Elettronica T - Lanzoni Sommatore IR4 v2 v3 v1 v2 v3 v + + = − O = iR 4 R1 R2 R3 R4 R4 I1 R1 I2 R2 I3 R3 ΣIi v v v ⇒ vO = − R4 1 + 2 + 3 R1 R2 R3 VO + _ v1 Σii = se R1 = R 2 = R 3 = R4 : vO = −(v1 + v2 + v3 ) = −∑ v i Una estensione del circuito amplificatore invertente ad operazionali è il circuito sommatore. Il funzionamento di questo circuito risulta intuitivo se si considerano le correnti che fluiscono sui rami dei vari ingressi e sul ramo di retroazione. La funzione di somma è realizzata nel nodo di massa virtuale. In questo nodo vale infatti (per KCL): ∑i = 0 ∑i ⇒ i = iR 4 Se esprimiamo tutte le correnti in funzione della caduta sulle resistenze risulta: vi ∑R i =− vOUT R4 da cui, se tutte le resistenze sono uguali, risulta immediatamente che : vOUT = −∑ v i 1 Elettronica T - Lanzoni Sommatore con guadagno R3 v2 R1 R2 + _ v1 VO Es. R1=1K Ω R2=100K Ω R3=10KΩ Per v2=0 vOUT /v1 = -R3/R1 = -10 Per v1=0 vOUT /v2 = -R3/R2 = -0.1 E quindi per sovrapposizione degli effetti: vOUT = -10v1 -v2/10 Naturalmente se le resistenze non sono tutte identiche, è possibile amplificare (o attenuare) i segnali ai vari ingressi, scegliendo opportuni rapporti fra la resistenza di retroazione e quelle di ingresso. Il circuito sarà quindi caratterizzato da diversi guadagni, a seconda dell’ ingresso considerato. 2 Elettronica T - Lanzoni Amplificatore differenziale ad OPAMP In molti campi è necessario ricorrere ad amplificatori differenziali ove: vOUT = A(v2 − v1 ) Un amplificatore differenziale risulta utile per esempio nel caso di una linea rumorosa per eliminare i disturbi di modo comune. Per ottenere una relazione ingesso-uscita come quella voluta si può usare uno schema come quello di figura. In particolare, il circuito illustrato può essere pensato come la combinazione di un amplificatore invertente (ingresso v1) ed uno non invertente (ingresso v2). La tensione in uscita può quindi essere facilmente espressa in funzione delle tensioni v1 e v2 applicando il principio di sovrapposizione degli effetti. 3 Elettronica T - Lanzoni Amplificatore differenziale ad OPAMP vO1 = − R2 v1 R1 R4 R1 + R2 1 + R2 R1 = v2 vO 2 = v2 1 + R3 R4 R3 + R4 R1 Analizziamo quindi i due segnali separatamente. 1) Annulliamo v2 per trovare la relazione vOUT - v1 . In questo caso, essendo nulla la corrente in ingresso al morsetto non invertente dell’ operazionale ideale, il suo potenziale è nullo. Il circuito è quindi un amplificatore invertente con guadagno AV1= -R2/R1. 2) Annulliamo ora v1 e calcoliamo la relazione vOUT - v2. Consideriamo la tensione v+ del morsetto non invertente. La relazione vOUT-v+ è quella dell’ amplificatore non invertente con ingresso v+ : vO 2 = v+ Ma v+ = v2 e quindi vO 2 R1 + R2 R1 R4 R3 + R4 R4 R1 + R2 1 + R2 R1 = v2 = v2 1 + R3 R4 R3 + R4 R1 4 Elettronica T - Lanzoni Amplificatore Differenziale ad OPAMP Sommando i contributi si ottiene: vOUT = vO1 + vO 2 = − R2 1 + R2 R1 v1 + v2 R1 1 + R3 R4 Si vuole che la componente di modo comune non venga amplificata. Perciò: v1 = v2 ⇒ vOUT = 0 Ciò si verifica se : R2/R1 = R4/R3 A questo punto per ottenere la relazione complessiva ingressi-uscita, sommiamo i due contributi. Si nota che, se non si fa nessuna ipotesi sulle resistenze, risulta: vOUT = vO1 + vO 2 = − 1 + R2 R1 R2 R2 − v2 (v1 − v2 ) + R1 1 + R3 R4 R1 L’ uscita risulta quindi affetta da una componente non differenziale. Per annullare questa componente si annulla il termine che moltiplica v2. 1 + R2 R1 R2 − = 0 ⇔ 1 + R R R1 3 4 R2 R4 = R1 R3 Se questa condizione è soddisfatta, l’ amplificatore è puramente differenziale con guadagno -R2/R1. 5 Elettronica T - Lanzoni Circuito equivalente della linea disturbata Una linea disturbata da una componente di modo comune può essere schematizzato come segue: L’ amplificatore differenziale permette di ottenere un segnale single ended non affetto da eventuali componenti di modo comune che possono derivare da un disturbo iniettato su una linea di trasmissione. 6 Elettronica T - Lanzoni Amplificatore differenziale: Rin Per valutare Rin scriviamo l’ equazione della maglia di ingresso: v2 − v1 = R1i + 0 + R1i ⇒ Rin = 2 R1 Per calcolare la resistenza di ingresso del circuito, ricorriamo al concetto di cortocircuito virtuale degli ingressi dell’ operazionale. In questa condizione, la resistenza di ingresso risulta semplicemente: Ri = 2R1 Una importante considerazione è che Rin può essere in generale bassa. Questo può essere un grosso limite specialmente in applicazioni, come la strumentazione, nelle quali si richiede che l’ impedenza di ingresso sia elevatissima, per non perturbare il funzionamento del circuito cui l’ amplificatore è collegato. E’ necessario in questi casi ricorrere ad un circuito in cui i segnali siano applicati direttamente a morsetti di ingresso di un operazionale e che allo stesso morsetto non giungano altri rami del circuito. Un altro punto debole di questo circuito è che volendone variare il guadagno si deve modificare il valore di due resistenze e fare in modo che dopo la variazione sia verificata la condizione di uguaglianza fra rapporti di resistenze. 7 Elettronica T - Lanzoni Amp. Differenziale per Strumentazione Un circuito che elimina i problemi visti in precedenza è quello in figura. In esso gli ingressi sono collegati ai morsetti non invertenti di due operazionali, e quindi viene soddisfatta la condizione di altissima impedenza di ingresso. Inoltre, come vedremo, il guadagno può essere variato agendo sul valore di R1, lasciando invariate le altre resistenze. Anche in questo caso il funzionamento del circuito può essere descritto sommando i contributi dei due segnali quando uno è stato annullato. Partiamo per esempio da v1 annullando v2 (v2=0V). Il morsetto invertente di A2 si trova al potenziale di massa (massa virtuale). All’ uscita di A1 avremo quindi v1 amplificato dall’ amplificatore non invertente costituito da A1 retroazionato da R2 ed R1. Risulta quindi: R1 + R2 vo1 = v1 R1 8 Elettronica T - Lanzoni Amp. Differenziale per strumentazione In uscita ad A2 avremo invece vo 2 = −v1 R2 R1 A2 nei confronti di v1 si comporta infatti come un amplificatore invertente con guadagno pari a -R2/R1 . vo1 e vo2 sono portati in ingresso ad un amplificatore differenziale a guadagno pari A -R4/R3 (vedi circuito precedente). La componente in uscita all’ intero circuito dovuta a v1 è quindi: vo = − R4 (vo1 − vo 2 ) = −v1 R4 1 + 2 R2 R3 R3 R1 Una analisi perfettamente simmetrica, a meno del segno, può essere fatta per v2 una volta annullato v1. Il suo contributo al segnale in uscita risulta: vo = v2 R4 2 R2 1 + R3 R1 Sommando i contributi si ottiene infine: vo = −(v1 − v2 ) R4 2 R2 1 + R3 R1 9 Elettronica T - Lanzoni Configurazioni con impedenze Z2(s) Z1(s) + _ Vin(s) Vout ( s ) = − Vout(s) Z 2 (s) Vin ( s ) Z1 ( s ) Una immediata e notevole estensione dell’ amplificatore invertente è il caso in cui al posto di due resistenze ci siano due impedenze. In questo caso la funzione di trasferimento risulta: H (s) = − Z 2 (s) Z1 ( s ) Risulta quindi abbastanza semplice costruire amplificatori con funzioni di trasferimento anche abbastanza complesse scegliendo opportunamente le impedenze Z1 e Z2. 10 Elettronica T - Lanzoni Configurazioni con impedenze 1/sC R 1/sC R + _ + _ -20 dB/dec o -6 db/ottava Integratore invertente (*) +20 dB/dec o +6 db/ottava Derivatore invertente Casi notevoli sono quelli riportati in figura. Integratore invertente In questo caso è Z 2 (s) = 1 sC e Z1 ( s ) = R La funzione di trasferimento risulta quindi quella di un integratore invertente: vOUT ( s ) 1 =− vIN ( s ) sCR Derivatore invertente In questo caso è Z 2 (s) = R e Z1 ( s ) = 1 sC La funzione di trasferimento risulta quindi quella di un derivatore invertente: vOUT ( s ) = − sRC v IN ( s ) 11 Elettronica T - Lanzoni Integratore di Miller Rf Rf Vout ( s) 1 =− Vin ( s) R 1 + sR f C 1/sC R ADC = -Rf/R ω-3dB = 1/RfC + _ Stadio passa basso L’ integratore presentato in precedenza, pur essendo concettualmente molto semplice, ha due gravi difetti: 1) in DC il condensatore è un aperto e quindi l’ operazionale non risulta più retroazionato. 2) in condizione di riposo (vIN=0) , la corrente di polarizzazione dell’ ingresso risulta in una deriva della tensione in uscita (si integra una costante) che finisce per saturare. Per queste ragioni, si pone in parallelo al condensatore un resistore (di valore elevato) che permette di superare questi problemi. La funzione di trasferimento del circuito è quindi sempre a singolo polo, ma non più nell’ origine ma a pulsazione ω = 1R C f che, se Rf è di valore sufficientemente elevato, risulta bassissima. D’altra parte, in condizioni di riposo la tensione di uscita risulta pari a RfI-. Questo valore di offset dovuto alla I- può non essere trascurabile se Rf è troppo elevato. N.B. un circuito di questo tipo può essere anche interpretato come un filtro passabasso con modulo della FDT a centro banda non unitario ma pari a Rf/R. 12 Elettronica T - Lanzoni Filtraggio di un segnale Digitale S/H ADC MEM DSP DAC Sout Sin H(jω) Analogico In numerose occasioni può essere necessario filtrare un segnale, ovvero farlo passare attraverso un circuito con una funzione di trasferimento (distorcente) che ne elimini delle componenti spettrali e/o ne isoli altre. Un caso tipico è l’ eliminazione della componente a 50 Hz dovuta alla rete, oppure l’ eliminazione delle componenti al di fuori di un banda di interesse ecc. A questo problema esistono due soluzioni: 1) soluzione basata su una elaborazione digitale di un insieme di campioni 2) soluzione basata sul progetto di un circuito che abbia la FDT voluta. Il primo approccio, sebbene più complesso e costoso, ha l’ indubbio vantaggio di una estrema flessibilità che permette di adattare (anche dinamicamente) lo stesso circuito a diverse esigenze semplicemente agendo sul software del DSP. Il secondo approccio è viceversa più rigido, ma può essere più economico e permettere di elaborare segnali con bande passanti molto estese. 13 Elettronica T - Lanzoni Filtri passivi I filtri passivi hanno guadagno di centro banda unitario ES.Filtro passa basso passivo |H(jω)|, dB 0dB H ( jω ) = 1 1 + jωCR Si può trarre spunto dalla considerazione appena fatta per introdurre una importante categoria di circuiti basati su operazionali : i filtri attivi Questi circuiti sono caratterizzati da una funzione di trasferimento con un polo o uno zero (filtri del primo ordine) o da più poli e zeri (filtri di ordine superiore) e da un guadagno in centrobanda maggiore di uno. I vantaggi di un approccio ad operazionali nel progetto di un filtro sono notevoli ed in particolare: • Facile combinazione di più stadi per ottenere FDT complesse •Guadagno a centro banda > 0dB Facciamo un esempio: il filtro passa basso. Un circuito di questo tipo, realizzato con componenti passivi, realizza una funzione di trasferimento che ha guadagno unitario (0dB) a bassa frequenza e pendenza di 20dB/dec al di sopra della pulsazione di taglio ω0. 14 Elettronica T - Lanzoni Filtri passivi Combinando più filtri si ottiene una FDT diversa dal prodotto delle FDT dei singoli stadi filtro Supponiamo ora di voler combinare più filtri collegandoli in cascata. In questo caso, la funzione di trasferimento dei singoli blocchi è influenzata dal rapporto impedenza di uscita- impedenza di ingresso, esattamente come abbiamo già commentato nel caso degli amplificatori in cascata. In questo caso però, trattandosi in generale di impedenze complesse, la funzione di trasferimento sarà caratterizzata da frequenze dei poli e degli zeri in generale diverse da quelle della FDT degli stadi separatamente analizzati ed inoltre l’ attenuazione a centro banda non sarà in generale 0dB, ma, come nell’ esempio di figura, minore. L’ esempio riportato in figura mostra le FDT di: • un filtro RC passa basso con R=10KΩ, C=1nF che, non caricato, ha un polo a circa 16 KHz, (curva blu), •un filtro RC passa alto con R=10KΩ, C=1µF caratterizzato da un polo a circa 16 Hz, (curva rossa) •il filtro ottenuto dalla cascata dei due ha attenuazione a centro banda pari a 6dB e poli a circa 7.9 Hz e 31.4 KHz (curva verde) 15 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi: caratteristiche + + + + Guadagno di centrobanda > 1 Bassa impedenza di uscita (componibilità) Compattezza Particolarmente utili a bassa frequenza - Single ended VI PF VO VI AF VO In generale, scegliendo opportunamente le reti di retroazione e componendo diversi stadi in cascata è possibile realizzare funzioni di trasferimento di filtro complesse, in modo relativamente semplice. In particolare è possibile realizzare funzioni di trasferimento simili a quelle proprie di circuiti con induttori, facendo uso di sole resistenze e capacità, o, addirittura di sole capacità. Questo risulta di fondamentale importanza in quanto permette di realizzare filtri di dimensioni estremamente compatte, in tecnologia film spesso o, nel caso di filtri a capacità commutate in tecnologia del silicio monocristallino. 16 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi del primo ordine Filtro passa basso attivo I1 I2 vi/R1 = -vO/(R2//C) I1 I2 vi R + 1 / jωC 1 + jωR2C = −vO 2 = −vO R1 R2 / jωC R2 ⇒ vO ( jω ) R 1 = H ( jω ) = − 2 vi ( jω ) R1 1 + jωCR2 La stessa FDT del filtro passa-basso, ma con guadagno a bassa frequenza maggiore di uno, può essere realizzata con uno schema identico a quello già presentato come integratore di Miller. Notiamo che la FDT è a singolo polo, ma il modulo del guadagno è pari a R2/R1. Inoltre, grazie alla bassa impedenza di uscita dell’ operazionale, il blocco manterrà invariata la sua FDT anche se in cascata verrà posto uno o più successivi blocchi di filtri attivi. 17 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi del primo ordine Filtro passa alto attivo vI 1/sC vx vO + _ vX sCR3 = vI 1 + sCR3 R3 R1 vO R1 + R2 = vX R1 R2 ⇒ vO ( jω ) R + R1 jωCR3 = H ( jω ) = 2 v I ( jω ) R1 1 + jωCR3 Il filtro passa alto si può ottenere combinando un passa alto passivo ad uno stadio di guadagno (amplificatore non invertente). 18 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi del secondo ordine Un interessante filtro del secondo ordine è quello riportato in figura. Questo circuito è anche noto come filtro universale. Esso infatti può essere utilizzato sia come filtro passa basso o passa alto del secondo ordine sia come passa banda o elimina banda. Di questo filtro esistono forme integrate a basso costo. In breve il suo funzionamento può essere descritto come segue. Si parte dall’ espressione di un filtro passa alto del secondo ordine: Ks 2 = 2 2 Vi s + s(ω 0 Q ) + ω 0 Vhp Osserviamo che questa espressione puo’ essere anche scritta come: 2 1 ω0 ω 0 Vhp = KVi − Vhp − 2 Vhp Q s s ovvero Vhp può essere espressa come la somma del segnale in ingresso e dei suoi integrali, singolo e doppio. 19 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi del secondo ordine vy ω0 = 1 CR Rf R1 R R f R1 Q = 1 + 3 ⋅ R2 R f + R1 E’ possibile costruire un circuito a operazionali che realizzi questa funzione impiegando due integratori ed un sommatore (KHN biquad). Questa cella del secondo ordine è dovuta a Kerwn Huelsman e Newcomb. Osserviamo che fra i vari nodi del circuito e l’ ingresso corrisponde una diversa funzione di trasferimento (LP, HP, BP) che possono essere eventualmente combinate mediante un sommatore con guadagno. Il funzionamento del circuito si ottiene combinando le seguenti equazioni: Vi − V y Vy − Vbp = R R3 2 Vlp − V y V y − Vhp = R1 Rf Vhp Vbp = − sRC Vbp Vlp = − sRC R3 R f 1 + ⇒ Vhp = R2 + R3 R1 R R2 R f ω 0 Vi + 1 + − Vhp − f R2 + R3 R1 s R1 ω02 2 Vhp s 20 Eliminando Vy si ottengono le FDT fra Vi ed i nodi Vlp, Vhp e Vbp: H lp = R3 (R f + R1 ) D , H bp = CRR3 (R f + R1 )⋅ s D , H hp = C 2 R 2 R3 (R f + R1 )⋅ s 2 D con D = C 2 R 2 R1 (R2 + R3 ) ⋅ s 2 + CRR2 (R f + R1 )⋅ s + R f (R2 + R3 ) Esprimiamo ora il fattore di qualità Q, il guadagno K e la pulsazione ω0 in funzione dei valori degli elementi passivi. Partiamo dal denominatore: C 2 R 2 R1 (R2 + R3 ) ⋅ s 2 + CRR2 (R f + R1 )⋅ s + R f (R2 + R3 ) 2 2 dividiamo per C R R1 (R2 + R3 ): s2 + R2 (R f + R1 ) CRR1 (R2 + R3 ) ⋅s+ Rf 2 C R 2 R1 sostituiamo CR=1/ω0 : s2 + R2 (R f + R1 ) R1 (R2 + R3 ) ⋅ω0 s + Rf R1 ω02 infine uguagliamo le due forme: s2 + R2 (R f + R1 ) R1 (R2 + R3 ) ⋅ω 0 s + Rf R1 ω02 = s2 + s ω0 Q + ω0 2 otteniamo : Rf R1 =1 ⇒ R3 1 = 2Q − 1 ⇒ K = 2 − R2 Q Infine la somma pesata delle tre uscite della cella biquad permette di ottenere una funzione molto flessibile che po’ ridursi ad un qualsiasi filtro del secondo ordine scegliendo opportunamente le resistenze: ( Vo RF RH )s 2 − s(RF RB )ω 0 + (RF RL )ω 0 = −K ω 2 Vi s 2 + s 0 + ω0 Q 2 21 Elettronica T - Lanzoni Sintesi di impedenze: induttore simulato La realizzazione di induttori è essenziale per la costruzione di filtri Gli induttori passivi per impiego a bassa frequenza sono ingombranti Si cerca di simulare il comportamento di un induttore con un circuito a OPAMP, R e C L’ ultimo elemento che rimane da sintetizzare è l’ induttore. Questo componente è indispensabile per la costruzione dei filtri, ma al tempo stesso è ingombrante, se realizzato come discreto, e non integrabile (almeno per valori relativamente alti). Si cerca quindi di sostituirlo con un equivalente elettronico. 22 Elettronica T - Lanzoni Il circuito di Antoniu 2 1 3 4 5 Il circuito di figura presenta ai morsetti di ingresso una impedenza ZIN equivalente ad un induttore. Per dimostrarlo, teniamo presente che gli operazionali lavorano nella zona ad alto guadagno e quindi si ha cortocircuito virtuale fra i nodi 1 e 3 e fra i nodi 3 e 5. La tensione ai capi di R5 è quindi V1 . Seguendo la numerazione è possibile risalire alla corrente di ingresso. L’ impedenza di ingresso risulta: Z IN = sC4 R1 R3 R5 / R2 è quindi equivalente ad un induttore. 23 Elettronica T - Lanzoni Cella del 2’ ordine con induttore simulato H (s ) = s / CR s + s(1 CR ) + (1 LC ) 2 Un esempio di applicazione del circuito di Antoniu è quello riportato in figura. Un filtro passa banda è stato realizzato con un circuito RLC in cui l’ induttanza è stata sostituita dal circuito di Antoniu. Inoltre un amplificatore (K) disaccoppia il nodo di uscita dagli stadi a valle e fissa il guadagno della cella. 24 Elettronica T - Lanzoni Circuiti a capacità commutate (switching capacitors) Φ1 V1 T Φ2 M1 V2 M2 Φ1 Φ2 C V1 In un periodo: ∆Q=C∆V In un secondo: Φ1 ∆Q=C(V1-V2) C V =V C0 2 ∆Q /T=fC∆V=I = V1 R=1/Cf V2 V2 Φ2 VC0=V1 C ∆Q=C(V1-V2) Uno dei passi fondamentali nella sintesi di filtri integrati è la sostituzione di componenti passivi ingombranti (capacità e resistori di elevato valore, induttanze) con equivalenti “elettronici”. I moderni circuiti che sintetizzano i filtri attivi, sono costruiti in forma monolitica sfruttando la tecnica delle capacità commutate. Un circuito a capacità commutate è costruito in tecnologia CMOS sfruttando tre soli elementi: • Capacità MOS • Amplificatori operazionali CMOS • Interruttori CMOS (pass transistor) Con questi elementi è possibile sintetizzare resistori ed induttori. Resistori a capacità commutate Un resistore può essere simulato mediante una capacità e due interruttori, che supporremo ideali. Il principio di funzionamento è quello della pompa di carica, ossia un dispositivo che travasa una certa quantità di carica da un nodo ad un altro del circuito. 25 Elettronica T - Lanzoni Filtri attivi a capacità commutate H ( jω ) = − R2 1 R1 1 + jωCR2 H ( jω ) = − C1 C2 1 1 + jω C fC2 Una volta in grado di simulare il funzionamento di un resistore, è possibile integrare un filtro sostituendo alle resistenze, l’ equivalente a capacità commutate. 26