20 novembre 2013 L'essenziale in un colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a 6 mesi All’avvicinarsi della fine dell’anno, il bilancio del 2013 sull’andamento dell’economia e dei mercati può definirsi ambivalente. Sulle economie avanzate come sul mondo emergente incombe lo spettro di una crescita persistentemente più debole rispetto a quella degli ultimi decenni. Ma la minaccia della deflazione ha un corollario: il mantenimento ancora a lungo di politiche monetarie molto accomodanti che sostengono i prezzi degli attivi e in particolare le quotazioni azionarie. Negli Stati Uniti e in Europa le ultime settimane sono state emblematiche. Oltre Atlantico, l’impatto del « government shutdown » sull’attività sembra piuttosto limitato, ma la candidata alla presidenza della Riserva Federale, Janet Yelllen, è convinta che di fronte alle problematiche strutturali che indeboliscono ancora oggi la crescita americana sia opportuno mantenere ancora a lungo una politica monetaria di stampo fortemente accomodante. In Europa la BCE - restia a prendere la decisione di allentare la politica monetaria quando la recessione era al culmine - paradossalmente si è decisa a farlo adesso che l’area euro sta uscendo dalla recessione… Ma questo non fa che dimostrare ancora una volta l’importanza che la BCE attribuisce all’obiettivo d’inflazione al 2%, a prescindere da considerazioni legate alla crescita economica. Tuttavia, è legittimo chiedersi se la recente decisione non giunga troppo tardi per risparmiare all’Europa lo scenario economico «alla giapponese» in atto ormai da due anni… Questo quadro generale ha però un vantaggio: quello di assicurare ai mercati finanziari un’abbondante liquidità a tassi molto bassi ancora a lungo come antidoto al veleno della deflazione che minaccia buona parte dell’economia mondiale. E i mercati azionari (in particolare USA) continuano a correre, indifferenti ai timori per le prospettive poco allettanti … Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 Debolezze congiunturali e strutturali dell’economia USA Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì che precede il giorno di diffusione. Pubblicazione del team Ricerche e Analisi SYZ Asset Management Tel. +41 (0)22 819 09 09 [email protected] Autori: Yasmina Barin Yves Gallati Maurice Harari Wanda Mottu Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Europa ..................................................................................... 3 La BCE reagisce ma l’ombra della deflazione si avvicina Giappone ................................................................................. 4 La crescita del terzo trimestre rallenta Economie emergenti ............................................................... 4 Rientro in pista del Brasile l’anno prossimo? Mercati Azionario ................................................................................ 5 Le dichiarazioni di Janet Yellen rassicurano gli investitori Obbligazionario ....................................................................... 5 Leggera tensione sui tassi Valutario ................................................................................. 6 Euro ancora forte nonostante la mossa della BCE La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 20 novembre 2013 Economia Stati Uniti Dopo tre settimane di silenzio a causa del « government shutdown », il flusso dei dati macroeconomici americani è progressivamente ripreso a fine ottobre. A conti fatti, i timori per le conseguenze della serrata di alcuni servizi federali appaiono esagerati: in ottobre, gli indici di attività ISM mostrano una progressione sia nel settore industriale sia nei servizi. La creazione di posti di lavoro, deludente in settembre, in ottobre ha superato quota 200.000. Le conseguenze di questo episodio sull’attività economica sono state, tutto sommato, piuttosto limitate. E’ stato invece immediatamente visibile l’impatto dell’incertezza sul bilancio USA in termini di fiducia degli attori economici. Mentre sembra che i mercati finanziari abbiano fatto l’abitudine alle crisi che dal 2011 regolarmente scoppiano al momento di decidere d’innalzare il tetto del debito o di votare il bilancio, questo non vale per le famiglie e le PMI. Infatti, esse dipendono in larga misura dall’andamento economico interno e beneficiano poco (o nulla) del miglioramento della crescita globale o delle iniezioni di liquidità delle banche centrali che dovrebbero attenuare l’impatto delle crisi fiscali. Pertanto, non sorprende che la fiducia dei consumatori e delle PMI sia di nuovo crollata in ottobre 2013, come in estate 2011 o a fine 2012. Fiducia dei consumatori (anticipazioni) e indice di fiducia delle piccole e medie imprese dal 2010 100 95 95 94 del debito (a febbraio 2014)… La prospettiva del nuovo round di «negoziati» fa temere che la flessione della fiducia delle famiglie e delle PMI si prolunghi (almeno) fino a fine anno… con il rischio di frenare anche le spese di consumo, le assunzioni e gli investimenti. L’impatto della crisi di bilancio di ottobre potrebbe quindi farsi sentire in maniera più subdola attraverso l’indebolimento della crescita durante tutto il 4° trimestre, fino a quando l’incertezza sul bilancio non sarà definitivamente risolta. Per formulare previsioni sul 2014 in una prospettiva ancora più ampia occorre tenere conto anche del calo tendenziale del potenziale di crescita degli Stati Uniti, che risulta dalla crescita della popolazione attiva (il numero di persone in età lavorativa) e dall’incremento di produttività. Negli ultimi dieci anni questi due fattori si sono nettamente indeboliti: la produttività cresce attualmente a uno dei ritmi più bassi degli ultimi decenni mentre la popolazione attiva stagna poiché l’impatto positivo della crescita demografica è controbilanciato dal calo del tasso di partecipazione. Il potenziale di crescita dell’economia americana si colloca oggi fra l’1.5% e il 2%, il livello più basso dal dopoguerra. Crescita potenziale reale del PIL USA e variazione annua della produttività e della popolazione attiva (media 3 anni) 4.00 8 3.50 7 3.00 6 2.50 5 2.00 4 1.50 3 1.00 2 0.50 1 0 0 -0.50 -1 90 93 85 92 80 91 75 70 90 65 89 60 88 55 87 50 45 86 2010 2011 2012 CONSUMER CONFIDENCE - EXPECTATIONS US NFIB SMALL BUSINESS OPTIMISM INDEX - NORMALIZED SADJ(R.H.S 2013 Sourc e: T homs on Reuters Datastream Negli ultimi anni, le crisi scoppiate in corrispondenza delle scadenze di bilancio (innalzamento del tetto del debito nel 2011, fiscal cliff nel 2012, government shutdown quest’anno) hanno duramente impattato la fiducia e le anticipazioni degli attori economici interni (consumatori e PMI). Tutto ciò non sarebbe troppo preoccupante se l’« accordo » strappato il 16 ottobre per chiudere la crisi non avesse lasciato in sospeso la questione del budget (rimandata a gennaio 2014) e dell’innalzamento del tetto 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 US PRODUCTIVITY YoY %(3Y MAV) - LHS US LABOR FORCE YoY %(3Y MAV) - LHS Sourc e: T homs on Reuters Datastream US REAL POTENTIAL GROWTH RATE YoY %(3Y MAV) - RHS(R.H.SCALE) Il potenziale di crescita reale dell’economia americana è oggi inferiore al 2%. Anche se nel 2014 la crescita USA sarà probabilmente superiore a quella del 2013 a causa del minore impatto dell’inasprimento della politica di bilancio, sarà difficile, alla luce dei suddetti fattori fondamentali, che l’economia possa crescere a un ritmo accelerato. Ed è proprio questo che ha implicitamente riconosciuto Janet Yellen, futura presidente della Riserva Federale, ricordando che la politica monetaria resterà estremamente accomodante ancora (molto) a lungo anche se gli acquisti di attivi della La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 20 novembre 2013 banca centrale saranno progressivamente ridotti nel 2014 (il famoso « tapering »)… Europa Nell’area euro, i dati sul PIL del terzo trimestre hanno confermato ciò che le indagini sulla fiducia avevano già rilevato in estate: le economie periferiche stanno progressivamente uscendo dalla severa recessione degli ultimi due anni. In estate la crescita in Spagna è tornata in territorio positivo (+0.1%) e per il secondo trimestre consecutivo il Portogallo ha registrato un aumento del PIL. L’Italia invece non ha ancora imboccato la strada della crescita, ma il ritmo di contrazione del suo PIL è rallentato ancora (-0.1% nel terzo trimestre 2013, dopo il -0.3% del secondo trimestre e il -0.6% del terzo trimestre e il -0.9% del quarto trimestre 2012). Ne è un riscontro anche la nuova progressione della disoccupazione registrata in settembre in Europa, come pure la caduta dell’inflazione annua sotto l’1% (+0.7% in ottobre), che rivela la marcata debolezza della domanda interna. La mancanza di pressioni al rialzo sui prezzi e l’attività anch’essa atona fanno sempre più temere lo spettro di una deflazione «alla giapponese». La piramide demografica della maggior parte dei paesi europei (invecchiamento della popolazione e debole natalità) accentua ancora le analogie con il Giappone che solo ora, dopo quindici anni di deflazione (e una contrazione del PIL del 7% in yen correnti durante il periodo!) sta faticosamente risalendo la china. Tasso Refi della BCE, tasso d’inflazione e tasso di disoccupazione (scala invertita) in area euro 7.00 5 Variazione annua del PIL nel « cuore » dell’Europa (Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio) e nella periferia (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) 7.50 4 8.00 4% 8.50 3% 3 9.00 2% 9.50 2 1% 10.00 0% 10.50 1 -1% 11.00 -2% 11.50 0 12.00 -3% 12.50 -1 -4% 99 00 01 02 03 04 05 EMU - CPI YoY% ECB REFI RATE UNEMPLOYMENT RATE (INVERTED)(R.H.SCALE) -5% -6% 2001 2003 EURO AREA GDP YoY 2005 2007 "C ORE" GDP YoY 2009 2011 2013 06 07 08 09 10 11 12 13 Sourc e: T homs on Reuters Datastream La caduta dell’inflazione sotto l’1% e il nuovo record della disoccupazione hanno spinto la BCE ad abbassare il tasso di riferimento a 0.25%. "PERIPHERY" GDP YoY Nel 2013 le economie della periferia europea sono progressivamente uscite dalla recessione mentre nei paesi del centro dell’area euro la crescita sta (molto) lentamente rientrando in territorio positivo. Nel « cuore» dell’area euro, la schiarita osservata in primavera si è trasformata in stabilizzazione su ritmi di crescita deboli o in stagnazione: il PIL tedesco è cresciuto dello 0.3% (dopo il +0.7% del secondo trimestre), il PIL francese è sceso del -0.1% (dopo il +0.5% del secondo trimestre) mentre nei Paesi Bassi e in Belgio il PIL ha segnato una modesta progressione (+0.1% e +0.3%, dopo 0.0% e +0.2%). Tirando le somme, l’area euro nel terzo trimestre è cresciuta dello 0.1%, quindi il suo PIL su 12 mesi risulta ancora in contrazione (-0.4%). Anche se è probabile che nei paesi periferici perduri la fase di miglioramento dovuta all’effetto di recupero, è difficile che in Germania o in Francia la congiuntura punti risolutamente verso l’alto nel 2014. Quindi, è vero che l’area euro è uscita dalla recessione, ma probabilmente sarà solo per entrare in una fase di stagnazione economica che offre ben poche speranze di miglioramento, soprattutto per le economie fortemente destabilizzate dagli ultimi anni di austerità. La caduta del tasso d’inflazione sotto l’1% pone la BCE in una situazione scomoda perché le impedisce di assolvere il suo mandato di garante della stabilità dei prezzi, che si esprime con il target d’inflazione annua « inferiore al 2% e vicino al 2% ». Ecco perché l’Istituto di Francoforte ha immediatamente reagito tagliando il tasso refi di 25 pb allo 0.25% all’inizio di novembre. La BCE si è anche lasciata la porta aperta per nuovi allentamenti monetari se l’inflazione continua a rallentare o resta a lungo a livelli troppo bassi. Ma come è stato per la BoJ all’inizio degli anni ’90, anche la BCE reagisce quando la deflazione è già alle porte, e la sua mossa rischia di arrivare troppo tardi per fermare questa pericolosa dinamica. Secondo l’esempio della Riserva Federale americana, la Bank of England ha invece assunto nei confronti di questa minaccia un atteggiamento proattivo che sembra dare i suoi frutti. Dall’inizio dell’anno l’attività economica sta accelerando, grazie anche al sostegno del mercato immobiliare che beneficia dei tassi molto bassi e degli incentivi varati dal governo. La banca centrale ha corretto al rialzo le sue stime di crescita e se la La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 20 novembre 2013 disoccupazione continuerà a scendere (in ottobre è scesa al 7.6%, il livello più basso da maggio 2009) potrebbe addirittura trovarsi in una situazione scomoda. Infatti, seguendo l’esempio della Fed, in estate ha adottato una comunicazione volta a contenere la risalita dei tassi d’interesse a lungo termine (« forward guidance »), impegnandosi a non rialzare i tassi a breve termine finché la disoccupazione non sarà scesa sotto il 7%, una soglia oltre la quale nuovi acquisti di attivi non sarebbero più necessari. Ma il raggiungimento di questa soglia si avvicina prima del previsto… Comunque, la volontà di rilanciare l’economia sarà di certo più forte dell’impegno a tenere fede alla «forward guidance », che potrà sempre modificare se necessario … In Svizzera l’inflazione è negativa dal 2011 ed è stato il rischio di deflazione che ha spinto la BNS a introdurre il limite di cambio EUR/CHF (l’aumento del franco svizzero esercitava una pressione al ribasso troppo forte sui prezzi interni per via dei prodotti importati e del differenziale di costi con i paesi vicini). Come la BNS ha ricordato in settembre, il rischio di deflazione è ancora presente mentre quello di un’accelerazione dell’inflazione è praticamente inesistente. Il fatto che in ottobre il tasso d’inflazione annuo sia sceso a -0.3% ne è la dimostrazione. Giappone Nel terzo trimestre è stata registrata una crescita leggermente meno sostenuta rispetto alla prima metà dell’anno: il PIL ha segnato +0.5% (dopo il +0.9% del secondo e il +1.1% del primo trimestre). La dinamica positiva dei consumi interni è rallentata e il contributo del commercio estero è stato negativo (in estate il volume delle esportazioni ha registrato una contrazione). Tuttavia, anche se la tendenza attuale è meno spettacolare che all’inizio dell’anno, l’andamento dell’economia segue ancora la roadmap che il governo Abe e la BoJ hanno definito per sconfiggere la deflazione. Oltre all’aumento dell’indice dei prezzi al consumo lo dimostra anche il persistente miglioramento della fiducia degli imprenditori. Il forte calo della fiducia dei consumatori di ottobre è riconducibile all’aumento dell’IVA previsto per la primavera 2014. Ma le autorità stanno già preparando delle misure volte ad attenuare l’impatto negativo di questa misura sui consumi e sulla fiducia. Economie emergenti Negli ultimi tre anni, la crescita del Brasile è stata deludente e si è attestata su livelli nettamente inferiori a quelli dei paesi vicini e delle altre maggiori economie emergenti. Nel 2012 il PIB brasiliano è cresciuto solo dello 0.9%, contro il 4.6% per l’insieme dei paesi emergenti. Alla debole crescita si aggiunge l’inflazione ormai vicina al limite superiore del range fissato dalla banca centrale (4.5%-6.5%). Gli indici di fiducia dei consumatori e delle imprese hanno risentito del quadro generale di stagflazione che in giugno ha provocato disordini e manifestazioni. Prendendo atto del problema, la banca centrale brasiliana (BCB) si è mostrata determinata a proseguire l’inasprimento della politica monetaria avviato in aprile per ridurre le pressioni inflazionistiche. Tuttavia, questa strategia ha inciso in maniera sensibile sulla crescita, che quest’anno si attesterà intorno al 2.5%. Inoltre, sono in molti a temere un declassamento del rating sovrano del paese nel 2014, in particolare dopo il recente deterioramento del disavanzo primario. Le prospettive non sono migliori sul fronte valutario, dove il rallentamento dell’acquisto di attivi da parte della Fed rischia di mettere ancora una volta le monete emergenti sotto pressione, in particolare quelle che come il BRL – soffrono di un saldo delle partite correnti negativo. Alcuni investitori puntano sui mondiali di calcio in giugno e sui giochi olimpici del 2016 per risollevare l’economia brasiliana, che sembra comunque avere raggiunto la fase più bassa del ciclo. Il parere prevalente degli economisti è che nel 2014 la crescita sarà superiore al 3%. Se la ripresa prenderà progressivamente forza negli Stati Uniti e (in misura minore) in Europa, le prospettive dell’economia mondiale e di rimbalzo, anche quelle del Brasile, non potranno che migliorare. Sul fronte della domanda interna, se la BCB riuscirà a tenere l’inflazione sotto controllo, i primi a beneficiarne grazie al miglioramento del potere d’acquisto e alle minori pressioni al rialzo sui tassi (ripresa del credito al consumo e immobiliare) saranno i consumi delle famiglie. La sfida maggiore resta però fra le mani di Dilma Roussef e del suo governo, che devono ancora rimettere ordine nelle finanze pubbliche del Brasile. Sarà solo quando il paese avrà una maggiore credibilità in questo ambito che gli investitori (stranieri) ritroveranno la fiducia necessaria per rientrare su questo mercato. La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 20 novembre 2013 Mercati Azionario Anche nelle ultime settimane, la fiducia degli investitori nella determinazione della FED a mantenere una politica di massiccio sostegno all’economia ancora per qualche tempo ha sostenuto le borse mondiali. Di fronte a un quadro macroeconomico che non offre le condizioni necessarie per rimettere in discussione questa linea, l’impostazione ultra-accomodante difesa da Janet Yellen al senato giovedì scorso ha rassicurato i mercati finanziari. La maggior parte delle borse è stata investita da una ventata di ottimismo che ha spinto alcuni indici verso nuovi record storici. Nelle ultime tre settimane il mercato USA ha nettamente sovra-performato l’Europa grazie al netto rimbalzo alla fine del periodo. Sostenuto dalla debolezza dello yen, anche il Giappone si è messo in luce. Dopo un inizio a dir poco esitante, alla fine della scorsa settimana i mercati emergenti hanno reagito positivamente alle dichiarazioni di Janet Yellen al senato. Andamento dei principali indici azionari mondiali in moneta locale 19/11/13 200 180 160 140 120 100 80 60 40 99 00 01 02 03 S&P 500 COMPOSITE - PRICE INDEX DAX 30 PERFORMANCE - PRICE INDEX FTSE ALL SHARE - PRICE INDEX 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 Source: Thomson Reuters Datastream Una ventata di ottimismo ha investito la maggior parte delle piazze finanziarie mondiali spingendo alcuni indici verso nuovi record storici. attività su mercati importanti come quello obbligazioni, dei cambi o delle materie prime. delle Sebbene le quotazioni azionarie non possano più essere definite appetibili, il nostro parere su questa asset class resta complessivamente positivo. Riteniamo che nelle prossime settimane i dati macroeconomici americani non dovrebbero né peggiorare né migliorare in maniera marcata, e questo favorirebbe il mantenimento dei sostegni all’economia USA da parte della Fed. Inoltre, le basse remunerazioni del mercato obbligazionario e il miglioramento del quadro economico mondiale dovrebbero continuare a sostenere i mercati azionari anche nei prossimi mesi. Obbligazionario All’inizio del mese il tasso d’interesse delle obbligazioni USA a 10 anni è risalito dopo la diffusione di dati sul mercato del lavoro migliori del previsto: in ottobre, negli Usa sono stati creati 204.000 posti di lavoro contro i 120.000 previsti. Questo rinnovato dinamismo ha alimentato nuove voci sulla riduzione del programma di stimoli già dall’inizio del prossimo anno, e secondo alcuni addirittura già da dicembre. L’avvicinarsi della prospettiva del tapering ha provocato l’aumento dei tassi d’interesse sull’intera curva, e il tasso del Treasury a 10 anni è balzato al 2.76% dopo essere sceso a fine ottobre a 2.48%, il livello più basso degli ultimi tre mesi. Ma il movimento al rialzo è stato rapidamente interrotto dal discorso di Janet Yellen al senato americano, nel quale la candidata alla presidenza della Fed ha difeso il programma di quantitative easing. Il tasso americano a 10 anni si è infine stabilizzato intorno al 2.7%, lo stesso livello dei tassi inglesi. In Europa il movimento è stato contenuto dal taglio dei tassi della BCE e i tassi d’interesse a lungo termine in novembre sono rimasti relativamente stabili. L’abbassamento a “AA” del rating sovrano della Francia all’inizio del mese da parte di Standard and Poor’s ha avuto scarsi effetti sul tasso d’interesse a 10 anni dei titoli francesi. Si noti inoltre la convergenza dei tassi italiani e spagnoli, che si sono attestati appena sopra al 4%. Sul fronte settoriale, i farmaceutici sono stati sostenuti da buone trimestrali che confermano la dinamica degli utili positiva per i prossimi anni. Sul settore alimentare pesano invece le prospettive di crescita limitate e il timore di un rialzo dei tassi, mentre i tecnologici europei hanno riguadagnato terreno dopo un mese di ottobre da dimenticare. Le società finanziarie (escluse le compagnie assicurative) sono state penalizzate dai titoli delle società svizzere, alle quali potrebbero essere applicate norme prudenziali più severe. Infatti, l’approvazione da parte del Parlamento svizzero di regole più stringenti imporrebbe alle banche svizzere dei requisiti patrimoniali più severi e di ridurre le La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 20 novembre 2013 Tasso governativo a 10 anni 5.50 Prezzo del Brent e del WTI 120 5.00 115 4.50 110 4.00 105 3.50 3.00 100 2.50 95 2.00 90 1.50 1.00 JA N FEB Italy S pain Germ any MAR A PR MAY JUN JUL A UG S EP O C T Franc e UK US Source: Thomson Reuters Datastream I tassi governativi a 10 anni degli USA e del Regno Unito sono scesi intorno al 2.6%. 85 JA N FEB M A R B rent us d/bbl W TI us d/bbl A PR MAY JUN JUL A UG S EP O CT Source: Thomson Reuters Datastream A 93 USD, il prezzo del WTI è sceso ai livelli più bassi degli ultimi quattro mesi, mentre il prezzo del Brent, sostenuto dalle tensioni in Libia, sta seguendo il percorso inverso. Valutari La decisione presa dalla BCE il 7 novembre di ridurre il tasso di riferimento allo 0.25% ha indebolito la moneta unica rispetto al dollaro, ma la correzione è stata di breve durata. Dopo essersi brevemente avvicinato a quota 1.33, l’euro ha ritracciato tornando verso 1.35. Nonostante le prospettive mediocri dell’area euro dove è previsto un rallentamento della crescita del terzo trimestre e un netto calo dell’inflazione sotto l’1%, l’euro per ora mantiene una leggera tendenza al rialzo nei confronti del dollaro, accentuata dalle pressioni al ribasso sul biglietto verde dopo le dichiarazioni di Janet Yellen. Infatti, nella sua audizione al senato, la candidata alla successione di Ben Bernanke ha sostenuto il mantenimento delle misure di stimolo all’economia americana. Il suo discorso ha confermato che se prenderà le redini della Fed Janet Yellen si preoccuperà più della disoccupazione e della crescita che dell’andamento dell’inflazione. Per molti, le sue dichiarazioni allontanano la prospettiva di una rapida riduzione del quantitave easing della Fed, e questo ha indebolito il dollaro. Materie prime Sul mercato del greggio, la differenza di prezzo fra il WTI e il Brent sta nuovamente aumentando. Il prezzo del WTI è in discesa per via dell’aumento delle scorte di greggio negli USA e della domanda relativamente debole. Il prezzo a barile del WTI si è attestato sotto i 95 USD. Il prezzo a barile del Brent si avvicina a quota 108 USD, spinto dall’instabilità politica in Libia che riduce fortemente la produzione di petrolio del paese. La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. 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