NASCITA PSICOLOGICA E ASPETTI RELAZIONALI NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO DISTRURBI DELL’APPRENDIMENTO: prevalenza • Le stime della prevalenza dei Disturbi Specifici dell’ Apprendimento variano dal 2 al 10% a seconda delle valutazioni e delle definizioni utilizzate. • A circa il 5% degli studenti delle scuole pubbliche negli USA è stato diagnosticato un Disturbo dell’Apprendimento La dislessia interessa più i maschi o le femmine? • Nel corso degli anni è aumentata la richiesta di valutazioni ed interventi in merito a difficoltà scolastica. COMORBILITA’ In letteratura viene riportata comorbilità fra disturbi specifici di apprendimento e disturbi psicopatologici appartenenti all'Asse I del DSM IV, nel 50% dei casi. Molteplici sono le categorie diagnostiche interessate: – Disturbi esternalizzati o disturbi con comportamento disturbante (DSM IV-R). – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività frequentemente è embricato con i disturbi di apprendimento specifici e aspecifici; – Disturbo Oppositivo-Provocatorio: favorisce il disadattamento scolastico e talvolta può essere secondario alle esperienze frustranti vissute dai bambini a causa di insuccessi nella didattica; • 80% ha problemi RELAZIONALI (SOCIALI) con insegnanti, compagni e/o famiglia; • 40% ABBANDONA LA SCUOLA • Oltre a presentare varie difficoltà – – – – COGNITIVI QI linguaggio COMPORTAMENTO PSICOLOGICI SCOLASTICI e di accesso al LAVORO CONSEGUENZE SUL PIANO DEL COMPORTAMENTO • Un livello di cattiva lettura può portare a pattern di comportamenti antisociali (scuola, famiglia) ed è associato a comportamenti oppositivi durante la preadolescenza, insieme con l’abbandono precoce della scuola (Mc Gee et al., 1988). Nello stesso tempo, la disabilità di lettura porta ad un declino progressivo dell'abilità di linguaggio e del QI nel corso del tempo. (Bale, 1981; Mc Michel, 1979; Stott, 1981) • Più dell'80% dei bambini con disturbi dell'apprendimento, presentano problemi sociali, sono meno apprezzati dagli insegnanti e più facilmente respinti dai compagni. (Hazele e Shumaker, 1988). La probabilità di partecipare al mercato del lavoro aumenta di 2.4% punti percentuali per ogni anno di scuola frequentata; nelle regioni meridionali questo valore sale a 3.2% PRODUTTIVITA’ Uno studio recente effettuato nei Paesi industrializzati, dimostra che è la literacy, misurata come abilità a comprendere ed utilizzare testi scritti, ad essere associata alla maggior crescita economica. L’investimento nella scuola è cruciale per lo sviluppo, ma c’è ancora molto spazio perché la famiglia, variamente articolata ed intesa, e i servizi facciano di più per sviluppare le competenze dei bambini. Lo status socioeconomico (SES), più frequentemente definito come una combinazione fra educazione, occupazione e reddito dei genitori, è considerato fortemente predittivo della quantità e qualità delle prime esperienze legate alla lettura tramite diversi aspetti: interesse per la lettura/letteratura nell’ambiente domestico, qualità delle esposizioni precoci al testo scritto, qualità della prima scolarizzazione (Noble & McCandliss, 2005). I bambini con un basso SES dimostrano generalmente livelli più bassi di consapevolezza fonologica rispetto ai bambini con un SES medio-alto (White, 1982; Raz & Bryant, 1990; Bowey, 1995; Hecht et al, 2000; Cavanaugh et al, 2004). LA COMPLESSITA’ DEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO • • • • • • • Attenzione e memoria Intelligenza accademica e formale Integrità delle vie sensoriali Competenze fonologiche e metafonologiche Motivazione Il retroterra culturale, familiare, sociale L’iter didattico-scolastico e le opportunità e le risorse a disposizione • L’armonia dello sviluppo psicoaffettivo CARATTERISTICHE COLLEGATE ALLA CULTURA • Ci si dovrebbe assicurare con cura che le procedure per la valutazione dell’intelligenza, riflettano un’adeguata attenzion al retroterra etnico o culturale etnico del soggetto (test in cui le caratteristiche rilevanti dell’individuo sono presenti nel campione di standardizzazione del test oppure impiegando un esaminatore che ha familiarità con gli aspetti del retroterra etnico o culturale del soggetto). • Per fare diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento si richiede sempre una somministrazione individualizzata del test. LA MIGRAZIONE Nei bambini emigranti: – elevata percentuale di insuccesso scolastico anche a livello della seconda generazione; – frequente isolamento sociale, linguistico e culturale di molte famiglie; – maggiore frequenza di conflitti di identità; – scarsa partecipazione alle attività collettive; DIAGNOSI DIFFERENZIALE • Normali variazioni nei risultati scolastici. • Difficoltà scolastiche dovute a mancanza di opportunità, insegnamento scadente o fattori culturali. • Un’istruzione inadeguata può avere come risultato una scadente prestazione ai test standardizzati. • I bambini con retroterra etnico o culturale diverso rispetto alla cultura scolastica prevalente, o che seguono i loro studi in lingue diverse dalla lingua madre, o i bambini che hanno frequentato scuole dove l’insegnamento è stato inadeguato possono avere punteggi bassi ai test di rendimento. • I bambini con questo stesso retroterra possono anche a rischio maggiore di assenteismo scolastico dovuto a malattie più frequenti o ad ambienti di vita impoveriti o caotici. ASPETTI PSICOLOGICI, AFFETTIVOAFFETTIVO-EMOTIVI, RELAZIONALI E COMPORTAMENTALI • Influenzano in modo determinante il benessere dell’alunno, il suo apprendimento e le sue possibilità di una socializzazione soddisfacente. • Alcuni aspetti sono di immediata percezione, mentre altri vanno analizzati utilizzando specifici strumenti di valutazione (colloqui e test psicodiagnostici). • Quest’ambito della valutazione completa e “umanizza” la diagnosi funzionale. • Consente di verificare: l’immagine che il bambino ha di sé, le sue idee sul lavoro scolastico, il senso di autoefficacia, il livello di autostima, le sue motivazioni, la maturità relazionale e i comportamenti problematici. • Questi pazienti hanno “per definizione” un livello intellettivo nella norma ma nonostante ciò non riescono ad imparare a leggere, a scrivere e a far di conto. • Si capisce dunque come in tali casi emergano spesso: - vissuti depressivi e di inadeguatezza; - profonde perturbazioni del livello di autostima; - disturbi del comportamento (iperattività, oppositività); - difficoltà attentive. • Spesso purtroppo si arriva ancora alla diagnosi di un DSA a partire dai disturbi comportamentali di un bambino (che rappresentano il motivo della consultazione specialistica). • In questi casi una diagnosi precoce su segnalazione degli insegnanti, potrebbe consentire di mettere in atto accorgimenti e programmi didattici specifici per recuperare le abilità deficitarie e per ovviare alle difficoltà emotivo emotivorelazionali che abbiamo visto. • Una “buona” diagnosi funzionale è il primo passo per realizzare la sua integrazione in tutti i contesti. • Articolata e multidisciplinare per tracciare un profilo dinamico completo delle funzioni adattive. • Condotta nelle diverse aree funzionali (osservazione diretta del bambino e del suo comportamento; colloquio e interazione con il bambino, i suoi genitori e gli insegnanti) con strumenti psicometrici quantitativi e qualitativi • Deve individuare modificabilità, potenzialità e variabilità residua all’interno di ciascuna funzione • Indispensabile - per formulare una prognosi di sviluppo - per definire un progetto riabilitativo condiviso con la famigl - per definire un progetto educativo-didattico attuabile nel contesto scolastico in collaborazione con gli insegnanti DSA E DISTURBI EMOTIVI - Le difficoltà specifiche di apprendimento e i problemi emotivo- comportamentali hanno una prevalenza che oscilla, per entrambi, tra il 7 e il 20% - Esiste un’elevata sovrapposizione tra i due problemi: almeno del 50%. DSA E DISTURBI DEPRESSIVI – Nel DSM IV-R si sottolinea un’elevata associazione dei DSA con i disturbi depressivi; – Nel 50-70% dei bambini con depressione si osservano DSA; – Nei soggetti con DSA vi è un rischio di sviluppare depressione 3 volte maggiore rispetto alla popolazione generale; La prevalenza di sentimenti d’ansia e di paura per i rimproveri è significativamente più alta in bambini fra 8 e 11 anni con DSA rispetto ai coetanei senza fallimento scolastico