I DISTUBI DI APPRENDIMENTO
CHE COSA E’ L’APPRENDIMENTO?
L’apprendimento è caratterizzato da un
insieme di processi che avvengono a più
livelli dell’organizzazione funzionale del
Sistema Nervoso Centrale (e quindi del
Sistema Cognitivo,) tra loro interconnessi,
che implicano l’attivazione di numerose
componenti di elaborazione e che
continuano lungo tutto l’arco della vita.
Che cosa è un “disturbo” ?
Un disturbo è una alterazione di uno o più processi
all’interno di un sistema, da cui risulta la perdita totale o
parziale di una funzione, od un suo uso inefficiente.
L’alterazione deve essere abbastanza significativa per
produrre una “disabilità”.
Condizioni necessarie all’APPRENDIMENTO:
Un sufficiente INPUT dall’ambiente
Strutture di ELABORAZIONE idonee
Problematiche di Apprendimento
Fattori esogeni
Degrado sociale
centrale
Fattori endogeni
Moduli specializzati -Sistema cognitivo
Difficoltà economiche
Arretratezza culturale
Le difficoltà di apprendimento scolastico riguardano il 10-20% della popolazione in età scolare.
In presenza di uno scarso rendimento scolastico generale, l’indagine diagnostica dispone di una pluralità di
possibili condizioni causali che confluiscono in due grandi raggruppamenti:
•
difficoltà di apprendimento o disturbi di apprendimento aspecifici, sono riconducibili a qualsiasi
difficoltà scolastica incontrata da uno studente durante la carriera scolastica. Possono essere
secondarie a turbe cognitive o psicologiche)
•
disturbi specifici di apprendimento (DSA) con cui si identificano problematiche più definite e
strettamente legate al processo di apprendimento).
Le difficoltà scolastiche sono in genere abbastanza “pervasive”, ma la loro gravità può essere molto
variabile in relazione al fattore o ai fattori sottostanti (ad es. in caso di Ritardo Mentale le difficoltà sono
tipicamente molto più marcate rispetto ai casi sottesi da fattori di natura emotivo-motivazionale)
Solitamente sono meno compromesse le competenze di tipo “strumentale” (ossia i meccanismi di
transcodifica e le procedure) e maggiormente coinvolte le abilità di ordine più elevato (processi
inferenziali, capacità di pianificazione, processi di autoregolazione) coinvolte negli apprendimenti più
complessi (comprensione e produzione del testo, problem-solving).
Riconosciamo in termini aspecifici come difficoltà di apprendimento “stati che, singolarmente o
compresenti nella medesima persona, talvolta nello stesso gruppo familiare, possono indurre esitazioni,
frequenza di errori, rifiuti o costanti insufficienze nel padroneggiare competenze”. Tali difficoltà sono
riconducibili, come evidenziato nella sottostante tabella, ad una serie di tipicità individuali: (CRISPIANI P.,
Dossier DSA 2008, Libreria Universitaria Floriani, Macerata, 2009, p. 7)
•
RITARDO MENTALE
Condizione di handicap che produce inevitabilmente difficoltà di
apprendimento.Il fenomeno attiene alla qualità delle funzioni
intellettive umane, quindi all’efficacia ed all’efficienza dell’intelligenza.
L’elemento che caratterizza principalmente questa condizione è
costituito da un funzionamento intellettivo quantitativamente al disotto
della media, cui sono associate limitazioni in due o più fra le seguenti
aree d’abilità intellettiva: comunicazione, cura personale, vita in casa e
nella comunità, abilità sociali, salute e sicurezza, autogestione, abilità
scolastiche funzionali, tempo libero e lavoro.
DISTURBO DELLA SIMBOLIZZAZIONE
Condizione in cui si riscontrano lievi o gravi difficoltà negli
apprendimenti che comportano processi simbolici ossia che implicano il
riconoscimento di icone, codici, lettere (per esempio, la letto-scrittura,
processi matematici, fisici, ecc).
Il disturbo della
simbolizzazione
si
manifesta
nella
forma
della:
- asimbolia (incapacità nell’attribuire significato ai simboli),
- insufficienza simbolica (lentezza nell’attribuire significato ai simboli).
FORTE DEMOTIVAZIONE:
Condizione presente in svariate situazioni ambientali o soggettuali.
Si parla di situazione socioculturale svantaggiata quando la situazione
economica, il grado di istruzione dei genitori e il livello di stimolazioni
sensoriali, linguistiche, relazionali, intellettive, offerte al bambino è
tanto basso da comportare minori opportunità di apprendimento.
A volte può influire negativamente anche la zona di residenza, si pensi
per esempio ad aree isolate di campagna, montagna o zone dove il
tasso di dispersione scolastica è molto alto.
FORTE DIVERSITÀ CULTURALE
Condizione connessa alle migrazioni, alle adozioni internazionali,
all’appartenenza
a
minoranza
culturali
e/o
linguistiche.
Per esempio un bambino che proviene da una comunità con lingua e
costumi profondamente differenti dalla nostra, quasi certamente
incontrerà forti difficoltà a seguire l’attività scolastica e difficilmente
troverà aiuto in famiglia.
SCARSA COMPETENZA LINGUISTICA
Condizione connessa alla forte diversità culturale, alle condizioni di
bilinguismo o di poliglossia oppure a consistenti logopatie.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
Varie sindromi comportamentali possono mettere in difficoltà i processi
apprenditivi, (ad es. l’ADHD o disturbo da deficit di attenzione,disturbi
neuro-motori gravi, consistenti ipercinesie, disturbi mentali e di
personalità).
La % di bambini o adolescenti con DA che abbandonano la scuola è stimata intorno al 40%.
•
Il 10-25% dei soggetti con disturbo della condotta, disturbo oppositivo/provocatorio, disturbo da deficit
di attenzione/iperattività, disturbo distimico, sono affetti da DA.
L’intervento nei casi di difficoltà di apprendimento è estremamente diversificato in funzione del fattore o dei
fattori sottostanti.
Diversamente dalle difficoltà di apprendimento, si hanno DSA, identificabili in forma propria, quale
sindrome primaria, non espressione derivata di altre condizioni patologiche o disabilità.
La principale caratteristica che permette di definire questa categoria è quella della “specificità”; si
tratta cioè di disturbi che interessano uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma
circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. L’assunzione di specificità può
essere effettuata solo ipotizzando un’architettura “modulare” del Sistema Cognitivo e una
“frazionabilità” del suo funzionamento interno in componenti e processi specializzati di elaborazione.
Che cos’è il DSA?
•
disturbo di natura neuro-biologica dovuto all’ anomalo funzionamento di alcuni circuiti cerebrali
deputati all’espletamento di aspetti specifici dell’attività cognitiva.
•
ha una forte componente genetica, come suggerito dall’elevato grado di familiarità .
•
non sono determinati da problematiche di natura emotiva e/o relazionale;
tali problematiche, piuttosto frequenti nei DSA, rappresentano una conseguenza e non la causa .
DSA – Caratteristiche generali
• Compromissione significativa e persistente della funzione interessata
• Capacità intellettive nella norma
• Assenza di deficit sensoriali
• Assenza di danno neurologico
• Assenza di disturbi relazionali (primari)
• Presenza di normali opportunità educative
DSA – altre caratteristiche
• Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi
• Prevalenza accentuata nei maschi
• Consistente associazione tra i diversi DSA
• Eterogeneità dei quadri funzionali
• Eterogeneità dei profili di sviluppo
• Associazione con disturbi psicopatologici
•
L’evoluzione è influenzata da: gravità del DSA, tempestività e adeguatezza degli interventi, livello
cognitivo e metacognitivo, ampiezza delle compromissioni neuropsicologiche, associazione di difficoltà nelle tre
aree (lettura, scrittura, calcolo), presenza di comorbilità psichiatrica e tipo di compliance ambientale.
QUALI STRATEGIE?
In generale tenere conto dei “diversi” tempi necessari per l’esecuzione del compito/consegna è
fondamentale. Ansia, senso di frustrazione, bassa stima di sé sono elementi critici in questi disturbi.
Al contrario tempi dilatati, frazionamento delle attività anche da un punto di vista visivo (es. 3 esercizi= 3
fogli diversi consegnati in tempi successivi), lavoro in piccoli gruppi nei quali le doti di precisione ed
attenzione tipiche della maggior parte dei DSA possono costituire una risorsa per l’intero gruppo. Allo
stesso modo, i compiti per casa devono essere ridotti rispetto agli altri: i loro tempi esecutivi sono molto
più lunghi e dunque il loro impegno a casa diventa insostenibile se hanno la stessa mole di lavoro degli
altri. Anche la riduzione dei compiti va concordata con tatto: scoprirete che loro hanno un grande
desiderio di fare tanto come gli altri.
Chiedete sempre all’alunno in che modo ha studiato: vi sorprenderà scoprire che spesso individuano da
soli delle strategie a cui voi non avevate pensato. Allo stesso modo parlate con lui delle difficoltà che
avete individuato e concordate la strategia mostrandogli attraverso esempi che lo coinvolgono che
ottiene dei risultati.
In particolare per le abilità musicali la dislessia ci pone delle problematiche impegnative da affrontare.
Strategie di controllo della lettura della partitura:
Esercizi di completamento del testo musicale per migliorare il processo di anticipazione della
lettura dei simboli
-
Leggere una partitura ed evidenziare le parti difficili
-
Giochi di lettura delle note con cronometro alla mano (1 nota ogni 6 secondi, diminuire gradualmente)
-
Individuare sequenze sonore (suonandole) e definirle attraverso colori diversi
-
Esercitare la lettura sequenziandola in strutture attraverso la sosta sulle pause presenti.
Allenare lo sguardo ad individuare note alte e basse nello spazio e note nella parte centrale, in modo
alternato.
Strategie di controllo del ritmo:
Sillabare in forma ludica sequenze binarie, ternarie, quaternarie abbinando il movimento corporeo, il
battito delle mani, il battito dei piedi. Alternare il gioco con altro esecutore/gruppo di esecutori.
Quando assegnate i compiti per casa ricordate che:
I fattori motivazionali sono importantissimi!
Un cattivo rapporto con lo studio incide negativamente sul senso di autoefficacia e sulla stima di sè
Hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a i pianificare ed organizzare il lavoro personale individuando
delle strategie precise.
RICORDATE: sono alunni cognitivamente nella norma, quindi sono consapevoli delle difficoltà che
incontrano e della diversità rispetto ai compagni. Sono perciò in grado di provare strategie e individuare
quella più efficace aiutandovi a migliorare la didattica.