Squilibri metabolici - Accu

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Guida Accu-Chek®
Squilibri metabolici nelle persone con
diabete: una situazione a rischio.
Cara lettrice,
caro lettore,
Indice
nelle persone affette da diabete si possono sempre verificare pericolosi
squilibri del metabolismo tutte le volte che la glicemia aumenta vertiginosamente o cade a precipizio.
Argomenti
Questo problema interessa non solo le persone con diabete di tipo 1,
bensì anche quelle affette da diabete di tipo 2 trattate con insulina o
con antidiabetici orali.
Mantenere valori di glicemia normali è come camminare sul filo del
rasoio, cercando di non cadere in un’ipoglicemia o in un’iperglicemia.
I pericoli di questi due contrapposti squilibri della glicemia non devono
essere né sottovalutati né sopravvalutati. La cosa essenziale è riconoscere tempestivamente queste situazioni critiche e agire di conseguenza.
La presente guida Accu-Chek vi fornisce tutte le informazioni più
importanti.
Il Vostro
team Accu-Chek®
2
Pagina
La glicemia è regolata da due ormoni
4
Quando la glicemia aumenta vertiginosamente:
iperglicemia e chetoacidosi
5
Cause dell’iperglicemia
8
Provvedimenti immediati in caso di iperglicemia
9
Prevenire efficacemente le iperglicemie
11
Quando la glicemia precipita a capofitto: l’ipoglicemia
12
Danni alla salute da ipoglicemia
14
Cinque possibili cause di ipoglicemia
15
Riconoscere tempestivamente le ipoglicemie
17
Come prevenire le ipoglicemie
18
Quando la glicemia passa inosservata
20
Far partecipare i famigliari, i vicini, gli amici
21
3
La glicemia è regolata da due ormoni
Quanto la glicemia aumenta vertiginosamente:
iperglicemia e chetoacidosi
Le persone che non soffrono di
diabete presentano oscillazioni
della glicemia molto limitate.
L’insulina, un ormone prodotto dal
pancreas, assicura che il glucosio
presente nel sangue possa essere
assorbito dalle cellule che lo consumano, impedendo così che il
suo livello nel sangue salga troppo (per es. dopo mangiato).
Una significativa carenza di insulina nel sangue manda in tilt il
metabolismo. I crescenti livelli di
glucosio nel sangue causano una
cosiddetta iperglicemia. Se il livello
di glucosio nel sangue supera la
soglia renale, l’urina prodotta
diventa spesso un vero e proprio
«fiume inarrestabile». È possibile
perdere diversi litri di liquidi al
giorno e questa condizione è
accompagnata da una sete quasi
inestinguibile. Mentre i due sintomi «bisogno impellente di urinare»
e «sete inesauribile» sono nei
giovani quasi immancabilmente
presenti, essi non sono sempre
osservabili negli anziani, colpiti
soprattutto dal diabete di tipo 2.
In questo gruppo di pazienti cresce quindi il rischio di non riconoscere e trattare tempestivamente
una carenza di insulina.
Se però la glicemia si abbassa
eccessivamente, viene inibito il
rilascio di insulina nel sangue. Il
glucagone, il secondo ormone di
regolazione prodotto nel pan-
creas, fa in modo che la concentrazione di glucosio nel sangue
salga di nuovo. Il glucagone attiva
infatti le riserve di glucosio nel
fegato e stimola la produzione di
nuovo glucosio.
Nelle persone senza diabete la
secrezione di insulina e di glucagone vengono quindi mantenute
in equilibrio perfetto. In caso di
diabete questo sistema ingegnoso
non funziona più correttamente,
perché il pancreas non produce
insulina o ne produce troppo
poca. La precisa regolazione della
glicemia viene pertanto resa
impossibile o fortemente compromessa.
Le conseguenze dello
squilibrio:
La glicemia viaggia su un
otto volante: a volte raggiunge altezze vertiginose
e a volte precipita a capofitto.
4
Insieme ai liquidi il corpo perde
anche minerali importanti (potassio e magnesio) e ciò può essere
causa di crampi ai polpacci e
dolori muscolari. L’aspetto più
grave della perdita di liquidi rimane tuttavia la disidratazione graduale dell’organismo e la sensazione di stanchezza e spossatezza
che ad essa conseguono. Questo
stato può infine aggravarsi e passare nello stato di sonno del
coma diabetico (iperosmolare).
A causa della glicemia elevata,
soprattutto le persone con diabete
di tipo 1 sono minacciate anche
da un altro pericolo. Se l’insulina
è deficitaria, l’organismo produce
l’energia necessaria degradando
le riserve di grassi. In questo
processo vengono però prodotti
i cosiddetti «corpi chetonici»
(acetone, acido idrossibutirrico e
acetoacetato), che possono essere
degradati dal corpo solo lentamente. L’acetone abbandona
l’organismo attraverso l’aria espirata, così che l’alito ha un caratteristico odore di frutta. La persona
colpita presenta inoltre una respirazione molto profonda e rapida,
che gli specialisti chiamano
«respiro di Kussmaul».
5
L’acetone viene escreto in parte anche nell’urina e questa cosiddetta
«chetonuria» può essere misurata con un test rapido (strisce reattive)
per l’urina.
I corpi chetonici portano inoltre a una iperacidificazione del sangue
(acidosi) e per questo si parla anche di «chetoacidosi». Il grado di
acidità del sangue (valore di pH) diminuisce e si manifestano nausea,
dolori addominali ed eventualmente vomito. Questi sintomi del tratto
gastrointestinale vengono attribuiti non di rado a disturbi gastrici o a
una malattia virale. Dal momento che in questa situazione fame e
appetito non sono particolarmente accentuati, molte persone con diabete riducono di conseguenza la dose di insulina, peggiorando ancora
di più la già critica situazione metabolica. Si crea quindi una situazione
di pericolo di vita, visto che può risultare in coma chetoacidosico.
6
Nota bene:
La soglia renale per il glucosio può essere paragonata a
una diga. Se la glicemia è
normale, ossia con un valore
di ca. 5,6 mmol/L (100 mg/dL),
la soglia renale trattiene nel
sangue tutto il glucosio, che
quindi non è affatto rilevabile
nell’urina. Anche quando la glicemia sale a circa 8,9 mmol/L
(160 mg/dL) di regola non si
riscontra ancora glucosio
nell’urina. Se però la glicemia
supera la diga della soglia
renale, il glucosio comincia ad
essere eliminato con l’urina.
Nella maggior parte delle persone la soglia renale è pari a
ca. 8,9 mmol/L (160 mg/dL).
Questo valore può tuttavia
variare leggermente a seconda
della predisposizione individuale.
L’eventuale presenza di corpi
chetonici nell’urina può essere
facilmente verificata con un
test rapido. A questo scopo
si tiene brevemente l’apposita
striscia reattiva sotto il getto
di urina o la si immerge in un
recipiente con l’urina raccolta,
in modo da bagnare interamente la zona reattiva. Si
scuote poi la striscia reattiva
o la si strofina sul bordo del
recipiente per eliminare
l’eccesso di urina. Dopo un
minuto, il colore della striscia
reattiva cambia e può essere
confrontato con la scala cromatica riportata sul flacone
delle strisce, leggendo quindi
il risultato ottenuto.
7
Cause della glicemia elevata
Gli squilibri metabolici vengono
spesso attribuiti ad un’alimentazione scorretta. Le abitudini alimentari sono in realtà solo uno
dei fattori responsabili degli allarmanti aumenti della glicemia. Gli
errori nella somministrazione di
insulina sono ugualmente importanti. In una persona con diabete
insulino-dipendente i valori glicemici possono infatti aumentare
eccessi-vamente quando si inietta
troppo poca insulina, quando ci si
dimentica un’iniezione di insulina
oppure quando si usa un iniettore
a penna o un microinfusore difettosi.
8
La glicemia aumenta però anche
nel corso di diverse altre malattie,
soprattutto se febbrili. Questo
incremento è causato dagli ormoni dello stress quali l’adrenalina,
la noradrenalina o il cortisone. Lo
stesso accade anche in caso di
malattie diarroiche, infezioni
influenzali, interventi chirurgici o
somministrazione di vari medicamenti. Anche emozioni forti quali
il dolore per la perdita di una persona cara possono indurre un
aumento del livello di glucosio nel
sangue. Qualsiasi forma di stress
ha difatti come conseguenza un
innalzamento della glicemia,
in quanto gli ormoni dello stress
agiscono come antagonisti
dell’insulina.
Provvedimenti immediati in caso di iperglicemia
Le seguenti misure possono
riportare la glicemia a un livello
normale:
1. Bere molta acqua per
compensare la perdita di
liquidi. Anche in caso di
nausea e vomito si dovrebbe bere acqua in piccoli
sorsi. Un vomito incontrollabile che si protrae per
alcune ore richiede una
terapia infusionale in ospedale.
2. Iniettare insulina per
abbassare la glicemia.
3. Controllare la glicemia e
l’eliminazione di acetone
nell’urina a intervalli regolari. Se persistono valori
troppo elevati, si dovrà
iniettare un’altra dose di
insulina.
Esistono diversi schemi posologici
che prescrivono la quantità di
insulina da iniettare e gli intervalli
di tempo fra le somministrazioni.
Per questo è importante che le
persone a rischio discutano con
il diabetologo il proprio schema
terapeutico personalizzato per il
trattamento della chetoacidosi.
Attenzione !
Alcuni pazienti pensano che
durante un episodio chetoacidosico si possa ridurre la glicemia
praticando attività fisica. Tuttavia,
affinché le cellule dell’organismo
possano assorbire lo zucchero, è
necessaria la presenza di insulina,
che in questa situazione viene
invece a mancare. L’attività fisica
durante una chetoacidosi diabetica è quindi la cosa più sbagliata
che si possa fare.
9
Prevenire efficacemente le iperglicemie
Consiglio Accu-Chek:
La migliore cosa da fare
in caso di squilibrio metabolico è consultare il medico
curante, visto che si tratta
sempre di una condizione
grave.
Ogni persona con diabete dovrebbe essere preparata
all’evenienza di un’iperglicemia critica.
1. Misurate la glicemia regolarmente, soprattutto se nutrite dei dubbi
sulla vostra situazione metabolica.
2. In caso di malattia (con o senza febbre) pensate sempre che
potreste aver bisogno di più insulina.
3. Per verificare che la penna a insulina funzioni correttamente, potete
spruzzare in aria una o due unità di insulina prima di praticare
l’iniezione necessaria.
4. Conservate le strisce reattive per la misurazione della glicemia, quelle
per la misurazione dell’acetone nell’urina e l’insulina in modo che
siano sempre a portata di mano.
5. Tenete presente che in caso di squilibrio metabolico diabetico grave
potreste manifestare sonnolenza o addirittura perdere coscienza e
quindi non essere più in grado di autosomministrarvi l’insulina
necessaria.
6. In caso di malattia, chiedete aiuto ai famigliari e agli amici al fine di
assicurare le vostre cure.
7. Ripetete a mente di tanto in tanto il vostro schema di trattamento
personale della chetoacidosi, così da essere pronti in caso di
emergenza.
10
11
Quando la glicemia precipita a capofitto:
l’ipoglicemia
Se la glicemia scende in modo
fulmineo al di sotto di 2,8 mmol/L
(50 mg/dL) è necessario prestare
una particolare attenzione, perché
alle cellule del corpo viene a
mancare il carburante principale:
il glucosio. Questa condizione è
conosciuta con il termine di «ipoglicemia» o, abbreviando, «ipo».
Esistono molti sintomi premonitori
di un’ipoglicemia incombente, ma
spesso si manifestano in modo
completamente differente. Per di
più, i segni di ipoglicemia non
dipendono solo da valori glicemici
bassi. Alcune persone sentono la
carenza di glucosio già con valori
di 3,4–5,6 mmol/L (70 –100 mg/dL).
Ciò dipende di sovente dal fatto
che questi soggetti presentano
già da diverso tempo una glicemia
elevata che ha indotto il corpo
ad abituarsi a questi alti valori di
glucosio nel sangue.
12
Esistono segni di ipoglicemia
associati allo stress e altri di
origine cerebrale.
• I segni associati allo stress (sin-
•
tomi adrenergici) sono sudorazione, tremori, battito cardiaco
accelerato, aumento della pressione arteriosa, pallore e debolezza nelle gambe. Questi segni
compaiono sempre quando il
corpo aumenta la secrezione di
adrenalina (l’ormone dello
stress) nel sangue in risposta a
un calo della glicemia.
Se il livello di glucosio scende
ancora di più, si arriva ai sintomi
cerebrali. La carenza di glucosio
nel cervello causa fame intensa,
disturbi della vista, del pensiero
e della parola, difficoltà di concentrazione, disturbi motori e
sensazione di intorpidimento
attorno alle labbra. Spesso si
manifestano però anche offuscamento della coscienza e stato
confusionale. Al tempo stesso
cambia in genere drasticamente
anche lo stato umorale ed emotivo, rendendo possibile la comparsa di aggressività, ansia o
depressione.
I sintomi di un’ipoglicemia sono
estremamente vari. Ogni persona
con diabete deve quindi imparare
a riconoscere i propri segni
premonitori di un’ipoglicemia.
Attenzione però: questi segni
premonitori non rimangono sempre gli stessi per tutta la vita. Se
per anni il segno infallibile di
un’imminente ipoglicemia è stato
l’intorpidimento della lingua, esso
potrebbe ad un tratto cambiare,
per diventare un’improvvisa difficoltà di concentrazione.
L’adrenalina mette il corpo
in condizione di reagire allo
stress, all’eccitazione o al
pericolo. La pressione arteriosa e il polso aumentano e
con l’aiuto del glucagone
vengono messe a disposizione
energie supplementari, facendo salire di nuovo la glicemia.
L’ipoglicemia lieve
Un’ipoglicemia di lieve entità può
rendersi manifesta attraverso i
seguenti sintomi: sudorazione
improvvisa, fame intensa, palpita-
zione cardiaca, formicolii alle labbra e difficoltà di concentrazione.
Anche la debolezza delle gambe
(segno di debolezza muscolare) e
gli sbalzi d’umore sono assolutamente caratteristici di questa condizione. Tuttavia, non tutti i segni
si presentano ogni volta contemporaneamente e ogni singolo
individuo può avere sintomi principali differenti.
L’ipoglicemia moderata
Se la glicemia scende ulteriormente, si aggiungono altri sintomi
al quadro descritto: tremori,
disturbi della vista, crescente
difficoltà di pensare e agire e
disorientamento.
L’ipoglicemia grave
Questo grave squilibrio metabolico
è contraddistinto da una perdita
di coscienza ed eventualmente
attacchi di crampi. I sintomi sono
simili a quelli che si manifestano
in caso di ictus. In queste condizioni è assolutamente necessario
un aiuto esterno per rimettere di
nuovo a posto il metabolismo.
13
Danni alla salute da ipoglicemia
Cinque possibili cause di ipoglicemia
Spiacevole, minacciosa e allarmante: così viene percepita un’ipoglicemia grave dalle persone con
diabete. Dannosa fino a rappresentare una minaccia per la vita:
così giudicano i medici questo
stato patologico. Il mancato riconoscimento e trattamento tempestivo di un’ipoglicemia grave può
infatti portare a convulsioni e perdita di coscienza. Nei bambini e
negli anziani i danni cerebrali
possono esserne la conseguenza.
E non è ancora tutto, visto che,
sebbene minimo, esiste anche il
rischio di non uscire più dal coma
o addirittura di morire. Nelle persone in stato di incoscienza è per
esempio particolarmente elevato il
rischio di soffocamento.
1. Somministrazione di una
dose eccessiva di insulina o
sulfonilurea in compresse
Un altro rischio: nel corso di
un’ipoglicemia si verificano più
facilmente incidenti, che possono
diventare pericolosi per le persone interessate e per gli altri.
Anche le lievi riduzioni della glicemia non devono essere sottovalutate: sebbene non causino
danni all’organismo, possono
comunque compromettere il
benessere e le capacità psicofisiche della persona.
• Prematura correzione postpran-
•
•
•
L’attività fisica riduce il fabbisogno
di insulina. La dose di insulina
deve pertanto essere ridotta già
prima di iniziare l’attività e anche
dopo averla terminata.
4. Consumo di alcol eccessivo
Le ipoglicemie gravi sono spesso
la conseguenza di uno smoderato consumo di alcol. L’ipoglicemia
può manifestarsi fino a 30 ore
dopo l’assunzione di alcol, perché
questa sostanza blocca la neosintesi di glucosio nel fegato.
2. Pasto troppo scarso
• Dimenticare un pasto o ritar•
•
•
•
14
diale di una glicemia elevata
mediante assunzione di un ulteriore bolo di insulina.
Involontaria iniezione di una
doppia dose di insulina.
Ripetizione dell’iniezione perché
dal punto di iniezione è fuoriuscito qualcosa.
Accidentale impostazione
dell’iniettore su una dose troppo
elevata.
3. Troppa attività fisica o sport
darlo più del dovuto.
Assunzione di una quantità di
carboidrati troppo piccola.
Intervallo eccessivamente lungo
fra l’iniezione e il pasto.
Errore nel calcolo dei carboidrati
necessari in rapporto alla
quantità di insulina iniettata.
Disturbi del comportamento
alimentare (per es. anoressia o
bulimia).
5. Ridotta funzionalità renale
Un danno renale incipiente può
causare il prolungamento
dell’azione dell’insulina e di altri
medicamenti.
15
Riconoscere tempestivamente le ipoglicemie
Cercate di rispondere in modo
esauriente alle domande
seguenti:
• Potete descrivere i segnali
premonitori del vostro corpo ?
• Manifestate sintomi inequivo-
•
•
cabili che indicano con elevata
probabilità l’incombere di
un’ipoglicemia ?
Ci sono situazioni in cui mostrate
una particolare predisposizione
per un’ipoglicemia ?
Avete già pensato a come volete
o potete reagire in una situazione
di ipoglicemia ?
Se siete in grado di rispondere a
tutte le domande, significa che
avete già valutato ampiamente
una eventuale situazione di ipoglicemia. Altrimenti osservare attentamente i segni che il vostro
corpo manifesta in caso di valori
glicemici bassi, per esempio:
16
iniziate a sudare ? Quali sono i
punti dove inizia di regola la
sudorazione ? Dove sudate più
intensamente ? La sudorazione in
caso di ipoglicemia è diversa da
quella che manifestate normalmente, per esempio quando praticate sport ? Le ipoglicemie sono
più frequenti in situazioni particolari (per es. mentre lavorate in
giardino) o in determinati momenti
della giornata ?
In una situazione di ipoglicemia
grave spesso non si è più in
grado di agire con ponderazione.
Pensate quindi in anticipo a cosa
fareste in queste circostanze e
ripetete a mente di tanto in tanto
il vostro piano di azione. Quanto
meglio avrete ripassato questi
schemi di condotta, tanto più reagirete «ragionevolmente» in caso
di ipoglicemia.
17
Come prevenire le ipoglicemie
L’intervallo di tempo compreso fra
i primi segni di un’ipoglicemia e
il momento in cui non si è più in
grado di far fronte da soli alla
situazione è spesso molto breve.
Le importanti regole indicate di
seguito possono aiutarvi a prevenire efficacemente un’ipoglicemia.
• Rispettate sempre i pasti pro-
•
•
•
18
grammati in relazione al vostro
trattamento, in particolare le
quantità di carboidrati che avete
concordato con il vostro medico.
Assicuratevi che l’intervallo fra
iniezione e pasto sia corretto.
Se state seguendo una terapia
intensiva, evitate di iniettare boli
di insulina aggiuntivi troppo
grandi.
In caso di intensa attività fisica
riducete per tempo il dosaggio
di insulina e durante tale attività
tenete a portata di mano un’abbondante riserva di carboidrati.
• Se avete motivo di ritenere che
•
•
•
•
•
potreste sviluppare un’ipoglicemia (per es. se avete omesso
un pasto), misurate più spesso
il livello di glucosio nel sangue.
Ai primi segni di ipoglicemia
vale la regola: prima mangiare
e poi misurare!
Se di solito avete una glicemia
bassa, consultate il medico
riguardo alla vostra terapia
insulinica.
Portate sempre con voi uno
spuntino di emergenza, per es.
glucosio in tavolette o una
bevanda zuccherata.
Portate con voi sempre e ovunque la vostra tessera personale
del diabetico.
Se avete già manifestato spesso
un’ipoglicemia grave, tenete
sempre a portata di mano
anche il vostro kit di emergenza
con glucagone. Spiegate inoltre
ai vostri famigliari e colleghi di
lavoro come possono iniettarvi il
glucagone in caso di emergenza.
Il glucagone è un antagonista
dell’insulina e garantisce un
rapido rilascio delle riserve di
glucosio dal fegato. Se iniettato
sotto la cute o in un muscolo,
fa salire la glicemia di circa
1,7 – 2,2 mmol/L (30 – 40 mg/dL)
nell’arco di pochi minuti.
Questo aumento è sufficiente
a far rinvenire una persona con
diabete che ha perso coscienza,
ma non basta ancora a scongiurare i pericoli di un’ipoglicemia.
Dopo aver ripreso conoscenza,
la persona colpita deve assumere
ancora glucosio (almeno 4 tavolette, ossia 2 – 3 unità pane ad
azione rapida), per impedire che
la glicemia scenda di nuovo. Il
glucagone non è però di aiuto
nel caso in cui l’ipoglicemia sia
correlata al consumo di alcol,
dato che le riserve epatiche di
glucosio sono in questo caso
bloccate dall’alcol e non possono
essere rilasciate dal glucagone.
Per trattare le ipoglicemie scatenate dal consumo di alcol
occorre somministrare il glucosio per via endovenosa.
19
Quando la glicemia passa inosservata
Molte persone con diabete lamentano di non accorgersi più di
un’ipoglicemia imminente, perché
i segni mutano o diventano meno
intensi.
Questo fenomeno è probabilmente
dovuto a un effetto di assuefazione.
Il rischio di percepire meno le
ipoglicemie aumenta con la durata
del diabete. Una glicemia che
scende spesso sotto i 3,9 mmol/L
(70 mg/dL) costituisce uno stress
per il corpo del paziente.
Vengono quindi secreti ormoni
dello stress quali, per esempio,
l’adrenalina. Per evitare a lungo
termine questo stress, in risposta
agli episodi ipoglicemici l’organismo
inizia a rilasciare sempre meno
ormoni dello stress o riduce la sua
risposta ad essi.
20
Oltre a ciò, le persone affette da
diabete con un’impostazione della
glicemia piuttosto bassa notano i
segni di ipoglicemia solo a valori
glicemici inferiori rispetto ad altre
persone. Quanto più bassa è la
HbA1c, tanto inferiore sarà la
soglia di percezione di un’ipoglicemia. Il passaggio da valori glicemici per i quali vengono ancora
percepiti i sintomi di ipoglicemia
a una perdita di coscienza può
essere molto rapido, così che in
un calo repentino della glicemia
rimane poco tempo per prendere
adeguate contromisure.
Far partecipare i famigliari, i vicini, gli amici
Molte persone con diabete tacciono la propria malattia di fronte
agli altri. E voi? Le persone che vi
circondano sono a conoscenza del
vostro diabete?
Se la risposta è «no», allora ponetevi rimedio: è nel vostro stesso
interesse. Solo quando le persone
che vi stanno intorno sanno cosa
significa il diabete mellito, quali
medicamenti sono necessari e
quali situazioni di rischio possono
manifestarsi, saranno anche in
grado di aiutarvi con prontezza.
Non abbiate vergogna di mostrare
alle persone di vostra fiducia
come misurate la glicemia. Non
abbiate neppure paura di dire loro
che un’ipoglicemia potrebbe rendervi irritabili e aggressivi. I famigliari, gli amici e i colleghi devono
conoscere anche il nome del
vostro medico qualora dovessero
contattarlo rapidamente in caso
di emergenza.
La terapia insulinica intensiva non
peggiora la percezione di un’ipoglicemia, bensì migliora il controllo
metabolico, prevenendo così le
ipoglicemie gravi.
21
Portate sempre con voi la tessera del diabetico, se possibile nel
portafoglio.
In tal modo non solo le persone che conoscete, bensì anche eventuali
soccorritori potranno avere immediatamente le informazioni più importanti sulla vostra malattia.
Fornite alle persone che potrebbero aiutarvi istruzioni sulle misure di
pronto soccorso. Mostrategli dove conservate le tavolette di glucosio,
come funziona il vostro misuratore di glicemia e come si inietta insulina
o glucagone. La franchezza reciproca è il presupposto fondamentale
affinché le persone con e senza il diabete possano vivere insieme, comprendendosi e aiutandosi a vicenda.
Prevenire è meglio che intervenire
Per non arrivare affatto ai temuti squilibri metabolici, dovete sempre
impegnarvi, insieme al vostro medico, per il mantenimento di un buon
controllo del diabete. Solo così potrete evitare nel migliore dei modi
le complicazioni. La normalizzazione della glicemia entro i livelli fissati
individualmente assume a questo proposito un ruolo determinante.
Per raggiungere questo obiettivo appare molto utile un corso educativo
che tenga conto delle vostre condizioni di vita e della relativa quotidianità e che serva a mantenere il benessere quotidiano ed a facilitare il
rapporto con il diabete. Gli autocontrolli regolari della glicemia vi aiutano inoltre a familiarizzarvi con il vostro metabolismo, così da riuscire a
riconoscere e prevenire tempestivamente i temuti squilibri metabolici.
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