L`essenziale in un colpo d`occhio

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29 maggio 2013
L’essenziale in un colpo d’occhio
Obbligazioni
à Azioni
titre d'information NEW 10-YR CA PUB
Hedge funds



Proiezioni a sei mesi
 Mentre le notizie economiche - se negative - sembravano non avere
presa sui mercati finanziari inondati dalla liquidità, la loro influenza è
diventata determinante quando sono incoraggianti, come è avvenuto di
recente negli Stati Uniti. Anche se non necessariamente nel modo che ci
si potrebbe aspettare …
 Il perdurare della dinamica positiva dell’economia americana,
confermato dalle statistiche favorevoli sul mercato del lavoro, ha infatti
reso molto più concreta la prospettiva di una riduzione delle misure di
sostegno della Fed. Questo, ad ogni modo, è il messaggio che traspare
dalle dichiarazioni dei membri della banca centrale per preparare i
mercati a questa eventualità. Si tratta di una notizia fondamentalmente
positiva, poiché segna un’ulteriore tappa verso la guarigione
dell’economia americana, ancora convalescente.
 Ma, riprendendo il paragone con la medicina, questo significa anche che
le dosi dei « farmaci » saranno ridotte e questa, a breve termine, non è
una notizia tanto gradita! Da qui deriva probabilmente la volatilità
osservata sui mercati a livello generale nelle ultime settimane, e in
particolare il netto movimento di rialzo dei tassi di interesse.
 Le condizioni reali dell’economia mondiale fanno tuttavia supporre che le
banche centrali non abbandoneranno tanto presto il capezzale delle
economie sviluppate. L’Europa è ancora invischiata in una recessione che
dura già da un anno e mezzo senza reali prospettive di un’uscita a breve
termine. Il vento di speranza che soffia sul Giappone dovrà mantenersi a
lungo prima che l’economia possa superare la deflazione. E le economie
emergenti non sono più il polo di « super crescita » che erano nello
scorso decennio.
Economia
Stati Uniti ............................................................................... 2
Forte riduzione del déficit pubblico attesa nel 2013
Questa pubblicazione si basa sulle
informazioni raccolte fino al lunedì che
precede il giorno di diffusione.
Pubblicazione del team Ricerche & Analisi
SYZ Asset Management
Tel. +41 (0)22 819 09 09
[email protected]
Autori:
Yasmina Barin
Yves Gallati
Maurice Harari
Adrien Pichoud
Fabrizio Quirighetti
Europa ..................................................................................... 3
Recessione ed eccedenza commerciale
Giappone ................................................................................. 4
Il vento d’ottimismo soffierà ancora a lungo
Economie emergenti ............................................................... 4
Brasile: inizia un ciclo breve di contrazione monetaria
Mercati
Azionario ................................................................................ 5
Il mercato giapponese non ha detto la sua ultima parola
Obbligazionario ....................................................................... 5
La Fed dà il via a un movimento di rialzo dei tassi governativi
Valutari ................................................................................... 6
Il dollaro riprende quota
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o
abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a
scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti
ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei
risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA
declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in
merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA..
29 maggio 2013
Economia
Stati Uniti
Il timore di un cedimento durante l’estate, come si è
visto negli ultimi anni, si è calmato dopo la diffusione di
dati economici che - nonostante la debolezza sul fronte
manifatturiero - continuano a essere solidi sul piano dell’
occupazione, dei consumi e del mercato immobiliare.
Così, la tendenza delineatasi dalla metà dell’anno scorso
sembra in grado di durare anche nei trimestri prossimi.
L’economia americana dovrebbe quindi restare un
importante polo di crescita per l’economia mondiale.
Lo scenario che sta emergendo suggerisce comunque
che gli Stati Uniti sono riusciti a gestire l’uscita dalla
recessione del 2009 in maniera molto più efficace
rispetto alle altre grandi economie sviluppate. L’America
oggi raccoglie i frutti di un efficace coordinamento delle
sue politiche economiche, grazie al quale ha potuto
instaurare un circolo virtuoso da fare invidia all’Europa
continentale o al Regno Unito. E’ indubbio tuttavia che
tale risultato è stato possibile grazie al ruolo che spetta
agli Stati Uniti e al dollaro nell’economia mondiale,
mentre l‘area euro e il Regno Unito hanno dovuto fare i
conti con la pressione dei mercati finanziari. Evitando di
inasprire troppo presto la politica di bilancio, e
continuando a praticare una stimolazione monetaria su
vasta scala al fine di mantenere bassi i tassi d’interesse
le autorità americane hanno sostenuto una ripresa
dell’attività che appare oggi sostenibile, in quanto autoalimentata dal calo della disoccupazione.
senza mettere a rischio la crescita. L’impatto di questa
strategia sui conti dello stato federale è stato
straordinario! Dall’inizio dell’anno si nota una sensibile
accelerazione dell’aumento delle entrate federali (grazie
all’aumento delle imposte raccolte su un’economia
tuttora in crescita) che va di pari passo con una netta
riduzione del peso delle spese pubbliche nell’economia.
La conseguenza è che il deficit pubblico sta scendendo a
una velocità ben superiore a quanto previsto sino ad ora!
L’organismo incaricato delle previsioni di bilancio al
Congresso federale, il CBO, ha corretto al ribasso le
stime sul deficit previsto per il 2013 al 4% del PIL, al
posto del 5.3% precedentemente stimato, dopo il 7% del
2012 e il 9% del 2010 e 2011. E’ la dimostrazione
lampante del fatto che con l’incrollabile fiducia degli
investitori mondiali e il sostegno altrettanto granitico
della banca centrale è possibile risolvere una situazione
di deficit facendo leva sulla crescita. Attenzione però a
non trascurare l’importanza delle due condizioni poc’anzi
ricordate….
Nuove iscrizioni settimanali alle liste di disoccupazione (in %
della popolazione attiva) e tasso di disoccupazione (%)
0.45
11
10
0.40
9
0.35
8
Spese, entrate e saldo di bilancio dello Stato federale
(in % del PIL)
0.30
7
14%
24%
12%
6
0.25
10%
5
20%
8%
0.20
6%
4
16%
4%
2%
0.15
12%
0%
-2%
3
90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06
US INIT IAL JO BLESS CLAIMS (% O F T HE LABO R F O RCE)
US UNEMPLO YMENT RAT E (%)(R.H.SCALE)
07
08 09
10 11 12
Source: T homson Reuters Datast ream
8%
-4%
-6%
Le nuove iscrizioni settimanali nelle liste di disoccupazione sono
ancora scese in maggio ai livelli più bassi degli ultimi cinque
anni a conferma del persistente calo della disoccupazione.
4%
-8%
-10%
-12%
2000
2002
2004
2006
Budget balance (% of G D P)
Receipts (% of G D P) - RHS
Outlays (% of G D P) - RHS
2008
2010
2012
0%
2014
So urc e: SYZ A M , D atas tream
Grazie alla crescita positiva e - dall’inizio dell’anno - all’aumento
delle tasse e al taglio delle spese, il deficit pubblico negli USA
sta rapidamente scendendo.
L’economia sembra ora in grado di “digerire” la
decisione, presa all’inizio dell’anno, di avviare il
risanamento dei conti pubblici attraverso un mix dosato
di aumenti delle imposte e di tagli delle spese pubbliche,
Tenuto conto dell’impatto negativo dell’inasprimento
della politica di bilancio (che inciderà con l’1.5% in meno
sulla crescita del PIL nel 2013), le statistiche economiche
diffuse nelle ultime settimane confermano la buona
tenuta dell’attività. Sul fronte dell’occupazione la
diminuzione delle iscrizioni settimanali nelle liste di
disoccupazione (ai minimi dall’inizio del 2008) suggerisce
che la tendenza al miglioramento del mercato del lavoro
si è mantenuta anche in maggio. La buona tenuta dei
consumi in aprile e il miglioramento della fiducia delle
famiglie in maggio puntano nella stessa direzione, così
come il perdurare della dinamica rialzista nella vendita di
case. I segnali provenienti dal settore industriale
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o
abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a
scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti
ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei
risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA
declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in
merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA..
29 maggio 2013
evidenziano invece una certa mancanza di vitalità,
probabilmente riconducibile alle poco entusiasmanti
prospettive di crescita dovute all’attuale contrazione
della politica fiscale, mentre il sistema produttivo
americano ha ancora delle capacità produttive non
sfruttate. Per le aziende non c’è (ancora) l’urgenza
d’investire, benché la loro situazione finanziaria sia nel
complesso sana e le condizioni di credito molto
favorevoli. Prima o poi, se la tendenza generale
dell’economia si mantiene, finiranno per decidersi…
Europa
In questa primavera 2013 l’area euro è ancora l’anello
debole dell’economia mondiale. Quest’anno come l’anno
scorso, sarà l’unica grande regione geografica al mondo
che registra una riduzione della ricchezza prodotta. Nei
primi tre mesi dell’anno, l’Unione monetaria, per il sesto
trimestre consecutivo, ha visto ridursi il proprio PIL dello
-0.2%, dopo il -0.6% del quarto trimestre 2012. Negli
ultimi dodici mesi, il PIL dell’area euro è sceso dell’1.0%.
E tra ora e la fine dell’anno non s’intravede nessuna
possibilità di miglioramento. Nel migliore dei casi una
stabilizzazione…
La situazione globale, preoccupante di per sé, nasconde
notevoli disuguaglianze fra le principali economie della
regione ma riflette comunque una generale debolezza
dell’attività: l’Italia e la Spagna versano ancora in una
grave recessione (con un calo dello 0.5% del PIL nel
primo trimestre) mentre la Francia ha registrato una
nuova flessione dello 0.2%, dopo il calo del quarto
trimestre 2012. Dopo la netta caduta del trimestre
precedente (-0,7%), la Germania registra un rimbalzo
solo simbolico. E’ dovuto all’aumento delle spese di
consumo delle famiglie dell’inizio dell’anno, mentre gli
investimenti e le esportazioni continuano a scendere…
Il rimbalzo dei consumi in Germania è ancora ben
lontano dal compensare l’impatto negativo dell’austerità
in atto nei paesi del sud dell’Unione monetaria, anche se
il perdurare di questa tendenza sarebbe indubbiamente
molto positivo nell’ottica di una riduzione degli squilibri
all’interno dell’area euro. Per ora tuttavia la domanda
interna europea si riduce, e questo si traduce con un calo
delle importazioni (-10% in un anno al mese di marzo).
Di conseguenza e anche se le esportazioni europee verso
il resto del mondo non sono cresciute, la recessione in
cui versa l’area euro ha provocato un sensibile aumento
delle eccedenze dell’area euro con l’estero: solo in marzo
l’eccedenza commerciale, salita a EUR 18.7 mld, ha
battuto un record, e per gli ultimi dodici mesi ammonta a
EUR 110 mld, ossia più dell’1.5% del PIL. Anche il saldo
delle partite correnti, che misura la differenza fra le
entrate e le uscite di capitali, registra l’eccedenza record
di quasi il 2.5% del PIL.
Saldo della bilancia commerciale e delle partite correnti
(in % del PIL)
2.5%
2.0%
1.5%
1.0%
0.5%
0.0%
-0.5%
-1.0%
-1.5%
-2.0%
2000
Andamento del PIL reale (in volume) dall’inizio del 2008
102
100
98
96
94
92
90
2008
ITA
2004
2006
2008
2010
2012
So urce: Dat ast ream, SY Z A M
Il calo delle importazioni si traduce con l’impennata
dell’eccedenza commerciale e del saldo delle partite correnti che
hanno raggiunto livelli record.
104
G ER
F RA
2002
Trade balance (% of GDP)
C urrent account balance (% of GDP)
2009
2010
2011
2012
SPA
Source: T homson Reuters Datastream
Dalla fine del 2011, le economie dell’Europa periferica sono
invischiate in una grave recessione mentre i paesi nel cuore
dell’Unione monetaria stagnano.
Paradossalmente, la situazione di creditore netto nei
confronti del resto del mondo non giova molto alla salute
degli affari dell’eurozona poiché contribuisce a
mantenere alto il valore della moneta europea, mentre il
suo deprezzamento sarebbe invece auspicato per
stimolare l’attività industriale attraverso le esportazioni.
Affinché questo avvenga, bisognerebbe che la BCE in
termini di politica monetaria fosse più aggressiva di
quanto non sia stata finora. Tuttavia, le complessità
istituzionali dell’area euro rendono le autorità monetarie
meno reattive rispetto, ad esempio, a quelle degli Stati
Uniti, del Giappone o del Regno Unito. Perché la BCE si
decida a «ingranare la marcia superiore» bisognerà
probabilmente aspettare che si compiano dei progressi
sostanziali verso l’integrazione europea (in particolare
l’unione bancaria), come forse accadrà al vertice
dell’unione europea del 27 e 28 giugno; oppure che la
situazione economica peggiori ancora di più … Per
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o
abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a
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29 maggio 2013
fortuna però, sembra che questo non sia avvenuto in
maggio, poiché gli indicatori di attività sono leggermente
rimbalzati, benché restino a livelli tuttora molto bassi…
Dopo l’annuncio della crescita positiva del primo
trimestre, l’inflazione e la politica monetaria sono al
centro dell’attualità economica del Regno Unito. Il tasso
d’inflazione in aprile è sceso al 2.4% (dopo il 2.8% del
mese precedente) e si è ulteriormente avvicinato al
target del 2.0% fissato dalla Banca d’Inghilterra.
L’inflazione sottostante (depurata dalle componenti più
volatili dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari) è
addirittura scesa ai livelli più bassi dalla fine del 2009 (il
2.0%). Il calo delle tensioni inflazionistiche lascia alla
banca centrale un margine di manovra potenzialmente
più ampio per un nuovo allentamento della sua politica
monetaria, qualora lo ritenesse necessario. Per il
momento, nell’attesa dell’entrata in carica del nuovo
governatore il 1 luglio prossimo, non ha modificato la
sua posizione all’ultima riunione di maggio. Ma per il
presidente di una banca centrale, un’inflazione in discesa
non è forse il più bel regalo di benvenuto? Marc Carney
saprà senz’altro apprezzarlo…
Giappone
Per salutare l’arrivo al potere di Shinzo Abe e il vento di
cambiamento che soffia attualmente sul Giappone,
l’economia nei primi tre mesi dell’anno ha registrato un
buon 0.9% di crescita del PIL. Questa progressione,
quanto mai opportuna, non ha però nulla di eccezionale
poiché l’anno scorso, nello stesso periodo, il PIL era
cresciuto dell’1.3%. S’inquadra tuttavia nel clima di
ottimismo suscitato dalle iniziative prese sul fronte delle
politiche monetarie e di bilancio per fare uscire il paese
dalla spirale deflattiva. Ed è sicuramente questo
ottimismo, rilevato dagli indici di fiducia delle imprese e
delle famiglie, che ha contribuito a fare del consumo
delle famiglie il principale motore della crescita del primo
trimestre. Alla luce delle armi messe in campo dalla
Banca del Giappone e dal governo (che si prepara a
celebrare una nuova vittoria alle prossime elezioni di
luglio) questo spirito positivo sembra in grado di durare
per i restanti mesi dell’anno.
La crescita del primo trimestre, stimata a +1.1% in
variazione trimestrale rispetto al +0.8% del quarto
trimestre 2012, è del tutto sufficiente e permette alla
BCB di concentrarsi sul suo principale obiettivo: il
controllo delle pressioni inflazionistiche. Sussistono
tuttavia dei dubbi sulla sostenibilità per i prossimi mesi
di tale ritmo di crescita. A questo proposito, Dilma
Rousseff, la presidente del Brasile, si è dichiarata
contraria agli strumenti di politica monetaria che
combattono l’inflazione riducendo l’attività economica,
un’affermazione che rischia di intaccare la credibilità
della BCB.
Oltre al rialzo dei tassi, per controllare l’inflazione
potrebbero essere adottate delle misure aggiuntive, ad
esempio l’introduzione di vincoli alla concessione di
finanziamenti, l’aumento di alcune imposte oppure il
rafforzamento della moneta brasiliana (BRL).
Tirando le somme, il ciclo di rialzo probabilmente sarà
dapprima breve, e volto a controllare rapidamente le
stime d’inflazione, senza però risolvere in maniera
definitiva il problema strutturale, o di fondo,
dell’inflazione in Brasile. In un secondo tempo, dopo le
elezioni presidenziali di ottobre 2014, potrebbe essere
avviato un secondo ciclo di rialzo dei tassi,
eventualmente accompagnato da misure aggiuntive
come quelle precedentemente indicate.
Brasile: tasso di riferimento e inflazione
14
13
12
11
10
9
8
7
6
5
Economie emergenti
Diversamente dall’India dove la politica monetaria
continua a essere (troppo?) accomodante, la banca
centrale brasiliana (BCB) sembra decisa a proseguire il
giro di vite di politica monetaria iniziato in aprile, al fine
di calmare le tensioni inflazionistiche. L’inflazione al
momento è al 6,5%, in crescita per effetto dei prezzi dei
prodotti alimentari, e si trova al limite massimo della
forbice d’inflazione fissata dalla BCB (4.5%-6.5%).
4
2008
Central Bank Rate (SELIC)
CPI (%YoY)
2009
2010
2011
2012
Source: Thomson Reuters Datastream
Negli ultimi
assottigliati.
mesi
i tassi
reali si sono
progressivamente
Restano comunque molte incertezze in merito alla
decisione di questa settimana. Secondo alcuni economisti
è probabile un rialzo dei tassi (tra 25 e 50 pb), altri
prevedono invece il mantenimento dello statu quo (tasso
di riferimento attuale al 7.5%).
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29 maggio 2013
Mercati
Azionario
Dopo varie settimane di rialzi ininterrotti, i mercati
finanziari hanno incassato il primo ribasso settimanale
dall’inizio di aprile, complici i timori per la politica
monetaria americana e l’annuncio di una contrazione a
sorpresa del settore manifatturiero cinese in aprile.
Tanto è bastato per far scattare le prese di profitto,
particolarmente nefaste per la borsa giapponese che
giovedì scorso si è affossata del 7% circa.
Andamento dei principali indici azionari mondiali
28/5/13
135
130
125
120
115
110
105
100
95
4
11
18
25
MAR
1
8
15
APR
22
29
6
13
20
27
MAY
TOPIX- PRICE INDEX
S&P 500 COMPOSITE - PRICE INDEX
STOXX EUROPE 600 E - PRICE INDEX
Source: Thomson Reuters Datastream
Il tonfo del mercato giapponese non si è propagato agli indici
di borsa mondiali.
La brusca caduta del mercato giapponese non ha avuto
ripercussioni sugli indici di borsa mondiali. Anche lo S&P
500 è stato colpito solo momentaneamente e in misura
ridotta dalle dichiarazioni di Bernanke riguardo
all’intenzione della Fed di ridurre la portata
dell’allentamento monetario di fronte al recupero
dell’attività economica. Rassicurate dalla certezza che le
politiche monetarie delle grandi potenze mondiali
resteranno accomodanti finché la situazione economica
mondiale lo richiederà, anche le borse europee si sono
rapidamente stabilizzate.
Nella seconda metà di maggio si è confermato il ritorno
in auge dei titoli ciclici, che ha trascinato il settore
industriale, ben piazzato per beneficiare di una
stabilizzazione della crescita mondiale nel secondo
semestre dell’anno. La rotazione settoriale ha giovato
anche alle tecnologie dell’informazione. Dopo avere
sotto-performato per diversi mesi a causa dei timori
degli investitori di fronte al quadro macroeconomico, e
per la minaccia che deriva dalla diffusione delle nuove
tecnologie (cloud computing/software-as-a-service)
rispetto ai modelli più tradizionali e l’appiattimento della
crescita delle vendite di Smartphone a livello mondiale,
il settore si è ripreso, sostenuto dalle prospettive del
secondo semestre e dalle quotazioni più appetibili.
Inoltre la tendenza sempre più diffusa delle società
tecnologiche a versare una parte delle loro liquidità agli
azionisti sotto forma di distribuzione di dividendi e/o
riacquisti di azioni attrae molti investitori alla ricerca di
rendimento.
Le
basse
remunerazioni
offerte
dal
mercato
obbligazionario da un lato, e le politiche monetarie
accomodanti delle banche centrali delle economie
sviluppate dall’altro, dovrebbero far pendere il piatto
della bilancia a favore del mercato azionario nei
prossimi mesi. Il mercato giapponese merita una
menzione speciale, in quanto l’episodio di debolezza
della scorsa settimana offre interessanti opportunità di
rafforzamento. La determinazione dimostrata dal nuovo
governo e dalla banca centrale dovrebbero mantenere il
contesto favorevole che si è creato negli ultimi mesi.
Troviamo inoltre positivo che il presidente della Fed stia
preparando gli investitori alla fine della politica
monetaria accomodante non appena l’andamento
dell’economia lo renderà possibile (vedere sotto)
evitando così l’effetto sorpresa, che potrebbe essere
nefasto per i mercati.
Obbligazionari
Dopo i minimi toccati alla fine di aprile, maggio è stato
segnato da un movimento quasi generalizzato di risalita
dei tassi.
Tassi governativi a 10 anni
2.40
2.20
2.00
1.80
1.60
1.40
1.20
1.00
0.80
0.60
0.40
JAN
US T REASURY 10Y RAT E
UK G ILT 10Y RAT E
G ERMAN BUND 10Y RAT E
F EB
MAR
APR
MAY
F RANCE O AT 10Y RAT E
SW IT Z ERLAND CO NF . 10Y RAT E
JAPAN JGSource:
B 10Y RAT
E
T homson
Reuters Datast ream
In maggio si è assistito a un movimento generalizzato di
risalita dei tassi.
La tensione sui tassi è stata principalmente determinata
dagli annunci e dalle anticipazioni sulla politica
monetaria della Fed. Tutto questo sullo sfondo delle
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o
abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a
scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti
ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei
risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA
declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in
merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA..
29 maggio 2013
statistiche americane che si sono rivelate piuttosto
positive, in particolare nei settori che la Fed segue con
particolare attenzione: l’occupazione e l’inflazione. Così,
secondo una campagna di comunicazione abilmente
orchestrata (un mix di comunicati ufficiali, discorsi più o
meno formali e articoli di stampa), la Fed ha iniziato a
preparare il mercato all’idea che di fronte al
miglioramento della situazione economica americana, la
politica monetaria sarà di nuovo legata all’andamento
dei dati economici… e questo nelle due direzioni! Quindi
non solo introducendo più sostegni quando gli indicatori
economici sono negativi (e lo statu quo nel caso
opposto), ma anche con il ritiro (ovviamente graduale,
misurato,
ecc.)
dei
suddetti
sostegni
quando
l’evoluzione economica è favorevole, soprattutto sul
mercato del lavoro.
Quindi, il calo della disoccupazione di aprile, la
diminuzione delle domande settimanali di sussidi alla
disoccupazione
e
l’aumento
della
fiducia
dei
consumatori assumono di colpo una nuova dimensione
e alimentano le anticipazioni sulla riduzione del
programma di quantitative easing in corso. Paradosso o
effetto ricercato con gli annunci delle ultime settimane,
la Fed non avrà forse più altrettanto bisogno di
procedere effettivamente a questa riduzione ora che i
mercati si sono adeguati alla nuova situazione…
Resta il fatto che la probabilità che la Fed inizi a
rallentare le iniezioni di liquidità ha avuto delle
ripercussioni
sull’insieme
dei
tassi
governativi
considerati « privi di rischio », e questo anche in
Europa. Gli spread sui tassi fra la Germania e l’Italia o
Spagna sono rimasti stabili, e con l’Irlanda si sono
addirittura leggermente ristretti. E, in questo contesto,
le obbligazioni corporate hanno nel complesso resistito
meglio.
emergenti hanno nel complesso perso un po’ di terreno
nei confronti del biglietto verde.
Indice « US Dollar Index » e dollaro USD contro il dollaro
australiano dal 2008
29/5/13
90
1.70
88
1.60
86
1.50
84
1.40
82
80
1.30
78
1.20
76
1.10
74
1.00
72
70
2008
US DO LLAR INDEX
USD/ AUD(R.H. SCALE)
0.90
2009
2010
2011
2012
Source: T homson Reuters Datastream
L’US Dollar Index in maggio ha proseguito il rialzo avviato
all’inizio dell’anno salendo ai livelli più alti degli ultimi tre anni.
Il rafforzamento dell’USD è stato particolarmente pronunciato
nei confronti del dollaro australiano (+7% solo in maggio).
In Europa il franco svizzero ha registrato un episodio di
debolezza dopo le dichiarazioni del presidente della BNS
sul possibile aumento del limite di cambio. E’
temporaneamente sceso a quota 1.26 contro l’euro,
prima di stabilizzarsi intorno a 1.25 EUR/CHF.
Valutari
La mutata percezione della posizione della Fed sul
mercato dei cambi ha provocato un movimento
generalizzato
di
apprezzamento
dell’USD.
La
prospettiva di un rallentamento delle iniezioni di
liquidità della Fed, unita alla relativa buona salute
dell’economia americana e alla riduzione del deficit con
l’estero e del deficit pubblico (i famosi « deficit
gemelli ») formano un cocktail fortemente favorevole al
dollaro. L’« US Dollar Index », un indicatore del valore
della moneta americana nei confronti di un paniere
formato da sei monete (EUR 57%, JPY 14%, GBP 12%,
CAD 9%, SEK 4%, CHF 4%), in maggio è salito di oltre
il 2%, ai livelli più alti degli ultimi tre anni. Nei confornti
dello yen ha raggiunto il livello più alto da ottobre
2008, oltre quota 103 USD/JPY. Nei confronti del
dollaro australiano, il dollaro USA ha guadagnato il 7%
tornando ai livelli più alti dell’ottobre 2011 (sullo sfondo
dei timori per la crescita cinese che hanno fortemente
pesato sulla moneta australiana). Nei confronti dell’euro
il movimento è stato meno spettacolare, ma la moneta
europea è comunque tornata ad attestarsi sotto quota
1.30 EUR/USD. Il mese scorso, anche le monete
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