“MUTAMENTI POLITICI E DINASTICI IN EUROPA(XV-XVI SEC.)” PROF. DANIELE CASANOVA Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) Indice 1 ARTICOLAZIONE DEL CORSO ------------------------------------------------------------------------------------------ 3 2 INGHILTERRA E FRANCIA ----------------------------------------------------------------------------------------------- 6 3 SPAGNA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9 4 IMPERO TEDESCO ED EGEMONIA ASBURGICA ---------------------------------------------------------------- 12 5 L’ITALIA NELLA SECONDA METÀ DEL QUATTROCENTO -------------------------------------------------- 14 6 IMPERO OTTOMANO------------------------------------------------------------------------------------------------------ 17 7 CRONOLOGIA---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19 7.1 7.2 7.3 7.4 LA FORMAZIONE DELLO STATO NAZIONALE SPAGNOLO -------------------------------------------------------------------19 L’AFFERMAZIONE DEGLI ASBURGO IN EUROPA -----------------------------------------------------------------------------20 LA FORMAZIONE DELLO STATO NAZIONALE FRANCESE --------------------------------------------------------------------20 L’ESPANSIONE DELL’IMPERO OTTOMANO -----------------------------------------------------------------------------------20 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 22 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 1 Articolazione del Corso Il corso di storia moderna si articolerà in due parti, facilmente distinguibili tra loro denominate, rispettivamente, La prima età moderna (1450-1650) e L’età moderna (1650-1815). Nella prima parte, suddivisa in due gruppi di lezioni intitolate La nascita della modernità ed Europa, Mediterraneo e Impero Ottomano, saranno esaminati gli avvenimenti politico e istituzionali europei che vanno dalla metà del Quattrocento alla metà del Seicento, nella seconda, suddivisa anch’essa in due parti, intitolate L’affermazione dell’Europa moderna e Settecento riformatore e rivoluzionario, saranno analizzate le vicende che vanno dal 1650 alla Restaurazione (1815). La prima parte del corso sarà formata da dieci lezioni. Le prime cinque, riguardano i cambiamenti intercorsi nella prima età moderna e che abbiamo già accennato nei paragrafi precedenti. Vale a dire i sistemi e la geografia del potere tra la fine del Quattrocento e gl’inizi del Cinquecento, l’unificazione del mondo che si ebbe in seguito alle scoperte geografiche, la crisi religiosa nella società del Cinquecento ovvero la Riforma protestante e la riorganizzazione del cattolicesimo e infine la situazione degli Stati italiani tra la fine del Quattrocento e gl’inizi del Cinquecento. Anche il secondo gruppo di lezioni della prima parte del Corso è articolato in cinque lezioni ed esaminerà le vicende cinquecentesche della storia europea. Un secolo che inizia con la rivalità tra Francia e Spagna per il controllo della penisola italiana e si chiuderà con l’irreversibile crisi dell’impero spagnolo. Oggetto della prima lezione di questa seconda parte sarà il periodo compreso tra l’elezione imperiale di Carlo d’Asburgo (1519) e la pace di Cateau-Cambrésis (1559) stipulata tra Francia e Spagna, che segna la definitiva supremazia spagnola sulla penisola italiana. Nella seconda e nella terza lezione esamineremo la vicenda e le strategie dei due più grandi imperi dell’epoca: quello spagnolo e quello ottomano. In particolar modo, ci soffermeremo sulla loro complessa struttura organizzativa e amministrativa, rispettivamente durante il regno di Filippo II (1556-1598) e di Solimano il Magnifico (1520-1566). La quarta lezione sarà dedicata alla crisi della società europea durante la funesta Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), con la quale si chiuse il ciclo dei terribili conflitti di religione iniziati nei primi decenni del Cinquecento a seguito della Riforma Protestante. Infine, la quinta lezione, ultima della prima parte del corso, avrà un taglio monografico e sarà dedicata ad uno specifico argomento che riguardò tutta la società Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) preindustriale europea, vale a dire il problema della povertà e del controllo sociale esercitato sulle classi marginali dallo Stato e dalle classi agiate. Un periodo che alcuni storici indicano con il nome di Grande Reclusione. La seconda parte del corso, L’età moderna (1650-1815), è anch’essa suddivisa in due gruppi. Il primo gruppo intitolato L’affermazione dell’Europa moderna, è costituito da quattro lezioni. In questa parte, che possiamo considerare l’apogeo dell’età moderna, sarà approfondito quello che è stato definito, a seconda del punto di osservazione, il secolo di ferro, il secolo di Luigi XIV o più semplicemente il secolo che vede il trionfo del Barocco e dell’assolutismo regio. Nella prima lezione ci soffermeremo sulla società inglese e olandese del Seicento. La società inglese a metà del secolo fu investita per quasi mezzo secolo da una violenta guerra civile che si concluse con la subordinazione del potere reale a quello del Parlamento. L’Olanda, invece, a capo della Repubblica delle Province Unite, dopo l’indipendenza dalla Spagna (1581) visse un periodo di grande sviluppo economico, culturale e sociale, legato all’incremento del commercio internazionale. Nella seconda lezione tratteremo del lunghissimo regno di Luigi XIV (1661-1715), il re Sole, durato oltre cinquant’anni. Un periodo in cui Luigi XIV avrebbe regnato sulla Francia dominando l’intera scena europea. Nella terza lezione saranno esaminati gli sviluppi dell’espansione europea nelle altre parti del mondo e le strutture, i sistemi culturali, l’economia della società europea di antico regime, e cioè il periodo che va dalla fine del Medioevo alla Rivoluzione francese. Infine, la quarta lezione affronterà il difficile equilibrio fra le potenze europee nella prima metà del Settecento. Un periodo segnato non solo dalle tre guerre di successione (spagnola, polacca e austriaca), ma dal contrasto, per il predominio commerciale, tra Francia e Inghilterra, che si trasformerà nel primo conflitto mondiale della storia dell’umanità. Nell’ultima parte del Corso esamineremo la seconda metà del Settecento, il cosiddetto secolo dei Lumi e delle Rivoluzioni. La prima lezione sarà dedicata al grandioso movimento intellettuale, che a partire dagli anni Trenta del Settecento coinvolse tutta la società colta europea, e che, in omaggio al ruolo rischiaratore assegnato alla ragione, è stato chiamato “Illuminismo”, in particolare saranno analizzate da una parte le matrici culturali dell’Illuminismo e dall’altra le conseguenze politiche dell’assolutismo illuminato. Nella seconda lezione esamineremo il passaggio della società europea da un’economia agricolo-artigianale a una economia industriale, fondata sulla fabbrica. Un profondo mutamento che prese avvio in Inghilterra tra la metà del XVIII e gli inizi del XIX secolo e che prende il nome di “rivoluzione industriale”: La terza lezione sarà dedicata a due episodi, che per molti versi rappresentano due avvenimenti fondamentali per la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) storia del mondo moderno. Il primo è la nascita degli Stati Uniti d’America, che si formarono tra il 1775 e il 1783 in seguito ad una guerra d’indipendenza delle tredici colonie inglesi contro la madrepatria, il secondo episodio è la radicale e profonda trasformazione che sconvolse la Francia alla fine del Settecento: la Rivoluzione francese scoppiata nel 1789. Infine, l’ultima lezione esamineremo l’ascesa al potere di Napoleone e le conseguenze che ebbero gli avvenimenti francesi sul resto d’Europa. La rivoluzione non fu solo uno spartiacque, ma determinò un nuovo dinamismo politico in tutt’Europa che alimentò un “mito della rivoluzione” Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 2 Inghilterra e Francia Per valutare appieno i cambiamenti intercorsi in Europa nella prima età moderna conviene soffermarsi, seppur brevemente, sugli avvenimenti dinastici e politici che si vennero a determinare dopo la caduta di Costantinopoli (1452). Alla fine del XV secolo in Francia, in Spagna e in Inghilterra si affermarono i grandi Stati proto nazionali e i Turchi avevano avviato la formazione di un grande impero, multietnico e pluriconfessionale, destinato a durare sino agli inizi del XX secolo. Nell’area tedesca, invece, così come nella penisola italiana si formò una realtà politica molto più complessa e frastagliata. Anche nell’Europa orientale avvennero importanti processi, sebbene in quest’area la pressione dei Turchi iniziò a farsi sentire e a rimodellare la geografia politica di quei territori. Francia e Inghilterra, nel 1453, posero fine alla Guerra dei Cento Anni, che se da una parte aveva logorato e dissestato le risorse dei due regni per oltre un secolo, dall’altra aveva favorito la crescita all’interno dei due paesi di uno spirito patriottico che rimarrà alla base del processo di formazione in entrambi i regni di uno Stato moderno. L’Inghilterra ne uscì indebolita e dovette rinunciare a tutti i possessi sul suolo francese a eccezione del porto di Calais sulla Manica. I decenni successivi furono segnati dalla furiosa rivalità dinastica tra la casa di Lancaster e di York, che la precipitarono in una guerra civile, la cosiddetta Guerra delle due Rose (1453-1485). Le ostilità si conclusero con l’affermazione di una nuova dinastia, i Tudor (1485-1603), inaugurata da Enrico VII (1485-1509), che ridiede slancio e autorità alla monarchia. Il territorio su cui governava il re inglese comprendeva, oltre l’Inghilterra, il Galles e una parte dell’Irlanda. Il regno d’Inghilterra da un punto di vista amministrativo presentava già in quel periodo notevoli differenze con il resto d’Europa. Accanto alla monarchia vi era un Parlamento articolato in due Camere, una ereditaria (Camera dei Lords), costituita dalla grande nobiltà, e l’altra elettiva(Camera dei Comuni), formata dalla piccola nobiltà terriera (gentry), dai borghesi e dai coltivatori diretti. Le decisioni prese dal Parlamento erano considerate parte integrante della Legge comune. I Tribunali erano tre e si occupavano rispettivamente degli affari civili, delle questioni criminali e dei problemi finanziari. Inoltre, a differenza della Francia non esisteva un corpo di funzionari che rappresentasse il re nei distretti amministrativi provinciali (contee). Queste erano governate gratuitamente dagli sceriffi, generalmente provenienti dalla nobiltà locale, affiancati da giudici di pace, borghesi nominati dal sovrano, con il compito di mantenere l’ordine. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) La Francia, invece, che sopportò sul proprio territorio la maggior parte del conflitto e che in diversi momenti vide minacciata di disgregazione la propria unità statale, uscì vincitrice dal secolare scontro e seppe creare le premesse per la nascita di una moderna e forte entità nazionale. L’estinzione della casa d’Angiò e la rovinosa sconfitta nel 1477 sotto le mura di Nancy del potente Duca di Borgogna, Carlo il Temerario, signore dei Paesi Bassi e principale rivale della monarchia francese, permisero a Luigi XI di Valois (1461-1483), considerato il fondatore della Francia moderna, di porre sotto il suo diretto dominio gran parte dell’attuale territorio francese e avviare nel paese una serie di riforme finanziarie, amministrative e militari. Il processo di unificazione territoriale fu concluso dal suo successore, Carlo VIII (1483-1498), che col matrimonio con Anna di Bretagna, ricongiungeva ai suoi domini l’ultimo dei grandi feudi francesi. La riorganizzazione politica e amministrativa della Francia comportò anche una riorganizzazione del sistema tributario, cosa che consentì al sovrano di disporre a proprio arbitrio di enormi risorse finanziarie. In nessun dominio europeo, quindi, il sovrano poteva disporre con tale libertà della ricchezza del paese e nessun regno risultava così prospero e organizzato come quello francese. Alla fine del Quattrocento il paese transalpino risultava il territorio più popolato d’Europa con oltre 16 milioni di abitanti, tre volte in più di quanto non lo fosse il Regno inglese, quasi il doppio della popolazione iberica e assai più della popolazione italiana (10,5) e della Germania (9,5). Dal punto di vista economico la sua prospera agricoltura soddisfaceva la domanda interna e permetteva l’esportazione di vino, di tele di canapa per le vele delle navi e di altri prodotti che compensavano nella bilancia commerciale francese le importazioni specialmente dei prodotti tessili provenienti dall’Italia e dalle Fiandre, infine, lo stretto legame con i banchieri italiani, specie quelli fiorentini, che avevano una filiale a Lione, garantiva ai sovrani francesi di attingere a prestiti e finanziamenti in caso di necessità. Furono le accresciute entrate demaniali e patrimoniali e l’introduzione di una tassa ordinaria, la taille, che consentirono ai monarchi francesi di riorganizzare in maniera efficiente il territorio del Regno, di affrontare i pesanti costi delle guerre e di arruolare nelle file dell’esercito le famose fanterie svizzere, al tempo le truppe più efficienti e temute d’Europa. Per raggiungere questo scopo i re francesi, che per le loro decisioni si avvalevano di un Consiglio del re formato dai grandi dignitari e dai grandi ufficiali della Corona, fecero ricorso soprattutto a tre strumenti: l’appalto della riscossione delle entrate regie, il prestito pubblico e la vendita delle cariche, molte delle quali avevano carattere nobilitante, tanto che alla tradizionale nobiltà di spada, ben presto si affiancò la cosiddetta noblesse de robe, cioè la nobiltà degli uffici. Si veniva così formando uno Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) Stato le cui dimensioni si conserveranno stabilmente nei secoli successivi, fondato sull’egemonia politica della monarchia sull’aristocrazia e sulla Chiesa francese, sulla disponibilità di un esercito permanente e sulla presenza di un apparato amministrativo decentrato formato da circa 12.000 persone. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 3 Spagna Anche il processo di unificazione della Spagna fu lungo e laborioso. Con il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d‘Aragona (1469), e dopo la pacificazione della Castiglia e la contemporanea ascesa al trono di Ferdinando al posto di suo padre (1479), la Spagna creò i presupposti per la realizzazione di una nuova compagine statale destinata a dominare la scena europea e mediterranea sino alla metà del Seicento. I conflitti e le tensioni sociali che avevano agitato sino a quel momento i due regni iberici, sotto i Re Cattolici (titolo conferito ai due sovrani da Alessandro VI nel 1494) furono, dunque, in gran parte risolti e cominciarono ad affermarsi i principi della monarchia assoluta. Dopo la formale aggregazione nel 1479 delle due Corone, Isabella e Ferdinando si trovarono di fronte a un paese politicamente ancora da unificare: ognuna delle due parti conservava la propria lingua, castigliano e catalano, le proprie istituzioni, i propri costumi e un proprio ordinamento giuridico e costituzionale. La disparità tra i due domini, sia per la diversità della loro struttura economica, sia per la disuguale densità demografica ed estensione territoriale, era più che evidente. Tuttavia, sebbene non vi fu la fusione dei due Regni in un solo dominio - la nuova Spagna, è bene precisarlo, risultò uno Stato pluralistico e non unitario - questo non significò che l’Aragona fosse subordinata alla Castiglia o viceversa. Gli interessi delle due parti furono complementari. La Castiglia, un paese in forte espansione economica, si venne a trovare impegnata negli interessi mediterranei aragonesi, e questi ultimi fornirono ai Castigliani la propria esperienza commerciale, politica e amministrativa in modo tale da assicurare alla Spagna, tutta, la conquista di un nuovo impero. Inizialmente l’azione della Corona fu diretta principalmente al rafforzamento dell’unità religiosa del paese. Così come avvenne in Francia, anche in Spagna l’organizzazione ecclesiastica fu posta sotto il controllo monarchico. Ma la difesa della cristianità, scaturita dalla secolare crociata contro i musulmani, legò in maniera indissolubile la monarchia alla Chiesa, che divenne, in questo modo, il principale collante dell’unificazione nazionale e fece maturare nel paese una diffusa intolleranza nei confronti di ebrei e musulmani. Per preservare nel paese la purezza della fede, i sovrani già nel 1478 ottennero da Sisto IV (1471-1484), il permesso di istituire un tribunale dell’Inquisizione, comune a tutti i territori sottomessi al loro dominio e posto sotto il controllo della monarchia. Il tribunale, famoso per il macabro spettacolo degli autodafé (atti di fede) e per Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) l’intransigenza del suo primo inquisitore generale, il domenicano confessore della regina Tomas de Torquemada, tra i suoi compiti principali oltre a giudicare su delitti di varia natura (stregoneria, assassinio, poligamia, sodomia) prevedeva la repressione delle minoranze religiose e, nel caso di nuovi adepti al cristianesimo, accertare la sincerità della loro conversione. Sebbene la sua giurisdizione non fosse diretta soltanto a giudicare l’eresia, l’azione inquisitoriale sino ai primi decenni del Cinquecento fu rivolta prevalentemente contro moriscos e conversos, rispettivamente musulmani ed ebrei convertiti al Cristianesimo. In questo modo l’Inquisizione divenne un potente ed efficace sistema di informazione e di repressione e si rivelò un formidabile strumento politico in mano alla monarchia per cementare il suo legame con la borghesia castigliana e aragonese. Allo stesso tempo in cui avveniva la riorganizzazione del paese, un altro mezzo per unire la Spagna sotto i nuovi sovrani fu la vigorosa ripresa della Riconquista. In questo modo le ambizioni della nobiltà furono abilmente dirette dai sovrani contro l’ultimo residuo della dominazione musulmana nella penisola. Il 2 gennaio del 1492, dopo dodici anni di logoranti operazioni militari, il Regno nasride di Granada capitolò. L’assedio posto alla capitale fu di tali dimensioni che per accogliere le truppe degli assedianti fu costruita una nuova città, Santa Fe. In seguito alla capitolazione di Granada, l’emiro Boabdil con circa seimila musulmani fu esiliato in Africa settentrionale dai sovrani Cattolici, i quali entrarono nella capitale andalusa issando sulle sue torri i propri vessilli reali. Era la fine della lunga Reconquista, durata oltre sette secoli. Contemporaneamente alla presa di Granada, la crescente ostilità popolare e l’odio verso gli Ebrei, nonché esigenze di ordine politico ed economico, portarono al regio decreto di espulsione dal paese di oltre centomila Ebrei (31 marzo 1492), la cui importanza per l’economia e la società iberica era tutt’altro che secondaria viste le loro conoscenze tecniche e i mezzi finanziari di cui disponevano. La conquista di Granada avviò una nuova fase della guerra contro i mori ed estese il conflitto al di là dello Stretto di Gibilterra. Temendo una collusione tra i musulmani africani e quelli ancora residenti in Andalusia, renitenti ad accettare la conquista, gli spagnoli avviarono la costruzione di linee difensive lungo la costa andalusa e allo stesso tempo adottarono verso la popolazione moresca una politica di tolleranza e di pacifica convivenza, che prevedeva tra l’altro per i musulmani che non si fossero convertiti al cristianesimo, di professare liberamente la loro religione. Ma sotto la spinta di Francisco Jiménez de Cisneros, il fanatico arcivescovo di Toledo, fu lanciata una campagna di conversioni forzate e di battesimi di massa. Tale azione se da una Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) parte portò alla conversione di migliaia di mori, dall’altra fomentò una violenta ribellione nella regione delle Alpujarras dove risiedevano la maggior parte dei musulmani. Dopo aver soffocato la rivolta, nel 1502 fu emanato un bando che decretava l’espulsione dal suolo spagnolo di tutti coloro che non si fossero convertiti al Cattolicesimo. Lo scontro della monarchia con i moriscos ela diaspora della comunità sefardita fu il primo segnale dell’incrinarsi di uno dei caratteri tipici della società iberica: la convivenza nel paese di tre fedi religiosi e di tre culture, i cui effetti negativi non tarderanno a farsi sentire sull’economia del regno. La Spagna tornava a essere cristiana, ma l’esigenza di garantire la sicurezza del paese da ogni possibile tentativo di riscossa musulmana o ebrea, rinvigorirono lo spirito di conquista dei Castigliani. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 4 Impero tedesco ed egemonia asburgica Nel cuore dell’Europa, invece, la frammentazione dell’Impero germanico aveva portato alla costituzione di una serie di principati territoriali, tra i quali emerse il ducato d’Austria, i cui principi, gli Asburgo, abilissimi diplomatici e famosi per la scaltrezza con cui sapevano trarre vantaggi dalle proprie politiche matrimoniali, sin dal 1437 avevano avuto in appannaggio e consolidato nelle loro mani la corona imperiale, anche se ormai il titolo, notevolmente indebolito dal sistema dell’elezione, era privo d’importanza politica. Ai margini del nascente Stato austriaco, nella parte orientale si erano formati il Regno di Boemia anch’esso inserito nella realtà imperiale, quello della Polonia, la cui popolazione si era convertita al cattolicesimo alla fine del XIV secolo con l’avvento della dinastia polacco-lituana Jagellone, e infine il Regno di Ungheria, ultimo baluardo cristiano confinante con la potenza ottomana. Nel corso della seconda metà del Quattrocento, gli assetti territoriali dei tre regni subirono profonde trasformazioni e, a più riprese, dovettero rintuzzare non solo le mire espansionistiche degli Ottomani ma anche degli Asburgo. Soprattutto quando con l’ascesa al trono di Massimiliano I (1483-1519) si accentrò nelle mani della casa d’Asburgo un enorme potere territoriale: ai domini austriaci, in seguito al matrimonio di Massimiliano con Maria di Borgogna, la figlia di Carlo il Temerario, si aggiunsero il possesso delle Fiandre, della Franca Contea e dei Paesi Bassi, con le loro fiorenti città, le potenti marinerie e la raffinata civiltà, cosa che se da una parte accentuò il carattere poli-nazionale dei domini asburgici, dall‘altra fece degli Asburgo gli eredi dell‘antica rivalità tra la casa di Borgogna e la Francia. Questo nuovo scenario politico doveva far sì che per lo Stato austriaco erano considerati potenziali alleati tutti i nemici della Francia e quindi furono cercate intese diplomatiche e militari in primo luogo con i sovrani spagnoli che da pochi anni reggevano le sorti del loro paese. Massimiliano nel 1496 fece sposare il figlio Filippo il Bello con Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, ponendo le premesse per il raggiungimento di un vasto disegno egemonico che collegasse alla tradizione dell’impero la forza del nascente Stato spagnolo e delle Fiandre. Sebbene il potere dell’imperatore sui principi territoriali, sui vescovati i ducati e le libere città risultasse assai blando, tuttavia il fatto che i Turchi minacciassero seriamente tutta l’Europa orientale, fece assumere alla carica una nuova sacralità e un certo prestigio. Dal punto di vista politico l’imperatore nelle sue decisioni era affiancato da una Dieta (Reichstag), composta da tre Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) ordini: i principi elettori, la nobiltà e i rappresentanti delle città. Gli elettori erano sette, tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Colonia, Treviri e Magonza) e quattro laici (il re di Boemia, il conte Palatino, il duca di Sassonia e il magravio del Brandeburgo), la nobiltà era rappresentata da 140 signori, 120 prelati e 30 principi, le 85 città, invece, inviavano alla Dieta i loro borgomastri, tranne i sette principi elettori, tutti gli altri non esercitavano un diritto di voto. Formalmente le decisioni della Dieta erano vincolanti per tutto l’impero, che si estendeva su un vasto territorio e si parlavano diverse lingue, tra cui, oltre il tedesco, il ceco, il boemo e l’italiano. Anche nell’Europa settentrionale avvenivano significativi cambiamenti. Gustavo Vasa nel 1520 avviava la rivolta contro la Danimarca, che aveva occupato la Svezia alla fine del Quattrocento. Incoronato re nel 1523 introdusse nel paese la confessione protestante e trasformò la Svezia in uno Stato moderno. Nell’immenso territorio russo, formalmente ancora sotto il controllo dei Mongoli dell’Orda d’oro, l’unità nazionale fu raggiunta sotto Ivan III il Grande (1462-1505), che riuscì a pacificare e sottomettere boiari e principi autonomi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 5 L’Italia nella seconda metà del Quattrocento Agli inizi del XV secolo l’Italia si presentava frammentata in una serie di Stati regionali di diversa entità, segnati da ricorrenti rivolgimenti politici al proprio interno e dalla formazione di vecchie e nuove coalizioni in cui i singoli Stati si opponevano gli uni agli altri nel tentativo di espandere il proprio dominio territoriale. Tuttavia, in seguito alla pace di Lodi (1454), anch’essa una conseguenza della conquista ottomana di Costantinopoli, stipulata “per la pace et quiete dell’Italia et per la defensione della santa fede cristiana”, si ebbe una certa semplificazione e un assestamento della geografia politica peninsulare. Gli Stati maggiori erano cinque: la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano nella parte settentrionale, la Repubblica di Firenze e lo Stato della Chiesa al centro e infine il Regno di Napoli nella parte meridionale. Ognuno di essi, circondato da una serie di Signorie locali, era turbato da conflitti interni che permettevano continui rovesciamenti di alleanze, davano ai loro avversari la possibilità di intromettersi nelle vicende interne e, soprattutto, offrivano il fianco a un possibile intervento straniero, sollecitato da chi si sentiva minacciato. Tra di essi solo gli orizzonti di Venezia, ‘la monarchia d’Italia’, l’unico Stato non minato da conflitti interni e capace di esercitare una reale egemonia sul resto della penisola, si potevano considerare quasi esclusivamente mediterranei. Pertanto, il sistema di equilibrio italiano raggiunto a Lodi, si reggeva sulla difesa della propria autonomia da parte dei singoli Stati. Questo risultato fu possibile grazie anche all’accorta politica diplomatica attuata da Lorenzo il Magnifico (14691492), signore della città stato di Firenze, che in occasione della crisi tra la capitale toscana e il papato (1478-1480) o nella successiva guerra di Ferrara (1482-1484) in cui furono coinvolti tutti i maggiori Stati peninsulari e rischiò il coinvolgimento di francesi e di turchi sollecitati a intervenire dai veneziani, seppe circoscrivere qualunque incidente che potesse alterare il fragile equilibrio politico italiano. Come rilevava Francesco Guicciardini, grande storico e diretto testimone delle drammatiche vicende di quel periodo, non vi era nessun principe che “potesse dare leggi agli altri”. Ognuno di essi era troppo debole per avviare l’unificazione della penisola e allo stesso tempo troppo forte per consentire ai rivali di attuarla. Tuttavia l’equilibrio della penisola si reggeva principalmente sulla forza di due Stati. Uno a nord, quello di Milano, l’altro a sud, il Regno di Napoli, considerato la porta del Mediterraneo orientale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) Passato nel 1450 dalla dinastia dei Visconti a quella degli Sforza, ricco di risorse agricole, dotato di un’industria assai prospera e di una invidiabile posizione geografica da cui controllava i passi alpini che portavano ai fiorenti centri commerciali europei; il ducato di Milano sin dalla seconda metà del Trecento aveva tentato di imporre il proprio predominio sull’Italia centrosettentrionale e per tale motivo divenne lo storico avversario di Venezia, la Dominante, la potente repubblica patrizia, impegnata in imponenti traffici mercantili marittimi, ma la cui classe dirigente cominciava a dirottare parte dei suoi investimenti verso la terra. Il Regno di Napoli si estendeva su tutto il Mezzogiorno continentale, e i suoi prodotti, vino, olio e grano oltre a mantenere attive le transazioni commerciali con i mercanti veneziani, genovesi e toscani, attirarono sin dal periodo medievale continue incursioni sulle sue coste da parte delle marinerie musulmane, che in diverse zone diedero vita a enclaves arabe, tracce delle quali sono rinvenibili ancora oggi, in particolare, nel lessico calabrese e siciliano relativo alle attività mercantili. In virtù della propria collocazione geografica, al centro del Mediterraneo, il Regno rivestiva un’importanza strategica per il controllo della navigazione e allo stesso tempo, dopo la conquista ottomana della Grecia e dell’Albania, costituiva insieme alla Sicilia, l’avamposto mediterraneo di fronte al pericolo turco. Napoli, quindi, assunse una rilevante posizione per le potenze che desideravano rafforzare i commerci e dominare la politica mediterranea. Benché re d’Aragona, Alfonso V il Magnanimo, dopo la conquista del Regno di Napoli (1442), aveva eletto la sua residenza nella capitale e, cosa ancora più importante, aveva disposto che la Corona meridionale si staccasse dal ramo spagnolo, designando come suo erede al trono napoletano il figlio naturale Ferrante (1458-1494). Sebbene, durante il periodo aragonese, la sua capitale, la città più popolosa d’Europa, vivesse un periodo di intense trasformazioni, la struttura dello Stato si presentava debole e soprattutto il sovrano non riusciva a contenere e a restringere il vasto potere acquisito dalle grandi casate del Regno. Le riforme promosse prima dal Magnanimo e poi proseguite dal figlio, tese a un rafforzamento del governo centrale a discapito della feudalità, provocarono il malcontento dei potenti signori che culminò nella Congiura dei Baroni (1485-1486), appoggiata dal papa Innocenzo VIII (1484-1492) favorevole a un’estromissione degli Aragonesi da Napoli e all’insediamento di una dinastia francese. La ribellione stroncata ferocemente da Ferrante con l’aiuto militare e diplomatico di Ferdinando il Cattolico, che riteneva indispensabile la presenza aragonese a Napoli per la sua politica di espansione mediterranea, provocò la fuoruscita di molti oppositori in Francia, proprio quando la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) monarchia transalpina, avendo ricondotto i domini degli Angiò sotto il proprio controllo diretto, fece proprie le pretese di quella casa principesca al trono di Napoli. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 6 Impero Ottomano La conquista turca di Costantinopoli (1453) non solo aveva messo fine alla civiltà bizantina e aveva consacrato la vittoria dell’Islam sul mondo cristiano, inserendo violentemente gli Ottomani nella dinamica geopolitica europea, ma aveva fatto affiorare per la prima volta negli animi delle popolazioni cristiane la grande paura del turco. Un’unificazione del Mediterraneo sotto il segno dell’Islam sembrò in quel momento un progetto possibile, tanto più che l’eredità della Chiesa bizantina passò nelle mani di Mosca ‘la terza Roma’, e indusse (idea della traslatio Imperii) il suo principe, Ivan III il Grande (1462-1505), sposo nel 1472 di una principessa bizantina della dinastia dei Paleologi, a farsi carico, dopo essersi proclamato Zar (Cesare) e aver sottratto dalla protezione dei Tatari il granducato moscovita, della creazione di un grande Stato cristiano che raccogliesse l’eredità di Roma e di Costantinopoli. Sul piano politico una delle prime conseguenze che ebbe la conquista ottomana di Costantinopoli fu l’accelerazione del processo di pacificazione tra Francia e Inghilterra e all’interno degli Stati territoriali italiani e, mentre su quello militare ci fu la vigorosa ripresa della Riconquista a opera dei Castigliani, che prima con Enrico IV e poi sotto Isabella ripresero la guerra contro Granada. La riconsiderazione dei rapporti tra la Porta e le principali potenze commerciali occidentali portò Venezia, Genova e Ragusa, le più colpite nei propri interessi dalla fine di Bisanzio, a stipulare trattati di pace e di amicizia col sultano, il quale in cambio di un tributo assicurava ancora alle loro navi il diritto di commerciare e ai loro cittadini la protezione dei beni. Analoghi privilegi furono accordati a Firenze e a Ragusa. Solo l’ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, stabilitosi a Rodi sin dal 1310, rifiutò di riconoscere l’autorità del sultano. Con la conquista della capitale bizantina, Maometto II, cresciuto in un harem dalle forti influenze bizantine, colto e poliglotta, parlava il persiano, l’arabo, il latino, il greco e l’ebraico, realizzò il sogno di tutti i suoi predecessori. La presa della città non solo diede al sultano il pezzo mancante tra l’Europa e l’Asia , ma gli conferì un immenso prestigio. Affascinato dal mito di Roma, tanto che dopo la conquista si fregiò sia del titolo di ‘Cesare’ che di ‘Sultano dei due mari’ (il Mediterraneo e il Mar Nero) e ‘delle due terre’ (la Rumelia e l’Anatolia), Maometto II si dimostrò un sovrano forte e coraggioso, e continuò la sua politica di espansione che fu condotta sostanzialmente in tre direzioni. Dopo la presa di Costantinopoli ‘il Conquistatore’ condusse personalmente una serie di campagne militari sulle coste del Mar Nero, che portarono Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) all’occupazione delle colonie veneziane e genovesi, del principato dei Commeni di Trebisonda (1461) e alla sottomissione del Canato dei Tatari in Crimea (1475). Allo stesso tempo rafforzò il dominio ottomano in Anatolia centrale e orientale, annettendosi i territori governati dalla dinastia dei Karaman (1469-74), infine, nel giro di pochi decenni completò la conquista dei territori greci e balcanici. La Serbia settentrionale fu invasa nel 1459, il Peloponneso tra il 1460 e il 1464 fu sottratto ai vari despoti bizantini, franchi e veneziani, e così la Morea divenne una provincia ottomana; la Bosnia fu conquistata tra il 1463 e il 1466, l’Albania, nonostante la valorosa difesa del principe Giorgio Castriota Skanderberg, divenne ottomana poco dopo il 1468, e la popolazione albanese che non volle accettare la resa emigrò verso l’Italia meridionale. Anche Venezia, in seguito allo scontro con i turchi per il controllo del Peloponneso, subì sensibili perdite territoriali: nel 1470 dovette cedere agli Ottomani la regione del Negroponte e alcune basi commerciali disseminate nel Mar Egeo e nello Ionio, ma la Serenissima, grazie al matrimonio di Caterina Cornaro con uno degli ultimi sovrani latini in Oriente, Giacomo II di Lusignano, nel 1489 riuscì a imporre il proprio dominio sull’isola di Cipro, il cui prestigio, oltre che per la sua posizione geografica, derivava dalla produzione di sale, di zucchero e di cotone. L’offensiva ottomana continuò verso la Dalmazia e il Friuli, quasi alle porte di Venezia e nel 1480 i turchi misero piede, provvisoriamente, in Italia a Otranto. “Non vedo niente di buono all’orizzonte” scriveva Pio II, dopo aver tentato, invano, una trattativa con il sultano. Le conquiste compiute da Maometto II furono consolidate dal figlio Bayazed II (1481-1512). Dopo essersi sbarazzato del fratello Cem, che gli aveva proposto di dividere in due parti l‘impero – Cem, dopo aver tentato nel 1482, invano, di attaccare il fratello dall’Egitto, riparò presso i Cavalieri di Rodi per fomentare un nuovo attacco; portato in Francia e tenuto in ostaggio in una torre alta sette piani, nel 1489 fu consegnato al papa e poi a Carlo VIII che lo condusse con sé a Napoli dove fu assassinato da un rinnegato greco nel 1495 – Bayazed II dovette difendersi da numerosi attacchi portati ai suoi domini e affrontare un secondo conflitto con Venezia (1499-1503), impegnata anche sul fronte italiano. La successiva pace firmata con i veneziani a Istanbul permise al sultano di concentrarsi sui problemi interni all’Impero e di allestire una potente flotta navale, facendo tesoro della tradizione bizantina e italiana ma anche delle enormi risorse di legname e di materie prime necessarie alla cantieristica. Di lì a qualche decennio i turchi, che non avevano alcuna tradizione marinara, riuscirono a costruire una potente flotta capace di tenere testa alle prestigiose marinerie occidentali. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 18 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 7 Cronologia 1453 - Costantinopoli viene conquistata dai Turchi; fine della Guerra dei Cento anni tra Francia e Inghilterra. 1454 - Pace di Lodi. 1455-1485 – Guerra delle due Rose tra Francia e Inghilterra. 1461-1483 - Luigi XI, re di Francia. 1463-1479 - I conflitto turco-veneziano. 1469 - Matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. 1469-1492 - Lorenzo il Magnifico a Firenze. 1477 – Carlo il Temerario è sconfitto ed ucciso a Nancy da Luigi XI. 1481-1512 - Regno di Bayazed II. 1485-1509 – Regno di Enrico VII Tudor. 1489 - Venezia acquisisce l’isola di Cipro. 1492 – Presa di Granada, espulsine degli ebrei dalla Spagna, morte di Lorenzo il Magnifico, elezione di Alessandro VI. 1493-1519 – Massimiliano d’Asburgo imperatore. 1499-1503 - II conflitto turco-veneziano. Conquiste ottomane di Lepanto, del Golfo di Corinto e di Modone. 7.1 La formazione dello Stato nazionale spagnolo 1412: il castigliano Ferdinando I sale sul trono di Aragona 1469: Ferdinando II d’Aragona sposa Isabella di Castiglia: dal 1479 unione personale dei due regni di Castiglia e di Aragona 1492: presa di Granada: fine della presenza islamica in Spagna 1512: annessione della Navarra al regno di Aragona 1516: alla morte di Ferdinando II, Carlo d’Asburgo (figlio di Giovanna “la pazza” regina di Castiglia ) è proclamato re di Aragona e re di Castiglia col titolo di Carlos I , ma eletto imperatore col titolo Carlo V (1519) Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 19 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 1526: Carlo V d’Asburgo sposa Isabella di Portogallo: unificazione personale dei tre regni iberici 1556: all’abdicazione di Carlo V suo figlio Filippo II d’Asburgo è proclamato re di Spagna e dei Paesi Bassi 7.2 7.3 7.4 L’affermazione degli Asburgo in Europa 1278 Ducato d’Austria 1348 Seggio imperiale (già dei Lussemburgo) 1463 Ungheria 1477 Fiandre (eredità borgognona) 1493 Franca Contea 1516 Regno di Castiglia e Regno di Aragona 1519 Elezione Imperiale di Carlo d’Asburgo 1521 Ducato di Milano 1530 Regno di Napoli La formazione dello Stato nazionale francese 1477: annessione del regno di Borgogna 1481: annessone della contea di Provenza 1482: annessione del ducato di Anjou (Angiò) 1532: annessione del ducato di Bretagna L’espansione dell’Impero Ottomano 1453 Conquista turca di Costantinopoli 1456 Conquista di Atene 1460 - 64 Conquista del Peloponneso 1461 Conquista di Trebisonda Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 20 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) 1462-66 Occupazione della Bosnia 1463-1479 Primo conflitto turco-veneziano 1475 Sottomissione del Canato di Crimea 1480-81 Occupazione di Otranto per 14 mesi 1499-1503 Secondo conflitto turco-veneziano Conquiste ottomane di Durazzo, Lepanto, ed altri avamposti e basi marittime veneziane 1514 – Selim I (1512-1520) sconfigge i Safavidi e occupa una parte della Persia 1516-17 - Conquista di Siria ed Egitto e fine della dinastia mamelucca. 1520-66 1521– Conquista di Belgrado 1522 – Conquista dell’isola di Rodi dal 1309 in mano ai Cavalieri di S. Giovanni Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 21 di 22 Università Telematica Pegaso Mutamenti politici e dinastici in Europa(XV-XVI sec.) Bibliografia G. Ritter, La formazione dell’Europa moderna, Laterza, Roma-Bari, 1997. F. Gaeta, Il nuovo assetto dell’Europa, UTET, Torino, 1986. Ch. Tilly (a cura di), La formazione degli Stati nazionali nell’Europa occidentale, Il Mulino, Bologna, 2005. R. Fossier (a cura di), Storia del Medioevo, Il Tempo delle crisi, 1250-1520, Torino, 1987. Musi, Il feudalesimo nell’Europa moderna, Il Mulino, Bologna, 2007. R. Romano, Tra due crisi: l'Italia del Rinascimento, Torino, Einaudi, 1971. T. Bey, La conquista di Costantinopoli, Mondatori, Milano, 2007. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 22 di 22