Prodotto cartesiano Esempio 1. I gruppi sanguigni I gruppi sanguigni AB0 si spiegano teoricamente con tre geni o allelomorfi nello stesso locus genetico. Gli alleli si indicano con a, b, 0. Ogni gamete (uovo o spermatozoo) porta uno dei tre alleli. Per ottenere tutte le possibilità di combinazione genetica tra gameti indichiamo con U = {a, b, 0} = S l’insieme degli alleli (che quindi è identico per uovo e spermatozoo) ed eseguiamo il prodotto cartesiano US = {<a, a>, <a, b>, <a, 0> , <b, a>, <b, b>, <b, 0>, <0, a>, <0, b>, <0, 0>}. Rappresentazione grafica: figura 1: prodotto cartesiano US L’insieme US è costituito da nove coppie ordinate, poiché il numero di elementi (cardinalità) di un prodotto cartesiano è dato dal prodotto delle cardinalità dei due insiemi dai quali è ottenuto. Osservazione: in questo caso particolare, per una legge genetica, l’ordine dei due alleli è irrilevante; volendo quindi considerare l’insieme delle combinazioni effettive, diciamo G, si ha: G = {<a, a>, <a, b>, <a, 0>, <b, b>, <b, 0>, <0, 0>}. G è un sottinsieme di US e stabilisce una relazione tra U ed S (vedi paragrafo successivo). Considerato che la presenza di un antigene a o b è dominante, si ottengono poi i quattro gruppi sanguigni: A (dalle combinazioni <a, a> e <a, 0>), B (da <b, b> e <b, 0>), AB (da <a, b>) e 0 (da <0, 0>). Relazioni Esempio 1: Isotopi Sia A l’insieme degli elementi chimici secondo il numero atomico. A è un insieme finito, ma piuttosto grande, perciò non lo elencheremo. I simboli dei suoi primi elementi sono: H, He, Li, Be, B, C, N, O. N, insieme dei numeri naturali, rappresenta in questo contesto l’insieme di tutti i pesi atomici (arrotondati agli interi). Il prodotto cartesiano AN è un insieme infinito. Dei suoi elementi, cioè delle coppie ordinate elemento chimico - peso atomico, interessano tutti e solo quelli che esistono in natura o che possono essere prodotti in laboratorio, vale a dire gli isotopi (stabili o instabili) di ciascun elemento chimico. 48 Ad esempio, la coppia ordinata <He, 4> rappresenta l’isotopo dell’elio di peso 4, che nella simbologia fisica corrente viene indicato 4He. Le coppie ordinate di questo tipo costituiscono un sottinsieme proprio di AN, cioè una relazione (o corrispondenza) tra A e N, che possiamo indicare con I e definire nel seguente modo: I = {<x, n>: xA n è il peso atomico di un isotopo di x}. Parte di questa relazione è rappresentata in figura 2: Figura 2: Gli isotopi stabili sono contrassegnati dai punti neri. Essi formano una relazione in AN. Gli isotopi instabili sono contrassegnati dai punti grigi. Essi costituiscono una seconda relazione in AN. Entrambi i tipi di punti formano una terza relazione, la relazione I illustrata sopra, unione delle prime due. La relazione I è ovunque definita (ogni elemento chimico ha almeno un peso), ma non è funzionale (ad esempio He ha quattro isotopi (due stabili e due instabili), quindi I non è una funzione. Inoltre la relazione I non è iniettiva, dato che esistono isotopi di elementi diversi che hanno lo stesso peso atomico: ad esempio 3 è il peso di un isotopo (instabile) dell’idrogeno, ma anche di un isotopo (stabile) dell’elio. I non è una relazione suriettiva: infatti l’insieme N infinito, mentre l’insieme degli elementi chimici A ha un numero finito di elementi e ciascuno di questi ha un numero finito di isotopi; perciò ci saranno senz’altro dei numeri naturali che non compaiono come ordinata di un elemento della relazione I; in altre parole: certi numeri naturali non sono il peso atomico di alcun isotopo conosciuto. La relazione opposta IopNA può essere così definita: <n, x>Iop esiste un isotopo di x di peso n. Si osservi che la relazione Iop è suriettiva, poiché ogni elemento di A deve avere un peso, ma non è iniettiva, dato che uno stesso elemento di A corrisponde in Iop ai diversi pesi dei suoi isotopi. Esempio 2: Interazione tra neuroni (Thrall, Mortimer, Rebman e Baum, 1967, Modello CE1) Consideriamo l’insieme S = {a, b, c, d, e, f} di sei neuroni (cellule nervose del cervello) indicati in ordine arbitrario. Un neurone può trasmettere o meno un impulso ad un altro neurone. Il meccanismo di trasmissione è complesso, ma 49 sottolineiamo che l’impulso va solo in una direzione; se, ad esempio, il neurone a può mandare impulsi al neurone b allora non può ricevere impulsi da b. L’insieme prodotto cartesiano SS, con i suoi 36 elementi, contiene tutte le connessioni immaginabili dei sei neuroni. La relazione R rappresentata in figura 3 sia con grafico sagittale che cartesiano, è il risultato delle connessioni osservate. R è un sottinsieme di SS, è costituito da dieci elementi (coppie ordinate) e può essere così definito: R = {<x, y> SS: x trasmette impulsi a y} = {<a, b>, <a, d>, <c, a>, <b, d>, <b, c>, <c, d>, <d, e>, <c, f>, <d, f>, <f, e>}. Possiamo anche dire che RSS e xRy x manda impulsi a y. Figura 3: Grafico sagittale e grafico cartesiano della relazione R Nota: nel grafico sagittale la connessione xRy è indicata, per convenzione, con x ( y. Osserviamo che la relazione R, in quanto relazione su S, non contiene alcun elemento della diagonale (perché nessun neurone può trasmettere impulsi a se stesso), quindi R è antiriflessiva. Inoltre, per la condizione posta sopra, se xRy non può essere yRx, quindi R è strettamente antisimmetrica. Notiamo inoltre che R non è transitiva; infatti si ha, per esempio, aRb bRc ma non aRc. Dunque R non è una relazione di ordine stretto. R non è ovunque definita, perché il neurone e non invia impulsi, e non è funzionale, visto che, ad esempio, a è in relazione (in connessione) sia con b che con d. R non è iniettiva: ad esempio, d riceve impulsi da più neuroni; R è suriettiva, infatti tutti gli elementi di S elencati in verticale sono effettivamente riceventi. La relazione Rop è così definita: RopSS e xRy x riceve impulsi da y. Funzioni Esempio 1: Sia U un insieme di persone e sia F l’insieme delle impronte digitali degli elementi di U. Ciascuna persona ha dieci impronte digitali e ciascuna delle impronte di F individua univocamente la persona alla quale è stata rilevata. 50 La relazione R FU, che associa ad ogni impronta l’unica persona che può averla lasciata, ha un notevole interesse pratico, proprio per il fatto di essere ovunque definita su F e funzionale, cioè una funzione tra F e U. Esempio 2: Ogni specie biologica possiede un numero di cromosomi comune a tutti gli individui della specie (trascurando i casi patologici). Detto S l’insieme delle specie biologiche, l’insieme delle coppie ordinate <s, n>, dove sS e n è il numero di cromosomi di s costituisce una relazione tra S e N (insieme dei numeri naturali)che è una funzione. Infatti tale relazione è ovunque definita su S e funzionale. Utilizzando la notazione insiemistica si scrive: f:SN s n dove n = f (s) se e solo se n è il numero di cromosomi caratteristico della specie s. Si osservi che tale funzione non è iniettiva, poiché specie diverse possono avere lo stesso numero di cromosomi, e non è suriettiva, dal momento che, ovviamente, non tutti i numeri naturali corrispondono al numero di cromosomi di qualche specie biologica. Di conseguenza, la relazione opposta fopNS non è una funzione. Esempio 3: (Rains, 1967) L’autore ha osservato l’assorbimento del potassio (K) da parte del tessuto di una foglia del mais (Zeamays) al variare del tempo t, misurato in ore (variabile indipendente), prima alla luce poi al buio. La quantità di potassio assorbito y (variabile dipendente) è misurata in microgrammomolecole per unità di peso di tessuto fogliare. Dal grafico cartesiano dei dati sperimentali (figura 4) Figura 4 si evince che una legge del tipo y = at (funzione lineare) si adatta molto bene ai risultati ottenuti in un dominio T = {t: 0< t 4} e un codominio Ka = {y: 0 y 20}. Quando l’esperimento è eseguito alla luce (2104 lumen/m2) il coefficiente assume il valore a = 4 microgrammomolecole per unità di peso per ora. Al buio il coefficiente a si riduce ad 1.8 microgrammomolecole per unità di peso per ora. La costante a è detta tasso di assorbimento; la legge della funzione dice che y (quantità di y potassio assorbita) è proporzionale a t secondo un fattore a: a= . t 51