Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ

20 giugno 2014
L'essenziale in un colpo d’occhio
Obbligazioni

Azioni

Hedge funds

Proiezioni a sei mesi
 E se il mondo avanzato tornasse poco a poco « come prima »? L’ipotesi
indubbiamente è audace, se si pensa che l’aera euro è appena uscita
dalla seconda recessione in cinque anni e non ha ancora recuperato il PIL
del 2008, che gli USA sono ancora alle prese con seri squilibri del
mercato del lavoro e del settore immobiliare e che il Giappone non ha
ancora dimostrato che i segnali apparsi nel 2013 non sono un semplice
sussulto destinato a spegnersi…
 D’altro canto, è ormai appurato che la crescita in queste tre regioni è
positiva e sincrona e che sempre più si appoggia sulla domanda interna.
Certo, i ritmi di espansione non sono ancora quelli del decennio
precedente e non permettono perciò di recuperare il ritardo accumulato;
inoltre, la dinamica attuale è ampiamente sostenuta dalle politiche
monetarie ultra-accomodanti.
 Ma negli ultimi mesi è apparso un segnale, per l’appunto riconducibile a
queste politiche monetarie, dal quale si può evincere che è in corso una
certa « normalizzazione » (nel bene e nel male…): la ripresa
dell’espansione del credito, che a sua volta sostiene la domanda interna.
Il fenomeno è dapprima apparso nel Regno Unito, dove il programma di
rilancio del credito immobiliare ha ampiamente contribuito a
«risvegliare» i consumi e ha stimolato l’accelerazione della crescita. Poi
si è diffuso anche negli USA, dove il calo della disoccupazione e i tassi
d’interesse bassi invogliano nuovamente le famiglie a indebitarsi. Per ora
l’euro zona non sembra toccata, ma ciò potrebbe cambiare se gli ultimi
provvedimenti annunciati dalla BCE, volti esplicitamente a rilanciare il
credito alle aziende, si dimostreranno efficaci.
 Questo nuovo trend di ripresa del credito nel mondo avanzato, più o
meno spiccato, contribuisce a migliorare le prospettive di crescita e si
manterrà probabilmente finché le politiche monetarie resteranno così
stimolanti. Sicuramente questo spiega perché la Fed e la Bank of
England sono così caute nel normalizzare le rispettive politiche …
Economia
Stati Uniti ............................................................................... 2
Il nuovo indebitamento delle famiglie sostiene la crescita
Questa pubblicazione si basa sulle
informazioni raccolte fino al lunedì che
precede il giorno di diffusione.
Pubblicazione curata dal team Ricerche e
Analisi
SYZ Asset Management SA
Tel. +41 (0)58 799 19 09
[email protected]
Autori:
Yasmina Barin
Yves Gallati
Maurice Harari
Wanda Mottu
Adrien Pichoud
Fabrizio Quirighetti
Europa ..................................................................................... 3
La BCE soddisfa le attese di allentamento monetario
Giappone ................................................................................ 4
L’economia tenta un rimbalzo dopo lo scoglio dell’IVA
Economie emergenti ............................................................... 4
Cambia rotta la crescita cinese
Mercati
Azionario ................................................................................ 5
L’indice che misura la « paura » ai livelli più bassi del periodo recente
Obbligazionario ....................................................................... 5
L’annuncio della BCE giova al debito dei periferici
Valutario ................................................................................. 6
Per l’euro inizia la fase di discesa?
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
20 giugno 2014
Economia
Stati Uniti
Le ultime settimane confermano il rimbalzo della crescita
americana. Nel secondo semestre l’economia ha quasi
raggiunto la velocità di crociera prevista all’inizio
dell’anno, prima del « vuoto d’aria » invernale. Sebbene
il calo del PIL del primo trimestre rischi di superare
l’1.0% finora previsto, la riaccelerazione dovrebbe essere
già essere visibile nelle statistiche del secondo trimestre.
conseguenza, le prospettive per i prossimi trimestri sono
promettenti.
Gli indici di attività di maggio, infatti, hanno confermato
la tendenza positiva e sono di nuovo a livelli compatibili
con le previsioni di accelerazione della crescita di fine
2013. Per il secondo trimestre, gli indici ISM
suggeriscono un tasso annuo di crescita intorno al 2,5%
e l'indice di attività delle PMI è al livello più alto da fine
2007, segno dell’ulteriore miglioramento dell’economia
interna. E alcuni indici regionali di attività si avvicinano
ai loro livelli più alti (PMI Chicago, NY Empire
Manufacturing...).
Tra gli elementi che rispecchiano e sostengono tale
dinamica, l’accelerazione dell’espansione del credito è
indubbiamente uno dei fattori più importanti. Grazie ai
tassi d’interesse a livelli tuttora molto bassi, il calo della
disoccupazione e le migliorate prospettive economiche
favoriscono la ripresa della domanda di credito, che a
sua volta sostiene la domanda finale. Così, il credito al
consumo, in termini d’incidenza sul PIL totale, ha
superato il picco del 2008 a fine 2013, e dalla fine del
2012 cresce a un ritmo del 6% all'anno (ed è perfino
accelerato a fine inverno). A fronte di questa espansione,
l’incidenza dell’onere degli interessi sul reddito
disponibile delle famiglie non aumenta grazie ai tassi
d’interesse bassi. Così, il «releveraging» dei consumatori
americani avviene, per ora, senza contraccolpi negativi
sul reddito disponibile.
Indice ISM composito (manifatturiero + servizi)
e variazione annua del PIL
Credito al consumo (in % del PIL)
e onere degli interessi (in % del reddito disponibile)
65
6
60
4
19
13.50
18
13.00
17
55
2
50
0
12.50
16
12.00
15
11.50
14
45
11.00
-2
13
10.50
40
-4
35
00
01
02
03
US - ISM COMPOSITE
US - GDP YoY%(R.H.SCALE)
-6
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
Sourc e: T homs on Reuters Datastream
Dopo la frenata all’inizio dell’anno dovuta al maltempo, gli indici
di attività negli ultimi mesi sono fortemente rimbalzati portando
la crescita del PIL del secondo trimestre vicina al 2,5%.
Sulla stessa linea, la relazione sull'occupazione di maggio
rileva la creazione di oltre 200.000 posti di lavoro
(217.000, dopo i 282.000 di aprile), mentre dal canto
suo la disoccupazione si attesta nuovamente al 6.3%, il
livello più basso dal 2008, raggiunto da aprile.
Analogamente, le nuove iscrizioni settimanali nelle liste
di disoccupazione hanno superato di poco quota
300.000, lo stesso livello che si registrava tra il 2005 e il
2007 quando la disoccupazione era inferiore al 5%...
Dopo la brusca frenata del primo trimestre, l'economia
americana sembra quindi avere ritrovato il passo di
crescita registrato nella seconda metà del 2013 (tra 2,5
e 3%). E l’espansione appare sempre più solida poiché si
fonda sul miglioramento interno dei motori di crescita. Di
12
10.00
11
9.50
80
82
84
86
88
90
92
94
96
98
00
02
US CONSUMER CREDIT OUTSTANDING (%OF GDP)
US HOUSEHOLD - DEBT PAYMENT (%OF DISPO. INCOME)(R.H.SCALE)
04
06
08
10
12
Sourc e: T homs on Reuters Datastream
Grazie alle condizioni di finanziamento tuttora vantaggiose, le
famiglie americane sono pronte a indebitarsi di nuovo e i
consumi sostengono la domanda finale e di conseguenza la
crescita.
Il quadro congiunturale sopra delineato continua a
sostenere la ripresa del mercato immobiliare, sebbene il
ritmo di crescita - dopo il forte rimbalzo nel 2012 e
l’’inizio del 2013 - sia rallentato. Il contributo del credito
al dinamismo della crescita degli Stati Uniti è di primaria
importanza e questo probabilmente spiega perché la Fed
è così cauta nel gestire la normalizzazione (annunciata e
attesa) della politica monetaria.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
20 giugno 2014
Europa
Sulla riunione della BCE del 5 giugno si erano addensate
forti attese e l’annuncio di Mario Draghi le ha in buona
parte soddisfatte. La BCE ha mosso quasi tutte le leve a
sua disposizione per allentare la sua politica monetaria.
Si è tenuta un solo asso nella manica da usare in caso di
estrema necessità: il quantitative easing generalizzato
(adottato invece da Fed, BoE e Bank of Japan), una carta
che probabilmente calerà solo se la minaccia della
deflazione sarà imminente (qualora il tasso d’inflazione si
avvicinasse ancor più allo zero o scendesse in territorio
negativo).
Per il resto, la BCE ha deciso di attivare tutti gli
strumenti « facilmente » utilizzabili di cui dispone al fine
di allentare in maniera consistente la politica monetaria
dell’area euro:
 La riduzione dei tassi d’interesse sulle operazioni di
rifinanziamento principali da 0.25% a 0.15% (un
record storico) e del tasso sui depositi presso la banca
centrale, entrato in territorio negativo (-0.10%) ;
 La messa a disposizione di liquidità a più lungo termine
« a basso prezzo » purché le banche riprendano a
erogare prestiti bancari a favore delle imprese (per
circa EUR 400 mld, in due operazioni previste per
settembre e dicembre prossimi);
 Il mantenimento dell’erogazione di liquidità a breve
termine, senza limiti di importo, fino alla fine del 2016;
 I lavori preparatori per acquisti nel mercato delle
cartolarizzazioni (ABS, asset backed securities) al fine
di migliorare il meccanismo di trasmissione della
politica monetaria e favorire il credito alle aziende.
dell’anno, dopo che la BCE avrà proceduto alla
valutazione dei bilanci delle banche e ultimato gli stress
test, e una volta che le banche avranno coperto
eventuali carenze di capitale evidenziate dalla verifica,
per poi passare - in autunno - sotto il controllo
dell’organismo unico di supervisione (la BCE). Questo per
la BCE dovrebbe facilitare il compito di vigilare
sull’effettivo utilizzo, da parte delle banche, delle
iniezioni di liquidità per l’erogazione di prestiti e non per
l’acquisto di obbligazioni…
Ad ogni modo, l’impatto di queste misure sul credito,
sull’attività e sull’inflazione sarà graduale e si
manifesterà pienamente solo dalla metà del 2015. Nel
frattempo, l’area euro dovrebbe mantenere lo stesso
quadro economico degli ultimi dodici mesi: inflazione
debole ma trend di crescita positivo.
Sul fronte degli indici di fiducia e di attività, le ultime
settimane hanno confermato una graduale schiarita che
si osserva in particolare nel sud dell’Europa. In maggio il
sentiment economico dell’area euro è ancora migliorato.
Ai massimi dal 2011, fa sperare in un ritmo di crescita su
base annua vicino al 2%. L’indice della fiducia dei
consumatori ha segnato un forte rimbalzo anche nei
paesi periferici e, per l’intera area euro, si attesta sui
massimi da fine 2007. Questa svolta positiva è
principalmente dovuta al fatto che nella maggior parte
dei paesi europei (tranne la Francia) la disoccupazione
inizia
a
scendere,
come
riflette
l’aumento
dell’occupazione nell’area euro ( anche se di un modesto
+0,1%) negli ultimi due trimestri. Per la prima volta dal
2011, l’occupazione al 1 trimestre 2014 ha registrato un
intero anno di crescita (+0.2%).
Tassi di riferimento della BCE e
volume del suo bilancio (in % del PIL dell’area euro)
6
Indice del sentiment economico e indice della fiducia dei
consumatori nell’area euro
35%
5
120
5
30%
115
0
4
110
25%
-5
105
3
100
-10
20%
95
2
-15
15%
90
1
-20
85
10%
0
80
-25
75
-1
2000
5%
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
ECB DEPOSIT RATE
ECB REFI RATE
ECB LENDING RATE
ECB BAL. SHEET (% OF GDP)
So urce: SYZ A M , Datastream
Il 5 giugno la BCE ha annunciato un pacchetto di misure volte
ad attenuare le pressioni deflazionistiche e rilanciare il credito
alle aziende: tagli dei tassi (in territorio negativo nel caso dei
tassi sui depositi presso la banca centrale), iniezioni di liquidità
nel sistema bancario nel secondo semestre…
Questo pacchetto di misure dovrebbe contribuire ad
allentare le condizioni di credito dalla seconda metà
-30
70
65
96
97
98
99
00
01
02
03
EMU ECONOMIC SENTIMENT INDEX
EMU CONSUMER CONFIDENCE(R.H.SCALE)
-35
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
Sourc e: T homs on Reuters Datastream
Gli indici di fiducia e di attività continuano a riflettere un
miglioramento nei paesi dell’area euro.
Su questo sfondo, le ultime misure di allentamento
monetario della BCE non potranno che mantenere e
sostenere il trend – modesto ma solido – di ripresa della
crescita in Europa.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
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20 giugno 2014
Nel Regno Unito la forte dinamica apparsa l’anno scorso
non accenna a indebolirsi: l’aumento delle vendite al
dettaglio accelera e le vendite di aprile sono cresciute al
passo annuo più veloce dal 2002; la crescita della
produzione industriale raggiunge ormai +3% su 12 mesi;
i prezzi dell’immobiliare sono tuttora in progressione di
circa il 10% all’anno; la disoccupazione cala e la fiducia
dei consumatori è ai massimi dal 2005. Il rovescio della
medaglia è che il deficit commerciale continua a correre.
Su questo sfondo, la pressione sulla Bank of England
affinché dia inizio alla normalizzazione monetaria si fa
sempre più forte, anche se l’inflazione dall’inizio
dell’anno è di nuovo inferiore al 2%. Il 12 giugno Mark
Carney, governatore della BoE, ha dichiarato che la BoE
potrebbe rialzare il tasso di riferimento prima di quanto
non prevedano attualmente i mercati …
In Svizzera l’ultimo dato diffuso sul PIL ha confermato la
solidità della crescita economica che per l’intero 2014,
come per il 2013, dovrebbe attestarsi sul 2%. Nel primo
trimestre il PIL è cresciuto dello 0.5%. Se è vero che i
consumi delle famiglie hanno decelerato (+0.1%), gli
investimenti nelle costruzioni e nel commercio estero
mostrano invece un maggiore dinamismo, al quale si
deve la solida progressione osservata. L’accelerazione
della crescita mondiale e in particolare europea hanno
giovato alle aziende esportatrici svizzere, mentre il
settore delle costruzioni è tuttora sostenuto dai tassi
bassi, sebbene il ritmo di aumento dei prezzi sia
leggermente rallentato in seguito all’adozione di misure
anticicliche sui prestiti immobiliari.
Giappone
Nella prospettiva di una ripresa della crescita una volta
digerito l’aumento dell’IVA, i primi dati sulla fiducia e
sull’attività sono piuttosto incoraggianti. Tuttavia è
ancora presto per cantar vittoria… In compenso, come
era prevedibile, l’inflazione annua è balzata da +1.6% a
+3.4%, il dato più alto in Giappone dal 1991. Sembra
quindi che l’uscita dalla deflazione diventi sempre più
convincente… Ora, affinché il superamento della
deflazione sia durevole, occorre che la crescita ritrovi la
dinamica dell’anno sorso.
Infatti, nel mese di maggio la produzione industriale, le
vendite al dettaglio e gli investimenti sono risultati
superiori alle stime del consensus. Sul fronte del
commercio estero, la domanda proveniente dall'estero si
è rafforzata con la conseguente espansione delle
esportazioni. Le importazioni sono invece diminuite, un
calo che si è tradotto con il surplus commerciale più alto
degli ultimi cinque anni.
La banca centrale cinese ha deciso la scorsa settimana di
abbassare il coefficiente delle riserve obbligatorie (50bp) per alcune banche commerciali. Tale misura
monetaria è volta a stimolare l'economia indirizzando il
credito in maniera più efficiente, al fine di sostenere
prioritariamente le aziende delle regioni rurali e le PMI.
Tuttavia, l’obiettivo teorico delle autorità cinesi sarebbe
quello di sostenere la crescita attraverso delle riforme
(politiche, economiche, sociali, ambientali, ...), piuttosto
che con iniezioni indiscriminate di liquidità nell'economia.
Sono consapevoli della forte leva già presente nel
sistema. La loro intenzione è di non aumentarla per non
rischiare di gonfiare ulteriormente la bolla immobiliare,
che rappresenta oggi il rischio maggiore per l’economia
cinese.
Cina: produzione industriale, vendite al dettaglio, investimenti in
immobilizzazioni (variazione annua in %)
CH - INDUSTRIAL P RODUCTION YoY %
40
CH - RETAIL SALES YoY %
23
CH - FIXED ASSETS INVESTM ENTS URBA N Yo Y % (RH)
21
35
19
17
30
15
13
25
11
9
20
7
Economie emergenti
Il primo trimestre in Cina è stato caratterizzato dal
rallentamento della crescita (+7.4% a fronte del +7.7%
del quarto trimestre 2013), dalla flessione dell’attività
manifatturiera, dai timori sullo shadow banking e per
l’improvvisa svalutazione dello Yuan.
5
Dec-04
15
Dec-05
Dec-06
Dec-07
Dec-08
Dec-09
Dec-10
Dec-11
Dec-12
Dec-13
In maggio la produzione industriale, le vendite al dettaglio, gli
investimenti in immobilizzazioni (variazione in % annua) sono
rispettivamente cresciuti dell’8.8%, del 12.5% e del 17.2%.
Di recente si osserva un’inversione di tendenza: gli
indicatori economici sono meglio orientati e sembrano
preannunciare un rimbalzo tecnico della crescita cinese
per il secondo trimestre. Il nostro Syz China Trend
Indicator (calcolato, ad esempio, sulla base della
produzione di elettricità o di carbone, o del trasporto
merci) suggerisce un’accelerazione del PIL rispetto al
primo trimestre.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
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un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
20 giugno 2014
Mercati
Azionari
Dopo una breve battuta d’arresto, i principali mercati
azionari hanno ripreso il volo verso nuovi record
nonostante i dati meno favorevoli del previsto diffusi
negli Stati Uniti e la riacutizzazione delle tensioni
geopolitiche. Gli scontri in Ucraina e in Iraq (escalation
delle violenze alle porte di Bagdad) mantengono alta la
pressione sui prezzi delle materie prime energetiche.
Qualora la tendenza dovesse perdurare, gli operatori
temono che la crescita mondiale possa esserne
penalizzata. I timori non hanno comunque alterato il
trend dominante sui mercati azionari che restano
nettamente orientati al rialzo, grazie anche alle
politiche monetarie nel complesso ancora accomodanti.
Su questo sfondo, il costo della protezione contro
l’aumento della volatilità (VIX) ha sfiorato i minimi
storici (vedere sotto).
Andamento dell’S&P500 (ricalcolati su base 100) da gennaio
2010, e delle opzioni sulla volatilità (VIX)
messe a segno dal settore automobilistico e dai
tecnologici. Il settore dell’agroalimentare (+0.1%) e
quello legato alla salute (+1.5%) sono invece rimasti
pressoché al palo. Si osserva una tendenza simile
anche
negli
Stati
Uniti,
dove
le
tecnologie
dell’informazione hanno registrato un forte rimbalzo
(semi-conduttori in testa, +12% durante il mese),
seguite dal settore automobilistico (circa +6%).
Le prossime settimane saranno determinanti per i
mercati azionari e gli occhi saranno puntati sulla
Riserva federale. Considerato che il QE3 dovrebbe
definitivamente terminare in autunno, l’attenzione si
concentrerà sulle previsioni di rialzo dei tassi
d’interesse. Un messaggio «dovish» da parte di Janet
Yellen contribuirebbe a sostenere i mercati, tanto più
che anche i toni della BCE restano molto accomodanti.
Gli sviluppi della situazione geopolitica e le loro
implicazioni sul prezzo dell’energia saranno anch’essi
decisivi.
Obbligazionari
Le misure di allentamento annunciate dalla BCE hanno
giocato a favore delle obbligazioni europee periferiche.
Il rendimento a 10 anni del debito sovrano spagnolo è
sceso da 2.9% a 2.6%, quello dell’Italia è passato da
3% a 2.7%. Per il Portogallo il tasso d’interesse si
attesta al 3.3%.
Andamento dei tassi sovrani a 10 anni dei
paesi dell’Europa periferica
4. 00
3. 80
3. 60
3. 40
3. 20
Nuovo minimo raggiunto dalle opzioni sulla volatilità. Il VIX,
chiamato anche « indicatore della paura », è sceso sotto gli 11
punti (-8% dall’inizio dell’anno a 10.7), a conferma del clima
complessivamente positivo per questa asset class.
In un’ottica regionale, nell’ultimo periodo si sono visti
rimbalzare i titoli che il trimestre scorso sono stati
maggiormente penalizzati: i listini giapponesi e i
tecnologici, rispettivamente in rialzo del +5.9% (Nikkei
in moneta locale) e +5.4% in USD (Nasdaq). Gli indici
emergenti si posizionano a metà strada, con una
progressione del 3% circa durante il mese. Dal canto
loro i listini europei sono il fanale di coda (+2.0% in
monete locali per il DJStoxx600) mentre il mercato
americano in dollari ha guadagnato il 3.1% (S&P500).
Sul fronte settoriale, dopo una parentesi di
sottoperformance si sono messi in luce soprattutto i
ciclici. In Europa, le migliori performance sono state
3. 00
2. 80
2. 60
2. 40
2. 20
5
It aly
S pain
Port ugal
12
19
MAY
26
2
9
JU N
Ireland
Source: Thomson Reuters Datastream
Dopo l’annuncio delle nuove misure di allentamento non
convenzionali da parte della BCE, i rendimenti del debito dei
paesi periferici sono scesi in media di 20pb.
Il programma della BCE ha avuto la conseguenza di
aumentare la propensione al rischio degli investitori che
hanno lasciato i beni rifugio, come le obbligazioni
tedesche, per posizionarsi su asset più rischiosi, come i
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
20 giugno 2014
paesi del sud dell’Europa. Inoltre, la tendenza è stata
sostenuta anche dall’annuncio di Mario Draghi sul
programma attualmente allo studio per l’acquisto di
attivi, che ha lanciato un messaggio forte al mercato.
Dal canto suo, la Bank of England, come previsto, ha
mantenuto fermo il tasso d’interesse di riferimento, a
0.5%. Eppure, gli indicatori economici continuano a
segnalare una solida ripresa economica, e di recente il
governatore della BoE ha lasciato intendere che il rialzo
dei tassi potrebbe intervenire prima di quanto il
mercato si aspetti. Come prevedibile, dopo questa
dichiarazione il segmento delle scadenze a 3-5 anni ha
segnato un aumento da 10 a 15 pb.
Il franco svizzero dopo la decisione della BCE ha seguito
lo stesso percorso dell’euro. Si è indebolito nei confronti
della maggior parte delle monete ma contro l’euro si è
mantenuto intorno a quota 1.22. Il mercato
tendenzialmente si è dimostrato venditore netto di
franchi svizzeri anticipando un intervento della BNS
sulle orme della BCE. Infatti, in caso di riduzione delle
sue stime d’inflazione, la BNS potrebbe decidere di
seguire
l’esempio
dell’istituto
di
Francoforte
annunciando dei provvedimenti volti a combattere il
rischio di deflazione.
Andamento del franco svizzero contro l’euro e l’USD
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Sul mercato dei cambi, l’attenzione si è concentrata
sulla decisione della Banca Centrale Europea a inizio
mese. Dopo l’annuncio sull’adozione di misure non
convenzionali, la moneta europea si è indebolita a 1.35
contro il dollaro, prima di risalire oltre quota 1.3650.
Questo rimbalzo può essere spiegato sia con le prese di
profitto, poiché da diverse settimane il mercato è
posizionato in vista di un intervento della BCE e quindi
di un indebolimento dell’euro, sia con l’acquisto di attivi
europei da parte dei non residenti, che potrebbero dare
un momentaneo sostegno alla moneta unica.
Nonostante il leggero rimbalzo, la tendenza al ribasso
dell’euro è comunque perdurata e l’EURUSD si è
attestato intorno a quota 1.3530. Il fatto che Mario
Draghi abbia fatto planare la possibilità di nuove misure
(ad esempio un programma di acquisto di attivi)
dovrebbe contribuire a mantenere l’euro su una
traiettoria al ribasso.
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JU N
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U S D/C HF S pot rat e(R . H. S C A L E)
Source: Thomson Reuters Datastream
Dopo la decisione della BCE, il franco svizzero ha seguito la
traiettoria al ribasso dell’euro. L’EUR/CHF continua a oscillare
intorno a quota 1.22, mentre la moneta svizzera ha perso
quota nei confronti dell’USD (USD/CHF in rialzo intorno a 0.9).
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