100 RISPOSTE SULLE MALATTIE DELLE VENE Gaetano Lanza - Alessio Redaelli Lombar Key - €12,00 IL LIBRO Pur non avendo nella maggioranza dei casi un esito mortale, le patologie venose degli arti inferiori possono tuttavia essere molto fastidiose e soprattutto molto invalidanti. Negli ultimi anni, con l’evolversi dei sistemi di comunicazione, soprattutto attraverso internet, si è potuta verificare una molteplice e incessante richiesta di chiarimenti sull’argomento. L’obiettivo degli autori di “100 risposte sulle malattie delle vene”, i professori Gaetano Lanza, chirurgo vascolare, e Alessio Redaelli, specialista in Flebologia e Medicina Estetica, è quello di evitare il solito volume ultraspecialistico e poco fruibile e di ottenere un’opera facile da leggere e da consultare, dove trovare velocemente la risposta alle proprie domande. Documenti: che cos’è l’insufficienza venosa Largamente diffusa nei paesi occidentali, l’insufficienza venosa colpisce circa il 30% della popolazione maschile e il 50-55% di quella femminile, mentre è quasi completamente sconosciuta nei paesi del terzo mondo, quali Africa, Asia e Oceania. In Italia circa 19 milioni di persone sono affette da insufficienza venosa cronica e questo ne fa la terza patologia più diffusa (dopo allergie e ipertensione). L’avanzare dell’età rappresenta un fattore decisivo per l’insorgere del problema. Quasi il 60% delle donne oltre i 60 anni lamenta disturbi, mentre la percentuale degli uomini si attesta intorno al 35%. In base agli studi effettuati nei Paesi avanzati e pubblicati sulle più prestigiose riviste specializzate, anche l’ereditarietà è un fattore chiave per l’insorgenza delle varici. Nelle persone che presentano fattori ereditari l’incidenza delle varici è circa del 50%, mentre è inferiore al 40% nelle altre. Tipi di patologia La flebologia è quella branca della medicina che fa parte dell’angiologia e della chirurgia vascolare e si occupa della diagnosi, della cura e dello studio di tutto quanto ruota intorno alle patologie delle vene. Le malattie delle vene, delle arterie e dei vasi linfatici possono causare patologie gravissime, pur non causando, nella maggioranza dei casi, patologie con esito mortale. Arterie e vene mostrano patologie diverse. Se si ammalano le arterie si parla di aterosclerosi, in questo caso fumo ed ipercolesterolemie sono i principali fattori di rischio, se invece si ammalano le vene si hanno le cosiddette flebopatie, per cui viene persa la funzione di ritorno da ogni parte del corpo al cuore. Se la flebite si verifica in una vena profonda viene chiamata flebotrombosi, pericolosa se da questa si stacca la parte finale del trombo che può andare ad occludere una vena polmonare, dando luogo ad una embolia polmonare. Le flebiti superficiali, varicoflebiti, danno sintomi come dolore e rossore, oppure una parte del liquido che si trova nella vena, per la variazione di pressione che si esercita sulle pareti, tende a uscire dalla vena e riempire il tessuto sottocutaneo. Le manifestazioni di una vasodilatazione dipendono dalla localizzazione: le varici sono vene dilatate, serpiginose, dove il sangue ristagna. A causa di ciò la pressione al loro interno aumenta e si manifesta gonfiore, infiammazione e dolore, la “couprose” affligge caratteristicamente il viso e gli angiomi interessano invece qualsiasi parte del corpo, ma in particolare tronco e arti, collo e viso, il “matting” è caratterizzato dall’insieme di capillari sottilissimi e rossi, verosimilmente arteriosi. Le varici Le varici primitive si formano da vene che hanno una parete alterata ma una pressione interna normale, almeno nei primi stadi. Nel corso degli anni, la parete venosa si sfianca, le valvole interne delle vene si assottigliano e perdono la loro funzione di facilitare il ritorno venoso. Anche se le varici sono considerate dagli angiologi di lieve disagio, possono manifestarsi complicanze molto invalidanti (varicoflebiti), che devono essere trattate con urgenza da personale qualificato. Le donne tendono a sviluppare più patologie venose (varici e capillari) rispetto agli uomini, sia per questioni ormonali sia per le gravidanze, in un rapporto di circa 4:1. Avere dei figli comporta un maggior rischio di soffrire di varici in età avanzata: circa il 35% delle donne che hanno avuto più gravidanze ne soffre, mentre solo il 15% delle donne senza figli lamenta disturbi analoghi. Le varici secondarie, invece, sono appunto conseguenti ad un’altra patologia, si formano in vene normali che però non riescono a sopportare una pressione che aumenta velocemente. Le varici secondarie, di solito, sono dovute ad una chiusura dell’asse venoso principale. Anche le emorroidi sono varici delle vene normalmente presenti nel plesso venoso emorroidario. Quando per svariati motivi le pareti dei vasi emorroidali si dilatano, allora si parla di patologia emorroidaria. La diagnosi Una semplice visita dello specialista chirurgo vascolare è quasi sempre sufficiente nella diagnosi delle varici degli arti inferiori. In caso di dubbi (varici recidive o prima di un intervento chirurgico) è meglio eseguire anche un ecocolordoppler venoso degli arti inferiori, che permette di valutare istantaneamente la reale situazione, diagnosticando reflussi particolari, ostruzioni del lume venoso (varicoflebiti o flebotrombosi) o di valutare dove la chirurgia dovrà intervenire, per eseguire cioè una mappa preoperatoria delle vene. È un esame non invasivo, basato sulla tecnica ad ultrasuoni (come l’ecografia), ma con in aggiunta un particolare codice a colori, che permette di vedere e valutare la funzionalità e la pervietà o meno delle vene, la loro comprimibilità, il flusso che passa all’interno e tutto ciò che permette di valutare il loro stato. Gli ultrasuoni sono innocui per il nostro organismo, quindi l’esame può essere eseguito anche in gravidanza. L’ecocolordoppler è divenuto col tempo il gold standard (cioè il migliore) nella diagnosi della malattia flebologica degli arti inferiori e in molte altre patologie venose, come ad esempio il varicocele o gli angiomi. Il trattamento delle varici I farmaci flebotonici servono per rinforzare la parete delle vene e dei capillari. Si tratta di palliativi, che sicuramente non faranno sparire le varici, ma riducono l’edema, migliorano l’insufficienza venosa essenziale e diminuiscono la sintomatologia anche nel paziente varicoso. L’intervento chirurgico consiste nel legare e interrompere la zona dalla quale il sangue refluisce nelle varici quando il paziente sta in piedi, quindi ad esempio lo sbocco della grande safena all’inguine o quello della piccola safena posteriormente al ginocchio. Si controllano poi le varici con una sonda, detta stripper, si lega la vena principale alle due estremità di questa sonda e la si tira via, asportandole (“stripping”). L’intervento di safenectomia è ormai diventato un trattamento ambulatoriale, di “day hospital”, in cui il paziente può essere dimesso in un giorno. L’alternativa più interessante alla safenectomia è il laser endovascolare, che ha prodotto risultati veramente interessanti e un decorso postoperatorio più breve. Anche la chirurgia “mini-invasiva” è arrivata in campo vascolare, sia arterioso che venoso. La scleroterapia è indicata solo per trattare varici modeste e brevi e non della safena. Al primo trattamento, di norma, viene usata una dose di liquido sclerosante più modesta per valutare la reattività del paziente. Può manifestarsi un modesto rossore nell’area trattata, non pruriginoso, né dolente. Se al contrario si verifica un ponfo, rilevato, dolente, o un’orticaria diffusa, è meglio avvertire il medico e assumere un antistaminico o un cortisonico, sotto il suo controllo. Il laser è divenuto in questi ultimi anni un trattamento innovativo molto importante, per ogni tipo di problema va usato un particolare tipo di laser. Per il trattamento delle teleangectasie si considera il laser con lunghezza d’onda pari a 532 nm per il viso e a 1.064 nm per le gambe. Molti laser a diodo sono usati e danno buoni risultati. Come per la scleroterapia, anche per il laser sono necessarie più sedute. Anche per la couprose, gli angiomi stellati e gli angiomi del volto, il laser è il trattamento di primo impiego, molto efficace e senza effetti collaterali importanti. La prevenzione I consigli utili sono diversi, specialmente in chi presenta familiarità. È indicato ad esempio evitare la vita sedentaria, l’obesità, gli indumenti troppo stretti specie all’inguine o al ginocchio, che fanno da laccio emostatico e favoriscono la stasi di sangue nelle varici. Camminare è molto utile alla circolazione delle gambe.