e per esercitarle in modo legittimo devono dare garanzie di autocontrollo responsabile, tramite l’autoregolazione etica, all’intera collettività nazionale. In una funzione, non esito a riconoscerlo, di supplenza rispetto alle istituzioni pubbliche che ancora oggi non sono all’altezza di un paese moderno. Umberto Veronesi, che è convinto del ruolo al quale sono chiamate queste comunità, ha proposto la creazione di una Camera Alta per l’etica e la scienza. Non credo che il legittimo e necessario riconoscimento politico delle comunità degli attori della conoscenza passi attraverso iniziative del genere: si corre il rischio di ripetere il clamoroso fallimento del Cnel, di cui non si avverte la necessità, e di veder riprodotta l’erratica attività di certe Authority. Gli organi ci sono, e sono gli ordini e le associazioni professionali: passa per l’autoregolazione etica il riconoscimento del loro ruolo di classe dirigente. I mesi che ci attendono non saranno facili sotto il profilo economico e sociale: con l’aggravante che la crisi ci sorprende in una fase in cui avremmo dovuto mettere mano a riforme profonde, a cominciare dal risanamento dei conti pubblici e per finire all’assetto costituzionale. Si sa che nei periodi di rallentamento degli affari le responsabilità individuali e collettive si incrinano. L’urgenza di competere, da un lato, e la necessità di attenuare i vincoli della solidarietà sociale, possono indurre a comportamenti devianti. Ne può risultare una regressione delle responsabilità, di cui si avverte qualche preoccupante segnale. Di qui la necessità di un incremento di impegno, di vigilanza, nell’interesse dei ceti professionali e della collettività nazionale. 14 • R A S S E G N A N. 1 8 INVERNO 2004/2005 Philip Kotler ha recentemente scritto uno straordinario volumetto – I dieci peccati capitali del marketing – Sintomi e cure, Il Sole 24 Ore, Milano 2004 – nel quale si propone di dimostrare come l’applicazione pratica da parte delle imprese dei principi e dei modelli elaborati nel corso di decenni dagli studiosi e dagli esperti sia quanto mai carente. Kotler sostiene che le imprese utilizzano solo in parte i concetti e gli strumenti che sono stati con il tempo sviluppati al fine di rendere più efficace ed efficiente l’azione di mercato delle imprese. Egli perviene a questa conclusione grazie ad una vasta ed approfondita conoscenza della realtà delle imprese dei più diversi settori e paesi sviluppata nel corso di decenni di contatto e dialogo con centinaia di manager ed operatori d’impresa. Tale conoscenza consente a Kotler di individuare le dieci tipologie di errori più frequentemente commessi dalle imprese nel concepire e nel realizzare le proprie strategie di mercato. Si tratta di errori non marginali, efficacemente definiti come veri e propri peccati capitali. Dall’insufficiente orientamento al mercato all’inadeguata conoscenza dei clienti obiettivo; dalla scarsa rilevanza attribuita alla concorrenza alle carenze rilevabili nei rapporti con i fornitori, gli intermediari ed i rivenditori; dallo scarso impegno posto nell’individuazione delle opportunità alla superficialità dei processi di pianificazione; dalla scarsa integrazione fra prodotti e servizi alla insufficiente capacità di comunicare e di costruire la marca; dalla mancanza di una reale integrazione strategica ed operativa fra la funzione di marketing e le altre funzioni aziendali alla limitata capacità di trarre tutti i benefici possibili dalle innovazioni tecnologiche. Secondo Kotler, le ragioni di una consimile situazione sono quanto mai complesse e risiedono soprattutto nel fatto che raramente la responsabilità dell’intero processo di marketing della impresa fa capo all’organo aziendale che si occupa di marketing. Lo sviluppo dei nuovi prodotti e servizi è in genere di competenza dell’area tecnica. Le spese per le ricerche di mercato, la promozione e la pubblicità, l’organizzazione di vendita, nonché la definizione dei prezzi e delle condizioni di pagamento competono all’area finanziaria ed amministrativa. Funzioni sempre più rilevanti ai fini della customer satisfaction quali la logistica, l’assistenza alla clientela, i call center e così via raramente rientrano nell’ambito di controllo del responsabile della attività di marketing dell’impresa. La conseguenza di questo stato di cose è, nella migliore delle ipotesi, la ridotta sinergia fra le varie funzioni che partecipano allo sviluppo del valore reso al cliente, e quindi la riduzione di tale valore. Se le imprese non si renderanno rapidamente conto della necessità improrogabile di applicare in modo completo ed efficace i principi e gli strumenti del marketing, afferma Kotler, le conseguenze potranno essere assai gravi, anzi fatali. I mercati, infatti, stanno diventando sempre più competitivi e, anche per effetto della crescente globalizzazione e dello sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le classiche strategie del marketing di massa rivelano i propri limiti, mentre la differenziazione spinta di prodotti e servizi viene sempre meno percepita da un consumatore sommerso e assordato da un’ondata crescente di comunicazione. IL DIVARIO FRA TEORIA E PRATICA NEL CAMPO DEL MARKETING DI WALTER G. SCOTT Infine, il perdurare della situazione di stagnazione economica impone la ricerca e lo sviluppo di nuove offerte di mercato capaci di combinare un maggior valore per l’acquirente con un minore costo. In un quadro generale così caratterizzato, il conseguimento di positivi risultati di mercato da parte delle imprese dipenderà essenzialmente dalla capacità di operare secondo le logiche più avanzate del marketing. Le risorse e le competenze finanziarie, tecnico-produttive ed organiz-zativo-gestionali continueranno ovviamente ad avere un valore fondamentale, ma solo a condizione di essere inquadrate e coordinate secondo una superiore visione strategica del rapporto fra impresa e mercato, cioè secondo una visione di marketing. A questo fine, la proposta di Kotler è che le imprese svolgano una sorta di autoanalisi al fine di identificare se ed in quale misura incorrano in una o più delle dieci situazioni negative descritte, per poi por mano alle necessarie correzioni di rotta e tornare quindi su quella che potremmo definire la retta via. Non si tratta di cosa di poco conto, in quanto un effettivo orientamento al mercato dell’impresa implica un radicale mutamento di culture e pratiche manageriali tradizionali che sono andate consolidando negli anni e che trovano espressione negli organigrammi e nelle strutture di potere aziendali. Un contributo di rilievo alla realizzazione di una impresa in grado di operare secondo una visione avanzata di marketing e dunque in modo conforme alle caratteristiche dei mercati contemporanei, dominati dal cambiamento, se non addirittura dalla turbolenza - può essere fornito dalle innovazioni determinate dalle nuove tecnologie digitali, le quali consentono di accrescere l’efficacia e l’efficienza delle strategie di marketing, dalla realizzazione di avanzati sistemi informativi alla comunicazione, dalla gestione delle relazioni di clientela allo sviluppo di nuovi canali distributivi, dalla determinazione dei prezzi alla creazione di valore attraverso il sistema logistico. In conclusione, il volume di Philip Kotler costituisce una sintetica ma essenziale guida nella quale il manager consapevole può trovare le indicazioni necessarie per emendarsi dai vari peccati capitali, cioè per correggere le anomalie riscontrate nella conduzione della propria azienda e che sono imputabili essenzialmente alla mancata od incompleta applicazione dei concetti, degli strumenti e delle tecniche che la disciplina del marketing è andata elaborando nel corso del tempo. In altri termini, Kotler non si limita ad individuare gli errori più frequenti nella gestione aziendale, ma traccia anche la strada lungo la quale emendarsi e convertirsi alla pratica virtuosa – sia dal punto di vista della singola impresa che della società nel suo complesso - del conseguimento dell’eccellenza e del successo di mercato. Un’ultima considerazione riguarda i destinatari di questo volume. Analogamente ad altre opere brevi di Kotler (1), anche questa si rivolge non solo a chi si occupa professionalmente di marketing, ma anche e soprattutto ai manager delle altre funzioni aziendali, dalla finanza alla produzione, alle risorse umane, alla ricerca ed alla progettazione. Se è vero, com’è vero, che il marketing è soprattutto la visione che ispira e guida le condotte di mercato nel lungo termine, non può che derivarne la necessità che i suoi principi ed i suoi strumenti costituiscano un patrimonio dell’intera impresa , al di là dei tradizionali – e ormai superati – steccati posti a difesa delle varie aree funzionali. I DIECI COMANDAMENTI PER UNA EFFICACE STRATEGIA DI MARKETING Vengono qui riportate le soluzioni proposte da Kotler per eliminare le varie cause di inefficienza analizzate nel volume e consentire quindi di formulare i dieci comandamenti per conseguire un’elevata produttività e redditività del marketing. L’Autore consiglia di incorniciare in un quadretto i dieci comandamenti e di appenderlo dietro la scrivania. Aggiungerei un’ulteriore raccomandazione, e cioè quella di sviluppare al massimo la conoscenza dei principi, degli strumenti e delle tecniche che stanno alla base dei vari comandamenti. A questo fine suggerirei di dotarsi di una copia dell’opera fondamentale di Philip Kotler, Marketing Management, della quale l’editore Pearson Italia ha da poco pubblicato l’undicesima edizione, e di consultarla costantemente. (wgs) 1) L’impresa segmenta il mercato, individua i segmenti migliori e sviluppa una forte posizione in ognuno dei segmenti prescelti. 2) L’impresa individua ed analizza le esigenze, le percezioni, le preferenze ed i comportamenti dei propri clienti obiettivo e stimola i propri stakeholder affinché si impegnino con tutte le proprie forze nel servire e soddisfare gli stessi. 3) L’impresa conosce i propri concorrenti principali ed i relativi punti di forza e di debolezza. 4) L’impresa stabilisce rapporti di collaborazione con i propri stakeholder e li ricompensa con generosità. 5) L’impresa realizza sistemi in grado di identificare, valutare e scegliere le opportunità di maggiore interesse. 6) L’impresa dispone di un sistema di pianificazione di marketing che permette di definire piani efficaci sia di lungo che di breve termine. 7) L’impresa mantiene un saldo controllo sulla propria offerta di prodotti e servizi. 8) L’impresa rafforza i propri marchi attraverso l’impiego degli strumenti di promozione e comunicazione che presentano il miglior rapporto costo/efficacia. 9) L’impresa sviluppa una leadership di marketing ed uno spirito di squadra fra i vari settori aziendali. 10) L’impresa utilizza in modo sistematico le innovazioni tecnologiche che le consentono di rafforzare il proprio vantaggio competitivo sul mercato. (1)Il marketing secondo Kotler, Il Sole 24 Ore, Milano 1999; Il marketing che cambia (scritto in collaborazione con D.C.Jain e S.Maesincee), Il Sole 24 Ore, Milano 2002; Marketing laterale (scritto in collaborazione con F.Trias de Bes), Il Sole 24 Ore, Milano 2004. 15 • R A S S E G N A N. 1 8 INVERNO 2004/2005