RELAZIONE: GINNASTICA E STRETCHING NELLO SPORT Diciamo che prima di effettuare una lezione e’ opportuno preparare il nostro corpo alle sollecitazioni che dovremo imporgli. Solitamente si procede ad una ginnastica che funzioni come riscaldamento generale del nostro corpo (cardiovascolare) e altri esercizi che abbiano la funzione di cominciare a sciogliere i nostri movimenti. Si passa poi ad una ginnastica più mirata (settoriale) rispetto alla lezione che noi intendiamo effettuare. Per esempio, se la nostra lezione sarà indirizzata ad effettuare esercizi con preponderanza di calci, andremo a lavorare con più specificità sulle gambe e sui muscoli che andremo maggiormente a sollecitare. La ginnastica, poi deve anche potenziare i nostri corpi, quindi esercizi come addominali, flessioni, ecc. non devono mai mancare. Ricordiamo però anche che dobbiamo prestare molta attenzione quando si fa ginnastica con i bambini, in quanto il loro corpo non è ancora formato per effettuare alcuni esercizi, che potrebbero anzi creare danni. Alla ginnastica generica, dobbiamo però affiancare esercizi di stretching. Lo stretching è un metodo di esercitare una tensione su ogni singola fascia muscolare con lo scopo di allungare muscoli e tendini e aumentare sensibilmente la mobilità articolare e la scioltezza dei movimenti. Sono conosciuti numerosi metodi di stretching per migliorare prestazioni sportive. Alcuni di questi metodi, però sono stati riconosciuti come pericolosi ( ad esempio molleggiare sulle gambe con i muscoli in tensione può causare strappi muscolari o addirittura lesioni) Si tratta dello stretching di tipo balistico. Ci sono anche altri modelli di stretching, come ad esempio lo stretching “dinamico”.Questo e’ utilizzato dove sono previsti movimenti da effettuare ad elevata velocità, ( agonismo” perchè agisce sull’elasticità di muscoli e tendini. Si effettua slanciando con una certa rapidità ma con un movimento controllato, gambe o braccia in una determinata direzione, creando un movimento detto “ a rimbalzo” Si comincia con slanci lenti e sciolti, aumentando gradatamente l’ampiezza dello slancio oppure la velocità di esecuzione. Prima di procedere allo stretching, si effettua naturalmente un riscaldamento generale e settoriale ( rotazione delle articolazioni, collo, spalle, polsi, caviglie, etc). Il metodo più conosciuto e più utilizzato in ambito sportivo ma anche spesso in ambito di rieducazione muscolare dopo un intervento chirurgico, o curativo per alcune patologie ( problemi per dolori articolari, alla schiena e molto altro), o anche come ginnastica defaticante dopo lo sport e’ senz’altro lo stretching del metodo di Bob Anderson. Il metodo di Bob Anderson e’ detto di tipo statico, A grandi linee, consiste nel raggiungere e mantenere una tensione prolungata e rilassata per un certo periodo, mantenendola da dieci ai trenta secondi, ed effettuando un ritorno nel tempo di sei otto secondi circa. La posizione di massima flessione ( o estensione o torsione) deve essere raggiunta lentamente, per non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso di stiramento. La tensione massima deve essere raggiunta gradualmente e respirando correttamente, e senza superare la soglia del dolore. Mantenendo la posizione per venti o trenta secondi, il muscolo si rilassa ed e’ anche possibile aumentare leggermente la tensione, mantenendola sempre per un certo numero di secondi e sempre respirando regolarmente Se la respirazione risulta faticosa e’ necessario rilasciare un po’ la tensione. Esistono ancora altri metodi di stretching, che in questo ambito non vado ad esaminare, metodi che noi non utilizziamo nell’ambito sportivo da noi praticato. Per effettuare gli esercizi di stretching sono comunque consigliate alcune situazioni, quali: un riscaldamento generale prima degli esercizi. Il suolo non deve essere freddo. Concentrarsi durante l’esercizio e possibilmente in silenzio. Respirare regolarmente durante gli esercizi in modo da migliorare l’ossigenazione dei tessuti e il rilassamento degli stessi durante gli esercizi. Alternare l’estensione dei muscoli agonisti con quelli antagonisti. I vantaggi della pratica dello stretching sono quelli di acquisire progressivamente una migliore mobilità articolare, aumentando quindi l’efficienza del gesto atletico. Aumentare l’irrorazione sanguigna, preparando l’atleta all’allenamento, diminuendo di conseguenza i rischi di infortunio. Lo stretching predispone ad una maggiore “lubrificazione” delle articolazioni, prevenendo cosi anche traumi o dolori articolari causati dall’usura, o anche dall’età. Lo stretching si può praticare tranquillamente anche quando non si è più giovani. E’ noto infatti che la mobilità acquisita può essere mantenuta anche nel tempo semplicemente effettuando esercizi di stretching quotidiani. Detto tutto ciò si evince che gli esercizi di stretching fanno parte integralmente degli esercizi da effettuare durante le sessioni di allenamento e insegnamento della disciplina da noi tutti amata e praticata. Burresi Franco