574 Casistica Recenti Prog Med 2013; 104: 574-576 Blocco atrioventricolare incompleto e reversibile in corso di terapia con pregabalin: un caso clinico Valentina Scarano, Roberta Casillo, Sergio Bertogliatti, Vincenzo Orlando, Annamaria Maddalena Terracciano Riassunto. Gli autori riportano un caso di blocco atrioventricolare incompleto in corso di terapia con pregabalin, in assenza di sovradosaggio del farmaco o di insufficienza renale del paziente. L’effetto descritto si è mostrato reversibile alla sospensione del farmaco. Incomplete atrioventricular block in a patient on pregabalin therapy. Parole chiave. Blocco atrioventricolare, effetti collaterali, pregabalin. Key words. Atrioventricular block, pregabalin, side effects. Introduzione Descrizione del caso Il pregabalin, un derivato sintetico del neurotrasmettitore inibitorio acido gamma-amino-butirrico (GABA), viene utilizzato per il trattamento del dolore neuropatico centrale e periferico, come antiepilettico aggiuntivo in alcune forme di epilessia parziale dell’adulto e per il trattamento dell’ansia generalizzata. A esclusiva escrezione renale, non presenta metabolismo epatico, né interazioni con la maggior parte degli altri farmaci. Le più comuni reazioni avverse e gli effetti collaterali sono trascritti nella tabella 1. È stato riportato un singolo caso di blocco atrioventricolare completo dovuto a sovradosaggio di pregabalin in una donna di 65 anni trattata per dolore cronico neuropatico, con pregabalin 300 mg bis in die1. STORIA CLINICA Summary. The authors report on a case of incomplete atrioventricular block in a patient on pregabalin therapy. Pregabalin was not overdosed; renal function of the patient was normal. The effect reverted after pregabalin discontinuation. MC è un uomo di 67 anni giunto alla nostra osservazione per neuroriabilitazione dopo ictus cerebrale ischemico nel territorio dell’arteria cerebrale posteriore di sinistra, realizzante emiparesi destra, deficit del III nervo cranico di sinistra, atassia e grave disturbo delle sensibilità superficiale prevalente agli arti di destra. Nella sua anamnesi remota si rilevava cardiopatia ischemica con pregresso infarto miocardico acuto trattato con angioplastica nel 2007, ipertensione arteriosa di recente insorgenza, ulcera gastrica; il paziente non presentava patologie renali, con clearance della creatinina nella norma. Al momento del ricovero in Neuroriabilitazione, il paziente era in terapia con carvedilolo 12,5 mg/die; il suo elettrocardiogramma (ECG) mostrava ritmo sinusale con FC 55 bpm e PR 0,18 sec (figura 1a); all’inizio, il carvedilolo ve- Tabella 1. Possibili effetti indesiderati da pregabalin. Effetto indesiderato Capogiri; stanchezza Frequenza Molto comune (1/10) Aumento dell’appetito; disturbi dell’attenzione, sedazione, confusione; disturbi della visione; vertigini, disturbi dell’equilibrio; gonfiore diffuso Comune (>1/100) Ipoglicemia; disturbi dell’ideazione e della percezione; tachicardia, ipotensione; vampate; sudorazione; crampi; disturbi della minzione; aumento CPK, ALT, AST, piastrinopenia Non comune (>1/1000) Tosse; alterazioni dell’olfatto; febbre; pancreatite; dolori; perdita di peso; insufficienza renale Raro (<1/1000) Insufficienza cardiaca; convulsioni; reazioni allergiche Altro Clinica ad Alta Specialità di Neuroriabilitazione Santa Maria del Pozzo, Somma Vesuviana, Napoli. Pervenuto l’8 novembre 2012. V. Scarano et al.: Blocco atrioventricolare incompleto e reversibile in corso di terapia con pregabalin: un caso clinico Figura 1. a) ECG prima della terapia con pregabalin (PR=0,18 sec); b) ECG in corso di terapia con pregabalin (PR=0,24 sec); c) ECG dopo sospensione del pregabalin (PR=0,20 sec). niva ridotto e poi sospeso in circa 1 settimana per concomitante aggiustamento della terapia antipertensiva. Risultati SEGNI E SINTOMI ECG seriati mostravano, in concomitanza con la riduzione del dosaggio di pregabalin, progressiva riduzione dell’intervallo PR fino al suo ritorno nel range di normalità (=0,20; figura 1c), in concomitanza con la sospensione del pregabalin stesso. Circa 15 giorni dopo il ricovero il paziente accusava marcata sintomatologia dolorosa nella prima branca del V nervo cranico sinistro, riconducibile a dolore neuropatico per coinvolgimento del nucleo del V nervo cranico nell’ambito della lesione ischemica. La risonanza magnetica dell’encefalo con mezzo di contrasto mostrava, infatti, anomalia di segnale compatibile con lesione ischemica in fase subacuta in sede temporo-occipitale sinistra e talamica sinistra estesa al peduncolo cerebrale sinistro. Veniva pertanto instaurata terapia con pregabalin 75 mg/die con successivi incrementi di 75 mg ogni 5 giorni fino al dosaggio di 75+150 mg/die, per l’adeguato controllo della sintomatologia nevralgica. Dopo 15 giorni dall’inizio della terapia con pregabalin un ECG di controllo mostrava blocco atrioventricolare di I grado, assente al momento del ricovero, con PR=0,24 sec (figura 1b). Non si evidenziava nessuna anomalia della routine ematochimica; non era in corso nessuna terapia farmacologica che potesse incidere sulla frequenza cardiaca e sulla lunghezza dell’intervallo PR. Sulla base delle segnalazioni di possibili anomalie del ritmo cardiaco riportate dalla scheda tecnica del farmaco, veniva pertanto gradualmente ridotto il dosaggio del pregabalin. Discussione Il pregabalin è un ligando ad alta affinità della sub-unità alfa2delta dei canali del calcio voltaggio dipendenti di tipo L; agisce come inibitore dell’eccitabilità neuronale, riducendo l’influsso di calcio, necessario al rilascio dei neurotrasmettitori, nei terminali presinaptici. È approvato per il trattamento del dolore neuropatico, per esempio associato con neuropatie periferiche come quella diabetica e con la nevralgia post-erpetica; viene, inoltre, utilizzato per il disturbo d’ansia generalizzata e come terapia aggiuntiva per l’epilessia parziale dell’adulto. In Italia la massima dose giornaliera raccomandata è di 600 mg; eliminato per via renale, non va incontro a metabolismo epatico. È consigliato un aggiustamento della dose in base alla clearance della crea- 575 576 Recenti Progressi in Medicina, 104 (11), novembre 2013 tinina: clearance della creatinina >60 ml/min, dose massima 600 mg/die; clearance della creatinina fra 30 e 60 ml/min dose massima 300 mg/die; clearance della creatinina fra 15 e 30 ml/min, dose massima 150 mg/die; clearance della creatinina <15 ml/min, dose massima 75 mg/die. Sebbene non particolarmente studiati, gli effetti riportati in caso di sovradosaggio da avvelenamento sono: disturbi del sistema nervoso centrale e tachicardia2; non sono riportati effetti sull’intervallo PR in caso di avvelenamento. In corso di terapia sono stati riportati casi di slatentizzazione di scompenso cardiaco, verosimilmente legati al blocco dei canali del calcio3; allungamento dell’intervallo QT negli animali da laboratorio4 e sopraslivellamento del tratto ST negli umani5; è stato descritto un caso di blocco atrioventricolare completo1 in una paziente in trattamento cronico con pregabalin, con peggioramento della preesistente insufficienza renale cronica. Tuttavia, nonostante il largo utilizzo, la letteratura non riporta casi di blocco atrioventricolare parziale e reversibile. Il nostro rappresenta pertanto un caso esemplificativo, perché mette in evidenza come in alcuni pazienti il pregabalin, seppure a dosaggio adeguato, in assenza di insufficienza renale e/o farmaci che possano influire sulla conduzione atriovenricolare, può essere responsabile di allungamento dell’intervallo PR. Tale effetto deve essere tenuto presente perché parte dei pazienti in terapia con pregabalin può presentare quei cofattori Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Valentina Scarano Clinica ad Alta Specialità di Neuroriabilitazione Santa Maria del Pozzo Via Pomigliano 40 80040 Somma Vesuviana (Napoli) E-mail: [email protected] che possono precipitare un allungamento dell’intervallo PR (preesistente cardiopatia, assunzione di farmaci che agiscono sulla conduzione AV, insufficienza renale, per esempio, nel contesto di malattia diabetica). D’altra parte non è possibile escludere, come riportato da Aksakal et al.1, che fattori relativi al pattern individuale di distribuzione dei canali L del calcio possano influire sulla frequenza con cui si manifesta tale effetto e, in genere, gli effetti collaterali cardiaci. Bibliografia 1. Aksakal E, Bakirci EM, Emet M, Uzkeser M. Complete atrioventricular block due to overdose of pregabalin. Am J Emerg Med 2012; 30: 2101.e1-4. doi: 10.1016/j.ajem.2012.02.008. 2. Sjoberg G, Feychting K. Pregabalin overdose in adults and adolescents-experience in Sweden. Abstracts of the 2010 International Congress of the European Association of Poisons Centres and Clinical Toxicologists. Clin Toxicol 2010; 48: 240-318. 3. Murphy N, Mockler M, Ryder M, Ledwidge M, McDonald K. Decompensation of chronic heart failure associated with pregabalin in patients with neuropathic pain. J Card Fail 2007; 13: 227-9. 4. Alp R, Citil M, Uzun M, et al. Effects of therapeutic doses of pregabalin on QTc interval in conscious rabbits. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2008; 12: 223-8. 5. Hill CM, Mostafa P, Stuart AG, Thomas DW, Walker RV. ECG variations in patients pre- and post-local anaesthesia and analgesia. Br Dent J 2009; 207: E23.