Corso di Matematica Graziano Donati Graziano Donati Corso di Matematica Per il IVo anno del Liceo Scientifico Centro Studi Bellini Graziano Donati Corso di Matematica Per il IVo anno del Liceo Scientifico Centro Studi Bellini Programma di Matematica - IVo Liceo Scientifico ANGOLI ED ARCHI. Angoli ed archi. Angoli ed archi orientati. Sistemi di misura dgli angoli: sessagesimale, centesimale, radiale. Archi di circonferenza. Settori di cerchio. Misura in radianti di angoli fondamentali. Trasformazione gradi-radianti e radianti-gradi. FUNZIONI GONIOMETRICHE. Funzione seno e coseno. Funzione tangente e cotangente. Valori notevoli delle funzioni goniometriche. Uso della calcolatrice scientifica. RELAZIONI GONIOMETRICHE FONDAMENTALI. Relazione pitagorica. Espressione di una funzione goniometrica mediante le altre. ARCHI ASSOCIATI. Formule di trasformazione degli archi associati. Angoli complementari, supplementari, esplementari. GRAFICI DELLE FUNZIONI GONIOMETRICHE. Funzioni e loro invertibilità. Condizione di invertibilità di una funzione. Restrizione di funzioni non invertibili. Grafici delle funzioni goniometriche e delle funzioni goniometriche inverse. FORMULE GONIOMETRICHE. Formula di sottrazione del coseno. Formule di addizione e sottrazione. Formule di duplicazione. Formule di triplicazione. Formule di bisezione. Formule parametriche. Formule di Prostaferesi. Formule di Werner. IDENTITA' GONIOMETRICHE. Verifica di identità goniometriche per mezzo dell'utilizzo di tutte le formule goniometriche conosciute. EQUAZIONI GONIOMETRICHE. Equazioni goniometriche elementari. Equazioni goniometriche elementari generalizzate. Equazioni goniometriche riconducibili ad elementari. TRIGONOMETRIA. Teoremi fondamentali sui triangoli rettangoli. Soluzione dei triangoli rettangoli. Teoremi fondamentali sui triangoli qualsiasi: teorema dei seni, teorema dei coseni (Carnot), teorema delle tangenti (Nepero). Soluzione dei triangoli qualsiasi. Applicazioni alla geometria piana. Area di un triangolo. Teorema di Erone. RICHIAMI SULLE POTENZE E SULLE RADICI. Potenze ad esponente naturale, relativo, razionale, reale. Condizioni sulla base della potenza. Potenze ad esponente razionale e radici. ESPONENZIALI E LOGARITMI. La definizione di esponenziale e di logaritmo. Le condizioni di esistenza di un logaritmo. Teoremi fondamentali sui logaritmi. Formula del cambiamento di base. La funzione esponenziale e la funzione logaritmica. Equazioni esponenziali ed equazioni logaritmiche. INDICE Prefazione............................................................................................................................................................ pag 9 Cap 1. Angoli ed archi........................................................................................................................................ pag. 11 Cap 2. Funzioni goniometriche........................................................................................................................... pag. 19 Cap 3. Grafici dele funzioni goniometriche........................................................................................................ pag. 29 Cap 4. Funzioni goniometriche inverse............................................................................................................... pag. 41 Cap 5. Relazioni goniometriche fondamentali.................................................................................................... pag. 49 Cap 6. Angoli notevoli........................................................................................................................................ pag. 55 Cap 7. Archi associati.......................................................................................................................................... pag. 61 Cap 8. Formule goniometriche............................................................................................................................ pag. 67 Cap 9. Identità goniometriche.............................................................................................................................. pag. 85 Cap 10. Equazioni goniometriche........................................................................................................................ pag. 89 Cap 11. Trigonometria......................................................................................................................................... pag. 99 Cap 12. Applicazioni della trigonometria alla geometria elementare.............................................................. pag. 109 Cap 13. Richiami sulle potenze......................................................................................................................... .. pag. 113 Cap 14. Richiami sulle radici............................................................................................................................... pag. 119 Cap 15. Esponenziali e logaritmi.......................................................................................................................... pag. 121 Cap 16. La funzione esponenziale e logaritmica.................................................................................................. pag. 135 Prefazione La presente dispensa contiene il programma generalmente affrontato nei corsi di matematica del IVo anno del Liceo Scientifico. Il concetto di angolo e la sua misura è il primo argomento trattato. Segue lo studio delle funzioni goniometriche, dalla definizione del seno e coseno di un angolo, alle formule goniometriche fino alle identità e alle equazioni goniometriche elementari e riconducibili ad elementari. Basandoci su tali nozioni, vengono sviluppati i concetti basilari della trigonometria dei triangoli rettangoli e dei triangoli qualsiasi. Si passa poi ad una revisione ed approfondimento delle nozioni di potenza, ad esponente naturale, relativo, razionale e reale e del concetto di radice. Successivamente, viene affrontato lo studio della funzione esponenziale e di quella logaritmica. Sarà ovviamente benvenuta qualsiasi segnalazione di eventuali errori od omissioni. Graziano Donati Centro Studi Bellini 9 Cap 1 Angoli ed Archi Concetti basilari di Geometria Analitica Piano cartesiano Si fissino in un piano π due rette reali s ed s’ distinte, non parallele e poste in modo che lo 0 della s coincida con lo 0 della s’. Di solito la retta s è posta in posizione orizzontale rispetto all’osservatore con il verso positivo di percorrenza da sinistra verso destra e viene chiamata “asse delle ascisse” (o “asse delle x” se indichiamo con x la generica ascissa); La retta s’ è posta in posizione verticale (perpendicolare alla s) con il verso positivo di percorrenza dal basso verso l’alto e viene chiamata “asse delle ordinate” (o “asse delle y” se con y indichiamo la generica ordinata). Quasi sempre si assume la lunghezza dell’intervallo unitario [0,1] della s uguale alla lunghezza di quello della s’, anche se ciò non è necessario (come non è necessario che le due rette siano tra loro perpendicolari). Le retta s ed s’ così disposte vengono chiamate “assi cartesiani”. s P y 1 O x 1 s E’ possibile ora definire una applicazione biiettiva f tra i punti del piano π e le coppie di ℜ2 (coppie di numeri reali): fissato un punto P ∈ π, le rette condotte da P parallele ai due assi intersecano questi in due punti (numeri) x (sull’asse delle ascisse) e y (sull’asse delle ordinate) e quindi individuano una ed una sola coppia (ordinata) di numeri reali (x,y), cioè f(P) = (x,y). Viceversa, invertendo in senso cronologico le operazioni appena descritte, ogni coppia (x,y) ∈ ℜ2 individua sul piano π quel punto P tale che f(P) =(x,y). I numeri x e y vengono chiamate “coordinate cartesiane” del punto P e in particolare x è l’”ascissa”, mentre y è l’”ordinata” del punto P. Per indicare che P ∈ π ha coordinate (x,y) scriveremo P ≡ (x,y) e chiameremo P “punto (x,y)”. In seguito diremo che in un piano π è fissato un “sistema cartesiano di riferimento” (che indicheremo con il simbolo Oxy ) se in esso sono stati fissati due assi cartesiani ortogonali e la biiezione sopra descritta. y 2° quadrante O 3° quadrante 1° quadrante x 4° quadrante In un piano cartesiano Oxy gli assi coordinati dividono il piano stesso in quattro parti chiamati “quadranti” Per convenzione si chiama 1° quadrante l’insieme dei punti che hanno ascissa ed ordinata positive, 2° quadrante l’insieme dei punti che hanno ascissa negativa e ordinata positiva, 3° quadrante l’insieme dei punti che hanno ascissa ed ordinata negative, 4° quadrante l’insieme dei punti che hanno ascissa positiva ed ordinata negativa. 11 Corso di Matematica Graziano Donati Distanza tra due punti in R2 In un sistema cartesiano di riferimento Oxy si chiama “distanza” tra due punti P1≡(x1,y1) e P2≡(x2,y2) (che indicheremo con d(P1,P2)) la lunghezza del segmento congiungente i punti P1 e P2 relativamente alle unità di misura stabilite sugli assi coordinati. Quindi, se in particolare è x1 = x2, risulta d(P1,P2) = | y1 − y2|; mentre se è y1 = y2, risulta d(P1,P2) = |x1 − x2|. In generale se è x1 ≠ x2 e y1 ≠ y2, condotta da P1 la retta parallela all’asse delle ascisse e da P2 la retta perpendicolare a questo asse, queste si intersecano nel punto Q≡(x2,y1). I punti P1, P2, Q individuano un triangolo rettangolo con d(P1,Q) = |x1 − x2| e d(P2,Q) = |y1 − y2|. Per il Teorema di Pitagora si ha allora d ^ P1, P2 h = ^ x1 - x2 h2 + ^ y1 - y2 h2 y2 P2 y1=y2 y1 P1 P2 y1 P1 x1=x2 x1 x2 P2 y2 P1 x1 Q x2 NOTA − Anche se occorrono un po’ di calcoli, si può provare facilmente che per ogni terna di punti P,Q,R ∈ ℜ2 vale la nota “disuguaglianza triangolare”: d(P,Q) ≤ d(P,R) + d(R,Q). 12 Corso di Matematica Graziano Donati Angoli ed archi circolari (o archi di circonferenza) Lunghezza della circonferenza e area del cerchio DEFINIZIONE. Si chiama circonferenza, il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un medesimo punto fisso P, detto centro della circonferenza. La distanza costante tra il centro ed ogni punto della circonferenza è detto raggio della circonferenza. DEFINIZIONE. Si ciama cerchio di raggio r, la parte di piano racchiusa da una circonferenza di raggio r. C = 2rr A = rr 2 C A C = Lungezza della circonferenza A = Area del cerchio π = 3,14....... r = Raggio della circonferenza r Concetto di Misura Agli angoli e agli archi circolari si possono applicare le seguenti considerazioni relative ad ogni grandezza da misurare. Si dice misura a di una grandezza A, rispetto ad una grandezza U, omogenea alla data (cioè dello stesso tipo), presa come unità di misura, il rapporto tra A e U, cioè: a= A U Tale rapporto è quindi un numero, essendo A e U grandezze omogenee; razionale se A ed U sono commensurabili; 1 irrazionale se A e U sono incommensurabili Angoli ed Archi. DEFINIZIONE. Fissato un piano p , si chiama “angolo al centro” ciascuna delle due parti α e β in cui viene suddiviso il piano p da due semirette s ed s’ su p uscenti da un medesimo punto O detto origine dell'angolo. Naturalmente ogni coppia di semirette siffatte individua due angoli (chiamati esplementari) e bisogna indicare quale dei due si intende fissare. s’ α β O α l(r) s DEFINIZIONE. Data una circonferenza avente il centro O coincidente con l'origine O dell'angolo α, si chiama arco di circonferenza sotteso dall'angolo al centro α, la parte di circonferenza (linea curva) inclusa nell'angolo al centro α della circonferenza stessa, ovvero il settore di circonferenza ottenuto dall’intersezione della circonferenza con i due lati dell'angolo al centro α. A e B sono detti estremi dell’arco. 1 Due grandezze omogenee si dicono commensurabili quando ammettono una grandezza sottomultipla comune; si dicono invece incommensurabili quando non ammettono una grandezza sottomultipla comune. 13 Corso di Matematica Graziano Donati Se si assume come unita di misura l’arco il cui angolo al centro è l’angolo unità, per la proporzionalità esistente fra la misura degli archi di una circonferenza e la misura del corrispondente angolo al centro, segue che lo stesso numero che indica l’ampiezza dell’arco di una data circonferenza indica pure l’ampiezza dell’angolo al centro che insiste su questo arco e viceversa: pertanto si parlerà indifferentemente dell’ampiezza di un arco o dell’angolo al centro corrispondente. Da quanto detto si può concludere che archi aventi angoli al centro uguali hanno la stessa ampiezza, che è la misura del comune angolo al centro, mentre hanno lunghezza diversa. Angoli ed Archi Orientati Un angolo si dice orientato se i suoi lati sono considerati in un certo ordine. L'angolo orientato avente come primo lato la semiretta a e come secondo lato la semiretta b si indica con la scrittura: Y ab Un angolo orientato può anche essere considerato come la regione di piano descritta dal primo lato a, detto origine, nella rotazione attorno al vartice O fino a sovrapporsi al secondo lato b detto termine dell'angolo. Conveniamo di considerare come verso positivo delle rotazioni quello antiorario e come verso negativo quello orario. Con tale convenzione consideriamo positivi gli angoli descritti da una rotazione antioraria e negativi gli angoli descritti da una rotazione oraria. Precisamente, stabiliremo la seguente convenzione CONVENZIONE. Considereremo sempre il vertice di un angolo coincidente con l'origine di un sistema di assi cartesiani ortogonali. Il primo lato dell'angolo coinciderà con il semiasse positivo delle ascisse. Un angolo α=ab dovrà essere considerato positivo se il secondo lato b di α viene ottenuto ruotando il primo lato a attorno all'origine in senso antiorario. L'angolo α=ab dovrà essere considerato negativo se il secondo lato b di α viene ottenuto ruotando il primo lato a attorno all'origine in senso orario. α = angolo positivo b α (+) β = angolo negativo a β (-) Misura di un angolo L'insieme di tutti gli angoli e l'insieme di tutti gli archi, così come l'insieme di tutti i segmenti, sono classi di grandezze omogenee e misurabili. Si potrà quindi parlare della misura di un angolo e di un arco. Come per ogni altra grandezza, misurare un angolo α significa confrontarlo con un angolo campione preso come unità di misura, cioè determinare quante volte l'angolo campione preso come unità di misura entra nell'angolo α che dobbiamo misurare. Per l'esattezza diamo la seguente definizione: DEFINIZIONE. Chiamiamo ampiezza di un angolo la sua misura rispetto ad una prefissata unità di misura; cioè, il rapporto tra tale angolo ed un determinato angolo campione, scelto appunto come unità di misura o angolo unitario. DEFINIZIONE. L'ampiezza di un angolo orientato viene assunta positiva o negativa a seconda che l'angolo orientato sia positivo o negativo. Ovviamente, la misura dell'ampiezza di un angolo varia al variare dell'unità di misura scelta. Quindi, per misurare un angolo, occorre come prima cosa, fissare un'unità di misura. Esistono principalmente tre sistemi di unità di misura basati sulla scelta di tre diverse unità di misura o angoli unitari: • Sistema sessagesimale • Sistema radiale • Sistema centesimale Misura in gradi sessagesimali di un angolo. Un angolo misura un grado se esso è la trecentosessantesima parte dell’angolo giro, (l'angolo giro è l'angolo non nullo individuato da due semirette sovrapposte). [per individuare un angolo di un grado, teoricamente si procede così: si traccia una circonferenza con il centro in O e si posizionano le due semirette s ed s’ in modo che stacchino sulla circonferenza un arco che abbia una misura l(r) pari alla trecentosessantesima parte dell’intera circonferenza]. 14 Corso di Matematica Graziano Donati Misura in radianti di un angolo. Per il sistema di misurazione di un angolo α in radianti, si procede nel seguente modo [analogo a quello precedente]: si considera una circonferenza Γ di centro O e raggio r ; se l(r) indica la lunghezza dell’arco dato dall’intersezione di α con Γ, si definisce “ampiezza assoluta” in radianti dell’angolo α il rapporto l(r)/r. Quindi: l(r) α r = raggio della circonferenza α = angolo al centro l(r) = lunghezza dell'arco sotteso dall'angolo al centro l (r) a rad = r r [Si può provare che tale rapporto non dipende dal raggio r di Γ in quanto la lunghezza l(r) dell’arco è in qualche modo proporzionale ad r. E’ anche bene notare che i radianti sono numeri puri, in quanto rapporto di lunghezze. Ricordiamo che l’angolo giro misura in radianti 2π (dove π è il numero irrazionale trascendente dato da π = 3,141592654…….), mentre un angolo di un radiante ha un’ampiezza in gradi di poco superiore a 57 gradi. Si noti infine che se α° e αRAD indicano le misure in gradi e in radianti rispettivamente di un angolo, risulta αR = π⋅α°/180°.] Misura in radianti di angoli fondamentali Angolo giro (360 gradi) l (r) a rad = r = 2rr r = 2r Angolo piatto (180 gradi) l (r) a rad = r = 2rr 2 =r r Conversione gradi-radianti, radianti-gradi Poichè, ovviamente risulta: a rad ac 360 = 2r ne consegue a rad ac ac = 2r 360 e a rad = 360 2r ovvero: r ac = a rad 180 r e a rad = ac 180 Angolo retto (90 gradi) l (r) a rad = r = Esercizio: 2rr 4 =r r 2 calcolare la misura in gradi dell’angolo 17/72π radianti. (Soluzione: α° = 42°30’); calcolare la misura in radianti dell’angolo 51°45’. (Soluzione: α = 0.90275 radianti); calcolare la misura in gradi dell’unità radiante. (Soluzione: α° = 57°17’44’’,32); calcolare la misura in radianti dell’unità grado. (Soluzione: α = 0,0174 radianti). Misura in radianti di altri angoli notevoli Angolo di 30o r a rad = ac 180 & r =r 30 180 6 & r 30c = 6 rad & r =r 45 180 4 & 45c = r 4 rad Angolo di 45 o r a rad = ac 180 Angolo di 60 o 15 Corso di Matematica r a rad = ac 180 Graziano Donati & r r 60 180 = 3 & 2 r 120 180 = 3 r & 2 120c = 3 r rad & 7 r 210 180 = 6 r & 7 210c = 6 r rad & 3 r 270 180 = 2 r & 3 270c = 2 r rad r 60c = 3 rad & Angolo di 120 o r a rad = ac 180 Angolo di 210 o r a rad = ac 180 Angolo di 270 o r a rad = ac 180 Angolo di 315 o r 315 180 = 74 r & 315c = 74 r rad Lunghezza di un settore di circonferenza r a rad = ac 180 & Poichè, per definizione, la misura in radianti di un angolo è uguale alla lunghezza del settore di circonferenza (arco) sotteso dall'angolo al centro diviso per il raggio della circonferenza stessa, allora la lunghezza dell'arco può essere ottenuta come prodotto del raggio della circonferenza per l'ampiezza in radianti dell'angolo al centro che sottende l'arco o settore di circonferenza. Cioè: a rad = rl & l = r $ a rad r αrad l La lunghezza dell'arco l si ottiene moltiplicando il raggio r della circonferenza per l'angolo in radianti α che sottende l'arco l stesso. Area di un settore di cerchio Dall'ovvia proporzione: AC AS 2r = a rad dove Ac rappresenta l'area del cerchio, As rappresenta l'area del settore di cerchio definito dall'angolo al centro α, possiamo ottenere: A AS = a rad 2rC Poichè, AC=πr2, possiamo anche scrivere: r2 1 rr 2 AS = a rad 2r = a rad 2 = 2 r 2 a rad ovvero: 1 AS = 2 r 2 a rad Oppure: r = r 2 c AS = 12 r 2 ac 180 360 r a ovvero: r r 2 ac AS = 360 16 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Questionario 1. Dare una definizione di angolo 2. Dare una definizione di arco 3. Dare una definizione di angolo orientato 4. Dare una definizione di arco orientato 5. Definire il sistema di misura sessagesimale degli angoli 6. Definire un angolo di un grado sessagesimale 7. Definire il sistema di misura in radianti di un angolo 8. Definire un angolo di un radiante e un angolo di un grado 9. Espreimere la relazione tra un angolo in gradi e un angolo in radianti 10. Esprimere in radianti gli angoli 0o, 90o, 180o, 270o, 360o 11. Esprimere in gradi gli angoli 0 rad, π/2 rad, π rad, 3π/2 rad, 2π rad 12. A quanti gradi corrisponde un angolo di 1 radiante? Mostrare i calcoli eseguiti 13. A quanti radianti corrisponde un angolo di 1 grado? Mostrare i calcoli eseguiti 14. Scrive e spiegare la formula della distanza tra due punti del piano 15. Scrivere e spiegare la formula del punto medio di un segmento 16. Calcolare la distanza tra i due punti P(-3,5) e Q(2,7) 17. Quanto vale la somma degli angoli interni di un triangolo (in radianti e in gradi)? 18. Quanto vale la somma degli angoli interni di un quadrilatero (in radianti e in gradi)? 19. Scrivere la formula della lunghezza di un arco di circonferenza 20. Scrivere la formula dell'area di un settore di cerchio Trovare la misura in radianti dei seguenti angoli espressi in gradi sessagesimali 21. 15o 30o 22o 60o 180o 270o 360o 22. 45o 35o 72o 65o 120o 240o 330o o o o o o o 23. 48 27 85 10 125 225 350o o o o o o o 24. 50 21 87 18 135 255 310o o o o o o o 25. 55 36 95 12 110 215 300o Trovare la misura in gradi sessagesimali dei seguenti angoli espressi in radianti 26. 27. 28. 29. r 2 3r 2 r 10 8r 10 r 3 2r 3 5r 4 9r 5 r 4 r 6 r 5 3r 4 7r 10 3r 10 3r 5 2r 9 5r 12 17 r 8 r 7 5r 6 6r 5 9r 2 5r 7 7r 9 13r 4 7r 8 3r 16 11r 3 Corso di Matematica Graziano Donati 18 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 2 Funzioni Goniometriche Seno e Coseno di un Angolo In un sistema cartesiano di riferimento Oxy, consideriamo la circonferenza goniometrica Γ di raggio generico R. Ogni numero reale α (angolo), individua su Γ uno ed un solo punto P ≡ (x,y) estremo dell’arco individuato dall'angolo al centro α. Possiamo quindi per ogni α ∈ R definire le funzioni “seno” e “coseno” per mezzo delle leggi: PH sin ^a h = OP OH cos ^a h = OP DEFINIZIONE. Si chiama seno dell'angolo orientato α, e si scrive sin(α) il rapporto tra l'ordinata del punto P (intersezione del secondo lato dell'angolo α con la circonferenza goniometrica) e il raggio della circonferenza goniometrica DEFINIZIONE. Si chiama coseno dell'angolo orientato α, e si scrive sin(α) il rapporto tra l'ascissa del punto P (intersezione del secondo lato dell'angolo α con la circonferenza goniometrica) e il raggio della circonferenza goniometrica Da quanto definito, risulta che il seno e il coseno di un angolo: 1. 2. 3. 4. Sono numeri reali, in quanto rapporto tra grandezze omogenee (le lunghezze di due segmenti); Sono funzioni dell’ampiezza dell’arco (o del corrispondente angolo al centro) in quanto, variando l’estremo dell’arco e restando immutata l’origine, variano le misure dell’ordinata e dell’ascissa dell’estremo dell’arco; Non sono proporzionali all’ampiezza dell’arco, e cioè sen2α è diverso da 2senα; Non dipendono dall’unità di misura prescelta, cioè dal raggio della circonferenza goniometrica. Argomento del seno e del coseno Nell'espressione sin(α), l'angolo α è detto argomento della funzione seno Nell'espressione cos(α), l'angolo α è detto argomento della funzione coseno L'angolo α, se misurato in radianti, può avere un valore massimo pari a 2π (angolo giro misurato in senso positivoantiorario) e può avere un valore minimo pari a -2π (angolo giro misurato in senso negativo-orario). Quindi, in radianti, l'argomento α di seno e coseno può variare da un minimo di -2π ad un massimo di 2π L'angolo α, se misurato in gradi, può avere un valore massimo pari a 360o (angolo giro misurato in senso positivoantiorario) e può avere un valore minimo pari a -360o (angolo giro misurato in senso negativo-orario). Quindi, in gradi, l'argomento α di seno e coseno può variare da un minimo di -360o ad un massimo di 360o Quindi: 19 Corso di Matematica Graziano Donati -360c G a G+ 360c sin ^a h gradi 3 ) & -2r G a G+ 2r cos ^a h radianti Tangente di un angolo orientato e sua interpretazione geometrica DEFINIZIONE. Si chiama tangente di un angolo orientato α, e si scrive tan(α), il rapporto, quando esiste, tra il seno e il coseno dello stesso angolo α. Cioè: tan ^a h = sin ^a h cos ^a h Poichè, il seno e il coseno di un angolo α sono funzioni esclusivamente dell'ampiezza dell'angolo α, allora la tangente dell'angolo α, tan(α)=sin(α)/cos(α) è una funzione che dipende esclusivamente dall'ampiezza dell'angolo α. Sopra una circonferenza goniometrica si consideri l'angolo orientato SOP di ampiezza α, e si conduca la tangente t alla circonferenza goniometrica nel punto S, di intersezione dell'asse x con la circonferenza goniometrica, orientando tale retta concordamente all'asse delle y. Sia T l'intersezione della retta t con la retta OP Osservando i due triangoli simili ORP e OST possiamo scrivere: RP ST OR = OS Dividendo numeratore e denominatore di ambo i membri per OP otteniamo: RP ST OP = OP OR OS OP OP Poichè, per definizione: RP ^ h OP = sin a OR = cos ^a h OP possiamo anche scrivere: ST sin ^a h OP = OS cos ^a h OP Poichè, è evidente che OS=OP otteniamo: ST ST ST sin ^a h ST OP OS OS = OS = OS = 1 = OS cos ^a h OP OS quindi: sin ^a h ST = tan ^a h = OS cos ^a h ovvero: ST tan ^a h = OS Dal punto di vista geometrico, la tangente di un angolo α è uguale al rapporto tra la lunghezza del segmento intercettato dal secondo lato dell'angolo α, sulla retta tangente t (tangente nel punto di intersezione tra il semiasse positivo delle ascisse e la circonferenza goniometrica) e la lunghezza del raggio della circonferenza. 20 Corso di Matematica Graziano Donati Cotangente di un angolo orientato e sua interpretazione geometrica DEFINIZIONE. Si chiama cotangente di un angolo orientato α, e si scrive cot(α), il rapporto, quando esiste, tra il coseno e il seno dello stesso angolo α. Cioè: cot ^a h = cos ^a h sin ^a h Poichè, il seno e il coseno di un angolo α sono funzioni esclusivamente dell'ampiezza dell'angolo α, allora la cotangente dell'angolo α, cot(α)=cos(α)/sin(α) è una funzione che dipende esclusivamente dall'ampiezza dell'angolo α. Sopra una circonferenza goniometrica si consideri l'angolo orientato SOP di ampiezza α, e si conduca la tangente t alla circonferenza goniometrica nel punto S, di intersezione dell'asse x con la circonferenza goniometrica, orientando tale retta concordamente all'asse delle y. Sia T l'intersezione della retta t con la retta OP Osservando i due triangoli simili ORP e OBS possiamo scrivere: SB RP OR = OB Dividendo numeratore e denominatore di ambo i membri per OP otteniamo: SB RP OP = OP OR OB OP OP Poichè, per definizione: RP ^ h OP = cos a OR = sin ^a h OP possiamo anche scrivere: SB cos ^a h OP = OB sin ^a h OP Poichè, è evidente che OB=OP otteniamo: SB SB SB cos ^a h SB OB OB OP = OB = OB = 1 = OB sin ^a h OB OP quindi: cos ^a h SB = cot ^a h = OB sin ^a h ovvero: SB cot ^a h = OB Dal punto di vista geometrico, la cotangente di un angolo α è uguale al rapporto tra la lunghezza del segmento intercettato dal secondo lato dell'angolo α, sulla retta tangente t (tangente nel punto di intersezione tra il semiasse positivo delle y e la circonferenza goniometrica) e la lunghezza del raggio della circonferenza. Definizione di Secante e Cosecante DEFINIZIONE. Si definiscono secante e cosecante di un angolo orientato α, le seguenti funzioni goniometriche: sec ^a h = cosec ^a h = 1 cos ^a h 21 1 sin ^a h Corso di Matematica Graziano Donati Prospetto generale delle funzioni goniometriche BC sin ^ i h = OC OB cos ^ i h = OC sin ^ i h = AF = 1 tan ^ i h = cos ^ i h cot ^ i h OA cos ^ i h DE = OD = 1 cot ^ i h = h ^ ^ h tan i sin i 1 sec ^ i h = cos ^ i h 1 cosec ^ i h = sin ^ i h Valori notevoli delle funzioni goniometriche sin(α) Ricordiamo che sin(α) è definito dalla seguente relazione: QP sin ^a h = OP α=0 rad (0 gradi) In questo caso l'angolo α è nullo (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: QP=0 da cui: QP 0 sin ^a h = OP = OP = 0 & QP OP sin ^a h = OP = OP = 1 & QP 0 = sin ^a h = OP = OP 1 & sin (0) = 0 α=π/2 rad (90 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo retto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle y con la circonferenza goniometrica). Quindi: QP=OP da cui: sin ` r 2j=1 α=π rad (180 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo piatto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse negativo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: QP=0 da cui: α=3π/2 rad (270 gradi) sin ^ r h = 0 22 Corso di Matematica Graziano Donati In questo caso l'angolo α è il triplo di un angolo retto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse negativo delle y con la circonferenza goniometrica). Quindi: QP=-OP da cui: QP -OP sin ^a h = OP = OP =- 1 3r sin b 2 l =- 1 & α=2π rad (360 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo giro (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: QP=0 da cui: QP 0 sin ^a h = OP = OP = 0 & sin ^2r h = 0 cos(α) Ricordiamo che cos(α) è definito dalla seguente relazione: OQ sin ^a h = OP α=0 rad (0 gradi) In questo caso l'angolo α è nullo (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: OQ=1 da cui: OQ cos ^a h = OP = OP OP = 1 & OQ 0 cos ^a h = OP = OP = 0 & cos ^ 0 h = 1 α=π/2 rad (90 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo retto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle y con la circonferenza goniometrica). Quindi: OQ =0 da cui: r cos ` 2 j = 0 α=π rad (180 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo piatto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse negativo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: OQ =-1 da cui: OQ -OP cos ^a h = OP = OP =- 1 & cos ^ r h =- 1 α=3π/2 rad (270 gradi) In questo caso l'angolo α è il triplo di un angolo retto (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse negativo delle y con la circonferenza goniometrica). Quindi: OQ =0 da cui: OQ 0 cos ^a h = OP = OP = 0 & 3r cos b 2 l = 0 α=2π rad (360 gradi) In questo caso l'angolo α è un angolo giro (il punto P coincide con l'intersezione del semiasse positivo delle x con la circonferenza goniometrica). Quindi: 23 Corso di Matematica OQ =1 Graziano Donati da cui: OQ OP cos ^a h = OP = OP = 1 & cos ^2r h = 1 tan(α) Ricordiamo che tan(α) è definito dalla seguente relazione: tan ^a h = sin ^a h cos ^a h α=0 rad (0 gradi) In questo caso abbiamo: sin ^ 0 h 0 sin ^a h = =0 = & tan ^ 0 h = 0 tan ^a h = ^0 h 1 ^ h cos cos a α=π/2 rad (90 gradi) In questo caso abbiamo: sin ` r sin ^a h 2j =1 = & tan ` r tan ^a h = 2 j non esiste cos ^a h cos ` r j 0 2 α=π rad (180 gradi) In questo caso abbiamo: sin ^a h sin ^ r h = = 0 =0 tan ^a h = & tan ^ r h = 0 cos ^a h cos ^ r h -1 α=3π/2 rad (270 gradi) In questo caso abbiamo: l sin b 3r sin ^a h 2 l non esiste = -1 = & tan b 3r tan ^a h = 0 2 cos ^a h cos b 3r l 2 α=2π rad (360 gradi) In questo caso abbiamo: sin ^2r h 0 sin ^a h = = =0 tan ^a h = & tan ^2r h = 0 cos ^a h cos ^2r h 1 cot(α) Ricordiamo che cot(α) è definito dalla seguente relazione: tan ^a h = α=0 rad (0 gradi) In questo caso abbiamo: cos ^a h cos ^ 0 h 1 = = & cot ^a h = sin ^ 0 h 0 sin ^a h α=π/2 rad (90 gradi) In questo caso abbiamo: r cos ^a h cos ` 2 j 0 = = 1 =0 cot ^a h = sin ^a h j sin ` r 2 α=π rad (180 gradi) In questo caso abbiamo: cos ^a h sin ^a h cot ^ 0 h non esiste & cot ` r 2j=0 24 Corso di Matematica Graziano Donati cos ^a h cos ^ r h -1 = = 0 & cot ^ r h non esiste sin ^a h sin ^ r h α=3π/2 rad (270 gradi) In questo caso abbiamo: 3r cos ^a h cos b 2 l 0 =0 l = -1 = & cot b 3r cot ^a h = 2 =0 3r sin ^a h sin b 2 l α=2π rad (360 gradi) In questo caso abbiamo: cos ^a h cos ^2r h 1 = = cot ^a h = & cot ^2r h non esiste sin ^2r h 0 sin ^a h cot ^a h = Tabella dei valori notevoli delle funzioni goniometriche π/2 1 0 Non esiste 0 0 0 1 0 Non esiste Sin(x) Cos(x) Tan(x) Cot(x) π 0 -1 0 Non esiste 3π/2 -1 0 Non esiste 0 2π 0 1 0 Non esiste Variazione del seno e del coseno di un angolo Dalle definizioni date segue che: sen 0 = 0 = sen 0° sen π / 2 = 1 = sen 90° sen π = 0 = sen 180° sen (3/2) π = -1 = sen 270° sen 2π = 0 = sen 360° cos 0 = 1 = cos 0° cos π/2 = 0 = cos 90° cos π = -1 = cos 180° cos (3/2) π = 0 = cos 270° cos 2π = 1 = cos 360° Inoltre: quadrante I II III IV α π/2 0 sen α cresc. 0 cos α 1 π/2 1 + 1 decresc. + decresc. + π π 0 0 0 - -1 -1 25 3π/2 decresc decresc. 0 3π/2 2π cresc. cresc. - -1 -1 0 0 0 - cresc. 1 + Corso di Matematica Graziano Donati Uso della calcolatrice scientifica I valori di seno, coseno e tangente di una angolo α (e di conseguenza, anche i valori di cotangente, secante e cosecante che sono ad essi legati), che un tempo venivano letti sulle tavole riportate in tutti i libri di testo di goniometria, al giorno d'oggi possono essere ottenuti mediante l'utilizzo di una calcolatrice scientifica. Qualunque calcolatrice scientifica moderna è dotata di funzioni goniometriche SIN, COS, TAN. Tuttavia si consiglia l'uso di una calcolatrice scientifica dotata di sistema WriteView o Natural VPAM che consente la visualizzazione delle formule nello stesso modo in cui esse sono mostrate in un libro, cioè in notazione matematica tipografica classica. Tale visualizzazione può aiutare notevolmente l'utente non molto esperto nell'uso di sistemi di calcolo automatico. Inoltre, tali calcolatrice dispongono della funzionalità di razionalizzazione del risultato mostrato e di semplificazione delle espressioni contenenti radicali, che può risultare molto utile per risparmiare tempo e fatica nell'esecuzione dei calcoli. Di seguito ci riferiremo al modello SHARP EL-W506X che oltre ad essere particolarmente diffusa sul mercato, è dotata di tutte le funzioni scientifiche necessarie in un corso di studi superiore. Noi presenteremo solo una breve introduzione all'uso della calcolatrice nell'esecuzione di calcoli goniometrici. Per l'apprendimento completo dell'utilizzo della calcolatrice e delle sue innumerevoli funzioni, si rimanda alla consultazione del manuale utente fornito in dotazione con la calcolatrice stessa. Innanzitutto è necessario sottolineare che tutte le calcolatrici scientifiche hanno la possibilità di lavorare in tre diverse modalità di calcolo angolare: Gradi sessagesimali, Gradi centesimali e Radianti. Se vogliamo eseguire i calcoli goniometrici impostando gli angoli in gradi sessagesimali, è necessario impostare la calcolatrice per lavorare in gradi (indicato con DEG), se invece vogliamo eseguire i calcoli goniometrici in radianti, è necessario impostare la calcolatrice per lavorare in radianti (indicato con RAD). Sulla EL-W506X la scelta della modalità si esegue premendo il tasto arancione 2ndF in alto a sinistra e premendo successivamente il tasto "punto decimale", in tal modo si alternano le modalità DEG (gradi sessagesimali), RAD (radianti), GRAD (gradi centesimali). Una volta impostata la modalità desiderata, è possibile calcolare il seno, il coseno e la tangente di un angolo utilizzando i tasti SIN, COS, TAN. Ad esempio: Per calcolare il seno di 30o, scriviamo: SIN(30o) e premiamo il tasto = (in gradi) SIN(π/6) e premiamo il tasto = (in radianti) 26 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Questionario 1. Definire il concetto di sistema di riferimento associato 2. Definire il concetto di circonferenza goniometrica 3. Definire il seno e coseno di un angolo 4. Definire la tangente e la cotangente di un angolo 5. Qual'è l'interpretazione geometrica della tangente di un angolo? 6. Qual'è l'interpretazione geometrica della cotangente di un angolo? 7. Definire la secante e la cosecante di un angolo 8. Qual'è il valore massimo e il valore minimo che può assumere il seno di un angolo? 9. Qual'è il valore massimo e il valore minimo che può assumere il coseno di un angolo? 10. Quali sono i possibili valori che può assumere la tangente di un angolo? 11. Quali sono i possibili valori che può assumere la cotangente di un angolo? 12. Per quali valori dell'angolo α è definito il sin(α) ? 13. Per quali valori dell'angolo α è definito il cos(α) ? 14. Per quali valori dell'angolo α è definita la tan(α) ? 15. Per quali valori dell'angolo α è definita la cot(α) ? 16. Quanto vale la tan(π/2)? 17. Quanto vale la cot(π)? 18. Per quali valori di α non è definita la tan(α)? 19. Per quali valori di α non è definita la cot(α)? 20. Perchè la scrittura sin(α)=-33/25 è assurda? 21. Perchè la scrittura cos(α)=75/38 è assurda? 22. Quanti e quali angoli esistono il cui seno vale 0? 23. Quanti e quali angoli esistono il cui coseno vale 1? 24. Descrivere il comportamento del seno di α al variare di α da 0 a 2π 25. Descrivere il comportamento del coseno di α al variare di α da 0 a 2π 26. Descrivere il comportamento della tangente di α al variare di α da 0 a 2π 27. Descrivere il comportamento della cotangente di α al variare di α da 0 a 2π 28. Perchè tan(π/2)=∞ ? 29. Perchè cot(π)=∞ ? 30. Perchè la scrittura tan(α)=127800 non è assurda? Dire in quale quadrante cade il secondo lato di un angolo orientato α sapendo che: 31. sin(α)>0, cos(α)>0 32. sin(α)<0, cos(α)<0 33. sin(α)<0, tan(α)<0 34. sin(α)>0, tan(α)<0 35. sin(α)<0, cos(α)>0 36. tan(α)>0, cot(α)>0 37. sin(α)>0, tan(α)>0 38. tan(α)<0, cot(α)<0 39. tan(α)>0, cos(α)>0 40. sin(α)>0, cos(α)<0 41. sin(α)<0, tan(α)>0 42. sin(α)>0, cot(α)<0 Calcolare il valore delle seguenti espressioni ^ h 5 ^ h ^ h ^ h 43. 2 3 sin 90c + 3 sin 180c - 4 sin 270c - 3 sin 90c r r 44. 2 sin ^ r h + 4 cos ` 2 j - 3 cos ^2r h + 5 sin ` 2 j + 2 cos ^ r h 45. 5 cos ^90ch - 3 cos ^ 0ch + 2 cos ^180ch - cos ^270ch + 4 cos ^360ch 63@ 60@ 46. 2 ^ cos ^180ch sin ^270ch - cos ^270ch sin ^90chh - cos ^180ch - sin ^270ch 1 - 2 sin ^270ch 47. 4 sin ^90ch - 7 cos ^ 0ch - 3 cos ^270ch - 6 cos ^180ch 48. a2 cos ^ 0ch - 2ab sin ^270ch - b 2 cos ^180ch - a cos ^270ch 49. 7 sin ^ 0ch - 2 cos ^180ch - 5 sin ^270ch + 4 cos ^ 0ch - 11 cos ^360ch 50. 5 cot ^90ch + 3 cos ^90ch - 2 tan ^ 0ch + sin ^270ch - 2 sin ^360ch 2 27 2 6-1@ 62@ 61 @ 6^ a + b h2@ 60@ 6-1@ Corso di Matematica Graziano Donati r 3 3 3 3 51. 2 cos b 2 r l - 4 sin ^2r h + 2 sin b 2 r l - 2 tan ^ 0 h + 2 sin ` 2 j 3 3 52. 3 sin ^ r h - 5 cos ^ r h + 2 tan b 2 r l - cot ^ r h + 2 sin b 2 r l r 2 ^ h ^ h l 53. cos ^ 0 h - 2 sin b 3 2 r + 3 tan r - cot ` 2 j + 3 tan ^2r h - cos r 54. - a sin ^270ch - b cos ^180ch + ^ a + b h tan ^360ch 55. a3 cos ^360ch + b 3 sin ^90ch + 3a2 b cos ^ 0ch - 3ab 2 cos ^180ch 60@ 6 Impossibile@ 64@ 6a + b@ 6^ a + b h3@ 64ab@ 56. ^ a - b h2 cos ^180ch + ^ a + b h2 cos ^360ch - 2ab tan ^180ch 3 57. ^ a + b h2 sin 2 b 2 r l - 4ab cos2 ^ r h + a tan 2 ^2r h 58. p sin ^270ch + q tan ^180ch - ^ p - q h sec ^ 0ch ^ m - n h2 sin 2 r - 3mn cos ^ r h + mn sin 2 b 3 r l 2 2 59. m cos ^ 0 h - n cos ^ r h 3 - 3 a3 + b 3 60. a + b cos ^180ch - aa - bb sin ^270ch 61. cos ^720ch + sin ^540ch - sin ^180ch - cos ^1080ch + sin ^ 450ch - cos ^630ch - sin ^720ch a4 - b4 62. ^ a + b h3 cos ^360ch - a - b sin ^90ch + 2ab ^ a + b h sec ^540ch Verificare le seguenti identità 5 tan ^ r h + 6 cos ^ r h 3 63. 2 b cos ^ r h - 2 sin b 2 r l l =3 sin ` r 2j r 3 r 64. sin 2 b 2 r l = sin 2 ` cos 2 - cos ^ r h j - sin ^ r h r r 2 2 l ^ h ^ h 65. b 2 cos ^ r h - a2 sin b 3 2 r - a sin ` 2 j - b cos 0 = 2b a - b sin ` 2 j - 2ab r 2 2 ^ h ^ h ^ h ^ h 66. ^ a - b h2 sin r 2 + 8ab cos 0 + 4ab cos r = a sin 2 - 2ab cos r + b cos 0 ^ a3 + b 3 h sin ^ 450ch + ^ a2 - b 2 h cos ^990ch = ^ a + b h^ sin 2 ^90ch + cos2 ^90chh 67. 2 a cos ^2880ch - ab sin ^1890ch + b 2 sec ^2160ch a4 - b4 68. a - b sin ^90ch + ab ^ a + b h sin ^270ch = a 4 tan ^360ch + b 3 cos ^360ch - a3 cos ^180ch Mediante l'uso della calcolatrice, calcolare il valore delle seguenti funzioni goniometriche: 69. 70. 71. 72. 73. 74. sin ^30ch cos ^30ch sin ^120ch cos ^120ch tan ^30ch tan ^120ch sin ^60ch cos ^60ch sin ^210 h cos ^210 h tan ^60 h tan ^210 h sin ^ 45ch cos ^ 45ch sin ^315ch cos ^315ch tan ^ 45ch tan ^315ch sin ^110ch cos ^110ch sin ^330ch cos ^330ch tan ^110ch tan ^330ch Mediante l'uso della calcolatrice, calcolare il valore delle seguenti funzioni goniometriche: 75. 76. 77. sin ` r 6j r cos ` 6 j tan ` r 6j sin ` r 3j r cos ` 3 j tan ` r 3j sin ` r 4j r cos ` 4 j tan ` r 4j 28 l sin b 4r 3 4r cos b 3 l l tan b 4r 3 6^ a - b h2@ 6q - 2p@ 6m + n@ 62ab@ 61 @ 60@ Corso di Matematica Graziano Donati Cap 3 Grafici delle Funzioni Goniometriche Nozione di Funzione DEFINIZIONE. Assegnati due generici insiemi non vuoti X e Y, si chiama “applicazione” (o “funzione”) di X in Y ogni legge o regola f che associa ad ogni fissato elemento x ∈ A ⊂ X uno ed un solo elemento y ≡ f(x) ∈ Y. A X f Y ⋅x ⋅ y=f(x) Quindi è assegnata una funzione quando sono assegnati tre enti: un insieme X (chiamato “insieme di partenza” o “dominio” della funzione), un insieme Y (chiamato “insieme di arrivo” della funzione o codominio della funzione) e una legge f , cioè una regola descritta in qualche modo, che associa ad ogni elemento x ∈ A ⊂ X uno ed un solo elemento y=f(x) ∈ Y (e si scrive f : X → Y). Riterremo diverse due funzioni se anche uno solo di questi tre enti è diverso. Metodi di rappresentazione di una funzione Esistono principalmente tre metodi per la reppresentazione di una funzione f (cioè per la rappresentazione della regola che abbina agli elementi x ∈ A ⊂ X gli elementi di Y), in ciascuno di questi tre metodi, la rappresentazione della funzione f (cioè della regola di abbinamento) è costituita dalla esplicitazione dei precisi abbinamenti tra gli elementi, eseguiti dalla regola f. Rappresentazione Tabulare La rappresentazione tabulare di una funzione f, consiste nel realizzare una tabellina divisa in due colonne. Nella colonna di sinistra vengono elencati tutti gli elementi dell'insieme di partenza X e nella colonna di destra vengono elencati tutti i corrispondenti elementi che vengono abbinati dalla funzione f a quelli di partenza. X Y x1 y1 x2 y2 x3 y3 .......... xn 29 yn Corso di Matematica Graziano Donati Rappresentazione Insiemistica La rappresentazione insiemistica di una funzione f, consiste nel raffigurare i due insiemi X (di partenza) e Y (di arrivo) mediante la notazione di Eulero-Venn e di descrivere la funzione f mediante un gruppo di frecce che partono dagli elementi dell'insieme X e giungono sugli elementi dell'insieme Y che la funzione f mette in corrispondenza Rappresentazione Cartesiana La rappresentazione cartesiana di una funzione f da X in Y, consiste nel costruire il diagramma del prodotto cartesiano tra i due insiemi X (di partenza) e Y (di arrivo), e di segnare un punto all'incrocio di ogni coppia che viene creata dalla corrispondenza stabilita dalla funzione f. . . . . . Funzioni Matematiche reali di una variabile reale Si chiamano funzioni matematiche quelle funzioni costituite da una regola f di corrispondenza che associa ad ogni elemento x ∈ A ⊂ X di un sottoinsieme A di un insieme numerico X, uno ed un solo elemento y=f(x) ∈ Y di un insieme numerico Y (non necessariamente uguale ad X) e nella quale la regola di corrispondenza f stessa, può essere rappresentata in forma analitica per mezzo di una "formula", ovvero per mezzo di una relazione matematica costituita da un certo numero di operazioni di tipo algebrico (somme, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni, innalzamento a potenza) o trascendente (esponenziali, logaritmi, seno, coseno, tangente, ecc) che applicate agli elementi (numeri) dell'insieme X, fornisce i corrispondenti elementi (numeri) dell'insieme Y. Quindi, una funzione matematica f, è una funzione nella quale gli insiemi X (di partenza) e Y (di arrivo) sono insiemi numerici (N, Z, Q, R) e la regola di corrispondenza f può essere rappresentata da una formula (espressione matematica). X f Y In genere, noi ci occuperemo di funzioni matematiche nelle quali sia l'insieme di partenza X che l'insieme di arrivo Y, sono costituiti dall'insieme dei numeri reali R. Tali funzioni matematiche sono anche dette funzioni reali di variabile reale. I seguenti, sono esempi di funzioni reali di variabile reale rappresentate mediante "formula analitica": 30 Corso di Matematica Graziano Donati 1 " R x2 + 1 ex R " " R 3 x +2 R " x2 " R R " R " cos(x) " R ln (x) + 1 x R " 2x - 3 " R sin (x) R " " R x In ciascuna di queste funzioni, assegnando ad x un un certo valore reale, otterremo, calcolando le operazioni presenti nella formula, i corrispondenti valori di y. Poichè, tratteremo esclusivamente funzioni matematiche reali di variabile reale (insieme di partenza e di arrivo costituiti entrambe dall'insieme dei numeri reali R), per semplicità di scrittura, ometteremo l'indicazione degli insiemi e rappresenteremo le funzioni con la notazione abbreviata: y = x2 y= cos(x) ln (x) + 1 1 x2 + 1 ex y= 3 x +2 y= x y = 2x - 3 sin (x) y= x dove y rappresenta la variabile del'insieme di arrivo e x la variabile dell'insieme di partenza. Rappresentando una espressione matematica generica con la notazione f(x), la funzione assume la seguente generica rappresentazione: y = f (x) Rappresentazione grafica di una funzione matematica Per la rappresentazione grafica di una funzione matematica utilizzeremo la rappresentazione cartesiana. In questo caso, gli elementi (numeri) dell'insieme di partenza X=R saranno rappresentati da tutti gli infiniti punti giacenti sull'asse orizzontale, gli elementi (numeri) dell'insieme di arrivo Y=R saranno rappresentati da tutti gli infiniti punti giacenti sull'asse verticale, la funzione f (cioè la regola espressa dalla formula) che abbiana i numeri di partenza a quelli di arrivo sarà rappresentata da tutti i punti che si trovano all'incrocio di ogni coppia generata dalla funzione (espressione matematica) che crea l'abbinamento. Consideriamo ad esempio la funzione: 2 +1 y= x 2 e proponiamoci di visualizzarla graficamente per mezzo della rappresentazione cartesiana. Innanzitutto si disegnano due assi ortogonali, l'asse x (orizzontale) e l'asse y (verticale). Sull'asse x vi sono tutti gli infiniti numeri reali che rappresentano gli elementi di partenza della funzione. Sull'asse y vi sono tutti gli infiniti numeri reali che rappresentano gli elementi di arrivo della funzione. Cominciando ad assegnare alcuni valori (a caso) alla variabile x, possiamo calcolare dalla formula, i corrispondenti risultati y e segnare un punto nel piano, dove questi due valori si incontrano. Assegnamo alcuni valori arbitrari alla variabile x, (ad esempio, -5, -4, -3, -2, -1, 0, 1, 2, 3, 4, 5) e determiniamo gli equivalenti valori di y eseguendo sui valori di x le operazioni indicate dalla formula. Riportiamo poi i valori assegnati ad x e i corrispondenti valori di y ottenuti in una tabella: x -5 -4 -3 -2 -1 y 13 17/2 5 5/2 0 1 1/2 1 1 2 5/2 3 4 5 17/2 5 13 Tracciamo ora sul piano due assi cartesiani ortogonali (asse orizzontale x=asse delle ascisse ed asse verticale y=asse delle ordinate) che si incontrano in un punto O detto origine degli assi. Ad ogni punto dell'asse delle x corrisponde un numero reale e ad ogni punto dell'asse delle ordinate corrisponde un numero reale. Ai punti dell'asse x che si trovano a destra dell'origine corrispondono i numeri positivi ordinati in senso crescente verso destra. Ai punti dell'asse x che stanno a sinistra dell'origine corrispondono i numeri negativi ordinati in senso decrescente verso sinistra. Ai punti dell'asse y che stanno sopra l'origine corrispondono i numeri positivi ordinati in senso crescente verso l'alto. Ai punti dell'asse y che stanno sotto l'origine corrispondono i numeri negativi ordinati in senso decrescente verso il basso. Segnamo ora dei punti sull'asse delle ascisse (asse x) in corrispondenza dei valori x che abbiamo assegnato arbitrariamente alla variabile indipendente x della funzione (quindi segnamo dei punti in corrispondenza dei valori -5, -4, -3, -2, -1, 0, 1, 2, 3, 4, 5). Segnamo poi sull'asse delle ordinate (asse y) dei punti in corrispondenza dei valori y che abbiamo ottenuto dal calcolo delle operazioni indicate nella formula matematica, eseguite sui valori assegnati ad x (quindi, segnamo dei punti in corrispondenza dei valori 13, 17/2, 5, 5/2, 1, 1/2, 1, 5,2, 5, 17/2, 13) 31 Corso di Matematica Graziano Donati 15 10 . . . .. 5 6 . . . . . 4 2 . . . . . 2 4 6 5 10 15 Mediante una serie di linee verticali e orizzontali, uniamo ora i punti segnati sull'asse delle x, con i corrispondenti punti segnati sull'asse delle y, in base alla tabella numerica che abbiamo ottenuto precedentemente. Ad ogni intersezione segnamo un punto (indicato in colore rosso). Otteniamo così una rappresentazione grafica delle associazioni dei valori assegnati alla variabile indipendente x con i valori corrispondenti ottenuti della variabile dipendente y, mediante la funzione espressa dalla formula data. . . . . . . . . . . .. . . . . . . .. . . . . . . 15 10 5 6 4 2 2 4 6 5 10 15 Potremmo ora pensare di assegnare alla variabile indipendente x un maggior numero di valori, ottenendo così una rappresentazione grafica più dettagliata della regola di abbinamento costituita dalla formula matematica che descrive la funzione 32 Corso di Matematica Graziano Donati 20 valori Il numro di valori da assegnare arbitrariamente alla variabile indipendente può essere ulteriormente incrementato ottenendo una rappresentazione ancora più accurata della funzione. 40 valori In teoria, potremmo aumentare indefinitamente il numero di valori da assegnare alla variabile indipendente x (teoricamente potremmo assegnare alla variabile indipendente x un numero infinito di valori numerici, rappresentato da tutti i possibili numeri reali) ottenendo una rappresentazione "perfetta" della funzione y=f(x) che non sarà più costituita da un insieme di punti, ma diventerà una linea continua che viene detta "grafico della funzione y=f(x)" 100 valori Quindi, in definitiva possiamo affermare che: Una funzione matematica y=f(x) espressa mediante una formula analitica (espressione matematica algebrica e/o trascendente), ha una rappresentazione grafica cartesiana costituita da una ben precisa curva nel piano, la cui forma descrive in maniera visiva la formula stessa che definisce la funzione f(x). 33 Corso di Matematica Graziano Donati La condizione fondamentale di una funzione In base alla definizione di funzione, si ha che: Ad ogni elemento di un sottoinsieme A di X deve corrispondere uno ed un solo elemento dell'insieme Y Cioè, ogni elemento di A⊂X deve essere messo in corrispondenza, dalla funzione f, con non più di un elemento di Y. Ciò vuol dire, ad esempio, che nella notazione insiemistica, da ciascun elemento di A non deve partire più di una freccia verso Y. Contrariamente, su ciascun elemento di Y poò arrivare anche più di una freccia (poichè questa situazione non contraddice la definizione di funzione perchè ciò che conta sono gli elementi di partenza). Y X f A f . . x y Situazione non consentita Situazione consentita Dal punto di vista della rappresentazione cartesiana, questo si traduce nel fatto che a ciascun numero sull'asse delle x non deve corrispondere, mediante il grafico, più di un numero sull'asse delle y. Situazione non consentita Situazione consentita Ne consegue l'importante regola della retta verticale REGOLA DELLA RETTA VERTICALE. Affinchè una curva nel piano cartesiano costituisca la rappresentazione grafica di una funzione f(x) è necessario che qualsiasi retta verticale incontri il grafico in non più di un punto Seno, Coseno, Tangente e Cotangente come funzioni goniometriche Nelle pagine precedenti abbiamo definito sulla circonferenza goniometrica coseno, seno, tangente e cotangente. Coseno, seno, tangente e cotangente vengono comunemente chiamate funzioni goniometriche o funzioni circolari. Vediamo perché. Ricordiamo che in matematica una funzione y = f(x) è una corrispondenza che ad ogni valore (ammissibile) della variabile indipendente x associa uno ed un unico valore della variabile indipendente y secondo una legge 34 Corso di Matematica Graziano Donati assegnata. Abbiamo poi denominato dominio della funzione l’insieme dei valori della variabile indipendente x in cui la funzione f è definita o calcolabile e codominio della funzione l’insieme dei valori assunti dalla variabile dipendente y. Nel nostro caso assumiamo come variabile indipendente l’angolo α positivo o negativo misurato sulla circonferenza goniometrica; il coseno di una angolo è dunque quella funzione matematica che ad ogni angolo α associa il coseno di quest’angolo, come definito precedentemente sulla circonferenza goniometrica. Analogamente per seno, tangente e cotangente: y = sin ^a h y = tan ^a h y = cos ^a h y = cot ^a h Dominio delle funzioni goniometriche Per quanto riguarda il coseno e il seno, dato un qualsiasi angolo α, individuato corrispondentemente il punto P sulla circonferenza goniometrica, è sempre possibile costruire le proiezioni ortogonali HO e KO sugli assi x e y e determinare coseno e seno dell’angolo. Pertanto il dominio sia del coseno che del seno è dunque tutto l'asse reale e si può scrivere: Dominio(coseno) = R Dominio(seno) = R Consideriamo ora la funzione tangente: a mano a mano che l’angolo α si avvicina al valore di 90° (o di π/2 in radianti), il punto P si avvicina al punto B(0;1) e le semirette OP tendono a diventare sempre più vicine alla verticale, determinando un aumento vertiginoso del valore dell’ordinata del punto Q e cioè della tangente; quando l’angolo vale proprio 90° il punto P sulla circonferenza coinciderà con il punto B, la semiretta OP sarà verticale e parallela alla retta verticale per A: le due rette saranno parallele e pertanto non avranno punto di intersezione o anche, avranno intersezione all’infinito. Per questo motivo non è definito il valore della tangente per l’angolo di 90°; si può anche dire che la tangente a 90° è infinita. Un discorso analogo si può ripetere per l’angolo di 270° e per tutti gli angoli impropri definiti nei giri successivi. Con riferimento al dominio possiamo allora concludere: r Dominio (tangente) = R - " 90c + k180c , con: k ! Z , = R - $ 2 + kr, con: k ! Z . A questa conclusione si poteva giungere anche per un’altra strada e cioè considerando che, grazie alla II identità fondamentale, la tangente è definita come tgα = sin α . cos α Poiché il denominatore di una frazione non può essere mai nullo, occorre escludere dal dominio i valori per i quali il coseno vale zero, che risultano essere proprio 90° e 270°. Per la funzione cotangente si può ripetere un discorso del tutto analogo; sinteticamente possiamo dire che la cotangente non è definita quando l’angolo α vale 0° oppure 180°: Dominio (cotangente) = R - " k180c , con: k ! Z , = R - " kr, con: k ! Z , Quindi, in definitiva: y = sin ^ x h y = cos ^ x h -3 < x <+3 -3 < x <+3 y = cot ^ x h -3 < x <+3 y = tan ^ x h -3 < x <+3 35 x! r 2 + kr x ! kr Corso di Matematica Graziano Donati Segni delle funzioni goniometriche nei 4 quadranti Le funzioni goniometriche coseno, seno, tangente, cotangente possono essere positive, negative o annullarsi. Nella tabella seguente è riportato il segno che ognuna di esse assume nei 4 quadranti: Quadrante cos sin tan cot I + + + + II - + - - III - - + + IV + - - - Periodicità delle funzioni goniometriche Supponiamo di far variare l’angolo α su tutta la circonferenza e di calcolare le funzioni goniometriche coseno e seno. Nel momento in cui l’angolo supera il valore di 360° ritorneremo sulle stesse posizioni iniziali e ovviamente, le funzioni goniometriche riassumeranno gli stessi valori del giro precedente. Possiamo esprimere questo concetto dicendo che le funzioni goniometriche coseno e seno sono funzioni periodiche, e il periodo, definito come l’intervallo della variabile indipendente dopo cui la funzione assume gli stessi valori, vale 360°: cos ^ x + 360ch = cos ^ x h sin ^ x + 360ch = sin ^ x h Per quanto riguarda le funzioni tangente e cotangente non è necessario aspettare un giro completo perché esse assumano gli stessi valori, ma, come si vede nella figura a fianco, è sufficiente mezzo giro: Possiamo esprimere questo concetto dicendo che le funzioni goniometriche tangente e cotangente sono funzioni periodiche di periodo pari a 180°: tan ^ x + 180ch = tan ^ x h cot ^ x + 180ch = cot ^ x h Codominio delle funzioni goniometriche Coseno e seno. Coseno e seno sono state definite come l’ascissa e l’ordinata di un punto P variabile sulla circonferenza goniometrica, di raggio unitario. Il massimo valore dell’ascissa si ha quando P è sul punto A, il minimo valore quando P è sul punto A’; analogamente il massimo valore del seno si ha quando il punto P coincide con B, il minimo valore quando P coincide con B’. Possiamo quindi concludere dicendo che − 1 ≤ cosα ≤ +1 e − 1 ≤ senα ≤ +1 Pertanto le funzioni goniometriche coseno e seno hanno per codominio l’intervallo [- 1;+1] . Codominio(coseno) = [- 1;+1] 36 Corso di Matematica Codominio(seno) = Graziano Donati [- 1;+1] Tangente. Per quanto riguarda la tangente, essendo definita come l’ordinata di un punto al di fuori della circonferenza goniometrica, essa può assumere qualsiasi valore reale; ciò si esprime dicendo che: Codominio(tangente) = R. Per la cotangente vale un discorso analogo e dunque: Codominio(cotangente) = R. Quindi, in definitiva: -1 G sin ^ x h G+ 1 -1 G cos ^ x h G+ 1 -3 < tan ^ x h < + 3 -3 < cot ^ x h < + 3 Valori delle funzioni goniometriche nei principali angoli Nella tabella seguente vengono riportati i valori che le funzioni goniometriche assumono nei principali angoli: angolo α (°) 0° 30° 45° 60° 90° 180° 270° 360° angolo α (rad) 0 π/6 π/4 π/3 π/2 π 3π/2 2π cos α 1 0 -1 0 1 0 2 2 2 2 1 2 sin α 3 2 1 2 3 2 1 0 -1 0 tgα 0 1 3 = 3 3 1 3 ∞ 0 ∞ 0 cotgα ∞ 3 1 1 3 = 3 3 0 ∞ 0 ∞ 37 Corso di Matematica Graziano Donati Grafici delle funzioni goniometriche Grafico della funzione y=sin(x) Indicando con x la misura in radianti di un angolo e con y il corrispondente valore del seno, sappiamo che la funzione: y = sin (x) è definita per ogni valore reale della x. noltre la funzione "seno" è una funzione periodica di periodo 2π, e quindi, per studiare l'andamento del suo grafico bsata limitarsi a considerate soltanto i valori che essa assume per x variabile nell'intervallo [0,2π]. A tale scopo, tracciamo nel piano un sistema di assi cartesiano ortogonali Oxy e fissiamo un segmento u come unità di misura. Sull'asse x prendiamo il segmento di misura 2π, e poi segnamo i punti di ascissa x=π/2, x=π, x=3π/2, .... Costruiamo ora una tabella alcuni dei valori notevoli della funzione seno in corrispondenza di determinati angoli x Sin(x) 0 0 π/6 1/2 π/3 √3/2 π/2 1 2π/3 √3/2 5π/6 1/2 π 0 7π/6 -1/2 4π/3 −√3/2 3π/2 -1 5π/3 −√3/2 11π/6 -1/2 2π 0 Riportiamo i valori di x sull'asse delle ascisse e i corrispondenti valori di sin(x) sull'asse delle ordinate. Nei punti di intersezione segnamo un punto. Unendo tutti i punti otteniamo il grafico della funzione sin(x) detto anche sinusoide. Grafico della funzione y=cos(x) Indicando con x la misura in radianti di un angolo e con y il corrispondente valore del seno, sappiamo che la funzione: y = cos (x) è definita per ogni valore reale della x. noltre la funzione "coseno" è una funzione periodica di periodo 2π, e quindi, per studiare l'andamento del suo grafico bsata limitarsi a considerate soltanto i valori che essa assume per x variabile nell'intervallo [0,2π]. A tale scopo, tracciamo nel piano un sistema di assi cartesiano ortogonali Oxy e fissiamo un segmento u come unità di misura. Sull'asse x prendiamo il segmento di misura 2π, e poi segnamo i punti di ascissa x=π/2, x=π, x=3π/2, .... Costruiamo ora una tabella alcuni dei valori notevoli della funzione coseno in corrispondenza di determinati angoli x Cos(x) 0 1 π/6 √3/2 π/3 1/2 π/2 0 2π/3 1/2 5π/6 √3/2 π -1 7π/6 −√3/2 4π/3 −1/2 3π/2 0 5π/3 −1/2 11π/6 −√3/2 2π 1 Riportiamo i valori di x sull'asse delle ascisse e i corrispondenti valori di cos(x) sull'asse delle ordinate. Nei punti di intersezione segnamo un punto. Unendo tutti i punti otteniamo il grafico della funzione cos(x) detto anche cosinusoide. 38 Corso di Matematica Graziano Donati Grafico della funzione y=tan(x) Indicando con x la misura in radianti di un angolo e con y il corrispondente valore della tangente, sappiamo che la funzione: y = tan (x) è definita per ogni valore reale della x≠π/2+kπ. noltre la funzione "tangente" è una funzione periodica di periodo π, e quindi, per studiare l'andamento del suo grafico basta limitarsi a considerate soltanto i valori che essa assume per x variabile nell'intervallo [0,π]. A tale scopo, tracciamo nel piano un sistema di assi cartesiano ortogonali Oxy e fissiamo un segmento u come unità di misura. Sull'asse x prendiamo il segmento di misura 2π, e poi segnamo i punti di ascissa x=π/2, x=π, x=3π/2, .... Costruiamo ora una tabella alcuni dei valori notevoli della funzione tangente in corrispondenza di determinati angoli x Tan(x) 0 0 π/6 √3/3 π/3 √3 π/2 Ind. 2π/3 √3 5π/6 √3/3 π 0 7π/6 −√3/3 4π/3 −√3 3π/2 Ind. 5π/3 −√3 11π/6 −√3/3 2π 0 Riportiamo i valori di x sull'asse delle ascisse e i corrispondenti valori di tan(x) sull'asse delle ordinate. Nei punti di intersezione segnamo un punto. Unendo tutti i punti otteniamo il grafico della funzione tan(x) detto anche tangentoide. Grafico della funzione y=cot(x) Indicando con x la misura in radianti di un angolo e con y il corrispondente valore della tangente, sappiamo che la funzione: y = tan (x) è definita per ogni valore reale della x≠π/2+kπ. noltre la funzione "tangente" è una funzione periodica di periodo π, e quindi, per studiare l'andamento del suo grafico basta limitarsi a considerate soltanto i valori che essa assume per x variabile nell'intervallo [0,π]. A tale scopo, tracciamo nel piano un sistema di assi cartesiano ortogonali Oxy e fissiamo un segmento u come unità di misura. Sull'asse x prendiamo il segmento di misura 2π, e poi segnamo i punti di ascissa 39 Corso di Matematica Graziano Donati x=π/2, x=π, x=3π/2, .... Costruiamo ora una tabella alcuni dei valori notevoli della funzione tangente in corrispondenza di determinati angoli x Tan(x) 0 0 π/6 √3/3 π/3 √3 π/2 Ind. 2π/3 √3 5π/6 √3/3 π 0 7π/6 −√3/3 4π/3 −√3 3π/2 Ind. 5π/3 −√3 11π/6 −√3/3 2π 0 Riportiamo i valori di x sull'asse delle ascisse e i corrispondenti valori di tan(x) sull'asse delle ordinate. Nei punti di intersezione segnamo un punto. Unendo tutti i punti otteniamo il grafico della funzione tan(x) detto anche tangentoide. 40 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 4 Funzioni goniometriche inverse La nozione di funzione inversa Nel capitolo precedente abbiamo detto che una funzione f definita su un insieme X a valori in un insieme Y poteva essere considerata come "una regole" che faceva corrispondere ad ogni elemento di un sottoinsieme proprio o improprio A di X, uno ed un solo elemento dell'insieme Y. Y X A La situazione mostrata in figura, non viola la condizione fondamentale di una funzione, e cioè che ad ogni elemento di A deve corrispondere uno ed un solo elemento di Y. La figura seguente, mostra invece una situazione simile, nella quale però vi è la violazione della condizione fondamentale (infatti, all'ultimo elemento in A vengono fatti corrispondere due elementi di Y). Y X A 41 Corso di Matematica Graziano Donati Dal punto di vista della rappresentazione cartesiana, questa condizione si traduce nel fatto che a ciascun numero sull'asse delle x non deve corrispondere, mediante il grafico, più di un numero sull'asse delle y. Situazione non consentita Situazione consentita Ne consegue l'importante regola della retta verticale REGOLA DELLA RETTA VERTICALE. Affinchè una curva nel piano cartesiano costituisca la rappresentazione grafica di una funzione f(x) è necessario che qualsiasi retta verticale incontri il grafico in non più di un punto La funzione inversa DEFINIZIONE. Data una funzione f da X in Y (ovvero, "una regole" che fa corrispondere ad ogni elemento di un sottoinsieme proprio o improprio A di X, uno ed un solo elemento dell'insieme Y), si chiama funzione inversa f-1, la "regola inversa" che agli elementi di y associati a quelli di x dalla funzione f, mette in corrispondenza gli elementi x di partenza. La funzione inversa f-1 si ottiene dalla funzione f invertendo semplicemente il verso delle frecce. Affinchè una funzione inversa f-1 di una data funzione f, sia ancora una funzione, è necessario che anche f-1 non violi la condizione fondamentale di una funzione. Ovvero, a ciascun elemento di Y, non deve corrispondere, mediante la f-1, più di un elemento di X. Da questo concetto nasce una seconda importante condizione che la funzione di partenza f deve soddisfare, affinchè la sua inversa f-1 sia anch'essa una funzione (o come si suol dire, affinchè la funzione f sia invertibile). 42 Corso di Matematica Graziano Donati Se osserviamo la funzione f rappresentata dalla precedente immagine, notiamo che essa è certamente una funzione, poichè ad ogni elemento di un sottoinsieme dell'insieme di partenza, viene fatto corrispondere uno ed un solo elemento dell'insieme di arrivo. La funzione f però non è invertibile, poichè se scambiamo il verso delle frecce non otteniamo più una funzione (infatti avremmo l'ultimo elemento dell'insieme Y che viene messo in corrispondenza dalla f-1 con due elementi dell'insieme X, violando così la condizione fondamentale sulle funzioni). Tale problema è avvenuto perchè la funzione di partenza f poneva in corrispondenza due elementi di X con il medesimo elemento di Y (situazione consentita affinchè f possa essere considerata una funzione, ma che però rende la funzione f non invertibile). Quindi, affinche una funzione f sia invertibile è necessario che a ciascun elemento dell'insieme X venga fatto corrispondere dalla f non più di un elemento di Y (con l'aggiunta di questa condizione, non solo la f è una funzione, ma essa è anche invertibile). Da un punto di vista della rappresentazione cartesiana questa condizione si traduce nel fatto che affinchè una funzione f sia invertibile, qualsiasi retta orizzontale deve incontrare il grafico della funzione f non più di una volta. Il grafico rappresenta una funzione f invertibile, perchè non esiste alcuna retta orizzontale che incontra il grafico più di una volta Il grafico rappresenta una funzione f che non è invertibile, perchè esiste almeno una retta orizzontale che incontra il grafico più di una volta Abbiamo quindi la seguente regola REGOLA DELLA RETTA ORIZZONTALE. Una curva sul piano cartesiano rappresenta una funzione invertibile se e solo se qualsiasi retta orizzontale incontra la curva non più di una volta. Metodo per la determinazione dell'inversa di una funzione invertibile Dato il grafico di una funzione f(x) invertibile (quindi soddisfacente la regola della retta orizzontale), il grafico della funzione inversa f-1, si ottiene facilmente mediante la seguente procedura: 1) Si traccia la bisettrice del primo e del terzo quadrante 2) Si ribalta a specchio il grafico della funzione f attorno alla bisettrice del primo e del terzo quadrante 3) Il grafico ottenuto è il grafico della funzione inversa f-1 43 Corso di Matematica Graziano Donati Metodo per la determinazione dell'inversa di una funzione non invertibile Dato il grafico di una funzione f(x) non invertibile (quindi non soddisfacente la regola della retta orizzontale), il grafico della funzione inversa ristretta f-1, si ottiene facilmente mediante la seguente procedura: 1) Come prima cosa si esegue una restrizione, cioè si cancella la più piccola parte possibile del grafico della funzione f, in maniera tale che ciò che resta sia una funzione invertibile (cioè soddisfi la regola della retta orizzontale) 2) Si traccia la bisettrice del primo e del terzo quadrante 2) Si ribalta a specchio il grafico della funzione ristretta f attorno alla bisettrice del primo e del terzo quadrante 3) Il grafico ottenuto è il grafico della funzione inversa f-1 della restrizione di f Ovviamente l'inversa f-1 ottenuta non è proprio l'inversa della funzione originaria, bensì di una sua restrizione, è cioè l'inversa di un suo frammento. Nella figura è mostrata l'inversione della funzione potenza x2. Poichè tale funzione non è invertibile (non soddisfa la regola della retta orizzontale) si è deciso di cancellare il ramo sinistro della funzione x2, ottenendo così una funzione ristretta invertibile. A questo punto è stato sufficiente ribaltare a specchio tale funzione rispetto alla bisettrice del primo e del terzo quadrante. Funzioni goniometriche inverse Se osserviamo i grafici delle funzioni goniometriche, ci accorgiamo che esse non sono invertibili, infatti nessuna di esse soddisfa la condizione della retta orizzontale. sin(x) cos(x) tan(x) 1.0 6 1.0 4 0.5 0.5 2 6 Cos(x) 4 2 2 4 6 6 0.5 (periodica di periodo T=2π) 1.0 4 2 2 4 6 6 4 2 2 4 6 2 0.5 4 6 1.0 per determinare quindi le "inverse" sarà necessario eseguire, su ciascuna di esse delle opportune restrizioni. Funzione arcoseno Per rendere invertibile la funzione sin(x) possiamo eseguire su di essa una restrizione, in modo tale che la parte di funzione restante sia invertibile (soddisfi cioè la regola della retta orizzontale). Per eseguire la restrizione più piccola possibile, scegliamo di cancellare tutta la funzione ad eccezione della parte definita tra -π/2 e +π/2. 44 Corso di Matematica Graziano Donati 1.0 0.5 6 4 2 2 4 6 0.5 1.0 Possiamo ora ribaltare attorno alla bisettrice del primo e terzo quadrante la porzione di grafico rimasta per ottenere la funzione inversa della restrizione del seno, che chiameremo arcoseno ed indicheremo con arcsin(x) o sin-1(x) x π/2 y 1 y = sen x x −π/2 y −1 1 π/2 x = arcsen y −1 −π/2 Si definisce “arcoseno” la funzione inversa della f : [−π/2,π/2] → [−1,1] definita da f(x) = sen x (che è monotòna crescente) e cioè f −1 : [−1,1] → [−π/2,π/2], −1 definita da f (y) = arcsen y, che associa ad ogni y∈[−1,1] quello e quel solo angolo x∈[−π/2,π/2] il cui seno è y. Funzione arcocoseno Per rendere invertibile la funzione cos(x) possiamo eseguire su di essa una restrizione, in modo tale che la parte di funzione restante sia invertibile (soddisfi cioè la regola della retta orizzontale). Per eseguire la restrizione più piccola possibile, scegliamo di cancellare tutta la funzione ad eccezione della parte definita tra 0 e +π. 1.0 0.5 6 4 2 2 4 6 0.5 1.0 Possiamo ora ribaltare attorno alla bisettrice del primo e terzo quadrante la porzione di grafico rimasta per ottenere la funzione inversa della restrizione del seno, che chiameremo arcoseno ed indicheremo con arcsin(x) o sin-1(x) x π y 1 0 x = arccos y y = cos x π x −1 −1 0 1 y 45 Corso di Matematica Graziano Donati Si definisce “arcocoseno” la fun-zione inversa della funzione f : [0,π] → [−1,1] definita da f(x) = cos x (che è monotòna decrescente) e quindi è f −1 : [−1,1] → [0,π] definita da f −1(y) = arccos y, che associa ad ogni y∈[−1,1] quell’an-golo x ∈ [0,π] il cui coseno è y. Funzione arcocotangente Per rendere invertibile la funzione tan(x) possiamo eseguire su di essa una restrizione, in modo tale che la parte di funzione restante sia invertibile (soddisfi cioè la regola della retta orizzontale). Per eseguire la restrizione più piccola possibile, scegliamo di cancellare tutta la funzione ad eccezione della parte definita tra -π/2 e +π/2. 6 4 2 6 4 2 2 4 6 2 4 6 Possiamo ora ribaltare attorno alla bisettrice del primo e terzo quadrante la porzione di grafico rimasta per ottenere la funzione inversa della restrizione del seno, che chiameremo arcoseno ed indicheremo con arcsin(x) o sin-1(x) y y = tg x π/2 x = arctg y x −π/2 x y π/2 −π/2 Si definisce “arcotangente” la funzione inversa della funzione f : ]−π/2,π/2[ → ℜ definita da f(x) = tg x (che è monotòna crescente) e quindi è f −1 : ℜ → ]−π/2,π/2[ definita da f −1(y) = arctg y, che associa ad ogni y ∈ ℜ quel solo angolo x∈]−π/2,π/2[ la cui tangente è x. arcsin(x) arccos(x) arctan(x) 1.5 3.0 1.0 2.5 0.5 2.0 1.0 2 0.5 1.5 1 1 2 2 0.5 1.0 1.0 0.5 1 1 0.5 1.5 2 1 1 46 2 1.0 2 Corso di Matematica Graziano Donati Generalmente, sulle calcolatrici scientifiche, le funzioni goniometriche inverse arcsin(x), arccos(x), arctan(x) si trovano sopra ai tre tasti delle rispettive funzioni goniometriche sin(x), cos(x), tan(x) e sono -1 generalmente indicate con i termini sin (che è la -1 funzione arcsin(x)) cos (che è la funzione arccos(x)) e -1 tan (che è la funzione arctan(x)). Per attivare tali funzioni è necessario premere prima il tasto arancione di seconda funzione 2nd (che solitamente si trova in alto a sinistra) Esercizi Mediante l'uso della calcolatrice, determinare il valore delle seguenti funzioni goniometriche inverse 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. arcsin b 12 l arccos b 12 l arctan b 12 l 1 arcsin b 5 l 1 arccos b 5 l arctan ^ 3 h arcsin b - 12 l arccos b - 12 l arctan b - 12 l arcsin b - 15 l 1 arccos b - 5 l arctan ^ -3 h 3 arcsin c 2 m 3 arccos c 2 m 3 arctan c 2 m 2 arcsin b 3 l 2 arccos b 3 l arctan ^12 h 3 arcsin c - 2 m 3 arccos c - 2 m 3 arctan c - 2 m 2 arcsin b - 3 l 2 arccos b - 3 l arctan ^ -12 h 47 2 arcsin c 2 m 2 arccos c 2 m 2 arctan c 2 m 1 arcsin b 3 l arccos b 13 l 1 arctan b 3 l 2 arcsin c - 2 m 2 arccos c - 2 m 2 arctan c - 2 m 1 arcsin b - 3 l 1 arccos b - 3 l arctan b - 13 l Corso di Matematica Graziano Donati 48 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 5 Relazioni Goniometriche Fondamentali Relazione Pitagorica TEOREMA: (Relazione Pitagorica) La somma dei quadrati del seno e del coseno di uno stesso angolo α vale sempre 1, qualunque sia l'angolo α. sin 2 ^a h + cos2 ^a h = 1 Dimostrazione Per la definizione di seno e coseno di un angolo, in riferimento alla figura, possiamo scrivere: OH 2 PH 2 sin 2 ^a h + cos2 ^a h = b OP l + b OP l ed anche: 2 2 2 + OH 2 sin 2 ^a h + cos2 ^a h = PH2 + OH2 = PH 2 OP OP OP Osservando la figura, per il Teorema di Pitagora risulta: PH 2 + OH 2 = OP2 e quindi possiamo scrivere: 2 2 2 sin 2 ^a h + cos2 ^a h = PH2 + OH2 = OP2 = 1 OP OP OP ovvero: sin 2 ^a h + cos2 ^a h = 1 Con ciò il teorema è dimostrato La relazione pitagorica ci permette di calcolare il valore del seno di un angolo quando è noto il valore del coseno dello stesso angolo e viceversa. Da essa infatti, possiamo ricavare: da cui: ed anche: sin 2 ^a h = 1 - cos2 ^a h e cos2 ^a h = 1 - sin 2 ^a h sin 2 ^a h = ^1 + cos ^a hh^1 - cos ^a hh cos2 ^a h = ^1 + sin ^a hh^1 - sin ^a hh sin ^a h =! 1 - cos2 ^a h =! ^1 + cos ^a hh^1 - cos ^a hh cos ^a h =! 1 - sin 2 ^a h =! ^1 + sin ^a hh^1 - sin ^a hh Relazione tra seno e tangente di uno stesso angolo Dalla definizione di tangente e cotangente di un angolo, abbiamo: sin ^a h cos ^a h 2 Ma poichè, sin ^a h =! 1 - cos ^a h e tan ^a h = cot ^a h = cos ^a h sin ^a h cos ^a h =! 1 - sin 2 ^a h possiamo anche scrivere: 49 Corso di Matematica sin ^a h cos ^a h sin ^a h tan ^a h = cos ^a h Graziano Donati ! 1 - cos2 ^a h cos ^a h sin ^a h & tan ^a h = ! 1 - sin 2 ^a h ! 1 - sin 2 ^a h & cot ^a h = sin ^a h cos ^a h & cot ^a h = ! 1 - cos2 ^a h tan ^a h = & cos ^a h sin ^a h cos ^a h cot ^a h = sin ^a h quindi, abbiamo: cot ^a h = tan ^a h = ! 1 - cos2 ^a h = cos ^a h ! 2 ! 1 - sin ^a h = cot ^a h = sin ^a h ! tan ^a h = sin ^a h 1 - sin 2 ^a h cos ^a h 1 - cos2 ^a h Seno e Coseno in funzione di Tangente e Cotangente di uno stesso angolo Possiamo ovviamente scrivere: sin 2 ^a h sin 2 ^a h = cos2 ^a h = cos2 ^a h 1 1 = sin 2 ^a h + cos2 ^a h possiamo anche scrivere: 1 Ed essendo cos2 ^a h sin 2 ^a h 2 ^ h = a cos sin 2 ^a h + cos2 ^a h sin 2 ^a h + cos2 ^a h Dividendo numeratore e denominatore della prima per cos2(x) e numeratore e denominatore della seconda per sin2(x) otteniamo: cos2 ^a h sin 2 ^a h sin 2 ^a h cos2 ^a h cos2 ^a h = sin 2 ^a h = 2 2 2 sin ^a h cos2 ^a h sin ^a h cos ^a h + + sin 2 ^a h sin 2 ^a h cos2 ^a h cos2 ^a h ovvero: tan 2 ^a h cot2 ^a h cos2 ^a h = sin 2 ^a h = 2 1 + cot2 ^a h tan ^a h + 1 da cui: cot ^a h tan ^a h cos ^a h = sin ^a h = 2 ! 1 + cot2 ^a h ! tan ^a h + 1 sin 2 ^a h = Poichè: tan(α)=1/cot(α) e cot(α)=1/tan(α) possiamo anche scrivere: sin ^a h = ! 1 cot ^a h 1 +1 cot2 ^a h 1 tan (a) cos ^a h = 1 ! 1+ tan 2 (a) da cui: sin ^a h = da cui: sin ^a h = cot ^a h ! cot ^a h 1 tan (a) cos ^a h = 1 ! tan (a) 1 + tan 2 (a) 1 cot ^a h 1 +1 cot2 ^a h 1 cot ^a h + cot2 ^a h cot2 ^a h tan (a) cos ^a h = 2 ! 50 1 ! tan 2 (a) + tan 2 (a) tan 2 (a) Corso di Matematica ovvero: Graziano Donati sin ^a h = cos ^a h = 1 ! 1 + cot2 ^a h 1 ! 1 + tan 2 (a) UNA FUNZIONE GONIOMETRICA MEDIANTE LE ALTRE tan ^a h sin ^a h sin ^a h cos ^a h sin ^a h sin ^a h ! 1 - cos2 ^a h tan ^a h ! 1 + tan 2 ^a h 1 ! 1 + tan 2 ^a h cot ^a h 1 ! 1 + cot2 ^a h cot ^a h ! 1 + cot2 ^a h cos ^a h ! 1 - sin 2 ^a h cos ^a h tan ^a h sin ^a h ! 1 - sin 2 ^a h ! 1 - cos2 ^a h cos ^a h tan ^a h 1 cot ^a h cot ^a h ! 1 - sin 2 ^a h sin ^a h cos ^a h ! 1 - cos2 ^a h 1 tan ^a h cot ^a h 51 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Esprimere in funzione di sin(α), e poi semplificare, le seguenti espressioni goniometriche 1 + cos2 ^a h - cosec 2 ^a h + 1 1 - cos2 ^a h 1 + tan 2 ^a h + 1 2. sec 2 ^a h sec 2 ^a h cot2 ^a h 2 tan 2 ^a h + tan 2 ^a h cos2 ^a h - 1 + cos2 ^a h - 2 sin 2 ^a h 3. 1 + tan 2 ^a h 1 4. 1 1 + tan 2 ^a h E sin 2 ^a h 1 E ; 1 - sin 2 ^a h 1 E ; 2 sin ^a h ; 1. < 5. ^ tan 2 ^a h + cot2 ^a h + 2 h^1 - cos2 ^a hh - 1 Esprimere in funzione di cos(α), e poi semplificare, le seguenti espressioni goniometriche 6. ^ sec 2 ^a h + tan 2 ^a hh 1 sec 2 ^a h 1 6 sin ^a h @ sin 2 ^a h F 1 - sin ^a h 62 - cos2 ^a h@ 1 + cos2 ^a h F cos3 ^a h 1 + cos2 ^a h < F cos ^a h < 1 ^1 + tan 2 ^a hh $ 6sec 2 ^a h cosec 2 ^a h - cot2 ^a h@ sec ^a h 1 + 1 + tan 2 ^a h 8. sec 2 ^a h cos2 ^a h 9. cot2 ^a h tan 2 ^a h 7. 6 cos ^a h @ Esprimere in funzione di tan(α), e poi semplificare, le seguenti espressioni goniometriche 1 1 1 m$ cos2 ^a h sin 2 ^a h cot2 ^a h NO JK 1 OO KK 2 h ^ a sec OO K 1 11. KKKsin 4 ^a h + OO $ cos2 ^a h 1 O KK sin 2 ^a h O P 2 L sin ^a h 3 -1+ 12. sec 2 ^a h + cos2 ^a h tan 2 ^a h cot2 ^a h 1 sec 2 ^a h 1 4 2 ^ h ^ h + + sin cos 13. a a sec 2 ^a h cosec 2 ^a h 6tan 4 ^a h - 1@ 10. c 6tan 2 ^a h@ 64 tan 2 ^a h@ < tan 2 ^a h F 1 + tan 2 ^a h 6tan 2 ^a h + 1@ 14. ^ tan ^a h + cot ^a hh2 ^1 - cos2 ^a hh Calcolare tutte le funzioni goniometriche dell'angolo il cui lato termine, nel sistema cartesiano associato, è situato nel quadrante a fianco indicato, essendo noto: 1 15. sin ^a h = 2 3 17. sin ^a h =- 4 19. sin ^a h =- 52 21. tan ^a h =- 2 1 16. sin ^a h =- 3 I c quadrante 3 18. sin ^a h = 2 IV c quadrante 2 20. cos ^a h = 2 22. cot ^a h = 3 III c quadrante II c quadrante 52 III c quadrante II c quadrante IV c quadrante I c quadrante Corso di Matematica 23. sin ^a h =- 1+ 2 6 25. tan ^a h = 3 - 2 Graziano Donati 24. sin ^a h = 2 - 2 III c quadrante 1 26. cos ^a h = 4 ^ 5 + 1 h II c quadrante 53 IV c quadrante I c quadrante Corso di Matematica Graziano Donati 54 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 6 Angoli Notevoli Angoli notevoli fondamentali Angolo α=30o P Se α=30o allora l'angolo al centro β=60o. La somma degli angoli interni di un triangolo è uguale a 180o, quindi la somma dei due angoli alla circonferenza è uguale a 180o60o=120o. Poichè tale angoli sono uguali tra loro perchè simmetrici nella costruzione geometrica, allora ciascuno dei due angoli è pari a 60o. Abbiamo quindi un triangolo avente i tre angoli interni di 60o, e tre lati tutti uguali. Quindi il triangolo è equilatero. Ciascun lato del triangolo è uguale ad r (raggio della circonferenza). La metà di tale lato è quindi uguale ad r/2. Quindi, OP=r, PQ=r/2. Quindi: OP = r PQ = r & OQ = OP2 - PQ2 = r α O 2 1 r 2 - ` 2r j = r 1 - 4 = r quindi: OP = r PQ = r 3 OQ = r 2 da cui: r PQ 1 2 sin ^a h = sin ^30ch = OP = r = 2 3 OQ r 2 3 cos ^a h = sin ^30ch = OP = r = 2 1 sin ^a h 3 ^ h = 2 = 1 = 3 tan a = tan ^30ch = cos ^a h 3 3 2 1 = 3 cot ^a h = cot ^30ch = tan ^a h Abbiamo quindi: sin ^30ch = 12 1 sin ` r 6j= 2 3 cos ^30ch = 2 3 cos ` r 6j= 2 3 tan ^30ch = 3 3 tan ` r 6j= 3 55 cot ^30ch = 3 cot ` r 6j= 3 β r/2 β β Q 3 =r 3 4 2 Corso di Matematica Graziano Donati Angolo α=45o P o Se α=45 e l'angolo in Q è, per costruzione geometrica, un o o angolo di 90 , allora il restante angolo in P è dato da 180 o o o (90 +45 )=45 . Il segmento OP è la bisettrice del primo quadrante, quindi i segmenti PQ e OQ sono uguale. Quindi il triangolo OPQ è isoscele. Quindi: OQ2 + PQ2 = OQ2 + OQ2 = r 2 & 2OQ2 = r 2 & PQ2 + PQ2 = PQ2 + PQ2 = r 2 & 2PQ2 = r 2 & α α β O r2 OQ2 = 2 r2 PQ2 = 2 & & Q r 2 r PQ = 2 OQ = da cui: r PQ 2 2 sin ^a h = sin ^ 45ch = OP = r = 1 = 2 2 r OQ 2 2 cos ^a h = cos ^ 45ch = OP = r = 1 = 2 2 2 sin ^a h 2 = =1 tan ^a h = tan ^ 45ch = cos ^a h 2 2 1 =1 cot ^a h = cot ^ 45ch = tan ^a h Abbiamo quindi 2 sin ^ 45ch = 2 2 sin ` r 4j= 2 2 cos ^ 45ch = 2 2 cos ` r 4j= 2 tan ^ 45ch = 1 tan ` r 4j=1 cot ^ 45ch = 1 cot ` r 4j=1 Angolo α=60o P L'angolo α=60 e i due segmenti OP e OQ sono uguali tra loro, di conseguenza, per costruzione geometrica, i due angoli in P e in Q sono uguali tra loro e misurano (180o-60o)/2=60o. Quindi, il triangolo OPQ ha i tre angoli interni uguali, quindi il triangolo OPQ è equilatero. Abbiamo quindi: o OP=r OQ=r PQ=r OA=r/2 quindi 56 α α O α A Q Corso di Matematica Graziano Donati r 2 =1 r 2 2 OP - OA2 = OP 3 2 3 sin ^a h 2 = 1 = 3 tan ^a h = tan ^60ch = cos ^a h 2 3 1 = 1 = 3 cot ^a h = cot ^60ch = tan ^a h 3 Abbiamo quindi OA cos ^a h = cos ^60ch = OP = AP sin ^a h = sin ^60ch = OP = = 1 - 14 = 34 = 3 sin ^60ch = 2 3 sin ` r 3j= 2 1 cos ^60ch = 2 1 cos ` r 3j= 2 OP2 - OA2 = OP2 tan ^60ch = 3 tan ` r 3j= 3 57 1 -b OA2 l = OP2 3 cot ^60ch = 3 3 cot ` r 3j= 3 OA 2 1 - b OP l = 1 2 1 -b 2 l = Corso di Matematica Graziano Donati Regola mnemonica: Gli angoli più importanti del primo quadrante sono: 0, π/6, π/4, π/3, e π/2, ovvero 0°, 30°, 45°, 60° e 90°. Il seno di questi angoli può esser ricordato semplicemente, se visto in questo modo: sen (0) = √0 / 2 sen (π/6) = √1 / 2 sen (π/4) = √2 / 2 sen (π/3) = √3 / 2 sen (π/2) = √4 / 2 Ossia una scaletta crescente da 0 a 4: svolgendo i calcoli, dove possibile, si ottengono i valori scritti nella tabella; per quanto riguarda il coseno, si ottiene la stessa scaletta, ma decrescente da 4 a 0: cos (0) = √4 / 2 cos (π/6) = √3 / 2 cos (π/4) = √2 / 2 cos (π/3) = √1 / 2 cos (π/2) = √0 / 2 58 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Semplificare il valore delle seguenti espressioni tan ^ 45ch - 2 cot ^90ch + tan 2 ^30ch tan ^180ch + 2 cot ^ 45ch + cot2 ^30ch r r 2. 2 cos2 10 + 2 5 sin 2 10 - 5 sin r 2 2 cos r - 3 cos r + 2 2 sin r - cot 3 r 3. 4 2 6 6 3 :4D 15 1. 60@ 4. ^ sin ^30ch + cos ^ 45chh2 + ^ cos ^30ch + sin ^ 45chh2 - 2 tan ^ 45ch r r 2 b 2 sin 4 - 4ab sin 6 + a2 cos ^ 0 h 2 3 r 3 r r 2 r 6. c 2 cos ^2r h + tan 4 m ` cos 6 - cot 4 j $ 16 ` cot 4 j 5 3 r r r 7. sin 10 + sin ^2r h - 4 tan 4 - cos b 2 r l + 14 cot 4 sin 3 ^ 45ch + cos3 ^ 45ch - sin ^ 45ch cos ^ 45ch 8. tan ^ 45ch cos ^ 45ch + cot ^ 45ch sin ^ 45ch 9. 2ab sec (0c ) + ^ a2 + b 2 h sin ^90ch - 4ab cos ^180ch - 2ab cot2 ^30ch 10. 2 ^ a sin ^90ch + b tan ^ 45chh6^ a - b h sin ^30ch + ^ a + b h cos ^90ch - 2a tan ^180ch@ 11. 16 cos2 (30c ) + 48 sin 2 ^ 45ch + 11 tan 3 ^ 45ch - 36 cos2 ^180ch 1 12. 2 tan ^ 45ch - 2 cos ^ 45ch - 2 sin ^ 45ch - 2 cot ^ 45ch - 2 tan ^135ch 5. 13. 2 tan ^60ch $ cos ^30ch - sin ^30ch $ cos ^60ch - cosec ^30ch $ tan ^ 45ch 14. 3 cot ^30ch - 3 tan ^60ch + 6 3 cos ^60ch + tan ^60ch 2 r r r r r 15. 2 cos r 6 + cot 3 - tan 6 + 5 sin 4 - 2 tan 4 - tan 3 cosec ^30ch - a tan ^ 45ch - b ^ a + b h sin ^30ch + ^ a - b h cos ^60ch - 2a 16. $ tan ^ 45ch 3 ^ a + b h tan ^30ch - sec ^60ch r cos r + 7 sin r cos r tan r 3 sin 3 r 4 6 6 3 17. r cos r tan r - cot r cos r - 7 cos 4 sin 6 4 6 3 3 a sin ^90ch - b cos ^ 0ch + ^ a + b h tan ^ 45ch - 2a + 1 18. 2 a tan ^ 45ch - 2ab cos ^180ch + b 2 sin ^90ch - ^ a + b h2 + 1 3 tan ^60ch + 2 sin ^60ch - 3 cot ^30ch + 6 3 cos ^60ch 19. 2 cot ^30ch + 2 tan ^60ch - 2 3 cos ^30ch + 6 sin ^ 45ch cos ^ 45ch ab 2 + ^ a + b h2 cos ^180ch 20. a2 tan ^ 45ch + b 2 cot ^ 45ch + cos ^ 45ch 59 :3D 2 ; 2+ 6E 2 6^ a - b h2@ 61 @ 60@ 60@ 6a2 + b 2@ 6a2 - b 2@ 611@ : 7 2D 4 3 : D 4 64 3 @ 62 2 @ 6a@ 6-10 ^1 + 2 h@ 61 @ 61 @ 60@ Corso di Matematica Graziano Donati 60 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 7 Archi associati Angoli complementari r sin ` 2 - a j = cos ^a h da cui: r cos ` 2 - a j = sin ^a h r sin ` 2 - a j cos ^a h r = cot ^a h = tan ` 2 - a j = r cos ` 2 - a j sin ^a h r cos ` 2 - a j sin ^a h r = tan ^a h = cot ` 2 - a j = r sin ` 2 - a j cos ^a h Quindi, abbiamo: ^ h sin ` r 2 - a j = cos a sin ^90c - a h = cos ^a h r tan ` 2 - a j = cot ^a h tan ^90c - a h = cot ^a h ^ h cos ` r 2 - a j = sin a r cot ` 2 - a j = tan ^a h cos ^90c - a h = sin ^a h cot ^90c - a h = tan ^a h Angoli che differiscono per un angolo retto ^ h sin ` r 2 + a j = cos a da cui: ^ h cos ` r 2 + a j =- sin a sin ` r r 2 + a j = cos ^a h =- cot ^a h tan ` 2 + a j = - sin ^a h cos ` r 2 + aj r cos ` 2 + a j - sin ^a h r = =- tan ^a h cot ` 2 + a j = cos ^a h j + a sin ` r 2 61 Corso di Matematica Graziano Donati Quindi, abbiamo: ^ h sin ` r 2 + a j = cos a sin ^90c + a h = cos ^a h ^ h cos ` r 2 + a j =- sin a cos ^90c + a h =- sin ^a h ^ h cot ` r 2 + a j =- tan a cot ^90c + a h =- tan ^a h ^ h tan ` r 2 + a j =- cot a tan ^90c + a h =- cot ^a h Angoli che hanno per somma tre angoli retti 3 sin b 2 r - a l =- cos ^a h da cui: 3 cos b 2 r - a l =- sin ^a h l sin b 3 - cos ^a h 2r-a 3 = = cot ^a h tan b 2 r - a l = 3 cos b 2 r - a l - sin ^a h l cos b 3 - sin ^a h 2r-a 3 = = tan ^a h cot b 2 r - a l = 3 cos ^a h sin b 2 r - a l Quindi, abbiamo: sin b 32 r - a l =- cos ^a h sin ^270c - a h =- cos ^a h 3 tan b 2 r - a l = cot ^a h tan ^270c - a h = cot ^a h cos b 32 r - a l =- sin ^a h 3 cot b 2 r - a l = tan ^a h cos ^270c - a h =- sin ^a h cot ^270c - a h = tan ^a h Angoli che differiscono di tre angoli retti 3 sin b 2 r + a l =- cos ^a h da cui: 3 cos b 2 r + a l = sin ^a h l sin b 3 - cos ^a h 2r+a 3 = =- cot ^a h tan b 2 r + a l = 3 sin ^a h cos b 2 r + a l l cos b 3 sin ^a h 2r+a 3 b l = = =- tan ^a h + cot 2 r a 3 cos ^a h sin b 2 r + a l 62 Corso di Matematica Graziano Donati Quindi, abbiamo: sin b 32 r + a l =- cos ^a h sin ^270c + a h =- cos ^a h cos b 32 r + a l = sin ^a h cos ^270c + a h = sin ^a h cot b 32 r + a l =- tan ^a h cot ^270c + a h =- tan ^a h tan b 32 r + a l =- cot ^a h tan ^270c + a h =- cot ^a h Angoli che differiscono di un angolo piatto cos ^ r + a h =- cos ^a h sin ^ r + a h =- sin ^a h da cui: sin ^ r + a h - sin ^a h = = tan ^a h tan ^ r + a h = cos ^ r + a h - cos ^a h cos ^ r + a h - cos ^a h = = cot ^a h cot ^ r + a h = sin ^ r + a h - sin ^a h Quindi, abbiamo: sin ^ r + a h =- sin ^a h cos ^ r + a h =- cos ^a h tan ^ r + a h = tan ^a h cot ^ r + a h = cot ^a h sin ^180c + a h =- sin ^a h cos ^180c + a h =- cos ^a h tan ^180c + a h = tan ^a h cot ^180c + a h = cot ^a h Angoli supplementari sin ^ r - a h = sin ^a h cos ^ r - a h =- cos ^a h da cui: sin ^ r - a h sin ^a h =- tan ^a h = tan ^ r - a h = cos ^ r - a h - cos ^a h cos ^ r - a h - cos ^a h =- cot ^a h = cot ^ r - a h = sin ^ r - a h sin ^a h Quindi, abbiamo: 63 Corso di Matematica sin ^ r - a h = sin ^a h cos ^ r - a h =- cos ^a h tan ^ r - a h =- tan ^a h cot ^ r - a h =- cot ^a h Graziano Donati sin ^180c - a h = sin ^a h cos ^180c - a h =- cos ^a h tan ^180c - a h =- tan ^a h cot ^180c - a h =- cot ^a h Angoli esplementari sin ^2r - a h =- sin ^a h cos ^2r - a h = cos ^a h da cui: sin ^2r - a h - sin ^a h = =- tan ^a h tan ^2r - a h = cos ^2r - a h cos ^a h cos ^2r - a h cos ^a h = =- cot ^a h cot ^2r - a h = sin ^2r - a h - sin ^a h Quindi, abbiamo: sin ^2r - a h =- sin ^a h cos ^2r - a h = cos ^a h tan ^2r - a h =- tan ^a h cot ^2r - a h =- cot ^a h sin ^360c - a h =- sin ^a h cos ^360c - a h = cos ^a h tan ^360c - a h =- tan ^a h cot ^360c - a h =- cot ^a h Angoli opposti sin ^ -a h =- sin ^a h cos ^ -a h = cos ^a h da cui: sin ^ -a h - sin ^a h =- tan ^a h = tan ^ -a h = cos ^ -a h cos ^a h cos ^ -a h cos ^a h =- cot ^a h = cot ^ -a h = sin ^ -a h - sin ^a h Quindi, abbiamo: sin ^ -a h =- sin ^a h cos ^ -a h = cos ^a h tan ^ -a h =- tan ^a h cot ^ -a h =- cot ^a h 64 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Dopo aver applicato le relazioni tra angoli associati, calcolare le seguenti espressioni Angoli complementari 1. sin ^a h sin ^90c - a h - cos ^a h cos ^90c - a h r r ^ h ^ h 2. 8sin ^a h cos ` r 2 - a j + sin ` 2 - a j cos a B tan ` 2 - a j tan a 3. 6sin ^a h cosec ^90c - a h + cos ^a h sec ^90c - a h@ sin ^90c - a h cos ^90c - a h r r sin 2 ` 2 - a j - cos2 ` 2 - a j 4. r r r cos ` 2 - a j tan ` r 2 - a j + sin ` 2 - a j cot ` 2 - a j sin ^90c - a h cos ^90c - a h cos ^90c - a h cos ^a h + sin 2 ^90c - a h - sin ^a h sin ^90c - a h Angoli che differiscono di un angolo retto 6. sin ^90c + a h - cos ^a h - cos ^90c + a h + cos ^a h cot ^90c + a h + tan ^90c + a h r r r 7. sin ` 2 + a j - cot ` 2 + a j - cos ^a h - cot ` 2 + a j 8. sin ^90c + a h tan ^90c + a h^1 + tan 2 ^a hh^ - sin ^a hh r r r cosec ` 2 + a j - cos ` 2 + a j cot ` 2 + a j 9. - cos ` r 2 + aj 61 - sin 2 ^90c + a h@ cos2 ^90c + a h 10. cos3 ^90c + a h 5. 60@ 61 @ 61 @ 6cos ^a h - sin ^a h@ 6tan ^a h@ 6- cot ^a h@ Angoli supplementari 62 tan ^a h@ 61 @ 6cot ^a h@ 6- sin ^a h@ cos2 ^a h + sin 2 ^ r - a h - 1 + cos ^ r - a h + cos ^a h 2 sin 2 ^180c - a h + cos 4 ^a h - sin 4 ^180c - a h + sin ^90ch cosec ^ r - a h sin ^ r - a h + sin ^ r - a h cos ^a h sec ^a h 6cos2 ^a h $ cot ^ r - a h - cos2 ^ r - a h tan ^a h@ tan ^a h sin 2 ^a h tan ^ r - a h + cot ^ r - a h sin 2 ^a h 15. cos2 ^a h cot ^ r - a h + tan ^ r - a h cos2 ^a h 60@ 62@ 61 + sin ^a h@ 6-1@ 16. sin ^180c + a h cos ^180c + a h6tan ^a h + cot ^180c + a h@ sin ^180c + a h sin ^180c + a h 17. tan ^a h61 + cot ^180c + a h@ - tan ^180c + a h cos ^180c + a h sin 2 ^ r + a h + cos2 ^ r + a h + cos ^ r + a h + sin ^ r + a h tan ^ r + a h 18. cos ^a h sec ^180c + a h 19. cosec ^180c + a h6tan ^180c + a h + cot ^a h@ sin ^180c + a h cosec ^a h 1 + cos ^180c + a h 1 + 2 cos ^180c + a h F tan 2 ^180c + a h sin 2 ^180c + a h 20. < 1 - cos ^180c + a h sin 2 ^180c + a h 6- sin ^a h@ 11. 12. 13. 14. 6tan 2 ^a h@ Angoli che differiscono per un angolo piatto 6tan 2 ^a h@ 60@ ;- 1 E cos2 ^a h 6sin 2 ^a h@ Angoli opposti ed esplementari 21. cos ^2r - a h6sin ^2r - a h tan ^ -a h + cos ^ -a h@ sec ^ -a h 22. sin ^a h + tan ^ -a h6sin ^2r - a h cot ^ -a h + 1@ + tan ^a h + tan ^ -a h + tan ^ r + a h 65 ; 1 E cos ^a h 60@ Corso di Matematica Graziano Donati 23. sin ^2r - a h6cos ^ -a h cot ^2r - a h + sin ^2r - a h@ - cos2 ^ -a h - sin 2 ^ -a h cosec ^2r - a h + sec ^a h 24. 6sin ^2r - a h + 1@6tan ^a h - cot ^ -a h@ + cos ^2r - a h 1 - sin ^360c - a h cos ^ -a h cos ^ -a h - cot ^ -a h + 25. sin ^ -a h cos ^ -a h 1 + sin ^ -a h 26. sin ^ -a h cos ^ -a h tan ^ -a h cot ^ -a h sec ^ -a h cosec ^ -a h 66 60@ 60@ 60@ 61 @ Corso di Matematica Graziano Donati Cap 8 Formule goniometriche Formule di addizione e di sottrazione Formula di sottrazione del coseno c Consideriamo i due angoli ab = a entrambi di vertice o e con a > b 2 ac = b β α a b Si ha in ampiezza e segno cb = ab - ac = a - b Da vertice comune o dei due angoli considerati conduciamo la semiretta d, tale che sia: ad = a - b Siano A,B,C,D le intersezioni delle semirette a,b,c,d con la circonferenza goniometrica del sistema cartesiano x0y associato agli angoli considerati. Essendo gli angoli ad e cb congruenti, in quanto entrambi di ampiezza: a-b anche le corde AD e CB che li sottendono sono congruenti, per cui si ha: D C c AD = CB α α-β in cui le misure AD e CB sono considerate in valore assoluto Per la definizione di seno e coseno le coordinate dei punti A,B,C,D sono date da: A = (1,0) B = (cos (a),sin(a)) C = (cos (b),sin(b)) D = (cos (a - b),sin(a - b)) Applicando la formula della distanza tra due punti abbiamo: 67 b B d β α-β O a A Corso di Matematica Graziano Donati 2 AD = ^1 - cos (a - b) h + ^ 0 - sin(a - b) h2 2 BC = ^ cos (a) - cos (b) h + ^ sin(a) - sin(b)) h2 Poichè, abbiamo detto che deve risultare: AD = CB possiamo allora scrivere: 2 2 2 2 ^1 - cos (a - b) h + ^ 0 - sin(a - b) h = ^ cos (a) - cos (b) h + ^ sin(a) - sin(b)) h elevando al quadrato ambo i membri (trattandosi di distanze, sono certamente tutte quantità positive), otteniamo: da cui: 2 2 2 2 ^1 - cos (a - b) h + ^ 0 - sin(a - b) h = ^ cos (a) - cos (b) h + ^ sin(a) - sin(b)) h 1 + cos 2 (a - b) - 2 cos (a - b) + sin 2 (a - b) = cos 2 (a) + cos 2 (b) - 2 cos (a) cos (b) + + sin 2 (a) + sin 2 (b) - 2 sin(a) sin(b) da cui: 1 + 6 cos 2 (a - b) + sin 2 (a - b)@ - 2 cos (a - b) = = 6 cos 2 (a) + sin 2 (a)@ + 6 cos 2 (b) + sin 2 (b)@ - 2 cos (a) cos (b) - 2 sin(a) sin(b) Poichè: cos 2 (a - b) + sin 2 (a - b) = 1 cos 2 (a) + sin 2 (a) = 1 cos 2 (b) + sin 2 (b) = 1 abbiamo: 1 + 1 - 2 cos (a - b) = 1 + 1 - 2 cos (a) cos (b) - 2 sin(a) sin(b) da cui: - 2 cos (a - b) = - 2 cos (a) cos (b) - 2 sin(a) sin(b) dividendo ambo i membri per -2 otteniamo: cos (a - b) = cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Formula di addizione del coseno Per la formula di sottrazione del coseno precedentemente dimostrata, risulta: cos (a - b) = cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Se in tale relazione sostituiamo formalmente b con - b otteniamo: cos (a - (- b)) = cos (a) cos (- b) + sin(a) sin(- b) Poichè, cos (- b) = cos (b) e sin(- b) = - sin(b) allora possiamo scivere: cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) quindi, in definitiva: cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) Formula di sottrazione del seno Si consideri la seguente formula degli angoli associati: - aj sin(a) = cos ` r 2 a con a - b possiamo scrivere: ^ a - b hj sin(a - b) = cos ` r 2 - se in tale formula sostituiamo formalmente da cui: ed anche: sin(a - b) = cos ` r 2 - a + bj 68 Corso di Matematica Graziano Donati - a j+ bC sin(a - b) = cos 9 ` r 2 Applicando al secondo membro la formula di addizione del coseno otteniamo: - a jsin(b) sin(a - b) = cos ` r - a jcos (b) - sin ` r 2 2 Per le formula degli angoli associati - a j = sin(a) cos ` r 2 - a j = cos (a) sin ` r 2 e quindi, la precedente relazione può essere scritta come: sin(a - b) = sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) Formula di addizione del seno Per la formula di sottrazione del seno appena dimostrata risulta: sin(a - b) = sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) se in tale relazione si sostituisce formalmente b con - b otteniamo: sin(a - (- b)) = sin(a) cos (- b) - cos (a) sin(- b) da cui: sin(a + b) = sin(a) cos (- b) - cos (a) sin(- b) Poichè, cos (- b) = cos (b) e sin(- b) = - sin(b) allora possiamo scivere: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) quindi, in definitiva abbiamo: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) Formula di addizione della tangente Per la definizione di tangente, risulta ovviamente: tan(a + b) = sin(a + b) cos (a + b) poichè, per le formula di addizione del seno e del coseno risulta: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) otteniamo: tan(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) Dividendo numeratore e denominatore del secondo membro per l'espressione: cos (a) cos (b) otteniamo: s in(a) cos (b) cos (a) sin(b) + cos (a) cos (b) cos (a) cos (b) tan(a + b) = cos (a) cos (b) sin(a) sin(b) cos (a) cos (b) cos (a) cos (b) Semplificando otteniamo: sin(a) sin(b) + cos (a) cos (b) tan(a + b) = sin(a) sin(b) 1cos (a) cos (b) Per la definizione di tangente di un angolo, possiamo allora scrivere: 69 Corso di Matematica Graziano Donati tan(a + b) = tan(a) + tan(b) 1 - tan(a) tan(b) tan(a + b) = tan(a) + tan(b) 1 - tan(a) tan(b) Quindi, in definitiva: Formula di sottrazione della tangente tan(a) + tan(b) 1 - tan(a) tan(b) se in tale relazione si sostituisce formalmente b con - b otteniamo: tan(a) + tan(- b) tan(a - b) = 1 - tan(a) tan(- b) tan(a + b) = Poichè, per la nota formula degli angoli associati risulta: tan(- b) = - tan(b) possiamo anche scrivere: tan(a - b) = tan(a) - tan(b) 1 + tan(a) tan(b) tan(a - b) = tan(a) - tan(b) 1 + tan(a) tan(b) Quindi, in definitiva abbiamo: Formula di addizione della cotangente Dalla definizione di cotangente di un angolo, risulta ovviamente: cot(a + b) = cos (a + b) sin(a + b) poichè, per le formula di addizione del seno e del coseno risulta: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) otteniamo: cot(a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) Dividendo numeratore e denominatore del secondo membro per l'espressione: sin(a) sin(b) otteniamo: cos (a) cos (b) sin(a) sin(b) sin(a) sin(b) sin(a) sin(b) = cot(a + b) sin(a) cos (b) cos (a) sin(b) + sin(a) sin(b) sin(a) sin(b) semplificando otteniamo: cos (a) cos (b) -1 sin(a) sin(b) cot(a + b) = cos (b) cos (a) + sin(b) sin(a) Per la definizione di cotangente di un angolo, possiamo allora scrivere: cot(a + b) = cot(a) cot(b) - 1 cot(a) + cot(b) quindi, in definitiva: 70 Corso di Matematica Graziano Donati cot(a + b) = cot(a) cot(b) - 1 cot(a) + cot(b) Formula di sottrazione della cotangente Per la formula di addizione della cotangente risulta: cot(a) cot(b) - 1 cot(a) + cot(b) se in tale relazione si sostituisce formalmente b con - b otteniamo: cot(a) cot(- b) - 1 cot(a - b) = cot(a) + cot(- b) cot(a + b) = Poichè, per la nota formula degli angoli associati risulta: cot(- b) = - cot(b) possiamo scrivere: cot(a - b) = - cot(a) cot(b) - 1 cot(a) - cot(b) da cui: cot(a - b) = cot(a) cot(b) + 1 cot(b) - cot(a) cot(a - b) = cot(a) cot(b) + 1 cot(b) - cot(a) Quindi, in definitiva: Sommario delle formule di addizione e sottrazione: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) sin(a - b) = sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) cos (a - b) = cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) tan(a) + tan(b) tan(a + b) = 1 - tan(a) tan(b) tan(a) - tan(b) tan(a - b) = 1 + tan(a) tan(b) cot(a) cot(b) - 1 cot (a + b) = cot(b) + cot(a) cot(a) cot(b) + 1 cot(a - b) = cot(b) - cot(a) Formule di duplicazione Per le formula di addizione del seno, del coseno, della tangente e della cotangente, possiamo scrivere: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) tan(a) + tan(b) tan(a + b) = 1 - tan(a) tan(b) cot(a) cot(b) - 1 cot(a + b) = cot(a) + cot(b) 71 Corso di Matematica Graziano Donati Se in tali relazioni poniamo b=a otteniamo: sin(a + a) = sin(a) cos (a) + cos (a) sin(a) cos (a + a) = cos (a) cos (a) - sin(a) sin(a) tan(a) + tan(a) tan(a + a) = 1 - tan(a) tan(a) cot(a) cot(a) - 1 cot(a + a) = cot(a) + cot(a) da cui: sin(2a) = 2 sin(a) cos (a) cos (2a) = cos 2 (a) - sin 2 (a) 2 tan(a) tan(2a) = 1 - tan 2 (a) cot 2 (a) - 1 co t(2a) = 2 cot(a) Per la formula di duplicazione del coseno è possibile sviluppare anche una forma alternativa. Infatti, abbiamo appena dimostrato che: cos (2a) = cos 2 (a) - sin 2 (a) Ma per la relazione pitagorica risulta sin 2 (a) + cos 2 (a) = 1 da cui possiamo ricavare: cos 2 (a) = 1 - sin 2 (a) sin 2 (a) = 1 - cos 2 (a) sostituendo prima l'una e poi l'altra nella formula di duplicazione del coseno otteniamo: cos (2a) = 1 - sin 2 (a) - sin 2 (a) cos (2a) = cos 2 (a) - ^1 - cos 2 (a) h da cui: cos (2a) = 1 - 2 sin 2 (a) cos (2a) = 2 cos 2 (a) - 1 quindi in definitiva abbiamo anche: cos (2a) = 1 - 2 sin 2 (a) cos (2a) = 2 cos 2 (a) - 1 Formule di triplicazione Formula di triplicazione del seno Per la formula di addizione del seno risulta sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) Se in tale relazione poniamo: b = 2a otteniamo: sin(a + 2a) = sin(a) cos (2a) + cos (a) sin(2a) Per le formule di duplicazione risulta 72 Corso di Matematica Graziano Donati cos (2a) = 1 - 2 sin 2 (a) sin(2a) = 2 sin(a) cos (a) e quindi possiamo scrivere: ovvero: cos (a + 2a) = sin(a)61 - 2 sin 2 (a)@ + cos (a)62 sin(a) cos (a)@ sin(3a) = sin(a) - 2 sin 3 (a) + 2 sin(a) cos 2 (a) Poichè cos 2 (a) = 1 - sin 2 (a) otteniamo: sin(3a) = sin(a) - 2 sin 3 (a) + 2 sin(a)61 - sin 2 (a)@ da cui: sin(3a) = sin(a) - 2 sin 3 (a) + 2 sin(a) - 2 sin 3 (a) da cui: sin(3a) = 3 sin(a) - 4 sin 3 (a) ovvero: sin(3a) = 3 sin(a) - 4 sin 3 (a) Formula di triplicazione del coseno Per la formula di addizione del coseno risulta: cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) Se in tale relazione poniamo: b = 2a otteniamo: cos (a + 2a) = cos (a) cos (2a) - sin(a) sin(2a) per le formula di duplicazione risulta: cos (2a) = 2 cos 2 (a) - 1 sin(2a) = 2 sin(a) cos (a) quindi, possiamo scrivere: da cui: da cui: cos (3a) = cos (a)62 cos 2 (a) - 1@ - sin(a)62 sin(a) cos (a)@ cos (3a) = 2 cos 3 (a) - cos (a) - 261 - cos 2 (a)@ cos (a) cos (3a) = 2 cos 3 (a) - cos (a) - 2 cos (a) + 2 cos 3 (a) da cui: cos (3a) = 4 cos 3 (a) - 3 cos (a) ovvero: cos (3a) = 4 cos 3 (a) - 3 cos (a) Formula di triplicazione della tangente Per la formula di addizione della tangente risulta tan(a + b) = tan(a) + tan(b) 1 - tan(a) tan(b) tan(a + 2a) = tan(a) + tan(2a) 1 - tan(a) tan(2a) Se in tale relazione poniamo: b = 2a otteniamo: Per la formula di duplicazione della tangente risulta: 73 Corso di Matematica Graziano Donati tan(2a) = 2 tan(a) 1 - tan 2 (a) e quindi possiamo scrivere: 2 tan(a) 1 - tan 2 (a) tan(a + 2a) = 2 tan(a) 1 - tan(a) 1 - tan 2 (a) tan(a) + da cui: tan(a)^1 - tan 2 (a) h + 2 tan(a) 1 - tan 2 (a) tan(a) - tan 3 (a) + 2 tan(a) = tan(a + 2a) = 1 - tan 2 (a) + 2 tan(a) 1 - 3 tan 2 (a) 2 1 - tan (a) ovvero: tan(3a) = 3 tan(a) - tan 3 (a) 1 - 3 tan 2 (a) Formula di triplicazione della cotangente Per la formula di addizione della cotangente risulta cot(a + b) = cot(a) cot(b) - 1 cot(a) + cot(b) cot(a + 2a) = cot(a) cot(2a) - 1 cot(2a) + cot(a) Se in tale relazione poniamo: b = 2a otteniamo: Per le formule di duplicazione della cotangente cot(2a) = cot 2 (a) - 1 2 cot(a) e quindi possiamo scrivere: cot 2 (a) - 1 -1 2 cot(a) cot(a + 2a) = cot 2 (a) - 1 + cot(a) 2 cot(a) cot(a) da cui: cot 2 (a) - 1 - 2 -1 cot 2 (a) - 3 2 cot(a) 2 = = cot(a + 2a) = 2 cot 2 (a) - 1 + 2 cot 2 (a) 3 cot 2 (a) - 1 2 cot(a) 3 = cot (a)2- 3 cot(a) 3 cot (a) - 1 e quindi: cot(3a) = cot 3 (a) - 3 cot(a) 3 cot 2 (a) - 1 Formule di bisezione Per le formula alternative di duplicazione del coseno risulta: 74 Corso di Matematica Graziano Donati cos (2a) = 1 - 2 sin 2 (a) cos (2a) = 2 cos 2 (a) - 1 se in queste due relazioni sostituiamo formalmente: a con a 2 otteniamo: 2 a = cos (2 a 2 ) 1 - 2 sin ( 2 ) ) = 2 cos 2 ( a ) - 1 cos (2 a 2 2 Da cui: cos (a) = 1 - 2 sin 2 ` a j 2 cos (a) = 2 cos 2 ` a j- 1 2 da queste due relazioni possiamo rispettivamente ricavare: 1 - cos (a) sin 2 ` a j = 2 2 cos (a) +1 = cos 2 ` a j 2 2 Estraendo le radici quadrate di ambo i membri delle due relazioni, otteniamo: 1 - cos (a) j= ! sin ` a 2 2 j= ! cos ` a 2 cos (a) + 1 2 Dividendo la prima per la seconda otteniamo: 1 - cos (a) 1 - cos (a) j ! sin ` a 2 2 2 a = =! = tan ` 2 j = a +1 cos (a) cos ` 2 j ! cos (a) + 1 2 2 cos (a) 2 = ! 1 - cos (a) =! 1 2 cos (a) + 1 cos (a) + 1 Dividendo la seconda per la prima otteniamo: 1 + cos (a) a j ! 1 + cos (a) cos ` 2 = 2 2 =! = cot ` a j = 2 a 1 cos (a) 1 cos (a) sin ` 2 j ! 2 2 2 = ! 1 + cos (a) = ! 1 + cos (a) 2 1 - cos (a) 1 - cos (a) Quindi, in definitiva abbiamo: tan ` a 2 j! cot ` a 2 j! 1 - cos (a) 1 + cos (a) 1 + cos (a) 1 - cos (a) Formule parametriche Per le formula di duplicazione del seno e del coseno dimostrate precedentemente, risulta: 75 Corso di Matematica Graziano Donati sin(2a) = 2 sin(a) cos (a) cos (2a) = cos 2 (a) - sin 2 (a) Se in tali relazioni sostituiamo formalmente a con a 2 otteniamo: sin ` 2 a j = 2 sin ` a jcos ` a j 2 2 2 cos ` 2 a j = cos 2 ` a j- sin 2 ` a j 2 2 2 ovvero: possiamo allora scrivere: a sin ^ a h = 2 sin ` a 2 jcos ` 2 j cos ^ a h = cos 2 ` a j- sin 2 ` a j 2 2 a a sin ^ a h = 2 sin ` 2 jcos ` 2 j sin ^ a h = 1 1 2 a 2 a cos ^ a h = cos ` 2 j- sin ` 2 j cos ^ a h = 1 1 Inoltre, per la relazione pitagorica risulta: j+ cos 2 ` a 1 = sin 2 ` a 2j 2 Quindi: 2 sin ` a jcos ` a ^ ah sin 2 2j sin ^ a h = 1 = a j+ cos 2 ` a j sin 2 ` 2 2 2 a 2 a ^ a h cos ` 2 j- sin ` 2 j cos = cos ^ a h = 1 j+ cos 2 ` a j sin 2 ` a 2 2 Dividendo numeratore e denominatore dei secondi membri per j cos 2 ` a 2 otteniamo: a 2 sin ` a 2 jcos ` 2 j cos 2 ` a j sin ^ a h 2 ^ h = = sin a 1 2 a sin ` j cos 2 ` a j 2 + 2 2 a 2 a cos ` j cos ` j 2 2 cos 2 ` a j sin 2 ` a j 2 2 2 a 2 a cos ^ a h cos ` 2 j cos ` 2 j = cos ^ a h = 1 sin 2 ` a j cos 2 ` a j 2 + 2 2 a 2 a cos ` j cos ` j 2 2 76 Corso di Matematica ovvero: da cui: Poichè Graziano Donati 2 sin ` a j 2 a cos ` j sin ^ a h 2 = sin ^ a h = 1 2 a sin ` j 2 +1 2 a cos ` j 2 sin 2 ` a j 2 12 a cos ` j cos ^ a h = 2 cos ^ a h = 1 2 a sin ` j 2 +1 cos 2 ` a j 2 j sin ` a 2 2 cos ` a j ^ ah sin 2 sin ^ a h = 1 = 2 a sin ` 2 j f p+1 cos ` a j 2 2 j sin ` a 2 1-f p j cos ` a ^ ah cos 2 = cos ^ a h = 1 2 a sin ` 2 j f p+1 cos ` a j 2 sin ` a 2 j = tan ` a j 2 cos ` a 2j otteniamo: quindi: 2 tan ` a ^ ah sin 2j = sin ^ a h = 1 tan 2 ` a 2 j+ 1 2 a ^ a h 1 - tan ` 2 j cos = cos ^ a h = 1 a j+ 1 tan 2 ` 2 2 tan ` a 2j sin ^ a h = a j+ 1 tan 2 ` 2 1 - tan 2 ` a 2j cos ^ a h = a j+ 1 tan 2 ` 2 Dividendo la prima per la seconda otteniamo: 77 Corso di Matematica Graziano Donati 2 tan ` a j 2 a a 2 a 2 a sin ^ a h tan ` 2 j+ 1 = 2 tan ` 2 j tan ` 2 j+ 1 = 2 tan ` 2 j = tan ^ a h = cos ^ a h 1 - tan 2 ` a j tan 2 ` a j+ 1 1 - tan 2 ` a j 1 - tan 2 ` a j 2 2 2 2 2 a tan ` j+ 1 2 Dividendo la seconda per la prima otteniamo: 1 - tan 2 ` a 2j 2 a 2 a 2 a 2 a cos ^ a h = tan ` 2 j+ 1 = 1 - tan ` 2 j tan ` 2 j+ 1 = 1 - tan ` 2 j cot ^ a h = sin ^ a h j 2 tan ` a j 1 2 tan ` a tan 2 ` a 2 tan ` a 2 2 2 j+ 2j tan 2 ` a 2 j+ 1 quindi: 2 tan ` a 2j tan ^ a h = 1 - tan 2 ` a j 2 1 - tan 2 ` a j 2 cot ^ a h = a 2 tan ` j 2 Riassumendo le quattro formula parametriche, otteniamo: 2 tan ` a 2j sin ^ a h = tan 2 ` a 2 j+ 1 1 - tan 2 ` a 2j cos ^ a h = j+ 1 tan 2 ` a 2 j 2 tan ` a 2 tan ^ a h = j 1 - tan 2 ` a 2 aj 1 - tan 2 ` 2 cot ^ a h = j 2 tan ` a 2 Se nelle precedenti 4 relazioni poniamo =t tan ` a 2j possiamo anche scrivere: 78 Corso di Matematica Graziano Donati sin ^ a h = 2t t2 + 1 2 cos ^ a h = 12 - t t +1 tan ^ a h = 2t 2 1-t t2 cot ^ a h = 1 2t con tan ` a j = t 2 Formule di prostaferesi Formule di prostaferesi del seno Per le formula di addizione e di sottrazione del seno risulta: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) sin(a - b) = sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) Sommando la prima alla seconda membro a membro otteniamo: sin(a + b) + sin(a - b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) + sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) Sottrando la seconda dalla prima membro a membro otteniamo: sin(a + b) - sin(a - b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) - sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) da cui: sin(a + b) + sin(a - b) = 2 sin(a) cos (b) sin(a + b) - sin(a - b) = 2 cos (a) sin(b) Ponendo: Z ]] a = p + q = = a p ^ a q h 2a p + q 2 & ) & ) & [ p-q b = ^ p - bh - q 2b = p - q ]b = 2 \ a+b=p & a=p-b ) ) a-b=q b=a-q quindi: Z ]] a = p + q 2 [ p -q ]b = 2 \ Sostituendo tali espressioni nelle due precedenti relazioni otteniamo: p+q sin(p) + sin(q) = 2 sin b 2 lcos ` p+q sin(p) - sin(q) = 2 cos b 2 lsin ` p - qj 2 p - qj 2 Formule di prostaferesi del coseno Per le formula di addizione e di sottrazione del coseno risulta: cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) cos (a - b) = cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Sommando la prima alla seconda membro a membro otteniamo: cos (a + b) + cos (a - b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) + cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Sottrando la seconda dalla prima membro a membro otteniamo: cos (a + b) - cos (a - b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) - cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) da cui: 79 Corso di Matematica Graziano Donati cos (a + b) + cos (a - b) = 2 cos (a) cos (b) cos (a + b) - cos (a - b) = - 2 sin(a) sin(b) Ponendo: ) a+b=p & a=p-b ) a-b=q b=a-q quindi: Z ]a = p + q = = a p ^ a q h 2a p + q 2 & ) & ) & ][ b = ^ p - bh - q 2b = p - q ]b = p - q 2 \ Z ]a = p + q ] 2 [ p-q ]b = 2 \ Sostituendo tali espressioni nelle due precedenti relazioni otteniamo: p+q p-q cos (p) + cos (q) = 2 cos b 2 lcos ` 2 j p+q p-q cos (p) - cos (q) = - 2 sin b 2 lsin ` 2 j Formule di Werner Per le formula di addizione e di sottrazione del seno risulta: sin(a + b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) sin(a - b) = sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) Sommando la prima alla seconda membro a membro otteniamo: sin(a + b) + sin(a - b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) + sin(a) cos (b) - cos (a) sin(b) Sottrando la seconda dalla prima membro a membro otteniamo: sin(a + b) - sin(a - b) = sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) - sin(a) cos (b) + cos (a) sin(b) da cui: sin(a + b) + sin(a - b) = 2 sin(a) cos (b) sin(a + b) - sin(a - b) = 2 cos (a) sin(b) da cui: sin(a) cos (b) = 1 6 sin(a + b) + sin(a - b)@ 2 cos (a) sin(b) = 1 6 sin(a + b) - sin(a - b)@ 2 Per le formula di addizione e di sottrazione del coseno risulta: cos (a + b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) cos (a - b) = cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Sommando la prima alla seconda membro a membro otteniamo: cos (a + b) + cos (a - b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) + cos (a) cos (b) + sin(a) sin(b) Sottrando la seconda dalla prima membro a membro otteniamo: cos (a + b) - cos (a - b) = cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) - cos (a) cos (b) - sin(a) sin(b) da cui: cos (a + b) + cos (a - b) = 2 cos (a) cos (b) cos (a + b) - cos (a - b) = - 2 sin(a) sin(b) da cui: 80 Corso di Matematica Graziano Donati 6 @ cos (a) cos (b) = 1 2 cos (a + b) + cos (a - b) 6 @ sin(a) sin(b) = - 1 2 cos (a + b) - cos (a - b) Esercizi 2 sin ^a h = 3 Sapendo che è 1. cos ^a - 45ch 3. tan ^a + 45ch 0 < a < 90c ; 2 ^ 5 + 2 hE 6 calcolare: 4. cos ^a + 30ch ; 2 ^ 5 + 2 hE 6 ; 15 - 2 E 6 -8 5E 9 3 ; 11 8. cos ^ 45c + a h ; 2E 10 2. sin ^a + 45ch 69 + 4 5 @ ; 2 - 15 E 6. tan ^30c - a h 6 cos ^a h =- 53 180c < a < 270c calcolare: Sapendo che è 5. sin ^a - 60ch 7. sin ^a + 60ch ;- 4 + 3 3 E 10 3 cos ^a h = 3 Sapendo che è 9. sin ^a + b h 11. tan ^a + b h 0c < a < 90c ^ h ; 3 3-4 2 E 15 ; -25 2 + 36 E 2 e sin ^ b h = 53 90c < b < 180c calcolare: ^ h ; 3 3 2 -4 E 15 ; 25 2 - 36 E 23 10. cos ^a - b h 12. cot ^a - b h Semplificare le seguenti espressioni 60@ 62 sin ^a h cos ^a h@ 13. sin ^60c + a h - sin ^60c - a h - sin ^a h 14. 2 sin 2 ^a + 45ch - 2 cos ^ 45ch sin ^2a h + cos ^2a h + sin 2 ^a h + cos ^2a h 15. 2 sin ^a h cos ^a h + sin ^a h ^ sin ^a h - cos ^a hh 16. cos ^2a h 17. cos ^ 45c + a h + cos ^ 45c - a h - 2 cos ^a h cos ^a - b h + cos ^a + b h tan ^a h 18. sin ^a - b h + sin ^a + b h sin ^2a h tan ^a h F 19. <tan ^2a h tan ^ 45ch - tan ^a h 1 - cos2 ^a h 63 cos2 ^a h + cos ^a h - 1@ 6-1@ 60@ 61 @ 20. - sin ^a + 120ch sin ^30ch - cos ^60ch sin ^240c + a h Applicando le formule di bisezione, calcolare: 81 ; 2 E 1 + tan ^a h sin ^a h ; E 2 Corso di Matematica 21. sin ^22, 5ch 23. tan ^22, 5ch 25. cos ^105ch Graziano Donati :1 2 - 2D 2 22. cos ^22, 5ch 6 2 - 1@ 24. sin ^105ch ;- 2 ^ 3 - 1 hE 4 26. tan ^105ch Trasformare in prodotto le seguenti somme 27. sin ^80ch + sin ^ 40ch 30. cos ^34ch - cos ^10ch 33. sin ^100ch + sin ^70ch 3 36. 2 + cos ^80ch 28. sin ^60ch - sin ^ 45ch 31. sin ^75ch - sin ^50ch 1 34. cos ^60ch - 2 2 37. sin ^70ch - 2 Trasformare in somme i seguenti prodotti 39. sin ^5a h sin ^ 4a h 42. sin ^a h cos ^7a h 40. sin ^3a h cos ^2a h b5 l 43. sin ` a 2 j sin 2 a :1 2 + 2D 2 ; 2 ^ 3 + 1 hE 4 6-^2 + 3 h@ 29. cos ^185ch + cos ^115ch 32. cos ^53ch - cos ^23ch 35. sin ^80ch + 1 38. cos ^ 40ch - 1 41. cos ^a h cos ^6a h ^ h 44. cos ` a 4 j cos a Semplificare le seguenti espressioni goniometriche applicando opportunamente le formule di prostaferesi 60@ 1 1 45. sin ^a h sin ^ b h - 2 cos ^a - b h + 2 cos ^a + b h a-b sin ^a h - sin ^ b h - tan 2 46. cos ^a h + cos ^ b h sin ^ 40ch + sin ^10ch -2 47. sin ^25ch cos ^15ch sin ^30c + a h sin ^30c - a h 48. cos ^3a h + cos ^a h 2 cos ^a + b h cos ^a - b h 49. cos ^2a h + cos ^2b h 60@ 60@ ; 1 E 2 cos ^2a h 61 @ Semplificare le seguenti espressioni goniometriche applicando opportunamente le formule di prostaferesi o quelle di Werner 50. sin ^a h sin ^ b h - 12 cos ^a - b h 51. 52. 53. 54. 55. :- 1 cos ^a + b hD 2 sin ^a h - sin ^ b h cos ^a h + cos ^ b h sin ^ 40ch + sin ^10ch sin ^25ch cos ^15ch sin ^30c + a h + sin ^30c - a h cos ^3a h + cos ^a h 2 cos ^a + b h cos ^a - b h cos ^2a h + cos ^2b h sin 2 ^2a h - sin 2 ^2b h sin 62 ^a - b h@ sin 62 ^a + b h@ :tan 62@ ; 1 E 2 cos ^2a h 61 @ 61 @ Usando le varie formule di trasformazione, si verifiche che: 56. sin 2 ^a + b h + cos2 ^a - b h - 4 sin ^a h sin ^ b h cos ^a h cos ^ b h = cos2 ^a h + sin 2 ^a h 57. tan ^a h + 1 + ^ tan ^a h - 1 h tan ^ 45c + a h = 0 82 a - bD 2 Corso di Matematica 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. Graziano Donati tan ^a + 45ch - tan ^a h = tan ^ 45ch 1 + tan ^a h tan ^a + 45ch ^ h sin ^ b h - 2 sin ` r 4 + b j =- cos b 2 sin ^30c + a h - 3 sin ^a h - cos ^a h = 0 cos ^a + b h cos ^a - b h - cos2 ^a h + sin 2 ^ b h + sin ^a + b h sin ^a - b h = sin 2 ^a h - sin 2 ^ b h 1 tan ^2a hb cos ^a h - 2 sec ^a h l - sin ^a h = 0 ^ tan ^a h + tan ^ b hh sin ^a - b h - ^ tan ^a h - tan ^ b hh sin ^a + b h = 0 cos ^2a h = 2 cos ^ 45c + a h cos ^ 45c - a h 2 a 2 a ^ h tan ^a h + sin ^a h - 2 tan ^a h cos2 ` a 2 j = 2 sin a ` cos ` 2 j - sin ` 2 jj - sin ^2a h ^1 + cos ^a hh`1 + tan 2 ` a jj = 2 6sin 2 ^a h + cos2 ^ -a h@ 2 sin ^ b + 2a h + sin ^ b h = cos ^a h 2 sin ^ b + a h 2 cos ^a - 45ch - sin ^90c - a h = sin ^a h 2 cos ^a + 45ch + sin ^a h = sin ^90c + a h sin ^60c + a h - sin ^60c - a h = tan ^a h cos ^60c + a h + cos ^60c - a h a 2 cos2 ` 2 j - 1 - tan ^30ch = 0 sin ^60c + a h + sin ^60c - a h a 2 sin 2 ` 2 j + sin ^a h cot ^a h = 1 3 + cos ^2a h a a =0 cot2 ` 2 j + tan 2 ` 2 j - 2 1 - cos ^2a h sin ^a h + sin ^90c - a h - 2 cos ^a - 45ch = 0 1 - cos ^2a h a =0 4 sin 2 ` 2 j 1 + cos ^a h 83 Corso di Matematica Graziano Donati 84 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 9 Identità Goniometriche Introduzione Precedentemente abbiamo dimostrato che esistono alcune uguaglianze fra due espressioni contenenti funzioni goniometriche di uno o più angoli, le quali sono soddisfatte qualunque siano i valori che si attribuiscono alle ampiezze degli angoli. Godono di tale proprietà: • Le relazioni tra le funzioni goniometriche degli archi associati • Le formule di addizione, sottrazione, duplicazione, triplicazione, bisezione, parametriche, prostaferesi, Werner, nonchè le relazioni goniometriche fondamentali. Le uguaglianze espresse dalle relazioni sopra richiamate sussistono ovviamente per tutti i valori dell'ampiezza degli angoli per i quali le relazioni hanno significato. Ad esempio, l'uguaglianza sin2(α)+cos2(α)=1 è sempre verificata, qualunque sia l'ampiezza α dell'angolo considerato, mentre l'uguaglianza tan(α)=sin(α)/cos(α) è verificata per i valori di α per i quali tan(α) è definita e cos(α) risulta diverso da zero, cioè, per α≠π/2+kπ. Da questi esempi si vede dunque che esistono delle uguaglianze tra espressioni goniometriche, verificate da tutti i valori che si possono attribuire alle variabili contenute nelle due espressioni (escusi s'intende, quei particolari valori per i quali almeno una delle due espressioni perde di significato). Questi particolari tipi di uguaglianze si chiamano identità goniometriche. Identità goniometriche DEFINIZIONE. Si chiama identità goniometrica un'uguaglianza fra due espressioni contenenti funzioni goniometriche (sin, cos, tan,...) di uno o più angoli (α,β,γ,...) che è verificata qualsiasi siano i valori che si attribuiscono alle misure degli angoli contenuti (esclusi, se esistono, quei valori per i quali, una almeno delle due espressioni perde significato) Dalla definizione data segue che, per verificare se due espressioni goniometriche sono o no identiche, esse si devono calcolare soltanto per quei valori delle variabili per i quali risultano entrambe definite. Esempi: sec ^a h - tan ^a h = cos ^a h cosec ^a h cos ^a + b h 1 - tan ^a h tan ^ b h = cos ^a - b h 1 + tan ^a h tan ^ b h 85 tan ^2a h = cos ^ 4a h tan ^ 4a h - tan ^2a h Corso di Matematica Graziano Donati Verifica delle identità goniometriche DEFINIZIONE. Verificare un'identità goniometrica significa trasformare le due espressioni date, che formano l'uguaglianza, senza alterarne il significato, in modo che esse, assumano la stessa forma. Non esistono regole o formule di carattere generale per la verifica delle identità, possiamo però indicare delle strategie classiche che possono semplificare tale verifica, che comunque rimane un processo per tentativi. • L'uguaglianza deve essere verificata per tutti i valori delle variabili per i quali entrambe le espressioni a 1 e a 2 membro hanno significato. • In genere si considera una sola delle due espressioni (quella a 1 membro o quella a 2 membro hanno significato), generalmente si sceglie quella che appare più complessa, e si esamina la possibilità di trasformarla nella stessa forma dell'altra espressione, utilizzando tutte le formula algebriche e goniometriche a disposizione, le formule degli archi associati e gli angoli notevoli. • Se la trasformazione di una delle due espressioni nell'altra non appare possibile con facili calcoli, si può tentare di verificare l'identità trasformando entrambe le espressioi al 1 e al 2 membro per portarle ad una stessa forma (si opera un po' sull'una e un po' sull'altra) • Spesso è opportuno trasformare le espressioni in modo che entrambe contengano soltanto le funzioni seno e coseno. 86 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Verificare le seguenti identità goniometriche 1. sin ^a h sec ^a h - tan ^a h = 0 sin ^a h cos ^a h = tan ^a h 3. 1 - sin 2 ^a h 2. ^1 - sin 2 ^a hh sec 2 ^a h = 1 4. cos ^a h - cot ^a h sin ^a h = 0 sin 2 ^a h 1 - cos ^a h sin ^a h + tan ^a h sin 2 ^a h = 7. cot ^a h + cosec ^a h cos ^a h 2 2 9. cos ^a h^1 + cot ^a hh = cot2 ^a h 11. 1 - sin ^a h cos ^a h tan ^a h = cos2 ^a h 5. 1 + cos ^a h = 6. cos 4 ^a h - sin 4 ^a h - 2 cos2 ^a h =- 1 8. tan ^a h + 1 = sec ^a h $ cosec ^a h tan ^a h 10. ^1 - cos2 ^a hh sec 2 ^a h = tan 2 ^a h 12. sin ^a h tan 2 ^a h cot3 ^a h = cos ^a h 13. ^1 + tan 2 ^a hh cos2 ^a h = 1 sec 2 ^a h =1 15. 1 + tan 2 ^a h 14. ^ sec 2 ^a h - 1 h cos2 ^a h = sin 2 ^a h cos2 ^a h = 1 - sin ^a h 16. 1 + sin ^a h 17. ^1 + sin ^a hh2 + cos2 ^a h = 2 ^1 + sin ^a hh cos ^a h + tan ^a h = sec ^a h 19. 1 + sin ^a h 18. tan 2 ^a h - sin 2 ^a h = tan 2 ^a h sin 2 ^a h 20. sec 2 ^a h cosec 2 ^a h = sec 2 ^a h + cosec 2 ^a h ^2 cos2 ^a h - 1 h sec ^a h = 1 + tan ^a h cos ^a h - sin ^a h sin ^a h 1 - cos ^a h + = 2 cosec ^a h 24. 1 - cos ^a h sin ^a h 21. cos2 ^a h^ tan ^a h + cot ^a hh = cot ^a h 23. 22. tan 2 ^a h 1 - cos ^a h = sec ^a h + 1 cos ^a h Verificare le seguenti identità goniometriche usando, fra l'altro, le formula relative agli angoli associati 25. ^ sin ^a h + cos ^a hh2 + 2 sin ^ -a h cos ^a h = tan ^ 45ch r 26. ^ sin ^a h - cos ^a hh2 + 2 sin ^a h sin ` 2 - a j = 2 sin 2 ^ 45ch 27. ^ sin ^90ch + cos ^90chh^ sin ^90ch - cos ^90chh = tan ^ 45ch cos2 ^ -a h = 1 + cos b 32 r + a l 28. 1 + sin ^ -a h r 29. - sin ^a h cos ^ r - a h cot ^a h = 1 + cos ` r 2 - a j cos ` 2 + a j 30. cos ^180c - a h sin ^180c + a h tan ^90c - a h - cos ^90c - a h cos ^90c + a h = 1 31. sin ^180c - a h sec ^ -a h + sin ^90c + a h cosec ^a h = sec ^ -a h cosec ^a h r r 32. tan 2 ` 2 + a j - cot2 ` 2 - a j = cosec 2 ^a h - sec 2 ^a h Verificare le seguenti identità goniometriche usando, fra l'altro, le formule di addizione e sottrazione 33. 2 cos ^a - 45ch = cos ^a h + sin ^a h 35. 2 sin ^60c + a h = 3 cos ^a h + sin ^a h 37. cos ^ b - a h tan ^a h + cot ^ b h = cos ^ b + a h cot ^ b h - tan ^a h 39. cos ^120c + a h + sin ^30c + a h = 0 87 34. sin ^135c - a h + cos ^135c + a h = 0 tan ^ 45c + a h = tan 2 ^ 45c + a h 36. tan ^ 45c - a h 3 38. tan b 4 r + a l tan b 34 r - a l = 1 sec ^a h sec ^ b h 1 = 40. 1 - tan ^a h tan ^ b h cos ^a + b h Corso di Matematica Graziano Donati Verificare le seguenti identità goniometriche usando, fra l'altro, le formule di duplicazione 42. 1 - cos ^2a h = 2 sin 2 ^a h 1 + cos ^2a h = cot ^a h 44. sin ^2a h sin ^ 4a h cos ^2a h = tan ^a h 46. $ ^ h 1 + cos 4a 1 + cos ^2a h 48. 2 cot ^2a h = cot ^a h - tan ^a h 41. 1 + cos ^2a h = 2 cos2 ^a h 1 - cos ^2a h = tan ^a h 43. sin ^2a h cot ^a h + 1 1 + sin ^2a h = 45. cos ^2a h cot ^a h - 1 47. sin ^2a h + cot ^a h cos ^2a h = cot ^a h 1 - sin ^2a h 1 = 2 ^ cot ^a h - 1 h2 49. ^ h 1 cos 2a 50. tan ^2a h - tan ^a h = tan ^a h sec ^2a h r r 52. sin 2 ` 4 + a j - sin 2 ` 4 - a j = sin ^2a h 51. tan ^a h + cot ^2a h = cosec ^2a h Verificare le seguenti identità goniometriche usando, fra l'altro, le formule di bisezione a 54. 2 sin 2 ` 2 j + sin ^a h cot ^a h = 1 ^ h ^ hh ^ h ^ 53. 2 sin 2 ` a 2 j = tan a - sin a cot a a a 56. cos 4 ` 2 j - sin 4 ` 2 j = cos ^a h a 55. ^ tan ^a h - sin ^a hh cosec 2 ` 2 j = 2 tan ^a h 1 + cos ^2a h = 4 cos2 ` a 2j 1 - cos ^a h a r a ^ h 60. 2 cos ` r 4 + 2 j cos ` 4 - 2 j = cos a 4 a 2 ^ h 62. 2 cos 4 ` a 2 j + 2 sin ` 2 j = 2 - sin a sin ^a h j = 57. tan ` a 2 1 + cos ^a h 2 a 59. cos ^a h`1 + tan 2 ` a 2 jj = 1 - tan ` 2 j ^1 + cos ^a hh^1 + cos ^2a hh = cot ` a 61. 2j sin ^2a h cos ^a h 58. 88 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 10 Equazioni Goniometriche Definizione di equazione Siano date due funzioni f(x1,x2,...,xn) e g(x1,x2,...,xn) delle stesse n variabili reali x1,x2,...,xn (cioè, (x1,x2,...,xn)ϵRn). Il problema di determinare quei valori (α1, α2,..., αn), se esistono, appartenenti tanto al dominio di f(x1,x2,...,xn) quanto al dominio di g(x1,x2,...,xn), la cui immagine f(α1, α2,..., αn) coincida con l'immagine g(α1, α2,..., αn), si dice equazione nelle n incognite x1,x2,...,xn e si scrive: f ^ x1, x2, ..., xn h = g ^ x1, x2, ..., xn h f: R n $ R g: R n $ R Se le due funzioni f e g sono funzioni goniometriche aventi argomenti contenenti una o più variabili, allora l'uguaglianza f=g si dice equazione goniometrica. Equazioni goniometriche Anche per le equazioni goniometriche si usa la stessa terminologia adottata per le equazioni algebriche. DEFINIZIONE Si chiama equazione goniometrica ogni uguaglianza tra due espressioni goniometriche di una o più variabili, la quale risulta verificata solo da particolari valori delle variabili. Sono esempi di equazioni goniometriche le seguenti uguaglianze: 2 sin (x) = 1 tan (x) + cot(2x) = 12 + sin (xy) 5 sin 2 (x) - 3 sin (x)cos(x) - 2 cos2 (x) = 0 2 sin (x) + cos(y) + tan (z) = 2 sin ^ xyz h DEFINIZIONE. Le variabili che compaiono in un'equazione goniometrica si dicono le sue incognite. 1 sin ^2x + y h = 2 cos ^ x h + cos ^2y h x, y = variabili = angoli incogniti DEFINIZIONE. Le due espressioni o funzioni che formano l'equazione (uguaglianza), e che si trovano l'una asinistra e l'altra a destra del simbolo di uguaglianza "=" si chiamano membri dell'equazione. L'espressione che sta a sinistra del segno di uguaglianza si dice primo membro dell'equazione, mentre l'espressione che sta alla destra del segno di uguaglianza si dice secondo membro dell'equazione DEFINIZIONE. Si chiama soluzione dell'equazione, ogni insieme di valori che, attribuiti alle incognite, fanno assumere al primo membro dell'equazione, lo stesso valore del secondo membro. DEFINIZIONE. Un'equazione goniometrica si dice ad una, due, tre, ... incognite, se in essa figurano una, due, tre,... variabili. DEFINIZIONE. Due equazioni goniometriche si dicono equivalenti quando esse ammettono le stesse soluzioni DEFINIZIONE. Un equazione goniometrica si dice impossibile se non ammette soluzioni sin ^ x h = 3 impossibile (perchè?) 89 Corso di Matematica Graziano Donati Equazioni goniometriche elementari Qualunque equazione goniometrica ad una sola incognita x (presente solo come argomento di funzioni goniometriche) può sempre essere ricondotta ad una delle tre seguenti equazioni goniometriche elementari: tan (x) = p -3 < p <+3 cos(x) = n - 1 G n G+ 1 sin (x) = m -1 G m G+ 1 dove x è la misura dell'angolo incognito e m,n,p sono numeri reali noti Equazione goniometrica elementare sin(x)=m Risolviamo l'equazione: Z] ]] x = angolo incognito ] con: []-1 G m G+ 1 sin (x) = m ]] ]m ! R Si tratta quindi di determinare tutti i valori di x che soddisfano \l'equazione sin(x)=m, nota come equazione elementare del seno. La risoluzione di tale equazione è possibile solo se risulta: -1 G m G+ 1 Poichè, m=sin(x) è l'ordinata del punto di intersezione P del secondo lato b dell'angolo incognito ab=x, tale valore si troverà sull'asse y (e sarà un numero compreso tra -1 ed 1). Tracciando una retta orizzontale passante per il punto m sull'asse y, tale retta orizzontale incontrerà la circonferenza goniometrica in due punti, che determineranno due diversi angoli, aventi per valore del seno, proprio il numero m. Gli angoli il cui seno è uguale ad m sono quindi i due angoli αx e π-αx indicati in figura • Il primo angolo indicato in figura αx avrà ampiezza data da: a x = arcsin ^ m h m e quindi, l'equazione sarà soddisfatta per: π-αx αx • x = a x + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... con: a x = arcsin ^ m h Il secondo angolo indicato in figura π-αx avrà ampiezza data da: r - a x = r - arcsin ^ m h e quindi l'equazione sarà soddisfatta per: x = ^ r - a x h + k2r con: a x = arcsin ^ m h k = 0, ! 1, ! 2, ... Quindi, in definitiva, l'equazione sin(x)=m avrà le due seguenti soluzioni: x = a x + k2r x = ^ r - a x h + k2r con: a x = arcsin ^ x h k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Quindi: sin (x) = m ) x = arcsin ^ m h + k2r x = ^ r - arcsin ^ m hh + k2r 90 k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Corso di Matematica Graziano Donati Equazione goniometrica elementare cos(x)=n Risolviamo l'equazione: Z] ]] x = angolo incognito ] con: []-1 G n G+ 1 cos(x) = n ]] ]n ! R Si tratta quindi di determinare tutti i valori di x che soddisfano\l'equazione cos(x)=n, nota come equazione elementare del seno. La risoluzione di tale equazione è possibile solo se risulta: -1 G n G+ 1 Poichè, n=cos(x) è l'ascissa del punto di intersezione P del secondo lato b dell'angolo incognito ab=x, tale valore si troverà sull'asse x (e sarà un numero compreso tra -1 ed 1). Tracciando una retta verticale passante per il punto n sull'asse x, tale retta verticale incontrerà la circonferenza goniometrica in due punti, che determineranno due diversi angoli, aventi per valore del coseno, proprio il numero n. Gli angoli il cui coseno è uguale ad n sono quindi i due angoli αx e -αx indicati in figura Il primo angolo indicato in figura αx avrà ampiezza data da: • a x = arccos ^ n h e quindi, l'equazione sarà soddisfatta per: αc -αc n x = a x + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... con: a x = arccos ^ n h • Il secondo angolo indicato in figura -αx avrà ampiezza data da: -a x =- arccos ^ n h e quindi l'equazione sarà soddisfatta per: k = 0, ! 1, ! 2, ... x =-a x + k2r con: a x = arccos ^ n h Quindi, in definitiva, l'equazione cos(x)=n avrà le due seguenti soluzioni: x = a x + k2r x =-a x + k2r con: a x = arccos ^ n h k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Quindi: cos(x) = n ) x = arccos ^ n h + k2r x = arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... 91 Corso di Matematica Graziano Donati Equazione goniometrica elementare tan(x)=p Risolviamo l'equazione: Z] ]] x = angolo incognito ] con: []-3 < p < + 3 tan (x) = p ]] ]p ! R Si tratta quindi di determinare tutti i valori di x che soddisfano\l'equazione tan(x)=p, nota come equazione elementare del seno. A differenza delle due equazioni elementeri del seno e del coseno, la risoluzione di tale equazione è possibile qualunque sia il valore del numero p. Poichè, p=tan(x) è l'ordinata del punto di intersezione P del secondo lato b dell'angolo incognito ab=x con la tangente alla circonferenza goniometica, tale valore si troverà sulla tangente all'alla circonferenza goniometrica (e sarà un numero compreso tra -∞ e +∞). Tracciando una retta verticale passante per il punto n sull'asse x, tale retta verticale incontrerà la circonferenza goniometrica in due punti, che determineranno due diversi angoli, aventi per valore del coseno, proprio il numero n. Gli angoli il cui coseno è uguale ad n sono quindi i due angoli αx e -αx indicati in figura • Il primo angolo indicato in figura αx avrà ampiezza data p da: a x = arccos ^ n h e quindi, l'equazione sarà soddisfatta per: αx • x = a x + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... con: a x = arccos ^ n h Il secondo angolo indicato in figura -αx avrà ampiezza data da: -a x =- arccos ^ n h e quindi l'equazione sarà soddisfatta per: k = 0, ! 1, ! 2, ... x =-a x + k2r con: a x = arccos ^ n h Quindi, in definitiva, l'equazione cos(x)=n avrà le due seguenti soluzioni: x = a x + k2r x =-a x + k2r con: a x = arccos ^ n h k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Quindi: tan (x) = p x = arctan ^ p h + kr k = 0, ! 1, ! 2, ... 92 Corso di Matematica Graziano Donati Tabella per la soluzione di equazioni goniometriche elementari sin(x) = m a c = sin 1 (m) = angolo fornito dalla calcolatrice - 1 G m G+ 1 m π-αx sin (x) = m αx ) cos (x) = n x = arcsin ^ m h + k2r x = ^ r - arcsin ^ m hh + k2r a c = cos 1 (n) = angolo fornito dalla calcolatrice - 1 G n G+ 1 αc -αc n cos(x) = n ) tan(x) = p k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... - 3 G p G+3 x = arccos ^ n h + k2r x =- arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... a c = tan 1 (p) = angolo fornito dalla calcolatrice p αc tan (x) = p x = arctan ^ p h + kr 93 k = 0, ! 1, ! 2, ... Corso di Matematica Graziano Donati Equazioni goniometriche elementari generalizzate Se f(x) è un'espressione algebrica dell'ampiezza x di un angolo incognito, si dicono equazioni goniometriche elementari generalizzate, le equazioni: sin 6 f (x)@ = m - 1 G m G+ 1 cos 6 f (x)@ = n - 1 G n G+ 1 tan 6 f (x)@ = p -3 < p <+3 dove x è la misura dell'angolo incognito e m,n,p sono numeri reali noti. Equazione elementare generalizzata sin[f(x)]=m L'equazione goniometrica elementare generalizzata del seno è data da: sin 6 f (x)@ = m - 1 G m G+ 1 con: Se in tale equazione poniamo f(x)=t otteniamo: sin 6 t @ = m con: - 1 G m G+ 1 Quest'ultima è l'equazione elementare del seno e la sua soluzione è data da: ) t = arcsin ^ m h + k2r t = ^ r - arcsin ^ m hh + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... poichè, t=f(x) otteniamo infine: sin (x) = m ) - 1 G m G+ 1 f (x) = arcsin ^ m h + k2r f (x) = ^ r - arcsin ^ m hh + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Equazione elementare generalizzata cos[f(x)]=n L'equazione goniometrica elementare generalizzata del coseno è data da: cos 6 f (x)@ = m con: - 1 G n G+ 1 Se in tale equazione poniamo f(x)=t otteniamo: cos 6 t @ = n con: - 1 G n G+ 1 Quest'ultima è l'equazione elementare del coseno e la sua soluzione è data da: ) t = arccos ^ n h + k2r t =- arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... poichè, t=f(x) otteniamo infine: cos(x) = n ) - 1 G n G+ 1 f (x) = arccos ^ n h + k2r f (x) =- arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... Equazione elementare generalizzata tan[f(x)]=p L'equazione goniometrica elementare generalizzata della tangente è data da: tan 6 f (x)@ = p con: -3 < p <+3 Se in tale equazione poniamo f(x)=t otteniamo: tan 6 t @ = p con: -3 < p <+3 Quest'ultima è l'equazione elementare della tangente e la sua soluzione è data da: t = arctan ^ p h + kr k = 0, ! 1, ! 2, ... poichè, t=f(x) otteniamo infine: -3 < p <+3 tan (x) = p f (x) = arctan ^ p h + kr k = 0, ! 1, ! 2, ... 94 Corso di Matematica Graziano Donati Equazioni goniometriche riconducibili ad elementari Se f(x) e g(x) sono due espressioni algebriche dell'ampiezza x di un angolo incognito, si dicono equazioni goniometriche riconducibili ad elementari, le tre segenti equazioni: sin 6 f (x)@ = sin 6 g (x)@ cos 6 f (x)@ = cos 6 g (x)@ Equazione goniometrica riconducibile ad elementare del seno L'equazione goniometrica riconducibile ad elementare del seno è data da: Se in tale equazione poniamo: f (x) = y otteniamo: sin 6y@ = m sin 6 g (x)@ = m tan 6 f (x)@ = tan 6 g (x)@ sin 6 f (x)@ = sin 6 g (x)@ Questa è un'equazione elementare del seno. La sua soluzione è data da: y = arcsin ^ m h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... y = ^ r - arcsin ^ m hh + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... 6 @ = = (x) g sin m e (x) f y possiamo anche scrivere: Poichè k = 0, ! 1, ! 2, ... f (x) = arcsin 6sin (g (x))@ + k2r ) k = 0, ! 1, ! 2, ... f (x) = ^ r - arcsin 6sin (g (x))@h + k2r ) Le funzioni sin e arcsin (una l'inversa dell'altra si annullano) e quindi otteniamo: ) f (x) = g (x) + k2r f (x) = r - g (x) + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... e quindi: sin 6 f (x)@ = sin 6 g (x)@ ) & f (x) = g (x) + 2kr f (x) + g (x) = ^2k + 1 h r Equazione goniometrica riconducibile ad elementare del coseno L'equazione goniometrica riconducibile ad elementare del seno è data da: Se in tale equazione poniamo: f (x) = y otteniamo: cos 6y@ = n cos 6 g (x)@ = n cos 6 f (x)@ = cos 6 g (x)@ Questa è un'equazione elementare del seno. La sua soluzione è data da: y = arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... y =- arccos ^ n h + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... Poichè y = f (x) e n = cos 6 g (x)@ possiamo anche scrivere: k = 0, ! 1, ! 2, ... f (x) = arccos 6cos(g (x))@ + k2r ) k = 0, ! 1, ! 2, ... f (x) =- arccos 6cos(g (x))@ + k2r ) Le funzioni cos e arccos (una l'inversa dell'altra si annullano) e quindi otteniamo: ) f (x) = g (x) + k2r f (x) =- g (x) + k2r k = 0, ! 1, ! 2, ... k = 0, ! 1, ! 2, ... e quindi: cos 6 f (x)@ = cos 6 g (x)@ & ) f (x) = g (x) + 2kr f (x) + g (x) = 2kr Equazione goniometrica riconducibile ad elementare della tangente L'equazione goniometrica riconducibile ad elementare della tangente è data da: Se in tale equazione poniamo: f (x) = y tan 6 g (x)@ = p tan 6 f (x)@ = tan 6 g (x)@ 95 Corso di Matematica Graziano Donati otteniamo: tan 6y@ = p Questa è un'equazione elementare del seno. La sua soluzione è data da: k = 0, ! 1, ! 2, ... y = arctan ^ p h + kr Poichè y = f (x) e p = tan 6 g (x)@ possiamo anche scrivere: k = 0, ! 1, ! 2, ... f (x) = arctan 6tan (g (x))@ + kr Le funzioni tan e arctan (una l'inversa dell'altra si annullano) e quindi otteniamo: f (x) = g (x) + kr e quindi: k = 0, ! 1, ! 2, ... tan 6 f (x)@ = tan 6 g (x)@ & f (x) = g (x) + 2r Tabella per la soluzione di equazioni goniometriche elementari generalizzate Equazione Soluzione sin 6 f(x)@ = sin 6 g (x)@ f(x) = g(x) + k2r f(x) + g(x) = (2k + 1) r cos 6 f(x)@ = cos 6 g (x)@ f(x) = g(x) + k2r f(x) + g(x) = k2r tan 6 f(x)@ = tan 6 g(x)@ f(x) = g(x) + kr sin 6 f(x)@ = - sin 6 g(x)@ f(x) + g(x) = k2r f(x) = g(x) + (2k + 1) r cos 6 f(x)@ = - cos 6 g(x)@ f(x) + g(x) = (2k + 1) r f(x) - g(x) = (2k - 1) r f(x) + g(x) = ` 2k + 1 jr 2 1 f(x) - g(x) = ` 2k + jr 2 sin 6 f(x)@ = cos 6 g(x)@ f(x) - g(x) = ` 2k - 12 jr f(x) + g(x) = ` 2k + 32 jr sin 6 f(x)@ = - cos 6 g(x)@ 96 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Risolvere le seguenti equazioni goniometriche elementari 1. sin ^ x h = 12 3 5. cos ^ x h = 2 2. sin ^ x h = 1 6. cos ^ x h =- 1 3 3. sin ^ x h = 2 7. cos ^ x h =- 12 1 4. sin ^ x h =- 2 9. cos ^ x h = 2 10. sin ^ x h =- 3 3 11. cos ^ x h =- 2 5 12. sin ^ x h = 2 3 17. sin ^ x h =- 2 3 21. tan ^ x h =- 3 18. tan ^ x h = 0 19. sec ^ x h = 2 20. sin ^ x h =- 1 3 13. tan ^ x h = 3 15. cot ^ x h = 0 14. tan ^ x h =- 1 23. sec ^ x h =- 2 22. cosec ^ x h =- 2 3 8. cos ^ x h =- 2 16. cot ^ x h =- 3 3 24. cot ^ x h = 3 Risolvere le seguenti equazioni goniometriche elementari 25. 2 sin 2 (x) - 1 = 0 27. 3 tan 2 (x) - 1 = 0 29. tan 2 (x) - 1 = 0 31. sin 2 (x) - 1 = 0 26. 4 cos2 (x) - 3 = 0 28. cot2 (x) - 3 = 0 30. cot2 (x) - 1 = 0 1 32. cos2 (x) - 4 = 0 Risolvere le seguenti equazioni goniometriche riconducibili ad elementari 33. sin (8x) =- 1 35. 2 cos(5x) = 1 x 37. cos ` 4 j = 0 2 4 39. sin b 2 x l =- 2 41. sin ^2x h =- 12 3 x 42. cos ` 3 j = 2 43. tan ^6x h =- 1 l 34. cot b 3 2x = 3 l 36. 2 cosec b 2 3x =4 5 38. tan b 3 x l = 0 x 40. cot ` 2 j =- 1 6 x = 105c + k180c ; x = 165c + k180c@ 6 x =! 90c + k180c@ 6 x = 22c 30l + k30c@ 6 x = 15c + k360c ; x = 75c + k360c@ 3 44. sin ^ x + 45ch = 2 45. cos ` 2x - r 5j=1 r 46. tan ` 3x + 6 j =- 1 2 47. sin ^ 4x + 15ch = 2 1 48. cos b 32 x + 40cl =- 2 r + B 8x = 10 kr :x = 7 r + k r D 36 3 6 x = 7c 30l + k90c ; x = 30c + k90c@ 6 x = 53c 20l + k240c ; x =- 106c 40l + k240c@ 97 Corso di Matematica Graziano Donati 49. tan ` 3x - r 7j= 3 rl 50. cot b 2 3 x + 5 =- 3 2 l 51. sin b - 3 2 x + 20c =- 2 3 rl 52. cos b 2x 3 +3 = 2 2 3 53. cosec ^ x - 30ch =- 3 54. tan ^30c - 2x h = 1 2 55. sin b 52 r - 4x l = 2 :x = 10 r + k r D 63 3 19 3 :x = D 20 r + k 2 r 6 x =- 136c 40l + k240c ; x = 43c 20l + k240c@ :x =- r + k3r; x =- 3 r + k3rD 4 4 6 x = 270c + k360c ; x =- 30c + k360c@ 6 x =- 7c 30l + k90c@ :x = 3 r + k r ; x =- 7 r + k r D 80 2 80 2 Risolvere le seguenti equazioni goniometriche elementari generalizzate 56. cos ^ 4x h = cos ^2x h 57. sin ^5x h = sin ^3x h 6 x = k60c@ 60. cos ^7x - 15ch = cos ^ x - 20ch 61. sin ^2x - 45ch = cos ^ x + 30ch 6 x =- 50l + k60c ; x = 4c 22l 30m + k45c@ 6 x = 75c + k360c ; x = 5c + k120c@ 6 x = k180c ; x = 22c 30l + k45c@ 6 x = 22c 30l + k90c ; x =- 45c + k180c@ 6 x =- 6c 30l + k180c ; x = 50c 45l + k90c@ 58. sin ^ x h = cos ^3x h 59. sin ^3x - 5ch = sin ^ x - 18ch 6 x =- 7c 30l + k45c@ 62. tan ^ x + 20ch = tan ^50c + 5x h 63. sin ^ x h = cos ^ x - 60ch 6 x = 75c + k180c@ 6 x = 110c + k360c ; x =- 23c 20l + k120c@ 6 x =- 5c 12l + k36c@ 64. tan ^2x - 20ch =- sin ^ x h 65. tan ^60c - 2x h = tan ^3x + 86ch :x =- 7 r + k r D 4 8 11 r 7 :x = D 160 r + k 4 ; x =- 40 r + kr 6 x =- 13c 20l + k60c ; x = 10c + k45c@ :x = r + k 2 r; x = 11 r + 2krD 5 30 150 :x =- 6 r + k12r; x = 36 r + k 12 rD 5 7 35 6 x =- 17c 30l + k60c ; x = 11c 15l + k90c@ r + rB 8x =- 12 k4 r 8x =- r 8 +k 4B 66. tan ^3x + 5r h = cot ^ x - r h r + 3x j = cos `5x - r j 67. sin ` 20 10 68. cos ^7x h = cos ^ x - 80ch r r 69. sin ` 2x - 3 j =- cos ` 5 - 3x j r x 70. sin ` 3x j = sin ` 7 + 2 j 71. sin ^15c - x h = cos ^30c + 5x h r 72. tan ` x + r 3 j =- cot ` 2 - 3x j 73. cot ^3x - 2r h = tan ^3r + x h 98 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 11 Trigonometria Proprietà fondamentali dei triangoli 1) 2) 3) 4) 5) Dato un qualsiasi triangolo, è sempre possibile inscrivere in esso una circonferenza Dato un qualsiasi triangolo, è sempre possibile circoscrivere ad esso una circonferenza La misura di un lato è sempre minore della somma degli altri due La misura di un lato è sempre maggiore della differenza degli altri due La somma degli angoli interni di un triangolo è sempre uguale a 180 gradi Primo teorema fondamentale sui triangoli rettangoli Sia ABC un triangolo rettangolo in C e indichiamo con a,b,c le misure dei lati del triangolo (il lato a è opposto al vertice A, il lato b è opposto al vertice B, il lato C è opposto al vertice C) e con α,β,γ le ampiezze dei tre angoli (α ha il vertice in A, β ha il vertice in B, γ ha il vertice in C). Siccome le definizioni di seno, coseno e tangente di un angolo orientato non dipendono dal raggio della circonferenza goniometrica, possiamo assumere l'ipotenusa AB del triangolo rettangolo come raggio di tale circonferenza, prendendo come centro della circonferenza il vertice A del triangolo e come asse x del sistema di riferimento associato la retta AC. Sia ABC un triangolo rettangolo di ipotenusa AB. Poniamo a =BC, b =AC, c =AB, α = BÂC, β =ABC, γ = ACB= π/2. Si immagini di fissare un sistema di assi cartesiani Oxy con O coincidente con A, il cateto AC sovrapposto ad un segmento del semiasse positivo delle ascisse ed il punto B nel 1° quadrante. Si consideri poi il cerchio goniometrico Γ (con centro in O), si indichi con P l’intersezione di Γ con la semiretta di origine A e passante per B e si indichi con H la proiezione di P sull’asse delle ascisse. Così P è l’estremo dell’arco α. Dalla similitudine dei triangoli ABC e OPH si può scrivere: Ricordando le definizioni di seno e coseno, possiamo scrivere: OB cos ^a h = OA AB sin ^a h = OA Ricordando la definizione di tangente: tan ^a h = Al B l = AB l l OB (essendo i due tringoli OB A e OBA simili) OB l Quindi, in definitiva: a sin ^a h = c b cos ^a h = c Dalle quali possiamo ricavare: a = c sin ^a h b = c cos ^a h B a tan ^a h = b β c a = b tan ^a h Poichè, per le formule degli angoli complementari risulta: A 99 a γ α b C Corso di Matematica Graziano Donati sin ^a h = cos ` r 2 - aj cos ^a h = sin ` r 2 - aj tan ^a h = cot ` r 2 - aj le precedenti espressioni possono essere scritte nella forma: r a = c sin ^a h = c cos ` 2 - a j r b = c cos ^a h = c sin ` 2 - a j r a = b tan ^a h = b cot ` 2 - a j Poichè, per la proprietà dei triangoli risulta α+β+γ=π e poichè γ=π/2 (triangolo rettangolo in C), allora: r a+b+ 2 = r ovvero, ricavando β otteniamo: r r r b = r- 2 -a & b = 2 -a & 2 -a = b Sostituendo nelle ultime relazioni scritte, otteniamo: a = c sin ^a h = c cos ^ b h b = c cos ^a h = c sin ^ b h a = b tan ^a h = b cot ^ b h Quindi, in definitiva: B β c A a γ α b C a = c sin ^a h = c cos ^ b h b = c cos ^a h = c sin ^ b h a = b tan ^a h = b cot ^ b h Quindi: TEOREMA. In ogni triangolo rettangolo, la misura di un cateto è uguale al prodotto della misura dell'ipotenusa per il seno dell'angolo opposto o per il coseno dell'angolo acuto adiacente al cateto considerato. TEOREMA. In ogni triangolo rettangolo, la misura di un cateto è uguale al prodotto della misura dell'altro cateto per la tangente dell'angolo opposto o per la cotangente dell'angolo acuto adiacente al cateto considerato. Queste formule (particolarmente utili in svariate situazioni) affermano quindi che in un triangolo rettangolo un cateto ha la lunghezza pari a quella dell’ipotenusa moltiplicata per il seno dell’angolo opposto (allo stesso cateto); oppure un cateto ha la lunghezza pari a quella dell’ipotenusa moltiplicata per il coseno dell’angolo adiacente non retto; infine il rapporto fra le lunghezze dei due cateti è uguale alla tangente dell’angolo opposto al primo cateto. Area di un triangolo qualsiasi Teorema della corda Sia data una circonferenza di centro O e raggio r. Una qualsiasi corda AB divide la circonferenza in due archi entrambi di estremi A e B. Gli angoli inscritti nell'arco maggiore AB , aventi il vertice E in un qualsiasi punto dell'arco, sono tutti congruenti tra loro (in quanto sono angoli alla circonferenza che insistono sul medesimo arco maggiore AB) Gli angoli inscritti nell'arco minore AB , aventi il vertice D in un qualsiasi punto dell'arco, sono tutti congruenti tra loro (in quanto sono angoli alla circonferenza che insistono sul medesimo arco minore AB) 100 Corso di Matematica Graziano Donati Gli angoli in P e in Q sono supplementari (la loro somma è π) poichè sono angoli opposti di un quadrilatero ADBE inscritto in una circonferenza Dalla geometria elementare sappiamo che gli angoli opposti di un quadrilatero inscritto in una circonferenza sono supplementari (hanno come somma π). Quindi: | | & ADB = r - a 1) Se AEB = a Note: 1) Tutti gli angoli alla circonferenza che insistono sullo stesso arco sono congruenti 2) Qualunque triangolo inscritto in una semicironferenza è sempre rettangolo nell'angolo opposto al diametro (cioè, la loro somma è π) 3) Gli angoli opposti di un quadrilatero inscritto in una circonferenza sono supplementari Poichè, per gli angoli associati: 2) sin ^a h = sin ^ r - a h allora, è ovvio che: 3) sin ^ AEB h = sin ^ ADB h Se AC è il diametro della circonferenza, viene allora a formarsi il triangolo rettangolo in B (perchè inscritto in una | | | | semicirconferenza). Inoltre, per quanto detto prima l'angolo AEB è congruente all'angolo ACB , cioè: | AEB | congruente ad ACB Se applichiamo il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli, al triangolo rettangolo ACB rettangolo in B, si ottiene: | 4) AB = AC sin ^ ACB h | | | Ma poichè ACB è congruente ad AEB , nella precedente espressione possiamo sostituire all'angolo ACB , l'angolo | AEB . Abbiamo allora: | h AB = AC sin ^ AEB 5) e per la 3) possiamo anche scrivere: 6) AB = AC sin ^ ADB h Poichè AC=diametro=2r la 5) e la 6) possono anche essere scritte nella seguente forma: | | h AB = 2r sin ^ AEB | h AB = 2r sin ^ ADB D B A TEOREMA DELLA CORDA La misura della corda di una circonferenza è uguale al prodotto della misura del diamtro della circonferenza per il seno di uno degli angoli inscritti in uno dei due archi da essa TEOREMA DEIsottesi SENI 101 C Corso di Matematica Graziano Donati Teorema dei Seni Sia dato un generico triangolo ABC, sia r la misura del raggio della circonferenza circoscritaa (Ricordiamo che ad ogni triangolo si può sempre circoscrivere una circonferenza, il cui centro è l'intersezione degli assi dei lati) Per il teorema della corda applicata al lato a=BC, la misura di a è uguale al prodotto del diametro della circonferenza per il seno dell'angolo opposto alla corda BC (cioè α). Ovvero: a = 2r sin ^a h Per il teorema della corda applicata al lato b=AC, la misura di b è uguale al prodotto del diametro della circonferenza per il seno dell'angolo opposto alla corda AC (cioè β). Ovvero: b = 2r sin ^ b h Per il teorema della corda applicata al lato c=AB, la misura di c è uguale al prodotto del diametro della circonferenza per il seno dell'angolo opposto alla corda AB (cioè γ). Ovvero: Q c = 2r sin ^c h In definitiva abbiamo: b = 2r sin ^ b h c = 2r sin ^c h a = 2r sin ^a h Se, dividiamo ambo i membri della prima per sin(α), dividiamo ambo i membri della seconda per sin(β), dividiamo ambo i membri della terza per sin(γ), otteniamo: a = 2r b c = 2r = 2r sin ^a h sin ^ b h sin ^c h Confrontando le precedenti tre relazioni otteniamo: b a = = 2r = c sin ^a h sin ^ b h sin ^c h Abbiamo quindi: TEOREMA DEI SENI In un triangolo qualunque il rapporto fra la misura di un lato e il seno dell'angolo opposto è costante ed è uguale alla misura del diametro della circonferenza circoscritta b a = = 2r = c sin ^a h sin ^ b h sin ^c h 102 Corso di Matematica Graziano Donati Teorema delle proiezioni Consideriamo due triangoli qualsiasi, uno acutangolo e uno ottusangolo Considerato il triangolo acutangolo di figura (ciascun angolo interno non è maggiore di π/2). Se D è la proiezione ortogonale del vertice B, sul lato opposto AC, possiamo allora scrivere: 1) b=AC=AD+DC Applicando il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli al triangolo ABD possiamo scrivere: 2) AD=ABcos(α)=ccos(α) Applicando il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli al triangolo BCD possiamo scrivere: 3) DC=BCcos(γ)=acos(γ) Se sostituiamo i valori forniti dalle 2) e 3) nella 1) otteniamo: b= ccos(α)+ acos(γ) Considerato il triangolo ottusangolo di figura, ottuso nell'angolo γ di vertice C (tale angolo interno è maggiore di π/2). Se D è la proiezione ortogonale del vertice B, sul lato opposto AC (proiezione che cade esternamente al lato AC stesso), possiamo allora scrivere: 1) b=AC=AD-DC Applicando il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli al triangolo ABD possiamo scrivere: 2) AD=ABcos(α)=ccos(α) Applicando il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli al triangolo BCD possiamo scrivere: 3) DC=BCcos(γ)=acos(γ) Se sostituiamo i valori forniti dalle 2) e 3) nella 1) otteniamo: b= ccos(α)+ acos(γ) Quindi, sia nel caso di un triangolo acutangolo sia nel caso di un triangolo ottusangolo, il lato a del triangolo è stato calcolato mediante la medesima relazione. Ovviamente, in entrambe i casi, anche i restanti due lati b e c possono essere calcolati nel medesimo modo. Abbiamo quindi: TEOREMA DELLE PROIEZIONI In un triangolo qualunque (acutangolo o ottusangolo) la misura di un lato è uguale alla somma dei prodotti delle misure degli altri due lati per il coseno dell'angolo che essi formano con il primo. a = b cos ^c h + c cos ^ b h b = c cos ^a h + a cos ^c h c = a cos ^ b h + b cos ^a h 103 Corso di Matematica Graziano Donati Teorema del Coseno (o di Carnot) Dato un qualsiasi triangolo (ottusangolo o acutangolo), per il teorema delle proiezioni risulta a = b cos ^c h + c cos ^ b h b = c cos ^a h + a cos ^c h c = a cos ^ b h + b cos ^a h Moltiplicando ambi i membri della prima uguaglianza per a, ambo i membri della seconda uguaglianza per -b ed ambo i membri della terza uguaglianza per -c otteniamo: a2 = ab cos ^c h + ac cos ^ b h -b 2 =- bc cos ^a h - ab cos ^c h -c 2 =- ac cos ^ b h - bc cos ^a h Sommando mambro a membro otteniamo: a2 - b 2 - c 2 = ab cos ^c h + ac cos ^ b h - bc cos ^a h - ab cos ^c h - ac cos ^ b h - bc cos ^a h ovvero: a2 - b 2 - c 2 =- 2bc cos ^a h da cui: a2 = b 2 + c 2 - 2bc cos ^a h Similmente, moltiplicando ambi i membri della prima uguaglianza per -a, ambo i membri della seconda uguaglianza per b ed ambo i membri della terza uguaglianza per -c otteniamo: -a2 =- ab cos ^c h - ac cos ^ b h b 2 = bc cos ^a h + ab cos ^c h -c 2 =- ac cos ^ b h - bc cos ^a h Sommando mambro a membro otteniamo: -a2 + b 2 - c 2 =- ab cos ^c h - ac cos ^ b h + bc cos ^a h + ab cos ^c h - ac cos ^ b h - bc cos ^a h ovvero: -a2 + b 2 - c 2 =- 2ac cos ^ b h da cui: b 2 = a2 + c 2 - 2ac cos ^ b h Similmente, moltiplicando ambi i membri della prima uguaglianza per -a, ambo i membri della seconda uguaglianza per -b ed ambo i membri della terza uguaglianza per c otteniamo: -a2 =- ab cos ^c h - ac cos ^ b h -b 2 =- bc cos ^a h - ab cos ^c h c 2 = ac cos ^ b h + bc cos ^a h Sommando mambro a membro otteniamo: -a2 - b 2 + c 2 =- ab cos ^c h - ac cos ^ b h - bc cos ^a h - ab cos ^c h + ac cos ^ b h + bc cos ^a h ovvero: -a2 - b 2 + c 2 =- 2ab cos ^c h da cui: c 2 = a2 + b 2 - 2ab cos ^c h Quindi, in definitiva abbiamo: 104 Corso di Matematica Graziano Donati TEOREMA DEL COSENO (O DI CARNOT) In un triangolo qualsiasi, il quadrato della misura di un lato è uguale alla somma dei quadrati delle misure degli altri due lati, diminuita del doppio prodotto delle misure di questi due lati per il coseno dell'angolo da essi compreso a2 = b 2 + c 2 - 2bc cos ^a h b 2 = a2 + c 2 - 2ac cos ^ b h c 2 = a2 + b 2 - 2ab cos ^c h Formule di Briggs Dato un generico triangolo (ottusangolo o acutangolo), per il teorema di Carnot possiamo scrivere: 1) 2) 3) a2 = b 2 + c 2 - 2bc cos ^a h b 2 = a2 + c 2 - 2ac cos ^ b h c 2 = a2 + b 2 - 2ab cos ^c h Le tre precedenti relazioni possono anche essere scritte nella seguente forma: 4) cos ^a h = 5) cos ^ b h = b 2 + c2 - a2 2bc a2 + c2 - b 2 2ac 6) cos ^c h = a2 + b 2 - c2 2ab Considerati i tre angoli interni α,β,γ del triangolo qualsiasi, per ciascuno degli angoli, per le formule di bisezione, possiamo scrivere: 7) 9) a sin ` 2 j = b sin b 2 l = c 11) sin ` 2 j = 1 - cos ^a h 2 1 - cos ^ b h 2 1 - cos ^c h 2 8) 1 + cos ^a h 2 1 + cos ^ b h 2 1 + cos ^c h 2 cos ` a 2j= b 10) cos b 2 l = c 12) cos ` 2 j = Se nelle 7) - 12) sostituiamo i valori di cos(α), cos(β), cos(γ) forniti dalle 4), 5), 6) possiamo scrivere: sin ` a 2j= cos ` a 2j= b sin b 2 l = c sin ` 2 j = c cos ` 2 j = 2 + c2 - a2 1 - b 2bc = 2 2 + c2 - a2 1 + b 2bc = 2 2 + c2 - b2 1 - a 2ac = 2 a2 + b 2 - c2 2ab = 2 2 + b2 - c2 1 + a 2ab = 2 1- ovvero: 13) sin ` a 2j= b 15) sin b 2 l = 2bc - b 2 - c 2 + a2 = 4bc a2 - ^ b - c h2 = 4bc ^ a + b - c h^ a - b + c h 2bc + b 2 + c 2 - a2 = 4bc ^ b + c h2 - a2 = ^ b + c + a h^ b + c - a h 2ac - a2 - c 2 + b 2 = 4ac b 2 - ^ a - c h2 = 4ac ^ b + a - c h^ b - a + c h 2ab - a2 - b 2 + c 2 = 4ab c 2 - ^ a - b h2 = 4ab ^ c + a - b h^ c - a + b h 2ab + a2 + b 2 - c 2 = 4ab ^ a + b h2 - c 2 ^ a + b + c h^ a + b - c h ^ a + c + b h^ a + c - b h 4ac ^ b + a - c h^ b - a + c h 4ac 4bc 14) cos ` a 2j= b 16) cos b 2 l = 105 4ab = 4bc 4bc 4ac 4ab 4ab ^ b + c + a h^ b + c - a h 4bc ^ a + c + b h^ a + c - b h 4ac Corso di Matematica c 17) sin ` 2 j = Graziano Donati ^ c + a - b h^ c - a + b h c 18) cos ` 2 j = 4ab ^ a + b + c h^ a + b - c h 4ab Se indichiamo con p il semiperimetro del triangolo, allora abbiamo: 19) a + b + c = 2p p = semiperimetro Sottraendo ad ambo i membri della 19) la quantità 2a otteniamo: 20) a + b + c - 2a = 2p - 2a Sottraendo ad ambo i membri della 19) la quantità 2b otteniamo: 21) a + b + c - 2b = 2p - 2b Sottraendo ad ambo i membri della 19) la quantità 2c otteniamo: 21) a + b + c - 2c = 2p - 2c Riassumendo le 20), 21), 22) abbiamo: 23) 24) 25) 26) a + b + c - 2a = 2p - 2a = 2 ^ p - a h a + b + c - 2b = 2p - 2b = 2 ^ p - b h a + b + c - 2c = 2p - 2c = 2 ^ p - c h a + b + c = 2p Sostituendo le 23) - 26) nelle 13) - 18) otteniamo: 27) sin ` a 2j= b 29) sin b 2 l = c 31) sin ` 2 j = da cui: 33) sin ` a 2j= b 35) sin b 2 l = c 37) sin ` 2 j = 2^ p - ch $ 2^ p - bh 4bc ^ 2 p - ch $ 2 ^ p - ah 4ac 2 ^ p - bh $ 2 ^ p - ah 4ab ^ p - c h^ p - b h bc ^ p - c h^ p - a h ac ^ p - b h^ p - a h ab 28) cos ` a 2j= b 30) cos b 2 l = c 32) cos ` 2 j = 34) cos ` a 2j= b 36) cos b 2 l = c 38) cos ` 2 j = 2p $ 2 ^ p - a h 4bc 2p $ 2 ^ p - b h 4ac 2p $ 2 ^ p - c h 4ab p ^ p - ah bc ^ p p - bh ac p^ p - ch ab Dividendo membro a membro la 33) per la 34) otteniamo: sin ` a a 2j = 39) tan ` 2 j = cos ` a 2j ^ p - c h^ p - b h bc p ^ p - ah bc ^ p - c h^ p - b h = bc bc = p ^ p - ah ^ p - c h^ p - b h p ^ p - ah Dividendo membro a membro la 35) per la 36) otteniamo: b sin b 2 l b = 40) tan b 2 l = bl b cos 2 ^ p - c h^ p - a h ac p^ p - bh ac ^ p - c h^ p - a h = ac ac = p^ p - bh ^ p - c h^ p - a h p^ p - bh ab = p^ p - ch ^ p - b h^ p - a h p^ p - ch Dividendo membro a membro la 37) per la 38) otteniamo: c sin ` 2 j c 41) tan ` 2 j = c = cos ` 2 j ^ p - b h^ p - a h ab p^ p - ch ab = ^ p - b h^ p - a h ab Quindi, riassumendo le formule 33) - 41) abbiamo: 106 Corso di Matematica Graziano Donati FORMULE DI BRIGGS sin ` a 2j= b sin b 2 l = c sin ` 2 j = ^ p - c h^ p - b h bc ^ p - c h^ p - a h ac ^ p - b h^ p - a h ab a cos ` 2 j = b cos b 2 l = c cos ` 2 j = p ^ p - ah bc p^ p - bh ac p^ p - ch ab 107 tan ` a 2j= b tan b 2 l = c tan ` 2 j = ^ p - c h^ p - b h p ^ p - ah ^ p - c h^ p - a h p^ p - bh ^ p - b h^ p - a h p^ p - ch Corso di Matematica Graziano Donati 108 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 12 Applicazioni della trigonometria alla geometria elementare Area di un triangolo Calcolo dell'area di un triangolo, note le misure di due lati e l'ampiezza dell'angolo compreso (teorema dell'area) Sia assegnato un qualsiasi triangolo ABC di cui siano note, per esempio, le misure b e c dei lati AC e AB e l'ampiezza α dell'angolo compreso tra i lati b e c. Se nel triangolo ABC assumiamo come base il lato AC=b, allora dalla geometria elementare sappiamo che l'area A è data da: bh A= 2 Applicando il teorema fondamentale dei triangoli rettangoli al triangolo ABD (sia nel caso del triangolo ABC acutangolo sia nel caso del triangolo ABC ottusangolo), risulta: h = c sin ^a h Sostituendo tale espressione nella precedente uguaglianza otteniamo: A = 12 bc sin ^a h In modo analogo, si calcola l'area di un triangolo qualsiasi nellipotesi che siano noti a,b e γ oppure a,c e β. Abbiamo quindi le seguenti formule per il calcolo dell'area di un triangolo note le misure di due lati e l'angolo compreso tra i due lati. Teorema dell'Area L'area di un triangolo qualsiasi è uguale al semiprodotto delle misure dei due lati per il seno dell'angolo compreso 1 A = 2 bc sin ^a h 1 A = 2 ac sin ^ b h 1 A = 2 ab sin ^c h 109 Corso di Matematica Graziano Donati Calcolo dell'area di un triangolo, nota la misura di un lato e le ampiezze degli angoli adiacenti Consideriamo il triangolo ABC della figura sottostante Supponiamo che siano note, la misura c del lato AB e le ampiezze α e β degli angoli adiacenti. Per il teorema precedente possiamo scrivere: 1) 1 A = 2 bc sin ^a h Inoltre, per il teorema dei seni possiamo anche scrivere: 2) da cui: 3) b = c sin ^ b h sin ^c h b= c sin ^ b h sin ^c h Sostituendo la 3) nella 1) otteniamo: 4) 1 sin ^ b h sin ^a h A = 2 c2 sin ^c h Osservando che risulta: 5) allora: 6) quindi: 7) c = 6r - ^a + b h@ sin ^c h = sin 6r - ^a + b h@ = sin ^a + b h proprietà degli angoli supplementari sin ^c h = sin ^a + b h Sostituendo la 7) nella 4) otteniamo: 8) 1 sin ^ b h sin ^a h A = 2 c2 sin ^a + b h In modo analogo si dimostrano le formule nell'ipotesi che siano noti a, β e γ oppure b, α e γ. Pertanto sussistono le seguenti formula per il calcolo dell'area di un triangolo quando è noto un lato e i due angoli adiacenti. 1 sin ^ b h sin ^c h A = 2 a2 sin ^ b + c h ^a h sin ^c h sin 1 A = 2 b2 sin ^a + c h ^a h sin ^ b h sin A = 12 c 2 sin ^a + b h L'area di un triangolo è uguale al semiprodotto del quadrato della misura di un lato per i seni degli angoli ad esso adiacenti, diviso per il seno della somma degli stessi angoli. 110 Corso di Matematica Graziano Donati Calcolo dell'area di un triangolo, note le misure dei tre lati (Teorema di Erone) Consideriamo il triangolo ABC della figura sottostante Per il primo teorema sull'area del triangolo, possiamo scrivee: 1) A = 12 bc sin ^a h Per la formula di duplicazione del seno abbiamo: 2) a a sin ^a h = 2 sin ` 2 j cos ` 2 j Per la formula di Briggs abbiamo: 3) 4) sin ` a 2j= cos ` a 2j= ^ p - b h^ p - c h bc p ^ p - ah bc Sostituendo la 3) e la 4) nella 2) otteniamo: 5) sin ^a h = 2 ^ p - b h^ p - c h bc p ^ p - ah =2 bc 1 p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h = 2 bc Quindi: 6) p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h = ^ bc h2 1 sin ^a h = 2 bc p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h Sostituendo la 6) nella 1) otteniamo: 7) da cui: 8) 2 A = 12 bc bc p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h A = p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h Quindi, in definitiva: TEOREMA DI ERONE L'area di un triangolo qualsiasi è uguale alla radice quadrata del prodotto del semiperimetro per le differenze tra il semiperimetro e le misure di ognuno dei lati. A = p ^ p - a h^ p - b h^ p - c h 111 Corso di Matematica Graziano Donati 112 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 13 Richiami sulle potenze Elevamento a potenza In algebra elementare la potenza è un operazione che associa ad una coppia di numeri x ed α detti rispettivamente base ed esponente, il numero dato dal prodotto di 1 per α fattori tutti uguali ad x; ovvero: Potenza della base x elevata all'esponente α ⇒ 𝑥 𝛼 = 1 ∙ 𝑥 ∙ 𝑥 ∙ … ∙ 𝑥 α volte In generale il numero x è un numero reale (appartenente cioè all’insieme R, e quindi può essere un intero positivo o negativo, una frazione o un numero irrazionale come π). In base alla tipologia di insieme numerico a cui appartiene l’esponente α, possiamo avere i seguenti quattro casi: Z ]]] Se x ! R e a ! N ]] ] x a = ][ Se x ! R e a ! Z ]] + ]]] Se x ! R e a ! Q ]] Se x ! R + e a ! R \ potenza ad esponente naturale potenza ad esponente relativo potenza ad esponente razionale potenza ad esponente reale Si noti che l’esponente può assumere valori in insiemi numerici via via più vasti, ma contemporaneamente si devono imporre delle limitazioni sulla base. In particolare, se l’esponente α è un numero razionale Q o un numero reale R, allora la base x non può più essere un numero reale qualsiasi ma deve essere un numero reale rigorosamente positivo R+. Potenza ad esponente naturale Dall’algebra elementare si conosce il significato di potenza di un numero reale a elevato all’esponente naturale n. Scritture del tipo 32, (-6)5, (-1/3)4, π7 sono ben note e comprensibili. Nel seguito ci proponiamo di estendere gradualmente definizioni e proprietà così da assegnare un significato preciso ad espressioni analoghe dove però l’esponente non sia necessariamente un numero naturale, ma in generale appartenga all’insieme R. Dovremo innanzitutto definire espressioni del tipo a-n e am/n con n,m Z e successivamente estendere la scrittura ad un qualsiasi esponente reale irrazionale. Seguiremo quindi un processo graduale che manterrà inalterate le proprietà fondamentali pur estendendole via via ad insiemi sempre più ampi di numeri. DEFINIZIONE. La potenza di una base x ∈ ℝ elevata all'esponente n ∈ ℕ è definita come: x n = 1 $ 1x44444 $ x 2$ ... $ 4x3 44444 n fattori 113 x!R e n!N Corso di Matematica Graziano Donati Casi particolari: 6x ! R x1 = 1 $ x = x 0 6x ! R (x ! 0) x =1 0 0 = non definito Proprietà delle potenze ad esponente naturale PROPRIETA' 1 a n $ a m = a n +m Dimostrazione $ a42 $ ... $ 4a3 $ 1 $ a $ a42 $ ... $ 4a3 = 1 $ 1 $ a $ a42 $ ... $ 4a3 = 1 $ a $ a42 $ ... $ 4a3 = a n + m an $ am = 1 $ a 144444 44444 144444 44444 144444 44444 144444 44444 n fattori m fattori n + m fattori n + m fattori PROPRIETA' 2 amn = a n - m a Dimostrazione n fattori n fattori 644444474444448 644444474444448 a = 1 $ a $ a $ ... $ a = 1 a $ a $ ... $ a = 1 $ a $ a $ ... $ a = a n -m $ ... $ 4a3 a m 1 $ a $ a $ ... $ a 1 $ a $ a42 144444 424444443 144444 44444 144444 424444443 n -m fattori m fattori m fattori n PROPRIETA' 3 ^ a n hm = a n $ m Dimostrazione ^ a n hm = 1 $ 1 $ a $ a $ ... $ a $ 1 $ a $ a $ ... $ a $ ... $ 1 $ a $ a $ ... $ a = 144444 424444443 144444 424444443 144444 424444443 n fattori n fattori n fattori 1444444444444444444444444444444 2 3 444444444444444444444444444444 m fattori = 1144444 $ 12 $ ... $ 13 $ a $ a42 $ ... $ 4a3 = 1 $ a $ a42 $ ... $ 4a3 = a m $ n 44444 1 44444 44444 1 44444 44444 m + 1 fattori n $ m fattori n $ m fattori PROPRIETA' 4 ^ a $ b hn = a n $ b n Dimostrazione ^ a $ b hn = 1 $ ^ a $ b h $ ^ a $ b h $ ... $ ^ a $ b h = 1 $ a $ a $ ... $ a $ 1 $ b $ b $ ... $ b = a n $ b n 424444444444444443 144444444444444 n fattori PROPRIETA' 5 424444443 144444 n fattori 144444 2444443 n fattori n n ` ab j = ab n Dimostrazione n ... $ a = a n ` ab j = 1 $ ` ab j $ ` ab j $ ... $ ` ab j = 11 $$ ab $$ ab $$ ... $b bn 144444444444 2 44444444444 3 n fattori Proprietà delle potenze ad esponente naturale xn $ xm = xn + m xn = n - m x xm m _ xn i = xn $ m Dimostrazione della proprietà a0=1 Possiamo ovviamente scrivere: n n -n 0 0 1= a an = a = a & a = 1 x n $ y n = _ xy i x n = a x kn y yn n 114 Corso di Matematica Graziano Donati Potenze ad esponente relativo Siano dati un numero reale x ∈ ℝ ed un numero relativo n ∈ ℕ,allora possiamo ovviamente scrivere: x!R, n!N x -n = x 0 -n Ma per le proprietà delle potenze risulta 𝑥0−𝑛 = 𝑥0 𝑥𝑛 e quindi otteniamo: 0 x -n = x 0 -n = xxn 0 x!R, n!N Poichè sappiamo che risulta 𝑥 = 1 possiamo anche scrivere: 0 x -n = x 0 -n = xxn = x1n x!R, n!N e quindi: x -n = x1n x!R, n!N DEFINIZIONE. Possiamo allora affermare che, la potenza di una base reale x ∈ ℝ elevata all'esponente relativo −𝑛 ∈ ℤ (cioè n ∈ ℕ) è data da: x -n = x1n Casi particolari: x!R, n!N 1 = 1l x1 x 1 1 b infatti x -0 = 0 = = 1 l x -0 = 1 6x ! R, (x ! 0) 1 x 1 1 b infatti x -0 = 0 = 0 -0 = non definito non definito = non definito l 0 0 -n = non definito 6n ! N b infatti 0 -n = 01n = 10 = non definito l x -1 = 1x 6x ! R, (x ! 0) b infatti x -1 = Quindi, in definitiva: 1 x 0 = x -0 = 1 x -1 = x 0 -n = non definito per nessun n ! N Il numero 0 non è elevabile ad esponente negativo x1 = x Proprietà delle potenze ad esponente relativo Proprietà 1 x -n $ x -m = x -^ n + m h Dimostrazione 1 1 1 1 x -n $ x -m = x n $ x m = x n $ x m = n +m = x -^ n +m h x Proprietà 2 -n x-m -n +m x =x Dimostrazione 1n -n 1n $ x m = x mn = x m - n = x -n + m x-m x = = x x x 1 xm Proprietà 3 ^ x -n h-m = x n $ m 115 Corso di Matematica -m ^1 h-m ^ x h = b x1n l = n -m ^x h -n -m Graziano Donati 1 1m = 1 = xn$m 1 1 xn$m ^ x n hm Potenze ad esponente razionale Poichè, le potenze ad esponente razionale possono essere definite in termini di radicali, è necessario anticipare alcuni concetti sulle radici che vedremo in maniera più compiuta in seguito. Dall'aritmetica elementare sappiamo che la radice m-esima di un numero reale x è uguale a qual numero reale y che a sua volta, elevato alla potenza m, da come risultato il numero x di partenza; ovvero, la radice m-esima di un numero reale x può essere definito dalla seguente doppia implicazione: def m x=y + ym = x Adesso è necessario distinguere il caso di indice m pari dal caso di indice m dispari. Abbiamo, per la regola dei segni: m pari y m = x = y $ y $ ... $ y & x sempre positivo & 144444m 2pari444443 m x x sempre positivo m dispari y m = x = y $ y $ ... $ y & x positivo o negativo & 2444443 144444 m dispari m x x pos. o neg. Quindi, in definitiva: Se m è pari, allora è definita solo per x reale positiva m x Se m è dispari, allora è definita solo per x reale positiva sia per x reale negativa Quindi, abitualmente tutte le radici di indice naturale dispari si ritengono definite sia per radicando positivo che per radicando negativo (cioè, le radici di indice naturale dispari si ritengono definite per il radicando x appartenente all'intero insieme R). Non tutti i matematici però concordano su questo. In effetti, anche nel caso di indice naturale dispari, vi sono dei problemi nell'uso delle proprietà dei radicali quando si trattano dei radicandi negativi. Consideriamo infatti il seguente esempio: 2 6 Vogliamo calcolare il valore di (- 1) Eseguiamo questo calcolo in due modi diversi: Primo modo (sicuramente corretto): Calcoliamo il quadrato sotto radice, come prima cosa, e successivamente calcoliamo la radice. Ovvero: 6 (- 1) 2 = 6 (- 1) (- 1) = 6 1 = 1 Secondo modo: Come prima cosa usiamo le proprietà dei radicali e semplifichiamo l'indice del radicale con l'esponente della potenza sotto radice e successivamente calcoliamo la radice risultante. Ovvero: 6 (- 1) 2 = 3 (- 1) =- 1 2 6 Quindi, eseguendo il calcolo di (- 1) con i due diversi metodi, abbiamo ottenuto due risultati diversi, ovvero: 6 (- 1) 2 = 1 & 1 =- 1 Assurdo! 6 (- 1) 2 =- 1 4 Questo evidenzia che lavorando con radicandi negativi, le proprietà dei radicali non sono più valide poichè conducono a risultati errati. Si possono verificare queste difficoltà anche nei comuni software di calcolo simbolico (Mathematica, Matlab, Derive, Geogebra, Maple, ...). Per evitare questi problemi, si conviene di definire, nell'algebra, dove si utilizzano le proprietà dei radicali, la radice solo per radicandi positivi (anche nel caso di indici dispari) e si parla in questo caso di radicali aritmetici, mentre nell'analisi matematica, le radici ad indice dispari (e solo quelle) vengono definite per radicandi sia positivi che negativi (rinunciando all'uso delle proprietà dei radicali), e in questo caso si parla di radicali algebrici. Quindi: Se m è pari 116 Corso di Matematica m Graziano Donati x è definita in ogni caso solo per x ! R + Se m è dispari m In algebra In analisi m x è definita solo per x ! R + x è definita per x ! R Quindi: In algebra si definisce radice m-esima di un numero x ! R quel numero y che elevato all'esponente m da come risultato x, ovvero: + def x=y con: m ! N (pari o dispari), m ! 0, x ! R + m + ym = x Quindi, per la definizione di radice m-esima abbiamo: m 1 a,b) & x=y ym = x Elevando alla potenza m entrambe i membri della 1a) abbiamo: ^m x h = x m m e poichè per la 1b) risulta y = x otteniamo: ^m x h = x m m ! N (pari o dispari), m ! 0, x ! R + La potenza ad esponente razionale + Siano dati un numero x ! R e due numeri n, m ! Z , allora possiamo ovviamente scrivere: n n m xn = x m m = ^ x m h quindi: xn = ^ x m h n m Calcolando la radice m-esima di ambo i membri di quest'ultima uguaglianza otteniamo: m xn = e quindi: m ^ x m hm = x m n m n xn = x m n x ! R +, n, m ! Z Possiamo allora affermare che: DEFINIZIONE. La potenza di una base x ! R elevata all'esponente razionale n/m (con n, m ! Z, m ! 0 è data da: + n x m = m xn x ! R +, n, m ! Z, m ! 0 117 Corso di Matematica Graziano Donati 118 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 14 Richiami sulle Radici Radicali Definizione Si chiama radice m-esima di un numero reale x qual numero reale y che a sua volta, elevato alla potenza m, da come risultato il numero x di partenza; ovvero, la radice m-esima di un numero reale x può essere definito dalla seguente doppia implicazione: def m x=y + ym = x Terminologia Z] ] L'espressione m x n è detta radicale ]]] ]] m x n & ][ Il numero reale x è detto radicando ]] Il numero naturale m è detto indice della radice ]]] ] ]] Il numero naturale n è detto esponente del radicando Condizioni sui\parametri del radicale Radicali aritmetici (Si possono usare le proprietà dei radicali) m x=y ) Con m pari & x ! R 0+, y ! R 0+ Con m dispari & x ! R 0+, y ! R 0+ Radicali algebrici (Si deve rinunciare alle proprietà dei radicali) m x=y ) Con m pari & x ! R 0+, y ! R 0+ Con m dispari & x ! R, y ! R Segno del radicale Radicali aritmetici Sia n un numero naturale diverso da zero, allora: & Se y = m p (x) ) Con m pari & y H 0 sempre Con m dispari & y H 0 sempre Radicali algebrici Sia n un numero naturale diverso da zero, allora: & Se y = m p (x) ) Con m pari & y H 0 sempre Con m dispari & y ha lo stesso segno di p (x) Condizioni di esistenza del radicale Radicali aritmetici m p (x) & Radicali algebrici m p (x) & ) Con m pari & il radicale esiste solo per p (x) H 0 Con m dispari & il radicale esiste solo per p (x) H 0 ) Con m pari & il radicale esiste solo per p (x) H 0 Con m dispari & il radicale esiste 6 p (x) Proprietà dei radicali identità fondamentali 119 Corso di Matematica ) ^m x h = x x H 0 per m pari x ! R per m dispari x per m pari xm = ) x per m dispari m m Graziano Donati x =) +x se x H 0 -x se x < 0 Casi particolari 0 1 m m x non ha significato x=x 0 = 0 (con m ! 0) 1 = 1 (con m ! 0) Proprietà di semplificazione x n = mk x nk m x$m y =m x$y m x m x = y m y x $ m y = m xm $ y x $ m y = m xm $ y k ^m x h = m xk k m x = k$m x x + x2 - y + = + x y 2 x + x2 - y x- y = 2 con: x H 0, m ! N, k ! N con: x H 0 / y H 0 m con: x H 0 / y H 0 6x, y ! R con m dispari 6x, y ! R 0+ con m pari 6x H 0 6x H 0 x - x2 - y 2 x - x2 - y 2 Funzione radice e suo grafico Radicali aritmetici 3.0 3.0 2.5 2.5 2.0 2.0 1.5 1.5 1.0 1.0 0.5 0.5 2 2 2 4 6 8 2 4 6 8 10 10 Radicali algebrici 3.0 1.0 2.5 2.0 0.5 1.5 2 1 1 2 1.0 0.5 0.5 1.0 2 2 4 6 8 10 Nell'ambito dell'algebra, verranno utilizzati i radicali aritmetici, rinunciando così a trattare radicandi negativi 120 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 15 Esponenziali e Logaritmi I concetti di esponenziale e di logaritmo Per capire il concetto di logaritmo di un numero, in una data base, è necessario rivedere la nozione da cui esso trae origine: l'innalzamento a potenza, e la sua operazione inversa; la radice. Immaginiamo di avere un quadrato di lato l, e di voler calcolare la sua area A. Dalla geometria elementare sappiamo che, l'area del quadrato è data dal valore del lato l moltiplicato per se stesso, ovvero elevato alla seconda. Di conseguenza, conoscendo il valore dell'area A, è possibile determinare la lunghezza del lato l, calcolando la radice quadrata dell'area A del quadrato. & A = l # l = l2 A l= A l l Allo stesso modo, immaginiamo di avere un cubo di lato l, e di voler calcolare il suo volume V. Dalla geometria elementare sappiamo che, il volume del cubo è dato dal valore del lato l moltiplicato per se stesso tre volte, ovvero elevato alla terza. Di conseguenza, conoscendo il valore del volume V, è possibile determinare la lunghezza del lato l, calcolando la radice cubica del volume V del cubo & V = l # l # l = l3 l=3 V l V l l Quindi: Se: Se: y = x2 y = x3 & & x= y x=3 y In generale, risulta allora: Se: y = xn & x=n y Da queste considerazioni si potrebbe affermare che la radice costituisce l'operazione inversa dell'elevamento a potenza (quindi, la radice quadrata è l'operazione inversa dell'elevamento al quadrato, la radice cubica è l'operazione inversa dell'elevamento al cubo, la radice quarta è l'operazione inversa dell'elevamento alla quarta, ecc). Quindi, possiamo dire che: 121 Corso di Matematica Graziano Donati La radice ennesima di un numero y, da come risultato quel numero x che elevato ad n fornisce proprio y. E' però necessario sottolineare un fatto molto importante: In realtà l'operazione di elevamento a potenza non ha una sola funzione inversa (cioè la radice), ma bensì due tipi di operazioni inverse (la radice e il logaritmo), dipendentemente da come essa viene considerata. Per chiarire questo concetto, facciamo il seguente esempio: Esempio. 1 caso. La potenza vista come "potenza". Consideriamo la seguente espressione: x3 = 8 Vogliamo determinare quel numero incognito x (base della potenza) che elevato alla 3, da come risultato 8. 2 caso. La potenza vista come "esponenziale" Consideriamo la seguente espressione: 2 x = 16 Vogliamo determinare quel numero incognito x (esponente della potenza) che dato alla base 2, da come risultato 16. La soluzione del primo caso è semplice. Per trovare quella base x che elevata alla 3 da come risultato 8, è sufficiente eseguire l'operazione inversa di elevamento al cubo (cioè la radice cubica) sul numero 8. Abbiamo cioè: Se: x 3 = 8 & x=3 8 =3 & x=3 quindi, il numero 3 è il valore cercato dell'incognita x. La soluzione del secondo caso, non può essere cercata mediante l'operazione di radice, come abbiamo fatto per il primo caso, poichè ora l'incognita non è più la base, bensì l'esponente. Nel caso precedente cercavamo quella base x da dare all'esponente 3 per ottenere 8, ora cerchiamo quell'esponente x da dare alla base 2 per ottenere 16 (cioè, un problema completamente rovesciato). Questo tipo particolare di elevamento a potenza (quando la variabile incognita x è costituita dall'esponente, anzichè dalla base è detta esponenziale, proprio per porre l'attenzione sul fatto che si tratta di una "potenza" in cui l'incognita è costituita dall'esponente). Per ricavare l'esponente incognito x da dare alla base 2 per ottenere 16, è necessario "inventare" una nuova funzione inversa di questo particolare tipo di potenza (anzi, di esponenziale). Tale funzione inversa è detta Logaritmo in base 2 di 16. Cioè: Se: 2 x = 16 & x = log2 (16) = 4 & x=4 quindi, il numero 4 è il valore cercato dell'incognita x. Quindi, in generale: Se: & y = ax x = log a (y) Cioè, se il numero y è dato dalla base a elevata all'esponente x, allora l'esponente x può essere ottenuto calcolando il logaritmo in base a (base dell'esponenziale) del numero y. Quindi: Il logaritmo in base a di un numero y, ci fornisce l'esponente x a cui devo elevare la base a, per ottenere proprio il numero y. Nella seguente tabella sono riassunte le definizioni formali di elevamento a potenza e relativa operazione inversa (radice) e di esponenziale e relativa operazione inversa (logaritmo). def y = xn + x=n y def y = ax + 122 x = log a (y) Corso di Matematica Graziano Donati Perchè non si può calcolare il logaritmo di un numero negativo Premessa importante. I matematici non sono riusciti a definire il concetto di potenza a base negativa, nel caso in cui sia la base che l'esponente siano numeri reali (quindi, se sia la base che l'esponente sono numeri reali, ci dobbiamo limitare a potenze a base rigorosamente positiva). Quindi: Se: y = ax ^ con: a ! R, x ! R h & a deve essere positivo Detto questo, dimostriamo che non esiste il logaritmo di un numero negativo o nullo. Per la definizione di logaritmo risulta: y = ax + x = log a (y) Ipotizziamo per assurdo, che y (argomento del logaritmo) sia un numero negativo. Allora: y = ax è un numero negativo La base a e l'esponente x, possono essere in generale due numeri reali. Quindi, per la premessa che abbiamo fatto, la base a deve essere un numero rigorosamente positivo (poichè le potenze a base reale ed esponente reale sono definite solo per base positiva). Ma una potenza a base positiva fornisce sempre un risultato positivo (indipendentemente dal valore e dal segno dell'esponente x). Ad esempio: 3 4 = 81 > 0 1 3 -2 = 12 = 9 > 0 3 2 5 3 = 3 5 2 = 3 25 > 0 3 1 1 2- 7 = 3 = 7 3 > 0 7 2 2 r 5 = 156, 99... > 0 1 3 -r = 31r = 31, 54... = 0, 031... > 0 come si vede, utilizzando una base positiva è praticamente impossibile (indipendentemente dall'esponente utilizzato) ottenere un risultato negativo. Quindi, il valore di: y = a x non può essere negativo cioè: y deve per forza essere positivo. Ovvero: log a (y) può essere calcolato solo se y è positivo In conclusione: Il logaritmo può essere calcolato solo di numeri strettamente positivi; cioè: log a (x) x>0 Non esiste il logaritmo di un numero negativo Non esiste il logaritmo di zero Perchè non esiste il logaritmo in una base negativa Dalla definizione di logaritmo, possiamo scrivere che y = log a (x) + x = ay Ipotizziamo per assurdo che la base a sia un numero negativo. Allora abbiamo: y = log a (x) a<0 + x = ay a<0 Ma abbiamo detto che le potenze a base ed esponente reale (come nel nostro caso) non sono definite per basi negative. Quindi non può essere a<0. Di conseguenza deve essere: a>0 Cioè: 123 Corso di Matematica Graziano Donati La base di un logaritmo deve sempre essere positiva y = log a (x) a>0 Non esiste il logaritmo in una base negativa Perchè non esiste il logaritmo in base 1 Dalla definizione di logaritmo, possiamo scrivere che y = log a (x) + x = ay Ipotizziamo per assurdo, che la base a sia uguale ad 1. Allora risulta: y = log1 (x) + x = 1y Consideriamo adesso, due diversi valori della variabile x, chiamiamoli x1 e x2. Il logaritmo in base 1 di x1 darà come valore y1 e il logaritmo in base 1 di x2 darà come valore y2. Poichè, per ipotesi x1≠x2 dovrà di conseguenza essere y1≠y2. Cioè: y1 = log1 (x1) y2 = log1 (x2) + + x1 = 1 y x2 = 1 y 1 2 Poichè x1≠x2 dovrà essere y1≠y2. Ma poichè, il numero 1 elevato a qualsiasi esponente da come risultato sempre 1, allora: x1 = 1 y = 1 & x = 1 = x & x = x 1 2 1 2 2 x2 = 1 y = 1 1 Contraddicendo l'ipotesi 2 Ciò dimostra, che l'ipotesi assunta (base a del logaritmo uguale a 1) era un'ipotesi assurda. Cioè: La base di un logaritmo deve sempre essere diversa da 1 a!1 y = log a (x) Non esiste il logaritmo in base 1 Le condizioni fondamentali dei logaritmi Riassumendo le condizioni che abbiamo ricavato precedentemente sui valori che possono assumere tutti i parametri relativi ad un logaritmo, possiamo affermare che: L'argomento di un logaritmo deve sempre essere un numero positivo (non esistono logaritmi di quantità negative o nulle) La base di un logaritmo deve sempre essere un numero positivo e diverso da 1 (non esistono i logaritmi in base negativa o i logaritmi in base 1) Il valore del logaritmo di un qualsiasi numero positivo, in una qualsiasi base positiva e diversa da 1, può essere positivo, negativo o nullo. Queste condizioni sono riassunte nello schema seguente: può essere >0 Condizioni sui valori dei parametri relativi al logaritmo log a (x) = y può essere =0 può essere <0 deve sempre essere >0 deve sempre essere > 0 e ≠1 124 Corso di Matematica Graziano Donati Le basi fondamentali dei logaritmi Ovviamente, possono esistere i logaritmi in un numero infinito di basi (sempre ovviamente positive e diverse da 1). Possiamo quindi avere: log 3 (x), log 27 (x), log 23 (x), log 2 (x), log r (x), Le tre basi di logaritmi più utilizzate sono: Logaritmo in base 10. Il logaritmo in base 10 è anche detto logaritmo di Briggs, ed è indicato semplicemente con il simbolo Log (o alcune volte con Lg). Quindi: log10 (x) = log(x) Logaritmo in base 2. Il logaritmo in base 2 è anche detto logaritmo binario, ed è indicato semplicemente con il simbolo Log2. Questo logaritmo è frequentemente utilizzato nella teoria statistica dell'informazione. Logaritmo in base e. Il logaritmo in base e, è anche detto logaritmo Naturale o Neperiano, ed è indicato semplicemente con il simbolo Ln. Questo logaritmo è frequentemente utilizzato nell'analisi matematica. Quindi: log e (x) = ln (x) In numero e è un numero irrazionale (con un numero infinito di decimali) al pari di π e il suo valore approssimato è: e=2,71 Il valore esatto di e proviene dal calcolo del seguente limite (operazione del calcolo infinitesimale) x e = lim b1 + 1x l x"3 PROPRIETA' DEI LOGARITMI PROPRIETA' 1 Il logaritmo del prodotto di due o più numeri reali positivi x e y è uguale alla somma dei logaritmi dei singoli fattori. log a ( x ⋅= y ) log a ( x ) + log a ( y ) Dimostrazione Poniamo: α = log a ( x ) β = log a ( y ) si ha per la definizione di logaritmo: aα = x aβ = y Moltiplicando membro a membro queste due ultime uguaglianze otteniamo: a α ⋅ a β =x ⋅ y Per le proprietà delle potenze abbiamo: aα +β = x ⋅ y Per la definizione di logaritmo risulta: aα +β = x ⋅ y quindi: Poichè def α + β =log a ( x ⋅ y ) ⇔ α += β log a ( x ⋅ y ) α = log a ( x ) e β = log a ( y ) possiamo anche scrivere: log a ( x ) + log a ( y ) =log a ( x ⋅ y ) Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 2 Il logaritmo di una potenza ad esponente reale e base positiva è uguale al prodotto dell'esponente della potenza per il logaritmo della base positiva: log a ( x k ) = k log a ( x ) Dimostrazione Poniamo: 125 Corso di Matematica Graziano Donati α = log a ( x ) si ha per la definizione di logaritmo: aα = x Elevando ambo i membri di questa uguaglianza alla potenza k, otteniamo: (a ) α k = xk aαk = x k ovvero Da quest'ultima uguaglianza, per la definizione di logaritmo possiamo scrivere: def a α k =x k Poichè avevamo posto α = log a ( x ) α k =log a ( x k ) ⇔ possiamo anche scrivere: k log a ( x ) = log a ( x k ) Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 3 Il logaritmo del quoziente di due numeri reali positivi x e y è uguale alla differenza tra il logaritmo del dividendo e quello del divisore: x log= a log a ( x ) − log a ( y ) y Dimostrazione Possiamo ovviamente scrivere: x 1 1 log a = log a x ⋅ = log a ( x ⋅ y −1= log a ( x ) + log a ( y −= ) ) y y = log a ( x ) + ( −1) ⋅ log= log a ( x ) − log a ( y ) a ( y) Ovvero: x log= a log a ( x ) − log a ( y ) y Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 4 Il logaritmo di un radicale di indice m è uguale al quoziente del logaritmo del radicando per l'indice del radicale: log a ( x ) = m1 log ( x) m a Dimostrazione Possiamo ovviamente scrivere: m1 1 m log log log a ( x ) = x = a ax m ( ) dove l'ultima uguaglianza deriva dalla proprietà 3. Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 5 Il logaritmo di un radicale di indice m della potenza n-esima del numero positivo x è uguale al prodotto del fattore n/q per il logaritmo del numero x: log a ( x ) = mn log ( x) m n a Dimostrazione Dato un numero positivo x, trasformando il radicale in potenza ad esponente razionale, abbiamo: log a ( ) m n x n = log a x m Ma per la proprietà 2, possiamo anche scrivere: ( ) mn n m n log = x log = log a ( x ) a ax m e quindi: 126 Corso di Matematica log a Graziano Donati ( x ) = mn log ( x) m n a Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 6 (Formula del cambiamento di base). Il logaritmo in base a di un numero positivo x è uguale al rapporto tra il logaritmo in un'altra base b dello stesso numero positivo x, e il logaritmo in base b del numero a. log a ( x ) = log b ( x ) log b (a) Dimostrazione Per la definizione di logaritmo si ha: = y log a ( x ) 1a,b) def ⇔ = x ay Consideriamo la seconda uguaglianza 1b) e calcoliamo il logaritmo in una data base b di ambo i membri. Otteniamo: log b ( x ) = log b ( a y ) Ma per la proprietà 2, abbiamo log b ( a y ) = y log b ( a ) e quindi: log b ( x ) = y log b ( a ) y = log a ( x ) possiamo anche scrivere: log b ( x ) = log a ( x ) log b ( a ) Ma poichè, per la 1a) risulta da cui: log a ( x ) = log b ( x ) log b (a) Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 7. Il logaritmo in base an di un numero positivo x è uguale al prodotto del fattore 1/n per il logaritmo in base a dello stesso numero x. Cioè: f(x) 2 0 & ) f(x) > 0 , ) f(x) < 0 g(x) g(x) > 0 g(x) < 0 Dimostrazione Dato un numero positivo x, per la proprietà precedente (cambiamento di base) risulta: log a n ( x ) = log a ( x ) log a ( a n ) Ma per la proprietà 2 risulta anche log a n ( x ) = log a ( x ) n log a ( a ) Poichè, sappiamo che log a n ( x ) = log a ( a n ) = n log a ( a ) e quindi: log a ( a ) = 1 possiamo anche scrivere: log a ( x ) n ovvero: log a n ( x ) = 1 log a ( x ) n Con ciò, la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 8. Il logaritmo in base an di una potenza xm è uguale al prodotto del fattore m/n per il logaritmo in base a dello stesso numero x. Cioè: log a n ( x m ) = m log a ( x ) n Dimostrazione Dato il numero positivo x, per la proprietà precedente possiamo scrivere: log a n ( x m ) = 1 log a ( x m ) n 127 Corso di Matematica Ma per la proprietà 2 risulta log a n ( x m ) = Graziano Donati log a ( x m ) = m log a ( x m ) e quindi: m log a ( x m ) n Con ciò il teorema è dimostrato. PROPRIETA' 9. Il logaritmo in base 1/a di un numero positivo x è uguale al negativo del logaritmo in base a dello stesso numero x; cioè: log 1 ( x ) = log a −1 ( x ) = − log a ( x ) a Dimostrazione Dato il numero positivo x, per la definizione di potenza ad esponente relativo, possiamo scrivere: log 1 ( x ) = log a −1 ( x ) a Per la proprietà precedente risulta log a −1 ( x ) = log 1 ( x ) = log a −1 ( x ) = − log a ( x ) 1 log a ( x ) e quindi: −1 a Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 10. Il logaritmo in base a del reciproco del numero positivo x, è uguale al negativo del logaritmo in base a del numero x. Cioè: 1 log a = log a ( x −1 ) = − log a ( x ) x Dimostrazione Dato il numero reale positivo x, per la definizione di potenza ad esponente relativo, possiamo scrivere: 1 log a = log a ( x −1 ) x −1 Per la proprietà 2 risulta log a ( x ) = ( −1) log a ( x ) e quindi: 1 log a = log a ( x −1 ) = − log a ( x ) x Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 11. Il logaritmo in base 1/a del reciproco del numero positivo x, è uguale al logaritmo in base a del numero positivo x; cioè: 1 log 1 log x −1 ) log a ( x ) = = a −1 ( a x Dimostrazione Dato il numero reale positivo x, per la proprietà 9, possiamo scrivere: 1 1 log 1 = − log a x a x Ma per la proprietà 10 risulta 1 log a = − log a ( x ) e quindi: x 1 log 1 =− ( − log a ( x ) ) a x da cui: 1 log 1 = log a ( x ) a x Con ciò la proprietà è dimostrata. 128 Corso di Matematica Graziano Donati PROPRIETA' 12. Il logaritmo in base a del numero positivo x, è uguale al reciproco del logaritmo in base x del numero a. Cioè: log a ( x ) = 1 log x (a) Dimostrazione Dato un numero reale positivo x, per la proprietà 6 (formula del cambiamento di base) possiamo scrivere: log a ( x ) = log x ( x ) log x (a) log x ( x ) = 1 otteniamo: 1 log a ( x ) = log x (a) Poichè Con ciò la proprietà è dimostrata. PROPRIETA' 13. Qualunque numero x, può sempre essere scritto come: x = log a a x Dimostrazione Per la proprietà 2 possiamo scrivere: log a a x = x log a a Ma log a a = 1 quindi: log a a x = x Con ciò la proprietà è dimostrata. Tabella Delle Proprietà dei Logaritmi log a ^ x $ y h = log a (x) + log a (y) 1 log a (x) = n log a (x) m log a (x m) = n log a (x) log 1a (x) =- log a (x) 1 log a b x l =- log a (x) 1 log 1a b x l = log a (x) 1 log a (x) = log x (a) n x log a ` y j = log a (x) - log a (y) n log a ^ x n h = n $ log a ^ x h 1 log a ^ m x h = m log a ^ x h n log a ^ m x n h = m log a ^ x h logb (x) log a ^ x h = logb (a) Inoltre: Ogni numero x può sempre essere scritto come: ) 129 x = log a a x x = a log (x) a Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi 1. Questionario a. Dare la definizione di logaritmo b. Esiste il logaritmo di un numero negativo? c. Esiste il logaritmo di zero? d. Esiste il logaritmo in base 1? e. Esiste il logartmo in base negativa? f. Qual'è la differenza tra potenza ed esponenziale? g. Qual'è l'operazione inversa della potenza? h. Qual'è l'operazione inversa dell'esponenziale? 2. Completare le seguenti frasi a. Non si può parlare di logaritmo di un numero rispetto alla base 1, perchè ... b. Non si può parlare di logaritmo in base 0 di un numero, perchè ... c. Non si può parlare di logaritmo in una base negativa di un numero, perchè ... d. Non esiste il logaritmo di un numero negativo, perchè ... e. Non esiste il logaritmo di zero perchè ... f. Il logaritmo del numero 1 è ... perchè ... g. Esistono ... sistemi di logaritmi perchè ..., in pratica ne sono usati prevalentemente ..., e cioè ... Basandosi sulla definizione di logaritmo, calcolare i seguenti logaritmi 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. log2 ^ 8 h log2 ^64 h 1 l log2 b 32 log2 ^ 0, 25 h 63; 6; - 5; - 2@ log9 ^ 3 h log8 ^ 2 h log9 ^27 h log8 ^128 h :1 ; 1 ; 3 ; 7 D 2 3 2 3 6-4; - 3; 2; 3@ log3 ^ 9 h log 12 ^16 h log8 ^32 h 1 log3 b 9 l 1 log2 b 8 l 16 log 23 b 81 l 11. log 3 ^243 h 12. log 2 ^ x h = 3 log3 ^27 h log 13 ^27 h 1 log 15 b 625 l log0,2 ^ 0, 008 h 1 log3 b 81 l log3 b 19 l log 12 ^ 0, 25 h log 73 ^1 h log36 ^ 6 h log0,5 ^ 0, 125 h log 19 ^ 3 h l log 25 b 25 4 log x ^ x 2 h log0,5 ^ 0, 25 h log2 ^ 0, 0016 h log a c 1 m a Determinare il numero x, conoscendone il logaritmo in data base: 13. 14. 15. 16. 17. 18. 3 log ^ 37 h 3 log 32 ^ x h = 1 log5 ^ x h = 3 1 log 15 ^ x h = 2 log 54 ^ x h =- 1 log0,2 ^ x h = 2 5 log 23 ^ x h = 2 log7 ^ x h =- 2 log 12 ^ x h = 2 log8 ^ x h =- 2 3 log 94 ^ x h = 2 2 log 2 ^ x h =- 3 log 13 ^ x h =- 2 log0,5 ^ x h = 34 log 34 ^ x h = 3 log3 ^ x h = 4 log0,2 ^ x h = 4 log 32 ^ x h =- 2 log2 ^ x h = 4 2 log 12 ^ x h =- 3 log 13 ^ x h =- 2 log 2 ^ x h = 2 3 4 log 3 ^ x h = 3 Determinare la bese dei seguenti logaritmi 19. log a ^ x h = 2 130 62; 3; - 2; - 4@ : 5 ; 4; 0D 3 :-2; 3; - 1 D 2 :-3; 1 ; 2D 2 64; - 2; 4@ :10; 2; 37; - 1 D 2 68; 81; 125@ 1 ; 5F < 3 1 ; 625 5 4 69; 1, 5; 0, 8@ 4 : 1 ; 4 ; 16D 8 9 1 : ;4 2; 1 D 25 9 3 49 : 27 ; 9; 3 4 D 64 1 : ; 1 ; 81 D 4 4 16 7a; 3 9 ; 3 2 A Corso di Matematica log x ^64 h = 6 20. 1 log x b 16 l =- 2 21. log x ^ 0, 00032 h = 5 22. Graziano Donati log x ^81 h = 4 log x ^ 8 h = 3 2 64 log x b 27 l = 3 log x b 19 l = 2 log x ^ 3 16 h = 2 log x ^16 h =- 4 16 9l= 2 log x ^ 5 16 h = 54 log x b 81 l = 4 4 3 4 1 log x ^10 8 h =- 0, 3 log x ^3 3 3 h = 3 24. log x ^ 3 25 h = 6 5 3 2 81 l 49 l =- 2 1 log log 25. log x b 64 l =- 6 xb xb 5 16 =- 3 25 26. Calcolare il logaritmo in base 2 dei seguenti numeri: 2 2 1 2, 4, 8, 16, 2, 3 2 , 1, 12 , 14 , 18 , 16 , 2 2, 4 2, 2 , 4 27. Calcolare il logaritmo di 64 nelle basi seguenti: 2, 4, 8, 16, 32, 64 28. Determinare i logaritmi in base 3, dei seguenti numeri: 1 9 1 , , 3 3 , 2187, 1 1, 9, 19 , 27, 13 , 3 , 3 9 , 729, 3 3 3 4 3 3 29. Calcolare il valore dei seguenti logaritmi in base 8: 1 1 1 log8 ^ 2 h, log8 ^ 4 h, log8 ^ 8 h, log8 b 2 l, log8 b 4 l, log8 b 8 l 30. Calcolare il logaritmo in base 1/2 dei seguenti numeri: 1 1, 12 , 14 , 18 , 16 , 2, 4, 8, 16 31. Calcolare il logaritmo in base 10 dei seguenti numeri: 10, 1000, 3 10 , 3 100 32. Calcolare il logaritmo in base 5/2 dei seguenti numeri: 5l 4 b 2 5 , 6, 25, 1, 25 , 15 + 8 33. Trovare il numero il cui logaritmo in base a è uguale ad a [aa] 34. Determinare: 68@ a) 2 log (8) log x b 23. 3 2 61/3@ 6? @ b) 3 -log (3) c) 3 -log (7,5) d) 25 log (3) log (1) e) b 12 l 2 f) ^2 log (5) h g) 3 3log (2) 3 3 69@ 5 6? @ 1 2 2 3 h) 25 -log (10) i) 49 0,5log (0,25) 5 7 l) 2 2 -log (5) m) 5 log (10) - 2 n) 2 2log (5) + log (3) o) ^3, 6 hlog (10) + 1 1 p) 8 log ( 121) + 3 2 q) 27 log ( 12) - 3 2 5 2 2 3,6 2 3 3 3 6? @ 68@ 61/100@ 61/4@ 64/5@ 636@ 675@ 636@ 6242@ 64/3@ 131 62; 3; 4@ :4; 3 4 ; 4 D 3 :1 ; 1 ; 1 D 5 2 3 : 3 ; 2 ; 2D 2 3 :625; 3; 1 D 2 :2; 5 ; 4 D 7 9 Corso di Matematica Graziano Donati Applicando i teoremi sui logaritmi, trasformare, se è possibile, le seguenti espressioni in somme algebriche, qualunque sia la base 35. 36. 37. 38. log ^6xyz h log 6a ^ x 2 - 1 h@ x2 - y2 log 2xy log 62a3@ log 63a ^ c + d h@ 1D log : ab 3 ^ a2 - b 2 h x log x + y log 6^ a + b h^ m + n h@ ab - cd log mn - pq log ^ a2 - b 2 h log 5mx 2 1-m log 6ab 2@ log 6^ ab h2@ log 17 log 60, 1@ log 6^ a + b h3@ log 65a2 x 3@ 39. log 12 log 13 40. log 2 3 log 72 log 73 41. 2 5 log b 3 $ 7 l 2 4 3 3 log :b 11 l ' b 7 l D log 65x 2 y@ 42. log 43. log ^16a3 b 2 c h 44. log 45. ab 3 c2 a3 b 4 c d3 e 4 l3 ^ x + y h^ y + z h log x+z a2 3 log b b l log 14 1 3a2 b 2 c 4 a2 - b 2 log 3 a + 8b 3 log 1 2a3 b 4 c 2 4a2 b 4 c 5 log 3 xy 2 z3 ab a2 3 a2 b 3 3a2 b log a6 b 2b 2 a Ridurre le somme in un unico logaritmo, qualunque sia la base: 46. 47. 48. 49. 50. 51. 3y 2 log 2x 3 ab log c2 log 3xy log 6 a3 bc 4 d @ log 3 8 log 2a 2 2bx log x y log ^ xy h + log b y - x l 4 log x - 3 log y log x - log y + log ^ x + y h 1 ^ h ^ h 2 log 2 a - 1 - log 4 - log a + 1 x 3 x 3 y 3 xy 2 log 3 xy 2 ^3a - b h5 $ 4 b 2 + c 3 log 3a2 b c 3 log x + 12 log y log ^ a3 - b 3 h - log ^ a - b h log 5 - log ^2a - 3 h 1 1 2 log ^7a - 2 h - 2 log ^6a + 1 h log a + 1x log a - 1y ^ log a + log b h 2 log 3 - 13 b 2 log 5 + 12 log 7 l 2 log ^5 - a h + log ^35 + 3a h 2 3 b3 l 3 log a - 2 log b + 4 log c 1 1^ 53. 5 2 log a + 3 log b h - 2 6log ^ a + b h + log ^ a - b h@ 1 1: 1 b lD ^ h 54. 3 log a + 3 log a - b - 2 log b + 3 log 3 1 55. log ^ a + b h + 2 log a - 2 6log ^ a - b h + 3 log b@ 1 1 56. 2 log ^ x - y h - 2 log ^ x + y h - 2 log ^ x 2 - xy + y 2 h 57. x log x - log 6log x@ Applicando i teoremi inversi sui logaritmi, ricavare il valore della x dalle seguenti eguaglianze 6 x = ab@ 58. log ^ x h = log ^ a h + log ^ b h 8x = ab B 59. log ^ x h = log ^ a h - log ^ b h 52. 132 Corso di Matematica 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. Graziano Donati 6x = a $ 3 b @ 1 1 log ^ x h = 2 log ^ a h + 3 log ^ b h 1 1 log ^ x h = 2 log ^ a h - 3 log ^ b h 1 log ^ x h = 2 log ^ a h + 2 log ^ b h + 3 log ^ c h 2 1 log ^ x h = 2 log ^ a h + 2 log ^ b h - 3 log ^ c h <x = 3 a F b 6x = a2 c3 $ b @ <x = log ^ x h = log ^ a + b h - log ^ a - b h log ^ x h = 2 log ^ a h + 12 ^ log ^ b h + log ^ c hh - 5 log ^ c h log ^ x h = log ^ a h + 12 & log ^ a h + 14 :log ^ a h + 13 b log ^ a h + 12 log ^ a h lD 0 a2 b F 3 c2 :x = a + b D a-b a2 bc ;x = E c5 8x = a a 4 a 3 a a B a $ 3 b ^a + b h <x = F log ^ x h = 13 log ^ a + b h - 2 log ^ a2 + b 2 h + 12 log ^ a h + 13 log ^ b h ^ a2 + b 2 h2 Utilizzando la calcolatrice scientifica, calcolare i logaritmi in base 10 dei seguenti numeri: 68. 200 2 0, 2 0, 002 69. 1, 7 0, 81 0, 0083 743 70. 9, 81 0, 00909 2728 31, 18 71. 0, 004299 0, 07089 15923 127, 48 72. 0, 479489 1, 00081 2, 000739 28, 4715 73. 33, 66988 15, 279 0, 0034218 4975, 39 Utilizzando la calcolatrice scientifica, calcolare i logaritmi in base e dei seguenti numeri: 74. 2 0, 2 200 0, 002 75. 1, 7 0, 81 0, 0083 743 76. 9, 81 0, 00909 2728 31, 18 77. 0, 004299 0, 07089 15923 127, 48 78. 0, 479489 1, 00081 2, 000739 28, 4715 79. 33, 66988 15, 279 0, 0034218 4975, 39 Utilizzando la calcolatrice scientifica, calcolare i logaritmi in base 2 dei seguenti numeri: 2 0, 2 200 80. 0, 002 81. 1, 7 0, 81 0, 0083 743 82. 9, 81 0, 00909 31, 18 2728 0, 07089 15923 0, 004299 127, 48 83. 84. 0, 479489 1, 00081 2, 000739 28, 4715 85. 33, 66988 15, 279 0, 0034218 4975, 39 67. 133 Corso di Matematica Graziano Donati 134 Corso di Matematica Graziano Donati Cap 16 La Funzione Esponenziale e Logaritmica La funzione esponenziale Si chiama funzione esponenziale ogni funzione del tipo : y = a x , con a > 0 fissato, x ∈ R. Il dominio della funzione, cioè l'insieme dei valori che si possono attribuire a x è tutto R . Il codominio, cioè l'insieme dei valori che la funzione assume è R+ (la funzione esponenziale è sempre strettamente positiva). Si distinguono tre casi: a >1 : funzione crescente : x > y ⇒ ax > ay ; a =1 : funzione costante : a x = 1 per ogni x ∈ R ; 0 < a <1 : x y funzione decrescente : x > y ⇒ a < a . I seguenti grafici illustrano il comportamento della funzione esponenziale nei vari casi : Di seguito sono riportati i grafici della funzione esponenziale y=ax (nel caso in cui sia a>1 e nel caso in cui sia 0<a<1) Grafico della funzione esponenziale y=ax (a>1) La funzione y=ax (a>1) è definita per tutti i valori reali (cioè, il suo campo di esistenza è tutto R). E' una funzione crescente in senso stretto. Per x negativo ha un valore positivo sempre compreso tra 0 ed 1. Per x =0 vale esattamente 1 e per x positivo ha valori compresi tra 1 e +∞. Quando x tende a -∞, il valore della funzione si avvicina indefinitamente all'asse x senza mai toccarlo. La funzione è sempre positiva 7 6 5 4 3 2 1 2 1 1 2 Grafico della funzione esponenziale y=ax (0<a<1) La funzione y=ax (0<a<1) è definita per tutti i valori reali (cioè, il suo campo di esistenza è tutto R). E' una funzione decrescente in senso stretto. Per x negativo ha un valore positivo sempre compreso tra 1 e +∞ 1. Per x =0 vale esattamente 1 e per x positivo ha valori compresi tra 0 e 1. Quando x tende a -∞, il valore della funzione diventa infinitamente grande, quando x tende a +∞ il valore della funzione si avvicina indefinitamente all'asse x senza mai toccarlo. La funzione è sempre positiva 7 6 5 4 3 2 1 2 1 1 2 135 Corso di Matematica Graziano Donati La funzione logaritmica Si chiama funzione logaritmica ogni funzione del tipo : y = loga x , con a > 0 e a ≠ 1 fissato, x∈ R+. La funzione logaritmica è l'inversa dell'esponenziale, pertanto dominio e codominio risultano scambiati rispetto a quelli della funzione esponenziale. Il dominio della funzione, cioè l'insieme dei valori che si possono attribuire a x è R+ ; il codominio, cioè l'insieme dei valori che la funzione assume è R . Si distinguono due casi: x > y ⇒ loga x > loga y ; a >1 : 0 < a < 1 : funzione decrescente : x > y ⇒ loga x < loga y ; funzione crescente : I grafici della funzione logaritmi Di seguito sono riportati i grafici della funzione esponenziale y=ax (nel caso in cui sia a>1 e nel caso in cui sia 0<a<1) 1 2 1 1 2 3 4 5 1 Grafico della funzione logaritmica y=loga(x) (a>1) La funzione y=loga(x) (a>1) è definita per tutti i valori di x strettamente positivi. E' una funzione crescente in senso stretto. Per x compreso tra 0 ed 1 assume tutti i possibili valori compresi tra -∞ e 0, per x =1 vale esattamente 0 e per gli x maggiori di 1 assume tutti i possibili valori compresi tra 0 e +∞. 2 2 1 2 1 1 2 3 4 5 Grafico della funzione logaritmica y=loga(x) (0<a<1) La funzione y=loga(x) (0<a<1) è definita per tutti i valori di x strettamente positivi. E' una funzione decrescente in senso stretto. Per x compreso tra 0 ed 1 assume tutti i possibili valori compresi tra 0 e +∞, per x=1 vale esattamente 0 e per gli x maggiori di 1 assume tutti i possibili valori compresi tra 0 e -∞. 1 136 Corso di Matematica Graziano Donati Esercizi Determinare l'insieme di esistenza delle seguenti funzioni logaritmiche 6 x > 0@ :x > 1 D 3 6 x > 0, con x ! 1@ 1. f (x) = 1 - log (x) 2. f (x) = log ^3x - 1 h + 2 log ^ x + 1 h 3. f (x) = log x (2) 4. f (x) = log ^ log ^ x + 2 hh 5. f (x) = log (- x) 6. f (x) = log ^ 4 - x h 7. f (x) = log2 (x 2 - 4) 8. f (x) = log 12 ^3 - x 2 h 9. f (x) = log5 (x 2) 10. f (x) = log ^ x h 11. f (x) = log (x 2 + 2x) + 12. f (x) = ln 22 - xx 6 x > - 1@ 6x < 0@ 6 x < 4@ 6 x < - 2, x > 2@ 6- 3 < x < 3 @ 6 x ! 0@ 6 x > 0@ 6 x < - 2, x > 0@ 6-2 < x < 2@ 6 x > 4@ 13. f (x) = log2 ^ log3 ^ log 4 x hh ln ^1 + x h 14. f (x) = x - 1 15. f (x) = log x - 2x + 1 ^ 4 h 6-1 < x < 1; x > 1@ 6R - " 0, 1, 2 ,@ 2 :x < - 1; x > 7 D 3 6R@ :x ! 1 D 2 6 x < - 2, - 1 < x < 1, x > 2@ 16. f (x) = log ^3x 2 - 4x - 7 h 17. f (x) = log ^ x 2 + x + 1 h 18. f (x) = log ^ 4x 2 - 4x + 1 h 19. f (x) = log ^ x 4 - 5x 2 + 4 h 20. f (x) = log 3 x 2 - x - 2 1 21. f (x) = log 2 x +1 1 22. f (x) = log 2 x -1 6 x < - 1, x > 2@ 6R@ 6 x > 1@ Costruire il grafico delle seguenti funzioni logaritmiche 23. y =- log ^ x h 24. y = log3 ^ x - 1 h 25. y = log 12 ^ x - 1 h y = log ^1 + x h y = ln ^ x 2 h y = ln x Risolvere le seguenti equazioni esponenziali 1. 6 x = 36 2. 4 x = 8 3. 27 x = 81 4. a x + 2 = a5 5. a 4 - x = a2 6. a x = 1 7. 8 2x + 12 3x = 4 32 10. a 4 - 3 = 5 a x + 1 8. 16 x 2 -1 = 5 128 9. a0,1x = a3 11. a15 $ a^ x - 1 h^ 5x - 1 h = a x - 8 $ a^ x - 2 h^ 5x - 7 h 137 :2; 3 ; 4 D 2 3 63; 2; 0@ :- 1 ; 27 ; 27 D 24 10 2 64 : , - 1D 11 Corso di Matematica 12. 8 x +1 = 64 15. 9 x -2 = 81 Graziano Donati 13. 16 x -1 =8 4x -5 61, 1@ 6-3; - 1@ 61, 4@ 24. 8 x $ 4 3x = 16 x + 5 6-7; - 2@ 3 3x -11 = b 5 l3 - 7x 26. b 5 l 3 2 28. 3 x -1 $ 3 x +2 $ 3 x - 3 = 27. 4 x -6 = 64 3 :!3, 13 D 18 3 3 2 2 30. 7 x -8x -9 = 1 29. 3 2x -7x -6 = 27 x +1 31. 5 $ 125 x +2 = 3125 5 2x + 1 33. 8 = 0, 125 4 - 3x 32. 3 5 $ 9 2x +10 x -7 = 27 2x +34 x -3 34. 0, 510x - 9 = 2 3 - 13x 4x 36. 8 -x = 32 35. 16 x = 0, 25 x - 6 Risolvere le seguenti equazioni esponenziali 37. 2 x +3 + 2 x = 144 38. 3 = 270 - 3 :6, - 7 D 2 6-2; - 1@ 2x +1 1 -x 16. 4 x -1 = 8 $ x2+1 64 8 18. 100 2x = 0, 0001 2 -3x 27 20. b 3 l = 8 1 22. 3 3x = 27 17. 10 x = 0, 01 5 2x 25 19. b 3 l = 9 21. 2 x = 18 1 23. 9 -2x = 81 4 7 3 x 25. b 4 l = b 3 l x :3; 29 ; 2 D 20 3 14. 100 x -1 = 10 x -2 x -2 611; - 2@ 66; 1@ 64@ 65@ 6-1@ 4 39. 5 3x + 1 - 9 $ 5 3x - 1 = b 52 l 62@ 40. a2x - 1 + a2x + 1 = a3 + a5 60@ 41. 2 x - 2 x -3 - 2 x -4 + 2 x -5 + 2 x -6 = 55 64 x -2 x 42. b 38 l - 3 3x = 13 2 61 @ :1 D 2 60@ 6-3@ 43. 5 2x + 1 + 25 x + 1 = 5 2x - 1 + 149 44. 3 x + 3 x + 1 + 3 x + 2 = 5 x + 2 - 2 $ 5 x + 1 - 2 $ 5 x 45. 8 $ 2 x = 81 $ 3 x -1 60@ 62@ 6-1@ 65@ 3 x +1 + 7 x = 3 x + 3 $ 7 x 2 3x -2 - 2 3x -3 - 2 3x -4 = 4 7 $ 3 x +1 - 5 x +2 = 3 x +4 - 5 x +3 9 2x -3 - 9 2x -2 = 3 3x -1 - 3 3x +1 50. 2 $ 9 x +1 - 3 $ 4 x = 6 $ 4 x +1 + 6 $ 9 x Risolvere le seguenti equazioni logaritmiche 46. 47. 48. 49. 61 @ 610@ :5 D 4 64@ :4D 3 1. log ^ x - 9 h + log ^ x h = log ^10 h 2. log ^2x + 1 h - log ^ 2 h = log ^3 - x h 3. log ^ 3 h + log ^ x h = log ^12 h 4. log ^ x h + 12 log ^16 h = log ^ x + 4 h 138 : 9 , - 1; 9, - 1D 2 :- 3 ; 11, 23D 8 Corso di Matematica Graziano Donati 66@ 68@ 621@ 5. log ^7 - x h - log ^2x 2 - 11x h =- log ^ x h 6. 2 log ^ x h = 3 log ^ 4 h 7. log ^ x - 16 h = log ^105 h - log ^ x h 1 8. log ^1 - x 2 + 2 h = 2 log ^3x + 7 h 9. log ^ x h - log ^ x - 1 h = log ^ 7 h - log ^ 6 h 10. log ^ x h + log ^ 4 h - log ^ x - 1 h = log ^ 5 h 6-2@ 67@ 65@ : 19 D 5 64@ : 19 D 5 11. log ^5 - x h + log ^ 3 h = log ^ 2 h + log ^ x - 2 h 12. log ^ x h - 2 log ^ x - 1 h = log ^ 4 h - log ^ 9 h 13. log ^ x - 2 h + log ^2x - 3 h = 2 log ^ x h 6 x 3 = a2@ 14. 13 log ^ x h = 2 log ^ a h 1 15. log ^ 2 h + log ^ x h = 2 log ^ 4x - 15 h 16. log ^35 - x 3 h = 3 log ^5 - x h 17. log ^2x h - log ^2x - 1 h = 3 log ^ 2 h - log ^ 7 h 18. log ^ x - 1 h - log ^ x - 2 h = log ^ x - 4 h - log ^ x - 6 h 19. log ^ 2 h + 2 log ^3x - 2 h - log ^13 h = log ^6x - 4 h log ^ x h + log ^2x - 1 h - log ^2x + 5 h = log ^ 3 h log ^ x 2 - 7x + 110 h = 2 log ^ x 2 + 3x + 36 h = 1 + log ^ x + 3 h log ^ x 2 + 3 h - 2 log ^ x h - log ^ 2 h = log ^ 4 h - log ^ x 2 - 3 h 24. log x + 1 + log x - 1 = 2 - log ^ 2 h 20. 21. 22. 23. 25. log ^5x h + log ^2x + 3 h = 1 + 2 log ^3 - x h 26. 2 log ^ x - 7 h - log ^ x + 1 h = 1 27. x log ^ x h - log ^ x h = log ^ 2 h 28. log ^ x h + log ^2x h + log ^ 4x h =- 3 29. log ^16x h - log ^2x h + log ^3x h = log ^ 9 h + log ^ 4 h - log ^ 6 h 1 30. log 4x 2 + 3x + 4 - log x 2 - x + 1 = 2 139 :9D 2 62, 3@ 64@ 6 Impossibile@ 65@ 65@ 62, 5@ 61, 6@ 63@ 6 5@ :6 D 5 612 + 105 @ 62@ :1 D 20 1 : D 4 :3 , 2D 2 3