Guida Accu-Chek® Squilibri metabolici nelle persone con diabete: una situazione a rischio. Cara lettrice, caro lettore, Indice nelle persone affette da diabete si possono sempre verificare pericolosi squilibri del metabolismo tutte le volte che la glicemia aumenta vertiginosamente o cade a precipizio. Argomenti Questo problema interessa non solo le persone con diabete di tipo 1, bensì anche quelle affette da diabete di tipo 2 trattate con insulina o con antidiabetici orali. Mantenere valori di glicemia normali è come camminare sul filo del rasoio, cercando di non cadere in un’ipoglicemia o in un’iperglicemia. I pericoli di questi due contrapposti squilibri della glicemia non devono essere né sottovalutati né sopravvalutati. La cosa essenziale è riconoscere tempestivamente queste situazioni critiche e agire di conseguenza. La presente guida Accu-Chek vi fornisce tutte le informazioni più importanti. Il Vostro team Accu-Chek® 2 Pagina La glicemia è regolata da due ormoni 4 Quando la glicemia aumenta vertiginosamente: iperglicemia e chetoacidosi 5 Cause dell’iperglicemia 8 Provvedimenti immediati in caso di iperglicemia 9 Prevenire efficacemente le iperglicemie 11 Quando la glicemia precipita a capofitto: l’ipoglicemia 12 Danni alla salute da ipoglicemia 14 Cinque possibili cause di ipoglicemia 15 Riconoscere tempestivamente le ipoglicemie 17 Come prevenire le ipoglicemie 18 Quando la glicemia passa inosservata 20 Far partecipare i famigliari, i vicini, gli amici 21 3 La glicemia è regolata da due ormoni Quanto la glicemia aumenta vertiginosamente: iperglicemia e chetoacidosi Le persone che non soffrono di diabete presentano oscillazioni della glicemia molto limitate. L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, assicura che il glucosio presente nel sangue possa essere assorbito dalle cellule che lo consumano, impedendo così che il suo livello nel sangue salga troppo (per es. dopo mangiato). Una significativa carenza di insulina nel sangue manda in tilt il metabolismo. I crescenti livelli di glucosio nel sangue causano una cosiddetta iperglicemia. Se il livello di glucosio nel sangue supera la soglia renale, l’urina prodotta diventa spesso un vero e proprio «fiume inarrestabile». È possibile perdere diversi litri di liquidi al giorno e questa condizione è accompagnata da una sete quasi inestinguibile. Mentre i due sintomi «bisogno impellente di urinare» e «sete inesauribile» sono nei giovani quasi immancabilmente presenti, essi non sono sempre osservabili negli anziani, colpiti soprattutto dal diabete di tipo 2. In questo gruppo di pazienti cresce quindi il rischio di non riconoscere e trattare tempestivamente una carenza di insulina. Se però la glicemia si abbassa eccessivamente, viene inibito il rilascio di insulina nel sangue. Il glucagone, il secondo ormone di regolazione prodotto nel pan- creas, fa in modo che la concentrazione di glucosio nel sangue salga di nuovo. Il glucagone attiva infatti le riserve di glucosio nel fegato e stimola la produzione di nuovo glucosio. Nelle persone senza diabete la secrezione di insulina e di glucagone vengono quindi mantenute in equilibrio perfetto. In caso di diabete questo sistema ingegnoso non funziona più correttamente, perché il pancreas non produce insulina o ne produce troppo poca. La precisa regolazione della glicemia viene pertanto resa impossibile o fortemente compromessa. Le conseguenze dello squilibrio: La glicemia viaggia su un otto volante: a volte raggiunge altezze vertiginose e a volte precipita a capofitto. 4 Insieme ai liquidi il corpo perde anche minerali importanti (potassio e magnesio) e ciò può essere causa di crampi ai polpacci e dolori muscolari. L’aspetto più grave della perdita di liquidi rimane tuttavia la disidratazione graduale dell’organismo e la sensazione di stanchezza e spossatezza che ad essa conseguono. Questo stato può infine aggravarsi e passare nello stato di sonno del coma diabetico (iperosmolare). A causa della glicemia elevata, soprattutto le persone con diabete di tipo 1 sono minacciate anche da un altro pericolo. Se l’insulina è deficitaria, l’organismo produce l’energia necessaria degradando le riserve di grassi. In questo processo vengono però prodotti i cosiddetti «corpi chetonici» (acetone, acido idrossibutirrico e acetoacetato), che possono essere degradati dal corpo solo lentamente. L’acetone abbandona l’organismo attraverso l’aria espirata, così che l’alito ha un caratteristico odore di frutta. La persona colpita presenta inoltre una respirazione molto profonda e rapida, che gli specialisti chiamano «respiro di Kussmaul». 5 L’acetone viene escreto in parte anche nell’urina e questa cosiddetta «chetonuria» può essere misurata con un test rapido (strisce reattive) per l’urina. I corpi chetonici portano inoltre a una iperacidificazione del sangue (acidosi) e per questo si parla anche di «chetoacidosi». Il grado di acidità del sangue (valore di pH) diminuisce e si manifestano nausea, dolori addominali ed eventualmente vomito. Questi sintomi del tratto gastrointestinale vengono attribuiti non di rado a disturbi gastrici o a una malattia virale. Dal momento che in questa situazione fame e appetito non sono particolarmente accentuati, molte persone con diabete riducono di conseguenza la dose di insulina, peggiorando ancora di più la già critica situazione metabolica. Si crea quindi una situazione di pericolo di vita, visto che può risultare in coma chetoacidosico. 6 Nota bene: La soglia renale per il glucosio può essere paragonata a una diga. Se la glicemia è normale, ossia con un valore di ca. 5,6 mmol/L (100 mg/dL), la soglia renale trattiene nel sangue tutto il glucosio, che quindi non è affatto rilevabile nell’urina. Anche quando la glicemia sale a circa 8,9 mmol/L (160 mg/dL) di regola non si riscontra ancora glucosio nell’urina. Se però la glicemia supera la diga della soglia renale, il glucosio comincia ad essere eliminato con l’urina. Nella maggior parte delle persone la soglia renale è pari a ca. 8,9 mmol/L (160 mg/dL). Questo valore può tuttavia variare leggermente a seconda della predisposizione individuale. L’eventuale presenza di corpi chetonici nell’urina può essere facilmente verificata con un test rapido. A questo scopo si tiene brevemente l’apposita striscia reattiva sotto il getto di urina o la si immerge in un recipiente con l’urina raccolta, in modo da bagnare interamente la zona reattiva. Si scuote poi la striscia reattiva o la si strofina sul bordo del recipiente per eliminare l’eccesso di urina. Dopo un minuto, il colore della striscia reattiva cambia e può essere confrontato con la scala cromatica riportata sul flacone delle strisce, leggendo quindi il risultato ottenuto. 7 Cause della glicemia elevata Gli squilibri metabolici vengono spesso attribuiti ad un’alimentazione scorretta. Le abitudini alimentari sono in realtà solo uno dei fattori responsabili degli allarmanti aumenti della glicemia. Gli errori nella somministrazione di insulina sono ugualmente importanti. In una persona con diabete insulino-dipendente i valori glicemici possono infatti aumentare eccessi-vamente quando si inietta troppo poca insulina, quando ci si dimentica un’iniezione di insulina oppure quando si usa un iniettore a penna o un microinfusore difettosi. 8 La glicemia aumenta però anche nel corso di diverse altre malattie, soprattutto se febbrili. Questo incremento è causato dagli ormoni dello stress quali l’adrenalina, la noradrenalina o il cortisone. Lo stesso accade anche in caso di malattie diarroiche, infezioni influenzali, interventi chirurgici o somministrazione di vari medicamenti. Anche emozioni forti quali il dolore per la perdita di una persona cara possono indurre un aumento del livello di glucosio nel sangue. Qualsiasi forma di stress ha difatti come conseguenza un innalzamento della glicemia, in quanto gli ormoni dello stress agiscono come antagonisti dell’insulina. Provvedimenti immediati in caso di iperglicemia Le seguenti misure possono riportare la glicemia a un livello normale: 1. Bere molta acqua per compensare la perdita di liquidi. Anche in caso di nausea e vomito si dovrebbe bere acqua in piccoli sorsi. Un vomito incontrollabile che si protrae per alcune ore richiede una terapia infusionale in ospedale. 2. Iniettare insulina per abbassare la glicemia. 3. Controllare la glicemia e l’eliminazione di acetone nell’urina a intervalli regolari. Se persistono valori troppo elevati, si dovrà iniettare un’altra dose di insulina. Esistono diversi schemi posologici che prescrivono la quantità di insulina da iniettare e gli intervalli di tempo fra le somministrazioni. Per questo è importante che le persone a rischio discutano con il diabetologo il proprio schema terapeutico personalizzato per il trattamento della chetoacidosi. Attenzione ! Alcuni pazienti pensano che durante un episodio chetoacidosico si possa ridurre la glicemia praticando attività fisica. Tuttavia, affinché le cellule dell’organismo possano assorbire lo zucchero, è necessaria la presenza di insulina, che in questa situazione viene invece a mancare. L’attività fisica durante una chetoacidosi diabetica è quindi la cosa più sbagliata che si possa fare. 9 Prevenire efficacemente le iperglicemie Consiglio Accu-Chek: La migliore cosa da fare in caso di squilibrio metabolico è consultare il medico curante, visto che si tratta sempre di una condizione grave. Ogni persona con diabete dovrebbe essere preparata all’evenienza di un’iperglicemia critica. 1. Misurate la glicemia regolarmente, soprattutto se nutrite dei dubbi sulla vostra situazione metabolica. 2. In caso di malattia (con o senza febbre) pensate sempre che potreste aver bisogno di più insulina. 3. Per verificare che la penna a insulina funzioni correttamente, potete spruzzare in aria una o due unità di insulina prima di praticare l’iniezione necessaria. 4. Conservate le strisce reattive per la misurazione della glicemia, quelle per la misurazione dell’acetone nell’urina e l’insulina in modo che siano sempre a portata di mano. 5. Tenete presente che in caso di squilibrio metabolico diabetico grave potreste manifestare sonnolenza o addirittura perdere coscienza e quindi non essere più in grado di autosomministrarvi l’insulina necessaria. 6. In caso di malattia, chiedete aiuto ai famigliari e agli amici al fine di assicurare le vostre cure. 7. Ripetete a mente di tanto in tanto il vostro schema di trattamento personale della chetoacidosi, così da essere pronti in caso di emergenza. 10 11 Quando la glicemia precipita a capofitto: l’ipoglicemia Se la glicemia scende in modo fulmineo al di sotto di 2,8 mmol/L (50 mg/dL) è necessario prestare una particolare attenzione, perché alle cellule del corpo viene a mancare il carburante principale: il glucosio. Questa condizione è conosciuta con il termine di «ipoglicemia» o, abbreviando, «ipo». Esistono molti sintomi premonitori di un’ipoglicemia incombente, ma spesso si manifestano in modo completamente differente. Per di più, i segni di ipoglicemia non dipendono solo da valori glicemici bassi. Alcune persone sentono la carenza di glucosio già con valori di 3,4–5,6 mmol/L (70 –100 mg/dL). Ciò dipende di sovente dal fatto che questi soggetti presentano già da diverso tempo una glicemia elevata che ha indotto il corpo ad abituarsi a questi alti valori di glucosio nel sangue. 12 Esistono segni di ipoglicemia associati allo stress e altri di origine cerebrale. • I segni associati allo stress (sin- • tomi adrenergici) sono sudorazione, tremori, battito cardiaco accelerato, aumento della pressione arteriosa, pallore e debolezza nelle gambe. Questi segni compaiono sempre quando il corpo aumenta la secrezione di adrenalina (l’ormone dello stress) nel sangue in risposta a un calo della glicemia. Se il livello di glucosio scende ancora di più, si arriva ai sintomi cerebrali. La carenza di glucosio nel cervello causa fame intensa, disturbi della vista, del pensiero e della parola, difficoltà di concentrazione, disturbi motori e sensazione di intorpidimento attorno alle labbra. Spesso si manifestano però anche offuscamento della coscienza e stato confusionale. Al tempo stesso cambia in genere drasticamente anche lo stato umorale ed emotivo, rendendo possibile la comparsa di aggressività, ansia o depressione. I sintomi di un’ipoglicemia sono estremamente vari. Ogni persona con diabete deve quindi imparare a riconoscere i propri segni premonitori di un’ipoglicemia. Attenzione però: questi segni premonitori non rimangono sempre gli stessi per tutta la vita. Se per anni il segno infallibile di un’imminente ipoglicemia è stato l’intorpidimento della lingua, esso potrebbe ad un tratto cambiare, per diventare un’improvvisa difficoltà di concentrazione. L’adrenalina mette il corpo in condizione di reagire allo stress, all’eccitazione o al pericolo. La pressione arteriosa e il polso aumentano e con l’aiuto del glucagone vengono messe a disposizione energie supplementari, facendo salire di nuovo la glicemia. L’ipoglicemia lieve Un’ipoglicemia di lieve entità può rendersi manifesta attraverso i seguenti sintomi: sudorazione improvvisa, fame intensa, palpita- zione cardiaca, formicolii alle labbra e difficoltà di concentrazione. Anche la debolezza delle gambe (segno di debolezza muscolare) e gli sbalzi d’umore sono assolutamente caratteristici di questa condizione. Tuttavia, non tutti i segni si presentano ogni volta contemporaneamente e ogni singolo individuo può avere sintomi principali differenti. L’ipoglicemia moderata Se la glicemia scende ulteriormente, si aggiungono altri sintomi al quadro descritto: tremori, disturbi della vista, crescente difficoltà di pensare e agire e disorientamento. L’ipoglicemia grave Questo grave squilibrio metabolico è contraddistinto da una perdita di coscienza ed eventualmente attacchi di crampi. I sintomi sono simili a quelli che si manifestano in caso di ictus. In queste condizioni è assolutamente necessario un aiuto esterno per rimettere di nuovo a posto il metabolismo. 13 Danni alla salute da ipoglicemia Cinque possibili cause di ipoglicemia Spiacevole, minacciosa e allarmante: così viene percepita un’ipoglicemia grave dalle persone con diabete. Dannosa fino a rappresentare una minaccia per la vita: così giudicano i medici questo stato patologico. Il mancato riconoscimento e trattamento tempestivo di un’ipoglicemia grave può infatti portare a convulsioni e perdita di coscienza. Nei bambini e negli anziani i danni cerebrali possono esserne la conseguenza. E non è ancora tutto, visto che, sebbene minimo, esiste anche il rischio di non uscire più dal coma o addirittura di morire. Nelle persone in stato di incoscienza è per esempio particolarmente elevato il rischio di soffocamento. 1. Somministrazione di una dose eccessiva di insulina o sulfonilurea in compresse Un altro rischio: nel corso di un’ipoglicemia si verificano più facilmente incidenti, che possono diventare pericolosi per le persone interessate e per gli altri. Anche le lievi riduzioni della glicemia non devono essere sottovalutate: sebbene non causino danni all’organismo, possono comunque compromettere il benessere e le capacità psicofisiche della persona. • Prematura correzione postpran- • • • L’attività fisica riduce il fabbisogno di insulina. La dose di insulina deve pertanto essere ridotta già prima di iniziare l’attività e anche dopo averla terminata. 4. Consumo di alcol eccessivo Le ipoglicemie gravi sono spesso la conseguenza di uno smoderato consumo di alcol. L’ipoglicemia può manifestarsi fino a 30 ore dopo l’assunzione di alcol, perché questa sostanza blocca la neosintesi di glucosio nel fegato. 2. Pasto troppo scarso • Dimenticare un pasto o ritar• • • • 14 diale di una glicemia elevata mediante assunzione di un ulteriore bolo di insulina. Involontaria iniezione di una doppia dose di insulina. Ripetizione dell’iniezione perché dal punto di iniezione è fuoriuscito qualcosa. Accidentale impostazione dell’iniettore su una dose troppo elevata. 3. Troppa attività fisica o sport darlo più del dovuto. Assunzione di una quantità di carboidrati troppo piccola. Intervallo eccessivamente lungo fra l’iniezione e il pasto. Errore nel calcolo dei carboidrati necessari in rapporto alla quantità di insulina iniettata. Disturbi del comportamento alimentare (per es. anoressia o bulimia). 5. Ridotta funzionalità renale Un danno renale incipiente può causare il prolungamento dell’azione dell’insulina e di altri medicamenti. 15 Riconoscere tempestivamente le ipoglicemie Cercate di rispondere in modo esauriente alle domande seguenti: • Potete descrivere i segnali premonitori del vostro corpo ? • Manifestate sintomi inequivo- • • cabili che indicano con elevata probabilità l’incombere di un’ipoglicemia ? Ci sono situazioni in cui mostrate una particolare predisposizione per un’ipoglicemia ? Avete già pensato a come volete o potete reagire in una situazione di ipoglicemia ? Se siete in grado di rispondere a tutte le domande, significa che avete già valutato ampiamente una eventuale situazione di ipoglicemia. Altrimenti osservare attentamente i segni che il vostro corpo manifesta in caso di valori glicemici bassi, per esempio: 16 iniziate a sudare ? Quali sono i punti dove inizia di regola la sudorazione ? Dove sudate più intensamente ? La sudorazione in caso di ipoglicemia è diversa da quella che manifestate normalmente, per esempio quando praticate sport ? Le ipoglicemie sono più frequenti in situazioni particolari (per es. mentre lavorate in giardino) o in determinati momenti della giornata ? In una situazione di ipoglicemia grave spesso non si è più in grado di agire con ponderazione. Pensate quindi in anticipo a cosa fareste in queste circostanze e ripetete a mente di tanto in tanto il vostro piano di azione. Quanto meglio avrete ripassato questi schemi di condotta, tanto più reagirete «ragionevolmente» in caso di ipoglicemia. 17 Come prevenire le ipoglicemie L’intervallo di tempo compreso fra i primi segni di un’ipoglicemia e il momento in cui non si è più in grado di far fronte da soli alla situazione è spesso molto breve. Le importanti regole indicate di seguito possono aiutarvi a prevenire efficacemente un’ipoglicemia. • Rispettate sempre i pasti pro- • • • 18 grammati in relazione al vostro trattamento, in particolare le quantità di carboidrati che avete concordato con il vostro medico. Assicuratevi che l’intervallo fra iniezione e pasto sia corretto. Se state seguendo una terapia intensiva, evitate di iniettare boli di insulina aggiuntivi troppo grandi. In caso di intensa attività fisica riducete per tempo il dosaggio di insulina e durante tale attività tenete a portata di mano un’abbondante riserva di carboidrati. • Se avete motivo di ritenere che • • • • • potreste sviluppare un’ipoglicemia (per es. se avete omesso un pasto), misurate più spesso il livello di glucosio nel sangue. Ai primi segni di ipoglicemia vale la regola: prima mangiare e poi misurare! Se di solito avete una glicemia bassa, consultate il medico riguardo alla vostra terapia insulinica. Portate sempre con voi uno spuntino di emergenza, per es. glucosio in tavolette o una bevanda zuccherata. Portate con voi sempre e ovunque la vostra tessera personale del diabetico. Se avete già manifestato spesso un’ipoglicemia grave, tenete sempre a portata di mano anche il vostro kit di emergenza con glucagone. Spiegate inoltre ai vostri famigliari e colleghi di lavoro come possono iniettarvi il glucagone in caso di emergenza. Il glucagone è un antagonista dell’insulina e garantisce un rapido rilascio delle riserve di glucosio dal fegato. Se iniettato sotto la cute o in un muscolo, fa salire la glicemia di circa 1,7 – 2,2 mmol/L (30 – 40 mg/dL) nell’arco di pochi minuti. Questo aumento è sufficiente a far rinvenire una persona con diabete che ha perso coscienza, ma non basta ancora a scongiurare i pericoli di un’ipoglicemia. Dopo aver ripreso conoscenza, la persona colpita deve assumere ancora glucosio (almeno 4 tavolette, ossia 2 – 3 unità pane ad azione rapida), per impedire che la glicemia scenda di nuovo. Il glucagone non è però di aiuto nel caso in cui l’ipoglicemia sia correlata al consumo di alcol, dato che le riserve epatiche di glucosio sono in questo caso bloccate dall’alcol e non possono essere rilasciate dal glucagone. Per trattare le ipoglicemie scatenate dal consumo di alcol occorre somministrare il glucosio per via endovenosa. 19 Quando la glicemia passa inosservata Molte persone con diabete lamentano di non accorgersi più di un’ipoglicemia imminente, perché i segni mutano o diventano meno intensi. Questo fenomeno è probabilmente dovuto a un effetto di assuefazione. Il rischio di percepire meno le ipoglicemie aumenta con la durata del diabete. Una glicemia che scende spesso sotto i 3,9 mmol/L (70 mg/dL) costituisce uno stress per il corpo del paziente. Vengono quindi secreti ormoni dello stress quali, per esempio, l’adrenalina. Per evitare a lungo termine questo stress, in risposta agli episodi ipoglicemici l’organismo inizia a rilasciare sempre meno ormoni dello stress o riduce la sua risposta ad essi. 20 Oltre a ciò, le persone affette da diabete con un’impostazione della glicemia piuttosto bassa notano i segni di ipoglicemia solo a valori glicemici inferiori rispetto ad altre persone. Quanto più bassa è la HbA1c, tanto inferiore sarà la soglia di percezione di un’ipoglicemia. Il passaggio da valori glicemici per i quali vengono ancora percepiti i sintomi di ipoglicemia a una perdita di coscienza può essere molto rapido, così che in un calo repentino della glicemia rimane poco tempo per prendere adeguate contromisure. Far partecipare i famigliari, i vicini, gli amici Molte persone con diabete tacciono la propria malattia di fronte agli altri. E voi? Le persone che vi circondano sono a conoscenza del vostro diabete? Se la risposta è «no», allora ponetevi rimedio: è nel vostro stesso interesse. Solo quando le persone che vi stanno intorno sanno cosa significa il diabete mellito, quali medicamenti sono necessari e quali situazioni di rischio possono manifestarsi, saranno anche in grado di aiutarvi con prontezza. Non abbiate vergogna di mostrare alle persone di vostra fiducia come misurate la glicemia. Non abbiate neppure paura di dire loro che un’ipoglicemia potrebbe rendervi irritabili e aggressivi. I famigliari, gli amici e i colleghi devono conoscere anche il nome del vostro medico qualora dovessero contattarlo rapidamente in caso di emergenza. La terapia insulinica intensiva non peggiora la percezione di un’ipoglicemia, bensì migliora il controllo metabolico, prevenendo così le ipoglicemie gravi. 21 Portate sempre con voi la tessera del diabetico, se possibile nel portafoglio. In tal modo non solo le persone che conoscete, bensì anche eventuali soccorritori potranno avere immediatamente le informazioni più importanti sulla vostra malattia. Fornite alle persone che potrebbero aiutarvi istruzioni sulle misure di pronto soccorso. Mostrategli dove conservate le tavolette di glucosio, come funziona il vostro misuratore di glicemia e come si inietta insulina o glucagone. La franchezza reciproca è il presupposto fondamentale affinché le persone con e senza il diabete possano vivere insieme, comprendendosi e aiutandosi a vicenda. Prevenire è meglio che intervenire Per non arrivare affatto ai temuti squilibri metabolici, dovete sempre impegnarvi, insieme al vostro medico, per il mantenimento di un buon controllo del diabete. Solo così potrete evitare nel migliore dei modi le complicazioni. La normalizzazione della glicemia entro i livelli fissati individualmente assume a questo proposito un ruolo determinante. Per raggiungere questo obiettivo appare molto utile un corso educativo che tenga conto delle vostre condizioni di vita e della relativa quotidianità e che serva a mantenere il benessere quotidiano ed a facilitare il rapporto con il diabete. Gli autocontrolli regolari della glicemia vi aiutano inoltre a familiarizzarvi con il vostro metabolismo, così da riuscire a riconoscere e prevenire tempestivamente i temuti squilibri metabolici. 22 04.862.856.001 / 10-08 / 1500i Roche Diagnostics (Schweiz) AG 6343 Rotkreuz www.accu-chek.ch