22 ottobre 2014 L'essenziale in colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a sei mesi Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato le nuove stime economiche, ancora una volta corrette al ribasso. Mentre l’accelerazione dell’economia statunitense si conferma, la crescita europea - dopo la breve schiarita del 2013 - segna il passo. Il distacco si è allargato di recente, come confermano i dati sull’occupazione positivi pubblicati oltre Atlantico, mentre in Europa, in particolare in Germania, il mercato del lavoro continua a deludere. Il crescente divario fra Stati Uniti e Vecchio continente ha di recente riacceso i timori dei mercati. Il quadro che si delinea, infatti, fa intravedere l’inasprimento delle condizioni monetarie in dollari, che però non è abbinato a un reale rafforzamento della crescita globale. Alla luce del dinamismo dell’economia statunitense, la Riserva Federale non ha motivo di sospendere la normalizzazione monetaria in corso che dopo la fine dell’allentamento monetario continuerà verosimilmente con la seconda fase: il rialzo del tasso di riferimento. Questo processo di progressiva normalizzazione si è tradotto con un marcato apprezzamento del dollaro. Tuttavia, la stretta delle condizioni monetarie in dollari - moneta di riferimento mondiale - avviene quando la crescita globale è ancora fragile. L’Eurozona è alle prese con il rischio di deflazione, il Giappone non è ancora riuscito a uscirne e le economie emergenti sono quasi in fase di stallo. Su questo sfondo, gli interventi della BCE e della BoJ non appaiono sufficienti per contrastare le correzioni dei mercati finanziari delle ultime settimane. L’elemento rassicurante e stabilizzante viene indubbiamente dagli Stati Uniti, dove l’assenza di forti tensioni inflazionistiche permetterà alla Fed di rimandare l’inizio della fase di rialzo del tasso di riferimento mantenendo condizioni ancora accomodanti finché il resto del mondo non rialzerà la testa… Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 Nessuna nube sul fronte economico Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì che precede il giorno di diffusione. Pubblicazione curata dal team Ricerche e Analisi SYZ Asset Management SA Tel. +41 (0)58 799 19 09 [email protected] Autori: Yasmina Barin Yves Gallati Maurice Harari Wanda Mottu Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Europa ..................................................................................... 3 Revisione al ribasso delle (già deboli) stime di crescita Giappone ................................................................................ 4 Alla ricerca di un nuovo impulso? Economie emergenti ................................................................ 4 Brasile sotto la lente aspettando il responso delle urne Mercati Azionario ................................................................................ 6 I mercati azionari navigano in acque agitate Obbligazionario ....................................................................... 6 Tensioni sui tassi periferici Valutari ................................................................................... 6 Correzione del dollaro La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 22 ottobre 2014 Economia Stati Uniti Nello scrivere il commento sui dati economici pubblicati nelle ultime settimane negli Stati Uniti si rischia di cadere in contraddizione rispetto ai recenti sviluppi sui mercati finanziari: il netto ribasso dei tassi d’interesse e degli indici azionari suggerisce infatti un quadro particolarmente deludente, cosa che non corrisponde affatto alla situazione oltre Atlantico. Escludendo il dato mediocre sulle vendite al dettaglio di settembre, gli indicatori hanno confermato lo scenario di accelerazione della crescita nel secondo semestre 2014. Il futuro ci dirà se i recenti movimenti dei mercati andavano interpretati come indicatori avanzati di una perdita di slancio della dinamica economica, oppure se erano dovuti a fattori esterni all’economia statunitense (revisione al ribasso delle stime di crescita mondiali, aumento dell’avversione al rischio dovuta alla minaccia Ebola e ai diversi focolai di tensione geopolitica…) o agli asset finanziari (normalizzazione monetaria della Fed e fine delle iniezioni di liquidità). Nel frattempo non possiamo fare altro che constatare che la dinamica positiva apparsa in primavera perdura: il rapporto sull’occupazione di settembre ha rilevato una sensibile accelerazione nella creazione di posti di lavoro (248.000) a cui si aggiunge la correzione al rialzo dei dati contrastati di settembre. A inizio ottobre le nuove iscrizioni ai sussidi di disoccupazione sono scese ai livelli più bassi da aprile 2000 confermando la tendenza nettamente positiva del mercato del lavoro. sostenuta dell’attività. In settembre la produzione industriale ha registrato un forte aumento (+1.0%). Anche nel settore delle costruzioni e sul mercato immobiliare la tendenza rimane positiva. L’ISM dei servizi si avvicina ai livelli più alti del decennio precedente. Tutti gli elementi che convalidano lo scenario di una dinamica di espansione negli Stati Uniti sembrano quindi tuttora validi. E’ rivelatore inoltre il fatto che mentre le revisioni delle stime di crescita del FMI sono quasi sempre al ribasso, il Nord America si distingue come unica regione con stime per il 2014 e 2015 corrette al rialzo. Infatti, il Messico e il Canada approfittano della locomotiva statunitense. L’economia americana sembra quindi in grado di crescere al passo del 3% nel 2015, e sembra addirittura capace di raggiungere questa velocità di crociera già nel secondo semestre 2015. Indice ISM composito e crescita del PIL (varazione annua) 65 12 10 60 5 55 0 50 45 -5 Creazione di posti di lavoro e nuove domande settimanali di sussidi di disoccupazione 40 250 400 -10 300 300 -12 200 350 00 01 02 03 04 US - ISM COMPOSITE(R.H.SCALE) US - GDP QoQ ANNUALIZED 35 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 Sourc e: T homs on Reuters Datastream 100 400 0 Nonostante la flessione di settembre, gli indici ISM delineano una crescita tuttora sostenuta del PIL statunitense. 450 -100 500 -200 550 -300 600 -400 650 -500 700 -600 90 92 94 96 98 00 02 04 US - MONTHLY CHANGE IN NONFARM PAYROLLS (12M CHNG) US - WEEKLY INITIAL JOBLESS CLAIMS - INVERTED SCALE(R.H.SCALE) 06 08 10 12 14 Sourc e: T homs on Reuters Datastream Sul fronte dell’occupazione negli Stati Uniti la tendenza è chiaramente positiva. Nell’industria è vero che l’indice ISM manifatturiero di settembre ha registrato una flessione (a 56.6). Tuttavia, è avvenuto dopo che in agosto era salito al livello più alto degli ultimi tre anni (59.0), confermando la crescita La principale incognita resta (ancora una volta) la reazione della Fed all’attuale contesto. La fine del programma di acquisti di asset è prevista per fine mese e la prossima tappa a breve termine sarà probabilmente il rialzo dei tassi di interesse. A questo proposito, la mancanza di tensioni inflazionistiche - negli indici dei prezzi al consumo, alla produzione o nelle retribuzioni – insieme all’effetto disinflazionistico del rafforzamento del dollaro e del calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime, crea condizioni in cui la Fed non ha motivo di affrettare l’inasprimento delle condizioni monetarie. I recenti movimenti sui mercati inducono alla cautela, e l’inizio della fase di rialzo dei tassi brevi, finora prevista per metà 2015, potrebbe essere rimandata alla fine dell’anno prossimo o al 2016, anche se la prevista crescita si confermasse l’anno prossimo. Prima di abbandonare definitivamente le misure straordinarie La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 22 ottobre 2014 introdotte nel 2009 la Fed vorrà probabilmente escludere rischi di ricaduta per l’economia … Europa In Europa gli indicatori economici erano invece più in linea con le preoccupazioni apparse sui mercati. I vari indicatori di attività e di fiducia erano puntati verso il basso lasciando poco spazio alla speranza che il PIL del terzo trimestre possa crescere - nella migliore delle ipotesi - in maniera più che simbolica. Dopo il ristagno del 2° trimestre, l’Eurozona non riesce a rilanciare la dinamica positiva apparsa nel 2013, come ha confermato la correzione al ribasso delle stime di crescita del FMI (0.3% a 0.8% per il 2014, -0.2% a +1.3% per il 2015). I maggiori segnali di debolezza sono venuti dal cuore dell’Eurozona, la Germania, ossia il paese che finora era il motore della crescita europea. Anche se il forte calo degli indici di attività industriale può spiegarsi in parte con fattori stagionali, la serie di ribassi (-4.0% per la produzione industriale, -5.7% per gli ordinativi all’industria, -5.8% per le esportazioni, l’indice IFO della fiducia degli imprenditori ai minimi degli ultimi 17 mesi, il PMI manifatturiero sotto quota 50 in territorio di contrazione per la 1° volta da giugno 2013) indica che il trend generale è negativo. E il rischio di vedere il PIL tedesco scendere di nuovo nel 3° trimestre, dopo il 0,2% del 2° trimestre, è del tutto reale. Le possibilità di manovra per rilanciare l’attività attraverso misure di stimolo fiscali sono inesistenti, tanto più che non sono nemmeno rispettati gli obiettivi di riduzione dei deficit e che è impensabile un cambiamento di atteggiamento della Commissione Europea (soprattutto a causa della Germania). Le magre speranze si basano, come sempre, su un allentamento della politica monetaria che potrebbe contribuire all’indebolimento dell’euro e sostenere i settori esportatori, riducendo la frammentazione delle condizioni di credito nell’Unione monetaria. Le misure annunciate dalla BCE in giugno dovrebbero andare in questa direzione, ma all’ultima riunione della BCE Mario Draghi ha temperato le attese di massicce iniezioni di liquidità che erano scaturite dalle sue dichiarazioni di settembre. Invece di specificare come la BCE intenda espandere il bilancio ai livelli del 2012 (EUR 1.000 mrd sopra il livello attuale) si è mostrato più evasivo lasciando intendere che la politica di espansione del bilancio non raccoglie l’unanimità in seno al board dei governatori. Anche il programma di acquisti di ABS annunciato in giugno non è ancora stato definito e non sembra comunque all’altezza delle speranze che aveva suscitato quale strumento per realizzare rapide iniezioni di liquidità nel sistema finanziario. Eurozona – Variazione annua del PIL e dell’inflazione Germania – Variazione annua del PIL e della produzione industriale 16 15 già a livelli estremamente bassi?), le prospettive di crescita sembrano comunque deboli… 5 6 4 4 10 3 5 2 0 0 -5 -2 2 -10 -4 1 0 -15 -6 -1 -8 -2 -20 -24 00 01 02 03 04 05 GER - INDUSTRIAL PRODUCTION YoY % GER - GDP YoY %(R.H.SCALE) -9 06 07 08 09 10 11 12 13 14 96 97 98 99 00 01 02 EURO AREA - REAL GDP YoY % EURO AREA - INFLATION RATE YoY % 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 Sourc e: T homs on Reuters Datastream Sourc e: T homs on Reuters Datastream La crescita tedesca nel 2014 ha chiaramente segnato il passo nel 2014. Con questa frenata del motore dell’Unione monetaria e l’economia francese ed italiana ancora in stallo, l’Eurozona resta invischiata in una stagnazione che non le permette di contrastare le pressioni deflazionistiche accumulatesi fino ad ora. E non è la relativa resistenza della Spagna, peraltro non smentita dalle ultime statistiche, che riuscirà ad infondere all’Europa nuova energia vitale. Sebbene in mancanza di shock esterni il rischio di ricadute sembri ridotto (come possono gli investimenti e i consumi scendere ancora quando sono La crescita reale e l’inflazione nell’Eurozona seguono traiettorie ugualmente deboli… Il malessere di fronte ai recenti sviluppi economici nell’Eurozona è soprattutto dovuto al fatto che - al di là dell’imprevista debolezza della congiuntura, soprattutto in Germania – non esistono fattori concreti che alimentino la speranza in un miglioramento nei prossimi mesi. Certo è possibile che la domanda estera sostenuta dal ribasso dell’euro, il superamento dei fattori stagionali che hanno penalizzato la Germania, la conclusione del processo di risanamento del settore bancario e il calo dei prezzi dell’energia provochino una ripresa (comunque La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 22 ottobre 2014 modesta) della crescita europea, forse già nel 4° trimestre. Ma la mancanza di soluzioni alternative qualora questo scenario ottimistico non si avverasse rende più che mai incombente il rischio di una persistente stagnazione dell’Eurozona. E la reticenza della BCE di fronte all’ipotesi di misure più aggressive riduce la loro credibilità qualora dovessero essere adottate. Come dice il proverbio “spera per il meglio ma preparati al peggio”. Ma per ora la BCE si limita a sperare… Nel Regno Unito la crescita del 2° trimestre, ancora una volta, è stata corretta al rialzo (+0.9% contro +0.8%), ma durante l’estate – come previsto – l’attività ha perso slancio a causa del rallentamento del suo principale partner commerciale, l’Eurozona, e della flessione della forte dinamica del mercato immobiliare. L’indice ISM manifatturiero è tornato verso quota 50 (51.6 in settembre) dopo i livelli record dei mesi precedenti. Il tasso d’inflazione ha continuato a scendere, +1.2% in settembre, il livello più basso dal 2009. Si allenta quindi la pressione sulla BoE riguardo all’urgenza di rialzare i tassi … Giappone La ripresa della crescita dopo la frenata per l’aumento dell’IVA stenta a ingranare. La fiducia, in particolare, resta ferma ai livelli (bassi, senza essere depressi) intorno ai quali oscillava prima dell’arrivo al governo di Shinzo Abe. Mentre la crescita mondiale è in fase di accelerazione (anche se modesta), l’economia giapponese sembra ricadere nella situazione prima dell’arrivo di Abe. Il maggiore stimolo proviene dalla domanda estera, mentre sul piano interno prevale una congiuntura atona dovuta al persistente contesto deflazionistico. Finché il rimbalzo dell’inflazione sarà dovuto solo all’indebolimento dello yen e i salari non aumenteranno in maniera sensibile, i fattori deflazionistici impediranno un reale rilancio dell’economia giapponese. Nel frattempo il paese è ricaduto nelle “normali” condizioni di crescita degli ultimi due decenni. E questo prelude alle “normali” risposte delle autorità: nuovo allentamento della politica monetaria e/o nuovo misure di stimolo fiscale. Economie emergenti Nel mondo emergente l’evento più importante di ottobre è indubbiamente l’elezione presidenziale in Brasile. Il primo turno si è svolto all’inizio del mese e il ballottaggio avrà luogo il 26 ottobre. In questo periodo cruciale per il futuro del paese il mercato brasiliano è stato caratterizzato da forte volatilità. In settembre l’indice azionario BOVESPA ha perso oltre l’11%, al quale si è aggiunto il deprezzamento di quasi il 9% del real nei confronti del dollaro. La prima sorpresa è stata Aecio Neves (candidato del Partido da Social Democracia Brasileira) uscito vincitore del primo turno (34%), in vantaggio sulla candidata ritenuta favorita, Marina Silva (21%), del Partido Socialista Brasileiro di opposizione al governo Rousseff (Partido dos Trabalhadores). Gli investitori hanno accolto favorevolmente la prospettiva di un cambio che porterebbe alla guida del paese un governo più favorevole al mercato e più liberale rispetto al governo attuale. A una settimana dal ballottaggio finale, i sondaggi prevedono un testa a testa fra i due candidati. Gli asset brasiliani sono quindi esposti all’impatto del risultato finale sul quale si accentrano le speranze degli investitori che l’opposizione, rappresentata da Neves, sia favorevole a una svolta di politica economica, in particolare sul piano del bilancio. Indipendentemente dal risultato delle elezioni, il Brasile è comunque confrontato a sfide importanti. Il paese ha urgente bisogno di riforme e le speranze si concentrano su Neves, il cui programma è più aggressivo rispetto a quello di Dilma Rousseff. Il Brasile è penalizzato da una rete di infrastrutture ancora sottosviluppate (Neves potrebbe aprire al settore privato), dal sistema fiscale troppo complesso e dal sistema bancario eccessivamente frammentato. Anche il mercato del lavoro soffre del clima mediocre che regna nel settore industriale. Anche la riduzione del tasso di partecipazione non basterebbe più per mantenere la disoccupazione a livelli accettabili. Sul piano macroeconomico, il paese deve adottare una maggiore disciplina fiscale e ridurre il debito pubblico. Sul fronte della politica monetaria, da inizio 2013 la banca centrale brasiliana ha lanciato una manovra aggressiva (nove rialzi consecutivi del tasso per un totale di 375 bp) per lottare contro l’inflazione troppo alta (e la crescita anemica: inferiore all’1% nel 2014). Senza però grandi risultati poiché l’inflazione è di origine più strutturale che ciclica. Non sorprende quindi che gli indicatori della fiducia dei consumatori e delle aziende non siano confortanti. Un eventuale nuovo governo potrebbe aprire nuovi cantieri per affrontare le problematiche evocate e fornire risposte concrete. In questo modo, il forte potenziale di crescita del Brasile potrebbe essere valorizzato. Una delle principali sfide sarà assicurare il ribilanciamento – senza contraccolpi - dei motori della crescita dai consumi verso l’investimento. Tirando le somme, su questo paese cruciale dell’America Latina si addensano molte incognite sul piano sia politico sia economico. Sugli asset brasiliani potrebbero insorgere in qualsiasi momento episodi di volatilità, anche se a breve termine la vittoria di Neves provocherebbe (probabilmente) un rally a fine anno. Alla luce dei legami commerciali sempre più stretti tra Brasile e Cina gli asset brasiliani potrebbero anche essere indirettamente impattati da un eventuale brusco atterraggio dell’economia cinese (implosione dello shadow banking e/o scoppio della bolla immobiliare). La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 22 ottobre 2014 Mercati Azionari I mercati finanziari hanno navigato in acque agitate a causa dei dati macroeconomici deludenti (PIL tedesco e PMI in Cina), delle numerose tensioni geopolitiche (Stato Islamico in Siria/Iraq, conflitto in Ucraina) e dei timori circa la diffusione del virus Ebola. In questo quadro allarmante, gli investitori hanno ceduto alla paura (dopo che lo S&P 500 in settembre aveva raggiunto il limite psicologico dei 2000 punti) e le borse si sono affossate. Andamento delle principali borse mondiali (in monete locali) 20/10/14 102 100 98 96 94 92 90 88 22 29 SEP 6 13 OCT T OPIX - T OT RET URN IND MSCI EM U$ - T OT RET URN IND ST OXX EUROPE 600 E - T OT RET URN IND S&P 500 COMPOSIT E - T OT RET URN IND Sourc e: T homs on Reuters Datas tream Gli investitori si sono spaventati e le borse hanno perso quota. Sul piano regionale (e in monete locali) tutti gli indici mondiali durante il periodo in esame hanno perso terreno. Registriamo la sovra-performance della borsa americana, che in parte ha beneficiato del suo status di mercato rifugio, mentre i mercati europei hanno sofferto in particolare dei dati negativi della Germania. Il Giappone è il fanale di coda, penalizzato dal rafforzamento dello yen. Nelle ultime settimane, i titoli difensivi hanno avuto la parte del leone, con performance relative positive per le utilities, i beni di consumo di base e l’healthcare. Al contrario, i titoli energetici hanno nettamente sottoperformato i mercati, colpiti dalla discesa dei prezzi del petrolio in scia alle incertezze sulla crescita globale e alla forte progressione della produzione di petrolio statunitense. Nonostante il quadro leggermente più offuscato delle ultime settimane manteniamo un parere positivo su questa asset class. Le recenti statistiche economiche, anche se deludenti, non smentiscono il nostro scenario di crescita economica durevole sui livelli attuali negli USA, di non ricaduta in recessione in Europa e di modesta espansione nel resto del mondo. I bassi tassi d’interesse del mercato obbligazionario dovrebbero inoltre continuare a sostenere questa asset class anche nei prossimi mesi. Obbligazionario Il mercato obbligazionario dell’Eurozona non è stato risparmiato dalle tensioni che hanno agitato i mercati di recente. Il rapido riorientamento degli investitori verso i titoli rifugio è avvenuto a scapito del debito dei paesi periferici, più fragili e sensibili al contesto volatile. I timori per la Grecia, che ha manifestato l’intenzione di rinunciare (forse troppo presto) agli aiuti finanziari internazionali che riceve dal 2010, ha accentuato il movimento di flessione e ha spinto la Banca Centrale Europea a intervenire, con l’impegno di assicurare maggiori liquidità alle banche greche. Un altro segnale delle tensioni che agitano il mercato obbligazionario è che la Spagna nell’emissione di titoli a 10 anni è riuscita a collocare meno di quanto sperava. Il tasso a 10 anni dell’obbligazione sovrana greca è salito a 7.08%, mentre quelli per Spagna, Italia e Portogallo sono saliti rispettivamente a 2.21%, 2.57% e 3.49%. I titoli di stato della Germania e degli Stati Uniti hanno pienamente svolto il ruolo di titoli rifugio, con il Buono del tesoro a 10 anni al 2.09% e il titolo corrispondente tedesco a 0.72%. Valutari Il posizionamento long dell’USD ha risentito delle recenti tensioni sui mercati. I timori di rallentamento dell’economia mondiale hanno ribaltato il trend di rialzo del dollaro, con l'EUR/USD salito a 1.28 dopo avere toccato quota 1.25, mentre il cambio USD/JPY è caduto a 105.5, dopo avere sfiorato quota 110 a inizio mese. Le dichiarazioni della Fed riguardo alla possibilità di rimandare l’inizio della normalizzazione monetaria alla luce delle stime sulla crescita mondiale al ribasso, hanno pesato sul biglietto verde. L'impatto del rallentamento dell’economia mondiale sull’economia statunitense è al centro delle preoccupazioni della Riserva Federale, che sembra ora prendere in esame la possibilità di prolungare il programma di acquisto di asset che avrebbe dovuto sospendere a fine ottobre. Questi elementi che potrebbero creare pressioni sul dollaro, non dovrebbero però invertire la tendenza di fondo del dollaro, che resta al rialzo. Infatti, gli ultimi dati sull’occupazione e la produzione industriale negli Stati Uniti restano incoraggianti e sostengono il dollaro. In Europa i timori circa la ripresa economica si intensificano con segnali di affanno dell’economia tedesca, il motore della crescita dell’Unione monetaria. Il ricordo della crisi del debito sovrano nell’Eurozona, con il recente episodio della Grecia, il riaccendersi delle tensioni sui tassi periferici e il persistente rischio La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 22 ottobre 2014 deflazionistico potrebbero mettere la BCE sotto pressione affinché adotti una strategia più aggressiva. Su questo sfondo, la tendenza al ribasso della moneta unica dovrebbe proseguire. Il cambio EUR/JPY si è attestato a 136.4 e l’EUR/CHF, dopo un picco a 1.2130, si è attestato a 1.2070. Andamento dei differenziali sui tassi a 10 anni rispetto alla Germania 4.50 4.00 3.50 3.00 2.50 2.00 1.50 1.00 0.50 JAN Italy Spain Portugal FEB MAR APR MAY J UN Ireland J UL AUG SEP Sourc e: T homs on Reuters Datastream In un mercato più volatile i debiti dei paesi periferici sono stati i più duramente colpiti, come dimostra l’allargamento degli spread rispetto alla Germania. La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.