Informazioni per i pazienti che devono essere sottoposti ad

In casi particolari può essere richiesto prolungare
il ricovero anche durante la notte. In tal caso il
paziente viene ricoverato in Chirurgia Vascolare.
Dopo l’intervento
Il paziente che è stato operato di varici deve sapere che:
è normale avvertire un po’ di dolore alla coscia
dell’arto inferiore operato,
è possibile che compaia alla coscia una ecchimosi (macchia bluastra) che tende a regredire
in circa 10 giorni,
il bendaggio applicato all’intervento va rimosso
dopo 5 - 7 giorni, alla visita di controllo, e sostituito con una benda elastica da togliere durante il riposo notturno,
non occorrono particolari terapie di farmaci ad
esclusione di quelli indicati nella lettera di
dimissione,
non è necessario, anzi è sconsigliabile, rimanere fermi a letto durante il giorno; utili frequenti
passeggiate alternate a pause di riposo con arto
leggermente sollevato,
la comparsa di febbricola è una possibile reazione nel post-operatorio,
è possibile fare la doccia o il bagno dopo la
visita di controllo,
la ripresa completa della normale attività potrà
avvenire dopo circa 20 giorni dall’intervento,
è consigliabile una visita di controllo a distanza
di 6 mesi dall’intervento.
Informazioni comunque utili
Vogliamo infine fornire alcuni consigli utili al benessere delle gambe sia prima che dopo l’intervento.
Evitare di stare molto in piedi, interrompendo la prolungata stazione eretta con ripetuti sollevamenti sulla punta dei piedi.
Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare
e di Area Critica
Chirurgia Vascolare
Dott. Enrico Vecchiati - Direttore
Evitare di stare molte ore seduti. Se
possibile alzarsi ogni mezz’ora - un’ora
e camminare brevemente.
Evitare le fonti di calore dirette sugli
arti inferiori (termosifoni, bagni troppo caldi ecc ). In caso di esposizione al sole, preferite le prime ore del mattino o quelle del tardo
pomeriggio. Al mare è consigliabile passeggiare
con le gambe immerse nell’acqua.
Informazioni
per i pazienti che devono
essere sottoposti
ad intervento
per varici
degli arti inferiori
Evitare l’uso di elastici e lacci negli arti inferiori.
Controllare il peso evitando eccedenze. L’alimentazione deve
essere ricca di fibre (verdure,
frutta, crusca, ecc.) in modo da
evitare la stipsi.
Calzare scarpe comode con tacco medio (4 cm.), non a spillo.
Favorire il movimento degli arti
con passeggiate, nuoto, cyclette e sport non agonistici.
Riposare con gli arti
sollevati 10-15 cm rispetto al cuore.
Quando necessario,
ricorrere all’uso di
calze elastiche.
Consultare lo specialista ogni volta
che si noti un improvviso aumento di
volume di un arto o l’indurimento e
arrossamento di vene visibili.
Realizzazione Grafica a cura di Lidia Scalabrini - Area Comunicazione Aziendale
Al momento della dimissione, entro le ore 18, viene
consegnata al paziente la lettera di dimissione
comprensiva di referto chirurgico, terapia da eseguire a domicilio, appuntamento per la visita di
controllo presso i Poliambulatori.
Viene anche fornito il numero telefonico del reparto ove è possibile contattare il medico reperibile per eventuali problemi.
Equipe medica:
Dott. G. Boselli - Dott. G. Casali
Dott. G. Malchiodi - Dott. N. Tusini
N° telefonici:
Poliambulatori 0522/296227
Reparto 0522/296333
Day Hospital 0522/296484
Cosa sono le varici?
La malattia delle vene del circolo superficiale degli arti inferiori viene comunemente detta “varici”.
E’ una malattia ampiamente diffusa e si calcola che
circa il 20% della popolazione nei paesi occidentali ne sia affetta; le donne sono colpite più degli
uomini con un rapporto di 4/1. Si manifesta come
dilatazione di segmenti venosi più o meno ampi che
appaiono talvolta come serpentelli a livello della
faccia interna della coscia e/o della gamba (grande safena) o della faccia esterna della gamba (piccola safena).
I disturbi vanno da un senso di pesantezza delle
gambe che possono presentarsi anche gonfie a manifestazioni più gravi legate alle complicanze quali
le tromboflebiti superficiali, le emorragie per rottura della varice e le ulcerazioni cutanee malleolari, di difficile guarigione.
Eccezionale, ma possibile, l’embolia polmonare in
caso di trombosi della safena in prossimità della
giunzione safeno-femorale. La diagnosi di “varici”
non è difficile e solitamente è lo stesso paziente
che si presenta a visita con la diagnosi fatta richiedendo piuttosto
un consiglio terapeutico (cosa fare?).
In pratica la diagnosi finalizzata ad un
trattamento terapeutico richiede una certa esperienza clinica
integrata se necessario da esame eco-doppler se non si vuole
correre il rischio di
avere delle frequenti recidive. La valutazione tende a stabilire la sede e il tipo di
reflusso nonché la
sede di vene perforanti; fin dall’inizio
viene fatto un programma di trattamento.
Come si curano le varici
Tenendo presente che un approcio terapeutico di
un tipo non esclude necessariamente l’altro, la
cura delle malattie delle vene si avvale di tre possibilità:
terapia medica: prevede l’utilizzo di farmaci flebotonici, antiinfiammatori, anticoagulanti e trombolitici.
Il ruolo della terapia medica è indiscusso nei casi
di gravi trombosi profonde. Diverso il collocamento di queste terapie nel quadro della malattia varicosa. Talvolta l’azione dei flebotonici è anche
fonte di malintesi: non si può cioè pretendere che
questi farmaci facciano guarire le varici e le loro
complicanze evitando in tal modo l’intervento chirurgico, come alcuni pazienti pretenderebbero.
L’esperienza peraltro dimostra che un buon numero di pazienti trae giovamento sintomatico da tali
farmaci.
terapia sclerosante: consiste nell’iniettare all’interno di un segmento venoso sostanze irritanti
allo scopo di determinare una flebite controllata e creare, con
l’aiuto di bendaggi, l’adesione tra
di loro delle pareti venose affette dal processo varicoso.
terapia chirurgica:consiste
nell’asportazione di segmenti venosi
più o meno lunghi mediante
stripping e/o microincisioni e nella
legatura delle vene perforanti insufficienti. Lo stripping della
safena si chiama safenectomia. Dal
punto di vista strettamente tecnico,
l’intervento consiste nell’isolamento, attraverso brevi incisioni, della
vena safena all’inguine ed alla caviglia o al di sotto del ginocchio e
nello sfilamento della vena mediante una apposita sonda .
Le incisioni vengono suturate e l’arto viene bendato con fasce elastocompressive che verranno mantenute per 5 giorni.
L’intervento viene eseguito perlopiù in anestesia
loco-regionale mediante l’infiltrazione del nervo
femorale all’inguine ed è sufficiente un ricovero
di poche ore; in pratica il paziente viene operato
al mattino e dimesso nel pomeriggio. In alcuni casi
è necessario ricorrere all’anestesia generale o spinale ed allora si rende necessario il ricovero fino
al giorno successivo.
In casi selezionati è infine possibile una tecnica
ancora meno invasiva che prevede, invece
dell’asportazione della safena, la sua occlusione
con un fibra LASER, ed il trattamento delle
varicosità collaterali con sclero-terapia.
Prima dell’intervento
Il paziente affetto da malattia varicosa viene inviato dal medico curante a visita specialistica di
chirurgia vascolare presso l’ambulatorio divisionale
con prenotazione attraverso il CUP (tel. 0522296082 - 296085) oppure viene a visita libero professionale con prenotazione presso i Poliambulatori (tel. 0522-296611 - 296227).
Lo specialista valuta il paziente consigliando, se
necessario, degli esami ematochimici e strumentali
(ECO-Doppler, Flebografia) e stabilisce un programma terapeutico che può essere semplicemente
medico, sclerosante oppure chirurgico.
Il paziente viene contattato telefonicamente circa
30 giorni prima dell’intervento ed invitato ad eseguire gli esami preoperatori. Gli viene altresì comunicata la data dell’intervento che gli verrà confermata al momento della consegna degli esami in
Chirurgia Vascolare.
Il giorno dell’intervento il paziente si presenta alle
ore 7.00 presso il Day-Hospital Chirurgico
dell’Arcispedale SMN accompagnato da un
famigliare al quale viene riaffidato alla dimissione.
Il paziente deve essere:
digiuno,
con tutto l’arto e tutto l’inguine depilato,
con le terapie farmacologiche che sta eventualmente assumendo,
con un monocollant di 1° classe o una benda elastica per varici (altezza 8-10 cm).