Generatore di tensione variabile (livello, polarità) stabilizzato. Questo circuito impiega un solo diodo di riferimento per generare una tensione variabile in un intervallo di valori sia positivi che negativi. Quando il cursore del potenziometro è nella parte più alta, si ha V+ = 2.5 V. Poiché l’OP-AMP mantiene V+ = V- , allora è VR3 = 0, che comporta IR3 = 0. Pertanto l’operazionale funziona come amplificatore non invertente e l’uscita è: Vo = (1+ R4/R5)*2.5 V. Quando il cursore del potenziometro è nella parte più bassa, V+ = 0 e VR5 = 0. In tal caso il circuito funziona come amplificatore invertente e l’uscita è: Vo = -(R4/R3)*2.5 V. Facendo scorrere il cursore da un estremo all’altrosi varia dunque la tensione di uscita nell’intervallo: -(R4/R3)*Vrif ≤ Vo ≤ (1+ R4/R5)* Vrif Esercizio: Nel circuito di figura si dimensionino i valori dei componenti per variare Vo da –10 V a +10 V mediante un 1 potenziometro da 100 KΩ e imponendo nel diodo una corrente minima di 1 mA. Circuiti con OP-AMP in regime a.c. La larghezza di banda di un circuito amplificatore è limitata dalla risposta in frequenza ad anello aperto dell’operazionale. Al di sotto della frequenza di taglio, tuttavia, il guadagno dell’amplificatore è fissato dai componenti del circuito esterno e non dalle specifiche dell’operazionale. La circuiteria esterna può essere anch’essa dipendendente dalla frequenza se vi è la presenza di elementi reattivi (C, L). Il comportamento sensibile alla frequenza consente al progettista di sintetizzare una particolare risposta in frequenza che rispetti determinate specifiche. Tipicamente, una di queste richiede che il guadagno scenda a zero al di sotto di una frequenza fissata come dal diagramma di Bode riportato in figura: Un circuito che presenti una risposta in frequenza con roll-off in bassa frequenza è denominato amplificatore a.c. 2 Amplificatore a.c. invertente L’amplificatore a.c. invertente mostrato in figura avrà un guadagno dipendente dalla frequenza poiché: vo/vi = - R2/Z1 ove Z1 = R1+1/jωC Risulta evidente che per tutti quei valori di frequenza tali per cui l’impedenza capacitiva è di valore molto maggiore rispetto a R1, vi sarà trasmissione di segnale nulla o trascurabile, mentre a frequenze maggiori (con il diminuire del contributo 1/jωC) la presenza del condensatore ha effetto trascurabile sull’impedenza e il circuito si comporta da semplice amplificatore invertente. Ciò significa che ci troviamo al centro della banda passante, abbastanza lontani dalle frequenze di taglio sia inferiore (ωinf = 1/R1C) sia superiore, come precedentemente valutato. 3 Amplificatore a.c. non invertente La figura seguente riporta lo schema di un amplificatore a.c. non invertente. Analogamente a quanto visto in precedenza, il condensatore d’ingresso blocca la componente continua ma fornisce un ramo a bassa impedenza alle frequenze più alte, quando 1/ωC« R3. La frequenza di taglio inferiore è legata agli elementi presenti sul ramo d’ingresso e cioè ωinf = 1/R3C e il guadagno a centro banda vale 1+ R2/ R1. 4