I DISTURBI dell’APPRENDIMENTO (dott.ssa Barbara DI GIOVANNI) RIASSUNTO della PUNTATA PRECEDENTE Alcuni concetti chiave CLASSIFICAZIONE DEI DSA I DSA sono disturbi cronici, la cui espressività si modifica in relazione all’età e alle richieste ambientali: si manifestano cioè con caratteristiche diverse nel corso dell’età evolutiva e delle fasi di apprendimento scolastico. DISLESSIA (4/5 dei DSA – 4% popolaz.) specifico disturbo nella velocità e nella correttezza della lettura. Lettura orale: distorsioni, sostituzioni, omissioni. Lettura a mente (e orale): lentezza ed errori di comprensione. NON COMPLETA AUTOMATIZZAZIONE del PROCESSO di LETTURA. DISCALCULIA (1/5 dei DSA – 1% popolaz.) Possibile compromissione in diverse capacità LINGUISTICHE, PERCETTIVE, ATTENTIVE, MATEMATICHE che influiscono significativamente sulle capacità di calcolo. DISTURBO DELL’ESPRESSIONE SCRITTA (ass. ad altri DSA) DISGRAFIA = specifica difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi. DISORTOGRAFIA = specifico disturbo nella correttezza della scrittura CAUSE Alterazioni lesionali o funzionali di aree dell’apparato neurologico CORTICALE che interferiscono con il normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. Le alterazioni dipendono da fattori: 1) GENETICI (cellule) – 20-40% 2) DANNI epoca pre-perinatale 3) AMBIENTALI (scuola, ambiente familiare, contesto sociale) che si intrecciano con quelli neurobiologici e contribuiscono a determinare il fenotipo del disturbo e un maggiore o minore disadattamento. RIFERIMENTI NORMATIVI ATTUALI L. 170/2010 Consensus Conference del giugno 2011 D.M. 12 luglio 2011 e Linee Guida Allegate Circ. Reg. 16 settembre 2011 DIAGNOSI - compromissione significativa (-2ds o inf. 5° centile) di specifiche abilità con funzionamento intellettivo generale intatto. Cioè elevata discrepanza tra i livelli di prestazione attesi per età, livello intellettivo e classe scolastica frequentata. - misura con test standardizzati per l’intelligenza e per le abilità specifiche - esclusione di condizioni che influenzano i risultati ai test (menomazioni sensoriali e neurologiche gravi, disturbi della sfera emotiva, situazioni ambientali di svantaggio socio culturale), visita NPI. - Cautele per le situazioni etnico-culturali particolari (immigrazione, adozioni internazionali). - Disturbi aspecifici (Q.I. tra 70 e 85 o deficit non severi). - COMORBILITA’ DISTURBI MENTALI ASSOCIATI (30% comorbilità) - DDAI (15%) - DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO - DISTURBO DEPRESSIVO (11%) - ALTRI (Tricotillomania, Pavor nocturnus, Enuresi ed Encopresi Primaria, Disturbo d’ansia da separazione, Disturbo iperansioso dell’infanzia) DIAGNOSI E PREVENZIONE FORMULAZIONE DI UNA DIAGNOSI Permette a ragazzi, genitori, insegnanti di modificare i processi di attribuzione causale. Ripercussioni favorevoli in tempi brevi. DIAGNOSI PRECOCE Prima interveniamo, maggiori sono le possibilità di miglioramento della prognosi Perché: - alcuni apprendimenti dipendono da altri apprendimenti - effetti negativi reciproci tra insuccessi e difficoltà nell’apprendimento da un lato e motivazione allo studio, autostima dell’alunno e aspettative di insegnanti e genitori dall’altro. CAPACITA’ FUNZIONALI INFERIORI A QUANTO RICHIESTO MAGGIORI PROBABILITA’ DI INSUCCESSO NELLE PRESTAZIONI RICHIESTE BASSA AUTOSTIMA E GIUDIZI SOCIALI NEGATIVI AUMENTO LACUNE DIFFICOLTA’ DI SVILUPPO E DI USO DI ABILITA’ STRATEGICHE E METACOGNITIVE CALO DELLA MOTIVAZIONE, COMP. DI EVITAMENTO DEL COMPITO, REAZIONI PASSIVE O AGGRESSIVE PROGNOSI Prevede tre diversi aspetti: - il LIVELLO di DISABILITA’ - il LIVELLO di SCOLARITA’ raggiunto - la QUALITA’ dell’ADATTAMENTO PSICOSOCIALE Tali aspetti sono dissociati e dipendono da fattori più ampi della inefficienza det. dal DSA Es Protocollo IPDA scuola dell’infanzia Diagnosi certe nella scuola primaria La diagnosi di DSA avviene in una fase successiva all’inizio del processo di apprendimento scolastico. È necessario infatti che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura e scrittura (fine della seconda primaria) e di calcolo (fine della terza primaria). Un’anticipazione eccessiva della diagnosi aumenta in modo significativo la rilevazione di falsi positivi. Ciascuna figura coinvolta svolge un ruolo diverso nel determinare l’efficacia di un intervento: INSEGNANTI, PEDAGOGISTI/LOGOPEDISTI, PSICOLOGI, FAMILIARI IL RUOLO DELLA SCUOLA E’ fondamentale LA PRESENZA di un referente per i DSA all’interno di ogni istituto scolastico con il compito di: 1 Supporto ai colleghi: gli insegnanti sono ancora troppo spesso disorientati di fronte al problema, vorrebbero trovare in fretta una soluzione, buona, anzi ottima, e soprattutto valida per sempre. Questo non è possibile, primo perché ogni DSA è unico, e perché anche ogni insegnante è unico e insegnare è un mettere in comunicazione docente e discente. Spesso è il non conoscere le caratteristiche del disturbo che crea incomprensioni e difficoltà tra docente e allievo e tra docente e famiglia. Eppure può esistere una base comune su cui lavorare: la conoscenza. 2 Organizzazione di momenti di formazione utili a modificare atteggiamenti e didattiche inefficaci. In molti casi, accorgimenti semplici da applicare, quale la concessione di più tempo per le verifiche, lo scorporare dalle verifiche comuni esercizi che risulterebbero penalizzanti per l’allievo, il privilegiare la valutazione orale su quella scritta, sono un importante passo verso quella comunità di intenti e quella collaborazione tra allievodocente-famiglia che deve essere particolarmente curata quando si insegna ad un DSA. 3 Favorire la creazione, all’interno dell’istituto, di una biblioteca fornita almeno della letteratura minima sull’argomento, i volumi pubblicati a cura dell’A I D e alcuni libri di divulgazione scientifica possono già dare una buona visione d’insieme dei DSA che permetta di evitare gli errori più macroscopici, quale scambiare per scarso impegno una difficoltà oggettiva ad automatizzare i processi di letto-scrittura o a memorizzare sequenze, per esempio. 4 Favorire l’accesso ai siti web dove spesso sono riportati aggiornamenti scientifici e le date di corsi ed incontri che possono completare informazioni generali e migliorare la didattica curricolare di tutti i docenti. (Dal Forum dei genitori ( www.dislessia.org/forum ), poi, possono arrivare stimoli e domande tali da aiutare anche docenti di altre classi e di altri allievi ad adottare strategie vincenti). 5 Favorire e curare gli incontri tra tutte le figure che ruotano intorno all’allievo con DSA. Come per ogni altro caso di difficoltà scolastiche, una buona prassi prevede contatti fattivi tra i tecnici che hanno fatto la diagnosi e seguono il bambino/ragazzo (siano essi dell’ASL o privati),il personale della scuola e la famiglia. Naturalmente, a questi incontri devono partecipare i docenti interessati, perché sono loro che lavorano in classe e che valutano i risultati ottenuti. Insegnare ad un allievo con DSA è un po’ più impegnativo del solito, ma è possibile e doveroso. I risultati arrivano, le soddisfazioni anche, ma spesso ciò ha significato un profondo cambiamento nell’attività di tutto il Consiglio di Classe, nella didattica di ogni insegnante e negli strumenti utilizzati per trasmettere le informazioni. E’ l’insegnante di classe, con la sua esperienza, determinazione, buonsenso, e un po’ di fantasia, quello può attivare didattiche vincenti per superare le difficoltà incontrate dagli allievi. Infatti solo l’insegnante di classe imposta la didattica delle singole materie, fissa con precisione obiettivi e metodi, interagisce con gli allievi per ottenerne la collaborazione, ed infine evidenzia il percorso fatto e gli obiettivi raggiunti. Chiarire con il ragazzo stesso i metodi, le finalità e gli obiettivi didattici, è il primo indispensabile gradino da salire per aiutarlo nella scuola. STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI Correlazione fra D.S.A. e interventi compensativi e dispensativi Peculiarità dei processi cognitivi lentezza ed errori nella lettura cui può conseguire difficoltà nella comprensione del testo Interventi di compenso / dispensa evitare sempre l’uso del corsivo. evitare di far leggere a voce alta. incentivare a casa e in classe l’utilizzo di computer con sintesi vocale, di cassette con testi registrati, di dizionari digitalizzati; sintetizzare i concetti con l’uso di mappe concettuali, eventualmente anche favorendo l’uso di software specifici dotati di sintesi vocale (es. KM ) in grado di leggere anche le lingue straniere. leggere le consegne degli esercizi e/o fornire durante le verifiche prove su supporto digitalizzato nelle verifiche ridurre il numero degli esercizi senza modificare gli obiettivi. privilegiare le verifiche orali in tutte le materie tradizionalmente orali consentendo l’uso di mappe durante l’interrogazione. difficoltà nei processi di automatizzazione della letto scrittura che rende difficile o impossibile eseguire contemporaneamente due procedimenti ( ascoltare e scrivere, ascoltare e seguire un testo). difficoltà nel ricordare le categorizzazioni, i nomi dei tempi verbali, delle strutture grammaticali italiane e straniere, dei complementi Discalculia, difficoltà nel memorizzare tabelline, formule, sequenze e procedure, forme grammaticali e nel recuperare rapidamente nella memoria nozioni già acquisite e comprese cui consegue difficoltà e lentezza nell’esposizione durante le interrogazioni, evitare di far prendere appunti, ricopiare testi o espressioni matematiche,ecc. in caso di necessità di integrazione dei libri di testo, fornire appunti su supporto digitalizzato o cartaceo stampato (preferibilmente arial o comic sans 12-14), consentire l’uso del registratore. evitare la scrittura sotto dettatura. modificare opportunamente le “ prove di ascolto” delle lingue straniere. favorire l’uso di schemi privilegiare l’utilizzo corretto delle forme grammaticali sulle acquisizioni teoriche delle stesse. utilizzare per le verifiche domande a scelta multipla. Incentivare l’utilizzo di mappe e schemi durante l’interrogazione, anche eventualmente su supporto digitalizzato, come previsto anche nel colloquio per l’esame di Stato, per facilitare il recupero delle informazioni e migliorare l’espressione verbale che tende ad essere scarna. Evitare di richiedere lo studio mnemonico e nozionistico in genere, tenere presente che vi è una notevole difficoltà nel ricordare nomi, termini tecnici e definizioni (es .materie scientifiche, diritto) Consentire l’uso di calcolatrice, tavole, tabelle e formulari delle varie discipline scientifiche durante le verifiche, mappe nelle interrogazioni. Utilizzare prove a scelta multipla Difficoltà nell’espressione della lingua scritta. Disortografia e disgrafia Facile stancabilità e lunghezza dei tempi di recupero. Difficoltà nella lingua straniera Se alcune di queste peculiarità risultano compresenti al deficit di attenzione Favorire l’uso di schemi testuali Favorire l’utilizzo di programmi di videoscrittura con correttore ortografico per l’italiano e le lingue straniere. Fissare interrogazioni e compiti programmati evitando di spostare le date. Evitare la sovrapposizione di compiti e interrogazioni delle varie materie evitando possibilmente di richiedere prestazioni nelle ultime ore. Elasticità nella richiesta di esecuzione dei compiti a casa per i quali è necessario istituire un produttivo rapporto scuola famiglia/tutor. Controllo della gestione del diario. Privilegiare la forma orale, utilizzare prove a scelta multipla. In questo caso non serve dare più tempo, ma dividere la prova in due tempi. ESIGENZE EDUCATIVE SPECIALI (EES) Cosa sono? Le EES sono tutte le difficoltà: - nell’ambito dell’apprendimento e dello sviluppo delle competenze - nella sfera delle relazioni - nell’ambito familiare - nell’ambito motivazionale Gli alunni con bisogni educativi speciali sono quelli che vivono una situazione particolare che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo della propria persona. Negli alunni con EES i normali bisogni si arricchiscono di qualcosa di particolare, di speciale. Individuare e definire queste EES significa rendersi conto delle varie difficoltà e sapervi rispondere in modo adeguato con interventi individualizzati, tagliati accuratamente su misura della loro situazione di difficoltà. In alcuni casi questa individualizzazione prenderà la forma di un PEI- Progetto di Vita, in altri sarà solo una particolare attenzione rispetto a situazioni delicate. In tutti i casi c’è un qualcosa in più che rende l’intervento educativo speciale, non in senso discriminante o emarginante, piuttosto nel senso di una migliore qualità. Le D.G.R. della Regione Piemonte n.18-10723 e n.13-10889 del 2009 individuano gli alunni con EES in coloro che presentano una o più delle seguenti patologie: (CODIFICATA SECONDO L’ICD 10 dell’OMS) Sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico (da F80 a F89) - F80 Disturbo evolutivo specifico dell’eloquio e del linguaggio - F81 Disturbo evolutivo specifico delle abilità scolastiche (Comprende Dislessia) - F82 Disturbo evolutivo specifico delle abilità motorie - F83 Disturbi evolutivi specifici misti - F88 Altre sindromi da alterato sviluppo psicologico - F89 Sindromi e disturbi NAS da alterato sviluppo psicologico Sindromi ipercinetiche (Comprende ADHD) - F90.0 Disturbo dell’attività e dell’attenzione - F90.1 Disturbo ipercinetico della condotta - F90.8 Sindromi ipercinetiche di altro tipo - F90.9 Sindrome ipercinetica NAS Deficit cognitivo Livello intellettivo con QI compreso indicativamente tra 70 e 84. COSA FARE? A tali allievi di norma non è assegnato un insegnante di sostegno, ma loro richiedono agli operatori, genitori e alla scuola una capacità di risposta calibrata e specifica che esige, tra l’altro, competenze psicopedagogiche e didattiche, organizzazione, lavoro di rete interno ed esterno alle istituzioni, capacità di analisi, risorse, mediatori, sostegni, tecnologie, spazi, ecc. L’offerta formativa della scuola deve prevedere, nella quotidianità delle azioni da compiere, degli interventi da adottare, e dei progetti da realizzare, la possibilità di dare risposte diverse ad esigenze educative differenti; in tal senso la presenza di alunni disabili o in difficoltà non è un incidente di percorso, un’emergenza da presidiare, ma un evento per il quale il sistema si riorganizza avendo già previsto al suo interno forme di flessibilità e adattamenti in grado di rispondere alle varie domande educative. Legge Regionale n.28 del 28/12/2007 D.G.R. n.34 dell’1/2/2010 LA RIABILITAZIONE DEI BAMBINI CON DSA Estrema eterogeneità dei quadri clinici dei DSA: RIABILITAZIONE deve: - comprendere PRASSI dotata di flessibilità e adattata alle singole situazioni - avere come OBIETTIVO il massimo benessere emotivo e lo sviluppo ottimale di ogni dimensione dell’individuo - prevedere PRATICHE di TRATTAMENTO (riduzione della disabilità) e di ABILITAZIONE (sviluppo di capacità). L’intervento sui DSA viene effettuato con programmi PERSONALIZZATI a 3 livelli crescenti di complessità per 3 diverse situazioni: 1 DSA unico fattore di vulnerabilità (itinerario di sviluppo con relazioni familiari sufficientemente sicure, situazione psicosociale in cui prevalgono fattori di protezione). Secondo i dati tale situazione riguarda il 70% dei bambini con DSA. 2 DSA unico fattore di vulnerabilità, ma storia familiare problematica (es. coppia eccessivamente conflittuale, stile educativo che non favorisce l’adattamento, qualità della relazione di attaccamento dei genitori col figlio, eventi di vita). 3 DSA giustapposto ad altri fattori di vulnerabilità individuale (disturbi mentali, modalità di adattamento al DSA poco efficaci).