1. Gli organi - EESC European Economic and Social Committee

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Bilancio e valutazione delle conclusioni della Conferenza
dell'Unione per il Mediterraneo a Marrakech: È necessario
perseguire "Il rafforzamento del ruolo della donna nella società"
In occasione del vertice euromediterraneo dei consigli economici e sociali e istituzioni analoghe
tenutosi ad Alessandria (Egitto) il 18 e 19 ottobre 2009, la presidenza del gruppo di lavoro sul
monitoraggio dell'attuazione delle raccomandazioni formulate dalla conferenza dell'UpM in
merito al rafforzamento del ruolo della donna nella società è stata affidata al CES del Principato di
Monaco. Questo gruppo di lavoro, che comprende diversi CES dell'area mediterranea, ha condotto,
sotto la direzione del CESE e nel quadro dell'Euromed, una riflessione che si è conclusa con
l'elaborazione della presente relazione.
Il gruppo di lavoro comprendeva rappresentanti dei seguenti consigli economici e sociali:







Comitato economico e sociale europeo,
Consiglio economico, sociale e ambientale francese,
Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro italiano,
Consiglio economico e sociale lussemburghese,
Consiglio economico e sociale maltese,
Consiglio economico e sociale tunisino,
Consiglio economico e sociale del Principato di Monaco.
1. Le raccomandazioni della Conferenza dell'Unione per il Mediterraneo
di Marrakech:

La prima Conferenza, tenutasi a Istanbul nel 2006, ha istituito un quadro comune d'azione
per il periodo 2006-2011.

La seconda Conferenza dell'Unione per il Mediterraneo, svoltasi a Marrakech nel 2009,
intendeva valutare l'evoluzione di questo strumento.
Va inoltre constatato che, dalla prima conferenza del 2006, il mondo ha dovuto far fronte a una crisi
senza precedenti che è già sfociata, da un lato, in un aumento delle disparità e della povertà di cui
risentono in più grande misura le donne e, dall'altro, in significative restrizioni finanziarie che tendono
a ridurre i bilanci destinati alle iniziative riguardanti le problematiche di genere.
In questo periodo abbiamo inoltre assistito all'emergere di conflitti politici e armati, ai quali le donne
si trovano particolarmente esposte. In questo contesto, non possiamo che sostenere gli sforzi compiuti
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IT
-2dai vari governi a favore della pace, visto che solo i governi sono in grado di garantire un mondo in
cui le donne possano svolgere un ruolo più ampio.
Gli obiettivi perseguiti dal gruppo di lavoro sono i seguenti: dopo aver individuato gli ostacoli che
intralciano l'evoluzione delle mentalità, occorre definire le misure da attuare, nel quadro delle
raccomandazioni applicabili dai diversi organi, tra cui gli stessi consigli economici e sociali, e
assicurare il monitoraggio delle misure proposte. Dopo aver preso atto con soddisfazione dei progressi
realizzati e incoraggiato le parti a proseguire nei loro sforzi, i ministri hanno constatato il permanere
di grandi problemi che impediscono alle donne di fruire appieno dei loro diritti fondamentali, vale a
dire:




le disparità persistenti tra le donne e gli uomini sul mercato del lavoro che impediscono alle donne
di raggiungere l'indipendenza economica e accrescono il rischio di povertà e di esclusione sociale,
la sottorappresentazione delle donne nei processi decisionali pubblici, politici ed economici,
il problema di conciliare vita professionale e vita familiare,
il fenomeno persistente della violenza sulle donne, in ogni sua forma e manifestazione, tra cui la
violenza domestica e quella sul luogo di lavoro, e in particolare la sorte delle donne vittime di
conflitti armati e di situazioni di occupazione da parte di forze straniere.
2. Le proposte applicabili dai consigli economici e sociali
È parso opportuno raggruppare le sette proposte in tre categorie:
1.
Gli organi
1- L'Unione per il Mediterraneo ha suscitato grandi speranze di cooperazione e pace tra i
popoli; il gruppo delle donne auspica che proseguano gli sforzi intesi a rilanciare il processo e
che il rafforzamento del ruolo delle donne divenga l'obiettivo centrale della collaborazione.
2- I responsabili politici dei paesi membri sono vivamente invitati a promuovere l'integrazione
della donna nella vita economica e sociale sul loro territorio, ricorrendo agli incentivi che
riterranno più opportuni, tra cui:
a. le quote, seguendo l'esempio della Tunisia, che negli organi decisionali ha imposto
una quota di presenza femminile del 35 %, o della Francia che ha stabilito una quota
del 50 %;
b. la discriminazione positiva, ecc.
3- Si invitano i singoli consigli economici e sociali a:
a. realizzare le priorità della strategia Europa 2020 (o di altri strumenti internazionali
come l'Agenda del lavoro dignitoso dell'Organizzazione internazionale del lavoro o
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-3l'agenda sociale del Comitato economico e sociale europeo) in materia di parità di
genere nel mondo del lavoro;
b. influire sulla politica attuata dalle autorità dei rispettivi paesi;
c. proporre degli incentivi applicabili a tutti i livelli della società da parte degli
interlocutori sociali;
d. vigilare sulla loro applicazione.
2.
Le politiche da seguire
4- Formazione e scolarizzazione, rispetto delle donne, evoluzione delle mentalità
È necessario compiere uno sforzo significativo per modificare l'atteggiamento della società
nei confronti delle donne. È infatti essenziale un profondo mutamento delle nostre mentalità
per garantire una maggiore uguaglianza tra i sessi e un rafforzamento del ruolo delle donne
nelle nostre società.
I giovani, in particolare, si trovano sempre più spesso di fronte a un'immagine degradata della
donna diffusa dai mezzi di comunicazione di cui fanno largo uso. Sul piano pratico, ciò si
traduce in una svalutazione della donna e del suo ruolo nella società che, una volta raggiunta
l'età adulta, può avere conseguenze più gravi in termini di discriminazione o di violenza.
Occorre pertanto prestare particolare attenzione all'educazione dei ragazzi e delle ragazze, sin
dalla più giovane età e negli ambienti scolastici in particolare, in modo da riuscire a
trasmettere loro i valori della pari dignità degli uomini e delle donne.
Quest'iniziativa, destinata ai giovani delle nostre società, si inquadra perfettamente nell'Anno
internazionale della gioventù indetto dall'ONU per il 2011, incentrato sul dialogo e sulla
comprensione reciproca.
5- Occorre attribuire un'importanza particolare alla conciliazione tra vita professionale e vita
familiare e a tal fine sviluppare le infrastrutture adeguate (nidi d'infanzia, servizi di custodia
dei bambini, doposcuola, trasporti scolastici, ecc).
È inoltre necessario incoraggiare gli imprenditori ad impegnarsi nella ristrutturazione dei
luoghi di lavoro del settore privato (armonizzazione dei tempi di lavoro, ecc.).
6- Questa conciliazione potrebbe portare a una ripartizione diversa delle responsabilità familiari,
permettendo così alle donne di impegnarsi maggiormente nelle attività professionali
indipendenti e incoraggiando lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile (riferimento
all'articolo 5 della Carta delle donne).
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-43.
Il monitoraggio
7- In vista della riunione del 2011, il gruppo delle donne propone di costituire una Commissione
permanente sul rafforzamento del ruolo della donna, incaricata di elaborare una relazione
annuale sul monitoraggio dello sviluppo della situazione delle donne nella regione
euromediterranea (conformemente all'impegno assunto dai ministri in virtù del punto 38 della
Dichiarazione di Marrakech). È pertanto assolutamente indispensabile illustrare i progressi
compiuti fornendo dati per ogni singolo paese e prendendo come data di inizio la Conferenza
di Marrakech del 2009.
Al giorno d'oggi le donne sono protagoniste a pieno titolo e svolgono un ruolo economico
fondamentale, in particolare nei seguenti ambiti:



diritto in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, per il loro incoraggiamento a una
maggiore sensibilizzazione sull'ambiente,
rispetto delle donne immigrate e richiedenti asilo per il rispetto e il riconoscimento della
ricchezza che apportano,
miglior uso degli aiuti disponibili, per un'innovazione dei sistemi di aiuto.
3. Le preoccupazioni dei CES partecipanti
Accogliamo con soddisfazione l'ampia partecipazione che ha permesso di portare alla luce la grande
ricchezza di questo tema. I principali soggetti trattati sono i seguenti:
1- Il CESE ha esaminato molteplici aspetti, tra cui quelli economici e sociali e quello
dell'imprenditorialità.
2- La Tunisia si è occupata di istruzione e scolarizzazione.
3- La Francia ha privilegiato il tema dello sviluppo dell'imprenditorialità femminile.
4- Malta si è concentrata sulla riduzione delle disuguaglianze nella strategia Europa 2020.
5- L'Italia si è occupata dell'applicazione delle statistiche ripartite per sesso.
6- Il Lussemburgo ha studiato il tema dell'integrazione della dimensione di genere in tutte le
politiche.
7- Monaco ha esaminato in particolare l'evoluzione delle mentalità.
Da tali attività sono emersi i punti salienti illustrati qui di seguito.
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-5-
1 - CESE:
* Il legame tra la parità fra uomini e donne, la crescita economica e il tasso di occupazione1
Il documento sottolinea che il problema dell'ineguaglianza di genere, che esiste da secoli, è una
questione ricorrente e che solo negli ultimi 50 anni ci si è battuti per risolverla. In un certo senso si
tratta di lottare per cambiare le mentalità. Il parere del CESE definisce tre obiettivi:
1) l'organizzazione del tempo, 2) il riconoscimento della qualificazione delle attività di servizio alla
persona e 3) l'equilibrio di genere.
Secondo il parere, l'occupazione femminile costituisce un fattore di crescita, però le donne continuano
a far fronte a difficoltà legate alle disparità salariali tra uomini e donne, alla discriminazione o al tipo
di attività (più spesso svolgono occupazioni atipiche o a tempo parziale - circa il 30 % delle donne
rispetto al 7,7 % degli uomini). «Tra il 2000 ed il 2006 il numero di persone che lavorano nell'UE-27
è salito di circa 12 milioni di unità, tra cui oltre 7,5 milioni di donne», specifica la relazione. Ciò
dimostra che esiste un vero e proprio problema di distribuzione del potere tra gli uomini e le donne.
Il parere osserva che, vista l'impossibilità di trattare la questione dell'ineguaglianza di genere in tutti i
suoi aspetti, si limiterà ad affrontare i suoi legami con l'occupazione e la crescita.
Negli anni '70 le donne hanno potuto accedere in massa al mercato del lavoro e questo fenomeno ha
creato delle esigenze che hanno favorito la crescita economica e, di conseguenza, l'occupazione
femminile. Inoltre, l'indipendenza delle donne (sul piano sia giuridico che finanziario) dà nuovo
impulso al consumo di beni e servizi. Il parere segnala altresì che bisognerebbe trovare degli altri
strumenti per misurare il PIL, come l'IDH (l'indice di sviluppo umano) o l'IPF (l'indicatore della
partecipazione delle donne alla vita economica e politica).
«Lottare contro le disparità tra i sessi non è solo una questione etica ma significa gestire meglio le
risorse umane», sostiene la relazione. Secondo il CESE, la parità fra uomini e donne sul mercato del
lavoro permetterà di aumentare i salari femminili, creare potere di acquisto, e quindi ulteriore capacità
di consumo, aumentare il tasso occupazionale e creare pertanto nuovi bisogni. Tuttavia, una questione
rimane senza risposta: perché è tanto difficile garantire l'equilibrio di genere nell'occupazione? In base
agli stereotipi, esistono infatti da un lato professioni maschili e, dall'altro, professioni femminili e in
quest'ottica l'uguaglianza non si realizzerà mai. Nel testo si affronta anche la questione della
condivisione delle responsabilità familiari: in particolare si spronano e si incoraggiano i padri di
famiglia a prendere il congedo parentale previsto e a valorizzare il loro ruolo nei confronti dei figli.
Talvolta le donne si sentono «meno forti» degli uomini, nonostante il fatto che con i medesimi livelli
di istruzione e formazione le qualifiche siano identiche. Per questo motivo bisogna incoraggiare le
donne a sviluppare lo spirito imprenditoriale. Nel parere si ricorda infine il ruolo delle parti sociali
1
CESE 1472/2009.
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-6nonché i quattro punti fondamentali delle loro attività nel 2005: il ruolo del genere, la promozione
delle donne nel processo decisionale, il sostegno all'equilibrio tra lavoro e vita privata e la riduzione
delle disparità salariali.
* Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Proposta di direttiva del
Parlamento europeo e del Consiglio sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra
gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma, che abroga la direttiva 86/613/CEE2
Le raccomandazioni riguardo al trattamento riservato agli uomini e alle donne che esercitano
un'attività autonoma si articolano come segue:
a) Raccomandazioni di carattere generale:
Il CESE accoglie con soddisfazione l'iniziativa della Commissione di sostenere e incoraggiare
lo sviluppo dell'attività femminile indipendente. Inoltre, insiste sul fatto che lo status dei
lavoratori autonomi non andrebbe discusso nello stesso contesto di quello dei lavoratori
dipendenti.
A questo riguardo, il CESE sottolinea la necessità di adottare delle disposizioni che
permettano una migliore applicazione della legislazione in modo da garantire il rispetto della
parità tra agli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma.
b) Raccomandazioni in merito ai lavoratori autonomi e agli imprenditori:
Il CESE nota che il fatto che si tenga conto della gravidanza costituisce un fattore
determinante per l'attività autonoma femminile. Tuttavia non viene presentata alcuna proposta
in merito.
c) Raccomandazioni relative ai coniugi coadiuvanti:
Il CESE è consapevole del fatto che i coniugi coadiuvanti non hanno alcun riconoscimento, e
nel parere raccomanda di eseguire delle ricerche per integrare questi lavoratori.
Contesto
Nel parere le donne vengono presentate come soggetti economici della società, la cui importanza non
viene debitamente riconosciuta. Occorre pertanto rafforzare il loro ruolo rafforzando la strategia di
Lisbona. In pratica bisogna incoraggiare le donne a creare nuove imprese. In questo contesto il CESE
propone le seguenti misure:

2
migliorare la tutela della maternità,
CESE 631/2009.
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-7


prevedere la concessione di congedi per assistere i familiari,
riconoscere l'apporto dei coniugi coadiuvanti attraverso la loro inclusione nel regime
previdenziale alle stesse condizioni del coniuge che esercita un'attività autonoma,
attribuire agli organismi nazionali per le pari opportunità la competenza per agire nel settore.
Osservazioni generali
Il parere esamina i limiti della direttiva: essa propone tre tipi di misure distinte all'interno del
medesimo documento. Per essere applicata, la direttiva va chiarita e per accrescere il numero delle
imprenditrici occorre tenere conto dei valori delle donne che aspirano a un'attività autonoma.
«Affinché la situazione cambi in maniera significativa occorre un cambiamento culturale», sostiene il
parere.
Il parere analizza la situazione nel settore della protezione sociale e sottolinea che, viste le differenze
che intercorrono tra i regimi previdenziali degli Stati membri, è difficile elaborare una direttiva che
stabilisca condizioni minime in questo ambito.
Osservazioni specifiche
La Commissione ha realizzato per la direttiva in esame un'ampia valutazione di impatto e, a tal fine,
ha consultato numerose parti interessate. Dopo aver passato in rassegna tale valutazione d'impatto, il
Comitato reputa che troppe domande siano rimaste senza risposta, in particolare per quanto riguarda
la reale efficacia, la chiarezza e l'attuazione della direttiva proposta. Inoltre il CESE raccomanda di
lasciare che le persone impegnate in un'attività autonoma e le donne in particolare scelgano
liberamente il tipo di trattamento di maternità di cui intendono beneficiare, per non compromettere il
buon andamento dell'impresa. Gli Stati membri non dovrebbero limitarsi a considerare il pagamento
di un'indennità, ma anche la fornitura di un'assistenza sotto forma di una sostituzione temporanea.
Inoltre, l'ammontare dell'indennità adeguata dovrebbe essere stabilito a livello nazionale, tenendo
conto della differenza oggettiva che intercorre tra lavoratori autonomi e coniugi coadiuvanti.
I lavoratori autonomi praticano in genere un orario di lavoro più prolungato di quello dei lavoratori
dipendenti, cosa che rende la cura dei bambini una preoccupazione in più per le lavoratrici autonome.
Nondimeno anche in questo contesto la Commissione non formula raccomandazioni sulle strutture per
la custodia dei bambini, né sulle responsabilità delle lavoratrici autonome in materia di assistenza.
Tutti gli Stati membri dovrebbero sviluppare strutture di custodia economicamente accessibili e di
elevata qualità, per favorire la conciliazione tra vita professionale e privata dei lavoratori autonomi e
dei coniugi coadiuvanti, al pari di quanto avviene per i lavoratori dipendenti. In 18 Stati membri su 27
le coniugi coadiuvanti e le lavoratrici autonome hanno già la possibilità di versare su base volontaria i
contributi per l'indennità di maternità. Questa misura va estesa a tutti gli Stati membri, garantendo che
vengano fornite le prestazioni di sicurezza sociale se la donna desidera beneficiare di questo regime.
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-8* Parere del CESE sul tema Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini (2006-2010) e
strategia di monitoraggio3
La parità tra donne e uomini è uno dei traguardi da raggiungere per il conseguimento della crescita,
dell'occupazione e della coesione sociale. Essa garantisce anche una maggiore protezione alle donne:
indipendenza economica, protezione sociale individuale, autonomia. «Di fronte al persistere di
fenomeni come la violenza di genere e la tratta di esseri umani, il CESE ritiene necessario applicare
effettivamente l'attuale legislazione, elaborare piani d'azione nazionali coordinati per una strategia
globale europea e aumentare il numero dei programmi specifici». Il CESE raccomanda che la politica
estera e di sviluppo dell'UE siano un veicolo per la promozione dei diritti delle donne nel contesto
internazionale e per migliorare le loro capacità e la loro autonomia. D'altronde l'UE aderisce alle
principali iniziative internazionali: gli obiettivi di sviluppo del millennio, la Dichiarazione di Pechino
e la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne
(CEDAW). Ciononostante il parere rammenta che in nessuno dei sei ambiti prioritari di azione
politica della tabella di marcia per la parità 2006-2010 si sono raggiunti risultati soddisfacenti.
La valutazione di tale tabella di marcia avviene tuttavia in un contesto di crisi economica che ha
colpito gli uomini e le donne in modi diversi.
Ambiti prioritari di azione a favore della parità tra donne e uomini
La prima parte della tabella di marcia per la parità 2006-2010 presenta i sei ambiti prioritari di azione
politica e gli indicatori corrispondenti:
1. Realizzare una pari indipendenza economica per le donne e gli uomini.
2. Favorire l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare.
3. Promuovere la pari partecipazione delle donne e degli uomini al processo decisionale.
4. Eradicare tutte le forme di violenza di cui sono vittime le donne.
5. Eliminare gli stereotipi di genere.
6. Promuovere la parità di genere nelle politiche esterne e di sviluppo.
La strategia di Lisbona raccomanda un tasso di occupazione femminile del 60 %, mentre attualmente
esso raggiunge soltanto il 58,8 % rispetto al 70,9 % per gli uomini. Il divario salariale tra donne e
uomini è ancora del 17,4 %, e arriva fino al 30 % per le donne di età superiore ai 50 anni. Ciò crea
pertanto dei problemi nella ripartizione delle responsabilità familiari. Inoltre, la disparità
retributiva dipende chiaramente dall'organizzazione strutturale: le donne svolgono lavori poco
qualificati o a tempo parziale, oppure occupano posti di lavoro atipici. È pertanto necessario
incoraggiare le donne a sviluppare e perseguire l'imprenditorialità.
L'Unione europea ha proclamato il 2010 Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione
sociale. In questo contesto deve fissare un reddito minimo per assicurare una protezione sociale in
3
CESE 448/2010.
Fiche CESE 8213/2010 FR-BER/Vit/VIT/Ber/cp
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-9particolare alle donne anziane, alle vedove e alle famiglie monoparentali in cui il capofamiglia è una
donna.
Occorre dedicare un'attenzione particolare alle donne immigrate, che risentono in più grande misura
delle disuguaglianze. In effetti, la migrazione delle donne ha un rapporto diretto con la domanda di
manodopera nel settore dei lavori domestici e dell'assistenza. Tuttavia, per realizzare la parità tra gli
uomini e le donne, appare necessario promuovere l'istruzione ma anche regolarizzare l'occupazione
delle donne interessate da questi fenomeni.
Inoltre la conciliazione tra la vita familiare e la vita professionale è una delle priorità della strategia
Europa 2020. «In materia di occupazione femminile sono stati raggiunti gli obiettivi della strategia di
Lisbona», tuttavia per realizzare tale conciliazione occorre creare le infrastrutture necessarie. Infatti le
donne svolgono principalmente delle occupazioni a tempo parziale per poter conciliare attività
professionale e vita privata. In questa prospettiva, il CESE incoraggia a stabilire un congedo di
maternità non inferiore alle 18 settimane e punta inoltre all'equiparazione totale tra uomini e donne
per quanto riguarda il congedo parentale.
Il CESE rammenta che tale equiparazione va realizzata anche per le posizioni di responsabilità e negli
organi dotati di poteri decisionali. «La parità tra donne e uomini in politica deve essere un elemento
centrale della costruzione europea». Infatti, nel 2009, le donne al Parlamento europeo erano il 35 %
degli eurodeputati, nei parlamenti nazionali le donne erano il 24 % dei rappresentanti, e il 25 % degli
incarichi ministeriali nei governi nazionali era ricoperto da donne. Nel CESE, attualmente, il 23,6 %
dei consiglieri è di sesso femminile e il 76,4 % è di sesso maschile.
Il Comitato esprime preoccupazione per la violenza di cui sono vittime le donne, e in particolare per
la violenza commessa col pretesto della tradizione e della cultura. Per porvi termine è necessario
utilizzare misure e statistiche sociali, economiche e giuridiche che siano adeguate e unificate
all'interno dell'UE.
Il CESE propone di adottare le seguenti disposizioni:





promuovere l'imprenditorialità,
favorire la presenza delle donne nelle discipline scientifiche e tecnologiche,
educare i bambini a comportamenti non sessisti,
eliminare gli stereotipi dai mezzi di comunicazione,
incrementare la presenza delle donne nei posti di responsabilità.
Queste disposizioni costituiscono un impegno da rispettare.
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- 10 2 - TUNISIA: il ruolo delle donne nella società
La Tunisia è uno dei paesi della zona euromediterranea che s'impegnano da un certo tempo per la
promozione della donna e le pari opportunità fra i sessi.
Il codice dello statuto personale (CSP - 13 agosto 1956) è una vera e propria costituzione sociale nel
paese e rappresenta "la dichiarazione d'indipendenza delle donne tunisine". La legislazione tunisina
infatti garantisce le pari opportunità fra tutti i cittadini, senza discriminazioni basate sul sesso, la
religione e le opinioni politiche.
L'accesso all'istruzione è uno dei settori fondamentali in cui il paese ha compiuto dei progressi: la
scolarizzazione permette di realizzare la parità per tutti, di proseguire gli studi all'università e di
scegliere liberamente il proprio mestiere.
Per questo, la legge d'orientamento sull'istruzione e l'insegnamento scolastico (n. 2002-80 del
23.7.2002) ricorda che l'istruzione è "un diritto fondamentale garantito". Per illustrare i progressi, si
possono indicare alcune cifre: nel 2007 andava a scuola ben il 99 % dei bambini di 6 anni, femmine e
maschi. Nella scuola secondaria, la percentuale di ragazze che studiano è del 59,2 %, all'università del
59,4 %.
Da una parte la legislazione ha consentito alle ragazze di accedere all'istruzione, dall'altra queste
ultime hanno dimostrato una volontà reale di arrivare all'autonomia e all'indipendenza, finanziaria e
sociale.
L'articolo 5 del codice dello statuto personale precisa che l'età legale per il matrimonio delle donne è
fissata a 18 anni e che queste dispongono di una libertà totale nella scelta del proprio sposo. Inoltre,
l'articolo 23 ha abrogato l'obbligo di sottomissione della donna al marito. Attualmente la legge, ai
sensi dell'articolo 24 del codice dello statuto personale, protegge anche le donne che detengono beni.
Tuttavia, anche se il tribunale è l'unica istanza competente a proclamare un divorzio, la donna deve
adempiere a determinate condizioni perché possa ottenere o mantenere il diritto agli alimenti.
Per quanto riguarda la partecipazione delle donne agli organismi decisionali, il Presidente della
Repubblica ha deciso di far entrare obbligatoriamente le donne negli enti regionali per consolidarne
l'integrazione nella sfera pubblica: nei consigli regionali, il 32 % è rappresentato da donne.
Relativamente al lavoro, il principio di uguaglianza si basa sull'articolo 11 della convenzione
collettiva quadro del 20 marzo 1973. La legge n. 93-66 del 5.7.1993 proibisce espressamente ogni
discriminazione basata sul sesso. Fra il personale della scuola primaria e secondaria vi è una quasi
parità fra uomini e donne, ma all'interno della funzione pubblica ci sono ancora degli squilibri. Nel
2000, le donne infatti occupavano solo il 15 % dei posti di funzionario. Nel complesso, la parità
progredisce, lentamente ma con sicurezza. Nel settore della ricerca, la percentuale delle donne arriva
al 45 %.
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- 11 -
Restano però alcuni problemi, in particolare l'insufficiente rappresentanza delle donne nel settore
dell'ingegneria, poiché le donne ingegnere sono ancora vittima di discriminazioni. Inoltre, la
ripartizione degli orari di lavoro non è la stessa per i due sessi. Secondo un recente studio, le donne
impiegate nel settore pubblico e privato svolgono rispettivamente 4 ore e 48 minuti e 3 ore e
32 minuti di lavoro domestico. Per gli uomini si tratta rispettivamente di 48 e 33 minuti.
Conseguentemente, le donne si vedono costrette a lasciare il lavoro per mancanza di servizi di
custodia dei bambini. Infine, ci sono discriminazioni per quanto riguarda i posti di responsabilità.
I risultati dei passi avanti compiuti dalle donne ai livelli più alti della piramide professionale non sono
all'altezza delle aspettative. Le donne hanno ancora un accesso limitato alle nuove tecnologie, e il
40 % dichiara di non avere mai utilizzato Internet.
Il ruolo delle donne in Tunisia si è rafforzato e il suo status è garantito da una discriminazione
positiva, ma in vari settori continuano ad essere svantaggiate (in particolare per quanto riguarda i posti
di elevata responsabilità e a causa del divario retributivo).
3 - FRANCIA: promozione dell'imprenditorialità femminile nella regione euromediterranea
Occorre sviluppare l'imprenditorialità e anche integrarla nei piani d'azione nazionali, affinché le
donne possano partecipare. Si tratta infatti del miglior settore per la promozione della donna sul
mercato del lavoro e, quindi, occorre interessarsene di più. Il Consiglio economico, sociale e
ambientale francese al riguardo è favorevole a creare una commissione ad hoc sui diritti della donna
nel quadro di Euromed, e anche a creare una rete di associazioni per la parità fra i sessi.
L'obiettivo è promuovere lo spirito d'impresa, per arrivare a un'economia dinamica e adatta al
mondo globalizzato. È necessario istituire una piattaforma per diffondere meglio le informazioni sul
mondo delle imprese e fare in modo che le donne possano entrare a farne parte. Agevolando il loro
accesso alle nuove tecnologie, si permetterà alle donne di entrare più rapidamente nell'era della
globalizzazione. Euromed inoltre incoraggia gli investimenti in infrastrutture e le strategie d'accesso a
tali tecnologie, e propone di sviluppare collaborazioni con le banche affinché le donne desiderose di
fondare la propria azienda ottengano più facilmente un prestito. Il Consiglio economico, sociale e
ambientale francese ricorda però che bisogna restare vigili nei confronti dei mezzi di comunicazione,
che influenzano in modo significativo le decisioni delle donne.
Vi è un nesso fra i diritti delle donne e il loro ruolo nello sviluppo economico. Questo nesso non deve
essere negato: occorre sollevare le questioni tabù della cultura e della tradizione per arrivare alla
parità uomo-donna, per quanto riguarda l'istruzione, l'accesso al mercato del lavoro, le retribuzioni o
ancora le mansioni svolte. Ad esempio, il tasso medio di donne analfabete in Medio Oriente e
nell'Africa del Nord è pari al 42 %, contro il 21 % degli uomini. Nonostante le opportunità di lavoro
per le donne siano aumentate, le discriminazioni restano. Anche se i diversi paesi hanno ratificato la
dichiarazione del Millennio per lo sviluppo, lo status della donna resta un ostacolo da superare.
È necessario sviluppare programmi specifici in ambiente rurale (sviluppo personale, formazione
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- 12 permanente, apprendimento delle tecniche di gestione aziendale, ecc.), in particolare nel settore
agricolo, dove il tasso d'attività femminile è molto elevato.
Un punto essenziale è il seguente: "senza crescita economica e senza un aumento del tasso di
occupazione, le donne continueranno a essere oggetto di discriminazioni subendo una concorrenza
sleale da parte degli uomini". Il franchising potrebbe fornire una soluzione di breve termine,
trattandosi di un meccanismo già noto e soddisfacente. È vero peraltro che l'assunzione di rischio e il
miglioramento della qualità dell'insegnamento possono essere fattori di crescita economica. In effetti,
tutto è legato: se il sistema d'istruzione è reso ottimale migliora la qualità della formazione
professionale e quindi aumenta la parità uomo-donna in termini occupazionali, per cui le donne sono
più motivate a studiare e avviare un'attività.
Va infine osservato che nove paesi mediterranei hanno adottato una carta euromediterranea delle
imprese in seguito alla quinta conferenza euromediterranea tenutasi a Caserta nel 2004. Il bilancio
della politica europea di vicinato destinato ai paesi partner del Mediterraneo per il periodo 2007-2013
è aumentato del 32 %, senza però dare maggiore rilievo alla promozione della donna. Va sottolineato
il ruolo indispensabile della società civile e di Euromed per rafforzare i rispettivi contributi al progetto
e i partenariati pubblico-privati.
Le donne hanno un ruolo da svolgere nella vita economica, e le grandi istituzioni euromediterranee
hanno il dovere di sostenere i programmi a favore della promozione della donna. Occorre che tali
istituzioni insistano anche su una migliore qualità dell'istruzione, sulla parità fra i sessi e sullo
sviluppo dell'imprenditorialità e di reti finalizzate a incoraggiare le donne a entrare in questo mercato.
4 - MALTA: presentazione dei progressi conseguiti nel quadro della strategia 2020
I vari documenti presentati riguardano le diverse iniziative avviate dallo Stato o altri organismi
maltesi, in particolare su argomenti come la presenza femminile nei posti chiave dell'amministrazione,
l'immagine della donna nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione in generale, la conciliazione tra
vita professionale e vita privata.
Per quanto riguarda la rappresentanza femminile, le statistiche europee mostrano che i parlamenti
nazionali contano in media solo un 9 % di donne, e che queste ultime ricoprono appena il 22 % dei
posti più alti dell'amministrazione statale, oltre ad essere solo il 16 % dei titolari di piccole e medie
imprese (PMI). Per questo, la commissione nazionale per le pari opportunità di Malta ha varato il
progetto ESF 3.47 - Unlocking the female potential (Sfruttare il potenziale femminile). Cofinanziato
dall'Unione europea, il progetto mira a individuare i principali freni al progresso delle donne nei posti
dirigenziali e ad istituire un marchio (Equality Mark) che certifichi quali aziende promuovono tutti i
propri dipendenti ai posti di responsabilità, sulla base del merito e senza distinzioni basate sul sesso.
Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione, il documento presentato elenca le azioni pedagogiche
che contribuiscono alla formazione intellettuale di un bambino (scuola, famiglia, mass media) e i
messaggi diffusi: in un primo momento, i giovani sono particolarmente vulnerabili di fronte ai
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- 13 programmi trasmessi dalla televisione e s'identificano in alcuni personaggi. In un secondo momento,
la società, e più in particolare la differenza tra i sessi e le discriminazioni, possono influenzare il loro
comportamento. Il documento indica poi le misure che occorre adottare per proteggere i bambini e la
società dalla pubblicità.
Riguardo all'equilibrio tra vita professionale e vita privata, va osservato che in Europa il tasso
d'occupazione delle donne con dei bambini resta ancora di molto inferiore a quello degli uomini con
bambini (65 % contro quasi il 92 %). Il National Council of Women si adopera per una
regolamentazione più equa, che favorisca senza distinzioni il congedo di maternità e di paternità e che
contempli anche i lavoratori autonomi, i quali non possono sempre accedere alla protezione sociale
necessaria per interrompere la carriera lavorativa in ragione di una maternità.
5 - ITALIA: l'importanza di adottare misure concrete per far apparire le donne nelle statistiche
Presentazione del disegno di legge predisposto dal CNEL "Disposizioni in materia di statistiche
di genere"
Termini come "dati disarticolati uomo/donna" o "statistiche di genere" designano il complesso dei dati
statistici riguardanti le donne e gli uomini, raccolti e presentati separatamente.
Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL), omologo italiano del CESE, ha elaborato
un disegno di legge relativo alle disposizioni in materia di statistiche di genere, poi adottato
dall'assemblea il 20 dicembre 2006.
Il disegno di legge è stato successivamente trasmesso alla Camera e registrato ufficialmente il
28 luglio 2008.

Riprendendo la metodologia raccomandata dalle istituzioni specializzate delle Nazioni Unite e
dell'Unione europea, l'articolo 1 del progetto di legge stabilisce che le statistiche elaborate da
organismi istituzionali e soggetti privati siano rilevate, elaborate e analizzate in modo
disaggregato rispetto al sesso.

L'articolo 2 specifica che l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), che si occupa del programma
del Sistema statistico nazionale (SISTAN), ha il compito di realizzare indagini periodiche
secondo un approccio di genere nelle seguenti macro aree tematiche:
a) formazione continua, uso di nuove tecnologie e fruizione culturale;
b) conciliazione tra tempi di vita e lavoro, tra lavoro e famiglia, reti di aiuto;
c) partecipazione sociale e politica;
d) presenza di donne e uomini nei luoghi decisionali;
e) salute e stili di vita;
f) fecondità e natalità;
g) criminalità;
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- 14 h) reddito e povertà;
i) condizioni di vita delle immigrate e degli immigrati per provenienza.

L'articolo 3 istituisce, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, un nuovo organismo
denominato "Comitato consultivo per le statistiche di genere", precisandone la composizione.
Tale organismo avrà il compito di formulare proposte per l'armonizzazione degli indicatori e
delle metodologie sensibili al genere e di predisporre annualmente un rapporto sull'attività svolta
e su quella da svolgere nell'anno successivo.

L'articolo 4 regola i rapporti fra questo organismo e gli altri ministeri.

L'articolo 5 regola il finanziamento delle misure instaurate dal disegno di legge.
Come espressione della consapevolezza dello stretto legame fra le politiche economiche generali e le
questioni relative alla parità, il CNEL ha elaborato il documento Il lavoro delle donne in Italia
(21.7.2010), contenente una riflessione approfondita sulle politiche a favore dell'occupazione delle
donne e sull'importanza di rafforzare il ruolo femminile nella vita economica e sociale italiana.
6 - LUSSEMBURGO: per l'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche
Il Consiglio economico e sociale del Lussemburgo non ha elaborato un parere specifico sul
rafforzamento del ruolo della donna nella società. Nei suoi pareri annuali sull'evoluzione economica,
sociale e finanziaria del paese, ha più volte incoraggiato azioni mirate contro la discriminazione nei
confronti delle donne e ha sostenuto le iniziative a favore della parità di trattamento fra uomini e
donne.
Su 39 membri effettivi, il Consiglio conta 3 donne.
Le imprese e i sindacati, con l'appoggio del governo, hanno avviato diverse iniziative per promuovere
la parità fra i sessi. Le azioni positive sono sostenute dal ministero delle Pari opportunità, con lo scopo
di produrre un cambiamento di mentalità.
Il 3 febbraio 2006 il governo lussemburghese ha adottato il piano d'azione nazionale per la parità
uomo-donna. Dalla valutazione intermedia sono emerse delle lacune nell'attuazione delle misure
strutturali finalizzate a un'applicazione effettiva dell'integrazione trasversale della dimensione di
genere (gender mainstreaming).
Per raggiungere gli obiettivi del piano d'azione nazionale per la parità uomo-donna, il Consiglio ha
approvato una serie di misure, che consistono in:


introdurre un obbligo di formazione relativa alle questioni di genere per i funzionari incaricati di
realizzare le misure iscritte nel piano d'azione,
rilanciare l'attuazione di misure specifiche per ciascun ministero previste dal piano stesso,
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- 15 






proporre alla magistratura di organizzare corsi di formazione relativi alla Convenzione dell'ONU
per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW),
invitare l'università di Lussemburgo a inserire la Convenzione nei piani di studio,
organizzare corsi di formazione in diritto,
organizzare corsi complementari in diritto lussemburghese,
organizzare corsi di formazione in scienze sociali e educative,
rafforzare le misure volte ad eliminare la segregazione professionale, orizzontale e verticale, in
particolare per quanto riguarda il divario retributivo,
rafforzare le azioni di prevenzione e di lotta contro tutte le forme di violenza nei confronti delle
donne e delle ragazze.
La validità del piano d'azione nazionale per la parità uomo-donna (PAN parità) è stata prolungata fino
al 2014.
Il governo mantiene un doppio approccio nella realizzazione dell'obiettivo di parità uomo-donna, che
consiste nel condurre, parallelamente all'integrazione della dimensione di genere nelle misure
politiche, delle azioni specifiche a favore dell'uno o dell'altro sesso, necessarie per eliminare le
disuguaglianze che permangono.
Le iniziative a livello locale sono particolarmente importanti. In proposito, si sono tenuti dei convegni
sulla parità uomo-donna nello sviluppo locale a livello comunale, sono stati varati dei piani d'azione
comunali per la parità e si sono stabilite delle buone pratiche.
Nel 2010, il ministero delle Pari opportunità ha lanciato una campagna, iniziata nei licei, per
sensibilizzare i giovani fra i 12 e i 20 anni alla tematica dell'uguaglianza uomo-donna.
7 - MONACO: valori femminili e progresso della società
"La donna è la metà del cielo", diceva Mao Tse-tung.
La tradizione dice che la donna è uno dei poli dell'umanità, e l'uomo è l'altro. Commento: è il
principio dello yin e dello yang, la passività e il movimento, il fondamento del pensiero taoista cinese
elaborato da Lao Zi nel VI-V secolo a.C. col suo "Tao Te Ching".
Il nostro mondo troverà una vera armonia soltanto se avrà il coraggio e la volontà di associare i due
poli dell'umanità. Siamo ancora lontani da questo traguardo, ma non si può non constatare che le
nostre società si accontentano sempre meno di una sola metà del cielo e sempre più si preoccupano di
associare la seconda.
I valori economici non possono più essere i soli su cui costruire il nostro mondo. Il ruolo dei valori
umani, morali e spirituali è fondamentale. I valori trionfanti oggigiorno contrappongono più che
unire. Le componenti principali dello sviluppo economico e sociale, basate sulla competizione e la
concorrenza, non sono più sufficienti per costruire la prossima tappa dell'evoluzione dell'umanità.
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- 16 -
La fase di transizione in cui si trova l'umanità, caratterizzata dal riassetto postindustriale o
bioecologico, dalla società dell'informazione e della comunicazione, rende necessario un ritorno ai
valori femminili come la solidarietà, la complementarità, l'equilibrio dei valori di sopravvivenza
dell'umanità. Sarebbe un po' riduttivo opporre sistematicamente i valori maschili a quelli femminili,
ma è interessante porsi nella prospettiva della loro complementarità. Fin dall'alba dell'umanità, il
comportamento maschile si è espresso con la caccia, la guerra, la conquista o la difesa del territorio,
quello femminile si è espresso nella gestione e nella conduzione del focolare, nella trasmissione della
vita e della conoscenza. Oggi, la crisi ambientale, il potere pericoloso della biologia e le sfide
dell'istruzione mettono in primo piano l'influenza dei valori femminili nel dibattito sulle grandi
sfide della società. Questa volontà di parificazione dei valori non riguarda soltanto lo sviluppo del
femminismo o l'accesso delle donne ai posti di responsabilità nel mondo dell'industria e della politica,
secondo un necessario riequilibrio dei poteri. Rappresenta piuttosto un nuovo modo di vedere il
mondo e di intervenire nelle sue cose, un modo fondato sulla cooperazione anziché sulla
competizione: si tratta di una visione condivisa ormai da un numero crescente di uomini.
I valori maschili vengono privilegiati in un universo tecnico fatto di concorrenza e di conquista,
modello tipico delle società industriali basate sulla crescita. Ma la transizione verso la società
"simbiotica" ricorre a concetti biologici, ecologici, di comunicazione, trasversalità e reti fra le
persone, e fa scoprire la necessità di nuovi valori femminili. Ne è la prova la crescente influenza a
livello mondiale del pensiero e del ruolo delle donne nei grandi problemi del mondo di domani
(in materia di biologia, ambiente, istruzione, salute). Dalle commissioni di bioetica ai movimenti
ecologisti, dalle associazioni dei consumatori a quelle dei genitori, dall'assistenza alle persone anziane
o gravemente malate fino alle istanze pacifiste, l'azione delle donne apre percorsi alternativi verso
modelli simbiotici di organizzazione della società. L'emergere di questi nuovi valori detti femminili è
indispensabile per far progredire il mondo verso un orizzonte di maggiore solidarietà, giustizia,
equilibrio e pace. Tali valori rappresentano un altro modo di vedere la natura e la società, altri modi
d'agire, di esercitare un controllo o di trasmettere le conoscenze inerenti ai comportamenti, al pensiero
e all'azione delle donne.
L'irrompere dei valori femminili nel mondo di potere e di conflitti creato dagli uomini può contribuire
a rinnovare radicalmente la progettualità politica. Questi valori sono addirittura indispensabili per
costruire la società di domani e garantire un futuro al pianeta.
I valori femminili possono aiutare a costruire una leadership politica che si affranchi da ogni
manifestazione d'autorità, in quanto recano una nuova logica e una nuova cultura per preparare
l'avvenire.
Sapremo portare la società a una presa di coscienza della necessità di sviluppare la sua parte
femminile, così come tutti noi, uomini e donne, dobbiamo sviluppare "l'altro lato" che portiamo in noi,
di valori maschili per le donne e di valori femminili per gli uomini?
"L'uomo" e la "donna" riusciranno a completarsi anziché contrapporsi?
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- 17 -
È una sfida formidabile con cui tutti dobbiamo misurarci, perché questi "valori femminili" che
dobbiamo far emergere non devono rimanere solamente delle idee, ma devono essere assimilati dalla
società.
Dopo aver esposto gli obiettivi perseguiti dalla strategia Europa 2020 e le preoccupazioni specifiche
di ciascun CES nazionale a seconda dei rispettivi contesti, si è stilato un elenco di proposte per
costituire una piattaforma comune da cui partire per l'azione concreta.
Desideriamo ringraziare tutti i consigli economici e sociali che hanno partecipato al gruppo di lavoro
e hanno fornito la propria preziosa collaborazione.
12.10.2010
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- 18 -
ELENCO DEI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE EUROMED
21 SETTEMBRE 2010

Rappresentante del Consiglio economico, sociale e ambientale francese:
Chantal LEBATARD, consigliera e vicepresidente della sezione relazioni esterne, membro
della delegazione per l'Unione europea
*****

Rappresentanti del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro italiano:
 Francesca SANTORO, consigliera, presidente della sezione relazioni internazionali
 Martina SALVADORI, addetta stampa
*****

Rappresentante del Consiglio economico e sociale lussemburghese:
Marianne NATI-STOFFEL, segretario generale
*****

Rappresentante del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e del National Council for
Economic and Social Development maltese:
Grace ATTARD, membro del CESE, presidente del Consiglio nazionale delle donne (Malta)
e della commissione per la promozione della parità
*****

Rappresentante del Consiglio economico e sociale tunisino:
Amel Chérif ABBES, consigliera
*****

Rappresentanti del Consiglio economico e sociale monegasco:
 Béatrice BOISSON, in rappresentanza del Presidente GARINO,
 Alberte ESCANDE, consigliera
 Marie-Odile JORIS, consigliera
 Christian BARILARO, consigliere
 José GIANNOTTI, consigliere
 Jacques WOLZOK, consigliere
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- 19 
Segretariato (CES monegasco):
 Fabienne GUIEN, Segretario generale
 Fabrice BLANCHI, amministratore
 Justine AMBROSINI, amministratrice
 Séverine DUPOUEY, stagista e autrice di una tesi di master II sul ruolo delle donne nel
mondo.
ELENCO DEGLI ALLEGATI

Conclusioni ministeriali sul rafforzamento del ruolo delle donne nella società - Istanbul

Conclusioni dell'Unione per il Mediterraneo, seconda conferenza ministeriale sul
rafforzamento del ruolo delle donne nella società - Marrakech, 11 e 12 novembre 2009

Partenariato Euromed - Il rafforzamento del ruolo delle donne nella società - relazione 2007-2008
pubblicata nel 2010

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato
economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia per la parità tra donne e
uomini 2010-2015





Nuova strategia della Commissione per la parità uomo-donna
Il CESE: un ponte tra l'Europa e la società civile organizzata
Contributo del CNEL italiano
Piattaforma Anna Lindh
Lettera di Eva Jimeno Sicilia (ETF) relativa all'invito a un incontro sul tema Il rafforzamento
del ruolo delle donne nella società a Monaco il 21 settembre 2010

La Direttrice generale dell'UNESCO si congratula con Michelle BACHELET per la sua
nomina alla guida di UN Women
Unione per il Mediterraneo: la fine della Storia?
Forum nel Forum: La donna nella vita pubblica - Forum di Crans Montana a Monaco venerdì 27 giugno 2008
Documento di lavoro sul ruolo della donna presentato alla 49a sessione della commissione
sulla condizione della donna presieduta dalla vicepresidente del CNEL, Francesca Santoro



*
Fiche CESE 8213/2010 FR-BER/Vit/VIT/Ber/cp
…/…
- 20 



Un più forte impegno per la parità uomo-donna: la Carta delle donne
Documento quadro
La parità fra i sessi nella regione euromediterranea: dal piano d'azione all'azione? Relazione
ombra sull'attuazione del piano d'azione di Istanbul, agosto 2009
Conclusioni dell'Unione per il Mediterraneo, seconda conferenza ministeriale sul
rafforzamento del ruolo delle donne nella società, Marrakesh, 11 e 12 novembre 2009
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