa ..................................................................................... 3
La BCE decide di usare le maniere forti
Giappone ................................................................................ 4
Yen debole in aiuto dell’economia?
Economie emergenti ................................................................ 4
Cina pronta a crescere meno ma meglio
Mercati
Azionari ................................................................................... 6
I mercati azionari hanno ripreso quota
Obbligazionari ........................................................................ 6
Tensioni sullo sfondo dell’attesa manovra restrittiva della Fed
Valutari ................................................................................... 6
Lo spauracchio dell’indipendenza della Scozia ha pesato sulla sterlina
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato,
paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o
una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della
pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita
o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario
e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
22 settembre 2014
Economia
Stati Uniti
Sostenuti dalla ripresa della domanda interna, gli Stati
Uniti
negli
ultimi
mesi
dell’anno
restano
incontestabilmente il maggiore polo di dinamismo nel
panorama economico mondiale. Ma mentre gli indicatori
di sentiment e di attività negli ultimi mesi riflettono una
marcata accelerazione, il quadro generale è offuscato da
statistiche reali modeste che mettono in risalto le
difficoltà per l’economia americana di ritrovare una
crescita decisa, lasciandosi alle spalle l’andamento
indeciso che perdura dal 2010. Benché la maggior parte
degli indicatori punti verso una netta schiarita in futuro,
la conferma dei dati concreti si fa aspettare.
La produzione industriale di agosto è scesa dello -0.1%,
mentre l’ISM manifatturiero a quota 59.0 ha toccato il
livello più alto degli ultimi 10 anni. Gli indici regionali dal
canto loro hanno evidenziato una forte accelerazione
della crescita del settore industriale. Lo stesso è
avvenuto nel settore dei servizi, dove in agosto l’ISM non
manifatturiero è balzato al livello più alto dal 2005. Sulla
base dei due indicatori la crescita economica USA del 3°
trimestre si avvicinava a un ritmo che non si vedeva più
dalla metà del decennio precedente …
ISM manifatturiero e produzione industriale (variazione annua)
sull’occupazione di agosto ha rilevato una flessione nella
creazione di posti di lavoro (+142.000 dopo il +212.000
in luglio e il +267.000 di giugno) che rimette in
discussione il vigore della ripresa in un settore cruciale
per il rafforzamento della domanda interna.
Anche sul fronte dei consumi, lo scostamento fra indici
del sentiment e statistiche concrete si è scavato durante
l’estate. In luglio la spesa per i consumi è diminuita e in
termini reali cresce al ritmo modesto del 2% all’anno.
Allo stesso tempo, la fiducia dei consumatori ha
registrato un continuo miglioramento sull’onda del calo
della disoccupazione, della ripresa nell’immobiliare e del
calo dei prezzi dell’energia, che accresce il potere
d’acquisto delle famiglie. Ancora una volta, il
miglioramento del sentiment suggerisce un’imminente
schiarita sui dati dei consumi che però stenta a tradursi
nei fatti.
Spese per i consumi reali (variazione annua) e fiducia dei
consumatori (previsioni)
120
7
6
110
5
100
4
90
3
10
63.35
80
2
60
70
1
5
55
60
0
50
-1
50
0
40
-2
45
-3
-5
40
-10
35
-15
94 95 96 97 98 99 00 01
US INDUSTRIAL PRODUCTION YoY %
ISM MANUFACTURING(R.H.SCALE)
30
00
01
02
03
04
05
06
07
08
US - REAL PERSONAL CONSUMPTION EXPENDITURES YoY%
US - CONSUMER EXPECTATIONS (3M MAV)(R.H.SCALE)
30
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
Sourc e: T homs on Reuters Datas tream
Durante l’estate l’indice di attività ISM manifatturiero è balzato
verso l’alto preannunciando un’accelerazione della produzione
industriale.
In estate, lo stesso è avvenuto sul mercato del lavoro,
con la maggior parte degli indicatori indiretti puntati
verso un deciso miglioramento: nuove iscrizioni
settimanali ai sussidi di disoccupazione e totale dei
sussidi di occupazione tornati ai livelli pre-crisi del 2007,
sottoindice dell’occupazione nelle indagini ISM al livello
più alto dal 2006, miglioramento delle intenzioni di
assunzione
nelle
PMI…
Eppure,
il
rapporto
09
10
11
12
13
14
Sourc e: T homs on Reuters Datas tream
Il miglioramento del sentiment e delle previsioni dei
consumatori preannunciano il futuro aumento della spesa reale
per i consumi.
Il quadro generale complica il compito e la strategia di
comunicazione della Fed, che non può ignorare il
miglioramento degli indicatori anticipati, puntati verso
l’accelerazione della crescita nel 2015, ma non può
correre il rischio di adottare troppo presto un approccio
restrittivo, pena il rischio di frenare il movimento di
ripresa… Il messaggio diffuso dopo la riunione del FOMC
del 17 settembre è un chiaro esempio di questi
equilibrismi.
Da
un
lato,
prendendo
atto
del
miglioramento economico, la Fed ha continuato a ridurre
il volume del suo programma di acquisto di bond,
confermando che il programma sarà sospeso alla
prossima riunione; ha descritto il suo piano di
normalizzazione monetaria una volta concluso il
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
22 settembre 2014
Quantitative Easing; i membri del FOMC hanno dichiarato
che prevedevano un tasso dei Fed Funds mediamente
superiore a fine 2015 rispetto alle stime del giugno
scorso. Dall’altro, per evitare un rialzo dei tassi troppo
brusco, la Fed ha sottolineato gli squilibri importanti che
persistono a livello economico, in particolare sul
mercato del lavoro. Ha mantenuto invariato il suo target
per il tasso di riferimento (0/0.25%) « durante un
periodo di tempo considerevole» dopo la fine del
Quantitative Easing, contrariamente a quanto avvenuto
nelle ultime settimane, in cui si è parlato più volte
dell’abbandono
della
garanzia
implicita
del
mantenimento della politica di tassi zero per diversi
mesi. Un piccolo passo avanti nella difficile gestione della
pressoché inevitabile normalizzazione della politica
monetaria americana …
Europa
La debole congiuntura emersa in Europa in primavera si
è mantenuta anche in settembre, con la flessione della
maggior parte degli indicatori di attività. L’indice del
sentiment economico dell’Eurozona è sceso in agosto al
livello più basso del 2014. La debolezza ha colpito tutte
le principali economia dell’Eurozona, ma i ribassi più
pronunciati hanno interessato la Germania e l’Italia, i
due paesi europei che esportano di più in Russia. Questa
constatazione suggerisce che i forti ribassi di agosto
sono in gran parte riconducibili alle sanzioni contro la
Russia. Il rallentamento si riflette anche negli indici PMI
che evidenziano un brusco arresto della crescita in Italia
e una perdita di slancio dell’industria tedesca (in parte
compensate dalla buona tenuta del settore dei servizi).
quasi generalizzato che colpisce l’Eurozona. La buona
tenuta degli indici di attività durante l’estate conferma la
dinamica incoraggiante, con un’accelerazione progressiva
della crescita del PIL da metà 2013 (+0.1% nel T3 2013,
+0.2% nel T4, +0.4% nel T1 2014 e +0.6% nel T2,
ossia +1.2% in un anno). Benché duramente segnata
dalle recessioni degli ultimi anni, l’economia spagnola
oggi è indubbiamente uno dei pochi paesi dell’Europa
periferica in cui la ripresa è tangibile (nonostante sia
debole e fragile). Nel resto dell’Eurozona la dinamica è di
segno contrario…
Ma non è solo per l’accesso di debolezza che il 4
settembre la BCE ha deciso di allentare di nuovo la sua
politica monetaria, a soli tre mesi dall’ultimo taglio dei
tassi ufficiali e dall’annuncio di iniezioni di liquidità nel
sistema bancario. E’ piuttosto la costante discesa
dell’inflazione, e soprattutto la brusca caduta delle
anticipazioni d’inflazione a medio termine che ha
aumentato le pressioni sulla BCE. La reazione si è
tradotta con un nuovo taglio dei tassi ufficiali,
probabilmente l’ultimo, visto che il tasso refi è ormai a
0.05%. Il tasso della “deposit facility” (lo strumento della
BCE su cui le banche possono depositare liquidità) è
stato ridotto ed è passato in territorio negativo (0.20%).
Tassi ufficiali della BCE e volume del bilancio della BCE (in % del
PIL)
6
35%
5
30%
4
25%
PMI composito (manufatturieri+servizi) nei singoli paesi
65
3
60
2
55
1
20%
15%
50
45
-1
2000
40
5%
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
ECB DEPOSIT RATE
ECB REFI RATE
ECB LENDING RATE
ECB BAL. SHEET (% OF GDP)
2016
So urce: SYZ A M , Datastream
In settembre, la BCE ha abbassato ancora una volta i principali
tassi ufficiali, ormai a livelli soglia. Ha inoltre annunciato il
target in termini di espansione del volume del suo bilancio di
1.000 miliardi di euro.
35
30
25
2007
10%
0
2008
GER
2009
FRA
2010
ITA
2011
2012
SPA
2013
2014
So urce: B lo o mberg, SYZ A M
Durante l’estate, la crescita economica ha segnato una battuta
d’arresto in Italia, che in termini di assenza di dinamismo ha
raggiunto la Francia.
Nel paesaggio sconfortante dell’Europa solo un paese, la
Spagna, resiste con notevole tenacia al rallentamento
Mario Draghi ha inoltre annunciato che intende riportare
il volume del bilancio della BCE ai livelli del 2012 (prima
che i rimborsi delle prime operazioni di LTRO ne
riducessero significativamente il volume). Questo
significa che il bilancio della BCE aumenterà di circa
1.000 miliardi di euro attraverso iniezioni di liquidità, le
TLTRO già annunciate in giugno (disponibilità di liquidità
subordinate all’erogazione di prestiti alle imprese), ma
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
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22 settembre 2014
anche tramite l’acquisto di attività (ABS e «covered
bonds»), escludendo per ora i titoli di stato. L’aumento
del volume del bilancio punta a far sì che il sistema
bancario disponga di liquidità abbondanti (praticamente
a costo zero) per soddisfare l’eventuale ripresa della
domanda di prestiti (che per ora non si è verificata). Ma
anche, soprattutto, per esercitare una pressione al
ribasso sull’euro, il metodo più immediato per reagire
alla mancanza di crescita e d’inflazione nell’Eurozona. Il
deprezzamento della moneta unica avrà ricadute positive
sulle imprese europee rivolte all’export e sulle
quotazioni in borsa delle multinazionali europee. Un’altra
conseguenza sarà di creare « automaticamente »
un’inflazione importata, che contribuirà a lottare contro
le pressioni deflattive nell’Unione monetaria.
la produzione industriale è scesa a +6.9% (in variazione
annua è il ritmo più basso dalla crisi del 2008) e la
crescita degli investimenti in capitale fisso si è
stabilizzata al 16.5%. Inoltre, durante l’estate, la
contrazione dell’immobiliare ha pesantemente impattato
gli investimenti in Cina. Sul versante dell’attività
manifatturiera, l’indice PMI (ufficiale) resta in territorio
positivo ma scende a 51.1. Sul fronte del commercio
estero, il surplus della bilancia commerciale in agosto è
salito al record di 49.8 miliardi di USD in seguito al calo
delle importazioni del -2.4% e dell’aumento delle
esportazioni del +9.4%. Le vendite al dettaglio in termini
reali sono aumentate del +10.6%.
Cina: produzione industriale, vendite al dettaglio, investimenti in
capitale fisso (variazione annua in %)
Nel Regno Unito, nelle ultime settimane il referendum
sull’indipendenza della Scozia ha spinto l’attualità
economica in secondo piano. Anche se ha prevalso il no,
il testa a testa previsto dai sondaggi ha creato un clima
d’incertezze nelle ultime settimane precedenti la
votazione. Ma superato questo scoglio l’economia è
tornata al centro dei riflettori. Il nuovo calo dell’inflazione
(all’1.5%, quindi inferiore al target del 2%) assicura alla
BoE un margine di manovra. Infatti, data l’assenza di
tensioni inflazionistiche, la Banca d’Inghilterra non deve
affrettarsi a rialzare i tassi, tanto più che durante l’estate
il rallentamento in corso nell’Eurozona (principale partner
commerciale del Regno Unito) ha pesato sull’attività.
In Svizzera, dopo il +0.5% del trimestre precedente
l’assenza di crescita del Pil del secondo trimestre ha
deluso. La battuta d’arresto è sicuramente dovuta alla
debolezza che ha colpito l’Eurozona ma ha provocato una
correzione al ribasso delle stime di crescita per il 2014
della BNS, passate da +2.0% a +1.5%. La Banca
Centrale svizzera ha inoltre riaffermato la propria
determinazione nel difendere il limite di cambio a 1.20
EUR/CHF, dichiarandosi « pronta ad acquistare valute in
quantità illimitate » e, se necessario, ad adottare
« immediatamente ulteriori provvedimenti».
Giappone
In Giappone la forte contrazione del PIL del secondo
trimestre (dopo l’aumento dell’IVA) si è confermata ma è
stata leggermente ridimensionata (a -1.8%). Gli indici di
fiducia e di attività durante l’estate hanno registrato un
andamento modesto che riflette il ritorno a una crescita
positiva senza però rilevare una reale ripresa della
dinamica vigorosa emersa nel 2013. Il recente
indebolimento dello yen potrebbe arrivare a puntino per
ridare slancio ai settori rivolti all’export rilanciando
l’industria giapponese.
Economie emergenti
Dopo il rimbalzo del secondo trimestre (PIL in aumento
del 7.5%), gli ultimi indicatori di agosto sull’attività
interna in Cina rilevano un leggero rallentamento. Infatti,
In agosto la produzione industriale, le vendite al dettaglio,
l’investimento in capitale fisso sono diminuite rispetto a luglio
(rispettivamente +6.9% a fronte del +9.0% di luglio ; +11.9%
a fronte del +12.2% in luglio e +16.5% a fronte di +17.0% in
luglio.
Sul piano politico, dopo le misure di rilancio varate fra
marzo e luglio, il governo sembra ora disposto ad
accettare una crescita inferiore (fra il 6% e l’8%) e una
volatilità maggiore. Le autorità puntano, però, a
conseguire una crescita di migliore qualità, attraverso
riforme da attuare in tempi stretti. In settembre, il primo
ministro ha dichiarato che le iniezioni di liquidità
nell’economia non rappresentano la soluzione ottimale e
che in futuro si orienteranno verso un allentamento
mirato. In particolare sarà a beneficio dell’agricoltura,
delle PMI e delle industrie tecnologiche di punta. Il
governo ha tuttavia deciso questa settimana che le
cinque maggiori banche del paese riceveranno dalla
banca centrale un prestito di 100 miliardi di yuan
ciascuna. Potrebbero essere annunciate nuove misure di
sostegno per evitare il collasso del settore immobiliare
(prezzi in calo dall’inizio dell’anno), come il taglio dei
tassi sui mutui ipotecari o la riduzione del capitale
iniziale.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
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un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
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22 settembre 2014
Di fronte al quadro generale precedentemente descritto,
i funzionari del governo cinese sono pienamente
consapevoli della forte leva presente nell’economia e
fanno il possibile – con non poche difficoltà – per non
aumentarla. L’obiettivo è di non aumentare il credito
disponibile all’interno del sistema e di evitare in ogni
modo di alimentare un’eventuale bolla immobiliare.
Tirando le somme, le ultime letture degli indicatori
economici che segnalano una battuta d’arresto nella
dinamica positiva iniziata nel secondo trimestre 2014
non faranno deviare il governo dal suo principale
obiettivo: riequilibrare l’economia. In questa delicata
fase di riorientamento, la difficoltà maggiore sta nel
difficile compito di intervenire sul mercato immobiliare
sapendo che il suo rallentamento – se mal pilotato –
potrebbe causare una grave crisi interna, con
ripercussioni sul resto dell’economia mondiale.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
22 settembre 2014
Mercati
Azionario
Dopo un inizio grigio come le condizioni meteo
dell’estate, i mercati finanziari in agosto hanno avviato
una ripresa, come indica lo S&P 500, entrato in area
2.000 punti. I toni particolarmente accomodanti della
BCE uniti alle statistiche USA migliori del previsto (ISM
e PIL) hanno ridato slancio ai mercati duramente colpiti
dalle tensioni geopolitiche e dal rischio deflazionistico
che incombe sull’Europa.
Andamento delle principali borse mondiali
sperimentale per la cura delle insufficienze cardiache.
Gli esperti ritengono che il farmaco ha la potenzialità di
diventare un blockbuster. Viceversa, l’entrata in vigore
di nuove sanzioni contro la Russia ha nuovamente
pesato sul comparto dell’energia.
Manteniamo nel complesso un parere positivo su questa
asset class. Le politiche monetarie delle principali
banche centrali restano favorevoli anche ai livelli di
quotazione attuali. Il basso livello dei tassi d’interesse
sul mercato obbligazionario e il miglioramento del
contesto economico mondiale dovrebbero continuare a
sostenere i mercati azionari anche nei prossimi mesi.
17/9/14
106
Obbligazionario
105
L’allentamento dei tassi nell’Eurozona è proseguito fino
a fine agosto sullo sfondo dei timori per la minaccia
deflazionistica. Il tasso tedesco a 10 anni è sceso sotto
la soglia dell’1%, a un nuovo minimo storico (0.88%)
seguito da quello francese, all’1.2%. Ma la decisione
della BCE a inizio settembre di adottare misure di
allentamento monetarie di grande portata ha ridotto i
timori di deflazione rassicurando i mercati. I rendimenti
delle obbligazioni sovrane europee sono di nuovo
aumentati allineandosi sui tassi USA, che su sullo
sfondo delle anticipazioni circa una manovra restrittiva
della Fed continuano ad orientarsi al rialzo. Infatti, le
anticipazioni di risalita dei tassi negli USA sono
aumentate, come riflette la maggiore ripidità della
curva in corrispondenza dei 10 anni e dei due anni
(aumento di oltre 20 punti base). Il rendimento a 10
anni USA è salito al 2.6%, quello della Germania si è
attestato all’1%, mentre il tasso dell’Italia e della
Spagna ha raggiunto rispettivamente il 2.4% e il 2.3%.
104
103
102
101
100
99
98
18
25
AUG
S&P 500 COMPOSIT E - PRICE INDEX
ST OXX EUROPE 600 E - PRICE INDEX
T OPIX - PRICE INDEX
1
8
SEP
MSCI EM U$ - PRICE INDEX
Sourc e: T homs on Reuters Datas tream
Le azioni europee hanno sovraperformato gli indici mondiali.
Nell’ottica regionale e in moneta locale, le azioni
europee durante il periodo in esame hanno
sovraperformato gli indici mondiali (denominati in USD
gli
indici
europei
risentono
fortemente
dell’indebolimento dell’euro). I listini hanno reagito
favorevolmente all’annuncio a sorpresa della BCE
riguardo il taglio del tasso ufficiale e le misure
supplementari per rilanciare la crescita nell’Eurozona.
La borsa giapponese si è tenuta al passo (in USD
l’indice della borsa giapponese ha fortemente risentito
del deprezzamento dello yen), sull’onda della
pubblicazione di indicatori macroeconomici in ripresa e
delle quotazioni tuttora interessanti. La debolezza della
borsa brasiliana a inizio settembre ha pesato sull’indice
dei titoli emergenti. Infatti, dopo essere stata sostenuta
da un possibile cambio alla guida del paese, la rimonta
nei sondaggi dell’attuale presidente Dilma Rousseff ha
alimentato i timori degli investitori.
A livello settoriale, i titoli del settore farmaceutico
hanno mantenuto le posizioni grazie in particolare al
buon andamento di Novartis, sostenuta dall’esito
positivo di uno studio clinico su un nuovo farmaco
Valutari
La fine dell’estate è stata caratterizzata dalla
significativa accelerazione dell’apprezzamento dell’USD,
sostenuto dal perdurare della dinamica di crescita negli
USA e dalle dichiarazioni rilasciate da J.Yellen a Jackson
Hole riguardo alla conferma del miglioramento sul
mercato del lavoro. Nonostante la recente decisione
della Fed (del 17 settembre) riguardo al mantenimento
dei tassi prossimi allo zero per un « periodo di tempo
considerevole», il dollaro ha mantenuto il trend di rialzo
attestandosi sotto quota 1.29 contro l’EUR, 108 contro
il JPY e intorno a 0.94 contro il CHF. Anche se la data
del primo rialzo dei tassi è ancora incerta, gli indicatori
economici continuano a segnalare una solida ripresa. I
tassi d’interesse si orientano quindi al rialzo e
contribuiscono al rafforzamento del dollaro USA. La
tendenza al rialzo del dollaro dovrebbe perdurare, in
particolare nei confronti delle monete del G10 con un
basso rendimento (EUR, CHF e JPY) per le quali le
politiche monetarie dovrebbero mantenersi ultra
espansive.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
22 settembre 2014
Nell’area euro, la decisione della Banca centrale
europea a inizio settembre di adottare misure a
sostegno dell’economia ha provocato una flessione della
moneta unica. Oltre al taglio del tasso ufficiale
principale da 0.15% a 0.05%, la BCE ha annunciato il
lancio di un programma di acquisto di debito privato al
fine di rilanciare il credito alle aziende. In questo modo,
l’istituto di Francoforte imbocca molto chiaramente la
strada di un aumento molto significativo del volume del
suo bilancio, con la conseguenza di esercitare una
pressione al ribasso sull’euro. Il previsto aumento del
volume del bilancio della BCE mentre la Fed è in
procinto di invertire la rotta da ottobre dovrebbe
contribuire a mantenere il cambio EUR/USD sotto
quota 1.30.
La sterlina si è trovata sotto pressione a causa del
referendum sull’indipendenza della Scozia. Fino all’inizio
di settembre questo argomento sembrava lasciare i
mercati relativamente indifferenti, ma dopo la
pubblicazione dei sondaggi che preannunciavano un
esito sul filo del rasoio, i mercati si sono spaventati e la
volatilità, in previsione di una possibile vittoria degli
indipendentisti, è aumentata. La sterlina si è indebolita
a quota 1.60 nei confronti del dollaro, sotto 1.50 contro
il franco svizzero e sotto 1.24 contro l’euro. La vittoria
dello
« Yes »
avrebbe
provocato
un
ulteriore
deprezzamento della sterlina, mente il « No » potrebbe
dare il via ad un suo rimbalzo.
Andamento del cambio GBP/USD e della volatilità implicita a 1
mese
I timori sull’esito del referendum in Scozia hanno messo i
mercati in fibrillazione, come dimostra l’indebolimento della
sterlina contro il dollaro e la volatilità del cambio GBP/USD,
raddoppiata all’11%.
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