Venerdì 25 Settembre 2015
Nuova serie - Anno 25 - Numero 228 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
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UNIONE EUROPEA
Nei concorsi
nessuna priorità
a francese, inglese
e tedesco
Grigolon a pag. 23
Bombacci fondò il Pci ma poi passò col Duce a Salò
e venne fucilato con lui. È la sindrome De Girolamo
È IN EDICOLA
Domenico Cacopardo a pag. 7
www.italiaoggi.it
CIRCOLARE INAIL
Rendite rivalutate
Le prestazioni
per gli infortuni
su dello 0,19%
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Cirioli a pag. 28
CASSA FORENSE
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO
www.classabbonamenti.com
Rimpatrio capitali a fine anno
Calo del fatturato I contribuenti avranno tempo fino al 30 novembre per presentare l’istanza
per il 44% degli d
di voluntary disclosure. Perfezionamento delle domande entro il 31 dicembre
avvocati. Ma tiene
I co
contribuenti avranno tempo fino al
l’occupazione
DIRITTO & ROVESCIO
30 n
novembre per presentare l’istanza
Migliorini-Ventura a pag. 31
SU WWW.ITALIAOGGI.IT
Ausiliari dei giudici La sentenza della Consulta sui compensi
Bandi europei - La
sentenza del Tribunale Ue che boccia
il
i trilinguismo
Evasione
- Il
E
rapporto
con le
ra
strategie sui controlli
di v
voluntary disclosure all’Agenzia
dell
delle entrate. Il perfezionamento della
dom
domanda, con tutta la documentazion
ne, potrà comunque avvenire entro il
3
31 dicembre 2015. La proroga dei term
mini è in un decreto omnibus in materria di finanza pubblica che va oggi in
C
Consiglio dei ministri. Intanto sono
g
già stati incassati 750 milioni dalle
d
domande finora presentate.
L’immigrazione dall’Africa è modesta
rispetto alla sua bomba demografica
di Pierluigi Magnaschi
La classe politica italiana non è
mai stata così divaricata come in
questi giorni, rispetto alle preoccupazioni che vive la popolazione di
questo paese. Il nostro sondaggio
Lorien Consulting, pubblicato a
pag. 5, dimostra infatti che l’82%
della popolazione italiana ritiene
che l’immigrazione sia oggi il problema più importante, mentre solo
il 4% è interessato al dibattitorissa in corso sulle riforma del
senato. Giusto l’opposto di ciò che
pensano i parlamentari e i politici
italiani. Non che gli italiani non
siano interessati alle questioni istituzionali ma vorrebbero capirle.
continua a pag. 7
Bartelli a pag. 22
AUDIPRESS
Avvenire +10,4%,
Sole +7,6%,
Stampa +5,8%,
Gazzetta +4%
Capisani a pag. 20
La minoranza dem capitanata da
Pier Luigi Bersani è proprio finita
fuori gioco. Non solo perché, dopo
aver minacciato sfracelli in occasione della votazione della riforma del senato, si è ritirata in buon
ordine per un piatto di lenticchie,
ma soprattutto perché, in periferia,
non scoppiano più solo delle risse
fra maggioranza e minoranza dem,
ma anche direttamente fra renziani.
L’ultimo episodio è avvenuto in Emilia dove la sindachessa renziana di
San Lazzaro di Savena (un avvocato
di 30 anni eletta lo scorso dicembre)
avendo bloccato la programmata realizzazione di un progetto edilizio di
582 alloggi, è stata minacciata da
imprenditori, cooperatori della Lega
e persino da un sindaco, Stefano
Sermenghi di Castenaso (anche
lui renziano doc). Tutti sono indagati. Alla sindachessa, che è stata
eletta proprio perché era contro la
«colata», Renzi aveva detto: «Vai
avanti a testa alta». Lei l’ha fatto
e ha incastrato un altro renziano.
Insomma, la giostra si è rimessa a
girare a pieno ritmo.
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Venerdì 25 Settembre 2015
I COMMENTI
L’ANALISI
IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH
Banche, crediti deteriorati
in cambio di obbligazioni
Banks, non-performing
loans against bonds
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S
embra troprende possibile via
DI CARLO PELANDA
po lontana
una «cartolarizuna soluziozazione a catena»
ne sistemica per gestire i eventualmente corroborata. Pricrediti deteriorati (Npl) senza de- mo passo, la banca cede gli Npl a
stabilizzare i bilanci delle banche. un cartolarizzatore e viene pagata
Il rischio di blocco della ripresa è in obbligazioni a scadenza lunga
elevato, soprattutto a livello di pic- con sottostante il rendimento degli
cole banche che sono fonte prima- Npl stessi. Fino a qui non c’è deria del credito a piccole imprese. correlazione. Secondo passo, l’obCiò sollecita la ricerca di soluzioni bligazione viene ricartolarizzata,
di mercato e non di stato. In veste impacchettandola in un prodotto
di presidente dello advisory board finanziario composto da una variedi una società di cartolarizzazio- tà di altri. Il titolo finanziario che
ne lussemburghese ho sostenuto alla fine della catena la banca riceil progetto del suo team tecnico di ve come pagamento della cessione
creare un’ingegneria evoluta per di Npl ha un rischio decorrelato
e un valore quotato
la cessione di Npl
su una borsa titoin cambio di obblili. Eventualmente,
gazioni, calibrata
L’ingegneria
riducendo il rendiper piccoli istituti,
finanziaria può
mento del titolo, lo si
nell’ambiente regoridurre i rischi
può configurare come
lamentare dell’Europrodotto a capitale
zona. Se uno compra
con cassa Npl da una banca dovrà garantito. Ho avuto il permesso di
pretendere uno sconto notevole, citare molto in generale questa inponendo alla banca stessa il pro- gegneria che appare innovativa per
blema di una svalutazione destabi- dare un segnale alle piccole banche.
lizzante. Se, invece, gli Npl vengo- Posso anche dire che la procedura
no pagati con obbligazioni, allora qui tratteggiata è stata presentata
è possibile riportare nei titoli una a Banca d’Italia. Ovviamente l’inpercentuale maggiore di recupero gegneria finanziaria che c’è sotto è
del valore futuro, per alcuni asset. molto «high tech» ed è un segreto
Il punto, per liberare capitale di industriale. Ma è alla portata di
copertura, è la decorrelazione del altri attori fi nanziari, anche con
rischio svalutativo di un’obbliga- varianti: il mercato è ampio e c’è
zione con sottostante un pacchet- spazio per tutti.
to di Npl. La nuova ingegneria lo
© Riproduzione riservata
A
systemic solution to
via a “knock-on securitization”
manage non-performeventually corroborated. First
ing loans (NPL) withstep, the bank sells the NPLs
to an issuer and is paid in longout destabilizing the
term bonds guaranteed by the
balance sheets of banks seems
yield of the NPLs themselves.
too far. The risk of a block of reSo far there is no de-correlation.
covery is high, especially at the
Second step, the bond is seculevel of small lenders which are
ritized again, packaging it in a
the primary source of credit to
financial product made up of a
small businesses. This stresses
variety of other ones. The stock
the need to look for market and
that at the end of the chain is
not state solutions. As president
received by the bank as payof the advisory board of a secument for the sale of NPLs has an
ritisation company in Luxemuncorrelated risk and a value
bourg I supported the project
listed on a stock exchange. By
of its technical team to create
reducing the yield of the stock,
an evolved engineering to sell
it can be eventuNPLs in exchange
ally configured
for bonds, calibratFinancial
as a guaranteed
ed for small banks,
capital product. I
in the Eurozone
engineering can
got permission to
regulatory framereduce risks
quote very generwork. If one buys
ally this engineerwith NPL cash
ing that appears innovative to
from a bank it should claim a
give a signal to small banks. I
substantial discount, posing to
can also say that the procedure
the bank itself the problem of
a destabilizing devaluation. If, outlined here was presented to
the Bank of Italy. Clearly the
on the contrary, NPLs are paid
underlying financial engineerwith bonds, then it is possible to
ing is very “high tech” and is
have in the securities a higher
a trade secret. But it is accesrecovery percentage of the fusible to other financial players,
ture value, for some assets. The
even with variants: the market
point, to free up coverage capiis large and there is room for
tal, is the de-correlation of the
everyone.
devaluing risk of a bond guaranteed by a NPL package. The new
© Riproduzione riservata
engineering makes it possible
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Costi standard e non tagli alle
prescrizioni per curare la sanità
DI
SERGIO LUCIANO
C
on la pelle della gente non si scherza. E
Matteo Renzi, che
sta dimostrando coraggio nel contrastare alcune lobby (per ora, e non tutte)
ma è molto attento al «saldo»
elettorale e consensualista
delle sue iniziative di governo, deve essersi distratto nel
caso degli annunciati tagli
alla Sanità.
Entrare nel merito della
quantità e qualità delle prescrizioni di analisi ed esami
diagnostici che i medici di
base prescrivono ai loro pazienti per indurli a ridurli in
modo da tagliare i relativi costi è una mossa due volte imprudente: innanzitutto per la
salute dei cittadini e poi per
la salute del governo.
Affermare che, in genere, i
medici hanno la «prescrizione
facile» a causa di quella cosiddetta «medicina difensiva»
che li indurrebbe a concedere
esami anche considerandoli
inutili pur di non rischiare
qualche rappresaglia legale
da parte dei pazienti infuriati è forse anche in parte vero
(e peraltro giustificabile) ma
dirlo dal pulpito del governo
significa banalizzare; lo si
può affermare chiacchierando
al bar con gli amici ma non si
può farne la premessa di un
provvedimento legislativo.
Anche perché proprio sulla
Le regioni
sprecano
20 miliardi
sanità il governo Renzi non
è senza peccato. Concentrato
com’è sulle riforme istituzionali, che considera prioritarie a tutto, per poter avere
la decisionalità cui aspira,
il premier ha trascurato di
porre al primo posto tra esse
la riforma del titolo V della
Costituzione che dà oggi alle
regioni un inammissibile arbitrio di spesa pubblica, tanto
da rendere possibili assurdi
come prezzi d’acquisto degli
stessi materiali di consumo
sanitario, classico l’esempio
delle siringhe, a prezzi quadrupli in certe regioni rispetto ad altre.
È chiaramente questo il
primo livello di risparmio da
conseguire in sanità. Se tutte
le regioni italiane pagassero
gli acquisti di materiale sanitario, dalle famose siringhe
ai pasti all’ovatta, ai prezzi
spuntati dalle tre regioni più
virtuose, l’erario risparmierebbe 20 miliardi di euro sui
circa 110 del totale nazionale, quasi il 20%!
E perché non lo si fa, che
ragione c’è? L’unica ragione
è la resistenza delle regioni
dissipatrici, barricate dietro una norma obbrobriosa,
come appunto quella scritta
all’ombra del titolo V, che
definisce i «costi standard»
non come quelli ottimali ma
come quelli medi del sistema.
Includendo così nella media
anche i pessimi!
È un tale assurdo che
Renzi, prudente com’è a non
pestare calli veramente sensibili per milioni di cittadini,
non mancherà di accorgersene e di aggiustare il tiro:
almeno, se non lo facesse
sarebbe un primo clamoroso
errore politico, ma di quelli
che segnano.
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Un sistema sanitario
da sempre insostenibile
DI
MARCO BERTONCINI
Si è scatenato un putiferio per l’annuncio di tagli
agli esami medici. Di là
sia delle ragioni addotte
dai sanitari sia delle giustificazioni della ministra,
la vicenda insegna come
l’errore di base consista
nell’istituzione del Servizio
sanitario nazionale. Non è
casuale che la legge fondatrice risalga al 1978, cioè
al periodo del compromesso storico, quando il ruolo
del Pci nella maggioranza
era tale da chiedere il pagamento di pesanti prezzi
alla Dc (si pensi all’equo
canone), prezzi che invero
in taluni casi non erano
pagati nemmeno malvolentieri.
L’aver istituito un sistema sanitario che rimborsa
tutto a tutti ha progressivamente rivelato la propria
insostenibilità. Non si tratta soltanto di sprechi, di costi politici, di irrazionalità,
che ovviamente esistevano
ed esistono e che si è, con
troppa calma e con molta
debolezza, cercato di mo-
derare (micro ospedali,
Usl superfl ue, poltrone a
gogò). È in sé il ricorso a un
sistema generale e pubblico (per di più affidato alle
regioni) a rendere sempre
più difficile il mantenimento dei servizi.
Tutt’altre conseguenze
avrebbe un obbligo di assicurazione sulle malattie,
senza monopolio statale e,
in ogni caso, rapportando
le prestazioni ai pagamenti effettuati. La gratuità e
generalità delle prestazioni dovrebbe trovare attuazione esclusivamente per i
più disagiati. Ovviamente,
sia l’invecchiamento generale sia l’incremento degli arrivi di migranti (cui
si assicurano prestazioni
per le quali nulla hanno
mai versato) rendono ancor più grave il peso della
spesa sanitaria. Ma nessuno si pone il problema nel
suo insieme: non per nulla
da noi si discute di come
rendere meno elevata l’età
del pensionamento, quando sarebbe indispensabile
l’opposto.
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PRIMO PIANO
Venerdì 25 Settembre
Settembr 2015
3
Riforme, i renziani vogliono dettare i tempi, la replica: non sono il boia della costituzione
Tra Pd e Grasso ormai è guerra
Il Papa scuote il congresso Usa: no alla pena di morte
EMILIO GIOVENTÙ
GIAMPIERO DI SANTO
DI
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E
R
apporti sempre più
tesi tra il Pd e il
presidente Pietro
Grasso. Lo dimostra
quanto accaduto ieri durante
la conferenza dei capigruppo
a palazzo Madama. «È una
proposta che non si può accettare io non passo e non
sarò per il boia della Costituzione», avrebbe detto Grasso
in conferenza dei capigruppo,
riferendosi alla ghigliottina
che sarebbe scattata sul ddl
Boschi se il voto finale fosse
stato fissato per l’8 ottobre,
come chiesto dal Pd mentre
una settimana di tempo in
più consente, sarebbe questo
il senso, di votare gli emendamenti e gli articoli del ddl
Boschi. Su richiesta delle opposizioni Grasso ha tentato
una mediazione, indicando la
data del 13 ottobre.
Una
data che non soddisfa il Pd,
in quanto troppo a ridosso
dell’avvio della sessione di
bilancio, il 15 ottobre, e che
non consente di calendarizzare prima della tagliola del 15
le unioni civili, oggetto poi di
un altro duro scontro in Aula
tra M5S e Sel e il Pd. A detta
del Pd la decisione di Grasso crea un precedente che
rischia di divenire «pericoloso», in quanto se il presidente in capigruppo non prende
neanche in considerazione le
richieste del primo partito di
maggioranza, allora vuol dire
che ognuno nelle opposizioni
si sentirà legittimato a minacciare ostruzionismo per
vedersi accolte le proprie richieste. La decisione assunta
da Grasso è stata ovviamente
accolta con favore dalle opposizioni: Sel, Conservatori
e riformisti e M5S. Ma resta
la tensione. Ed è scontro al
Senato sugli 85 milioni di
emendamenti al ddl Boschi
presentati dal leghista Roberto Calderoli. Al presidente del senato Pietro Grasso che mercoledì aveva fatto
sapere che non accetterà il
tentativo di bloccare palazzo
Madama e aveva specificato
anche che la valanga di modifiche proposte dal Carroccio rappresenta una «offesa
alla dignità delle istituzioni»,
ha replicato in aula Calderoli: «Gli consiglio di leggere il
regolamento, dove non c’è un
tetto al numero di emendamenti, pertanto tutto quello
che è consentito si può fare».
Restano i tempi tecnici. L’illustrazione degli emendamenti si svolgerà martedì
29 settembre e si concluderà
in giornata, per permettere
l’inizio delle votazioni mercoledì 30, così da concludere
tutto il 13 ottobre, come ha
spiegato Grasso nell’aula di
palazzo Madama. Per stemperare il clima di tensione,
la Lega ha fatto sapere di
essere disposta a ritirare la
maggioranza degli emendamenti presentati all’articolo
1 e all’articolo 2 del disegno
di legge Boschi riforme. Solo
all’articolo 1 si tratterebbe
di una mole di emendamenti
pari a circa 11 milioni, e ne
resterebbero soltanto una
quindicina. Anche Sel che
aveva fatto la sua parte con
62.000 proposte di modifica,
ne ha ritirate circa 61.000.
Tra gli emendamenti c’è anche l’idea di porre «un tetto
alla pressione fiscale che non
deve superare i 2/5 del Pil,
la proposta è stata presentata in aula dal gruppo dei
Conservatori e Riformisti.
Insomma, le trattative portano risultati. E regge l’asse
Verdini-Renzi sul primo
voto in Senato per le Riforme. Ieri i verdiniani hanno
votato con la maggioranza
contro il non passaggio agli
articoli del ddl proposto dalle
opposizioni.
Continua a pagina 4
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Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
Nelle ultime politiche furono designati Bersani, Grillo e il Cav. Divenne premier Letta
Le designazioni sono solo auspici
L’accordo sulle riforma del senato è un pastrocchio
DI
MARCO BERTONCINI
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P
er chiarire il pasticcio che si sta creando
sull’elezione/nomina/
designazione diretta/
indiretta/semidiretta dei futuri senatori è stato tirato
fuori il nome di Pinuccio
Tatarella e della legge che
porta il suo nome (tatarellum, in politichese), che disciplinò, nel 1995, le elezioni
regionali. Si è parlato di «lodo
Tatarella». Questo, perché il
marchingegno studiato da
Tatarella per consentire un
surrogato di elezione diretta
del presidente regionale (che
si sarebbe avuta successivamente, con riforma costituzionale) prevedeva che gli
elettori indicassero nel capolista, con collegato listino di
candidati, il potenziale capo
della regione. In maniera simile una futura legge sancirà come tradurre in nomine
regionali dei senatori le indicazioni operate dal corpo
elettorale.
Le soluzioni rabberciate e pasticciate non giovano alle istituzioni. Tale fu il
tatarellum (imposto dall’urgenza di disciplinare un’elezione che si voleva diretta dal
popolo, ma che popolare non
poteva essere per il testo costituzionale all’epoca vigente). Tale potrebbe essere, e
probabilmente sarà (si vedano le riflessioni di Domenico Cacopardo al riguardo,
apparse ieri su queste pagine), la futura legge quadro
per l’elezione dei senatori.
Dando un’occhiata, infatti,
a quanto successe nella legislatura regionale 1995-2000,
disciplinata appunto dal tatarellum, emergono chiari
i limiti di un’elezione che
voleva essere diretta senza
esserlo.
In Campania assunse la presidenza Antonio
Rastrelli (centro-destra),
che dovette dimettersi nel
’99 essendogli venuta meno
la maggioranza; lo sostituì
Andrea Losco (centro-sinistra). In Calabria il presidente Giuseppe Nisticò
(c-d) fu sostituito nel ’98 da
Giovan Battista Caligiuri
(c-d), cui successe l’anno dopo
Luigi Meduri (c-s), con cambio di maggioranza. In Molise
Marcello Veneziale (c-s) fu
scalzato da Michele Iorio (cd) nel ’98 e ritornò alla presidenza l’anno successivo.
Come si vede, la cosiddetta designazione
popolare non trovò puntua-
IL CORSIVO
Strani giri, mica balle anche se
’sti titoli si sono già sentiti
«Strani giri», sovrattitola, insinuante,
il giornale di famiglia. «Per un affare di
260mila euro, il padre di Renzi è nei guai».
Lasciamo stare il merito: la natura dei «guai»
e la fondatezza dell’«affare». Stiamo al titolo,
allo strillo di prima pagina. Non so a voi, ma
a me ricorda irresistibilmente titoli e strilli
analoghi col nome di Papi al posto del nome
di Renzi: Berlusconi trema per l’avviso di
garanzia, anche il fratello del Caimano è
sotto inchiesta, evasione fiscale di qua, gran
puttanaio di là, s’addensano le nubi giudiziarie anche sulle zie suore. «Strani giri»… mica
balle. Matteo Renzi, invece di fare tanto
il premier, spieghi un po’ gli strani giri di
li applicazioni, alla faccia
della «ratifica» di cui oggi
si favoleggia. Tanto per fare
un nome ancora sulla cresta
dell’onda, Pier Luigi Bersani, capolista del centro-sinistra alle regionali emilianoromagnole nel ’95, designato
quindi come presidente regionale, fu sì eletto presidente
dal consiglio regionale, ma
dopo un anno si dimise perché nominato ministro. Gli
papà. Non perda tempo con l’Art. 2, con le
promesse mancate e con quelle mantenute,
col consiglio dei ministri, ma spieghi al direttore del giornale di famiglia la storia dei
260mila euro. Visto che le colpe e persino gli
«strani giri» dei padri ricadono sui figli, può
darsi che ogni cosa, comprese le competenze, ricada e s’espanda per via genetica sui
parenti, sia diretti che collaterali. In questo
caso si potrebbe, per esempio, chiedere al bisnipote del biscugino di Einstein di spiegarci la teoria della relatività. Forse si potrebbe
addirittura chiedere allo zio del nipote del
triscugino d’Indro Montanelli di tornare
a dirigere il Giornale.
successe Antonio La Forgia
(c-s), che a sua volta, nel ’99,
fu sostituito da Vasco Errani (c-s).
Volete un esempio ancor più chiaro di quanto le
designazioni non vincolanti
e non legislativamente previste possano essere pretermesse? Non c’è da scartabellare annose cronache: basta
rifarsi alle ultime politiche.
Nel 2013 gli elettori aveva-
SEGUE DA PAGINA 3
Pensioni, lessibilità già nella
manovra. Una soluzione per esodati
Per quanto riguarda la flessibilità
delle pensioni, «il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di
stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza
pubblica». Lo ha detto il ministro dell’economia Pier
Carlo Padoan nel corso di
un’audizione alla Camera
svolta insieme al ministro
del lavoro Giuliano Poletti, spiegando che qualsiasi
intervento avrebbe un impatto sull’indebitamento.
«Ogni cambiamento» del
sistema pensionistico «va
attentamente valutato»,
a partire dall’impatto sui
conti. Al 10 settembre, ha
precisato Padoan, ci sono
state «121.500 tra certifi cazioni accolte (116 mila)
e giacenze» e «83.400 le pensioni liquidate». Padoan ha ricordato che
le prime sei salvaguardie riguardano oltre «170.230 soggetti» e sono
stati «stanziati circa 11,7 miliardi».
Il ministro ha sottolineato che è un
«numero parziale in continua crescita perché perché possono decorrere
negli anni successivi». Il ministro del
lavoro Poletti ha poi sottolineato che
si troverà nella legge di stabilità la
soluzione definitiva sulla questione
degli esodati. Poletti ha quindi messo
in evidenza come «verranno verificate
le due salvaguardie ancora non chiuse e considerati i tempi per la piena
no schede con indicati i capi
delle coalizioni, potenziali futuri presidenti del Consiglio
secondo l’estrosa inventiva
dei redattori del porcellum
(ma una norma non c’era). Si
leggevano i nomi di Pier Luigi Bersani, Beppe Grillo e
Silvio Berlusconi. A palazzo Chigi andò Enrico Letta.
E quando Letta se ne andò,
arrivò Matteo Renzi.
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PILLOLE
utilizzabilità delle risorse. Sarà possibile recuperare i risparmi e definire le
caratteristiche di un ulteriore intervento che avrà l’obiettivo di risolvere
degli ultimi anni, dopo quello del 2006,
quando morirono in 364 durante il rito
del lancio di pietre. Non sono ancora
chiare le cause che hanno provocato
la calca nell’area, dove sono
state realizzate importanti
infrastrutture per rendere
più facile il movimento del
fedeli.
Il papa al congresso Usa:
no a pena di morte
Vignetta di Claudio Cadei
in modo definitivo questo problema»,
ha concluso.
Tragedia a Mina, nei pressi della
Mecca: muoiono oltre 700 pellegrini
ragedia a Mina, nei pressi della MAlmeno 717 pellegrini sono rimasti uccisi e oltre 800 feriti nella calca a Mina,
città santa a 5 km dalla Mecca, nel primo giorno di Eid al-Adha, la Festa del
Sacrificio. Due milioni di fedeli sono
da giorni in Arabia Saudita per l’Hajj,
il pellegrinaggio rituale alla Mecca e
considerato il più vasto raduno al mondo. Si tratta del più grave incidente
Papa Francesco ha chiesto al Congresso Usa di
«abolire la pena di morte
a livello globale», «fermare
il commercio delle armi» e
«basta minacce a matrimonio e famiglia». Questi alcuni passaggi cruciali del
suo intervento. Bergoglio
è stato il primo Pontefice
della storia a parlare a Capitol Hill.Deputati e senatori hanno accolto con una standing
ovation il Pontefice appena entrato
nell’aula. Il Papa prima di salire sul
palco, ha stretto la mano al segretario
di stato, John Kerry. In prima fila
con Kerry, tra gli altri, il vicepresidente Usa Joe Biden, l’intero gabinetto del presidente Barack Obama,
i giudici della Corte Suprema, il segretario al tesoro Jacob Lew. Alla
Casa Bianca Papa Francesco era stato
accolto da Barack Obama con queste
parole: «Grazie per il grande dono
della speranza. Un grazie «non solo
per il ruolo, ma per le qualità uniche
come persona».
di Pierre de Nolac
Papa Francesco:
«Martin Luther King
ci ispira».
E Nelson Mandela?
***
Furlan: «Il governo
non faccia il gioco
delle tre carte».
Meglio quello
dei tre sindacati.
***
Boeri: «Per le donne,
flessibilità
in base all'età».
Parla di yoga o di pensioni?
***
«Pensioni,
misure in manovra».
Attenti all'incidente.
***
Auto truccate
anche in Europa.
La tecnica
della profumiera.
***
Marino in volo verso
gli Usa soccorre
due passeggeri.
Lo avevano visto?
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Settembr 2015
PRIMO PIANO
5
Sondaggio Lorien Consulting – Gli italiani sono olimpicamente disinteressati all’argomento
Senato, tutti si fanno un baffo
L’82% interessato agli immigrati e il 4% alla riforma
DI
G
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Ecco come gli italiani accolgono
la riforma del senato
FRANCO ADRIANO
li italiani ci capirebbero qualcosa se si
trattasse dell’abolizione del Senato, ma
sul dibattito in corso proprio
non ci capiscono un’acca, né
appaiono interessati ad approfondire l’argomento. Il
dato emerge dall’ultima indagine Lorien del 21 settembre
2015. La questione che interessa veramente gli italiani
in questo momento è quella
relativa all’immigrazione e
ai profughi. «Ciò nonostante
il Parlamento, evidentemente sempre più lontano dal comune sentire dei cittadini»,
spiega il direttore Lorien,
Antonio Valente, «stia discutendo animatamente sulla
montagna di emendamenti riguardanti la riforma costituzionale». Dunque, da un lato
c’è il dibattito della ristretta
cerchia degli addetti ai lavori
e dall’altra l’interesse generale: solo il 4% degli italiani cita
la riforma del bicameralismo
perfetto tra le notizie della
settimana.
Un ordine del giorno
invertito tra quello che vorrebbero i cittadini e le priorità
del Palazzo? Non del tutto. Infatti, quando si arriva a discutere nel merito della riforma
gli italiani dimostrano di aver
5/7,2.323 82* 5/-351* /14357*27,! 1* 0* 1*../35 4*57, 6323 4,5 0;*+30/9/32, 737*0,"
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captato la questione in ballo;
il 75% «ne ha sentito parlare»; il 30% dichiara «di averla
capita»; il 5% l’avrebbe compresa «molto bene». Quasi un
italiano su due (44%) la ritiene una riforma «importante»
(tuttavia solo il 14% la ritiene
«molto importante»). Quindi
si dimostra che gli italiani
non sono indifferenti alla
questione, ma piuttosto non
riescono a seguire le contese
politiche comprendendo che si
plicemente l’abolizione totale del Senato e non una sua
difficile e complessa riforma.
Oltre a coloro che non si esprimono in merito, restano solo
un 20% di favorevoli ad un
Senato con poteri consultivi e
ridotto a rappresentanza delle
amministrazioni regionali oppure un 14% di italiani per un
Senato elettivo, pur con poteri
differenti (e ridotti) rispetto
da quelli della Camera, come
per esempio la facoltà di votare la fiducia al governo.
CFK
DBK
FGK
tratta di una lotta per metmet
tere un’ipoteca sulle future
poltrone.
A questo punto appare
ancora più evidente come la
maggioranza degli italiani
(45%) chieda molto più sem-
NOTA METODOLOGICA
• Istituto: Lorien Consulting – Public Affairs
• Criteri seguiti per la formazione
del campione: sondaggio realizzato su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana di 500 cittadini
(media mobile a 1.000 casi)
• Metodo di raccolta delle informazioni: interviste CATI ad un campione rappresentativo per sesso,
età e area di residenza
• Numero delle persone interpellate ed universo di riferimento:
Campione di 500 cittadini strutturati per sesso ed età (campione cumulato in media mobile
con la precedente rilevazione di
1.000 casi)
• Data in cui è stato realizzato il
sondaggio: 19-20 Settembre
2015
• Metodo di elaborazione: SPSS –
Intervallo di conidenza 95%
IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI
Visto che tutti vogliono facilitare lo scioglimento del matrimonio
perché non lo aboliscono? Così si evita una buffonata stile Senato
DI
C
RICCARDO RUGGERI
ome Àpota non dovrei stupirmi di nulla, eppure ogni
volta ci ricado. Per il mio
mestiere di analista, avevo
usato il periodo agostano per prepararmi una serie di semilavorati
per i Camei del prossimo
autunno. La tecnica del
semilavorato l’ho mutuata dai Ceo dei business
dell’alimentazione, insieme a quelli di internet, i
più birbanti. A proposito,
avete notato? Quattro gatti di contadini padani, però
con gli attributi, si piazzano al Brennero, si disinteressano dei migranti
siriani che marciano verso
la Germania, controllano
invece i Tir tedeschi incolonnati col passo dell’oca
verso Italia (cosa che dovrebbero fare ogni giorno,
e a tappeto i Nas, d’intesa con la Magistratura) e scoprono
schifezze e illegalità di ogni genere.
Mentre tutti ci genuflettiamo verso
la nuova Germania compassionevole, cosa ti combinano i loro loschi
Ceo, d’intesa con alcuni nostri loschi
imprenditori? Ti rifilano, per fare un
esempio, dei semilavorati del latte
per prodotti-schifezza che poi porteranno sull’etichetta made in Italy. Lo
confesso, provo ribrezzo nel pensare
a una cagliata tedesca, partita dalla
Renania-Westfalia (controllata con
tecnologia VW?) che arriva in Puglia
(sic!) e si trasforma, come fosse un
Vignetta di Claudio Cadei
incantesimo di Harry Potter, in una
pimpante burrata Igp. In che epoca
magica ho la fortuna di vivere!
Ripeto, vivevo tranquillo con
i miei Camei semilavorati, pronto per il loro successivo finissaggio
(termine metalmeccanico, non gior-
nalistico), quando Merkel prima,
Cameron-Hollande nel durante,
Bergoglio poi, rendono i miei prodotti scaduti.
Merkel ha il colpo di genio di sostituire al termine «migrante», quello
di «siriano» poi, visto che sono troppi, fa loro lo «sgambetto ungherese»,
ritorna a Dublino 2 che
aveva cancellato, di più,
blocca Schengen. Grazie
a ciò, abbiamo capito che
non era uno statista ma
una furbacchiona come gli
altri suoi colleghi. E quel
birbante di Orbán, che
l’aveva capita prima di noi,
ha avuto l’idea di utilizzare Uber e i suoi driver per
inviare i siriani in Germania, via Austria.
Il duo Cameron-Hollande, spiazzato dalla
diabolica Cancelliera, non
restava che buttarsi nei
bombardamenti contro
l’Isis, intendiamoci atto innocuo come risultati (è come dare il
verderame alla vigna) ma di grande
impatto mediatico sui gonzi eunuchi
nostrani. Ora che faranno?
Poi c’è Bergoglio. Indossa i
nuovi occhiali, guarda la Sacra
Rota, la trova vecchia, la evira. I
laici sono presi in contropiede. Avevano cominciato nel ’58 chiudendo
le case già chiuse (geniale), poi nel
’70 con enorme fatica avevano partorito prima il divorzio, poi l’aborto
free, affrontato temi genetici di alta
tecnicalità (ho imparato nomi sconosciuti, come gamete, eterologa,
embrioni congelati, viaggianti e no,
zigoti), il tutto pareva ormai a portata di mano. E che ti fa Bergoglio?
Rende più facile, e a costo zero, lo
scioglimento del matrimonio, quello
che sta in cima all’intero edificio politico culturale della società civile.
Se elimini il matrimonio tutto
il castello crolla, anni di battaglie
per i diritti buttati. Visto che i laici
e i religiosi (non mi permetto di dire
Chiesa) vogliono facilitare lo scioglimento del matrimonio, perché non
abolirlo? Così si evita che diventi
una buffonata stile Senato. Se non
vogliono farlo, per non toccare la
Costituzione più bella del mondo,
usino almeno la soluzione Jobs Act
style «matrimonio a tutele crescenti», però senza art. 18.
Devo ammetterlo, questa non
solo è un’epoca magica, ma pure divertente. Prosit.
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6
Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
Laura Cesaretti - Che con i suoi mega emendamenti costringe Grasso a usare la ghigliottina
Renzi può ringraziare Calderoli
E l’intesa con Bersani sull’art. 2 lo mette in sicurezza
te, le slide, le chiacchiere?
R. Sì è quello che nel nostro
ambiente si dice da tempo ma
ronista parlamentare
poi, se lei va a fare un articodi lungo corso, avenlo e prende provvedimento per
do lavorato a lungo
provvedimento, vedrà che tuta Radio Radicale, al
te le cose promesse, Renzi le
Foglio, prima di approdare
ha fatte. Magari con qualche
al Giornale, nel 2001, Laura
compromesso, magari pasticCesaretti, romana, 52 anni,
ciando, ma le ha fatte. E queè una indiscussa twitstar, ossto, agli occhi degli osservatori
sia una stella di Twitter, nel
internazionali, conta.
giornalismo politico nazionale.
D. Quindi la minoranza
E non solo per i suoi 4mila e
Pd rientra all’ovile?
passa followers, ma per l’acuR. Secondo me c’è una reme, l’ironia e l’asprezza che
sipiscenza: hanno preso atto
dispensa sui 140 caratteri
che la Ditta non c’è più e Renzi
del socialnetwork, dove non
ha trasformato il Pd che, negli
risparmia nessuno: famoso
Laura Cesaretti
intendimenti di chi l’ha fondaun suo alterco con il rapper
Fedez, sulle distruzioni dei tnam e forse non è stata dice, abbia un rapporto civile to, doveva salvaguardare il Pci
neppure una Grenada.
con Renzi.
nelle sue varie trasformazioni.
NoExpo a Milano.
R. È così, direi che, poverini,
D. S’era parlato anche Per questo verso Renzi c’era
Domanda: Cesaretti,
dunque Renzi ha convinto si sono arresi senza condizio- di un suo incarico nel go- un’avversione antropologia.
Ed era allucinante: contro
la sinistra interna e ha vin- ni. D’altra parte s’erano mesi verno.
R. È vero, notando come il nessun leader moderno, che
to la partita
in una posidel Senato.
zzione, come premier tenga ancora per se la io ricordi, s’era scatenata
La minoranza dem si
dire, «lose- delega agli Affari regionali. Si un’opposizione interna così
O nelle pied
lose», anziché era anche detto, peraltro, che violenta.
ghe regolalo
è arresa senza condi«win-win», in Errani potesse rientrare con
D. Ci stanno ripensando,
mentari, il
«w
zioni. I suoi esponencui perdeva- un ruolo nel partito.
lei dice?
premier pocu
ti si sono resi conto
no tutti cioè.
D. Anche Gianni CuperR. Forse sì. Forse stanno catrebbe aspetn
che, con questa legge
tarsi qualche
E poi le argo- lo, in questa occasione, pendo che, avendo trovato un
elettorale,
non
c’è
mentazioni pare che si sia speso molto leader forte, popolare, capace
trappolone?
m
più spazio politico
erano debo- a ricucire.
di comunicazione, gli conviene
Risposta.
e
lissime: non
R. Renzi l’ha ringraziato tenerselo.
Beh, intanto,
li
alla sinistra del Pd
c’è nel mondo pubblicamente, durante l’ultiD. In effetti contro di lui
su questa vic’
se non uno spazio
una seconda ma direzione del Pd, per le sue s’è scatenato il finimondo.
cenda, mi lasci
u
residuale, di pura
dire che il Pd
ccamera che parole equilibrate. E Bersani Senta, lei però segue Rentestimonianza. E
zi e il renzismo da molto.
dovrebbe fare
sia
si espressio- gli ha tolto il saluto.
nessuno, in politica,
D. Perché la sinistra Pd Tanti sostenitori della
un monumenne
n degli enti
si vuole suicidare,
prima ora, molti che lo
to all’ottimo
territoriali
e ha mollato il colpo?
te
R. Perché si è resa conto che blandirono, intellettuali,
Calderoli.
che
ch sia elettialla fine. Sono tutti
Renzi
è
tornato
in
una
posizioaccademici e editorialisti,
D. Come un
va.
Senza
div
cresciuti nel partito
adesso sono divenuti molmonumenmenticare
poi ne di forza...
m
e
quindi
non
potevaD. Dopo le
to
to? Ma il suo
che,
ch per due
t critici.
no
portare
lo
scontro
R. Vogliaalgoritmo
letture,
non ambasce di
le
fi
no
a
rischiare
di
È
stato
decisivo,
per
mo
«generatore
se n’erano ac- maggio, con
m dire una
spaccarlo
cosa?
di emendacorti:
si erano le regionali,
co
c
la resa dei bersaniae di giugno,
D. Diciamenti» non
distratti.
d
ni, un intervento promola.
è una miD.
E r a coi ballotm
prio da parte dei pd
R. Una sacnaccia?
una battaglia politica, taggi persi
emiliani con Vasco
in alcuni coco
R. Faccia un passo indietro. chiara...
c di filorenErrani
(ex
presidente
zisti
di alto
L’ex ministro leghista aveva
R. Massì, era netto il ten- muni, Renzi
z
della Regione Emilia
profi
lo, come
fatto un favore a Renzi già in tativo di logorare Renzi per ha risalito la
p
quelli
che lei
commissione Affari costituzio- riprendersi la Ditta. È stato china. Come
q
Romagna) che ha
richiamava,
nali al Senato, ricorda? Quan- così sin dal primo giorno di ha fatto, lei
r
fatto da gran mediache lo segue
sono
ora iperdo aveva presentato una mon- governo.
s
tore. Anche Gianni
spesso per il
critici
perché
tagna di emendamenti, meno
D. Scissioni in vista?
c
Cuperlo
si
è
speso
lui,
Renzi,
degli attuali, certo, ma pur
R. Con questa legge eletto- suo giornal
molto per promuoche
sempre un buon numero, tale rale non c’è spazio politico a le?
c prima rivere una ricucitura.
R. Renzi ha
spondeva
al
che il Pd aveva avuto buon gio- sinistra del Pd, se non resis
telefono
o agli
co a dire che si doveva andare duale, della testimonianza. E r e c u p e r a t o
t
Non a caso poprio
sms,
poi non
in aula. E lì, come sa, c’erano i nessuno si vuol suicidare, alla terreno, è vero.
s
Renzi lo ha ringrase
cerberi della minoranza dem, fine. Senza dimenticare che c’è È un uomo
s li è filati di
ziato
pubblicamente
pezza.
Pene il governo sarebbe certamen- un problema di formazione di fortunato: ci
p
nell’ultima direzione
savano
che
te andato sotto.
questa classe dirigente ex- sono alcune
s
Pd e Bersani gli ha
circostanze,
valorizzasse
D. Già, ma ora in aula, comunista.
v
tolto il saluto
in parte inditutti
e quindi
con 85 milioni di emendaD. Vale a dire?
t
la
menti, «cambiando pere
R. Sono cresciuti nel parti- pendenti dall delusione è
cocente.
con mele» come ha detto to, spaccarlo non potrebbero. la sua volontà,
c
D. Però anche
lo stesso Calderoli?
Anzi, si dice che sia stato de- come l’inizio di ripresa econoanch un po’ di
R. Appunto ora il presidente cisivo un intervento proprio mica, che hanno fatto tornare base leopoldina mi pare
meno smagliante di un
Pietro Grasso sarà obbligato degli emiliani con Vasco Er- il sereno.
D. Quelli indipendenti le tempo. Certe contraddiad applicare criteri molto re- rani che ha fatto da grande
sappiamo: rapporto euro- zioni hanno pesato?
strittivi e poi, essendoci l’ac- mediatore.
R. È normale che, quando
cordo coi bersaniani sull’arD. Errani era d’altra dollaro, costo del petrolio,
ticolo 2, che verrà modificato parte quello che teneva i quantitative easing della uno governa, cambi necessasuccessivamente con legge or- rapporti con Renzi, unico, Bce. Ma quelle dipenden- riamente il metodo di lavoro, debba fare compromessi,
dinaria, in modo che i senatori dopo le primarie del 2012, ti?
R. All’estero l’Italia viene mischiarsi con persone che
vengano eletti sì dai consigli quelle vinte da Bersani.
regionali ma nel rispetto della Quando si temeva che l’al- vista in modo diverso, si guar- magari, prima, non avrebbe
volontà degli elettori, ci sono lora sindaco di Firenze se da al suo esecutivo come a un pensato. E poi il carattere
anche i numeri.
ne andasse.
governo decisionista. E poi, at- non aiuta Renzi a farsi amici,
D. La sinistra Pd aveva
R. Errani è uno che ragiona, tento bene, fa quello che dice. diciamo.
D. Non ama troppo blanpromesso a Renzi un Vie- non ha tentazione suicide e, si
D. Ma come? L’annunciDI
GOFFREDO PISTELLI
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C
dire le persone.
R. Appunto, diciamo che,
come politico, ragiona in termini di convenienza, di quello
che gli è necessario, e può essere anche brutale. Detto questo, non vedo cambiamenti di
pelle in lui.
D. Ora che farà? Percorre
tutta questa legislatura o
andrà al voto, dando prima
un ritocchino all’Italicum
per evitare che il M5s sia
a tiro di vittoria al ballottaggio?
R. Secondo questa cosa
della modifica dell’Italicum,
che sento dire, non ha molto
senso.
D. E perché?
R. Perché Renzi si taglierebbe gli ammennicoli da solo,
mi scusi.
D. Spieghiamolo.
R. Si dice che possa ripristinare il premio alla coalizione
e non alla lista, come la legge
stabilisce. Ma con chi si deve
alleare il Pd? Con il Ncd? Ma
se metà degli alfaniani entreranno dentro. E la minoranza
dem, con questa formulazione
delle legge elettorale, non sarà
tentata da scissioni. Secondo
me Renzi completerà la legislatura. Anche perché pure gli
altri non hanno tutta questa
voglia di urne.
D. Vabbé, Forza Italia
perché scende continuamente nei sondaggi: ieri
un gruppetto consistente
s’è accasato da Denis Verdini...
R. Ma neppure il M5s. Forse Beppe Grillo sì, ma non i
tre quarti dei suoi, che hanno
capito di non avere alcuna
certezza di rielezione, non ci
pensano proprio.
D. Chi non ha approfittato di questa finestra di
debolezza di Renzi, durata
almeno quattro mesi?
R. Forza Italia aveva cercato, intelligentemente, un
accordo col Nazareno, ma è
prevalsa la linea dello scontro
e mi pare che gli spazi politici
si siano ridotti.
D. Matteo Salvini?
R. Salvini ha cercato di
fare la copia speculare di Renzi, quella del giovane leader di
destra, decisionista, ma senza
averne la stoffa. Se n’è reso
conto lui stesso, tant’è vero
che cerca di venire a patti con
Silvio Berlusconi.
D. Dei grillini abbiamo
detto.
R. Sì, ma aggiungiamo che
sono molto bravi a capitalizzare le disgrazie. Se cioè succedono cose nefande, riescono
a lucrare politicamente sulla
rabbia e sulla sua rappresentazione. Se il governo funziona
e l’economia riprende, non gli
resta nulla perché, se li osserva in parlamento, vede che
non sono capaci di portare a
casa mai alcun risultato.
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Venerdì 25 Settembre
Settembr 2015
PRIMO PIANO
7
Dal fondatore a Livorno del Pci che poi si unì a Mussolini a Salò e venne fucilato con lui
Sindrome Bombacci di De Girolamo
Ha abbandonato Alfano per correre in soccorso del Cav
DI
DOMENICO CACOPARDO
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S
i chiama sindrome di
Bombacci e, un tempo, era letale. Oggi
ha solo effetti escludenti, di marginalizzazione. E ha colpito seriamente Nunzia De Girolamo.
Spieghiamo di che si tratta.
Nicolino Bombacci, rivoluzionario italiano, fondatore, a Livorno, del Pci, si
avvicinò a Mussolini negli
ultimi giorni di Salò, quando tutto era ormai perduto.
Catturato dai partigiani
mentre, nella colonna del
duce, cercava di riparare in
Svizzera, venne fucilato a
Dongo il 28 aprile 1945.
Nunzia De Girolamo,
fondatrice del Ncd, e
quindi transfuga berlusconiana, dopo un’avventura governativa (ministra
dell’agricoltura) e una spiacevole avventura campana
(citata in una conversazione tra due –altre- persone
e mai colpita da avviso di
garanzia) che la costrinse
alle dimissioni, è rimasta
parcheggiata per oltre un
anno nel gruppo parlamentare, dando costanti
segni di insofferenza. Moglie di Francesco Boccia,
un bocconiano passato alla
politica, deputato lettiano
e, quindi, in stand-by, in
questi giorni ha abbondonato le esigue (ma preziose per il governo) schiere
di Angelino Alfano per
tornare in Forza Italia. Insomma, è corsa in soccorso
dello sconfitto che non ha
alcuna chanche di ripresa.
L’insofferenza della De Girolamo non è isolata e ha
colpito anche quel gentiluomo di Gaetano Quagliariello che, però, per ora
non ha cambiato campo.
Il motivo è semplice:
dalla costituzione del
governo Renzi, il Nuovo
centro-destra ha perso due
ministri: Lupi e, appunto,
la De Girolamo. Il rimpasto con la sostituzione di
almeno uno dei due doveva
essere varato prima delle
ferie e il nome più ricorrente era proprio quello di
Quagliariello, protagonista,
tra l’altro, del processo di
definizione della riforma
istituzionale. Non se n’è
fatto nulla: il rimpasto è
rimasto per aria come una
carota fatta balenare al
cavallo di turno. In proposito, mi è venuto in mente
cosa si diceva negli anni
’70. L’ordine di scuderia
dei vertici democristiani a
parlamentari e altri quadri
di partito era: Promettere
sempre, mantenere mai.
Il vantaggio di questo
sistema è che coloro che
sono in attesa del mantenimento d’una promessa, ri-
mangono coperti e allineati,
pronti sempre a eseguire
la volontà del promettente. Insomma, secondo me,
Renzi s’è fatto questo ragionamento: ho tre posti da
ministro liberi (ai due di cui
sopra occorre aggiungere la
non-rimpianta Lanzetta,
un errore di gioventù) finché non li copro, le decine di
aspiranti non si muoveranno. Anzi saranno tra i più
obbedienti del part terre.
La De Girolamo, alla fine,
s’è stufata e ha defezionato.
Anche se le sembra di avere trovato le braccia aperte
nel gruppo parlamentare
di Forza Italia, non è così.
La situazione è quella di
una famiglia povera senza soldi per mangiare: se
si aggiunge un’altra bocca,
il cibo disponibile (la can-
didatura certa) si riduce
ulteriormente.
Già, la bella ex ministra,
intruppata in un compagnia
di sconfitti senza speranze,
partecipa della dissoluzione
di Forza Italia. Una seria
grave perdita per la democrazia della terza Repubblica, il
cui disegno sta chiaramente
emergendo dal complesso
di leggi approvate e in approvazione. Se Berlusconi
ha il merito storico di avere
impedito alla gioiosa macchina da guerra di Occhetto di
vincere, trasformando l’Italia in una specie di Iran di
ayatollah, oggi ha il torto di
non avere affrontato il problema della costruzione di un
polo conservatore e moderato, conferendogli una guida
convincente. Certo, si capisce: l’anziano tycoon teme di
uscire totalmente dal gioco
se promuove l’investitura di
un’altra personalità, giovane
e attraente, alla testa dello
schieramento che, a suo tempo, aveva messo in piedi.
In realtà, dal gioco è
già uscito. E, se una sparuta pattuglia (l’ultima raffica
di Arcore, si potrebbe dire),
afflitta, anch’essa, dalla sindrome di non riconoscere e
accettare i dati della realtà,
non fingesse di idolatrarlo
ancora, quel poco di appeal
che riesce a esprimere si trasformerebbe in una damnatio da tragedia greca. Anche
i magistrati hanno smesso di
seguirlo, tanto che il grave
scandalo denominato Rubygate è terminato con un’assoluzione. Rimane in piedi
il processo per le Olgettine,
e ha il senso di una pistola
carica ma non puntata che
rimane nella capiente tasca
della procura della Repubblica di Milano.
Iddio acceca chi vuol
perdere. Non c’è rimedio
a quest’antica constatazione. Prima o dopo, a causa
di Marchini, di Cattaneo
o di qualche altro, il vuoto
di direzione politica e di
potere nel centro-destra
sarà colmato con efficacia
e la dialettica democratica
riprenderà il suo corso. A
meno che. A meno che Matteo Renzi non faccia il partito della nazione e occupi
stabilmente tutto il campo,
regalando la funzione di
gracidante opposizione di
sua maestà al Movimento 5
Stelle, sempre più gracidante, sempre meno efficace.
www.cacopardo.it
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI
Infatti solo il 5%, tanto per gradire,
dichiara di essere riuscito a capire la
proposta del governo e il 45% preferirebbe che il senato venisse semplicemente abolito.
Sbagliano gli italiani che, al contrario dei politici, ritengono che il
problema dei migranti sia di gran
lunga il più importante? Anche perché esso non è risolvibile con dei pannicelli caldi o gettando l’acqua non
gradita nell’appartamento del vicino?
Non sbagliano certo. Anzi, hanno tutte le ragioni. Al momento infatti i
detonatori occasionali che hanno fatto esplodere il problema sono la guerra in Siria e in Iraq e la destabilizzazione della Libia a seguito del deprecabile intervento di Usa, Francia e
Uk per eliminare Gheddafi. Ma il problema non è occasionale bensì strutturale e anche esponenzialmente
cronico. E quindi non lo si risolve con
una politica di barconi o di centri di
accoglienza. Credere che questi interventi possano essere risolutivi è come
pensare di poter debellare il cancro
con l’uso dell’Aspirina.
Per capire come stanno realmente le cose è bene tener presente alcuni dati, molto semplici ma anche molto significativi. Nel 2013, in Europa,
vivevano 523 milioni di persone. Le
previsioni danno, nel 2025, una popolazione di 530 milioni di persone. La
popolazione europea quindi, nel prossimo decennio, sarà praticamente
stabile, con una crescita dell’1,43%.
Cioè una crescita piatta, inesistente.
Se invece si va a vedere l’evoluzione
demografica prevista per il continente africano si scopre che nel 2013 nel
Continente nero viveva 1 miliardo e
100 milioni di africani. La popolazione prevista, nella stessa area, nel
2025, cioè fra soli dieci anni, un soffio
di tempo da oggi, sarà pari a 1 miliardo e 466 milioni di africani. Il problema, drammatico, è tutto in queste due
percentuali: nei prossimi dieci anni
infatti, mentre la popolazione europea
crescerà dell’1,43%, quella africana
crescerà dal 24,4%. Non solo, la prima, quella europea, sarà in gran parte composta da gente matura o vecchia, sostanzialmente rassegnata,
mentre quella africana sarà composta
soprattutto da giovani, nel pieno delle forze, non rassegnati e disposti a
tutto pur di migliorare le loro inaccettabili condizioni di vita se non altro
se queste sono paragonate con il
benessere europeo che essi vedono
ogni giorno riflesso negli schermi televisivi che fanno sorgere questo interrogativo: perché loro sì e noi no?
Il problema quindi è culturale e
tutt’altro che facile da risolvere. Perché le bocche non crescano più delle
risorse disponibili, sono possibili solo
due interventi. Il primo è un vigoroso
sviluppo economico che è, già di per
sé, il più efficace anticoncezionale che
sia mai esistito. Infatti man mano che
aumenta il pil (in qualsiasi paese del
mondo), specialmente quando il pil è
molto basso, diminuisce naturalmente e invevitabilmente il tasso di natalità. Ma lo sviluppo economico è più
facile da invocare che da realizzare.
Il secondo intervento è un brutale
controllo delle nascite, del tipo, è inutile nascondercelo, di quello attuato
dai cinesi con la politica del figlio unico, che è stato il principale e inevitabile ingrediente del boom economico
cinese perché ha prima interrotto e poi
invertito il trend dell’aumento della
popolazione e della connessa diminuzione del potere d’acquisto pro capite
dei cinesi. Questa seconda possibilità,
la politica del figlio unico (che è possibile ma anche brutale, per i nostri
schemi esistenziali, perché bisogna
coartare i comportamenti individuali,
sovvertendo i convincimenti più profondi dei cittadini) la politica del figlio
unico, dicevo, è stata possibile solo in
un paese dittatoriale e su una popolazione, quella cinese, che da cinquemila
anni viene dominata dalle varie e
onnipotenti caste che non sono solo
quelle marxiste della seconda metà del
secolo scorso.
Se non si riesce a innescare in
Africa uno sviluppo economico
costantemente impetuoso (l’operazione, lo dico subito, è altamente improbabile) e non si vuole (o non si può)
realizzare una ferrea politica di controllo delle nascite imposta da un
sistema politico inevitabilmente
liberticida, l’alternativa sarà solo
l’africanizzazione dell’Europa. Non ci
sarà quindi solo una emigrazione
massiccia, come quella alla quale
stiamo assistendo, ma si rischierà il
soffocamento dell’Europa come l’abbiamo sinora conosciuta, con conflitti tribali di proporzioni difficilmente
immaginabili e con effetti socialmente devastanti.
L’ondata di piena dell’emigrazione dall’Africa, se il fenomeno della
sua crescita demografica non sarà
diminuito nella sua portata da tracimazione, raggiungerà il suo picco fra
15 anni. Bisognerebbe quindi studiare attentamente, e fin da ora, questo
fenomeno, con il ciglio asciutto e in
tutte le sue componenti. Purtroppo,
nell’ultimo anno, la politica italiana
è rimasta bloccata dalla rissa fra Bersani e Renzi mentre anche tutti gli
altri i paesi europei fischiettavano,
pensando ad altro e sperando che i
problemi dell’immigrazione si risolvessero da soli oppure a carico (o a
danno) solo dell’Italia, della Grecia e
della Turchia. Quest’ultimo paese,
anche se nessuno lo dice, accoglie
(come può) ben un milione e 600 mila
migranti mentre nelle capitali europee fioriscono, mogherinianamente, i
summit inconcludenti, tenuti solo per
apparire nei tg della sera, tutti sorridenti e felici come delle Pasque. Ma
de ché? direbbero a Roma.
Pierluigi Magnaschi
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8
Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
Sono questi i soli tre divieti che valgono attualmente. L’imperativo è mantenersi in forma
Essere grassi, brutti o vecchi
La spesa per la salute va collocata in questo quadro
DI
GIANFRANCO MORRA
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I
l duello è stato annunciato.
Da un lato il governo con
il ministro della Salute,
dall’altra il sindacato dei
medici. Il conflitto non è da
poco. Nell’operazione di spending review della sanità occorre
ridurre gli sprechi delle analisi
diagnostiche. E nessuno può
negare che ce ne siano tanti.
Non sono pochi i medici che
eccedono: fare molte analisi significa avere elementi sicuri su
cui imbastire la cura; e anche
tutelarsi da eventuali errori e,
di conseguenza, da denunce.
Fare il medico era più facile nel passato. La sua autorità raramente veniva discussa.
Si accettavano le sue decisioni
e anche i suoi errori: «L’operazione è andata bene, purtroppo il paziente è morto». Oggi il
paziente ha perso la pazienza e
le denunce da parte dei malati,
dei loro parenti e anche di enti
associativi sono abituali, tanto
che i medici hanno dovuto tutelarsi con costose polizze di assicurazioni (anche 25.000 euro
l’anno). Nonostante il 97% delle
denunce si siano rivelate senza
alcun fondamento. Non sarà facile risolvere il conflitto. Anche
perché le due parti hanno entrambe le loro ragioni. Spetta
solo al medico la prescrizione
utile per la salute del malato.
Ma gli abusi e la conseguente
spesa ormai insostenibile per
il Servizio sanitario non sono
certo cosa da poco: secondo la
Lorenzin 13 miliardi ogni
anno. Oggi tutti i paesi europei
cercano di ridurre la spesa sanitaria, alcuni hanno un elenco di
prestazioni che oltre una certa
età non si possono prescrivere.
La modernità è stata una
vittoria sulle malattie e si
è conclusa con l’introduzione
del servizio sanitario nazionale, una delle più importanti
costruzioni del Welfare State:
estendere anche alle under
class quei vantaggi, che, una
volta, potevano pagarsi solo le
upper class. Nella cura dei mali
proclamati, ma anche nella
loro prevenzione. Con analisi
che i progressi della medicina
rendono sempre più sicuri e
purtroppo sempre più costosi.
L’ospedale non è solo una casa
di cura, ma, forse ancor più, un
luogo di prevenzione.
Contemporaneamente
cambiava il rapporto del
cittadino col suo corpo. Semplificando i termini del problema:
nel corpo l’uomo moderno cercava la «salute» (health), oggi vi
cerca lo «star bene» (fitness). La
salute era definita da qualità
precise (forza, resistenza, equilibrio, lucidità, dominio di sé),
la cui mancanza produceva la
malattia. Il nostro rinascimento
lo aveva definito come armonia
e moderazione. Il modello, imposto agli studenti, ai lavoratori
della fabbrica o ai soldati della
leva, era una vita sobria, un corpo che risparmiava ed escludeva ogni eccesso, soprattutto nei
cibi e nelle bevande.
Nell’epoca che segue la
modernità il corpo diviene «il
più bell’oggetto di consumo»
(Baudrillard). Il suo modello
libertario è emerso, alla fine
del ventennio del benessere
(1945-65), negli anni della contestazione antropologica. L’uomo non «è» più il suo corpo, ma
«ha» il suo corpo, se ne serve
come strumento di consumo
e di esperienze sempre nuove
e sempre più stimolanti. Un
corpo che deve essere pronto e
sensibile, in grado di impadronirsi dei piaceri, soprattutto
gastronomici e sessuali. Una
performance fisica, che sappia
evitare le tre uniche cose proibite nella nostra società: essere
grassi, brutti e vecchi.
Il corpo va tenuto sempre
«in forma», con interventi e
cure presto superate e, pertanto, sempre nuove e più costose
(palestra, sport, diete, massaggi, saune, chirurgia estetica,
stimolanti fisici e sessuali).
È nata l’ossessione del corpo
sano e prestante. E del servizio
sanitario che non deve soltanto
conservare e allungare la vita,
ma potenziarne le qualità.
Un corpo, dunque, distinto dall’uomo, che, divenuto «collezionista di piaceri»,
di esso si serve con un calcolo
razionale di efficienza e di utilizzazione degli istinti, come di
una sua proprietà privata, che
occorre continuamente curare
e restaurare per fini edonistici,
accompagnato sempre da ansie
e delusioni. L’atteggiamento
narcisista dell’uomo postmoderno si traduce in una «medicalizzazione del consumo»
(Lipovetsky), ossia nell’aumento continuo delle spese
per la salute, non solo quelle
curative, ma ancor più quelle preventive e preparatorie
(consultazioni, analisi, terapie,
controlli): un iperconsumo medico ormai insopportabile per i
bilanci pubblici.
Un iperconsumo sollecitato dalle tendenze dell’uomo
attuale, che guarda soprattutto
a se stesso, ma vuole ancora essere cullato dallo Stato materno; un eccesso al quale non di
rado gli operatori sanitari contribuiscono. Il richiamo della
ministra Lorenzin è giusto e
opportuno. Anche perché le 208
prescrizioni elencate nel decreto da lei proposto sono da limitare. La prossima settimana
sarà discusso dalla Conferenza
Stato-Regioni. Si tratta però di
una decisione di tale specificità scientifica, che dovrà essere
presa solo dopo aver ascoltato i
medici. Che non sembrano essere d’accordo.
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TORRE DI CONTROLLO
Il governo taglia la sanità, ma regala miliardi ai concessionari
di autostrade e aeroporti, dove corrono stipendi da 700 mila euro
E
DI
TINO OLDANI
cco due notizie che fanno
ribollire il sangue. La prima: anche se la spesa sanitaria nazionale è in linea
con la media europea, come ha documentato l’ex commissario per la
spending review Carlo Cottarelli,
la ministra della Salute, Beatrice
Lorenzin, ha deciso di dare un taglio alle prestazioni «a rischio di
inappropriatezza», ben 208, tra cui
tac, risonanze magnetiche ed esami
di laboratorio. Lo ha fatto con un
decreto in cui si prevede una sanzione pecuniaria per i medici che
dovessero prescrivere degli esami
superflui, o almeno giudicati tali
dai controlli ministeriali. Le 208
prestazioni comportano ogni anno
una spesa di 13 miliardi, e la Lorenzin è convinta che la somma potrebbe essere ridotta l’anno prossimo di almeno 180 milioni di euro,
tagliando gli sprechi, a suo avviso
frequenti (dal 10 al 40%) quando
si tratta di tac e di risonanze magnetiche.
Che nella sanità vi siano degli sprechi, non è un mistero. La
via maestra per ridurli è quella dei
costi standard, invocati da anni,
ma mai introdotti. Quelli per cui,
ad esempio, in una regione si paga
una siringa il quadruplo che in
un’altra. Anche per questo, i medici non ci stanno a farsi colpevolizzare dal governo, e minacciano
uno sciopero generale. In pratica, si
trovano tra l’incudine e il martello:
da una parte, il rischio di vedersi
lo stipendio decurtato dal governo;
dall’altra, quello di una denuncia
penale da parte dei parenti di un
paziente, al quale sia stata rifiutata una tac per accertare un tumore, rivelatosi poi fatale. Un rischio
che molti medici hanno cominciato
a coprire con una polizza, visto che
il numero di simili denunce sta crescendo da anni.
Comunque vada a finire questa vicenda, è probabile che d’ora
in poi le prescrizioni delle tac e
delle risonanze magnetiche, che
già richiedono lunghe file d’attesa,
si ridurranno non poco, con un ulteriore scadimento della qualità del
servizio sanitario, e qualche rischio
in più per i pazienti. Tutto ciò per
risparmiare, è bene sottolinearlo,
appena 180 milioni di euro, una
goccia nel mare magno della spesa
sanitaria, che è di oltre 90 miliardi
l’anno. Domanda per la Lorenzin:
ne vale la pena? È con questi metodi che pensa di dare prova di buongoverno del denaro pubblico?
E qui veniamo alla seconda
notizia che mi ha fatto ribollire
il sangue. Mettendo insieme le notizie di varie fonti, compresi gli articoli di ItaliaOggi sulle concessioni
autostradali regalate dal governo
di Matteo Renzi agli enti locali
del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia (Autobrennero e
Autovie Venete), il senatore Lucio
Malan (Forza Italia), ha presentato
ieri un’interrogazione al ministro
delle Infrastrutture, Graziano
Delrio, e a quello dell’Economia,
Pier Carlo Padoan. Nell’interrogazione, Malan rivela che gli
«organi amministrativi dell’Autobrennero hanno una retribuzione
annua di 714 mila euro, mentre lo
stipendio medio dei 996 dipendenti
è di 75.849 euro, cresciuto negli ultimi cinque anni del 15,6%, cinque
punti più dell’inflazione».
Come i nostri lettori sanno
bene, la concessione dell’Autobrennero è scaduta nel 2014, e il
governo Renzi, invece di riassumere la proprietà dell’autostrada
e di assegnarne la gestione con una
gara pubblica, con un ricavo di 4-5
miliardi, ha scelto di riaffidarla
gratis agli enti locali altoatesini,
che ne sono già azionisti, con una
gara «in house». Idem come sopra,
per le Autovie Venete del Friuli,
mentre per altre autostrade (per
lo più del gruppo Gavio) si sta seguendo la strada della proroga. Il
che, secondo i calcoli dell’economista Giorgio Ragazzi, porta a un
regalo totale di 16 miliardi. Soldi
che lo Stato potrebbe tranquillamente incassare con gare europee,
destinando il ricavato a una robusta riduzione delle tasse, di certo
superiore a quella di 5 miliardi promessa per il 2016 con l’abolizione
dell’Imu e della Tasi sulla prima
casa, sui terreni agricoli e sugli
imbullonati.
Non solo. Oltre che ai concessionari di autostrade, il governo sta regalando miliardi anche a
quelli degli aeroporti, altro settore
che in 40 anni non ha mai visto
una gara pubblica, benché prevista per legge. Il Bengodi di questo
settore è ben rappresentato dagli
aeroporti di Roma e di Milano. In
cambio della concessione per Fiumicino e Ciampino fino al 2044, la
società Aeroporti di Roma (gruppo
Benetton) ha ottenuto nel 2012 dal
governo di Mario Monti di pagare
un canone modesto, pari a 31 milioni nel 2014 (28 milioni nel 2013),
a fronte di ricavi per 700 milioni e
un utile di 89,6 milioni. A Milano la
Sea (Linate e Malpensa) versa un
canone di 21 milioni a fronte di 660
milioni di ricavi e 33,7 milioni di
utile («dimezzato rispetto all’anno
prima per maggiori accantonamenti e spese di ammodernamento»).
Si tratta di business in forte
crescita, come precisa il testo della convenzione Adr-governo Monti,
in cui si prevede che i 41 milioni
di passeggeri attuali di Fiumicino
saliranno a 100 milioni nel 2044.
Gli utili dichiarati sono il triplo o il
quadruplo del canone annuo: se li
moltiplicate per 40 anni, certe domande sono inevitabili. Siamo proprio sicuri che i governi del passato
(Monti) e quello attuale gestiscano
nel modo più appropriato un bene
pubblico come gli aeroporti? Oltre
alla «inappropriatezza»degli esami sanitari, vogliamo considerare
anche quella dei canoni per gli aeroporti e delle concessioni gratuite per le autostrade? E sanzionare
pure queste, no?
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Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
È il manifesto della Festa di Fratelli d’Italia, detta Atreju, che inizia oggi a Roma
Subito le primarie, dice Meloni
Ma intanto sia Berlusconi che Salvini danno buca
DI
GIORGIO PONZIANO
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«T
radizione è custodire il fuoco non adorare le ceneri», è
scritto all’ingresso.
Giorgia Meloni ci prova. Anche lei ha la sua festa nazionale
(si apre oggi a Roma, alle Officine Farneto, Foro Italico) e ha
cercato di fare le cose in grande
invitando Silvio Berlusconi
e Matteo Salvini. L’obiettivo
era ambizioso: mettere insieme
finalmente i vari tasselli della
destra, fare dialogare i leader,
tamponare le falle, il fuggifuggi verso Denis Verdini
e arginare i collaborazionisti
renziani. Ma il suo progetto
rimarrà nel limbo delle buone
intenzioni ed è un ulteriore segnale dello sfilacciamento di un
centrodestra che così facendo
lascerà a Beppe Grillo il compito di opporsi a Matteo Renzi
e al Pd. Infatti Matteo Salvini
ha scoperto di dovere andare
in missione in Nigeria e Silvio
Berlusconi, che da programma
doveva essere intervistato da
Nicola Porro (domani alle 18),
manderà probabilmente uno
dei suoi soliti videomessaggi,
preferendo meditare nell’eremo di Arcore sulle sorti di un
partito che ha creato e distrutto
piuttosto che scendere nell’arena dove qualcuno potrebbe
pure chiedergli di spicciarsi a
prendere qualche decisione.
Saranno quindi le seconde file ad animare Atreju, dal
nome del ragazzo de «La storia
infinita» che lottava contro il
Nulla, che da 18 anni identifica una festa della destra, ora
diventata la festa di Fratelli
d’Italia, partitino in cui hanno
trovato posto un manipolo di
nostalgici di Alleanza nazionale, anzi coloro che, pur in
Alleanza nazionale, avevano il
cuore che continuava a battere
nel Movimento sociale di almirantiana memoria. «Atreju è un
luogo prepolitico – dice Giorgia
Meloni - nel quale tutta la destra italiana si ritrova indipendentemente dalle scelte fatte.
Anche quest’anno non esporremo insegne di
partito perché
il tema oggi è
ricomporre la
diaspora della
destra e tornare a battersi
uniti. Le ultime
regionali hanno
confermato che
il centrodestra
unito è competitivo ma serve
un modello che
suggestioni tutti coloro che non
vogliono morire
renziani».
Tra dibattiti, confronti e
interviste pubbliche il messaggio che uscirà dalla festa
sarà: facciamo al più presto
le primarie e scegliamo il condottiero che porterà il centrodestra alle elezioni poiché il 2018
si avvicina (se poi Renzi vorrà
anticipare di un anno, la fretta
diventa una necessità). Il tema
scelto è: l’identità. «Quella della destra da ricostruire - spiega Giorgia Meloni - ma anche
quella europea e quella italiana, indebolita, svenduta, messa
a rischio da governi asserviti a
interessi diversi da quelli del
popolo». Come a tutte le feste di
partito, ci saranno anche ospiti avversari, Matteo Orfini e
Roberta Pinotti (Pd) e Nicola
Fratoianni (Sel), quasi alleati,
Giovanni Toti e Renato Brunetta (Forza Italia) e Roberto
Maroni (Lega), traditori, Gaetano Quagliariello (Ncd).
Giocheranno in casa Ignazio
La Russa e Fabio Rampelli
(FdI). La Meloni concluderà la
Giorgia Meloni
festa domenica a mezzogiorno, intervistata da Paolo del
Debbio.
Per la parte spettacolare
ecco Enrico Ruggeri, la cui
canzone Lettera dal fronte è
diventata una sorta di manifesto del centrodestra e di lui
la Meloni dice: «È un grande
artista e un vero patriota italiano». Poi Giovanni Lindo
Ferretti, il cantautore passato dal punk sinistrorso (fondò il
gruppo CCCP Fedeli alla linea)
all’auto da fé prima per la Lega
Nord poi per Fratelli d’Italia,
oltre a Pupi Avati, invitato
forse perché tra i suoi film ce
n’è uno che si intitola Fratelli
e sorelle. Non manca lo chef
televisivo che darà lezioni di
cucina, è Filippo La Mantia,
reduce da un’intervista in cui
ha pontificato così: «Io, maschio
al 100 per 100, se rinasco voglio
essere donna. Voglio allattare.
La donna è un progetto divino:
mangia, trasforma e nutre».
Infine Marcello Veneziani
col monologo Cento comizi
d’amore.
Dice Giorgia Meloni,
unica donna a capo di
un partito mentre sono
donne a guidare i due
maggiori sindacati, ovvero la politica deve ancora pedalare sul tema
delle pari opportunità:
«Fratelli d’Italia ha sempre lavorato, anche al di
là dell’egoismo di partito che pure alle volte
abbiamo visto da parte
di altri, per ricomporre
un’alternativa a questo
governo di fantocci della
Merkel e delle burocrazie europee. Però non si
può partire dai nomi e non si
può partire dalle liste: si deve
partire dal modello, si deve
partire dalle idee. E sono convinta dell’utilità delle primarie
per ricostruire il centrodestra.
Non si può scegliere con accordi
di vertice, sarebbe bello che a
decidere fossero gli italiani».
Alla festa non saranno
accettati gli euro, o meglio
bisognerà cambiarli con la
moneta Atreju, la sola con cui
si potranno pagare le consumazioni al bar, al ristorante
o l’acquisto dei libri: «Rivendichiamo la nostra sovranità
monetaria», dice la Meloni, che,
anche in questo modo, combat-
te la propria battaglia contro la
moneta europea. Inoltre sarà
distribuito l’appello firmato da
25 intellettuali per la ricostruzione della destra, coordinati
da Fabio Torriero, tra i primi
firmatari Andrea Delmastro
e Adolfo Urso. Mentre Giorgia Meloni ha reso pubblica la
lettera che nell’occasione le ha
inviato Giuseppe Tatarella
junior, figlio dello storico ideologo della destra (ha lo stesso nome di battesimo): «Cara
Giorgia, i giorni che ci attendono saranno importanti per
il futuro di quello che rimane
della destra italiana e di ciò
che vuole diventare da grande. Oggi, la grande comunità
nata prima nel Msi e cresciuta
poi in Alleanza Nazionale è divisa e frastornata dagli errori
commessi da tutti i suoi massimi esponenti. Tutti, nessuno
escluso. È opinione comune
ormai che l’ingresso in ordine
sparso nel Pdl fu l’errore fatale.
Da quei giorni, tante cose sono
cambiate. Scontri, lacerazioni,
divisioni, nuove formazioni,
poca lungimiranza e giochi di
potere hanno contribuito a mischiare i pezzi di puzzle andato
in frantumi. Oggi lo scenario
politico è profondamente cambiato. Berlusconi è al tramonto
e tifa Renzi sottobanco, Salvini occupa abilmente lo spazio
lasciato vuoto dalla destra nazionale e il M5S cresce a dismisura conducendo molte delle
battaglie simbolo della destra.
Ma nonostante tutto, continuo
a credere che la destra abbia
una grande opportunità se si
apre e non si chiude in un piccolo recinto».
Twitter: @gponziano
GLI AZZURRI SI CHIEDONO SE IL CAPO È ANCORA IN POLITICA
Berlusconi ha abbandonato Forza Italia a se stessa
è felice, forse, soltanto per il ritorno di Nunzia De Girolamo
S
DI
CESARE MAFFI
ilvio Berlusconi è ancora
in politica? L’interrogativo
non è provocatorio: se lo
pongono, sconfortati, i (residui) parlamentari e gli esponenti di
Fi. Sono tutti consapevoli del disinteresse sempre provato dal Cav nei
confronti dei propri partiti, anzi,
bisognerebbe parlare di ostilità:
adesso, però, esagera. Da settimane l’attività politica di Berlusconi
si limita a qualche telefonata nel
corso di manifestazioni cui, in altri tempi, avrebbe preso parte di
persona; ad alcuni incontri con un
limitato numero di propri accoliti;
e a poco altro, come una nota ufficiale per smentire Giovanni Toti
sulle detestate primarie. Rilevante,
perché indicativa delle predilezioni di Berlusconi, è semmai stata la
visita all’amico Putin. A completare lo sconforto, ci sono i sussurri
che di quando in quando vengono
fatti trapelare, per lo più da fuori
Roma, stante l’assenza anche fisica del Cav dalla capitale, oltre che
l’assenza dalla politica attiva. In
pochi giorni i gruppi parlamentari
forzisti hanno subito abbandoni.
Altri ne patiranno quando Raffaele Fitto si deciderà a far allontanare i propri deputati dalla casa
madre, come già avvenuto, da mesi,
a palazzo Madama. Eppure l’unica
reazione concreta di Berlusconi è
consistita nel colloquio mal volentieri concesso al senatore Francesco Amoruso, recatogli in casa dal
duo Gasparri-Matteoli nel vano
tentativo di sottrarlo all’efficace
richiamo esercitato da Denis Verdini. Pure la prevista riunione dei
senatori è stata annullata; e non è
la prima volta che succede.
Tizio se ne va? Caio tradisce?
Al Cav sembra quasi faccia piacere l’abbandono di personaggi che
non gli sono fedeli. Non agisce per
trattenerli; al più, sarebbe lieto di
altri ritorni dopo quello di Nunzia
De Girolamo, ma non si spende
molto per favorire qualche possibile rientro. Intanto, però, il partito
rimane senza guida, anche perché
vent’anni di berlusconismo hanno
fatto sì che in Fi prima, nel Pdl poi,
in Fi di nuovo, non esista una classe
dirigente capace di procedere autonomamente. Quando il capo tace
o non agisce, gli altri restano tutti
fermi, in attesa che arrivi il verbo
e che l’unico che comanda assuma
le decisioni.
Parecchi, nel partito, avevano creduto alla mobilitazione
autunnale del Cav, da lui annunciata in vari modi e tempi: il giro
nelle cento città, le riapparizioni
televisive, il rilancio del partito,
un po’ confusamente previsto a
volta a volta tramite l’esercito di
Silvio, i club Forza Silvio, i repub-
blicani, l’Altra Italia, i venti saggi,
il listone del centro-destra ecc. ecc.
Adesso, prendono amaramente atto
di un disinteresse che fa dubitare
perfino sulla volontà medesima di
Berlusconi di procedere. Poi, si ricordano di altri periodi di ritiro e
stanchezza, prontamente rintuzzati da un ritorno in campo dinamico
ed efficientista. Tuttavia gli errori,
gli sbandamenti, gli avanti e indietro, le incertezze (dalle politiche a
oggi: due anni e mezzo) fanno tentennare molti sulla reale capacità
di recupero di Berlusconi. Gli entusiasmi di Renato Brunetta si
stemperano nel diffuso scetticismo
di deputati e senatori azzurri, che
spesso si affidano al possibile intervento «riparatore» della giustizia
europea. A qualcuno rammenta le
armi segrete nelle quali speravano
nel 1944 gli sconfitti del secondo
conflitto mondiale.
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Venerdì 25 Settembre
Settembr 2015
PRIMO PIANO
11
Sborsati 200mila euro per assicurarli. Affidate mansioni di pubblica utilità
Il Pd mette i profughi al lavoro
Ok dalle rosse Toscana ed Emilia ai lavori volontari
DI
RAFFAELE PORRISINI
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L
e Regioni rosse mettono i
profughi al lavoro. Dopo
la Toscana guidata da
Enrico Rossi, esponente della sinistra pd, tocca adesso all’Emilia-Romagna presieduta dall’ex bersaniano poi
renziano Stefano Bonaccini
dare la possibilità ai richiedenti asilo di svolgere attività di
volontariato nei Comuni che
li ospitano. Si va dalla pulizia
di strade e aree pubbliche alla
manutenzione dei parchi, fino
a servizi di assistenza sociale
a favore delle categorie svantaggiate; tutte attività che
– secondo questi governatori
– possono essere svolte anche
dai migranti e non solo da chi
solitamente se ne occupa a titolo più o meno gratuito, come
i pensionati delle associazioni
di area Cgil.
Per quanto riguarda
l’Emilia-Romagna, l’impiego di profughi in mansioni di
pubblica utilità è contemplato
nel protocollo siglato di recente
dalla Regione, rappresentata
per l’occasione dalla vicepresidente con delega al Welfare
Elisabetta Gualmini, e dal
prefetto di Bologna Ennio
Mario Sodano. Ad apporre la
loro firma al documento sono
state anche le associazioni del
terzo settore, i sindacati, le
coop sociali e l’Anci.
In base a tale accordo, i
profughi potranno («in modo
volontario» specifica la Regione) fornire il proprio contributo
pulendo strade e sentieri, curando parchi e giardini pubblici, occupandosi di trasporto
sociale oppure seguendo piccoli lavori di manutenzione
nelle scuole o in altri edifici
pubblici. «Ai profughi che accetteranno di svolgere attività
di volontariato verranno garantiti – spiega la Regione -,
oltre all’assicurazione, percorsi
di orientamento e formazione,
nonché eventuali strumenti,
attrezzature e dispositivi di
protezione individuale per
l’esercizio delle attività che
andranno a svolgere».
È comunque il decreto legislativo 142/2015, che entrerà in vigore il 30 settembre per
recepire le indicazioni dell’Ue,
a prevedere nuove procedure
in tema di residenza e lavoro nel modello organizzativo
dell’accoglienza. Grazie a quel
provvedimento, i richiedenti
asilo dopo 3 mesi di permanenza nei centri di accoglienza
potranno iscriversi all’anagrafe e, in attesa del loro riconoscimento giuridico di rifugiato
politico, dopo soli 2 mesi dalla
presentazione della domanda
di asilo, potranno svolgere attività lavorativa volontaria nei
paesi che li ospitano.
Ma chi si farà carico
delle spese necessarie per
organizzare tutte queste attività? Le Regioni e i Comuni,
ovviamente. Così, sulla fal-
PUNTURE DI SPILLO
DI
GIULIANO CAZZOLA
Altre defezioni da Forza Italia. Ben sei
deputati hanno abbandonato il gruppo. Cinque
di loro sono, da sempre, vicini a Denis Verdini.
Con il sesto, però, hanno voluto strafare ed hanno scoperto il gioco: è proprio l’ex Cav il «grande
timoniere» del «soccorso azzurro» al Governo
Renzi. Se così non fosse, l’on. Giovanni Mottola, fedelissimo di Berlusconi, non avrebbe
mai lasciato Forza Italia. Mottola, giornalista
professionista, è una sorta di deputato somministrato che Silvio incarica delle missioni più
delicate, come quelle in cui si finge di tradire
in nome di un «interesse superiore». Nella passata legislatura, dopo la scissione dei finiani, a
Mottola (eletto in Emilia-Romagna per due
volte benché non si sia fatto mai vedere), fu
comandato di aderire ai responsabili di Silvano Moffa, per garantire che avessero i i
numeri necessari a costituire il gruppo alla
Camera. Nelle elezioni del 2013 ritrovò, senza
alcun problema, il suo seggio garantito nelle
file del Cav. Come si fa, appunto, con coloro che
hanno eseguito la missione affidata.
* * *
Lo chiamano il «Parlamento dei nomisariga di quanto avvenutoin
Toscana, anche in Emilia la
giunta Bonaccini è pronta
a sborsare 100mila euro per
le coperture assicurative dei
profughi volontari. Dal canto
suo, il Comune di Bologna ha
già annunciato un bando per
le associazioni che vorranno
proporre progetti di pubblica
nati» per indicare che, con il Porcellum, erano
le segreterie dei partiti a decidere, stabilendo
l’ordine di lista, chi sarebbe stato eletto con
una relativa sicurezza. Eppure la garanzia
dell’elezione non ha assicurato ai capobastone adeguata e duratura fedeltà, dal momento che sono ben 235 i parlamentari (119 alla
Camera e 116 al Senato) che hanno cambiato
casacca in un arco temporale di appena due
anni. Pare, addirittura, che al gruppo misto, in
ragione dell’affluenza, abbiano deciso di introdurre dei test di ammissione come nelle facoltà
universitarie a numero chiuso.
* * *
Importante è l’apporto al Governo
Renzi da parte di parlamentari toscani o
eletti in quella regione nelle liste di Forza
Italia. Non vorremmo essere politicamente
scorretti, ma non c’entrerà il fatto che la
Toscana vanta antiche e radicate tradizioni
massoniche ? Nulla di male, certo. Ma è
sempre utile capire che cosa si muove dietro
le apparenze.
* * *
Le Francescheidi: «Francesco ritorna,
le colline sono in fiore…..».
utilità in cui coinvolgere questi
migranti, prevedendo una spesa di 10mila per coprire i costi.
Iniziative analoghe sono attese
da parte di altre amministrazioni comunali della regione a
guida Pd.
Un aspetto però deve essere chiaro per tutti i sindaci:
oltre a richiedere l’adesione vo-
lontaria da parte dei migranti,
l’attività di volontariato deve
essere totalmente gratuita,
cioè non prevedere alcuna
retribuzione per le mansioni
svolte. Il protocollo emiliano
lo chiarisce, Regione e Prefetture vigileranno per farlo
rispettare.
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LA PROMESSA: RIATTIVEREMO IL TRENO FINO A PIETRALCINA, PICCOLO BORGO DOVE È NATO IL SANTO
L’ex comunista Vincenzo De Luca si affida a padre Pio.
Il governatore punta sul turismo religioso in Campania
DI
È
GIOVANNI BUCCHI
un ex comunista fieramente
laico e non credente, nonostante dica di apprezzare il
Vangelo di San Matteo e
(un po’ come tutti i politici di sinistra) pure Papa Francesco. Però
Vincenzo De Luca conosce bene il
suo popolo campano, sa quali corde
toccare per risvegliarne sentimenti ed emozioni, è ben consapevole
di non poter ignorare la presenza
della Chiesa cattolica nella regione
che si trova a governare. Per lui, che
magari poco si interessa di questioni
di fede, la religione è innanzitutto
un’opportunità sociale, culturale ed
economica per il territorio. Su queste basi, le porte per il dialogo e la
collaborazione con le istituzioni ecclesiastiche non possono che essere
spalancate.
Lo dimostrano alcuni ultimi
recenti avvenimenti che riguardano il presidente di Regione in quota
Pd. La settimana scorsa De Luca è
stato ricevuto per più di un’ora dal
cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Era un incontro
precedente alla storica e sentitissi-
Vincenzo De Luca
ma cerimonia sotto al Vesuvio nel
corso della quale puntualmente si
scioglie il sangue di San Gennaro,
evento tenutosi sabato e al quale il
presidente non ha fatto mancare la
sua presenza.
Ma al di là del patrono, governatore e alto prelato hanno parlato
di cose più terrene: si sono trovati
concordi nel lanciare un distretto turistico religioso in Campania,
abbozzando un ipotetico progetto
di marketing turistico per attirare sempre più visitatori puntando
sui luoghi significativi e caratteri-
stici della fede cattolica
presenti in regione. Dal
duomo di Napoli con le
ampolle del sangue e
altre reliquie dell’amatissimo San Gennaro
al santuario mariano di
Pompei, passando per
quello di San Gerardo
in alta Irpinia fino ai
luoghi di San padre Pio
a Pietrelcina. «Dobbiamo studiare il modo migliore per creare questo
progetto per lo sviluppo
culturale, sociale e religioso della Campania” sono state le
parole del cardinale Sepe al termine
dell’incontro con De Luca. Il quale,
dal canto suo, ha annunciato questo
patto con l’arcivescovo per lavorare
insieme a un distretto di turismo
religioso, assicurando anche l’impegno per una legge a sostegno degli
oratori, definiti “luoghi essenziali di
aggregazione giovanile”.
La seconda spinta verso questa
direzione è arrivata qualche giorno
fa. De Luca è infatti salito fino a
Pietrelcina, in provincia di Benevento, paese natale di Padre Pio,
proprio quando in cui si celebrava
la memoria del frate cappuccino.
Lì, davanti al sindaco del piccolo
paese di tremila anime, Domenico
Masone, al sindaco di Benevento
Fausto Pepe e al presidente della
Provincia Claudio Ricci, ha lanciato l’idea: trasformare Pietrelcina in
una piccola Assisi, facendone il perno dell’attrazione turistico-religiosa
di Campania. Proprio come accade
nella città di San Francesco in
Umbria. «Penso a Pietrelcina e penso ad un’altra Assisi», ha detto De
Luca. «Pietrelcina dovrà diventare,
insieme ai numerosi siti religiosi
della nostra regione, uno dei maggiori attrattori turistici campani.
Un’occasione per creare economia e
lavoro con investimenti per la mobilità e l’accoglienza, mantenendo la
sua naturale aura di spiritualità».
Per non lasciare i fedeli del posto
senza promesse future, De Luca ha
inoltre garantito il proprio impegno
per riattivare la linea ferroviaria di
collegamento con Benevento e Napoli oggi dismessa, dato che per rilanciare il turismo religioso «servono
servizi e infrastrutture».
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12
Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
Dal premier a Civati: cambio di rotta per un consigliere regionale della Valle d’Aosta
Rubare voti a Renzi è possibile
Il movimento del dissidente ex Pd raccoglie consensi
DI
FILIPPO MERLI
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V
eniva considerato come
una sorta di Rottamatore valdostano.
Laurent Viérin, consigliere regionale della Valle
d’Aosta, era uno di quelli che,
alle primarie del Pd del 2013,
aveva intravisto il cambiamento nella figura di Matteo
Renzi. Ora, però, Viérin ha
lasciato Renzi per sposare la
causa di Pippo Civati e del
suo movimento, «Possibile».
Un improvviso cambio di rotta
che ha scatenato la reazione
del Pd valdostano.
Qualche giorno fa, Viérin
era stato visto all’incontro che
Civati ha tenuto ad Aosta per
promuovere la raccolta firme
di «Possibile», che comprende
gli 8 referendum che, di fatto,
bocciano le riforme del governo Renzi in tema di liste
elettorali, lavoro e scuola. La
presenza del consigliere regionale dell’Union valdôtaine
progressiste, o Uvp, non è passata inosservata, proprio per
i suoi noti trascorsi renziani.
Viérin, in effetti, non era ad
Aosta per semplice curiosità.
Era lì per motivi politici, e
in particolare per firmare il
referendum contro la Buona
Scuola di Renzi.
Una scelta che ha subito
provocato la dura presa di posizione del Pd della Valle d’Aosta, e in particolare dell’addetto stampa in consiglio e
componente della direzione
regionale del Partito democratico, Simona Campo. «Il
signorotto», ha scritto Campo
su Facebook in riferimento a
Viérin, «firma per farsi campagna elettorale. Io provo un
po’ di schifo a vederlo vicino a
Civati, che purtroppo è ignaro
di tutto ciò».
La replica del consigliere non s’è fatta attendere.
«Ho firmato con convinzione
questa iniziativa popolare»,
ha detto Viérin, «per fermare
una riforma per tanti aspetti
sbagliata. Come sottolineato
nei mesi scorsi, anche in oc-
Pippo Civati
casione di momenti pubblici,
questa riforma è stata calata
dall’alto, senza concertazione,
né tanto meno tenendo conto
delle proposte del mondo scolastico».
E a chi gli ha ricordato il
suo appoggio a Renzi nel 2013,
Viérin ha spiegato: «Altro discorso, invece, sono le primarie
in cui espressi apprezzamento
per il cambiamento che Matteo Renzi incarnava contro il
segretario del Pd, Pierluigi
Bersani, appoggiato invece
dal Pd valdostano. Un cambiamento, in quelle primarie, in
cui votai Renzi, sempre eser-
citando un diritto democratico
di cittadino».
Viérin, da un paio d’anni, era visto dalla stampa e
dalla politica locale come la
massima espressione del renzismo in Valle d’Aosta. Anche
per quel che scriveva su Twitter: «Se guardiamo al futuro
guardiamo a Renzi e il futuro
ce lo dimostrerà. Anche se si
vuole fermare il cambiamento, prima o poi questo arriverà». Futuro e
cambiamento: due
cardini del pensiero renziano che
Viérin faceva suoi
con entusiasmo e
convinzione.
Ma in politica,
si sa, il cambiamento può riguardare anche i leader
e gli schieramenti.
Così Viérin ha lasciato il suo vecchio mentore per
appoggiare Civati,
il dissidente che è
uscito dal Partito democratico
in disaccordo col segretario e
presidente del Consiglio per
fondare «Possibile».
«La nostra», ha detto
Civati ad AostaSera, «è una
formula per associare più
soggetti, tutte le persone alla
sinistra del Pd, ma questi referendum sono un invito a tutte
le forze politiche, e anche a chi
è contrario all’uomo solo al comando». A chi guardava al suo
movimento con scetticismo,
Civati, almeno in Valle d’Aosta, ha dimostrato che rubare
voti a Renzi è Possibile.
CARTA CANTA
Immobili gioiello per fondi
pensione e assicurazioni
I
DI
ANDREA GIACOBINO
mmobili gioiello per fondi pensione, assicurazioni e
fondazioni. È questa la strategia di Sorgente Group, il
gruppo immobiliare presieduto da Vincenzo Pontolillo
e guidato da Valter Mainetti che, qualche settima fa,
ha accantonato a riserva l’utile di oltre 2,6 milioni di euro
conseguito nel 2014, di poco inferiore al profitto dell’esercizio precedente. In vista dell’imminente quotazione, Sorgente
come spiega Mainetti nella relazione sulla gestione, «ha elaborato due proposte di prodotti da presentare a potenziali
investitori istituzionali». Si tratta di un fondo immobiliare
chiuso di diritto italiano di medio-lunga durata (12 anni) con
una strategia d’investimento in immobili “trophy” a destinazione d’uso multi-focus non residenziale, situati in Francia,
Svizzera, Usa e Gran Bretagna. Il secondo fondo, di durata
10 anni, punta anch’esso su immobili di prestigio, situati però
nelle zone centrali di pregio di Milano e Roma. La forte presenza della controllata Sorgente sgr «nel settore delle casse
di previdenza private – continua Mainetti – che attualmente
si caratterizza per una eccedenza di prodotti di finanza immobiliare nei portafogli di investimento delle casse, induce
ad orientare nei prossimi mesi le azioni di fund raising verso
i settori dei fondi pensione, preesistenti, negoziali e aperti,
delle società di assicurazioni e delle fondazioni di emanazione
bancaria». Anche perché queste ultime sono alle prese con
l’esigenza di diversificare il patrimonio dopo la firma col Mef
dell’ultimo protocollo, che impone loro di limitare la presenza
negli istituti di credito. Il bilancio consolidato di Sorgente
Group evidenzia quasi 34 milioni di ricavi derivanti per circa
20 milioni da commissioni attive. Il valore complessivo del
patrimonio immobiliare posseduto e gestito dai fondi delle
controllate, che si sviluppa su una superficie complessiva di
oltre 3,1 milioni di metri quadrati, è di 4,7 miliardi, cui sia
giungono operazioni a sviluppo su Milano e Roma per circa
300 mila mq realizzabili del controvalore di 1,1 miliardi. Dal
2001 Sorgente Group ha lanciato 26 fondi immobiliari con
un rendimento medio del 5,5%.
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IN CONTROLUCE
Varoufakis, più che a Keynes, assomiglia a Gastone di Petrolini, vestito
com’è, un po’ da punk, o da tipo da spiaggia, o da manichino dell’Upim
DI
DIEGO GABUTTI
M
aleducato come sempre
(ma come il sospetto
anche la maleducazione per lo più ci azzecca)
il presidente del consiglio, dopo la
svolta renziana alle elezioni greche,
gioisce perché «ci siamo finalmente
sbarazzati di Varoufakis». Un altro, al posto dell’ex ministro delle
fi nanze greco, lascerebbe correre.
Cosa vuoi che sappia il Boyscout
della Grecia? Già è tanto se ricorda l’incipit dell’Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti e se ha
mangiato d’estate, in costume da
bagno, una moussaka vistamare.
Varoufakis poteva fare spallucce e
tirare dritto. Invece no, lo sventurato rispose.
«Mr Renzi, ho un messaggio per
te», ha scritto il ministro bellimbusto nel suo blog, «Puoi gioire quanto
vuoi per il fatto che non sono più
ministro delle finanze né sono più
in parlamento. Ma non ti sei liberato di me. Resto politicamente vivo
e vegeto. Gl’italiani mi riconoscono
quando cammino per le strade del
tuo paese. No, ciò di cui ti sei liberato, partecipando al vile colpo di
Stato contro Tsipras e la democrazia greca, è la tua integrità come
democratico europeo. Forse anche
la tua anima».
A parlare così, come Sandokan e Tremal Naik nei romanzi
salgariani, è l’uomo che ha resuscitato, dopo un lungo oblio, la figura
del bel tenebroso, tra il Granduca
Rodolfo dei Misteri di Parigi di Sue
e il Gastone di Petrolini (a occhio,
più Gastone che Rodolfo, direi). Solo
nei romanzetti d’appendice, e nelle
parodie dei romanzi d’appendice,
con i loro «guanti a pendolone» e
gli «a me m’ha rovinato la guera»,
un «democratico europeo» non vince o perde la sua battaglia politica,
importante o irrilevante che sia, ma
si gioca «l’integrità» e forse pure
«l’anima» in quanto colpevole d’un
«vile complotto».
Vestito un po’ da punk, un
po’ da tipo da spiaggia, un po’ da
manichino dell’Upim, l’ex ministro
delle finanze greco è contento perché, quando cammina per le strade
del nostro paese, le persone lo riconoscono e se lo mostrano a dito, chi
ridendo, chi esultando, chi evocando
il pelide Achille o il mare color del
vino; ed è un po’ come quando le sartine dalle vetrine, riconosciuto Pippo, gli facevano mille mossettine.
Contento d’essere riconosciuto (per
per il suo passo da marxista giaguaro, per il sorriso da sciupafemmine, «perché ci ha gli occhioni belli»,
per il suo look da Febbre del sabato
sera, per il fatto che è «davvero un
bell’Adone», «perché porta bene il
fracche, per la riga al pantalone»)
Yannis Varoufakis impartisce a
Renzi una lezione d’«integrità»,
intesa a salvargli l’anima, quando
potrebbe dargli al più l’indirizzo del
suo sarto, e peggiorargli l’aspetto.
Renzi, del resto, quando si
sfregava le mani, tutto contento,
per essersi «finalmente liberato di
Varoufakis», non intendeva Varoufakis ma Bersanikos. Era ai leader
della sua minoranza, agli ex e ai
post della nostra sinistra nostalgica, che illustrava la parabola dei
leader della sinistra radicale greca.
Come Varoufakis, che solo due mesi
fa, a luglio, aveva in parlamento decine di suoi fan e di tifosi del Piano
B per Intortare i Creditori e oggi
non ne ha più nessuno, zero, nisba,
anche la «minoranza dem», in caso
d’elezioni, è destinata a fare un tuffo nell’oblio. Di questo parlava Renzi. Varoufakis, narcisista com’è, ha
creduto che si parlasse di lui. Be’,
poco male. C’è sempre un premio
di consolazione: ogni volta che ci
capiterà d’incrociarlo per strada,
in Grecia come in Italia, gli faremo
senz’altro mille mossettine.
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Venerdì 25 Settembre
Settembr 2015
PRIMO PIANO
PERISCOPIO
LETTERE
Dopo aver visto il Papa in America, Marino ha visitato il
Colosseo a Italia in miniatura.
Filippo Merli
All’ad di Volkswagen 60 milioni di buonuscita: ai clienti ha
lasciato il fumo e lui si è tenuto l’arrosto.
Gianni Macheda
Gli algoritmi VW e Calderoli
L’algoritmo della Volkswagen ha taroccato 11 milioni, quello
di Calderoli invece, 85 milioni di emendamenti.
Goffredo Pistelli
Mi sorprendo a fischiare per strada
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13
Capita spesso che, d’improvviso, mi accorga che sto fischiando. Per strada, mentre cammino, intendo. E non si tratta di
un fischiettio, appena appena percepibile. No, mi sentono tutti
– lo vedo. E mi guardano in modo strano. Non è che la cosa
mi conturbi, tutt’altro. Continuo, adesso coscientemente, scegliendo la canzone quando un attimo prima neppure sapevo
che cosa stessi zufolando. Un tempo, una volta, tutti o quasi
fischiettavano in giro, in particolare i giovani e i garzoni. Il
mondo è cambiato, anche se non soprattutto da questo particolare punto di vista. Lo confesso, occorre anche che camminando canticchi. È grave?
Mauro Della Porta Raffo
Una figura da peracottari
C’è da rimanere esterrefatti per la figura da peracottari
degli oppositori democratici. Soltanto alcuni hanno avuto la
coerenza di ammettere l’umiliazione patita. Sembrava che
l’unico in grado di tenere insieme gli antirenziani nel Pd fosse
Pier Luigi Bersani, invece ha sbandato pure lui, eccome. Inutile: Bersani non ci arriva proprio a capeggiare le minoranze
nel suo partito, dopo aver perso la maggioranza.
Cesare Maffi
Politecnico: boom ai corsi in inglese
Le immatricolazioni del Politecnico di Milano segnalano un
+40% alle iscrizioni dei corsi universitari in lingua inglese.
Siccome ItaliaOggi condusse la sua piccola battaglia in favore
di quella innovazione e contro il sentimentalismo (interessato,
per pigrizia) di certi puristi della lingua, rilanciati da molti
giornaloni, è giusto darvene atto. Chissà se la vicenda dirà
qualcosa ai giudici della Consulta che stanno esaminando la
vicenda. Alla Corte Costituzionale si era arrivati dopo che un
centinaio di professori, contrari all’innovazione che li costringeva a imparare la lingua, avevano fatto ricorso al Tar, vincendolo. Il ricorso del Politecnico aveva però fatto approdare la
vicenda al Consiglio di Stato, il quale però aveva interpellato
appunto i giudici costituzionali, nel caso la decisione dell’ateneo milanese violasse la Costituzione più bella del mondo.
Se dall’altissima magistratura si desse ragione ai professori
saremmo anche, ufficialmente e senza tema di smentita, il
Paese più bello del mondo.
Rino Palmieri
Perché l’Occidente è andato avanti
Secondo Nathan Rosenberg la spiegazione di «come l’Occidente è diventato ricco» (titolo di un suo libro scritto con Luther
Birdzell e tradotto dal Mulino) sta nelle libertà da controllo
politico e religioso che da metà ‘800 furono concesse alle imprese. «Senza avere praticamente pensato o discusso, l’Occidente
delegò alle imprese le decisioni fondamentali del processo di
innovazione, quali idee dovessero essere sperimentate e quali
accantonate». Le industrie a proporre innovazioni, i mercati a
individuare i beneficiari dei vantaggi e l’entità del vantaggio.
Pablo Affaticati
Corbyn può dire tutto. Non lo ascolta nessuno
Quello che batte tutti è lo strepitoso successo di Jeremy
Corbyn nuovo segretario dei socialisti inglesi. Mentre gli altri
sinistri dovranno fare i conti con i vincoli dei bilanci e il giudizio
dei mercati, il laburista ha conquistato la libertà di dire quello
che vuole, uscire dalla Nato, smantellare la difesa, nazionalizzare (senza indennizzo, azzarda qualcuno dei suoi), riaprire
le miniere di carbone. Ha vinto, ed è sicuro di non governare.
Conquistata la maggioranza nei laburisti, si è assicurato di
avere la minoranza nel Paese. Alla minoranza del nostro Pd,
Corbyn può regalare sogni, emozioni, a qualcuno perfino un’illusione. Nulla a paragone dei brividi di piacere che suscitava
nella sinistra dem Tsipras quando, insieme a Varoufakis, andava a Bruxelles a dare lezioni di economia a Schaeuble. Ma
Tsipras è stato sconfitto alla prova di Governo, ed è Renzi che
può portare a casa i margini di flessibilità.
Carmine Bellofiore
DI
PAOLO SIEPI
Il senatore Calderoli ha
inventato il sistema per moltiplicare gli emendamenti.
E qualcuno lo avrebbe visto
anche camminare sulle acque. Gianni Macheda.
Calderoli presenta 82 milioni
lioni di emendamenti alla riforma del senato. S’è appena sposato e già deve cercare scuse per
stare fino a tardi in ufficio. Il rompispread. MF.
Che il Papa non sia scemo
lo si capisce anche dal fatto
che non viaggia in Volkswach
gen. Jena. La Stampa.
ge
Puglia, paziente muore
interventi chirurgici. «Questo
dopo ben otto int
tosto». Spinoza. Il Fatto.
era proprio tosto
«Che tanfo!». «Si è rotto il mito tedesco».
Altan, la Repubblica.
Volevo che la gente di colore avesse gli
stessi identici diritti dei bianchi. Ma con
calma. William Faulkner in Il gioco
dell’apprendista di Alessandro Carrera. Medusa.
Il pensiero liberale è di destra, adesso è
buono anche per la sinistra; non si sa se
la fortuna sia di destra, la sfiga è sempre
di sinistra; tutto il vecchio moralismo è di
sinistra, la mancanza di morale è a destra;
anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra, è il demonio che ora è andato a destra.
Giorgio Gaber, Destra-Sinistra, 1994.
È l’Italia del «ma anche», è la via italiana
alla risoluzione del conflitto: che non è mai
affrontato come tale, ma diviene piuttosto
materia di scambio o di mera esibizione
esteriore. E quando si profila all’orizzonte un cambiamento purchessia, lo sforzo è
sempre nella direzione del contenimento e
della diluizione, così che il vecchio prevalga
sempre sul nuovo, mescolandosi a lui, e la
tradizione abbia la meglio sull’innovazione.
Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste.
Mondadori. 2011.
Matteo Renzi nell’ultima direzione del
Pd, ha inserito nel Pantheon del primo
partito della sinistra due nuove icone: il
compianto leader di An Giuseppe Tatarella
e Rambo. Il personaggio di Sylvester Stallone è stato utilizzato per fare capire come
si battono i gufi che denigrano sempre l’attività del governo. Renzi ha infatti spiegato
che la «107ª replica di Rambo ha battuto
negli ascolti i due talk show del martedì.
Sono simili: di tutti e tre si conosce il finale,
ma la gente preferisce Rambo che almeno
è stato scritto meglio, dagli americani». La
nuova icona renziana suscita sfottò aperti
nel Pd. «Rambo leader? Ma no», assicura
Nico Stumpo, «di leader ne abbiamo uno
solo ed è Renzi». Cesare Damiano vorrebbe
sapere quale Rambo tocca in sorte: «Rambo
1, Rambo 2? Rambo, la vendetta?». Sergio
Chiamparino rifiuta il modello: «Io sono e
resto un buon comunista», quindi niente
storie scritte dagli americani». Franco Bechis. Libero.it.
I servizi pubblici essenziali sono identificati dalla legge 146/90: sono quelli che
assicurano il godimento dei diritti della
persona costituzionalmente tutelati (vita,
salute, libertà, sicurezza, libertà di circolazione, assistenza e previdenza sociale,
istruzione e libertà di comunicazione). Sicché la legge minacciata da Renzi contro i
custodi del Colosseo e simili è inutile: c’è
già. Musei e monumenti hanno a che fare
con l’istruzione, possibile che nessuno glielo abbia spiegato? Dunque lo sciopero dei
lavoratori del settore è già regolamentato:
preavviso di 10 giorni, obbligo di indicare
d
durata, modalità e motivazione (tipo: non
mi pagate il salario pattuito). È già previsto
m
a
anche l’intervento autoritario: ordinanza
del presidente del consiglio o del prefetto
d
cche possono rinviare lo sciopero, ridurne la
durata, precettare alcuni lavoratori per gad
rrantire l’esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati. Bruno Tinti. Il Fatto.
m
Mio nonno paterno campò mettendo al centro del
mondo se stesso, fu uomo di
m
egoismo smisurato. Ecco il
eg
motivo per cui l’ho scelto per
m
questo ricordo, un uomo inaqu
deguato, per gli anni in cui visse, perfetto
d’oggi: esigeva diritti, rifiutava
per il mondo d’og
doveri, parlava solo di sé, non valeva nulla
ma pretendeva, con arroganza, di essere il
nostro leader, parlava, parlava, solo ovvietà
e frasi fatte. Un modello, il suo, che dopo la
caduta del Muro diventerà vincente per i
leader. Riccardo Ruggeri. Il Foglio.
Quando avevo tra i quindici e i vent’anni a Reggio
Emilia nascevano le radio
libere e tu potevi farne parte: non c’era alcun filtro. I
cantautori erano al loro
meglio e gli artisti internazionali più importanti, da
a Dylan a Neil
Young, passavano di qui. Qui
solui Benigni sol
levò Berlinguer alla Festa de l’Unità. Gli
ospedali, le scuole, gli asili funzionavano.
C’era una grande forza popolare che stava
dietro una grande idea: quella che fosse
possibile cambiare le cose in meglio. Oggi
dire «comunista» sembra una parolaccia.
Ma io resto fermo a Gaber. In Qualcuno
era comunista, canzone che dovrebbero insegnare nelle scuole, diceva: «Qualcuno era
comunista perché sapeva che poteva essere
felice solo se lo erano anche gli altri». Ecco:
io mi sono formato su quelle parole lì, e oggi
non riesco a nascondere la mia disillusione. Ligabue, cantautore. la Repubblica
(Luca Valtorta).
Desiderare, prescinde da quello che
sono, dalla vecchiaia che incalza. Alla
mia età non penso più a coloro che non
ci sono più. Sono andati. Alla mia età, ho
90 anni, la sola cosa che conta è non aver
paura del filo esile al quale sono legato. La
notte, prima di coricarmi recito un mantra
vedico. Non penso a nulla. Quel mantra
non mi chiede niente. Compio il rito come
fosse un gioco. Sono un caso tra miliardi
di casi. Così le notti volano. Gianfranco
Baruchello, pittore. (Antonio Gnoli).
la Repubblica.
Io e mio fratello Mario, lui del ‘42, ci siamo praticamente ritrovati a crescere con
l’attività di famiglia. Qualche studio l’abbiamo fatto, lui più di me, è il ragioniere
e tiene i conti, ma ogni minuto libero, fin
da bambini, era usato per dare una mano.
Caricare merci, scaricare, consegnare. I soldi non crescono sulle piante, creda mica.
Adesso siamo cresciuti, ovviamente. Non
stiamo a farla lunga con i numeri. Riassumendo: contiamo su 230 punti vendita,
dagli ipermercati ai Cash and Carry. Siamo presenti in sette regioni italiane, con
un fatturato che supera i 2 miliardi. Ma
soprattutto diamo lavoro a oltre 7 mila
italiani. Marcello Cestaro, patron dei
supermercati Cash and Carry (Cistiano Gatti). Il Giornale.
La sinistra, di per sé, è un male. Soltanto
l’esistenza della destra rende questo male
D’Alema, Alle
sopportabile. Massimo
M
cinque della sera, blog.
ci
Preferisco farmi domande
che darmi risposte. Roberto
ch
Gervaso. il Messaggero.
G
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Venerdì 25 Settembre 2015
PRIMO PIANO
Anche se su 15 dei loro candidati alla Casa Bianca ben sei si dichiarano cattolici
Papa, diffidenti i repubblicani
Sui temi economici, Francesco è semplicemente un uomo
DI
P
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IL PAPA AL CONGRESSO HA RIAFFERMATO IL VALORE DEL VANGELO
ANTONINO D’ANNA
apa Francesco va
al Congresso, ma la
parola d’ordine dei repubblicani, ripetuta da
giorni, è una e una sola, categorica e impegnativa per tutti
loro: ignorare le sue prese di
posizione in tema di ambiente
ed economia. Scelta che però
stride con la realtà dell’uso di
una Fiat 500 come papamobile per l’arrivo di Francesco
alla Casa Bianca (con buona
pace dei produttori 10° per
cento yankee e per la gioia
di Sergio Marchionne). E i
repubblicani, tra i quali c’è il
terzo Bush (figlio e fratello di
petrolieri) in corsa per la Casa
Bianca, lo sanno. Proprio Jeb,
peraltro, ha commentato con
distacco le opinioni di Bergoglio in tema di cambiamento
climatico espresse nell’enciclica Laudato si’ con uno sbrigativo: «Ha tutto il diritto di avere
le opinioni che vuole».
Il raffreddamento dei
rapporti tra i repubblicani
e il Papa dura da mesi. Del
resto, su 15 dei loro candidati
pronti a correre per la Casa
Bianca, 6 sono cattolici più o
meno credenti e praticanti. Nbcnews.com sottolinea le parole
di Marco Rubio, di origini
ispaniche e in grado di impensierire Jeb Bush, per il quale:
«Come cattolico, per me il Papa
è Vicario di Cristo», ma «Se in
materie teologiche gli credo
quando parla dalla Cattedra
di Pietro, sui temi economici,
il Papa è semplicemente un
uomo».
Già che c’era, il repubblicano cattolico Paul Gosar,
membro della Camera dei
Rappresentanti per l’Arizona,
ha annunziato che boicotterà il
discorso papale non andandoci.
Ha scritto su Time che il Papa,
anziché occuparsi delle perse-
Bergoglio mette in riga gli Usa
su pena di morte, famiglia, ambiente
D
DI
ANTONINO D’ANNA
ifesa della vita umana; abolizione
della pena di morte; accoglienza
degli immigrati; umanizzazione
del capitalismo; tutela di ambiente e famiglia. Il Papa al Congresso parla
agli americani del loro paese indicando i
punti su cui – a suo avviso – devono migliorare.
Dopo aver paragonato i politici del
Congresso Usa a Mosè, Francesco indica quattro grandi americani: Abraham
Lincoln, difensore della libertà; Martin
Luther King; Dorothy Day, ex anarchica e Serva di Dio, il cui Catholic Worker
Movement oggi si occupa degli immigrati
clandestini; e infine Thomas Merton, monaco cistercense attivo su ecumenismo e
diritti civili.
Nelle parole di Jorge Mario Bergoglio
l’America è terra di libertà, accoglienza,
cuzioni dei cristiani e dello scandalo
di Planned Parenthood, si occuperà
dei cambiamenti
climatici, per lui
già previsti dalla
Bibbia sin dal libro della Genesi.
Ed a poche ore dal
discorso papale, la
Bbc riferisce che
Marsha Blackburn, numero due
della Commissione
della Camera dei
Rappresentanti
Usa per l’energia, non ascolterà
l’appello di Francesco alla lotta
al cambiamento
climatico. Motivo:
figlia dell’immigrazione.
Il Papa parla anche dei nativi americani, ma non chiede loro scusa per «non
essere stati sempre rispettati». Riafferma
semmai «la mia più alta stima e apprezzamento», ma non si può giudicare l’ora per
allora. Resta però l’impegno per un futuro
senza ghetti. Chiede di ricordarsi di immigrati e poveri, di rispettare l’ambiente e
creare un capitalismo dal volto umano. No
a pena di morte e vendita delle armi; poi
chiude difendendo la famiglia. Pochi applausi, qui. Bergoglio chiede di difendere
i giovani contro una cultura «che presenta
altri soggetti con così tante opzioni» per il
loro futuro, che i giovani vengono dissuasi
dal fondare una famiglia. Altro che «chi
sono io per giudicare?».
Delicato ma fermo, Francesco ha riaffermato i suoi valori in cui crede. L’America lo ascolterà?
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Vignetta di Claudio Cadei
Papa Francesco
per lei la Terra si
è raffreddata di 1
grado Fahrenheit
(1,8 °C) negli ultimi 13 anni.
Certo, il Papa
non è che piaccia
del tutto anche ai
democratici: la sua
esplicita condanna
dell’aborto e la promessa di difendere
la famiglia naturale fatta nel discorso di benvenuto
davanti a Barack
Obama li ha messi in imbarazzo e si
tratta di posizioni
che naturalmente
non condividono.
In compenso, però,
il Papa ha dato un
segnale di rispetto della separazione tra Stato e Chiesa
che c’è in America: è vero che
gli States sono una nazione
credente, ma la religione non
entra pesantemente nella vita
pubblica, né in quella politica,
come si potrebbe pensare.
E infatti il primo richiamo di Bergoglio ai vescovi
americani (e chissà che non
valga anche per quelli italiani,
c’è da chiedersi) è stato quello
di essere soltanto dei vescovi,
ecco tutto. Niente entrate politiche, niente discese in campo:
fare i preti e basta. Chissà se
la prossima volta gli americani appoggeranno l’elezione in
Conclave di un sudamericano.
E chissà che cosa faranno al Sinodo sulla famiglia di ottobre.
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OGNUNO DOVREBBE ESSERE LIBERO DI FARE IL SESSO CHE GLI PARE PURCHÈ NON DANNEGGI GLI ALTRI
Obama nomina un gay a segretario dell’esercito. Negli Usa
dovrebbe essere una non notizia ma serve a far parlare di sé
DI
SERENA GANA CAVALLO
L’
incontro di Papa Francesco con Obama ha fatto
passare in secondo piano
quella notizia che ha dominato i titoli di prima pagina nei
giorni precedenti, ovvero il fatto che
«Obama nomina un gay segretario
dell’esercito». Qualche testata televisiva si è attardata a specificare
che il nominato è anche particolarmente competente e stimato, ma si
tratta di una informazione evidentemente residuale rispetto alla universale conoscenza delle sue preferenze sessuali. Tralasciando il fatto
che un gay, anche se mai dichiarato,
fu per decenni J. Hedgar Hoover,
potentissimo capo dell’FBI, è giusto
che si pubblicizzi ogni attuazione del
principio, contenuto in tutte le più
autorevoli dichiarazioni sui Diritti,
vale a dire che nessun cittadino può
essere discriminato per motivi di
razza, religione, tendenze sessuali.
E’ però su quest’ ultimo punto che
Obama, che ha anche già assunto
una transgender alla Casa Bianca,
può fare ulteriori passi, prima della fine del suo luminoso mandato e,
contemporaneamente, contribuire
a perfezionare il concetto, sempre
migliorabile, del politicamente corretto, e, in simultanea, quali siano
le priorità nei titoli giornalistici.
Il mondo è vario, e nessuno
deve essere discriminato, quin-
di aspettiamo con ansia di sapere
dove sarà collocato in qualche ramo
della pubblica amministrazione,
ma un ramo alto, e con forte risalto
su ogni testata, il primo o la prima «bestialista» (rapporti sessuali
con animali), il primo o la prima
coprofago/a o coprofilo/a, il primo o
la prima «apotemnofilo» (ricerca di
partner con menomazioni fisiche),
il primo «feticista» o il primo «efefilo» (attrazione sessuale per tessuti come seta e velluto), e forse è
anche ora di smetterla di accanirsi
contro gli esibizionisti, visto che a
seno nudo si fanno manifestazioni
politiche o foto ricordo a New York e
a pisello nudo opere teatrali e flash
mob vari.
Certo, c’è anche qualche movimento che rivendica il diritto al
sesso con minori (c’è anche qualche
milione di persone che legalmente
lo pratica coi matrimoni coatti in
varie parti del mondo), ma pian
piano ci arriveremo, oppure riusciremo forse finalmente a capire che
ognuno è libero di fare il sesso che
gli pare, purché non danneggi altri,
ma la cosa non costituisce titolo di
merito, così come non può costituire
titolo di condanna, né tema propagandistico per opportunismo politico o marketing vario, perché così si
arriva alla controdiscriminazione,
vale dire gay è figo, etero è banale,
noioso, scontato.
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Venerdì 25 Settembre 2015
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
15
A un mese di distanza, Tianjin, poco distante da Pechino, sembra un campo di battaglia
La città esplosa è sottosopra
Con i suoi 173 morti la zona sinistrata è un centro fantasma
DI
SIMONETTA SCARANE
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È
passato un mese dalle
esplosioni che il 12 agosto hanno sconquassato la zona portuale di
Tianjin, città della Cina a pochi chilometri di distanza dalla
capitale Pechino, facendo 173
morti. Tra questi, anche 96
pompieri, tra quelli del porto e
i dipendenti dello stato, i soli
ad aver ricevuto onori pubblici, non senza polemiche per la
disparità di trattamento, anche
risarcitorio, verso i pompieri
del porto. La rabbia degli abitanti è altissima e le autorità
criticatissime.
La tragedia del 12 agosto
è stata uno dei più grossi disastri industriali degli ultimi anni in Cina. Alle vittime
l’amministrazione erigerà un
monumento proprio nel punto
dell’esplosione, al centro del
«parco ecologico» che le autorità cinesi hanno intenzione di
realizzare nell’area, insieme
a scuole e giardini d’infanzia.
Un’idea giudicata ridicola dagli abitanti della zona che non
hanno nessuna intenzione di
tornare a vivere accanto «ad
un cimitero» dicono.
L’epicentro della zona di-
Una veduta dell’area di Tianjin devastata dalle esplosioni del 12 agosto
strutta dallo scoppio di un
magazzino dove erano stoccate più di 3 mila tonnellate di
sostanze tossiche (cianuro di
sodio che serve per produrre
gas asfissianti) oggi sembra
ancora un’area fantasma, un
campo di battaglia dopo un
bombardamento aereo. Piccoli
crateri continuano a emettere
fumi grigiastri. Una sbarra impedisce l’accesso a questa sorta di «Ground Zero» cinese con
l’area residenziale popolata da
enormi condomini, residenze
di lusso e centri commerciali
deserti dal giorno della tragedia. E che la polizia tiene sotto
controllo.
Tutto è rotto, apparecchi e
oggetti. Materassi e tendaggi e
tutti gli altri tessuti sono stati
contaminati dai prodotti tossici
e sono irrecuperabili. Le persone buttano tutto via in preda
alla collera.
Nell’area lavorano alcuni
uomini con le mascherine sul
viso per non respirare gas tossici: devono decontaminare i
containers che si sono salvati
dallo scoppio. Da un’altra parte, gli autisti di camion cisterna con le idrovore pompano
l’acqua verdastra altamente
inquinata e tossica dal lago
che si è formato dopo le tre
esplosioni e che raccoglie le
sostanze pericolose scaricate
dalle montagne di detriti. I
prelievi hanno dimostrato che
la percentuale di cianuro è 27
volte superiore alla norma. La
rabbia degli abitanti non è ancora passata. Anzi. Non sono
soddisfatti degli indennizzi
decisi dallo stato che si è impegnato a riscattare i loro appartamenti andati distrutti, ma a
un prezzo che non permetterà
loro di ritrovare un alloggio
simile nella città dove i prezzi
degli immobili si sono letteralmente impennati negli ultimi
anni. Inoltre, temono molto per
la propria salute: nessuno sa
quali saranno le conseguenze
sanitarie dovute alle ricadute
delle sostanze tossiche sprigionate dall’esplosione e disperse
nell’aria e nell’acqua. Ma le
autorità non hanno dato comunicazioni ufficiali. Inoltre, non
hanno ancora fatto luce sulle
cause del disastro, prestando
il fianco a ulteriori critiche di
scarsa trasparenza. La tragedia ha rivelato molte falle del
sistema politico che i vertici
non hanno voluto affrontare
finora. «Il mondo invidia la
crescita della Cina ma questa
è basata sul sangue» si legge
sul sito cinese Weibo.
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MA SULL’EUROPA INTANTO SI ADDENSANO ALTRE NUBI: CATALOGNA, PODEMOS E NUOVO LABOUR PARTY
Anche se si è rimangiato tutto, Tzipras è stato riconfermato
come leader: dalle nuvole dell’utopia al realismo del possibile
nome del nuovo partito, Podemos, preso in prestito da Barack Obama in
America: «Altri ci sono riusciti, noi non
smettiamo di insistere». I separatisti
hanno un’eccellente occasione per prevalere in Catalogna. Un altro segnale
viene dall’Inghilterra, con l’elezione di
Jeremy Corbyn, che ha conquistato
la leadership del Labour Party, ma movimenti di protesta, collocati a sinistra
come a destra, stanno crescendo quasi
dappertutto in Europa e attirano per
questa campagna politica fette ancora
più larghe dell’elettorato.
da Washington
Alberto Pasolini Zanelli
C
hi domenica scorsa si fosse
limitato a guardare dalla finestra l’Agorà di Atene per
apprendere il risultato delle
ennesime elezioni, ne avrebbe ricavato
un verdetto composito e comunque non
raccontabile come un trionfo. Il leader
della sinistra ha fatto centro una volta
di più, ma non ha aggiunto molto al suo
breve e intenso curriculum. Ha firmato
pagine importanti nella storia millenaria della sua patria. La Grecia delle sei
elezioni parlamentari in meno di dieci
anni e della costante conferma di un
leader giovane e praticamente sconosciuto fino a una manciata di mesi fa
non si è smentita neppure questa volta:
ha rinnovato la propria fiducia in una
formazione politica appena nata e che
sembrava avere un destino di tramonto
anticipato si è invece collocata una volta
di più in quello che potremmo chiamare
partito della protesta istituzionale.
cercava di strappare a Tsipras il bastone di leader dell’opposizione. I suoi
candidati hanno ceduto soprattutto
quelle parti dell’elettorato, in prevalenza giovane, che stavolta intendeva
contestare con la scheda, non solo gli
indeboliti oppositori di centro, che è la
capitale della corruzione, del mugugno
e del collasso economico.
L’esito di settembre sembra ricalcare con compiacimento il suo debutto augurale di gennaio. In voti e in
seggi, in percentuali, la sola novità è
la diminuita affluenza alle urne, che
ha colpito soprattutto le forze politiche
intermedie, di un centro ormai estinto,
di una destra più pugnace ma incapace anche stavolta di trarre profitto da
un ruolo di opposizione. Il solo partito
a perdere davvero è stato quello che
Un voto all’estrema sinistra, i
«secessionisti» dal partito della protesta, rischiava di spingere la Grecia
nella palude della rassegnazione. Un
eventuale voto a destra sarebbe stato come firmare una resa. Il voto per
Tsipras ha scongiurato entrambe le
ipotesi estreme. Restava allora Tsipras,
poco più di un rifiuto soprattutto morale. Adesso il megafono della protesta
nazionale è condannato a governare
Alexis Tzipras esulta per la rielezione a premier della Grecia
di nuovo, senza disporre di una vera
e propria facoltà di scelta. Il tentativo
ultimo per eliminarlo completamente dalla scena politica è fallito per la
volontà popolare. A questo punto, al
confermato premier non resta che deglutire la polpetta amara che Berlino
e Bruxelles gli hanno infilato in gola,
cercando di lasciare più o meno intatta
non solo il suo orgoglio personale ma
la dignità del paese e di farsi, intanto,
degli amici nuovi all’estero, se non nelle
burocrazie europeiste ma negli elettorati dei paesi affini.
Tsipras potrà sentirsi realmente
e quasi completamente soddisfatto
già tra una settimana di fronte al risultato delle elezioni regionali in Catalogna: la Spagna è ormai, per molti
versi, in una reazione analoga: già nel
Ma per quanto si impegnino,
non hanno il fardello che gli avversari continueranno a buttare addosso
a Tsipras: l’essere stato battagliero e
coraggioso, assai resistente ma senza le
armi per vincere, guidare un elettorato
che dà prova di una docilità incostante,
a continuare con grandi manifestazioni
di protesta ma che si rivolgano a un
fantasma perché un programma alternativo l’Europa ha bisogno, a cominciare, ma non unicamente, dai suoi soci
più poveri, sfortunati e depressi. Per
questo la Grecia può continuare, per
ora magari in modo solo simbolico, a
rimanere un fascio di luce e di buon
esempio. La partita non è chiusa. L’Europa definita «dei padroni» è debole e
oppressa, ma non è morta. Ha resistito
a ben altro. Pagando però stavolta uno
scotto insolitamente arduo.
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Venerdì 25 Settembre 2015
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
In Germania. Ma adesso la Ue è intervenuta per impedirlo. I tedeschi ingono di obbedire
Si può guidare fino a cento anni
Anche sul pedaggio autostradale hanno trovato un trucco
T
la patente. Un controsenso.
Ma gli euroburocrati non hanno fatto i conti con i trucchi
dei tedeschi, che quando vogliono stanno alla pari degli
italiani. Anzi ci superano,
come dimostrano i guai della
Volkswagen.
Bruxelles ha sancito,
devo ammettere con ragione
nonostante i miei interessi, che
è illogico non controllare mai
lo stato di salute dei guidatori,
come avviene in Germania. Le
auto devono subire una verifica ogni due anni, severissima,
ve lo assicuro. A parte i gas di
scarico, scopro adesso, se la
vettura è made in Germany.
Uomini e donne che siedono al
volante possono invece guidare per sempre, a meno che non
provochino un incidente, o non
restituiscano volontariamente
Le patenti prese a partire
dal 2013 avranno una validità
di 15 anni, ho letto. E mi sono
rassegnato. Chissà come sarà
la mia vista al momento della scadenza. Ed ecco la prima
eccezione a mio favore: i permessi conseguiti prima di quella data scadranno comunque
solo nel 2033. Data l’età che
avrò, comunque stiano i miei
occhi, potrei rinunciarci senza
eccessivi rimpianti. Non è finita: alla scadenza, il patentato
non dovrà sottoporsi a nessun
controllo medico ma, semplicemente, inviare al Verkehrsamt,
la motorizzazione, un paio di
foto attuali, e 24 euro per le
spese. Tutto come prima dunque. Solo vorranno controllare
come sono cambiato da quando conseguii la mia patente
tedesca nel 1973, sessant’anni
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da Berlino
ROBERTO GIARDINA
empo fa scrissi che avrei
potuto guidare fino a
cento anni, anche oltre,
sono un ottimista, perché ho la patente tedesca. Non
una semplice traduzione del
permesso di guida italiano, ma
un vero e proprio Führerschein
teutonico che non ha scadenza. Ebbene, mi devo correggere: non è più vero, sempre per
colpa della Ue che si impiccia
dei fatti dei singoli stati.
La Ue ha cambiato le regole tedesche sulla patente senza
scadenza e sulla gratuità delle autostrade. E i tedeschi
hanno trovato subito un trucco per fare a modo loro
dopo. Sarò sempre riconoscibile? Penso di sì, oltre che ottimista sono anche vanitoso.
Non è una grande notizia, ma lascia capire come si
comportano i tedeschi che ci
ostiniamo a credere sempre
corretti e ligi ai regolamenti.
Secondo le regole per fabbricare la birra, che risalgono al Medioevo, i francesi e i belgi non
producono una birra affidabile,
anzi la loro non sarebbe neanche una birra. La fanno addirittura con il riso al posto del
luppolo. Cercarono di vietare la
vendita della bière, e finirono
denunciati. Al processo, a Bruxelles, il loro avvocato sostenne che la birra francobelga era
pericolosa, troppo alcolica, e i
tedeschi in media ne bevevano
a testa un paio di litri al giorno.
Il giudice sentenziò: chi beve
quattro pinte di birra non può
preoccuparsi della qualità. La
Germania perse.
Ebbene, provate a chiedere una bionda belga o francese in un locale di Berlino o
di Monaco? Introvabili. La Ue
ha imposto di non vietarne
la vendita, ma i tedeschi non
sono obbligati a comprarle.
Molto rumore, e birra, per
nulla. Oppure basta ricordare
la recentissima vertenza sulle
autostrade a pagamento. In
Germania sono gratuite, ma il
ministro dei trasporti le vuole
fare pagare solo agli stranieri.
Vietato fare eccezioni secondo
le norme comunitarie: o tutti o
nessuno. Allora, trovato il trucco: io, berlinese d’adozione, pagherò la vignette annuale (forse sui 100 euro), ma la somma
mi verrà scontata sulla tassa
di circolazione che già verso
allo stato. Non vale, si sono
indignati a Bruxelles.
È probabile che Berlino
perda, ma si tratta in realtà di
un doppio trucco. Le Autobahnen gratuite sono un mito, un
tabù pericoloso da infrangere
per qualsiasi politico, ma il governo potrà dire: noi non vorremmo, è l’Europa che vi tassa.
Grazie ai tedeschi, guiderò finché riuscirò a vedere almeno
il volante, ma dubito che mia
moglie me lo consentirà.
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INTANTO LA PENISOLA CERCA INVESTITORI. ITALIANI IN ARRIVO
DOPO UN’INCHIESTA DURATA CINQUE ANNI
Sullo scippo della Crimea, l’Ucraina
presenta un conto miliardario a Putin
Coca-Cola deve 2,9 mld
di euro al fisco americano
L
DI
MAICOL MERCURIALI
o scippo della Crimea per il governo
ucraino è un affare a nove zeri. E gli
uomini del presidente Petro Poroshenko si preparano a chiedere un
maxi risarcimento alla Russia di Vladimir
Putin, accusata di aver annesso la penisola e
sostenuto i ribelli che hanno combattuto e ottenuto l’autonomia e che, dopo il referendum
dello scorso anno, sono entrati
a far parte della Federazione
russa. Il caso sarà portato davanti alla Corte internazionale
e, come ha spiegato il ministero
degli esteri ucraino Pavlo Klimkin, l’Ucraina chiederà alla
Russia una compensazione
per l’annessione della Crimea
e l’occupazione dei territori del
Donbas paragonabili alle cifre
in ballo per l’affare Yukos.
Ricordiamo che nell’estate del 2014 la Corte arbitrale
dell’Aia aveva condannato la
Russia a risarcire con 50 miliardi di dollari (circa 45 miliardi di euro) gli
ex azionisti del fallito colosso petrolifero, fondato dall’oligarca Mikhail Khodorkovsky,
poi smembrato e dato in mano a società pubbliche. «Sappiamo già quanto chiederemo, si
tratta di una cifra a nove zeri, di miliardi che
possono essere recuperati in varie azioni legali», è quanto ha dichiarato il ministro Klimkin
durante un talk-show. «Abbiamo contato tutto, anche il costo delle risorse naturali, anche
della sabbia che non possiamo usare». Per le
autorità ucraine serviranno tra i quattro e i
sei anni per arrivare al giorno delle sentenze
da parte dei tribunali internazionali.
Intanto la Crimea è alla ricerca di investitori. Visite come quella di Silvio Berlusconi, che nelle scorse settimane è stato
invitato dall’amico Putin a Sebastopoli, sono
servite ad aumentare l’appeal di questo territorio sul Mar Nero. Le autorità della Crimea,
per esempio, hanno recentemente annunciato
visite d’affari da parte di potenziali investitori italiani e svizzeri. Zaur Smirnov, a capo
del comitato per le relazioni internazionali
Petro Poroshenko
della Crimea, ha spiegato all’agenzia Ria
Novosti che gli accordi sono stati raggiunti
durante la visita della delegazione della
Crimea in Daghestan, in occasione dei duemila anni della fondazione della città di
Derbent. «I rappresentanti delle principali
aziende italiane e svizzere hanno espresso il desiderio di venire personalmente in
Crimea. Sono interessati al settore delle
costruzioni, con particolare riguardo ai resort turistici. Il volume degli investimenti
si presume possa essere superiore ai 10
miliardi di euro».
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L’
inchiesta è durata cinque anni e alla fine è risultato
che il gruppo Coca-Cola deve pagare al fisco americano 3,3 miliardi di dollari (2,9 miliardi di euro),
più gli interessi. La rivelazione è contenuta in un
documento borsistico relativo al produttore di bevande non
alcoliche. L’Irs, l’agenzia governativa americana responsabile
per le tasse (Internal revenue service), rimprovera al colosso
di Atlanta di aver comunicato al fisco un fatturato ridotto
negli anni 2007-2009.
L’Agenzia Usa stima
che Coca-Cola abbia
esternalizzato una
parte dei suoi profitti
vendendo la propria
produzione alle sue
filiali estere, nei paesi dove la tassazione è
più favorevole. Negli
Usa l’aliquota in vigore è del 35%.
Coca-Cola ha respinto queste conclusioni e ha annunciato
battaglia legale, ma le recenti decisioni del gruppo potrebbero giocare a suo sfavore. Nell’agosto scorso ha annunciato il
raggruppamento di tre delle sue società di imbottigliamento,
due europee e una americana. Un’operazione che ha come
conseguenza immediata il trasferimento della sede legale
della filiale americana a Londra, dove vige un sistema fiscale
più favorevole.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che definisce queste operazioni come «antipatriottiche», aveva presentato l’anno scorso una serie di misure potenziate proprio per
lottare contro questo fenomeno di evasione fiscale.
Ora la condanna piomba sul gruppo in momento delicato perchè Coca-Cola deve fare i conti con una erosione
delle vendite che hanno ridotto del 3% il volume d’affari
nel secondo trimestre 2015. Nonostante la società assicuri
che la condanna non avrà un impatto immediato sui propri
conti, tuttavia ne soffrirà. Se verrà confermata la condanna
a pagare i 3,3 miliardi di dollari al fisco (2,9 miliardi di euro)
Coca-Cola dovrà pagare al fisco Usa all’incirca la metà del
profitto netto realizzato l’anno scorso.
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22
Venerdì 25 Settembre 2015
Diritto
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Oggi il consiglio dei ministri esaminerà il decreto legge sulla inanza pubblica
Voluntary, proroga in 2 tempi
Istanze al 30 novembre, la relazione al 31 dicembre
Come cambia la voluntary disclosure
I tempi
Le sanzioni
Gli incassi
DI
ino al 30 novembre per presentare
I contribuenti avranno tempo ino
l’istanza di emersione all’Agenzia delle entrate. Il perfezionamento della domanda, con la presentazione di tutta la documentazione, potrà comunque avvenire entro il 31 dicembre 2015
Non è previsto al momento l’aumento delle sanzioni per chi
aderisce alla disclosure oltre l’attuale scadenza issata al 30
settembre (con possibilità di presentare la documentazione entro
i 30 giorni successivi)
Il governo ha già incassato 750 milioni dalle domande già presentate: andranno a evitare l’aumento delle accise previsto dal
1° ottobre. Con la riapertura si punta a mettere in cassa almeno
gli altri 761 milioni necessari per non far scattare l’aumento degli
acconti Ires e Irap previsto da novembre
CRISTINA BARTELLI
A
ncora una proroga
in due tempi per la
voluntary disclosure.
Finestra per il rimpatrio dei capitali aperta fino al
30 novembre (il termine originario è in scadenza al 30
settembre) con il meccanismo
della presentazione dell’istanza entro il 30 novembre e
completamento della procedura entro il 31 dicembre
2015.
2015 Come anticipato da ItaliaOggi, il maggior tempo per
la voluntary disclosure (fortemente osteggiato dal ministro dell’economia Pier Carlo
Padoan, che in più di un’occasione ufficiale ha precisato
che non ci sarebbe stata una
proroga) diventa il risolutore
per disinnescare le clausole
di salvaguardia in arrivo dal
1° ottobre: accise e maggiori
acconti di novembre Ires e
Irap. Oggi il consiglio dei mi-
nistri esaminerà un decreto
legge sulla finanza pubblica
che, secondo quanto risulta a
ItaliaOggi sta assumendo le
forme del decreto omnibus. Il
nodo più importante è quello
dell’articolo 1 che conterrà
la proroga per la procedura
di collaborazione volontaria.
In preconsiglio ieri non è arrivato nessun testo perchè i
tecnici del ministero dell’economia stavano ancora limando il testo. La struttura della
Il premier
Matteo Renzi
proroga non contiene al momento nessuna penalità per
chi riporterà i capitali oltre
il tempo originariamente fissato al 30 settembre.
A ieri il ministero dell’economia ragionava alla luce di
circa 50 mila domande presentate. In cassa, anche se
scaramanticamente, nel documento di economia e finanze (Def) non è stato iscritto
nulla come gettito, l’erario si
ritrova già cash 750 milioni
SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Ausiliari dei giudici, nessun taglio ai compensi
Nessun taglio ai compensi degli ausilia- legge di Stabilità del 2014, e ha inciso su
ri del giudici, nei procedimenti in cui si compensi che, a norma dell’art. 54 del dpr
applica il gratuito patrocinio, fino a che n. 115 del 2002, avrebbero dovuto essere
gli onorari non sono adeguati all’indice rivalutati ogni tre anni, in relazione alla
variazione dell’indice Istat. Tuttavia, nota
Istat.
La Corte costituzionale (sentenza 192, de- la Consulta, tale adeguamento non risulpositata il 24 settembre 2015) ha parzial- ta essere intervenuto da oltre un decennio
mente bocciato l’articolo 106-bis del dpr (l’ultimo risale al decreto ministeriale 30
115/2002 (Testo unico spese di giustizia), maggio 2002).
che dispone la riduzione di un terzo degli Certo l’articolo 50 del dpr n. 115 del 2002
importi spettanti all’ausiliario del magi- dispone che gli onorari degli ausiliari,
strato (ad esempio un consulente tecnico). rapportati alle vigenti tariffe professioIl vizio della norma sta nel fatto che non nali, devono tenere conto che si tratta di
impedisce la diminuzione anche in caso servizi resi di natura pubblicistica agli ufdi applicazione di tariffe non adeguate a fici giudiziari e quindi vanno ridotti. Ma
norma dell’art. 54 del dpr n. 115 del 2002. dopo oltre un decennio di nulla di fatto,
Quest’ultima disposizione prevede che gli la base tariffaria sulla quale calcolare i
onorari devono essere adeguati ogni tre compensi risulta ormai seriamente sproanni con applicazione dell’indice Istat. Ma porzionata per difetto.
se non c’è l’adeguamento Istat (come è E il fatto che il legislatore della legge di
capitato fin dal 2002), allora non ci può stabilità per il 2014 non ha tenuto conto
del livello basso dei compensi implica che
essere riduzione.
Ma vediamo di analizzare la sentenza che la normativa ha superato il limite della
manifesta irragionevomette di fronte spending
lezza.
review giudiziaria e onoLa
sentenza
La spesa pubblica anrari del professionisti, che
sul sito www.italia- drà pure ridotta, ma
lavorano per i tribunali.
c’è un limite all’abbasLa norma sulla riduziooggi.it/documenti
samento dei compensi.
ne di un terzo si deve alla
Tagliare una cifra già bassissima è incostituzionale.
Tra l’altro si tratta di prestazioni tendenzialmente non rifiutabili dall’interessato,
il quale, in quanto pubblico ufficiale, è obbligato alla fedele e diligente esecuzione
delle proprie competenze professionali.
E poi va evitato che i professionisti facciano incetta di incarichi, per recuperare
un compenso decente. Così come va evitto
l’allontanamento, dal circuito dei consulenti d’ufficio, dei soggetti dotati delle
migliori professionalità.
Va bene, dunque, la riduzione della spesa erariale in materia di giustizia, ma la
riduzione deve operare su tariffe da un
lato, proporzionate (sia pure per difetto,
tenendo conto del connotato pubblicistico)
a quelle libero-professionali e, dall’altro,
preservate in rapporto alle variazioni del
costo della vita.
Naturalmente, conclude la sentenza, quasi a mettersi in anticipo al riparo da eventuali polemiche sulle ricadute delle sue
sentenze sui conti pubblici, il legislatore
può fare una nuova legge e, magari, superare il meccanismo di adeguamento.
Antonio Ciccia
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di euro. Una somma già impegnata per evitare l’aumento
delle accise, per cui era previsto un aggravio di 728 milioni
di euro.
Ricordiamo che è stato previsto a copertura del meccanismo di inversione contabile dell’Iva nella grande
distribuzione bocciato dalla
Ue l’aumento delle accise. La
«reverse charge» era stata introdotta con la legge di Stabilità per il 2015 ma la richiesta
italiana di applicarla, in deroga alla normativa comunitaria sull’Iva, è stata respinta
dalla Ue a maggio, lasciando
un buco di bilancio da 728
milioni (tanto era stata cifrata la misura in Stabilità).
La clausola di salvaguardia,
inserita proprio in attesa del
giudizio europeo, prevedeva
appunto l’aumento dell’accisa
sulla benzina (inizialmente
già da giugno, poi prorogato
al 1° ottobre).
La casella che rimarrebbe
scoperta e per cui si renderà
necessaria (e digeribile per
chi ai vertici dell’amministrazione l’ha continuata ad
avversare) la proroga è quella
dell’aumento degli acconti di
novembre di Ires e Irap. Una
casella che vale 761 milioni
di euro che, a questo punto,
sarebbero posti in sicurezza
con gli introiti della voluntary disclosure lasciata, appunto, aperta tecnicamente fino
al 31 dicembre 2015.
Il decreto potrebbe contenere, secondo quanto risulta
a ItaliaOggi anche un riordino delle black list fiscali con
l’eliminazione di alcuni paesi
considerati non più paradisi.
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G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Tribunale Ue, annullati i bandi discriminatori per Italia e Spagna
Ue, concorsi multilingue
Nessuna priorità a francesi, inglesi e tedeschi
DI
GLORIA GRIGOLON
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I
talia e Spagna prendono
la rivincita sui bandi di
concorso europei. L’uso del
trilinguismo (inglese, francese e tedesco) nei processi di
selezione del personale Ue è
infatti da considerarsi come
vincolo discriminante. A livello comunitario, italiani e spagnoli vantano gli stessi diritti
di inglesi, francesi e tedeschi,
e hanno quindi facoltà di inviare la propria candidatura
e dialogare con le istituzioni
in lingua madre senza subire
penalizzazioni.
Con la sentenza del 24
settembre 2015 (nelle cause
T-124/13 e T-191/13), l’ottava sezione del tribunale dell’Unione europea si è
schierata a favore di Italia e
Spagna, annullando tre bandi di concorso pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea tra il dicembre 2012
e il gennaio 2013 per l’assunzione di funzionari e agenti
immediatamente operativi.
Tra i prerequisiti dei bandi di
concorso (che sarebbero servi-
ti a formare elenchi di riserva
a scopo d’assunzione) compariva il possesso come seconda
lingua o come lingua base di
comunicazione con l’Espo (l’ufficio europeo di selezione del
personale) o dell’inglese, o del
francese o del tedesco, precludendo e limitando la possibilità di assunzione a candidati
italiani, spagnoli o di altra
origine europea non inclusa
nella triade linguistica.
Il tribunale Ue, uno dei
tre organi giurisdizionali
dell’Unione, assieme alla Corte di giustizia Ue e al Tribunale della funzione pubblica,
Appalti, azienda risarcita
per la perdita di tempo
Scatta il danno da tempo perso per l’azienda rimasta
sospesa per la gara prima bandita e poi annullata in
autotutela dall’ente. Si configura la responsabilità
extracontrattuale in capo alla stazione appaltante,
costretta a «rimangiarsi» la procedura a evidenza
pubblica rivelatasi illegittima fi n dall’inizio. L’impresa risultata vincitrice del bando, in seguito cancellato per un vizio dalla stessa amministrazione, ha
diritto al risarcimento perché ha comunque interesse
a non essere coinvolta in trattative inutili, perdendo tempo e denaro, laddove la procedura pubblica è
destinata a non andare a buon fine per la condotta
scorretta dell’amministrazione pubblica. È quanto
emerge dalla sentenza 11008/15, pubblicata dalla
seconda sezione del Tar Lazio.
Buona fede. L’interesse negativo dell’impresa fa
scattare il ristoro del danno emergente e del lucro
cessante: il primo per le spese sostenute ai fini della
partecipazione alla gara e in previsione della stipulazione del contratto, il secondo per la perdita di
ulteriori occasioni contrattuali. Anche le pubbliche
amministrazioni hanno infatti il dovere di comportarsi secondo buona fede, sia nelle mere trattative
negoziali sia nell’ambito degli appalti pubblici. E
dunque si configura l’obbligo di ristoro quando l’ente è costretto ad annullare la procedura per un suo
errore. Nella specie non è rifuso all’impresa il lucro
cessante perché non risulta provato. Né possono essere risarcite le voci di danno che fanno riferimento
all’interesse positivo in quanto riguardano le utilità
e ai vantaggi che sarebderivati dall’eseLa sentenza sul sito bero
cuzione del contratto.
www.italiaoggi.it/
Spese di giudizio compensate.
documenti
Dario Ferrara
ha precisato che «l’obbligo dei
candidati di scegliere il francese, l’inglese o il tedesco come
seconda lingua non risulta né
oggettivamente giustificato né
proporzionato all’obiettivo perseguito dalla Commissione».
Relativamente alla richiesta
linguistica, i governi di Roma
e Madrid avevano rivendicato
i propri diritti, impugnando i
bandi di concorso additandoli
come «discriminatori» e sostenendo che ogni cittadino europeo debba poter dialogare entro
i confini Ue e con l’istituzione
centrale nella propria lingua
madre. Richiamando il rego-
lamento n. 1 del 1958 dell’Ue,
che stabilisce il regime linguistico della comunità, e alla luce
del principio di proporzionalità, il tribunale comunitario ha
rimarcato come debbano essere garantiti pari dignità e pari
trattamento a tutte e 23 le lingue ufficialmente riconosciute
dei 28 paesi membri.
«È evidente», ha commentato
l’autorità, «che un obbligo siffatto consente di avvantaggiare alcuni candidati potenziali,
in quanto costoro possono partecipare al concorso ed essere
così assunti come funzionari o
agenti dell’Unione, mentre gli
altri, che tale conoscenza non
possiedono, sono esclusi». La
Commissione, ha concluso il
tribunale, non ha dato prova
del fatto che la limitazione linguistica risponda all’interesse
del servizio e non può quindi
essere tollerato un metro di
selezione simile.
La sentenza sul sito
www.italiaoggi.it/
documenti
BREVI
In vigore il nuovo documento di viaggio per
stranieri, apolidi e rifugiati politici. Sarà anche
elettronico: l’adeguamento
al nuovo formato, come è
stato per il passaporto, è
imposto dai regolamenti
del Consiglio europeo. Lo
spiega il ministero dell’interno, affermando in una
nota che «sarà più sicuro,
difficilmente falsificabile
e verrà rilasciato anche
ai cittadini stranieri che
vivono in Italia, per cui è
impossibile farsi rilasciare
un passaporto dalle autorità dei paesi d’origine, in
questi casi, la legge italiana prevede che venga loro
rilasciato comunque un
documento per circolare
anche al di fuori dell’Italia».
Hanno preso servizio
in Piemonte 146 aspiranti
funzionari per attività
amministrativo-tributaria
dell’Agenzia delle entrate ammessi al tirocinio
teorico-pratico previsto dalla procedura selettiva per
l’assunzione a tempo indeterminato di 892 funzionari
in tutta Italia, di cui 110 in
Piemonte. Una procedura
sprint, avviata a fine febbraio, che prevede nel giro
di pochi mesi l’inserimento
delle persone selezionate
all’interno della struttura
organizzativa dell’Agenzia
delle entrate. Il tirocinio
è finalizzato a verificare,
sulla base di metodologie
e criteri predeterminati,
l’abilità ad applicare le
proprie conoscenze alla
soluzione di problemi operativi, i comportamenti
organizzativi, le attitudini
e le motivazioni a svolgere
la fondamentale attività di
servizio pubblico.
«Dalla crisi al riordino
del sistema dei Confidi» è
il tema della convention di
Fedart Fidi che si tiene a Castiglione della Pescaia (Gr)
fino a domani 26 settembre.
Fedart Fidi, Federazione
nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato, promossa da Confartigianato,
Cna e Casartigiani, e che
associa circa 130 Confidi
per un volume complessivo
di finanziamenti garantiti,
stando agli ultimi dati certificati, di circa 13 miliardi
di euro, con garanzie per 6,4
miliardi di euro a favore di
oltre 725 mila micro e piccole imprese, è fortemente
impegnata, spiega una
nota, ad alleviare il credit
crunch che da tempo sta
attanagliando le micro e
piccole imprese ostacolandone la ripresa. A tale fine
la Federazione ha rafforzato l’interlocuzione con tutte
le istituzioni pubbliche
coinvolte nell’accesso al credito avanzando specifiche
proposte «di sistema» su numerosi temi di importanza
determinante per le Pmi e
per i Confidi stessi.
Venerdì 25 Settembre 2015
23
S&P resta
a Trani
Il processo sull’agenzia di rating Standard
& Poor’s, accusata di
manipolazione aggravata del mercato, resta a
Trani. Respinte dunque
le richieste delle difese
che chiedevano il trasferimento per competenza territoriale ad altra
sede. Questa la decisione
presa ieri dal tribunale
collegiale, che ha inoltre
ritenuto ammissibile la
testimonianza del ministro dell’economia in carica, Pier Carlo Padoan,
nei confronti del quale
era stata inizialmente
sollevata un’eccezione
legata all’immunità di
ex esponente dell’Ocse.
Il caso in questione riguarda il declassamento
operato dall’agenzia S&P
nel gennaio 2012, nel
pieno della crisi europea, che ha abbassato il
rating sovrano dell’Italia
da A (buone capacità di
rispettare gli obblighi finanziari) a BBB+ (minore capacità di adempiere
agli obblighi assunti). A
rispondere dell’accusa:
Deven Sharma, ex presidente mondiale di Standard e Poor’s, Yann Le
Pallec, responsabile per
l’Europa dell’agenzia, e
gli analisti di S&P Eileen
Zhang, Moritz Kraeme e
Franklin Crawford Gill.
L’ex ministro delle finanze Giulio Tremonti,
deponendo ieri dinanzi
al tribunale di Trani, ha
ricordato che il 2011 fu
«un periodo di grande
turbolenza» e che è quindi «difficile dire cosa abbia prodotto quel downgrade deciso da S&P». Lo
stesso ha poi confermato
quanto detto nel report
del maggio 2011 del Mef,
vale a dire che l’economia italiana presentava
segni di miglioramento
e che l’unico rischio potenziale che veniva contemplato era quello di
«paralisi politica».
«Questo caso», ha ribattuto dal canto suo
S&P, «si basa su una
interpretazione errata
del nostro ruolo, che è
quello di supportare la
trasparenza e la liquidità dei mercati fornendo
una opinione indipendente del merito di credito relativo. L’integrità
dei nostri processi», ha
continuato l’agenzia,
«è attentamente monitorata dalla European
securities & markets
authority (Esma). Continuiamo a sostenere
la validità delle nostre
azioni di rating sull’Italia prima e durante la
crisi dell’Eurozona, e
continueremo a difendere le nostre persone da
queste accuse completamente infondate».
Gloria Grigolon
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I M P O S T E E TA S S E
Venerdì 25 Settembre
S
2015
25
Le strategie per il contrasto all’evasione nel rapporto del governo presentato col Def
Il fisco fiuta le grandi aziende
Nel mirino chi si ridimensiona per sfuggire ai controlli
DI
VALERIO STROPPA
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O
cchi del fisco puntati
sulle grandi aziende
che cercano di «mimetizzarsi» tra quelle di
medie dimensioni. Per sfuggire
al tutoraggio, che sottopone ormai a controlli costanti (annuali o al massimo ogni biennio) i
gruppi con fatturati superiori
ai 100 milioni di euro, alcune
società hanno realizzato operazioni straordinarie «finalizzate
a contrarre la loro dimensione».
Fusioni, scissioni, cessioni di
rami d’azienda, poste in essere
con un preciso obiettivo: uscire
dalla platea dei big ed entrare
nel ben più ampio bacino delle medie imprese, che essendo
più numerose incorrono invece
in attività di verifica con meno
sistematicità. È questo uno dei
punti di novità che emergono
dalle strategie per il contrasto
all’evasione fiscale per l’anno
2015 illustrate nel rapporto
messo a punto dal governo
in sede di aggiornamento del
Def (si veda altro articolo in
pagina). Indicazioni che di
fatto sostituiscono la consueta circolare dell’Agenzia delle
entrate recante i criteri per
la selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo
(quest’anno non ancora ema-
Controlli: le strategie del fisco per il 2015
Il «cambia
verso»
Grandi
contribuenti
Imprese
di medie
dimensioni
Piccole
imprese
e lavoratori
autonomi
Potenziare l’invio di comunicazioni ai contribuenti per consentirgli
di veriicare preventivamente la correttezza dei propri comportamenti dichiarativi (e incentivare il ravvedimento laddove questi
non fossero esatti). Fare fronte alle esigenze derivanti dal lusso
delle istanze di voluntary disclosure
Proseguire nell’analisi di ciascuna posizione iscale (tutoraggio),
in modo da assicurare un eficace risk rating. Massima attenzione
sulla pianiicazione iscale aggressiva
Potenziamento dell’analisi di rischio basata sull’utilizzo di applicativi informatici. Mappatura delle medie imprese presenti in
ciascuna provincia e censimento dei relativi rischi di evasione/
elusione. Occhi puntati sulla «migrazione» dei grandi contribuenti
verso la categoria delle medie imprese attraverso speciiche
operazioni societarie inalizzate a ridurre le loro dimensioni
Proseguire sull’analisi del rischio già avviata attraverso l’utilizzo di
tutto il patrimonio informativo a disposizione. Per i professionisti
stop alla presunzione di redditività dei prelievi (bocciata dalla
Consulta). Indagini inanziarie concentrate su artisti e professionisti, solo nei casi più gravi
nata). Per quanto riguarda
nata)
piccole imprese e lavoratori
autonomi, «in linea con le indicazioni dell’Ocse continuerà
a essere potenziata la fase di
analisi del rischio, attraverso
l’utilizzo del patrimonio informativo di cui già l’amministrazione finanziaria dispone». Con
Il regolamento è atteso in Gazzetta
Da Corte conti
sì al patent box
P
atent box in dirittura
d’arrivo: la Corte dei
conti, secondo quanto
risulta a ItaliaOggi,
ha registrato il regolamento
che disciplina il meccanismo
in base al quale le imprese
che svolgono attività di
Ricerca&Sviluppo
viluppo
possono usufruire di un
regime op-zionale di
esenzion e p a rziale da
imposte
dirette e
Irap dei
redditi
derivanti
dall’utiliz-zo dei beni
ni
immateriali
(si veda ItaliaOgaliaOggi del 29 agosto
gosto e del
9 settembre
re 2015). Adesso
manca solo
o la pubblicazione del provvedimento
vvedimento sulla
Gazzetta Ufficiale, cosa che
dovrebbe accadere nei prossimi giorni. Va ricordato che i
beneficiari dell’agevolazione
sono tutti i soggetti titolari
di reddito di impresa. Le attività di R&S, elencate nel
decreto, possono essere svolte anche mediante contratti
stipulati con università, enti
di ricerca e start up innovative. L’opzione può essere esercitata da chi ha diritto
allo sfruttamento
sfruttame
economico dei
beni immateimma
riali. Ne
Nella
definizione
definizio
di bene
immateriale rientrano,
entra
oltre ai
brevetti
industriaindustr
li concessi
conce
o in corso di
concessione,
concessio
anche i marm
chi di impresa,
impre
inclusi i marchi colc
lettivi, registrati o in corso
co
di registrazione. L’opzione
L’opzio
è irrevocabile, rinnovabil
rinnovabile e
ha durata pari a cinque periodi di imposta. L’esenzione
crescerà gradualmente, 30%
nel 2015, 40% nel 2016, per
stabilizzarsi, a regime.
specifico riferimento ai professpecifico
sionisti, però, il fisco dice addio
alla presunzione di redditività
che considerava i prelievi dai
conti correnti non giustificabili
come maggiori ricavi. Tale disposizione, prevista dal l’articolo 32 del dpr 600/1973, resta
valida per i soggetti imprendi-
tori,
tori ma per i professionisti è
stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta (sentenza
n. 228/2014).
Se in termini di lotta all’evasione l’obiettivo dichiarato dal
Mef è quello di «consolidare i
risultati conseguiti nel 2014»,
il 2015 dovrà essere anche l’an-
no di «avvio di un processo di
evoluzione del rapporto tra fisco e contribuente, improntato
a un patto di reciproca fiducia».
Diversi gli strumenti messi in
campo: comunicazioni preventive di anomalie per spingere
il nuovo ravvedimento, avvio
della cooperative compliance
con le grandi multinazionali,
potenziamento dei servizi telematici. Senza dimenticare
la voluntary disclosure, per
la quale l’obiettivo più sfidante per gli uffici sarà quello
di garantire «una maggiore
flessibilità organizzativa delle strutture operative per far
fronte alle esigenze derivanti
dal flusso delle richieste e dalla
loro tipologia».
Nel corso dell’anno proseguirà, inoltre, il lungo percorso di
integrazione delle numerose
banche dati a disposizione della
anagrafe tributaria, «nell’ottica
di consentire a tutti gli organi
di controllo un utilizzo sempre
più mirato delle informazioni
per il contrasto all’evasione».
Sul punto, il Mef auspica un
migliore coordinamento nelle
attività operative di Entrate,
Dogane-Monopoli, Inps, Siae e
comuni, nell’ambito di quella
cabina di regia istituita dal dl
n. 112/2008.
© Riproduzione riservata
Lotta all’evasione, 23,7 miliardi in cassa
Volano i risultati della lotta all’evasio- dall’estero, retribuendo (solitamente
ne internazionale nel 2014. Con riferi- poco) la filiale italiana solo in applicamento alle operazioni transfrontaliere, zione di alcuni contratti di servizi inlo scorso anno la Guardia di finanza ha fragruppo.
recuperato a tassazione 23,7 miliardi Fattispecie che sono sempre più al sedi euro, contro i 15,1 miliardi del 2013, taccio dei verifi catori, che nell’ultimo
facendo segnare un balzo del 56%. Un anno hanno deciso di contestare tali
dato che, confrontato all’evasione com- strutture più sotto il profilo della staplessiva scoperta dai militari nel 2014 bile occulta (il cui recupero è salito da
nel settore delle imposte sui redditi, 5,5 a 7,5 miliardi di euro) che non sotto
incide per il 42,7%. A evidenziarlo (si il profilo del transfer pricing (cresciuto
veda anche altro articolo in pagina) è comunque del 5,2%).
il ministero dell’economia, nel rappor- A contribuire significativamente nella
to sul contrasto all’evasione presentato voce «Altre manovre elusive», salita di
in allegato alla nota di aggiornamento quasi sei volte rispetto al 2013, sono
del Def 2015 (si veda ItaliaOggi del 22 state invece le migliaia di indagini e verifiche svolte dai reparti Gdf a contrasto
settembre scorso).
Nel mirino delle Fiamme gialle sono fi- delle frodi carosello in materia di Iva.
niti soprattutto i contribuenti italiani Si tratta di transazioni che, sfruttanche detengono all’estero capitali non do la normativa vigente che regola gli
scambi tra l’Italia e gli altri operatori
dichiarati.
Un’attività di indagine che si è intensi- dell’Unione europea, attraverso l’interficata anche per «sponsorizzare» l’ade- posizione fi ttizia di imprese nazionali
sione alla procedura di voluntary disclo- prive di qualsiasi struttura operativa
sure, soprattutto alla luce dei numerosi (cosiddette «cartiere»), consentono ai
accordi sullo scambio di informazioni beneficiari della frode di ottenere indesottoscritti dall’Italia. I paesi in cui ri- biti risparmi di imposta e di poter pratisultano localizzati i capitali occulti por- care prezzi inferiori al valore di mercatati alla luce dalla Gdf nel 2014 sono la to, a danno degli operatori onesti.
Svizzera (18% dei casi) e le isole Ber- L’Iva evasa scoperta nelle frodi carosello «è stata pari a 1,9 miliardi di euro»,
muda (16%).
Continuano le verifiche anche per quan- aggiunge il rapporto, «pari al 31,5% tutto riguarda le stabili organizzazione oc- ta l’evasione d’Iva constatata dal Corpo
nel 2014, a testimonianculte detenute in Italia
za della forte incidenza
da società straniere. A
Il testo del rappordi tale genere di frodi
guidare il fi lone ci sono
to sul contrasto
sul gettito d’imposta sul
naturalmente le multiall’evasione
sul
sito
valore aggiunto sottratto
nazionali di internet,
all’erario».
che vendono attraverso
www.italiaoggi.it/
Valerio Stroppa
la rete ma fatturano le
documenti
operazioni direttamente
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26
Venerdì 25 Settembre 2015
I M P O S T E E TA S S E
Sentenza della Cassazione: l’iter si sospende per la persona isica
Verifiche, passaggi rigidi
LE ENTRATE KO
Detrazioni,
dischetto
Accertamenti prima sulla società, poi sui soci sufficiente
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DI
GIOVAMBATTISTA
PALUMBO
L’
accertamento tributario nei confronti
di una società di
capitali a ristretta
base societaria, nella specie
riferito a utili extracontabili,
costituisce un indispensabile
antecedente logico-giuridico
dell’accertamento nei confronti dei soci, in virtù dell’unico
atto amministrativo da cui
entrambe le rettifiche promanano, con la conseguenza che,
non ricorrendo, com’è per le
società di persone, un’ipotesi
di litisconsorzio necessario, in
ordine ai rapporti tra i rispettivi processi, quello relativo
al maggior reddito accertato
in capo al socio deve essere
sospeso ai sensi dell’art. 295
cod. proc. civ., applicabile nel
giudizio tributario in forza del
generale richiamo dell’art. 1
del dlgs n. 546 del 1992. Così
ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza n. 18062
del 14 settembre 2015. Nel
caso di specie la Commissione tributaria regionale aveva
accolto l’appello del contribuente, annullando l’avviso di
accertamento per il recupero
a tassazione ai fini Irpef del
reddito da partecipazione in
società a responsabilità limitata, basato sul presupposto
che a quest’ultima era stato
notificato avviso di accertamento di maggiori redditi
(non contabilizzati e non dichiarati) e che detti redditi
dovevano presumersi distribuiti ai soci, essendo la compagine societaria ristretta. I
giudici di secondo grado, dopo
aver accolto l’appello proposto
dalla società, avevano dunque
ritenuto che anche il provvedimento rivolto nei confronti del
socio dovesse essere annullato, essendo tale controversia
direttamente conseguente a
quella della società. L’Agenzia delle Entrate assumeva
invece con il ricorso in Cassazione, poi accolto dai giudici
di legittimità, che il semplice
presupposto dell’esistenza di
una sentenza (non definitiva)
concernente la validità del
provvedimento logicamente
presupposto (e cioè l’avviso
di accertamento del maggior
ricavo da parte della Srl) non
poteva costituire ragione sufficiente di adozione per la pronuncia relativa all’atto logicamente conseguente, sicché il
giudicante avrebbe dovuto
sospendere la pronuncia sulla
questione pregiudicata, in attesa che fosse passata in giudicato la pronuncia relativa
alla questione pregiudicante.
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La sentenza sul sito
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documenti
LE CONDIZIONI PER APPLICARE LE RIDUZIONI
DI
Spettacoli con l’Iva ordinaria
Le attività spettacolistiche, comprese le operazioni accessorie, soggiacciono ad Iva nella
misura ordinaria salvo alcune eccezioni.
Per usufruire dell’aliquota agevolata del 10%
è necessario non solo rientrare nei casi previsti dal punto 123, Tabella A, Parte III, del dpr
633/72 (spettacoli teatrali di qualsiasi tipo,
concerti ecc.) ma anche nei presupposti di
cui all’art. 74-quater.
Sul punto la Corte di cassazione con sentenza n. 12280 del 2015 è stata chiamata
a dirimere la controversia in merito all’applicabilità o meno dell’aliquota Iva del 10%
su taluni «atti di compravendita» inerenti
l’effettuazione di concerti. Nella fattispecie
in oggetto una società, definitasi «produttrice dello spettacolo», aveva ceduto a terzi
«organizzatori» tali manifestazioni con Iva
agevolata, i quali avevano a loro volta ribaltato materialmente sugli spettatori il
costo del biglietto. A sostegno del suo operato la società cedente sottolineava come
agendo nell’ambito del «mandatario senza
rappresentanza» tali prestazioni di servizi
avrebbero dovuto scontare l’imposta propria
della prestazione oggetto del mandato (lo
spettacolo) sia nel rapporto tra mandante e
mandatario sia in quello tra quest’ultimo ed
i terzi. La Suprema corte, non accogliendo
tale tesi, coerentemente con i giudici d’appello, ha sottolineato come per le attività
spettacolistiche di cui al punto 123 venga
riconosciuto un trattamento Iva agevolato
esclusivamente qualora le stesse siano prestate a favore del pubblico quale fruitore
diretto della manifestazione. Infatti, prosegue la Corte nella sua pronuncia, occorre
individuare, così come stabilito dall’art.
74-quater, il momento in cui la prestazione
si considera effettuata con l’inizio dell’esecuzione e avendo come documentazione
fiscale un titolo di accesso rappresentato
dal «biglietto» e non la fattura emessa nei
confronti dell’organizzatore.
Pertanto si esclude l’applicabilità dell’aliquota Iva agevolata qualora le prestazioni
spettacolistiche, pur rientranti nell’elencazione del punto 123, Tabella III, siano oggetto di cessione ad organizzatori terzi che
a loro volta addebitano i costi di accesso sul
pubblico pagante, dovendosi applicare in
tal caso l’aliquota Iva ordinaria del 22%.
Enrico Savio
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FISCO DEGLI ALTRI
È stato estradato in Italia Marco Marenco, l’ex patron dell’industria Borsalino,
arrestato nei mesi scorsi a Lugano per il
crac da 3,5 miliardi di euro di numerose società del settore energetico. L’imprenditore
è stato preso in consegna dalla guardia di
finanza italiana alla frontiera tra l’Italia e
la Svizzera e si trova adesso nel carcere di
Asti. Marenco è accusato di una lunga serie
di reati, tra cui bancarotta fraudolenta,
truffa ed evasione fiscale.
L’inchiesta, coordinata
dal pm astigiano Luciano Tarditi, è scattata
in seguito alle verifiche
fiscali eseguite dal nucleo
antifrode della direzione
interregionale delle dogane nei confronti delle
società dell’imprenditore. Marenco sarà adesso
detenuto in regime di
isolamento. Marenco era
stato arrestato lo scorso
24 aprile a Lugano, dopo
una latitanza durata
dall’estate precedente.
L’uomo non metteva piede in Italia dal luglio 2014, quando la
Procura di Asti aveva spiccato un mandato
di arresto nei suoi confronti.
Il Comune di Roma ha sottoscritto un
accordo con la King Baudouin Foundation
United States (Kbfus), un’organizzazione
no-profit specializzata nello svolgimento
di attività di fund raising e ha istituito per
gli Stati Uniti uno specifico fondo dedicato
a Roma, denominato «Rome Heritagè».
«Con questo strumento l’amministrazione
capitolina si arricchisce di un ulteriore
tassello essenziale per la ricerca di fondi
per il restauro, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della
città eterna», ha dichiarato il sindaco della
Capitale, Ignazio Marino. «Quest’iniziati-
va permetterà a tutti i donatori americani
di poter usufruire delle agevolazioni fiscali
previste dalla normativa statunitense e
scaricare dunque dalle tasse il loro contributo. Questo renderà ancora più forte
l’attrazione di capitali stranieri».
Eliminare gli svantaggi concorrenziali
causati dall’Iva alle imprese svizzere rispetto a quelle estere e garantire maggiori
entrate alla Confederazione. È stabilito dal
Consiglio nazionale di
Berna, che ha approvato
all’unanimità la revisione parziale della legge
sull’Iva inviando il testo
alla Camera bassa. Una
delle principali novità
riguarda l’assoggettamento delle imprese
estere attive in Svizzera
quando il loro fatturato
annuo mondiale, e non
più solo quello realizzato su territorio elvetico,
supera i 100 mila franchi. Questa misura, già
integrata nell’ordinanza sull’Iva, dovrebbe portare maggiori entrate per 40 milioni
di franchi all’anno alla Confederazione.
Un’altra novità interessa chi acquista
online articoli all’estero. I rivenditori stranieri che operano su internet e realizzano
un giro d’affari di oltre 100 mila franchi
dovranno anch’essi pagare l’Iva per la
merce da spedire in Svizzera. Le edizioni
online di giornali e riviste saranno invece
assoggettate a un’aliquota ridotta del
2,5%, come avviene per le edizioni cartacee.
Saranno escluse dall’Iva le prestazioni
degli istituti delle assicurazioni sociali
e quelle fornite in un’organizzazione come contropartita per il contributo di un
benefattore.
Tancredi Cerne
DEBORA ALBERICI
L’imprenditore può detrarre l’Iva anche quando le fatture non sono
state annotate nel registro degli acquisti ma
semplicemente su un
supporto informatico.
È dunque necessario
che l’ufficio abbia avuto modo di ricostruire
il debito d’imposta e il
conseguente beneficio
fiscale.
È questo quanto affermato dalla Corte di
cassazione che, con la
sentenza numero 18924
del 24 settembre 2015,
ha respinto il ricorso
dell’Agenzia delle entrate.
La chiave di lettura
delle motivazioni depositate ieri al Palazzaccio
sta nella rintracciabilità delle operazioni passive del contribuente e
nell’esistenza del debito relativo all’imposta
sul valore aggiunto.
Nel caso sottoposto
all’esame della Corte i
Supremi giudici hanno
confermato il verdetto
espresso dalla Commissione tributaria regionale di Roma, spiegando che se è incontestato
che al momento della
verifica fiscale i dati
relativi all’annotazione delle fatture passive
non erano stati ancora
trascritti su supporto
cartaceo, con conseguente omessa registrazione delle fatture
passive nel termine, è
certo che nessuna contestazione è stata mossa
dai verificatori alla società in ordine alla reale effettuazione delle
operazioni imponibili,
agli importi fatturati e
alla imposta liquidata e
versata in rivalsa dalla
contribuente. Essendo
stati pertanto in grado
i verbalizzanti di rilevare egualmente, in base
ai dati e altri documenti di cui sono venuti in
possesso nel corso della
verifica, le informazioni necessarie per dimostrare che il soggetto
passivo, in relazione
alle operazioni eseguite, era debitore dell’Iva
e quindi titolare del diritto a operare la detrazione dell’imposta assolta a monte.
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La sentenza della
corte di cassazione
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
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D I R I T TO E I M P R E SA
Nuovi pareri dello Sviluppo economico su start-up e attività commerciali
Sgravio ai rami d’azienda
Venerdì 25 Settembre
S
2015
27
DLGS IN CDM
Da ottobre
una stretta
Se innovativi non pagano il diritto annuale Cdc sul fumo
DI
CINZIA DE STEFANIS
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L’
esonero quinquennale del pagamento del
diritto annuale a beneficio dei soggetti cosiddetti «incubatori certificati
di start-up innovative» è limitato al solo ramo d’azienda che
effettivamente svolge tale attività. Senza alcuna possibilità
di estendere immotivatamente tale agevolazione all’intera
società e alle altre e diverse
attività prevalenti esercitate.
E può essere considerato in
possesso della qualificazione
professionale per l’avvio di attività commerciali al dettaglio
di generi alimentari e per la
somministrazione di alimenti
e bevande il soggetto che ha
svolto attività di vendita dei
propri prodotti e di somministrazione di alimenti e bevannde in un’azienda agricola o un
azienda alberghiera. Mentre
e
l’attività di rilevamento dei
prezzi nei punti vendita
della distribuzione organizzata è da ritenersi legittimamente solo nel caso in cui
ui
lo scambio di informazioni ha
«mere finalità statistiche» e non
on
costituisce invece «un sistema
ma
istituzionalizzato e periodico di
comunicazione tra società conncorrenti». Sono queste alcune
ne
delle novità contenute negli ultimi pareri del ministero dello
sviluppo economico (MiSe)
guidato da Federica Guidi, in
materia di diritto annuale, di
liberalizzazioni e somministrazione di alimenti e bevande. Ma
andiamo con ordine.
DIRITTO ANNUALE. L’esonero
dal pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle camere di commercio per cinque
anni dal momento dell’iscrizione nella sezione speciale del
registro delle imprese, previsto
per gli incubatori certificati (articolo 26, comma 8, del decreto
legge n. 179/2012, convertito
dalla legge n. 221/2012) è da
intendersi limitato al solo ramo
d’azienda che effettivamente
svolge tale attività, senza alcuna possibilità di estendere
immotivatamente tale agevolazione all’intera
No alla chiusura obbligata
notturna di bar e ristoranti
No alle fasce di chiusura obbligatoria serale
e notturna degli esercizi di somministrazione
di alimenti e bevande. Le attività commerciali
non possono essere soggette a limiti in materia
di orari di apertura e chiusura. Lo ha deliberato
l’autorità garante della concorrenza e del mercato nella riunione del 3 settembre 2015. L’autorità
è più volte intervenuta in materia di orari degli
esercizi commerciali nell’ambito dell’esercizio
dei propri poteri consultivi, evidenziando che
al pari del prezzo e delle caratteristiche del servizio, l’orario di apertura dei negozi costituisce una delle dimensioni rispetto alle quali può
realizzarsi una concorrenza effettiva tra esercenti. Le restrizioni alla libertà degli operatori
economici in materia di orari e di giornate di
apertura e chiusura degli esercizi commerciali
ostacolano pertanto il normale dispiegarsi delle
dinamiche competitive, riducendo la possibilità
degli operatori attivi di differenziare il servizio
adattandolo alle caratteristiche della domanda
e sono suscettibili di peggiorare le condizioni di
offerta e la libertà di scelta per i consumatori,
senza peraltro avere una valida giustificazione
in termini di efficienza dal punto di vista degli
operatori, né tanto meno di particolari interessi
pubblici. La tutela degli ulteriori interessi costituzionalmente rilevanti, quali per esempio
la salute e la quiete pubblica non giustifica il
mantenimento di limitazioni non strettamente
necessarie al libero dispiegarsi dell’iniziativa
economica, ma va assicurata applicando la specifica normativa vigente posta a presidio di tali
interessi. L’autorità invita il comune a porre in
essere le misure ritenute più opportune e adeguate a ripristinare corrette dinamiche concorrenziali in materia di orari di apertura degli
esercizi commerciali.
Marco Ottaviano
società ed alle altre e diverse
attività prevalenti esercitate.
Queste le precisazioni contenute nel parere MiSe del 14 luglio
2015 n. 117280 in risposta ad
un preciso quesito posto da una
società di telecomunicazioni
circa l’esonero dal pagamento
del diritto annuale a beneficio
dei soggetti cosiddetti «incubatori certificati di start-up
innovative.
A TTIVITÀ DI RILEVAZIONE
PREZZI SUL PUNTO VENDITA - È
legittimo svolgimento, da parte
di soggetti privati, dell’attività
di rilevamento dei prezzi nei
punti vendita della distribuzione organizzata. A patto che
lo scambio di informazioni abbia «mere finalità statistiche»
e non costituisca invece «un
sistema istituzionalizzato e
periodico di comunicazione tra
concorrenti». Questo è
società con
quanto contenuto nelqua
la rrisoluzione del 29
maggio 2015 n. 79957
ma
risponde al quesito
ris
se lo svolgimento, da
parte di soggetti prip
vati, dell’attività di
va
rilevamento dei prezril
zi nei punti vendita
della distribuzione ordell
ganizzata possa essere
gan
considerato legittimo.
con
P REZZO FINALE DI
VENDITA E PREZZO DI UNITÀ DI
MISURA. Per i prodotti (per la
persona, solari, prodotti alimentari per bambini e creme)
che legittimamente possono
essere posti in vendita nelle
parafarmacie, oltre che in tutti gli esercizi commerciali non
alimentari, vige l’obbligo di
indicare, oltre il prezzo finale
di vendita, anche il prezzo per
unità di misura. La risoluzione MiSe del 19 giugno 2015 n.
96410 al quesito sull’obbligo di
indicazione del prezzo per unità di misura in caso di prodotti
per la persona.
SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE. Può essere
considerato in possesso della
qualificazione professionale
per l’avvio di attività commerciali al dettaglio di generi alimentari e per la somministrazione di alimenti e bevande il
soggetto che ha svolto attività
di vendita dei propri prodotti
e di somministrazione di alimenti e bevande in un’azienda agricola (per esempi,o
azienda agrituristica), ferma
restando, ovviamente, l’effettiva attinenza delle mansioni
svolte dai soggetti richiedenti
il riconoscimento. Questo è
quanto sostiene il MiSe con la
risoluzione del 23 giugno 2015
n. 99738.
Stretta sul fumo in Cdm
la prima settimana di ottobre. Divieto di vendita
ai minori di 18 anni di
sigarette elettroniche e
di liquido di ricarica con
presenza di nicotina. Inasprimento delle sanzioni
per la violazione del divieto di vendita dei prodotti
del tabacco e di sigarette
elettroniche ai minori.
Nel caso in cui la violazione è commessa più di
una volta, oltre alla sanzione amministrativa pecuniaria, scatta la revoca
della licenza all’esercizio dell’attività. Questo
è il perimetro in cui si
muove lo schema di dlgs
recante il recepimento
della direttiva 2014/40/
Ue in materia di prodotti
del tabacco, predisposto
dal ministero della salute la cui approvazione è
prevista per il consiglio
dei ministri della prima
settimana di ottobre. Lo
schema di decreto legislativo recepisce la direttiva
2014/40/Ue e dà attuazione ai principi di delega
contenuti nell’articolo 6
della legge di delegazione
europea 2014.
Dalla Bei 50 mln per i giovani agricoltori
Stanziati dalla Banca europea degli investimenti 50
milioni di euro a favore dei
giovani agricoltori italiani.
Banca
Stanziati dalla banca europea degli investiUn’importante linea di credito, con tempi di restitueuropea
menti 50 milioni di euro a favore dei giovani
zione fino a vent’anni, per il
investimenti agricoltori italiani
finanziamento di iniziative
La somma deliberata dalla Bei sarà utistart-up e ampliamento di
Start up
lizzata dall'Ismea per il inanziamento di
imprese agricole da parte
e imprese
di imprenditori under 40.
iniziative start-up e ampliamento di imprese
agricole
Il ministero delle politiche
agricole da parte di imprenditori under 40
agricole alimentari e forePotranno essere inanziati, con una durata
stali rende noto con una
ino a venti anni, tra gli altri, il capitale cirnota del 24 settembre che il
Finanziamenti
consiglio di amministraziocolante delle aziende nonché investimenti
con durata
ne della Banca europea degli
destinati al miglioramento dell'eficienza
ventennale
investimenti ha autorizzato
aziendale, all'internazionalizzazione e al
la concessione all’Ismea di
commercio elettronico
una prima linea di credito
di 50 milioni di euro. La
somma deliberata dalla Bei sarà utilizzata per favorire il ricambio generazionale.
generazionale Penso
dall’Ismea per il finanziamento di iniziative alle azioni di campo libero come i mutui a
start-up e ampliamento di imprese agricole da tasso zero, le detrazioni del 19% per gli under
parte di imprenditori under 40. Potranno esse- 35 che affittano terreni, al credito d’imposta
re finanziati, con una durata fino a vent’anni, al 40% per gli investimenti nell’e-commerce
tra gli altri, il capitale circolante delle aziende fino a 50 mila euro. Nei mesi scorsi abbiamo
nonché investimenti destinati al miglioramento aumentato del 25% gli aiuti diretti dei fondi
dell’efficienza aziendale, all’internazionalizza- comunitari per le aziende condotte da giovani
zione e al commercio elettronico. Nelle prossime e dato una corsia preferenziale agli under 40
settimane, definiti i contratti di finanziamento con il nostro decreto TerreVive per affittare o
tra Bei e Ismea, si definiranno le modalità di acquistare i 5.500 ettari che lo stato vuole far
intervento dell’istituto e potranno essere avviate tornare all’agricoltura. Più del 65% delle prime
le prime istruttorie di fido da parte dell’Ismea. assegnazioni sono andate a ragazzi. Vogliamo
«Si tratta di un’opportunità importante», ha andare avanti, dobbiamo dare fiducia e credito
dichiarato il ministro alle politiche agricole ai nostri imprenditori under 40, sono loro a
Maurizio Martina, «per sostenere le idee in- rappresentare il futuro del settore. Per questo
novative dei giovani che vogliono investire in voglio ringraziare la Bei del lavoro coordinato
agricoltura. Questi 50 milioni di euro costitu- che in questi mesi stiamo portando avanti per
iscono un patrimonio da utilizzare al meglio e il comparto agricolo nazionale».
Marco Ottaviano
si inseriscono nel piano di azioni del governo
Le risorse stanziate da Bei
per i giovani in agricoltura
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28
Venerdì 25 Settembre 2015
L AVO R O E P R E V I D E N Z A
In una circolare dell’Istituto i nuovi valori di riferimento in vigore dal 1° luglio
Rivalutate le rendite dell’Inail
Le prestazioni per gli infortuni salgono dello 0,19%
DI
DANIELE CIRIOLI
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M
inima rivalutazione per le rendite
dell’Inail. Dal 1°
luglio, infatti, le
prestazioni per infortuni e
malattie professionali salgono
di appena lo 0,19% nei settori
dell’industria, compreso quello marittimo, dell’agricoltura e
per i medici radiologi e tecnici
sanitari di radiologia autonomi.
A spiegarlo è l’Inail nella circolare n. 73/2015, annunciando
la spedizione agli interessati
di una comunicazione con i
dettagli sulla riliquidazione
e relativo conguaglio (moduli
170/I e 171/I).
Settore industria. La rivalutazione, con effetto sul periodo dal 1° luglio 2015 al 30
giugno 2016, comporta per il
settore industria la fissazione
della retribuzione media giornaliera per il calcolo del massimale e del minimale a euro
77,12 euro (76,97 fino al 30
giugno 2015). Di conseguenze
anche i limiti retributivi annui,
minimo e massimo, da assumere a base per il calcolo delle ren-
I valori fino al 30 giugno 2016
Limiti di retribuzione
per calcolo delle prestazioni
• Retribuzione minima = 16
16.195,20
195 20 euro
• Retribuzione massima = 30.076,80 euro
Una tantum in caso di morte
Euro 2.136,50
Assegno assistenza continuativa
dite diventano rispettivamente
euro 16.195,20 (16.163,70 euro
fino al 30 giugno 2015) ed euro
30.076,80 (30.018,30 euro fino
al 30 giugno 2015).
Settore marittimo. Per il
personale del settore marittimo operano gli stessi importi
fissati per il settore industria,
fatta eccezione dei seguenti
lavoratori per i quali, fermi
restando gli importi della retribuzione media giornaliera
(euro 77,12) e di quella annua
minima (euro 16.195,20), la
retribuzione annua massima
è così fissata:
a) comandanti e capi macchinisti, euro 43.310,59 (euro
43.226,35 fino al 30 giugno
2015);
b) primi ufficiali di coperta
Euro 533,22
e di macchina,
macchina euro 36.693,70
36 693 70
(euro 36.622,33 fino al 30 giugno 2015);
c) altri ufficiali, euro
33.385,24 (euro 33.320,31 fino
al 30 giugno 2015).
Settore agricoltura. Nel
settore agricolo il calcolo della prima rendita per i lavoratori subordinati assunti a
tempo determinato (Otd) va
effettuato su una retribuzione
annua convenzionale di euro
24.440,95 (24.394,60 euro fino
al 30 giugno); per i lavoratori
assunti a tempo indeterminato (Oti) invece la retribuzione
effettiva è compresa entro i
limiti previsti per il settore
industriale, già indicati in
precedenza.
Medici e tecnici radiologi
Cumulo, i redditi all’Inps entro fine mese
Prossimo adempimento a carico dei pensionati che svolgono lavoro autonomo, i
quali entro il 30 settembre devono produrre all’Inps dichiarazione dei redditi
2014 derivanti da tale attività. A ricordarlo è lo stesso ente con un’apposita nota
(messaggio n. 5901/2015). La trattenuta
delle quote di pensione non cumulabili
con il reddito da attività autonoma viene
infatti effettuata provvisoriamente, sulla
base dei redditi che i pensionati prevedono di conseguire nel corso dell’anno.
Le trattenute sono poi conguagliate sulla base della dichiarazione dei redditi
effettivamente percepiti, rilasciata dagli
interessati entro lo stesso termine stabilito per la denuncia ai fini dell’Irpef
(Unico 2015). La suddetta dichiarazione
(per la quale l’Inps ha predisposto il mod.
503-Aut) quest’anno deve essere prodotta entro il 30 settembre. L’omissione della dichiarazione reddituale comporta il
versamento all’ente previdenziale di una
somma, a titolo di sanzione, pari all’ammontare di un anno di pensione.
Soggetti interessati. Dopo l’abolizione
totale del cumulo per le pensioni di vecchiaia e invalidità, per effetto dell’articolo 19 della legge n. 133/2008, la scadenza
riguarda ormai i soli titolari di pensione
di invalidità liquidati su una anzianità
contributiva inferiore a 40 anni. In proposito si ricorda che ai fini dei 40 anni
è utile anche la contribuzione relativa a
periodi successivi alla decorrenza della
pensione, purché già utilizzata per la liquidazione di supplementi.
Nulla da dichiarare. L’art. 10, comma
2, del dlgs n. 503/1992 stabilisce che le
disposizioni in materia di incumulabilità
con i redditi da lavoro non si applicano
nei confronti dei titolari di pensione di
invalidità dalla cui attività dipendente
o autonoma derivi un reddito comples-
sivo annuo non superiore all’importo
del trattamento minimo Inps relativo al
corrispondente anno. Pertanto, i titolari di pensione di invalidità e di assegno
di invalidità liquidato con un’anzianità
contributiva inferiore a 40 anni, che sarebbero in linea di principio soggetti al
divieto parziale di cumulo della pensione
con i redditi da lavoro autonomo, non lo
sono in concreto assoggettati a tale divieto qualora nell’anno 2014 abbiano conseguito un reddito da lavoro autonomo pari
o inferiore a 6.512 euro.
Redditi da dichiarare. I redditi da lavoro autonomo devono essere dichiarati al
netto dei contributi previdenziali e assistenziali e al lordo delle ritenute erariali.
Il reddito d’impresa deve essere dichiarato al netto anche delle eventuali perdite
deducibili imputabili all’anno di riferimento del reddito. Gli interessati alla
scadenza che svolgono nel corrente anno
attività di lavoro autonomo sono tenuti
a comunicare il reddito che prevedono di
conseguire nel corso del 2014. Le trattenute che verranno operate sulla pensione «a preventivo» saranno conguagliate
sulla base della dichiarazione dei redditi
2015 resa a consuntivo nell’anno 2016. I
soggetti tenuti alla dichiarazione possono utilizzare il portale dell’Istituto: www.
inps.it – Moduli e procedere all’invio on
line, previa autenticazione con Pin. Una
volta autenticatosi con Pin può accedere
ai Servizi per il cittadino e selezionare la
voce Dichiarazioni reddituali (per la dichiarazione Red). Nel successivo pannello
occorre scegliere la Campagna di riferimento e la Tipologia 2015 (dichiarazione
redditi per l’anno 2014). In alternativa è
possibile scaricare il modulo 503 Aut dalla sezione dedicata del portale dell’Istituto (Moduli), compilarlo e inviarlo a mezzo
Pec alla sede competente.
Leonardo Comegna
(raggi X).
X) Varia anche la rere
tribuzione annua da assumere
a base della liquidazione delle
prestazioni per i medici colpiti
da malattie e lesioni causate
dall’azione dei raggi X e sostanze radioattive, e dei loro
superstiti, che passa a euro
60.057,27 (59.943,38 euro fino
al 30 giugno). E varia anche
la retribuzione annua per il
calcolo delle rendite a favore
dei tecnici sanitari di radiologia medica autonomi colpiti
dalle stesse malattie dei raggi X: eventi fino al 2005 euro
26.426,53; eventi anno 2006
euro 26.231,14; eventi anno
2007 euro 26.923,24; eventi
anno 2008 euro 26.694,08;
eventi anni da 2009 a 2014,
euro 26.687,23.
Assegno una tantum.
L’assegno spetta in caso di
morte del lavoratore assicurato, a favore dei superstiti. Nei settori industria e
agricoltura l’importo è pari
a euro 2.136,50. Per i medici
radiologi colpiti da raggi X e
sostanze radioattive l’importo
è rapportato alla retribuzione
di euro 60.057,27 secondo le
seguenti percentuali: un terzo
per sopravvivenza del coniuge
con figli aventi i requisiti; un
quarto per sopravvivenza del
solo coniuge o dei soli figli; un
sesto negli altri casi.
Assegno per assistenza
personale continuativa.
L’assegno integra una rendita già percepita dall’Inail e
spetta in caso d’invalidità che
richieda un’assistenza personale continuativa a causa
di una particolare condizioni
patologica (è una specie di indennità di accompagnamento
tanto che, se già si percepisce
questa prestazione, non si ha
diritto all’assegno). L’importo
dell’assegno, a partire dal 1°
luglio 2015, ammonta a euro
533,22.
Pensioni, la flessibilità
nella legge di Stabilità
Governo «disponibile» a esaminare (compatibilmente con la tenuta dei conti pubblici) nell’imminente
legge di Stabilità il capitolo della flessibilità in campo
pensionistico, per rendere più «soft» l’uscita dal lavoro. Al contrario, nella manovra economica troverà
spazio la soluzione «definitiva» sugli esodati. A tracciare la «road map» degli interventi dell’esecutivo in
ambito previdenziale ci hanno pensato, ieri mattina, i
ministri dell’economia e del welfare, Pier Carlo Padoan e Giuliano Poletti, nel corso di un’audizione davanti
ai deputati e ai senatori delle commissioni lavoro. In
particolare, il titolare del dicastero di via XX Settembre ha messo in guardia dai rischi di un intervento per
allentare i parametri per accedere al trattamento alla
fine dell’attività lavorativa, precisando come «in una
società con un incremento di vita atteso è ipotizzabile
un progressivo aumento dell’età di pensionamento»;
considerato ciò, essendo «il nostro un paese caratterizzato da un elevato debito pubblico», occorre rimanere in linea con gli obiettivi di rientro del debito.
Inoltre, nel nostro sistema sono già in vigore forme di
flessibilità, «in particolare per i soggetti con il sistema misto», riferendosi alla possibilità di aderire a un
pensionamento anticipato, con il canale indipendente
dall’età anagrafica e con un’elevata anzianità contributiva (concetti evidenziati già la settimana scorsa in
Parlamento, si veda ItaliaOggi del 17/09/2015).
Quanto, invece, a chi è rimasto privo dell’impiego
e della prestazione previdenziale (avendo lasciato
il posto per accordi aziendali, salvo rimanere penalizzato dalle nuove regole della riforma dell’ex
ministro Elsa Fornero, legge 214/2011), Padoan ha
annunciato l’impegno governativo per «ricercare
eventuali soluzioni idonee», finalizzate al recupero
dei risparmi accertati per gli esercizi pregressi delle
salvaguardie per gli esodati, e «al relativo utilizzo
per gli anni successivi, previa compensazione sui
saldi di finanza pubblica nel rispetto degli obiettivi
programmati». E ha elencato le cifre del fenomeno:
al 10 settembre, sono «121 mila 500 tra certificazioni
accolte dall’Inps e giacenze e circa 83 mila 400 le
pensioni liquidate», un numero, ha chiuso, «parziale,
in continua crescita».
Simona D’Alessio
098105098108105111103114
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L AVO R O E P R E V I D E N Z A
29
L’Istituto nazionale di previdenza sociale sulla fruizione del beneicio
DALL’INPS
Senza lavoro addio ai 600 euro mensili
Prestazioni
di invalidità
sotto la lente
Voucher bebè alle strette
DI
DANIELE CIRIOLI
C
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Venerdì 25 Settembre 2015
Venerd
hi perde il lavoro deve dire addio
pure ai voucher
bebè. La cessazione del rapporto di lavoro,
infatti, chiude inevitabilmente anche la possibilità
di beneficiare dei «buoni lavoro» (600 euro mensili) per
l’acquisto di servizi babysitting, quale contropartita
«monetaria» della mancata
fruizione del congedo parentale. In tal caso, pertanto, il
periodo massimo fruibile va
dal giorno di presentazione
della domanda a quello di
cessazione del rapporto. Lo
precisa, tra l’altro, l’Inps nel
messaggio n. 5805/2015.
Lo scambio. I chiarimenti riguardano i cosiddetti
voucher bebè, fi nalizzati a
sostenere le mamme nelle
spese per l’acquisto di servizi all’infanzia. In pratica,
le madri hanno facoltà di richiedere il rilascio di un certo quantitativo di voucher
(buoni lavoro per l’acquisto
di prestazioni accessorie)
per ogni mese di rinuncia
alla fruizione del congedo
parentale. In alternativa ai
voucher, la lavoratrice può
indicare direttamente un
A chi spetta
Quanto vale
Le domande
dipendenti, anche pubbliche
pubbliche, e a
Alle madri lavoratrici dipendenti
quelle iscritte alla gestione separata Inps
Euro 600 mensili, ino a un massimo di sei mesi (quindi
al massimo 3.600 euro) alle lavoratrici dipendenti e di
tre mesi (quindi 1.800 euro in tutto) alle lavoratrici della
gestione separata
Il termine ultimo per le richieste è il 31 dicembre 2015
servizio al quale si rivolge
rivolgerà per ricevere assistenza;
in tal caso, l’Inps procede al
pagamento diretto del bonus
(i 600 euro mensili).
Cessazione del rapporto. La disciplina (dm 28 ottobre 2014) consente di fare
domanda dopo il congedo
di maternità (ex astensione obbligatoria) e negli 11
mesi successivi. Quindi il
termine iniziale del beneficio coincide con la data della domanda, mentre quello
fi nale è conseguentemente
fi ssato dai mesi di congedo
parentale cui si rinuncia. In
caso di cessazione del rapporto prima di tale termine
finale, spiega l’Inps, il giorno
di cessazione va inteso anche come ultimo giorno di
beneficio. Per esempio, se la
BREVI
Il ministro della giustizia
Andrea Orlando ha firmato
ieri il decreto con il quale
viene indetta la procedura
per selezionare 1.500 tirocinanti, scelti fra coloro che
hanno completato il percorso formativo previsto dalla
legge, che saranno utilizzati
per un anno negli uffici giudiziari dove maggiori sono
le scoperture di organico di
personale amministrativo.
L’ afflusso di nuove risorse»,
ha sottolineato il dicastero
di via Arenula, «rappresenta un passo importante per
la piena operatività presso i
tribunali e le corti d’appello
dell’ufficio per il processo».
È contraria al principio di
uguaglianza sancito dalla
Costituzione la norma (art.
60, commi 1 e 3, del dpr
915/1978) che prevede che
alla madre separata, alla
quale è corrisposto un assegno di alimenti, non possa
essere corrisposta parte della pensione di reversibilità
del figlio deceduto in guerra.
A stabilirlo la Corte costituzionale con la sentenza n.
191 del 24 settembre 2015.
Partirà oggi a Napoli il
convegno dal titolo «Complessità delle regole tributarie e incertezze applicative
nell’esperienza notarile. The
DI
Il voucher bebè
times they are a-changin’?»,
organizzato dalla Fondazione italiana del notariato
in collaborazione con il
Consiglio notarile di Napoli e il Comitato regionale
notarile della Campania. Il
convegno ruoterà intorno al
tema della complessità e la
frammentarietà delle regole
tributarie e alla tassazione
degli atti notarili che genera
una serie di incertezze operative spesso non facilmente
superabili e si proporrà,
inoltre, di analizzare il
rapporto tra il cittadino e
l’amministrazione finanziaria.
Fonarcom lancia il
voucher Neoassunti, uno
strumento per facilitare
l’integrazione del neoassunto in azienda. L’ingresso di un dipendente
in azienda è sempre un
momento delicato sia per
il lavoratore che per l’impresa. Per accompagnare
questo processo Fonarcom,
tra i più importanti Fondi
interprofessionali italiani
di formazione continua,
ha lanciato il voucher Neoassunti, uno strumento
di finanziamento destinato
alla formazione continua
dei nuovi dipendenti nei
quattro mesi antecedenti
alla richiesta del voucher.
domanda è stata presentata
il 12 gennaio 2015 e la data
di cessazione del rapporto è
il 12 marzo 2015, alla madre
saranno riconosciuti 2 mesi
di voucher (dal 13 gennaio
al 12 marzo).
Da tempo pieno a parttime. In caso di rapporto a
tempo parziale il benefi cio
va riproporzionato. In caso
di modifiche del rapporto
di lavoro da tempo pieno a
part-time, il periodo di beneficio va dalla della domanda al giorno di modifica del
rapporto; lo stesso viceversa
(cioè in caso di rapporto che
da part-time è trasformato
a tempo pieno). In tal modo
cioè, spiega l’Inps, è possibile
individuare, nell’ambito dei
mesi di benefi cio concessi,
quanti sono da erogare pie-
namente e quanti,
invece, in
quanti invece
misura riproporzionata.
Il criterio di calcolo. In
tutti i casi di riproporzionamento del benefi cio, spiega
ancora l’Inps, si applica il
seguente criterio: se alla
data di modifica del rapporto
il numero di giorni eccedenti
i mesi interi è maggiore di
15, il benefi cio va erogato,
per il mese in cui avviene
la variazione del rapporto,
con le modalità adottate nei
mesi antecedenti la variazione; in caso contrario (se il
numero di giorni eccedenti i
mesi interi è pari o minore di
15), il beneficio, per il mese
in cui avviene la variazione
del rapporto, va erogato con
le nuove modalità scaturenti
dall’avvenuta variazione del
rapporto.
Inarcassa, contributi soft
per architetti e ingegneri
Boccata d’ossigeno per ingegneri e architetti colpiti dalla
crisi. Il consigli di amministrazione di Inarcassa (l’ente di
previdenza di entrambe le categorie) ha, infatti, stabilito
che, a partire dal 1° novembre, il mancato pagamento della
contribuzione minima corrente (3.016 euro per il 2015),
non sia più considerato come elemento di irregolarità grave e quindi ostativo al rilascio del certificato di regolarità
contributiva indispensabile per partecipare a gare di appalto o per vedersi affidati incarichi e liquidati i compensi.
La delibera del cda presieduta dal presidente Giuseppe
Santoro ha anche stabilito che «la soglia di debito grave,
sinora fissata a 100 euro, venga innalzata a 500 euro», ha
fatto sapere Inarcassa tramite una nota, «e che il periodo
di validità del certificato di regolarità contributiva passa
da 90 a 120 giorni». A disposizione del professionista,
inoltre, 15 giorni anziché sette per la regolarizzazione
spontanea dei debiti o per l’omessa dichiarazione dei
redditi». Nonostante le novità, restano comunque valide
alcune delle regole in vigore in precedenza. E, infatti,
considerato regolare l’associato che abbia presentato,
per gli importi scaduti, un ricorso amministrativo o giurisdizionale ancora pendente alla data della richiesta del
certificato. Così come resta inadempienza grave l’assenza
della dichiarazione relativa al reddito professionale e al
volume d’affari. «I nostri iscritti fanno grandi sacrifici per
versare regolarmente i contributi alla Cassa, ben sapendo
che si tratta del loro stesso futuro. Per questo dovevamo
agevolarli», ha dichiarato Santoro, «con il perdurare della crisi economica non potevamo più consentire che un
debito di soli 100 euro potesse impedire l’accesso a una
committenza o l’incasso di crediti vantati verso la p.a.,
come è invece previsto dalle regole generali applicate
agli appalti pubblici. La rimodulazione della irregolarità», ha concluso il presidente, «permetterà agli associati
di accedere al lavoro in modo più semplice e flessibile.
Ora predisporremo tutti gli strumenti informativi e di
assistenza per essere operativi dal 1° novembre, data da
cui saranno applicati i nuovi criteri».
Beatrice Migliorini
CARLA DE LELLIS
In arrivo il «fermo»
dell’Inps sulle prestazioni economiche d’invalidità, da ritenersi indebite
per carenza dei requisiti
sanitari. A partire dal
prossimo mese di ottobre, infatti, l’istituto di
previdenza procederà a
sospendere le prestazioni
economiche i cui soggetti
titolari sono stati convocati a visita di revisione
durante lo scorso mese di
marzo 2015, ma sono risultati assenti ingiustificati. Ne ha dato annuncio
lo stesso istituto previdenziale in un comunicato stampa diffuso ieri. È
la prima volta, dopo l’entrata in vigore della legge
n. 114/2014, che l’Inps effettua le visite di revisione sulla base della nuova
disciplina che, nell’ottica
della semplificazione, ha
superato il previgente sistema di controllo basato
sulla «doppia visita». Una
semplificazione che, peraltro, ha consentito un
riassorbimento del piano
di verifiche straordinarie
per l’anno 2015. In base a
quanto si legge nel comunicato stampa, dunque,
dal mese di ottobre l’Inps
procederà alla sospensione delle prestazioni economiche di invalidità i cui
titolari sono stati convocati a visita di revisione
dal mese di marzo 2015
e sono risultati assenti
ingiustificati. Le sospensioni riguarderanno, in
particolare, unicamente
le convocazioni regolarmente effettuate. In tutti gli altri casi in cui la
spedizione abbia invece
fatto registrare anomalie
nella consegna (indirizzi
insufficienti, sconosciuti
o errati), prima di procedere alla sospensione
sarà effettuata presso le
sedi territoriali dell’Inps
un’ulteriore e puntuale
verifica della correttezza degli indirizzi comunicati dagli assistiti e
registrati nelle banche
dati dell’istituto di previdenza. Nel caso in cui
l’assenza a visita sia stata determinata da cause
di particolare gravità
che ne abbiano reso impossibile la tempestiva
comunicazione alla commissione medico-legale,
spiega infine l’Inps, i
soggetti destinatari
del provvedimento di
sospensione potranno
prendere contatti con
la commissione stessa al
fine di verificare la possibilità di concordare
una nuova visita.
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30
Venerdì 25 Settembre 2015
C O N S U L E N T I D E L L AVO R O
Dall’Ancl le istruzioni per prepararsi ai prossimi adempimenti iscali
Modello Eas a termine
Scadenza al 30 settembre anche per il 5x1000
DI
CELESTE VIVENZI
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E
ntro il 31 marzo 2015
gli enti non commerciali avrebbero dovuto
provvedere ad inviare
il modello Eas per le variazioni intervenute nel corso
dell’anno 2014. La presentazione del Modello Eas, introdotta
dal decreto legge n. 185-2008,
subordina la concessione agli
Enti dei benefici fiscali ovvero
la detassazione Ires e Iva delle
quote o dei contributi incassati
(continuare a svolgere le attività in mancanza dell’invio
del modello Eas attribuisce
all’organismo la «natura commerciale» con la conseguenza
dell’assoggettamento al pagamento delle imposte. In linea
generale sono soggetti all’obbligo del Modello Eas:
a) tutti gli enti di tipo associativo che fruiscono della
detassazione delle quote associative ovvero dei contributi
o dei corrispettivi prevista dai
richiamati articoli 148 Tuir e 4,
dpr n. 633/1972, ad esclusione
degli enti espressamente indicati dalle stesse disposizioni;
b) gli enti associativi di natura privata, con o senza personalità giuridica, che si avvalgono
di una o più delle previsioni di
de-commercializzazione previste dalle disposizioni vigenti.
Sono invece esclusi dall’obbligo
i seguenti enti:
a) associazioni sportive dilettantistiche iscritte presso il
Pier Carlo Padoan
Coni che non svolgono attività
commerciale;
b) associazioni di volontariato che svolgono solo attività
istituzionali ovvero attività
commerciali considerate marginali;
c) onlus e associazioni proloco che adottano la legge
n.398-91;
d) ong riconosciute.
La scadenza naturale per
la presentazione del modello
in via telematica all’Agenzia
delle entrate è prevista per il
31 marzo dell’anno successivo
a quello in cui sono intervenute
variazioni mentre, per i soggetti appena costituiti, il modello
deve essere presentato entro
60 giorni (anche nel caso in cui
l’Ente perda i requisiti agevolativi previsti dalla normativa
deve provvedere alla relativa
comunicazione all’Agenzia nel
termine di 60 giorni dall’evento). Vi è da tenere in considerazione che alcune tipologie di
enti possono usufruire della
compilazione semplificata del
modello Eas come, ad esempio, le associazioni sportive
dilettantistiche riconosciute
dal Coni che svolgono attività
commerciale; le associazioni di
promozione sociale; le associazioni religiose; i partiti politici;
le associazioni sindacali e di
categoria; le associazioni per
la promozione scientifica.
L’obbligo di presentazione
del Modello non sussiste se si
sono verificate alcune specifiche variazioni contraddistinte
dai punti n. 20-21-23-24-3031-33 del modello ovvero in
presenza di variazioni riguardanti gli importi derivanti da
attività di sponsorizzazione, il
numero degli associati, gli im-
Così è deciso: 50 sfumature di giusta causa
Commesso da 20 anni, presso la stessa ri- di appropriazione di beni di scarso valovendita, con un rapporto con i titolari più re commerciale (succo di frutta, quattro
affettivo che di lavoro: tant’è che neanche merendine, una bevanda in bottiglia, due
mi chiedo se ho un rapporto subordinato spremute di frutta e una vaschetta di gelao di carattere sentimentale. Con i tempi to, il tutto ripartito fra cinque lavoratori)
che corrono, si è stretta un po’ la cinghia: e consumati sullo stesso luogo di lavoro
non esiste più il negozio che riapre alle senza ricorrere a loro occultamento o ad
altre precauzioni
17 ma pausa solo di
sintomatiche delmezz’ora per poi rila consapevolezza
partire sino a sera. Il
dell’illiceità della
pranzetto frugale con
condotta. Un’altra
la moglie che calava
sentenza della mela pasta in perfetto
desima suprema
orario non c’è più,
Corte (n. 13168 del
c’è solo un panino nel
25 giugno 2015)
retrobottega, tra fardice che La tenuità
delli, conserve, mardel danno, prodotto
mellate e surgelati.
da un dipendente
Ovvio che se ritrovo
La Corte di cassazione
dell’azienda, non è
in questo anfratto
un vinello sfuso, un dolcetto solitario, un da sola sufficiente a escludere la lesione del
succo di frutta dimenticato, non lesino di vincolo fiduciario. In caso di licenziamento
consumarlo. Scoperto a consumare e quindi per giusta causa, ai fini della valutazione
a sottrarre «beni aziendali» non ci sono 20 della proporzionalità tra fatto addebitato
anni che tengano, con tanto di lettera di e recesso, viene in considerazione non già
l’assenza o la speciale tenuità del danno
licenziamento.
Per così poco, mi chiedo? Non posso che patrimoniale, ma la ripercussione sul rapconsultarmi con quel luminare apparentato porto di lavoro di una condotta suscettibida parte di mia moglie che fa consulenza del le di porre in dubbio la futura correttezza
lavoro e che mi saprà dire se intentare una dell’adempimento, in quanto sintomatica di
causa. «Con la giustizia italiana», mi fa, «si un certo atteggiarsi del dipendente rispetto
sa da dove si parte ma non si sa mai dove agli obblighi assunti. Ora, caro Consulente
si arriva». Una sentenza di Cassazione (n. le chiedo umilmente, che fare? Di certo, mi
15058 del 17 luglio 2015) ha annullano un fa, la tenuità del fatto c’è. Speriamo nel
simile licenziamento avendo accertato la giudice che c’ha le sfumature giuste.
Renzo La Costa
particolare tenuità del danno, trattandosi
porti delle erogazioni liberali
e dei contributi ricevuti, le variazioni dell’ammontare delle
entrate dell’Ente. Anche le variazioni già oggetto di apposita
comunicazione all’Agenzia delle entrate attraverso i modelli
AA5/6 e AA7/10 (variazione
sede, denominazione, tipologia di ente, rappresentante
legale) escludono dall’obbligo
dell’invio di un nuovo Modello
Eas. In caso di omesso o tardivo invio del modello Eas per il
2014 si può ricorrere (in mancanza di verifiche /ispezioni
già iniziate) all’istituto della
Remissione in bonis di cui al
dl 16-2012 e, ai fini della regolarizzazione della posizione,
occorre provvedere all’invio del
Modello Eas entro il termine
del 30 settembre 2015 e al
versamento della sanzione di
euro 258 tramite modello F24
codice tributo 8114 (l’importo
non può essere compensato con
altri crediti). È in scadenza al
30 settembre 2015 anche la
possibilità di regolarizzare la
posizione degli Enti interessati
all’applicazione delle disposizioni relative al 5 per mille
2015 (enti del volontariato, le
associazioni sportive dilettantistiche, gli enti della ricerca
scientifica e dell’università e
gli enti della ricerca sanitaria).
Tali soggetti avrebbero dovuto
effettuare l’apposita iscrizione
telematica entro il termine del
7 maggio 2015 e inviare una
raccomandata (entro il 30
giugno 2015) per attestare la
sussistenza dei requisiti unitamente ad una copia di un
documento d’identità del legale rappresentante. Al fine
di poter regolarizzare la loro
iscrizione negli elenchi gli Enti
interessati devono effettuare
correttamente l’adempimento
omesso o irregolare e versare
contestualmente la sanzione
di 258 euro (non compensabile)
tramite modello F24 con codice
tributo 8115.
Pagina a cura
DELL’UFFICIO STAMPA
E RELAZIONI ESTERNE
DELL’ANCL,
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
CONSULENTI DEL LAVORO
Tel: 06/5415742
www.anclsu.com
IL CASO
La Gazzetta che non c’è
Fare il Consulente del lavoro oggi è veramente difficile, sia
per il numero di leggi, sia per le circolari che modificano
le leggi, sia perché la pubblica amministrazione fa spesso
delle cose incomprensibili dal punto di vista comunicativo.
In Italia credevo che noi Consulenti del lavoro le avessimo
viste tutte; e pensavo che il comunicato stampa che lo
scorso anno spostava i termini della presentazione del
770 senza che ci fosse uno straccio di norma al riguardo
fosse l’ultima frontiera, ma mi sbagliavo. Con sorpresa
la scorsa settimana parlando con un collega (di cui non
ricordo il nome) non italiano ho scoperto che esiste un’altra frontiera o meglio un altro incubo per «uno» che si
relaziona con le aziende. Stavamo confrontandoci su alcune cose e parlando di art.4 dello statuto dei lavoratori
(controlli a distanza) gli dicevo che bisognava attendere
la pubblicazione in G.U. di uno dei decreti del Jobs act
approvati dal consiglio dei ministri del 4 settembre u.s.,
lui mi ha risposto «e perché?» sono pubblicati sul sito del
ministero del lavoro. Sono rimasto di sasso. Non sono in
Gazzetta Ufficiale e il ministero li pubblica? Se ci sarà
una virgola di differenza (e le virgole spesso cambiano
il senso di una frase) quel documento non avrà valore e
qualcuno dovrà spiegare questo ai miei clienti (e cioè io).
Ho dovuto chiarire al collega che quella pubblicazione non
può essere utilizzata ora a meno che non sia pubblicata
senza alcuna variazione nella Gazzetta Ufficiale. Lui mi
ha chiesto perché non fosse pubblicata e io gli ho detto
che non lo sapevo. Non capirò mai perché vengono fatte
queste cose che creano disorientamento. Come facciamo a
dire ad un nostro cliente che quello che pubblica il ministero del lavoro non ha valore finché non leggiamo il testo
pubblicato in G.U.? Oggi fare il Consulente del lavoro è
una professione veramente difficile.
David Trotti
098105098108105111103114
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CASSA FORENSE
Venerdì 25 Settembre
Sett
2015
31
Il rapporto Censis presentato in apertura dell’XI Conferenza nazionale di Cassa forense
Gli avvocati accusano la crisi
Calo del fatturato nel 44% dei casi. Ma l’occupazione tiene
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DI BEATRICE MIGLIORINI
E GABRIELE VENTURA
L
a crisi lascia il segno nel
mondo dell’avvocatura. E il
gap tecnologico e la formazione universitaria insufficiente non aiutano. Negli ultimi
due anni, infatti, il 44% dei legali
ritiene di aver visto diminuire i
propri guadagni. Percentuale che
sale al 49% nel Mezzogiorno. Solo
per un avvocato su quattro, invece, il fatturato è aumentato. Ma il
calo dei redditi, per fortuna, non
ha portato con sé uno speculare
calo dell’occupazione che risulta
in controtendenza. Il 76% degli
studi, infatti, ha mantenuto invariato il numero degli addetti
mentre e il 9% lo ha aumentato.
E tra le principali difficoltà denunciate dagli avvocati figura,
al primo posto, il mancato o ritardato pagamento da parte dei
clienti, lamentato dal 79% dei professionisti interpellati, mentre il
66% indica il peso crescente degli
adempimenti burocratici. Questa
la fotografia fornita dal «Primo
rapporto sull’avvocatura italiana»
realizzato da Censis per conto di
Cassa forense e presentato, ieri,
nel corso del primo pomeriggio
di lavori dell’Undicesima edizione della Conferenza nazionale
dell’ente di previdenza, in corso
a Rimini. L’analisi, illustrata dal
segretario generale dell’istituto di
ricerca Giorgio De Rita, è stata
condotta su un campione di circa
8 mila legali e mostra come, nonostante il periodo di difficoltà il 51%
degli avvocati abbia scelto il mestiere per passione, relegando al
solo 8% coloro che hanno scelto la
strada dell’avvocatura perché figli
di avvocati. Tornando all’aspetto
strettamente legato all’attività di
studio, l’analisi del Censis mostra
che circa il 70% degli avvocati è
titolare di uno studio unico e a
prevalere sia sul loro fatturato
sia sulla loro organizzazione è
l’attività giurisdizionale, mentre
solo nel 30% dei casi l’attività di
consulenza è quella principale, lasciando come fanalino di coda il
5% dei casi nei quali la principale
attività risulta essere la mediazione e gli arbitrati. Non solo. La
professione, infatti, è ancora fortemente incanalata verso
le materie
civilistiche
che coprono
il 54% dei
casi, contro
un solo 3%
di legali che
si occupano
di diritto societario e
un solo
Andrea
Mascherin
l’1% in diritto internazionale. Dato
che non può che essere legato al
fatto che, come ha sottolineato il
Censis, in Italia il 74% del fatturato dei legali deriva da clienti
localizzati sullo stesso territorio
di attività. Elemento a sua volta
connesso al fatto che nell’87% dei
casi la conoscenza del professionista avviene attraverso il passaparola tra i clienti. A pesare, poi,
sulla situazione dei legali, anche
altri due aspetti, il gap tecnologico e l’università. Sotto il primo
profilo solo il 26% degli studi ha,
infatti, un sito web e, fra questi,
solo il 5% lo usa per interagire
con i clienti, mentre, per quanto
riguarda l’università il 41% dei
legali ritiene che la formazione
universitaria sia carente rispetto
alle competenze necessarie per
l’esercizio della professione. E in
tutto questo la categoria guarda
con speranza alla Cassa, sia per
la formazione (nel 74% dei casi)
sia per la rappresentanza e per
un welfare professionale, al punto
che il 78% degli avvocati ritiene
che il nuovo regolamento dell’ente, che stabilisce i criteri per la
fruizione dei servizi di previdenza
e assistenza, sia uno strumento
importante per rispondere alle
esigenze dei professionisti. Il
65%, inoltre, è d’accordo sulla
destinazione degli investimenti
della Cassa per il finanziamento
di opere e interventi a sostegno
della ripresa economica del paese. «La ricerca dimostra che è il
cambiamento la prospettiva più
urgente con cui fare i conti», ha
dichiarato il presidente di Cassa
forense, Nunzio Luciano, «e, con
il cambiamento, anche l’esigenza
di una rappresentanza più incisiva degli interessi degli avvocati.
È per questo che la Cassa ha varato il nuovo regolamento sull’assistenza, uno strumento nato per
aiutare soprattutto le categorie
più deboli, come i giovani e le
donne. Particolarmente significativo», ha aggiunto Luciano, «è il
bisogno di formazione che emerge
dalla ricerca, rispetto al quale la
Cassa forense ha già intrapreso
un percorso virtuoso che intende
potenziare sempre più nel futuro». Dopo la presentazione della
ricerca del Censis si è svolta una
tavola rotonda dove hanno
partecipato le componenti
maggiormente rappresentative dell’avvocatura, concentrandosi
in particolare sul
problema della mancanza di rappresentanza avvertita
dalla quasi totalità
del campione di avvocati intervistati.
A partire dal presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea
Mascherin, che ha ricordato
come «le rappresentanze debbano partire oggi da un presupposto:
l’assunzione di responsabilità. La
nostra sfida è capovolgere il sondaggio e conquistare la fiducia
degli iscritti. Abbiamo bisogno di
leadership e di eliminare i frazionamenti interni». Riguardo
invece l’ipotesi che il nuovo codice deontologico del Cnf restringa
la possibilità, per gli avvocati, di
sfruttare appieno le potenzialità
di Internet, Mascherin ha sottolineato che «tutto ciò che è modernizzazione va promosso e sviluppato, ma il principio della dignità
e del decoro è un paletto non superabile». A parere di Mirella
Casiello, presidente dell’Oua «il
problema della rappresentanza
politica è evidente perché c’è uno
scollamento con la base, e in particolare con la fascia più giovane,
come evidenziato dall’indagine».
È intervenuto poi Maurizio de
Tilla, presidente Anai, ricordando come quella dell’avvocatura
«è una attività intellettuale. La
politica ci voleva imporre un avvocato mercificato ma noi non entriamo nell’attività di impresa».
Luigi Pansini, segretario generale dell’Associazione nazionale
forense ha sottolineato invece che
«l’autorevolezza dell’avvocatura è
strettamente legata alla rappresentanza. Anche all’avvocatura
serve una separazione dei poteri a livello centrale e una legge
elettorale che finalmente dia sfogo al bisogno di rappresentanza
della base». Critico, invece, nei
confronti del regolamento sulle
specializzazioni è il presidente
dell’Ucc, Renzo Menoni. «Siamo convinti da un lato che le
specializzazioni rappresentino il
presente e il futuro della professione», ha spiegato, «ma il regolamento non ci convince perché
se da un lato alcuni settori come
il penale o l’amministrativo sono
rimasti uniti nel loro insieme, il
civile è stato scomposto». Il presidente Aiga, Nicoletta Giorgi,
ha invece evidenziato come «dare
uno strumento alla giovane avvocatura per superare la
crisi significhi, per
esempio, avere il
coraggio di parlare della riforma dell’università per
consentire che
questa riforma sia legata non solo al
numero ma
alla qualità
dello studente
che esce da giurisprudenza».
Nunzio
Luciano
L’INTERVENTO DEL MINISTRO
Negoziazione,
ecco gli incentivi
Il decreto che introduce incentivi per la negoziazione assistita sarà firmato settimana prossima. Lo ha annunciato il ministro
della giustizia, Andrea Orlando, intervenuto ieri alla XI Conferenza nazionale
di Cassa forense. Inoltre, entro fine mese
l’avvocatura entrerà di fatto nella stanza
dei bottoni di via Arenula. «Per la prima
volta, infatti», ha detto il ministro, «un
avvocato sarà eletto vice capo dell’ufficio
legislativo». Nel suo intervento, Orlando
ha anche criticato il modello mercantilista di intendere la professione forense,
«che richiede l’Europa e che spesso viene
adottato dall’Antitrust. Ma per dire no a
questo tipo di modello», ha sottolineato,
«bisogna puntare sulla qualità, affrontando il tema dal punto di vista della formazione e della specializzazione. Questo non
perché vogliamo trasformare la categoria,
ma perché nella competizione internazio-
Andrea
Orlando
nale l’avvocatura può essere protagonista
e rifiutare il modello mercantilista se fa
questo salto di qualità». Per quanto riguarda, invece, le critiche di una parte
dell’avvocatura, al decreto sulle specializzazioni, Orlando ha ricordato come «la
risposta vera che l’avvocatura può dare
è quella della specializzazione. Anche la
riforma della geografia giudiziaria ha la
finalità di realizzare una maggiore specializzazione all’interno dei tribunali, cancellando le piccole procure che sono come i
piccoli ospedali di campagna, dove i medici
fanno tutto». Ieri, inoltre, il guardasigilli
ha firmato il decreto con il quale viene indetta la procedura per selezionare 1.500
tirocinanti, scelti fra coloro che hanno
completato il percorso formativo previsto
dalla legge, che saranno utilizzati per un
anno negli uffici giudiziari dove maggiori
sono le mancate coperture di organico di
personale amministrativo. Questo afflusso
di nuove risorse», sottolinea via Arenula,
«rappresenta un passo importante per la
piena realizzazione e operatività presso
i tribunali e le corti d’appello dell’ufficio
per il processo». Il guardasigilli si è poi
concentrato sul ddl delega di riforma del
processo penale evidenziando che, «per
quanto riguarda le critiche al provvedimento sulle intercettazioni l’obiettivo è
continuare a utilizzarle senza che, però,
siano usate con fini diversi rispetto a quelli previsti dall’ordinamento e dalla Costituzione. Soprattutto, non utilizzeremo lo
strumento del decreto di urgenza, ma del
decreto delegato e vogliamo coinvolgere
tutti i soggetti coinvolti nella attuazione
del testo».
Gabriele Ventura
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Venerdì 25 Settembre 2015
ISTITUTO NAZIONALE REVISORI LEGALI
Il bilancio della giornata sull’agricoltura sociale che si è svolta nei giorni scorsi ad Expo
Microcredito, un successo certo
Revisori in campo per il monitoraggio delle start-up
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M
icrocredito al
centro dello sviluppo dell’agricoltura sociale
quale strumento di riscatto
e sviluppo per quelle piccole imprese agricole sociali
che intendono muoversi nel
mercato e l’Istituto nazionale
revisori legali sarà al fianco
dell’Ente nazionale per il microcredito, assicurando consulenza professionale per il
monitoraggio contabile delle
start-up, nella delicata fase
di selezione di richieste di
prestiti sia assistenziali che
produttivi. Questo il forte
messaggio lanciato nei giorni
scorsi all’Expo di Milano nel
corso della giornata dedicata
all’agricoltura sociale e Microcredito, presso l’auditorium di Palazzo Italia, promosso dal Ministero per le
Politiche agricole, alimentari
e forestali e dall’Ente nazionale per il microcredito. Un
evento salutato dal ministro
delle politiche agricole alimentari e forestali con delega
all’Expo 2015 Maurizio Martina che all’inizio dei lavori
ha ricordato come «proprio in
questi giorni entra in vigore
una Legge sulla agricoltura sociale che è tra i primi
esempi legislativi in Europa
di regolamentazione tesa a
ridare dignità anche economica ad un settore in forte
crescita». L’evento all’Expo
ha visto la partecipazione di
una folta presenza dell’Inrl,
tra cui Rainer Masera, presidente del comitato scientifico
dell’Istituto, accanto al Presidente Virgilio Baresi che
ha sottolineato «l’alto valore
etico-sociale della consulenza
professionale dell’Inrl, quale
espressione dei revisori legali
italiani, che può contribuire a sviluppare
un settore di grande
rilevanza come quello dell’agricoltura che
proprio qui all’Expo
di Milano ha significative testimonianze
di eccellenze e qualità».
L’evento all’Expo è
stato fortemente voluto dal vice ministro
per le politiche agricole, Andrea Olivero
che ha dichiarato
«quello che la legge
consente, ora, è un
modello di sviluppo
che poggia sul cruciale sostegno dell’Ente
nazionale per il microcredito
chiamato a gestire una finanza etica che crei le premesse
di un nuovo welfare rurale.
Questa legge non è un traguardo ma un punto d’inizio
affinché le imprese agricole
sociali siano considerate e
agiscano a tutti gli effetti
come soggetti economici,
che è poi il modo migliore per
radicare nuovamente sul ter-
che nel suo intervento, premettendo che lo stesso Papa
Francesco ha teorizzato che
«il microcredito umanizzerà
l’economia», ha ricordato
come «negli ultimi tre anni
l’ente che presiedo ha certificato circa 34 mila utilizzatori del microcredito, di cui
coltura nel mondo, oggi», ha detto MujiTra i momenti più toccanti e significatiil 59% sotto forma di prestiti
ca, «significa soprattutto dare dignità e
vi della giornata dedicata all’agricoltura
socio-assistenziali e il rimasociale, vi è stato senza dubbio quello
reddito a chi lavora la terra, un riconoscinente 41% come crediti proche ha visto protagonista l’ex presidente
mento economico tanto più dovuto se si
duttivi. Ciò significa, rispetto
considera che gli agricoltori sono i custodi
dell’Uruguay, José Mujica, colui che la
al passato, un incremento di
stampa mondiale ha sempre definito il
del nostro bene vitale, la fonte del nostro
attività di auto impiego ed il
presidente-contadino: «Sostenere l’agrivivere quotidiano».
trend continua a salire. Siamo riusciti a generare un
effetto-leva poiché per ogni
beneficiario si sono creati
due posti di lavoro. Abbiamo ridato dignità lavorativa
e produttiva a molti soggetti
non bancabili, ovvero impossibilitati a chiedere prestiti
in banche perché privi di
garanzie patrimoniali. Ma
questo aumento di richieste per il microcredito», ha
puntualizzato Baccini, «impone maggiore attenzione e
un impegno in assistenza,
formazione che l’ente è in
grado di erogare, così come,
grazie alla collaborazione di
La delegazione dell’Inrl insieme a Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale
un organismo come l’Inrl,
per il microcredito con il presidente dell’Inrl, Virgilio Baresi, al termine dei lavori all’Expo
espressione rappresentativa
dei revisori legali, siamo in
grado di effettuare rigorosi
controlli e monitoraggi contabili sui business plan. La
consulenza di alto profilo che
possono assicurare i revisori
dell’Istituto, è per noi garanzia di grande importanza per
la nostra attività di sostegno
per le micro e piccole imprese». Parole che sono state
apprezzate dal presidente
dell’Inrl, Baresi che a chiusura di questa intensa giornata
di confronti e analisi, ha riI delegati e consiglieri nazionali presenti all’Expo insieme al presidente dell’Istituto
badito «la piena disponibilità
dell’Inrl a svolgere
la propria azione
professionale a sostegno di iniziative
socio-economiche di
grande rilievo come
l’impegno nell’agricoltura sociale, a
riprova di quanto
l’Inrl sia sensibile
a sostenere, con la
propria professionalità, quella finanza
etica capace di dare
slancio e sviluppo
a quella piccola imprenditoria che è la
colonna vertebrale
nell’assetto econoIl presidente del Comitato scientiico Inrl,
La platea della giornata dell’agricoltura
mico
del paese».
Rainer Masera con il presidente dell’Inrl
sociale e Microcredito all’Expo
L’EX PRESIDENTE DELL’URUGUAY
Mujica: sostenere l’agricoltura
vuol dire sostenere il reddito
ritorio le comunità rurali».
Una opportunità anche per
il reinserimento nella società
dei detenuti come ha ricordato Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico
Criminalità nell’agricoltura.
Una legge modello, dunque,
che la stessa Letizia Moratti,
presidente del comitato tecnico dell’Ente nazionale per
il microcredito ha suggerito
di sottoporre all’attenzione
di tutti i commissari Expo
degli altri paesi ospiti «perché si tratta di un esempio
virtuoso di come sviluppare
modelli economici sostenibili nel fragile settore agricolo. Basti pensare che oggi
nel mondo operano circa 500
milioni di imprese agricole
familiari, in parte sofferenti
per la difficoltà di accedere
al credito. Se si potesse ritagliare», ha proposto Moratti,
«una sezione nell’attuale fondo dell’Ente nazionale per il
microcredito in grado di accogliere le rimesse degli immigrati, generando così un altro
circuito virtuoso a sostegno
dell’impresa agricola». Piena soddisfazione espressa, a
fine lavori, dal presidente del
Microcredito, Mario Baccini,
Pagina a cura di
INRL
Istituto nazionale revisori legali
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P E R I T I I N DU ST R I A L I
Venerdì 25 Settembre 2015
33
Il presidente Valerio Bignami sull’audizione in bicamerale di controllo alla camera
Riflettori puntati su Arpinge
Eppi, Inarcassa e Cipag insieme per investimenti immobiliari
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R
iflettori puntati su
Arpinge, società di
investimento nel
campo immobiliare
ed infrastrutturale fondata
dalle Casse pensionistiche dei
periti industriali (Eppi), degli
ingegneri e architetti (Inarcassa) e dei geometri (Cipag),
nella Commissione bicamerale di controllo sull’attività
degli Enti gestori di forme
obbligatorie di previdenza e
assistenza sociale. Ad accenderli l’audizione del 23 settembre dei vertici dell’Eppi
nell’organismo che sta concludendo un’indagine conoscitiva
sulla gestione del risparmio
previdenziale da parte dei
Fondi pensione e delle Casse
professionali, con riferimento
agli investimenti mobiliari e
immobiliari, e tipologia delle
prestazioni fornite, anche nel
settore assistenziale. «Abbiamo percepito l’interesse per
la società, ci sono state poste
domande e abbiamo riferito
sull’andamento dell’iniziativa», dichiara il presidente
Valerio Bignami, ascoltato,
insieme al direttore generale
dell’Istituto Francesco Gnisci.
Arpinge, «chiamata a svolgere investimenti nell’economia reale del paese, è stata
fondata nel settembre 2013»,
Valerio Bignami
aggiunge, lasciando intendere
che l’Eppi s’era rimboccata le
maniche, prima che il governo
si appellasse al mondo della
previdenza privata, affinché
immettesse risorse nel tessuto produttivo nazionale;
difatti, sul finire del 2014, era
stato messo a punto dall’esecutivo il bonus fiscale (finito
nella legge di Stabilità 2015)
per finanziare alcuni settori
del 9% per i Fondi e del 6%
per le Casse private, fino a un
«tetto» di 80 milioni di euro
disponibili a decorrere dal
2016. Per Bignami l’interesse
di deputati e senatori nei confronti di Arpinge (acronimo
derivato dalle iniziali delle
quattro professioni coinvolte)
è più che giustificato, poiché
costituisce «l’esempio di una
nuova modalità d’investimento, lontana dai canoni consueti delle operazioni finanziarie
delle Casse previdenziali e
non soltanto»; la società, fra
l’altro, era stata (a ragione)
ribattezzata «Sblocca-cantieri», prefiggendosi da un lato di
intervenire su opere avviate
e interrotte, dall’altro di agire
ex novo, perché il panorama
nazionale, contraddistinto da
«dissesto idrogeologico e carenze di carattere sismico, richiede la riqualificazione del
territorio e delle strutture».
L’audizione, comunque, pro-
segue il presidente dell’Eppi,
è servita a fornire «le delucidazioni e ogni dettaglio sul
monitoraggio che effettuiamo costantemente sui nostri
investimenti. E, poiché sono
vari gli organismi istituzionali che ci richiedono materiale e informazioni, mi sorge
una riflessione: un maggiore
raccordo fra queste diverse
realtà pubbliche adibite al
controllo sarebbe opportuno
poiché aumenterebbe l’efficacia dell’attività di vigilanza e
migliorerebbe l’efficienza del
monitoraggio per tutti i soggetti interessati (controllori e
controllati)». Quel che emerge,
comunque, dopo un’audizione come quella di mercoledì
è «una certa preoccupazione
del mondo politico nel cercare
di monitorare gli strumenti
finanziari adottati dai singoli Enti. Atteggiamento assolutamente comprensibile»,
argomenta il vertice dell’Eppi, nella consapevolezza che
«viviamo una fase economica
fluttuante, nella quale vi sono
limitate certezze, e anche le
previsioni degli esperti vengono, di volta in volta, sovvertite. I controlli istituzionali,
pertanto, servono a verificare quanto sta accadendo e,
eventualmente, intervenire
con tempestività con dei correttivi». Bignami, in conclusione, si dice soddisfatto per
aver constatato come l’organo parlamentare di vigilanza
sulle Casse pensionistiche
dia «credito ed attenzione»
alle nuove forme di investimento, come quella realizzata
mediante l’aggregazione fra
periti industriali, geometri e
ingegneri e architetti. «È un
mio continuo desiderio aprire con i rappresentanti della
politica un dialogo su progetti
concreti, come quelli di carattere infrastrutturale e per la
riqualificazione dei fabbricati
che con Arpige stiamo realizzando, per avere sì rendimenti finanziari», ma anche,
conclude, per «contribuire al
rilancio della nostra economia e per creare occasioni di
lavoro per gli aderenti alle
Casse promotrici».
Pagina a cura
DELL’UFFICIO STAMPA
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
E DELL’ENTE DI PREVIDENZA
DEI PERITI INDUSTRIALI
E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI
www.cnpi.it - www.eppi.it
La categoria all’evento di Milano per una riflessione sul ruolo all’interno della filiera dell’alimentazione
I periti industriali arrivano ad Expo
U
na riflessione sul cibo e sulla sicurezza alimentare e naturalmente
sul ruolo del perito industriale
all’interno di tutta la filiera dell’alimentazione. Saranno questi, ma non solo, i
temi che i periti industriali metteranno al
centro dell’attenzione all’Expo. Il Consiglio
nazionale, insieme all’Ente di previdenza,
sarà infatti presenti per due settimane
all’interno del padiglione voluta dal Waa, il
World association of Agronomist e dal Conaf,
il Consiglio nazionale dei dottori agronomi
e dei dottori forestali. All’interno di questa
finestra due gli appuntamenti fissati, per il
9 e il 16 ottobre, durante i quali la categoria affronterà il tema alimentazione a 360
gradi, in perfetta sintonia dell’ Esposizione
milanese. Dunque si parlerà di cibo a 360
gradi. In particolare all’appuntamento del
9 ottobre dal titolo «Il cibo del XXI secolo
nasce dall’alleanza di tecnica e natura» che
sarà aperto dal presidente del Cnpi Giampiero Giovannetti, Silvano Bedogni, presidente del Collegio dei periti industriali e
della provincia di Reggio Emilia interverrà
sulla delicata questione degli ingredienti e
degli additivi alimentari a garanzia della
sicurezza e della tenuta degli alimenti, Andrea Pulvirenti, Dipartimento di Scienze
della vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia si soffermerà invece sulle nuove
frontiere della ricerca, come gli antimicrobici
naturali o i packaging edibili, mentre Marco
Pratissoli iscritto al Collegio dei periti industriali di Reggio Emilia parlerà di tecniche
di trasformazione dei rifiuti in prodotti. Naturalmente tutti temi che ruotano attorno
a un principio cardine: il ruolo dei profes-
sionisti all’interno dei diversi processi e in
particolare quale garante della sicurezza. E
proprio di sicurezza anche sul lavoro, conditio sine qua non della sicurezza alimentare
parlerà infine Giancarlo Gazzini, iscritto al
Collegio dei periti industriali di Reggio Emilia. Dunque la manifestazione meneghina
nasce anche con l’obiettivo di far comprendere all’opinione pubblica quanto il perito
industriale, e in particolare specializzato in
chimica e tecnologie alimentari (due delle
tante specializzazioni), può essere centrale
nel novero dei tecnici che quotidianamente
si occupano di agricoltura, territorio, ambiente. Nell’albo di categoria ci sono, infatti,
professionisti che gestiscono le produzioni
alimentari, che progettano e realizzano impianti e macchinari per tutti i comparti del
settore. E poi ci sono tecnici che eseguono le
analisi, o infine che si occupano dei sistemi
qualità. «Il perito industriale», ha spiegato
il presidente del Cnpi Giampiero Giovannetti, «ha tutte le carte in regole per essere
inserito nel ciclo produttivo alimentare e nei
diversi ruoli. È naturale che per rimanere
sul mercato occorre modificarne le priorità,
dando spazio anche a tecnologie innovative in grado di mutare il modo di guardare
al complessivo mondo dell’alimentazione.
In questo senso cerchiamo di proporre soluzioni nuove, che siano ecocompatibili e
che soprattutto garantiscano la sicurezza
alimentare». L’appuntamento quindi è per
il prossimo 9 e 16 per discutere, assieme al
Consiglio nazionale, delle problematiche di
categoria e dare un segnale concreto della
presenza dei periti industriali all’evento che
rappresenta l’Italia nel mondo.
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Venerdì 25 Settembre 2015
Enti locali
& Federalismo
IN EDICOLA C
CON
IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE
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La società informatica contesa tra i romani di Data Management e i milanesi di Lutech
Ancitel, il futuro spacca l’Anci
Due cordate in lizza. I dipendenti in stato di agitazione
DI
milioni. Una cifra che però ha
reso molto più facile l’ingresso
di un socio privato attraverso la
formula dell’aumento di capitale. Come dire, non tutti i mali
vengono per nuocere.
Pagina a cura
FRANCESCO CERISANO
U
na società per due.
Resta ancora in sospeso il destino di Ancitel,
la società «partner dei
comuni nella gestione delle
politiche di innovazione della p.a. locale» (come recita la
sua mission aziendale) che da
fiore all’occhiello del sistema
Anci è diventata una zavorra
di cui l’Associazione dei comuni
vorrebbe disfarsi al più presto,
nonostante l’ultimo bilancio
sia destinato a chiudersi in
pareggio.
Per questo a giugno l’Anci ha pubblicato un bando per
la scelta di un partner privato
disposto ad investire in Ancitel
una cifra tra i 2 e i 4 milioni
di euro in modo da mettere
le mani sulla partecipazione di controllo della società e
far scendere Anci dall’attuale
57% a una quota oscillante
tra il 15 e il 25%. I due pretendenti sono Data Management
P.a. spa e Lutech spa e hanno
storie aziendali e provenienza
geografica diverse. Ma anche
diversi sponsor all’interno di
via dei Prefetti.
Per la prima, specializzata
nella fornitura di servizi alla
pubblica amministrazione,
starebbe facendo il tifo parte
dell’Anci, compreso il vicesegretario Alessandro Gargani (prossimo a lasciare l’Associazione, destinazione estero).
Senza dimenticare l’attuale
sottosegretario alla p.a, Angelo Rughetti (segretario generale dell’Anci per quasi un
decennio), della cui campagna
elettorale per le politiche del
2013 il patron di Data Management, Ettore Forieri, risulta
essere stato finanziatore (con
un contributo di 10 mila euro
poi restituito dallo stesso Rughetti per mancato utilizzo).
Data Management assicurerebbe ad Ancitel una transizione soft verso un modello di
business sempre ancorato alle
commesse pubbliche. Lutech,
società di ingegneria del gruppo Laserline, che progetta, realizza e gestisce soluzioni di Ict,
incontrerebbe, invece, i favori
del presidente dell’Anci Piero
Fassino e dell’attuale amministratore delegato, Stefano De
Capitani, manager rigoroso
(e uomo di fiducia del sindaco
di Torino) messo alla guida di
Piero Fassino
Stefano De Capitani
Angelo Rughetti
Ancitel per riportarla sulla rotta dell’efficienza dopo anni di
sprechi, spese allegre e poche,
pochissime commesse. Anche
perché molte delle commesse
istituzionali affidate da Anci
a Ancitel, e che assicuravano
all’azienda il mantenimento
dei conti, sono state in questi
anni stornate su soggetti diversi. Due esempi. La gestione
del Saia (Sistema di Accesso
ed Interscambio Anagrafico)
per l’implementazione della
carta di identità elettronica, di
cui Ancitel si occupava, è stata affidata a Sogei. Mentre la
gestione del Sistema di protezione dei rifugiati e richiedenti
asilo (Sprar, che data l’attuale
emergenza sarà destinatario di
ricchi finanziamenti dal governo) da Ancitel è stato trasferito
a Cittalia, un’altra controllata
del gruppo Anci, che ormai si
occupa prevalentemente di
questo.
In queste operazioni,
lamentano in Ancitel, la
capogruppo si è ben guardata
dal verificare che i bilanci così
ridotti potessero diventare un
problema a breve per Ancitel e
per il suo personale. Anche per
marcare una linea di discontinuità col passato, Fassino e De
Capitani vedrebbero di buon
occhio l’ingresso di un partner
privato in grado di diversificare
l’attività di Ancitel (solo il 25%
dei 90 milioni di euro di fatturato dell’azienda di Cologno
Monzese proviene dalla p.a.).
cipazione di controllo. Tertium
non datur. L’Anci vuole disfarsi
a tutti i costi di Ancitel. Al punto che ad aprile, per agevolare
la vendita, prima di pubblicare
il bando per la scelta del socio
privato, ha provveduto a un bel
maquillage contabile, depurando il bilancio da un pacchetto di
crediti inesigibili (e altre passività) finora mai contabilizzati.
Il clou è rappresentato da
una serie di commesse per
quattro progetti della regione
Sicilia risalenti al 2012 e pagati
solo in parte perché a un certo
punto ci si è accorti che i progetti erano stati tutti subappaltati
a srl del Piemonte e i pagamenti sono stati bloccati. In totale
1,2 milioni di euro di mancati
pagamenti che in pochi mesi
hanno di fatto costretto i soci
(oltre all’Anci, Aci Informatica,
Formez, Telecom Italia, Insiel
e Istat) ad adeguare il capitale
sociale portandolo da 3 a 1,8
Ecco perché la battaglia
per il controllo della società
non è solo economica e gestionale, ma soprattutto politica.
In campo ci sono due diverse
visioni del futuro di Ancitel, accomunate però da un minimo
comune denominatore: voltare
pagina rispetto al passato attraverso la cessione della parte-
Tributi locali, più tempo per le delibere
Arriva la sanatoria per i comuni che non
hanno fatto in tempo ad approvare le delibere Imu, Tasi e Tari 2015. Ne beneficeranno quegli enti che a fine luglio, contando in
una proroga al 30 settembre del termine per
il bilancio di previsione, hanno atteso fino
all’ultimo per approvare le delibere con le
aliquote 2015. Salvo poi restare senza alcun
margine di manovra sui tributi locali, visto
che la proroga è sfumata e la dead line per
i preventivi è rimasta ancorata al 30 luglio
(tranne che per province, città metropolitane e comuni della regione Sicilia).
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la
soluzione per sbloccare la situazione di stallo finanziario in cui si trovano moltissimi
comuni potrebbe trovare posto nel decreto
legge in materia di finanza pubblica che andrà oggi sul tavolo del consiglio dei ministri.
Il problema nasce dal fatto che, mentre è
stato possibile per i comuni ritardatari approvare comunque i preventivi oltre il 30
luglio (contando sui 20 giorni di tolleranza
prima che si attivi il potere sostitutivo dei
prefetti), la scadenza per le delibere sui tributi locali è rimasta rigida, senza possibilità
di un extra time. Con la conseguenza che
questi comuni hanno dovuto implicitamente riconfermare le aliquote in vigore l’anno scorso. Le soluzione possibile potrebbe
portare a una riapertura dei termini per le
delibere in modo da farne coincidere la dead
line con la scadenza del 30 settembre. Ma
c’è il pericolo che questo possa innescare
una corsa al rialzo delle aliquote, soprattutto della Tasi, che con il saldo di dicembre
celebrerà il suo ultimo atto, come promesso
dal premier Matteo Renzi.
Al momento, secondo
quanto risulta a ItaliaOggi, tra Data Management e
Lutech non ci sarebbero né
vincitori né vinti. Le due società avrebbero presentato offerte
economicamente «equivalenti».
La decisione su chi scegliere
tra i due pretendenti non sarà
quindi solo una questione di
cifre, ma anche e soprattutto
di piano industriale. E sullo
sfondo c’è la sorte dei 120 dipendenti di Ancitel, dal 2013 in
regime di solidarietà, che finora non hanno ricevuto alcuna
assicurazione diretta da Anci
sul mantenimento dei livelli occupazionali. Se dipendesse da
loro resterebbero volentieri sotto il controllo di via dei Prefetti
perché, dicono, con un costo di
personale relativamente basso (6,5 milioni di euro) Ancitel
non è una zavorra ed eventuali
esuberi potrebbero essere facilmente assorbiti dall’Anci e dalle sue altre controllate.
È quanto sostengono i sindacati che 15 giorni fa hanno
chiesto un incontro al presidente Piero Fassino. Finora senza
ottenere risposta. Tanto che
proprio ieri le rappresentanze
sindacali (Fiom e Uilm assieme all’Rsu) hanno proclamato
lo stato di agitazione (con 4 ore
di sciopero in data da destinarsi) per sollecitare la proprietà
a dare esplicite garanzie ai lavoratori.
I sindacati chiedono
v
una
clausola di garanzia che
u
preveda,
«in caso di difficoltà
p
di Ancitel con ricorso a cassa
integrazione,
licenziamenti coli
lettivi
e/o economici, o in caso
l
di procedure concorsuali che
si registrassero nei prossimi 5
anni, la ricollocazione nell’arco di due mesi dei lavoratori in
esubero nell’ambito del sistema Anci». I sindacati chiedono
anche un impegno dell’Anci,
prima
di ricorrere a nuove asp
sunzioni, a verificare le professionalità presenti all’interno
dell’Ancitel.
Supplemento a cura
di FRANCESCO CERISANO
[email protected]
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Venerdì 25 Settembre
Settembr 2015
ENTI LOCALI
35
La confusione che regna negli ufici è originata dal mancato coordinamento delle discipline
Programma lavori nel Dup
Ma vanno uniformate le scadenze che oggi non coincidono
DI
MATTEO BARBERO
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G
li enti locali devono
raccordare la tempistica della programmazione dei lavori
pubblici con quella del Dup.
Ma al riguardo pesa il mancato coordinamento delle diverse discipline normative.
In base al codice dei contratti
pubblici (dlgs 163/2006) e ai
relativi provvedimenti applicativi (dpr 207/2010 e dm 24
ottobre 2014 del ministero delle infrastrutture), ogni anno
comuni e province devono
dotarsi di un programma dei
lavori pubblici da eseguire nel
successivo triennio. Lo schema
di programma deve essere redatto entro il 30 settembre,
adottato dalla giunta entro il
15 ottobre e infine deliberato
dal consiglio contestualmente
al bilancio di previsione, del
quale costituisce un allegato
assieme all’elenco dei lavori
da avviare nell’anno. Prima
del varo definitivo, inoltre, gli
schemi di tali provvedimenti
devono essere pubblicati per
almeno 60 giorni consecutivi
nella sede dell’amministrazione (che può anche adottare ulteriori forme di informazione).
Per contro, il dlgs 118/2011
(ed, in particolare, l’allegato
4/1 recante il principio contabile applicato sulla programmazione) impongono che la
programmazione in materia di
lavori pubblici (come quella su
personale e patrimonio) confluiscano nel documento unico
di programmazione (Dup). In
altre parole, quindi, sia il programma triennale che l’elenco
annuale diventano un allegato del Dup, da collocare nella
seconda parte della sezione
operativa del documento. Il
Dup deve essere presentato
dalla giunta al consiglio «per
le conseguenti deliberazioni»
entro il 31 luglio (termine che
solo per quest’anno è stato differito al 31 ottobre). È evidente
che si tratta di previsioni mal
coordinate sia sul piano temporale, che su quello formale.
Sotto il primo profilo, i termini
di scadenza non sono allineati, anche se per quest’anno la
proroga del Dup rende meno
complicata la questione. Sotto
il secondo profilo, da un parte programma triennale ed
elenco annuale sono legati al
bilancio, dall’altra diventano
un allegato del Dup. Da notare
che quest’ultimo, a differenza
della vecchia relazione previsionale e programmatica, non
è un allegato del preventivo,
ma ne rappresenta il presupposto. Se si aggiunge che il
procedimento di presentazione/approvazione del Dup non è
disciplinato dal principio contabile applicato, ecco che si capisce la confusione che regna
negli uffici comunali in queste
settimane. Come uscirne?
A parere di chi scrive, in
mancanza di diverse precisazioni ufficiali, la soluzione più
ragionevole è la seguente:
- entro il 15 ottobre la giunta adotterà lo schema di programma triennale e l’elenco
annuale disponendone la pub-
blicazione per 60 giorni;
- tali schemi confluiranno
nella proposta di Dup che la
giunta presenterà al consiglio
entro il 31 ottobre;
- il Dup (con gli eventuali
aggiornamenti apportati dalla
giunta in conformità al principio contabile applicato) potrà
essere approvato dal consiglio
una volta decorsi il periodo di
pubblicità previsto per il programma triennale e l’elenco
annuale, che saranno riportati
nell’allegato del documento;
- al momento dell’approvazione del bilancio di previsione (che dovrà intervenire dopo
il varo del Dup), si darà atto
che il programma triennale
e l’elenco annuale sono quelli
allegati al Dup stesso.
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Doppio binario per la delega appalti. Nuovo codice entro luglio 2016
Doppio binario per la delega appalti: il recepimento delle direttive appalti pubblici dovrà essere
concluso entro aprile 2016, mentre
il nuovo codice dei contratti pubblici verrà completato entro luglio
2016. Sarà abrogato il regolamento
attuativo del codice, sostituito da
linee guida messe a punto dall’Autorità nazionale anticorruzione
di concerto con il ministero delle infrastrutture, previo parere
delle commissioni parlamentari.
Contratti secretati al vaglio della Corte dei conti. Accelerazione
sull’introduzione del Bim (Building
information modelling).
Sono queste le novità contenute
nei quattro emendamenti presentati mercoledì sera dai relatori
del disegno di legge delega sugli
appalti pubblici (da mercoledì la
votazione degli emendamenti in
commissione) che modificano la
tempistica del complesso lavoro
di recepimento delle direttive e
di emanazione del nuovo codice.
Il revirement, fi nalizzato anche
a concedere più tempo alla Commissione ministeriale guidata da
Antonella Manzione che si occuperà dei decreti, prevede un doppio
binario: prima (entro il 18 aprile
2016) si procederà al recepimento delle tre direttive su appalti
e concessioni; poi (entro il 31
luglio 2016) si emanerà il nuovo
codice dei contratti pubblici. Gli
emendamenti prevedono anche
l’abrogazione del regolamento del
codice (l’attuale dpr 207/2010): al
suo posto saranno emanate, sulla
base delle norme del nuovo codice
e di concerto fra Anac e ministero
delle infrastrutture, linee guida di
carattere generale, anch’esse da
trasmettere prima dell’adozione alle competenti commissioni
parlamentari per il parere. Per
quanto riguarda la procedura di
consultazione pubblica che seguirà l’adozione degli schemi di decreto, si prevede che sia gestita
e coordinata dalla presidenza del
consiglio dei ministri di concerto
con il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentita l’Anac.
L’emendamento delinea con cura
anche la fase di acquisizione dei
pareri sia sul decreto di recepimento, sia su quello concernente
il nuovo codice: Consiglio di stato,
Conferenza unificata e Commissioni parlamentari (da notare che
l’Anac non è espressamente citata) si esprimeranno «contestualmente, su ciascuno schema, entro
trenta giorni dalla trasmissione.
Dopo i 30 giorni il decreto, in mancanza dei pareri, verrà adottato.
Nel caso delle commissioni parlamentari, se verrà segnalata la
non conformità di alcune norme
ai principi e criteri direttivi, il governo dovrà rimandare un nuovo
testo sul quale entro 15 giorni il
parlamento darà l’ok.
Gli emendamenti introducono
ulteriori novità in tema di contratti secretati (quelli del settore
della difesa), affidati con procedure derogatorie: vi saranno regole
specifiche con controllo della Corte dei conti. È poi stato introdotto
un riferimento al progressivo uso,
nella fase di progettazione degli
interventi, di strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione elettronica e informativa
per l’edilizia e le infrastrutture.
Il riferimento è alla norma (art.
22 della direttiva europea) che
lascia gli stati membri liberi di
promuovere l’uso di metodologie
quali il Bim. Infine con un altro
emendamento si danno indicazioni
al governo per dettare le regole
anche negli appalti al di sotto della soglia comunitaria.
Andrea Mascolini
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36
Venerdì 25 Settembre 2015
A P PA LT I P U B B L I C I
In regola solo 30 progetti di Ppp su 961 secondo la ricerca della presidenza del consiglio-Cresme
Project finance, p.a. impreparata
Un advisor esterno può affiancare le stazioni appaltanti
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DI
Pagina a cura
ANDREA MASCOLINI
P
er rilanciare il project
financing nelle opere
pubbliche occorre rafforzare la capacità delle amministrazioni di gestire
interventi complessi, adottare
modelli organizzativi fondati
su team di project manager o
sul ricorso ad advisor da parte
delle amministrazioni, e garantire la bancabilità del progetto
con la contestuale stipula del
contratto di concessione e di
finanziamento. Inoltre, avere
un quadro di regole certo e
stabile.
È questa la ricetta che,
alla vigilia del recepimento della direttiva europea
sulle concessioni, è contenuta
nella ricerca condotta dal dipartimento della presidenza
del consiglio e dal Cresme sulle
operazioni in Ppp (partenariato pubblico-privato) bandite in
Italia dal 2002 al 2014 (sulle
22.500 gare bandite, per un
valore complessivo di circa 73
miliardi di euro e medio di 7
milioni l’una. La ricerca ne ha
esaminate quasi mille).
Delle 961 operazioni oggetto del campione di analisi del
report, di cui più di 535 opere
in gestione, soltanto 30 progetti
presentano tutti gli indicatori di
redditività e di bancabilità propri delle operazioni di project
finance, mentre ben 752 operazioni non presentano alcun indicatore economico finanziario,
cioè l’elemento fondamentale
per l’utilizzo delle procedure
dirette all’affidamento di contratti di concessione.
Il report evidenzia innanzitutto come le stazioni appaltanti non siano in grado
di dominare i processi relativi
alle procedure di Ppp anche in
relazione alla forte asimmetria
informativa tra la pubblica amministrazione e le controparti
private che consente a queste
ultime di avere una forza negoziale superiore nel disegnare
operazioni ad esse favorevoli.
Per giungere a questo
obiettivo il report evidenzia alcune soluzioni: in primis rispondere alla necessità
LA SUA OFFERTA È RITENUTA ANOMALA
L’impresa che non rispetta
il salario minimo è fuori gara
I
n una gara di appalto la violazione dei minimi salariali è indice di anomalia dell’offerta. È quanto
afferma il consiglio di stato, sezione sesta, con la pronuncia del 18 settembre 2015, n. 4361 concernente
un appalto per l’affidamento del servizio di portierato e
assistenza alla didattica presso un’università statale.
Il problema affrontato dai giudici riguardava l’anomalia di una offerta presentata da un concorrente da
accertare alla luce del disposto degli articoli 86 e 87 del
codice dei contratti pubblici e in particolare dell’articolo 3-bis
dell’articolo 86 il quale impone che gli enti aggiudicatori verifichino «che il valore economico sia adeguato e sufficiente
rispetto al costo del lavoro, il quale deve essere specificamente indicato e risultare congruo rispetto all’entità e alle
caratteristiche dei lavori, dei servizi o delle forniture».
L’offerta era apparentemente favorevole per l’amministrazione, ma in misura tale da porre in dubbio che fosse stata
frutto di valutazioni corrette e in concreto attuabili da parte dell’impresa, con conseguenze che, in caso contrario, si
sarebbero riflesse negativamente sulla fase esecutiva del
contratto.
Esaminati gli atti i giudici premettono in termini
generale che il costo del lavoro è indice di anomalia
quando non risultino rispettati i livelli salariali che la normativa vigente, anche a base pattizia, rende obbligatori.
Sotto tale profilo, dice la sentenza, la ragione di invalidità
dell’offerta va ricercata nella possibile inaffidabilità dell’impresa; per i giudici infatti una convenienza dei costi inferiore
ai livelli economici minimi fissati normativamente (anche in
sede di contrattazione collettiva) per i lavoratori del settore,
«costituisce indice inequivoco di inattendibilità economica
dell’offerta».
Non solo: emergono anche profili di lesione del principio di
par condicio dei concorrenti (essenziale per l’imparzialità
e il buon andamento dell’azione amministrativa), «fonte di
evidente pregiudizio delle altre imprese partecipanti alla
gara che abbiano correttamente valutato il fattore retributivo».
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di elevare lo «standard di comunicazione e di skill», consentendo alle amministrazioni
operazioni eque, abbattendo i
rischi legali e amministrativi
legati alla complessità del procedimento.
In secondo luogo favorire
investimenti delle amministrazioni nella formazione del
personale che dovrà presiedere
la complessa procedura rivolta all’individuazione del concessionario. Dal punto di vista
organizzativo, inoltre, il report
suggerisce di costituire un team
interno all’amministrazione
dedicato alla realizzazione e
al monitoraggio dell’opera in
finanza di progetto che adotti
tecniche di project management e cost control per le opere
fin dalla fase di progettazione e
durante la fase di costruzione
e gestione, a tutela sia dei soggetti finanziatori, sia dell’amministrazione concedente.
Le amministrazioni che non
siano in grado di organizzarsi
in tale senso dovrebbero invece
avvalersi di advisor (legale ed
economico-finanziaria) competenti sulla finanza di progetto e
sul Ppp che possano affiancarle
durante tutta la procedura.
Sul fronte del tema di
bancabilità l’indicazione è
nel senso di prevedere che
nell’operazione il contratto
di concessione venga definito
contestualmente al contratto
di finanziamento che il concessionario dovrebbe firmare
con gli istituti di credito, per
garantire l’amministrazione
che la concessione vada a buon
fine una volta individuato il
concessionario e sottoscritto il
contratto.
Nello studio si affronta
anche il tema delle regole
per arrivare alla conclusione
che le modifiche normative
effettuate nel tempo non hanno inciso positivamente sulla
capacità media di realizzare
e gestire in maniera corretta i
progetti tramite procedure di
Ppp: anzi, l’incessante produzione normativa ha avuto effetti deleteri in termini di certezza
del diritto. Elemento da sempre
richiesto dagli operatori del
settore, anche internazionali
nella gestione dei contratti di
lunga durata.
Speciale appalti
Tutti i venerdì una pagina
nell’inserto Enti Locali
e una sezione dedicata su
www.italiaoggi.it/specialeappalti
Anac: nell’importo a base d’asta anche i servizi opzionali
Concessione parcheggi,
vale il codice dei contratti
I
n una concessione di servizi per la gestione di aree di sosta si applicano anche le
regole del codice dei contratti se vi sia
un rinvio ad esse negli atti di gara; c’è
l’obbligo di indicare i criteri motivazionali per
la valutazione delle offerte; ed è necessario
calcolare nell’importo a base di gara anche i
servizi opzionali. Sono questi alcuni dei principi affermati dall’Autorità nazionale anticorruzione nella deliberazione n. 64 del 26 agosto
2015 relativa ad un affidamento del servizio
di gestione della sosta a pagamento senza
custodia mediante parcometro e ausiliari del
traffico in un centro storico.
Il primo problema affrontato nella deliberazione dell’Anac riguarda la disciplina
applicabile alla procedura, stante il fatto che
negli atti di gara venivano richiamate sempre norme del codice dei contratti pubblici. Al
riguardo l’Autorità ha precisato che seppure
l’affidamento fosse relativo ad una concessione di servizi, fattispecie che in via generale
esula dall’ambito di applicazione del Codice
dei contratti, tuttavia il sistematico rimando negli atti di gara alle norme dello stesso
Codice e alle regole ivi previste, comporta la
vincolatività della stazione appaltante alle
stesse. Ma anche a prescindere da tale motivazione, l’Autorità fa presente che in ogni caso
l’affidamento di una concessione di servizi non
può essere sottratto ai principi del Trattato
in tema di tutela della concorrenza, richiamati peraltro anche dal codice dei contratti
(articolo 30).
Nel merito delle prescrizioni di gara
la delibera eccepisce che il bando abbia
omesso di indicare il criterio di valutazione
(cd. criterio motivazionale) per la ponderazione dei vari elementi e aspetti dell’offerta
tecnica; questo elemento aveva determinato
la palese violazione dell’articolo 83, comma 4
del codice dei contratti pubblici che vincola la
commissione ad applicare tali criteri.
La delibera nota che se è poi vero che la
norma del codice non prevede espressamente che i criteri motivazionali debbano essere
predefiniti a monte, è comunque pacifico che il
bando debba dettagliare i criteri e i punteggi
in modo da lasciare margini di discrezionalità ristretti alla commissione, la quale deve
operare solo in modo vincolato, avendo cura
di assegnare per quel «criterio uno specifico
e determinato punteggio corrispondente alla
definizione dell’offerta». E tutto ciò non era
avvenuto.
Infine, un altro profilo di rilievo riguardava la definizione dell’importo a
base di gara. In particolare l’Autorità ha
rilevato che nel capitolato si prevede che al
concessionario venga riconosciuto a titolo di
rimborso spese per le iniziative per la realizzazione di opere, strutture e apparecchiature
intese a migliorare l’attività di pianificazione,
controllo e gestione del sistema di viabilità
delle aree destinate a parcheggio, l’importo di
10 euro per ogni multa emessa regolarmente
ed effettivamente riscossa.
Di questo importo, relativo ad un servizio
aggiuntivo e opzionale, non si è però tenuto
conto nel calcolo della base d’asta nonostante l’articolo 29 del codice dei contratti pubblici faccia riferimento per il calcolo stimato
dell’importo anche alle «opzioni» prestazionali.
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A G E VO L A Z I O N I
Venerdì 25 Settembre
Settem 2015
37
Rimarrà aperto ino al 2 novembre il primo bando del programma Interreg Med
Cooperazione Ue, ecco i fondi
Stanziati 75 milioni per la competitività delle imprese
Pagina a cura
ROBERTO LENZI
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DI
R
imarrà aperto fino al 2
novembre 2015 il primo bando relativo al
programma comunitario di cooperazione transfrontaliera Interreg Med 2014-2020.
Questa prima call prevede
uno stanziamento di oltre 75
milioni di euro ed è dedicata
al finanziamento di progetti
modulari, che raggruppano
quindi tre diverse tipologie di
modulo: analisi e studi, test e
azioni pilota, capitalizzazione
dei risultati.
Il programma Med è uno
degli strumenti dell’obiettivo
Cooperazione territoriale europea (Cte) che contribuiscono
all’attuazione della politica
di coesione europea attraverso il sostegno allo scambio di
esperienze, conoscenze ed il
miglioramento delle politiche
tra autorità pubbliche nazionali, regionali e locali e altri
attori dell’area mediterranea.
Il programma finanzia interventi relativi all’intera area
Mediterranea, includendo di-
verse regioni appartenenti a
10 stati membri dell’Ue (Cipro,
Spagna, Francia, Grecia, Italia,
Malta, Portogallo, Regno Unito, Slovenia, Croazia), cui se ne
aggiungono tre in pre-adesione
(Albania, Bosnia-Erzegovina e
Montenegro). Per quanto riguarda l’Italia, è ammissibile
l’intero territorio con esclusione della sola regione Trentino
Alto Adige. Possono presentare domanda gli enti pubblici
nazionali, regionali e locali,
nonché le istituzioni private,
comprese le società private, e
le organizzazioni internazionali. Le informazioni e la documentazione per accedere al
bando sono disponibili sul sito
internet ufficiale del programma http://interreg-med.eu/en/
home/, mentre la presentazione
della domanda dovrà avvenire
telematicamente attraverso il
servizio Synergie Cte.
Un programma
in quattro obiettivi
Lo scopo del programma Med
è ottenere il miglioramento della competitività delle imprese
e del sistema produttivo nel
SCADENZA AL 2 OTTOBRE
suo insieme e la promozione
della coesione territoriale e
della protezione dell’ambiente
e dell’energia, secondo la logica
dello sviluppo sostenibile, unitamente ad un miglioramento della governance nell’area
Mediterranea. Il programma
è attuato perseguendo quattro
priorità tematiche che vanno
dal rafforzamento delle capaci-
tà di innovazione delle regioni
Med, per una crescita intelligente e durevole alla protezione dell’ambiente dello sviluppo
di fonti di energia alternative,
così come la promozione di uno
sviluppo territoriale sostenibile. Inoltre, sono considerati
prioritari il miglioramento della mobilità e dell’accessibilità
al patrimonio culturale del ter-
TRE BANDI DAL MIUR
Friuli-Venezia Giulia Scuole e università,
Fondi per bonificare arrivano i contributi
dal ministero
i siti inquinati
Scadrà il 2 ottobre 2015 il bando per la
concessione di contributi a progetti finalizzati alla bonifica dei siti contaminati sulle
aree del territorio comunale di proprietà
pubblica o privata. I contributi sono previsti dall’articolo 3, commi da 10 a 19, della
legge regionale 6 agosto 2015, n. 20 (Assestamento del bilancio 2015 e del bilancio pluriennale per gli anni 2015-2017, ai
sensi dell’articolo 34 della legge regionale
21/2007). Sono beneficiari dei contributi i
comuni localizzati sul territorio regionale
che attivano un intervento sostitutivo ai
sensi dell’articolo 250 del decreto legislativo 152/2006. Sono ammissibili a contributo
le spese sostenute dopo la presentazione
della domanda per la a) redazione del
piano della caratterizzazione, per l’esecuzione della caratterizzazione e modellizzazione di analisi di rischio sito specifica,
anche considerate separatamente, nonché
per la redazione del progetto operativo di
bonifica o di messa in sicurezza permanente/operativa. Per la redazione del piano
della caratterizzazione sono ammissibili a contributo le spese dell’affidamento
del relativo incarico. L’Iva è ammissibile
a contributo solo se costituisce un costo
per il beneficiario. Il contributo è assegnato nella misura del 100% della spesa
riconosciuta ammissibile. La domanda di
contributo deve essere presentata, a mezzo
posta elettronica certificata, alla Direzione
centrale competente in materia di ambiente, servizio competente in materia di siti
inquinati, entro il termine del 2 ottobre
2015 utilizzando il modello disponibile sul
sito internet della regione.
Creazione di laboratori territoriali, investimenti nelle infrastrutture di rete e potenziamento degli uffici di trasferimento
tecnologico sono gli obiettivi dei tre bandi lanciati dal ministero dell’istruzione,
dell’Università e della ricerca e dal ministero dello sviluppo economico. I bandi hanno
come destinatari gli istituti scolastici e le
università italiane. Il primo bando del Miur
finanzia la realizzazione, l’ampliamento o
l’adeguamento delle infrastrutture di rete
Lan/Wlan. In caso di realizzazione di nuova infrastruttura di rete il costo massimo
ammissibile, nonché il relativo contributo
concedibile, è pari a 18.500 euro per istituto, mentre in caso di ampliamento il costo
massimo ammissibile è di 7.500 euro. La
scadenza per presentare domanda è fissata al 9 ottobre 2015. Il secondo bando del
Miur finanzia proposte progettuali relative
a laboratori territoriali per l’occupabilità.
Il contributo massimo per ciascun laboratorio territoriale è pari a 750 mila euro. La
scadenza per presentare domanda è fissata
al 7 ottobre 2015. Il terzo bando, emanato
invece dal ministero dello sviluppo economico, finanzia progetti di potenziamento
e capacity building degli Uffici di trasferimento tecnologico (Utt) delle Università italiane e degli enti pubblici di ricerca
(Epr). Sono a disposizione risorse per 3
milioni di euro che si tradurranno in contributi fino al 50% del costo per l’assunzione
di soggetti destinati ad ampliare l’ufficio
con un massimo di 25 mila euro ciascuna
unità aggiuntiva fino al limite di due unità. La scadenza per presentare domanda è
fissata al 9 ottobre 2015.
ritorio, nonché il rafforzamento
della governance e degli scambi
di buone pratiche tra amministrazioni pubbliche dell’intera
area mediterranea.
Innovazione, ambiente
e cooperazione
I progetti potranno prevedere attività per accrescere
le attività transnazionali dei
cluster e delle reti innovative nei settori
chiave dell’area Med,
nonché per accrescere
la capacità di gestione
energetica degli edifici
pubblici a livello transnazionale. Potranno
anche porsi l’obiettivo
di accrescere le quote di
fonti energetiche locali
rinnovabili in piani e strategie
basati su un mix energetico
in specifici territori Med e accrescere la capacità di utilizzo
dei sistemi a bassa emissione
di carbonio e le connessioni
multimodali tra loro . Inoltre,
potranno mirare a rafforzare la
politica di sviluppo sostenibile
per una valorizzazione più efficace delle risorse naturali e del
patrimonio culturale negli spazi costieri e marittimi adiacenti, nonché a mantenere la biodiversità e gli ecosistemi naturali
attraverso il rafforzamento
della gestione e della messa in
rete delle aree protette. Infine,
potranno sostenere il processo
di rafforzamento e sviluppo del
quadro di coordinamento multilaterale nel Mediterraneo per
fornire risposte congiunte a sfide comuni.
Contributi a copertura
dell’85% dei costi
I fondi comunitari stanziati permettono di coprire fino
all’85% dei costi ammissibili. Possono essere finanziati
costi del personale, costi amministrativi, spese per viaggi
e soggiorni, acquisizione di
consulenze esterne e spese per
attrezzature.
a cura di
CLUB MEP
MANAGER E PROFESSIONISTII NETWORK
WWW.CLUBMEP.IT
TEL +39 02 42107535
MAIL: [email protected]
AGEVOLAZIONI IN PILLOLE
Erasmus, scadenza al
1° ottobre. L’invito a
presentare proposte 2015
a valere sul Programma
comunitario Erasmus+
sta per esaurirsi. Il 1°
ottobre 2015 scadranno
infatti i termini per presentare domanda sulle
azioni «Mobilità individuale nel settore della
gioventù», «Partenariati
strategici nel settore della
gioventù» e «Incontro tra
giovani e decisori politici
nel settore della gioventù».
Informazioni sul programma sono disponibili
su http://ec.europa.eu/
programmes/erasmusplus/discover/guide/index_en.htm.
Infanzia e anziani,
arrivano 2,5 milioni
di euro. Il ministero
dell’interno ha stanziato
2,5 milioni di euro per
supportare gli ambiti/
distretti nel monitoraggio
e nella rendicontazione
dei progetti già approvati
a valere sul Programma
nazionale servizi di cura
all’infanzia e agli anziani
non autosufficienti. Per accedere ai fondi è necessario
presentare domanda entro
il 30 settembre 2015.
Piemonte, un bando per
valorizzare l’artigianato. Scadrà il 30 settembre
2015 il bando che concede
contributi per progetti di
promozione e valorizza-
zione dell’artigianato piemontese nell’ambito del
Par Fsc 2007-2013. Anche
i soggetti pubblici possono
ottenere un contributo a
copertura dell’80% dei
costi ammissibili fino a 35
mila euro.
Sicilia, proroga del
bando per il recupero
urbano. La scadenza
del bando pubblico per
la predisposizione di un
programma regionale di
finanziamento per la promozione di interventi di
recupero finalizzati al
miglioramento della qualità della vita e dei servizi
pubblici urbani nei comuni della regione siciliana è
stata prorogata. Il nuovo
termine è fissato al 30
settembre 2015.
Cassa depositi, continua il processo di
digitalizzazione. La
Cassa depositi e prestiti
ha lanciato il servizio
che consentirà agli enti
locali di usufruire della
possibilità di gestire digitalmente la fase di stipula
dei prestiti. E’ stata infatti
attivata sul Portale enti
locali e p.a. del sito www.
cdp.it la nuova funzionalità per la stipula online
del contratto di prestito.
L’applicativo permetterà a
Cassa depositi e prestiti e
agli enti locali lo scambio
della documentazione firmata digitalmente.
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Venerdì 25 Settembre 2015
O S S E RVATO R I O V I M I NA L E
Non possono essere trasferiti compiti di amministrazione attiva
Il sindaco può delegare
Atti a rilevanza esterna preclusi ai consiglieri
Q
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
uali sono i limiti
delle deleghe conferite dal sindaco
ai consiglieri comunali?
Nell’ambito dell’autonomia statutaria dell’ente locale, sancita dall’art. 6 del
decreto legislativo n. 267/00,
è ammissibile la disciplina di
deleghe interorganiche, purché il contenuto delle stesse
sia coerente con la funzione
istituzionale dell’organo cui
si riferisce.
Secondo un criterio generale, il consigliere può essere
incaricato di studi su determinate materie, di compiti
di collaborazione circoscritti
all’esame e alla cura di situazioni particolari, che non
implichino la possibilità di
assumere atti a rilevanza
esterna, né di adottare atti
di gestione spettanti agli or-
gani burocratici.
Il consigliere, infatti, svolge la sua attività istituzionale, in qualità di componente
di un organo collegiale quale
il consiglio, che è destinatario dei compiti individuati e
prescritti dalle leggi e dallo
statuto. Poiché il consiglio
svolge attività di indirizzo
e controllo politico-amministrativo, partecipando «alla
verifica periodica dell’attuazione delle linee programmatiche da parte del sindaco e dei singoli assessori»
(art. 42, comma 3, del Tuel)
ne scaturisce l’esigenza di
evitare una incongrua commistione nell’ambito dell’attività di controllo.
Tale criterio generale può
ritenersi derogabile solo in
taluni casi previsti dalla
legge, quali quelli previsti
dall’art. 54, comma 7, per le
funzioni svolte dal sindaco
LO SCAFFALE DEGLI ENTI LOCALI
Titolo - Il regime delle distanze in edilizia
agli uffici tecnici degli enti
locali sia ai professionisti
del settore tecnico (geometri, architetti, ingegneri) e
legale.
Casa editrice - Maggioli,
Rimini, 2015, pp. 394
Autore - a cura di Matteo
Barbero
Prezzo - 39
Titolo - Guida al patto di
stabilità 2015
Autore - Romolo Balasso,
Pierfrancesco Zen
Argomento - Il volume
edito dalla Maggioli, giunto
ormai alla quinta edizione,
consente di avere uno strumento di lavoro sempre
aggiornato sulle tematiche
inerenti le distanze in edilizia. In particolare, si è tenuto
conto dei più importanti aggiornamenti, sia normativi
che giurisprudenziali. Negli
ultimi tempi si sono infatti
registrati interventi legislativi nazionali e regionali
che hanno trattato il tema
della deroga delle distanze,
ovvero l’intervento normativo nazionale sull’efficienza
energetica e quelli regionali
ai sensi dell’articolo 2-bis
del Testo unico dell’edilizia. Gli autori si sono poi
occupati dell’aggiornamento giurisprudenziale, nel
quale è stato tenuto conto
delle più recenti pronunce,
in particolare di quella
recentissima sul principio
della prevenzione, oltre che
di quelle in tema di incidenza dei regolamenti locali,
di concetto di costruzione,
muri di cinta e di sostegno,
aperture (finestre e luci). Il
libro ha un taglio essenzialmente pratico e operativo e
gli autori ricorrono spesso a
fotografie e disegni che consentono una migliore e più
proficua comprensione delle
questioni trattate. Il volume
si rivolge sia agli addetti
Casa editrice - Cel editrice, Pescara, 2015, pp. 166
Prezzo - 49
Argomento - Il volume in
questione, edito dalla Cel
nella nuova collana denominata «Vademecum 2015
- Guide pratiche contabili»,
che si contraddistingue
per il formato tascabile e,
dunque, per la facilità e
immediatezza della consultazione, espone in maniera
sintetica, ma completa, i criteri e le regole da seguire per
la corretta applicazione del
patto di stabilità per il 2015.
L’illustrazione dei vari argomenti è resa maggiormente
fruibile attraverso l’impiego
di numerosi e utilissimi
schemi riepilogativi. Grazie
al suo comodo formato, il
libro può essere conservato
sempre a portata di mano e
consente al lettore una veloce e comoda consultazione.
Questo volumetto, che ha un
taglio prettamente pratico e
operativo, si rivolge dunque
principalmente agli operatori del settore economico e
finanziario degli enti locali.
Un accurato indice analitico rende inoltre più facile e
veloce per il lettore reperire
gli argomenti ricercati.
Gianfranco Di Rago
nella sua attività di ufficiale
di governo, e dall’art. 31 del
citato Testo unico, che consente al sindaco di trasferire
proprie attribuzioni ad altro
organo in caso di partecipazione alle assemblee consortili, composte «dai rappresentanti degli enti associati
nella persona del sindaco o
di un suo delegato».
Pertanto, la normativa
statutaria dell’ente locale,
nel disciplinare la materia
de qua, potrà prevedere disposizioni compatibili con
tali principi, recati dalla
legge dello stato, in quanto
lo stesso statuto può integrare le norme di legge che
stabiliscono il riparto di attribuzioni tra gli organi di
governo dell’ente, ma non
può derogarle.
Nel caso di specie, lo statuto dell’ente locale prevede
che «il sindaco può delegare
le sue funzioni o parte di
esse ai singoli assessori o
consiglieri».
In proposito, il Tar Toscana, con decisione n.
1284/2004, ha respinto il
ricorso avverso una norma
statutaria concernente la
delega ai consiglieri di funzioni sindacali in quanto la
stessa escludeva implicitamente che potessero essere
delegati compiti di amministrazione attiva, tali da
comportare «l’inammissibile
confusione in capo al medesimo soggetto del ruolo di
controllore e di controllato».
Inoltre il Consiglio di stato,
con parere n. 4883/11 reso
in data 17 ottobre 2012, ha
ritenuto fondato un ricorso
straordinario al presidente
della repubblica in quanto
l’atto sindacale impugnato,
nel prevedere la delega ai
consiglieri comunali di fun-
zioni di amministrazione
attiva, determinava «una
situazione, per lo meno potenziale, di conflitto di interesse».
Per completezza va considerato, che il vigente ordinamento non prevede poteri di
controllo di legittimità sugli
atti degli enti locali in capo
al ministero dell’interno e
pertanto gli eventuali vizi di
legittimità degli atti adottati potranno essere fatti valere solo nelle competenti
sedi amministrative ovvero
giurisdizionali, secondo le
consuete regole vigenti in
materia.
LE
RISPOSTE AI QUESITI
SONO A CURA
DEL DIPARTIMENTO AFFARI
INTERNI E TERRITORIALI
DEL MINISTERO DELL’INTERNO
CONCORSI
Campania
Amministrativo esperto gare
e contratti. Comune di Acerra (Na),
un posto. Scadenza: 1/10/2015.
Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Assistente sociale. Comune di Acerra
(Na), un posto. Scadenza: 1/10/2015.
Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Dirigente del settore pianificazione
urbanistica a tempo determinato.
Comune di Ercolano (Na), un posto.
Scadenza: 5/10/2015.
Tel. 081/7881213.
G.U. n. 68
Dirigente del settore servizi per
l’assetto e il governo del territorio a
tempo determinato. Comune di
Ercolano (Na), un posto. Scadenza:
5/10/2015. Tel. 081/7881213. G.U. n. 68
Dirigente del settore servizi per le
attività produttive e lo sviluppo
economico a tempo determinato.
Comune di Ercolano (Na), un posto.
Scadenza: 5/10/2015. Tel. 081/7881213.
G.U. n. 68
Esperto ambientale. Comune
di Acerra (Na), un posto. Scadenza:
1/10/2015. Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Istruttore amministrativo a tempo
parziale. Comune di Acerra (Na),
un posto. Scadenza: 1/10/2015.
Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Istruttore di vigilanza. Comune
di Acerra (Na), un posto. Scadenza:
1/10/2015. Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Istruttore direttivo contabile.
Comune di Acerra (Na), un posto.
Scadenza: 1/10/2015.
Tel. 081/5219206.
G.U. n. 67
Istruttore tecnico. Comune di Acerra
(Na), un posto. Scadenza: 1/10/2015.
Tel. 081/5219206. G.U. n. 67
Emilia-Romagna
Dirigente tecnico a tempo determinato. Comune di Castel San Pietro
Terme (Bo), un posto. Scadenza:
5/10/2015. Tel. 051/6954148. G.U. n. 68
Istruttore amministrativo contabile
a tempo determinato. Comune
di Casalecchio di Reno (Bo), un posto.
Scadenza: 15/9/2015. Tel. 051/598288.
G.U. n. 61
Istruttore direttivo amministrativo.
Comune di Medicina (Bo), un posto.
Scadenza: 28/9/2015.
Tel. 051/6979111.
G.U. n. 66
Liguria
Dirigente con requisiti tecnici.
Comune di Sanremo (Im), due posti.
Scadenza: 28/9/2015.
Tel. 0184/580245. G.U. n. 66
Piemonte
Dirigente presso il settore lavori
pubblici e edilizia pubblica.
Comune di Asti, un posto. Scadenza:
19/10/2015. Tel. 0141/399290.
G.U. n. 72
Istruttore geometra a tempo
determinato. Comune di Armeno (No),
un posto. Scadenza: 19/10/2015.
Tel. 0322/900106. G.U. n. 72
Puglia
Assistente sociale part-time.
Comune di Castellaneta (Ta), un posto.
Scadenza: 28/9/2015.
Tel. 099/8497111.
G.U. n. 66
Sardegna
Assistente sociale part-time. Comune
di Buddusò (Ot), un posto. Scadenza:
17/9/2015. Tel. 079/7159003. G.U. n. 63
Veneto
Dirigente amministrativo contabile
a tempo determinato. Comune
di Portogruaro (Ve), un posto. Scadenza:
17/10/2015. Tel. 0421/277270.
Gazzetta Ufficiale n. 70
Dirigente dell’area tecnica a tempo
determinato. Comune di Portogruaro
(Ve), un posto. Scadenza: 17/10/2015.
Tel. 0421/277270. G.U. n. 70
098105098108105111103114
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Venerdì 25 Settembre 2015
AUTONOMIE LOCALI
39
Una camera delle autonomie garantirà maggiore rappresentatività agli enti locali
Ai sindaci piace il nuovo senato
Filippeschi: è una svolta. Il bicameralismo è in crisi
DI
MARCO FILIPPESCHI*
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I
sindaci sono favorevoli alla
riforma del senato e al superamento del bicameralismo paritario. È una vera
svolta per l’Italia. La demagogia e il vuoto radicalismo populista, che disprezzano di fare
i conti con la realtà, e prima
ancora l’incultura istituzionale
o un conservatorismo interessato da ceto politico parlamentarizzato, sono lo specchio del
fallimento della politica e del
discredito di una classe dirigente, che hanno un prezzo
enorme per il nostro paese.
Stare fermi significa aprire la
strada ad un avvitamento della crisi democratica e ad una
completa e pericolosissima
perdita di controllo dei residui
spazi d’intervento per arginare
la crisi finanziaria dello Stato
ancora incombente, la stessa
crisi che ormai schiaccia le
comunità locali. Vorrebbe dire
compromettere i segnali di ripresa. Questo è il vero rischio
che oggi si corre. Questa è la
sostanza degli appelli drammatici per la riforma rivolti
dai presidenti Napolitano e
Mattarella al Parlamento.
Anche a sinistra qualcuno dimentica una tradizione di proposte in favore del superamento del bicameralismo paritario.
Di certo i sindaci hanno sempre
chiesto, senza distinzioni di
parte, che le autonomie locali
abbiano luoghi dove possano
essere ascoltate per pesare di
più. Hanno chiesto il senato
delle autonomie.
Il bicameralismo italiano è
in crisi. Una crisi di lunghissimo periodo, divenuta cronica,
che accresce la debolezza e la
delegittimazione del parlamento. Come non vedere un difetto
strutturale di funzionamento
dei rami più alti delle istituzioni, ormai disallineate rispetto
ai ritmi delle trasformazioni
economiche e sociali. Infatti,
l’obbligo che le leggi vengano
approvate nella medesima formulazione da entrambi i rami
del parlamento non consente di
predeterminare i tempi di approvazione delle stesse. Tale limite, combinato alla mancanza
di strumenti decisionali degli
esecutivi, ha spinto i governi
che si sono succeduti a utilizzare in modo patologico decreti
legge, questioni di fiducia e maxiemendamenti.
Il permanere del bicameralismo paritario è in contraddizione aperta con la riforma
del Titolo V della Costituzione.
Rappresenta un’evidente testimonianza dell’incompiutezza di
questa riforma, che finisce per
accentuarne gli elementi di criticità e di conflittualità, privando il sistema di uno strumento
fondamentale di rappresentanza, di armonizzazione delle
politiche, di reciproca responsabilizzazione nel governo della
finanza pubblica, di ancoraggio
Marco
Filippeschi
a interessi diffusi e cruciali per
il radicamento della democrazia e per lo sviluppo. Cambiare
e completare il Titolo V della
Costituzione significa correggere ciò che è imperfetto negli
elenchi di materie.
Tuttavia è l’esistenza di una
sede rappresentativa nuova il
rimedio maggiore. La riforma
del parlamento e dei poteri del
governo, per rafforzare entrambe le istituzioni, è assolutamen-
te necessaria: perché regioni e
autonomie locali hanno bisogno
di stabilità politica e di meccanismi decisionali funzionanti,
non hanno bisogno di un potere
centrale debole.
Questa impossibilità a riformare radicalmente la sfera
pubblica (problema italiano,
ma anche europeo) mantiene la
fratture che bloccano il paese.
Alimenta un’antipolitica senza speranza e l’astensionismo
elettorale.
Il senato delle autonomie garantisce maggiore rappresentatività, cooperazione istituzionale e dunque legittimazione del
sistema. Eviterà il contenzioso
fra stato e regioni che ha ingolfato la Corte costituzionale.
Chi ripropone l’elezione diretta dei senatori, scissa dalla
rappresentanza territoriale,
propone non per caso anche
poteri aggiuntivi che ne sfigurano i compiti, che riporterebbero ai vizi del bicameralismo
paritario con un sistema anche
più confuso, esposto a rischi di
paralisi.
Il senato delle autonomie
rappresenta un efficace strumento per consentire a regioni
ed enti locali di partecipare
all’attuazione delle politiche
comunitarie e per contribuire
attivamente alla loro elaborazione assumendo un ruolo
attivo e partecipativo nella
fase ascendente del diritto
dell’Unione europea.
In tutti i sistemi democratici
contemporanei dove è vigente
un sistema federale o fortemente regionale è presente anche
una camera che rappresenta
gli enti federati come camera
di compensazione dei conflitti
e come luogo dove codecidere
e meglio indirizzare, tenendo conto delle istanze locali
nell’adozione delle principali
decisioni politiche.
Per l’Italia la camera federale è di fondamentale importanza anche perché le politiche di
rientro dal debito e di miglior
allocazione della spesa siano
efficaci. Tanto più se consideriamo l’enorme sforzo che viene tuttora richiesto alle autonomie locali di concorrere alle
politiche di risanamento dei
conti pubblici.
Dunque, guardando dal
basso, ragionando da sindaci,
ci sono forti ragioni positive a
favore della riforma, le stesse
che hanno spinto alcuni di noi
particolarmente convinti e impegnati a proporla (anche con il
sito web senatodelleautonomie.
it) ben prima che Matteo Renzi
la incardinasse con coraggio e
determinazione nell’iter parlamentare. La razionalizzazione,
certo, porta anche risparmi di
spesa. Ma soprattutto consentirà di governare meglio e di
riportare i cittadini ad apprezzare una politica rinnovata e a
partecipare».
* presidente Legautonomie
e sindaco di Pisa
Pagina a cura
DELLA LEGA DELLE
AUTONOMIE LOCALI
Sui dirigenti apicali la legge Madia è troppo rigida
Il 28 agosto scorso è entrata in vigore la legge delega n.124 concernente
la nuova normativa in materia di riorganizzazione delle amministrazioni
pubbliche. Una vera e propria sfida del
governo Renzi in un terreno di riforma
in cui si sono cimentati in passato ministri illustri con risultati non ancora
soddisfacenti. La legge punta soprattutto sulla profonda riforma della dirigenza pubblica.
Rilevante appare dunque la finalità posta all’inizio della norma che collega la
disciplina della materia della dirigenza
pubblica alla valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici e che mira a creare
una nuova figura di dirigente selezionato sul principio del merito, competente,
proiettato verso l’esterno, orientato al
risultato.
I principi e i criteri direttivi espressi
nella delega riguardano l’istituzione di
un nuovo sistema di dirigenza pubblica
articolato in ruoli tra loro distinti, ma
unificati e coordinati da una disciplina
comune dell’accesso basata sul merito
e dalla mobilità da un ruolo all’altro.
In particolare, con riferimento alla
dirigenza degli enti locali, la norma
prevede l’istituzione, previa intesa in
sede di Conferenza stato-città, del ruolo unico dei dirigenti degli enti locali
in cui confluiscono, in sede di prima
applicazione, i dirigenti di ruolo negli
enti locali e i segretari comunali e provinciali iscritti all’albo nazionale nelle
fasce professionali A e B e, con alcune
riserve, nella fascia C.
Nello stesso tempo è prevista l’abolizione della figura dei segretari e la
soppressione. dell’albo. Una decisione
storica che ha destato molte perplessità ma che, nel trasformare i segretari
in dirigenti, attribuisce ai segretari
medesimi, in sede di prima applicazione e per un periodo non superiore a tre
anni, la funzione di dirigente apicale
degli enti, con l’eccezione delle città
metropolitane e dei comuni con popolazione superiore ai 100 mila abitanti
per i quali è prevista la possibilità di
nominare un direttore generale.
Ne deriva che la funzione di direzione viene definita in maniera riduttiva
come «attuazione dell’indirizzo politico e coordinamento dell’attività
amministrativa» e a «misura» dei segretari in quanto comprende anche il
«controllo della legalità dell’azione
amministrativa».
Con la stessa terminologia la norma
definisce anche la funzione di direzione apicale e che addirittura comprende
anche la funzione rogante! L’inserimento di questa funzione nella sfera delle
competenze del dirigente di vertice (ad
eccezione delle città metropolitane e
dei comuni che optano per il direttore generale e per i quali si ripropone
in termini quasi analoghi il dualismo
attuale tra il dg e il dirigente rogante,
ex segretario) e l’obbligo per i comuni
di conferire l’incarico di direzione apicale ai segretari comunali e provinciali
confluiti nel ruolo unico confermano la
sensazione che, in attesa di necessari
sviluppi in sede di decreti delegati, la
definizione della funzione di direzione
di vertice sia stata fortemente influenzata dall’esigenza di dare una prima
sistemazione ai segretari medesimi in
seguito all’abolizione dell’albo.
Ma ciò che sorprende è la presenza
dell’«obbligo per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicale».
L’obbligo implica infatti un problema
di scelta circoscritta a soggetti iscritti
nel ruolo e potrebbe comportare oneri
aggiuntivi tenendo conto del numero e
della situazione attuale dei comuni.
La generalizzazione dell’obbligo richiederebbe una maggiore attenzione
all’esercizio della funzione di direzione apicale che necessita di esperienze
e professionalità adeguate e che andrebbe disciplinata in relazione alla
dimensione, all’importanza dell’ente e
al contesto territoriale, economico e
sociale in cui esso opera.
Sarebbe pertanto opportuno individuare meglio la platea degli enti interessati e introdurre strumenti di maggiore
flessibilità estendendo la possibilità di
conferire incarichi di direzione apicale
anche a soggetti non iscritti nel ruolo
dei dirigenti degli enti locali, ma che
siano in possesso di una serie di requisiti analoghi a quelli che saranno fissati
per i direttori generali; requisiti previsti dalla legge e certificati dalla stessa
Commissione per la dirigenza locale
incaricata della gestione del ruolo.
In tal modo sarebbe ampliata la possibilità di scelta da parte degli enti
locali interessati, sarebbero agevolati
i processi di mobilità dei dirigenti dal
settore privato al settore pubblico,
sarebbe avviata in concreto la riforma
del management pubblico insieme con
una energica e continua azione di formazione.
Mario Collevecchio
esperto Legautonomie
098105098108105111103114
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40
Venerdì 25 Settembre 2015
Mercati
& Finanza
DA LUNED
DÌ 3 AGOSTO
IN EDICOLA
DICOLA CON
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Oggi la nomina dell’attuale a.d. di Porsche. A Winterkorn una buonuscita da 60 mln
Mueller passa al volante di Vw
Moody’s taglia l’outlook. Anche Bmw sospettata di frode
O
rmai è cosa fatta, secondo il quotidiano
finanziario tedesco
Handelsblatt: l’attuale numero uno di Porsche, Matthias Mueller, è
stato scelto dal consiglio di
vigilanza di Volkswagen come
amministratore delegato in
sostituzione del dimissionario Martin Winterkorn. L’annuncio ufficiale arriverà oggi.
Toccherà a Mueller mettersi
alla guida della società in
questa delicata fase di passaggio, per gestire
le ricadute dello
scandalo sulle alterazioni ai gas di
scarico e tentare
di riguadagnare
fiducia e credibilità. Per questo
la scelta è caduta
su un manager le
cui caratteristiche fondamentali sono «lealtà e
franchezza», scrive il quotidiano.
Con una partecipazione del 31,5%
Porsche è il primo
azionista di Volkswagen. Per Winterkorn si parla di una liquidazione di 28,6 milioni, ma
l’ex a.d. potrebbe raccogliere
una buonuscita ancora più
alta, intorno ai 60 milioni.
Intanto lo scandalo si sta
allargando a macchia d’olio al
di fuori dei confini statunitensi e rischia di investire anche
altre case automobilistiche,
come la compatriota Bmw.
Dopo la richiesta di collaborazione da parte del ministro
dei trasporti tedesco Alexan-
der Dobrindt, Volkswagen ha
rivelato che la manomissione
sui dati delle emissioni di
auto diesel è avvenuta anche
in Europa. Per ora non è chiaro, tuttavia, quanti degli 11
milioni di veicoli interessati
si trovino nel Vecchio continente.
Qualche nube si addensa
anche su Bmw. Nell’anteprima di un articolo che sarà
pubblicato oggi su Auto Bild,
si legge che il Suv della casa
automobilistica di Monaco di
Elkann: il consolidamento non si ferma
Lo scandalo Volkswagen «è molto grave»,
ma non frena il progetto di un consolidamento
del settore automobilistico, ventilato da Fiat
Chrysler: lo ha detto il presidente di Fca e di
Exor, John Elkann. «Preferisco non commentare sul caso specifico che è avvenuto alla Volkswagen, vedremo di capire meglio dall’esito
delle indagini», ha osservato Elkann, ricordando che «Acea, cioè la voce della categoria,
è stata molto chiara dicendo che questo non
è un fatto legato all’industria dell’auto ma a
un caso specifico di una società».
Il numero uno di Fiat Chrysler
ha osservato che «indubbiamente tutto quello che è stato detto
da Sergio Marchionne sui benefici del consolidamento continua
a valere, a prescindere da quello
che è avvenuto alla Volkswagen».
Una tesi, quella di Marchionne,
che «è molto chiara ed è quella
re dieci punti
percentuali per
poi chiudere in
calo del 5,15%.
Nella bufera
sarebbe spuntato anche il
nome della
controllata
spagnola di Volkswagen, Seat:
in base a quanto riportato dal
quotidiano spagnolo El Pais,
la casa di Martorell avrebbe
montato dal 2009 oltre 500
mila motori diesel con il software incriminato di aver alterato i dati sulle emissioni.
Intanto c’è confusione tra
i vertici della società di Wolfsburg. Dopo le dimissioni
dell’a.d. Martin Winterkorn,
ieri anche Ulrich Hackenberg,
responsabile della divisio-
Baviera X3 xDrive 20d, alimentato da motore diesel, ha
emesso ossido di azoto durante un test in strada condotto
dall’International Council on
Clean Transportation superiore di undici volte rispetto
a quanto concesso dalla Ue
in condizioni standardizzate.
Immediata la risposta del costruttore, che ha negato qualsiasi manipolazione. I mercati
si sono subito allarmati: il titolo Bmw è arrivato a cede-
di risolvere il problema che ha l’industria automobilistica, legato alle difficoltà di avere ritorni adeguati dai numerosi investimenti. Se
ci sono operatori più grandi che riescono ad
avere i mezzi per fare questi investimenti su
un numero di prodotti, questo va a beneficio
dell’industria automobilistica».
Elkann si è poi detto «felice che sviluppo
dell’automobile e rispetto per l’ambiente siano ancora oggi di grande attualità, al centro
dell’impegno non solo mio personale e della
mia famiglia, ma anche di Fiat Chrysler Automobiles». Proprio sul tema ambientale, Elkann ha sottolineato che Fca «anche quest’anno è stata inclusa nel prestigioso Dow Jones
Sustainability Index World: un fatto che
riconosce i risultati conseguiti negli ambiti
economico, ambientale e sociale, collocando
Fiat Chrysler tra le aziende leader a livello
mondiale».
© Riproduzione riservata
ne R&D di Audi, e Wolfgang
Hatz, ingegnere di primo livello di Porsche, hanno lasciato
il gruppo.
In borsa, nonostante i saliscendi nel corso della seduta, il
titolo Vw è terminato poco sopra la parità (+0,58% a 112,15
euro). Tuttavia Moody’s ha tagliato l’outlook su Volkswagen
a negativo da stabile. Il rating
di lungo termine è confermato
al livello A2. Secondo l’agenzia,
l’azienda tedesca ha i mezzi finanziari per coprire i 6,5 mi-
liardi di euro accantonati per
far fronte alla crisi in corso,
«anche se il finanziamento di
quell’accantonamento limiterà pesantemente la flessibilità
sul livello di rating». La preoccupazione principale riguarda
la reputazione e la credibilità
con i clienti di tutto il mondo.
Nel frattempo Bruxelles continua a chiedere «un quadro
completo della situazione» e
invita tutte le autorità nazionali a indagare e a riferire.
© Riproduzione riservata
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TA S S I E VA L U T E
Cambi
Divisa
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Valuta/
Euro
U.i.c.
prec.
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Tassi e dati macro
Tassi Euro
Ultima Prece- Variaz.
rilevazione dente assoluta
Corona Ceca
27,162
27,09
0,0720
24,1633
Tasso ufficiale di riferimento
0,05
0,15
0,10
Corona Danese
7,4612
7,4599
0,0013
6,6375
Rendistato Bankitalia(lordi)
1,27
1,34
-0,08
Corona Norvegese
9,463
9,237
0,2260
8,4183
Tasso Inflazione ITA
0,20
0,20
0,00
Corona Svedese
9,4292
9,3798
0,0494
8,3882
Tasso Inflazione EU
0,10
0,20
-0,10
Dollaro Australiano
1,6147
1,5813
0,0334
1,4364
Indice HICP EU-12
118,20
118,30
-0,10
Dollaro Canadese
1,5039
1,479
0,0249
1,3379
HICP area EURO ex tobacco
Dollaro N Zelanda
1,7857
1,7712
0,0145
1,5886
Tasso annuo crescita PIL ITA
0,67
0,16
0,52
Dollaro USA
1,1241
1,115
0,0091
-
Tasso di disoccupazione ITA
12,12
12,97
-0,85
Fiorino Ungherese
314,21
310,91
3,3000 279,5214
Franco Svizzero
1,0928
1,0882
0,0046
0,9722
Rand Sudafricano
15,7352
15,2287
0,5065
13,9980
Sterlina GB
0,7387
0,7297
0,0090
0,6571
Yen Giapponese
134,48
134,03
0,4500 119,6335
4,23
4,2036
0,0264
Zloty Polacco
3,7630
116,97
116,96
0,01
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti
rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese.
Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con
periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato
ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano
inanziario italiano
E.O.N.I.A.
Scadenza
E.O.N.I.A.
Scadenza
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
-0,138
-0,143
-0,145
-0,147
-0,148
-0,151
6 mesi
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
12 mesi
-0,154
-0,156
-0,158
-0,161
-0,163
-0,167
Preziosi e metalli
Den.
Let.
Preziosi ($ per oncia)
Oro
1154,18 1154,39
Argento
15,15 15,17
Palladio
653,1 656,1
Platino
954,5 957,9
Metalli ($ per tonn.)
Aluminium
1579,5 1578,5
Rame
5051
5050
Piombo
1697 1696,5
Nickel
9925
9900
Den.
Stagno
15250
Zinco
1678
Monete e Preziosi (quote in €)
Sterlina (v.c)
229,79
Sterlina (n.c)
231,67
Sterlina (post 74) 231,67
Marengo Italiano 182,69
Marengo Svizzero 180,41
Marengo Francese 179,19
Marengo Belga
178,59
Let.
15200
1677
265,32
270,22
270,22
203,91
202,45
201,02
201,02
Euribor
Irs
Euribor
Scadenza
Int. Rate Swap (Euro)
Scad. Denaro
Lettera
1 Sett.
2 Sett.
1M
2M
3M
6M
9M
12 M
Fonte: EMMI
-0,141
-0,143
-0,107
-0,066
-0,039
0,033
0,083
0,147
Valori al 23/09/2015
Btp
Btp
Scadenza
Rendimento
2Yr BTP
3Yr BTP
5Yr BTP
10Yr BTP
30Yr BTP
0,134
0,294
0,750
1,744
2,837
1 anno
0,011
0,051
2 anni
0,040
0,080
3 anni
0,113
0,153
4 anni
0,224
0,264
5 anni
0,352
0,392
6 anni
0,482
0,522
7 anni
0,613
0,653
8 anni
0,738
9 anni
0,855
0,895
10 anni
0,959
0,999
12 anni
1,134
1,174
15 anni
1,318
1,358
20 anni
1,467
1,507
25 anni
1,501
1,541
30 anni
1,505
1,545
098105098108105111103114
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0,778
M E R CAT I E F I NA N Z A
A Milano il Ftse Mib cede il 2,31%. Euro in progresso a 1,1287 $
L’auto affossa le borse
Venerdì 25 Settembre 2015
41
SU ALEXANDRIA
Montepaschi
e Nomura,
L’indice europeo del settore perde il 3,37% c’è l’intesa
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S
eduta in rosso per
i principali listini
europei, appesantiti
dal calo del comparto automobilistico in Europa e dai timori sulla crescita globale. Lo Stoxx Europe
600 Automobiles & Part ha
lasciato sul terreno il 3,37%.
A poco è servito il dato tedesco sull’indice Ifo di fiducia
delle imprese, che a sorpresa è salito in settembre a
108,5 punti. Nessun impatto neanche dai dati macro
americani, con gli ordini di
beni durevoli che sono scesi
del 2% in agosto rispetto al
consensus che vedeva una
flessione del 2,3%.
A Milano il Ftse Mib ha
perso il 2,31% a 20.581
punti e l’All Share il 2,17%
a 22.188. In Europa giù
Parigi e Madrid (-1,93%),
Francoforte (-1,92%) e Londra (-1,17%). A New York,
intorno a metà seduta, Dow
Jones e Nasdaq arretravano di circa un punto percentuale. Lo spread fra Btp
decennali e Bund tedeschi è
terminato in lieve progresso
AER LINGUS
a 114,50.
A piazza Affari Fca (-7,5%
a 11,35 euro) è stato il titolo
più penalizzato dall’affaire
Volkswagen (si veda articolo alla pagine precedente).
In rosso anche B. Unicem
(-5,88% a 14,73 euro), penalizzata dal downgrade
di Morgan Stanley a equalweight, con prezzo obiettivo che sale da 16,5 a 16,75
euro. Cnh I. (-5,7% a 5,785
euro) ha invece pagato il
profit warning di Caterpil-
lar, aggiornando i minimi
storici a 5,81 euro.
In rosso le banche: Ubi B.
ha ceduto il 2,38%, B.P.E.
Romagna il 2,37%, B.P.
Milano l’1,77%, Unicredit
l’1,55%, Intesa Sanpaolo l’1,31%, B. Popolare lo
0,82%. In controtendenza
Mediobanca (+0,12%).
Ha resistito ai cali diffusi anche Enel Gp (-0,13%).
Su Campari (-1,41% a 6,98
euro) Bernstein ha avviato
la copertura con rating mar-
RISTRUTTURAZIONE
IN MANO A SEA
Caterpillar, il colosso americano delle macchine movimento terra, ha annunciato
una ristrutturazione che
comporterà fino a 10 mila
licenziamenti. Entro il 2016
gli esuberi saranno 4-5 mila.
Il gruppo ha inoltre tagliato le stime sui ricavi per il
2015: ora sono previste vendite pari a 48 miliardi di dollari (42,5 mld euro), cioè un
miliardo in meno rispetto
all’outlook fornito in precedenza. L’azienda si aspetta
di ridurre i costi operativi di
circa 1,5 mld di dollari (1,3
mld euro) annui.
«Stiamo affrontando una
convergenza di condizioni di
mercato difficili in regioni e
settori chiave, quelli energetico e minerario», ha dichiarato il presidente e a.d.
Doug Oberhelman. «Pur
avendo già fatto significativi aggiustamenti quando
erano emerse queste condizioni di mercato, adesso
stiamo facendo azioni ancor
più decise». Oberhelman ha
detto di «non prendere alla
leggera queste decisioni»,
fiducioso «che questi passi addizionali metteranno
Caterpillar in una posizione migliore per quando la
domanda migliorerà».
La Regione Lombardia vuol
essere protagonista della prossima fusione tra Sea (gestore
di Linate e Malpensa) e Sacbo
(Orio Al Serio) ed è pronta ad
acquistare l’intera quota, o una
sua parte, che la società presieduta da Pietro Modiano detiene nel gestore dell’aeroporto
bergamasco, pari al 30,98%.
«Se Sea decide di vendere e
anche Sacbo è d’accordo, noi ci
siamo», ha detto il governatore
della Lombardia, Roberto Maroni, aggiungendo che «siamo
interessati a partecipare alla
ristrutturazione del sistema
aeroportuale lombardo, le risorse economiche le abbiamo».
I cda di Sea e Sacbo hanno
analizzato lo studio di fattibilità della fusione redatto
da Stefano Paleari, direttore
scientifico dell’Iccsai, l’istituto
che studia la competitività nel
settore dell’aviazione, e hanno
deciso di procedere. L’obiettivo
è quello di creare un soggetto
unico in cui far confluire le
gestioni dei tre aeroporti. «Di
sicuro», ha proseguito Maroni,
«l’obiettivo non è entrare con
una quota dell’1% o dello zero
virgola. Stiamo dialogando con
tutti, ma non dipende da me.
Sono decisioni che spettano
agli azionisti: se loro sono disponibili, ne parliamo».
ket perform e target price a
7,5 euro.
Nel resto del listino in
evidenza Expert System
(+2,54%), che ha perfezionato l’acquisizione del 100%
di Temis, azienda francese
leader in soluzioni per il
text analytics. In calo frazionale B. Stabili (-0,22% a
0,677 euro): SocGén ha alzato il rating sul titolo a buy
confermando il target price
a 0,8 euro.
Nei cambi, l’euro ha archiviato le contrattazioni
in rialzo a 1,1287 dollari e
134,62 yen, trainato dalle
parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che
mercoledì aveva escluso un
ulteriore allentamento monetario nel breve periodo.
Per le materie prime,
hanno prevalso gli acquisti
sul petrolio, che a Londra
(Brent) era scambiato a
48,17 dollari e a New York
(Wti) a 44,73. In forte accelerazione l’oro, che guadagnava circa 20 dollari sul
filo di 1.153 dollari.
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IN INDIA
Da Ryanair Caterpillar Lombardia Enel Gp
398 milioni verso 10 mila vuol rilevare compra
agli azionisti licenziamenti quote Sacbo Blp Energy
Ryanair Holdings distribuirà agli azionisti 398 milioni
di euro dei proventi derivanti
dalla cessione della partecipazione in Aer Lingus. Il vettore
low cost ha inoltre annunciato
che emetterà titoli di tipo B
in favore degli investitori, nel
quadro del programma che
dovrebbe essere perfezionato
entro fine anno. A dicembre
è prevista un’assemblea straordinaria degli azionisti per
approvare l’operazione. Il presidente della compagnia aerea,
David Bonderman, ha riferito
che il payout porterà i fondi totali distribuiti ai soci nel 2015
a 800 milioni di euro e a oltre
3,3 miliardi dal 2008.
Questo mese Ryanair ha
rivisto al rialzo le stime per
l’esercizio al 31 marzo 2016
nella scia delle attese di un
traffico in aumento nei prossimi mesi e di prezzi dei biglietti migliori del previsto. L’utile
netto annuale, secondo le nuove previsioni, sarà compreso
fra 1,175 e 1,225 miliardi di
euro rispetto alla precedente
forchetta di 940-970 milioni.
Il numero di passeggeri trasportati nell’intero esercizio
è indicato a 104 milioni, uno
in più rispetto alla precedente
stima e 4 mln in più rispetto
alla stima di inizio anno.
© Riproduzione riservata
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Enel Green Power ha annunciato l’acquisizione di una
quota di maggioranza di Blp
Energy, società indiana attiva
nel solare ed eolico, controllata da Bharat Light & Power,
per un corrispettivo totale di
circa 30 milioni di euro. «Con
questa operazione», sottolinea
la società, «Egp entra nel mercato delle rinnovabili indiano e
per la prima volta nella regione
Asia-Pacifico».
Blp, una delle più importanti
società di rinnovabili in India,
possiede e gestisce impianti
eolici negli stati di Gujarat e
Maharashtra con una capacità
installata complessiva di 172
Mw e una produzione totale
annuale di 340 Gwh. La società
possiede inoltre un portafoglio
di circa 600 Mw di progetti eolici in diverse fasi di sviluppo.
«Questa acquisizione apre le
porte per Enel Green Power
all’enorme potenziale del mercato indiano e a un’ulteriore
espansione in Asia», ha dichiarato l’a.d. Francesco Venturini.
«Abbiamo intenzione di contribuire all’obiettivo del governo
indiano di aumentare la quota
di rinnovabili nel portafoglio
energetico del paese. Egp è anche interessata a partecipare
con Blp Energy alle prossime
gare solari pubbliche».
Giornata sugli scudi a
piazza Affari per il Montepaschi, che ha guadagnato
il 4,45% a 1,548 euro, anche
lontano dai massimi di seduta. A spingere gli acquisti
è stato l’accordo sottoscritto
con Nomura relativo all’operazione di finanza strutturata Alexandria. L’intesa
regola le condizioni della
chiusura anticipata delle
operazioni, poste in essere
nel 2009 e riguardanti un
investimento in Btp in asset
swap con scadenza 2034, del
valore di 3 miliardi di euro,
finanziato con un Long
Term Repo di pari durata.
Applicando una metodologia di pricing condivisa
tra le parti, la chiusura anticipata della posizione complessiva avrebbe comportato un esborso di 799 milioni,
comprensivo di 188 mln corrispondenti al ristoro della
perdita di funding benefit
che Nomura aveva subìto
per effetto della chiusura
anticipata dell’operazione.
All’esito della transazione,
l’esborso effettivo a carico
di Mps si è ridotto a 359
milioni. Quindi il Monte
ha beneficiato di un minor
esborso di 440 mln rispetto
al pricing condiviso della
transazione.
Sotto il profilo patrimoniale l’accordo determina,
rispetto ai dati al 30 giugno
scorso, un impatto stimato
positivo di circa 70 punti
base in termini di common
equity Basilea 3 full application e di circa 56 punti su
base transitional. Vi sono
poi altri impatti positivi su
altri profili regolamentari:
viene a cadere ogni rischio
di potenziali violazioni della
regola prudenziale dei grandi rischi, oltre al venir meno
della volatilità prospettica
del patrimonio di vigilanza
dovuta al trattamento prudenziale della riserva Afs
collegata all’operazione, che
viene cancellata dal bilancio. Inoltre l’accordo ha un
impatto positivo di liquidità
per circa 500 milioni.
«Sono soddisfatto di aver
chiuso l’ultima operazione
problematica legata alla
precedente gestione della
banca: questo importante
risultato rafforza patrimonialmente Banca Monte
dei Paschi, migliora la sua
redditività prospettica e
normalizza la sua posizione
finanziaria», ha commentato l’a.d. Fabrizio Viola.
Dal canto suo, Nomura ha
precisato che l’accordo con
Mps non implica alcuna
ammissione di irregolarità
e che l’impatto negativo sui
conti del secondo trimestre
ammonta a 34,5 miliardi di
yen (256 mln euro).
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42
Venerdì 25 Settembre 2015
M E R CAT I E F I NA N Z A
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
Global Technology
EUR
GBP
USD
Healthcare Opportunities
EUR
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USD
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Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
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21,53 23/09/2015
15,7600 23/09/2015
24,0000 23/09/2015
24,66
18,0500
27,4700
20,41
13,3700
2448,0100
12,22
10,2523
16,5042
12,5050
10,4927
16,8911
23/09/2015
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22/09/2015
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18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
BANCASSICURAZIONE
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11,7280
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UNIDESIO 760140
11,9280
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UNIDESIO 760189
11,8050
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UNIDESIO 760080
11,5540
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UNIDESIO 760147
11,9820
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11,6170
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UNIDESIO 760149
11,9220
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UNIDESIO 760192
11,7130
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UNIDESIO 760085
10,797
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UNIDESIO 760150
11,898
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UNIDESIO 760193
11,9310
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UNIDESIO 760088
12,2680
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UNIDESIO 760156
10,292
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UNIDESIO 760198
7,2540
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UNIDESIO 760091
12,4210
18/09/2015
UNIDESIO 760201
11,363
18/09/2015
UNIDESIO 760095
10,569
18/09/2015
UNIDESIO 760202
12,026
18/09/2015
UNIDESIO 760096
11,1050
18/09/2015
UNIDESIO 760203
12,9370
18/09/2015
UNIDESIO 760205
10,8640
18/09/2015
UNIDESIO 760098
12,332
UNIDESIO 760099
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
18/09/2015
12,4860
18/09/2015
UNIDESIO 760159
11,9520
18/09/2015
UNIDESIO 760160
11,658
18/09/2015
UNIDESIO 760163
10,0940
18/09/2015
UNIDESIO 760206
10,8230
18/09/2015
UNIDESIO 760169
12,765
18/09/2015
UNIDESIO 760210
12,084
18/09/2015
UNIDESIO 760102
11,235
18/09/2015
UNIDESIO 760104
11,1090
18/09/2015
UNIDESIO 760170
11,747
18/09/2015
UNIDESIO 760216
10,867
18/09/2015
UNIDESIO 760105
10,7090
18/09/2015
UNIDESIO 760174
12,0870
18/09/2015
UNIDESIO 760229
11,004
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UNIDESIO 760106
12,0070
18/09/2015
UNIDESIO 760179
11,638
18/09/2015
UNIDESIO 760234
10,067
18/09/2015
UNIDESIO 760109
11,5590
18/09/2015
UNIDESIO 760180
11,8770
18/09/2015
UNIDESIO 760235
10,003
18/09/2015
UNIDESIO 760125
12,152
18/09/2015
UNIDESIO 760182
7,5350
18/09/2015
UNIDESIO 760243
10,000
18/05/2015
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
Valorizzazione al: 23/09/15
MetLife Protezione in Crescita 70%
1,338
MetLife Protezione in Crescita 90%
1,108
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,232
Alico Monet. Protetto
1,107
23/09/15
11,6790
18/09/2015
UNIDESIO 760157
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
AZZOAGLIO DINAMICO
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
UNIDESIO PRUDENTE
UNIDESIO MODERATO
UNIDESIO ATTIVO
UNIDESIO VIVACE
OBBLIGAZIONARIO MISTO
AZIONARIO EURO
AZIONARIO GLOBALE
BILANCIATO
CONSERVATIVE
6,741
5,537
6,731
11,513
11,766
12,079
11,942
10,677
9,316
11,791
11,711
10,384
18/09/2015
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18/09/2015
Alico P.P. Eur 2015
23/09/15
0,974
Alico P.P. Global 2028
23/09/15
1,085
Alico P.P. Eur 2016
23/09/15
0,996
Alico P.P. Global 2029
23/09/15
1,229
Alico P.P. Eur 2017
23/09/15
1,028
Alico P.P. Global 2030
23/09/15
1,202
Alico P.P. Eur 2018
23/09/15
1,067
Alico P.P. Global 2031
23/09/15
1,286
FTSE MIB 2010
106,409
29/07/2015
Alico P.P. Eur 2019
23/09/15
1,098
Alico P.P. Global 2032
23/09/15
1,204
Alico P.P. Eur 2020
23/09/15
1,122
DUAL INDEX - 2012
103,162
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2021
23/09/15
1,159
Alico Prot.Trim. Eur
23/09/15
1,083
DUAL INDEX - 2013
99,623
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2022
23/09/15
1,163
Alico Prot.Trim. Usa
23/09/15
1,089
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
102,591
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2023
23/09/15
1,199
Alico Gest.Bilanc.Glob
23/09/15
1,392
INDEX EuroCrescita 2014
96,019
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2024
23/09/15
1,145
Alico Gest.Azion.Glob
23/09/15
1,443
INDEX TOP DIVIDEND 2013
104,977
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2025
23/09/15
1,150
Alico Gest.Bilanc.Eur
23/09/15
1,398
INDEX TRENTA 2011
120,952
29/07/2015
Alico P.P. Eur 2026
23/09/15
1,395
Alico Gest.Azion. Eur
23/09/15
1,388
INDEX FOUR E 50 - 2011
119,835
29/07/2015
Alico P.P. Eur 2027
23/09/15
1,194
Alico Aper.Indiciz.Eur
23/09/15
0,993
INDEX STOXX EUROPE - 2011
123,752
29/07/2015
Alico P.P. Eur 2028
23/09/15
1,081
Alico Aper.Indiciz.Usa
23/09/15
1,622
EUROSTOXX 50 - 2012
107,767
23/09/2015
Alico P.P. Eur 2029
23/09/15
1,209
Alico Aper.Indiciz.Glo
23/09/15
1,298
Alico P.P. Eur 2030
23/09/15
1,223
Alico Aper.Indiciz.Ita
23/09/15
0,869
Alico P.P. Eur 2031
23/09/15
1,270
Alico Liquidita’
23/09/15
1,063
Alico R. Prudente
23/09/15
1,226
Alico P.P. Eur 2032
23/09/15
1,196
Alico P.P. Usa 2015
23/09/15
1,025
Alico P.P. Usa 2016
23/09/15
1,067
Alico P.P. Usa 2017
23/09/15
1,083
Alico P.P. Usa 2018
23/09/15
1,142
Alico Multi Comm.
23/09/15
0,458
Alico P.P. Usa 2019
23/09/15
1,184
Alico R. Peak Usa 2015
23/09/15
1,008
Alico P.P. Usa 2020
23/09/15
1,204
Alico R. Peak Usa 2020
23/09/15
Alico P.P. Usa 2021
23/09/15
1,275
Alico R. Peak Usa 2025
23/09/15
Alico P.P. Usa 2022
23/09/15
1,244
Alico R. Peak Usa 2030
23/09/15
1,279
Alico P.P. Usa 2023
23/09/15
1,288
Alico R. Peak Usa 2035
23/09/15
1,284
Alico R. Peak Eur 2015
23/09/15
1,044
Alico R. Peak Eur 2020
23/09/15
1,181
Alico R. Peak Eur 2025
23/09/15
1,260
Alico R. Peak Eur 2030
23/09/15
1,338
Alico R. Crescita
23/09/15
1,153
Alico R. Multi Comm.
23/09/15
0,435
1,525
1,265
Alico P.P. Usa 2028
23/09/15
1,191
Alico P.P. Usa 2029
23/09/15
1,119
Alico R. Peak Eur 2035
23/09/15
1,272
Alico P.P. Usa 2030
23/09/15
1,325
Alico R. Peak Asia 2015
23/09/15
1,093
Alico P.P. Usa 2031
23/09/15
1,393
Alico R. Peak Asia 2020
23/09/15
1,273
23/09/15
1,408
23/09/15
1,506
Alico P.P. Usa 2032
23/09/15
1,320
Alico R. Peak Asia 2025
Alico P.P. Global 2015
23/09/15
0,972
Alico R. Peak Asia 2030
Alico P.P. Global 2016
23/09/15
1,004
Alico R. Peak Asia 2035
23/09/15
1,490
Alico P.P. Global 2017
23/09/15
0,965
Alico Sec. Acc. 2016
23/09/15
1,047
Alico P.P. Global 2018
23/09/15
1,084
Alico Sec. Acc. 2017
23/09/15
1,072
Alico P.P. Global 2019
23/09/15
1,171
Alico P.P. Asia 2015
23/09/15
1,126
Alico P.P. Global 2020
23/09/15
1,140
Alico P.P. Global 2021
23/09/15
1,182
Alico P.P. Asia 2020
23/09/15
1,292
Alico P.P. Global 2022
23/09/15
1,154
Alico P.P. Asia 2025
23/09/15
1,400
Alico P.P. Global 2023
23/09/15
1,203
Alico P.P. Asia 2030
23/09/15
1,436
Alico P.P. Global 2024
23/09/15
1,156
Alico P.P. Asia 2035
23/09/15
1,490
Alico P.P. Global 2025
23/09/15
1,187
Alico Long Investment
23/09/15
0,773
Alico P.P. Global 2026
23/09/15
1,438
Alico Agriculture
23/09/15
0,416
Alico P.P. Global 2027
23/09/15
1,166
Alico Metals
23/09/15
0,419
www.metlife.it
11,553
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
14,637
18/09/2015
OBBIETTIVO 03/2021
9,544
18/09/2015
OBBIETTIVO 05/2021
-
18/09/2015
HIGH DIVIDEND
8,452
18/09/2015
MEGATREND
8,248
18/09/2015
PREVIMISURATO
PREVIBRIOSO
PREVIDINAMICO
13,591
13,459
13,984
17/09/2015
17/09/2015
17/09/2015
12,151
12,600
12,329
13,124
13,420
13,545
13,172
13,384
14,424
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
31/08/2015
FPA - LINEE
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
151,730
HELVETIA EUROCRESCITA
91,225
23/09/2015
HELVETIA EUROPE BALANCED
210,900
22/09/2015
HELVETIA WORLD BOND
240,170
22/09/2015
ATTIVO SPECIFICO
Obbiettivo 5/2021
-
23/09/2015
23/09/15
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
23/09/2015
23/09/15
18/09/2015
HELVETIA WORLD EQUITY
97,753
Alico P.P. Usa 2027
11,078
29/07/2015
103,664
Alico P.P. Usa 2026
18/09/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
118,905
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
1,191
10,291
HELVETIA 4-30
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
1,257
18/09/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
CANALE AGENTI E BROKER
1,153
23/09/15
18/09/2015
13,857
INDEX LINKED
1,244
23/09/15
18/09/2015
11,594
GLOBAL EQUITY
PIP - FONDI INTERNI
96,658
Alico P.P. Usa 2025
10,688
BALANCED
INDEX LINKED
HELVETIA QUATTRO.10
Alico P.P. Usa 2024
BOND MIX
23/09/2015
PIP - FONDI INTERNI
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
12,380
22/09/2015
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
13,010
22/09/2015
22/09/2015
HELVETIA GLOBAL BALANCED
171,640
22/09/2015
HELVETIA GLOBAL EQUITY
125,680
22/09/2015
FPA - LINEE
LINEA GARANTITA
12,342
31/08/2015
LINEA BILANCIATO
13,598
31/08/2015
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,127
31/08/2015
LINEA AZIONARIO
10,329
31/08/2015
www.helvetia.it
Il resto,
scopritelo da voi.
CNP Alpenbank Aggressive
CNP Alpenbank Balanced
CNP Alpenbank Dynamic
CNP Alpenbank Substance
CNP CIIS Aggressivo
CNP CIIS Dinamico
CNP CIIS Equilibrato
CNP CIIS Moderato
CNP CIIS Prudente
CNP CIIS Total Return
CNP Crescita
CNP Fondo Interno Certius IV
CNP Fondo Interno Certius V
CNP Linea Conservativa
CNP Moderato
CNP Protezione
CNP Prudente
CNP Reddito
99,92
94,30
123,23
107,64
91,58
92,66
92,78
95,20
97,72
97,42
93,97
81,15
68,69
94,96
96,80
97,17
98,09
98,94
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
94,96
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
22/09/2015
UNIT LINKED
UNIT in EURO
Quality
Progress
Maximum
Global Equity
Global 100
Flex Equity 100
Opportunità Reddito
Opportunità Reddito Plus
DATA
PREZZO
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
16/09/2015
7,555
6,9420
5,6110
6,2320
5,3200
12,182
4,940
4,748
NEW
+ VELOCE
+ MODERNO
+ BELLO
+ RICCO
+ FACILE
DA USARE
DA LEGGERE
DA CONDIVIDERE
NEI CONTENUTI
DA NAVIGARE
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.
Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma
Tel. 06 474821
www.eurovita.it
098105098108105111103114
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M E R CAT I E F I NA N Z A
D=:>=7 67: 5><D=: B3E7=3%:6:57
BREVI
BC3F:>=7 D=:53 3??3;C3=C7
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Groupon taglierà 128
persone in Italia: lo ha
rivelato una fonte vicina
al dossier. Il gruppo aveva annunciato il taglio
di 1.100 posti di lavoro
a livello mondiale.
Pirelli. L’assemblea dei
portatori delle obbligazioni emesse da Pirelli
& C. e garantite da Pirelli Tyre per complessivi
500 milioni di euro in
scadenza nel 2016 ha
approvato la proposta di
modifica al regolamento
del Prestito obbligazionario 2016, in seguito al
trasferimento del 20,34%
circa del capitale ordinario di Pirelli da Camfin
a Marco Polo Industrial
Holding.
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AnsaldoBreda. È stato
firmato a Roma l’accordo
tra Hitachi, AnsaldoBreda e i sindacati sulla cessione del ramo d’azienda
a Hitachi Rail Italy. La
nuova società, che farà
riferimento al gruppo
Hitachi, sarà composta
da 1.974 dipendenti, di
cui 1.930 in Italia.
Ubi banca potrebbe rinviare la trasformazione
in spa qualora il 7 ottobre
il Tar del Lazio decidesse
di accettare la richiesta
di sospensiva dei decreti
attuativi della riforma
delle popolari: lo ha
detto Andrea Moltrasio,
presidente del consiglio
di sorveglianza.
Alba leasing ha scelto
Accenture per supportare il proprio programma
di trasformazione digitale.
Azimut ha acquistato
l’intero capitale di Financial Lifestyle Partners (Flp) tramite la sua
controllata australiana
Az Next Generation Advisory (Az Nga). L’accordo prevede, per il 49%, un
concambio di azioni Flp
con azioni Az Nga e un
progressivo riacquisto di
tali azioni nei prossimi
dieci anni. Il controvalore è di circa 3,2 mln
di euro.
Borsalino. L’imprenditore astigiano Marco
Marenco, ex patron della
Borsalino, arrestato alcuni mesi fa in Svizzera,
è stato estradato in Italia
e condotto al carcere di
Asti. L’imprenditore è
accusato di bancarotta
fraudolenta.
Total. Alcuni scambi
di mercato della società
francese negli Stati Uniti
sono sotto indagine da
parte della Commodity
Futures Trading Commission (Cftc). L’azienda
ha fatto sapere di essere
in trattativa per risolvere la situazione.
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UNIVERSITÀ degli STUDI di CATANIA
AREA DEL PROVVEDITORATO E DEL PATRIMONIO MOBILIARE
ESTRATTO BANDO DI GARA
L’Università degli Studi di Catania il giorno 12/11/2015 alle ore 10.00 espleterà, una procedura aperta
per la fornitura in opera di apparecchiature scientificheper la piattaforma preclinica sito nel complesso
Torre biologica, da aggiudicarsi,ai sensi dell’art. 82 del D. Lgs. n. 163/2006, con il criterio del prezzo
più basso determinato mediante ribasso sull’importo posto a.b.a.: lotto 1 -Tomografia ad emissione di
positroni computerizzata (PET/CT imagingsystem) e sistema immagini ottico/raggi X (preclinicalopitical/X-rayimagingsystem) per piccoli animali - Importo a base d’asta € 770.000,00 (diconsisettecentosettantamila/00) oltre IVA - CIG: 6353142A9F; lotto 2 - Ecografo ad alta definizione ad ultrasuoni
- Importo a base d’asta € 213.500,00 (diconsiduecentotredicimilacinquecento/00) oltre IVA - CIG:
635315120F. Responsabile unico del procedimento, Dott. Vincenzo Zimmitti. Per le modalita' di partecipazione al pubblico incanto si rinvia al bando di gara, pubblicato sulla GUCE e sulla G.U.R.I., al
capitolato speciale d’appalto ed al disciplinare di gara. Le domande di partecipazione dovranno pervenire in busta chiusa a pena di irricevibilità entro le non oltre le ore 12.00 del 10/11/2015. La documentazione può essere scaricata dal sito internet dell’Ateneo www.unict.it - link Bandi
Il Direttore generale Dott. Federico Portoghese
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ISTITUTO MEDITERRANEO PER I TRAPIANTI
E TERAPIE AD ALTA SPECIALIZZAZIONE
PALERMO
Avviso di aggiudicazione
Con riferimento alla procedura aperta per la
Fornitura di n. 1 sistema di acquisizione di immagini di preparati istologici e citologici per
telepatologia completo di immunofluorescenza
– Numero gara 5957891 – CIG 6159435E8B
– CUP I77E13000220006 finanziati con fondi
comunitari PO FESR 2007-2013, si rende noto
che l’impresa aggiudicataria Leica Microsystems
Srl con sede in vicolo San Michele, 15 – Varese
P.IVA 09933630155. Importo netto contrattuale
di Euro 145.000,00, inclusi oneri sicurezza da
interferenza (Euro 75,00) ed esclusa IVA come
per legge. Copia integrale del presente avviso è
stata inviata alla GUUE il 31/08/2015.
Il RUP Vincenzo Sferruzza
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Venerdì 25 Settembre 2015
43
I fatti separati
dalle opinioni
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