“IL CONCETTO DI CULTURA NELLA SCUOLA TEDESCA” PROF. SSA GRAZIA GADDONI Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Indice 1 IL CONCETTO DI CULTURA NELLA SCUOLA TEDESCA ------------------------------------------------------ 3 2 SIMMEL E IL RAPPORTO DI CAUSALITÀ RECIPROCA -------------------------------------------------------- 6 3 METROPOLI E PERSONALITA' ---------------------------------------------------------------------------------------- 10 3.1. 3.2. 3.3. 3.4. 3.5. 3.6. INTELLETTUALITÀ SOFISTICATA -----------------------------------------------------------------------------------------IL DENARO -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------L'ATTEGGIAMENTO BLASÉ ------------------------------------------------------------------------------------------------LA MONETIZZAZIONE DEL TEMPO ----------------------------------------------------------------------------------------LA MAGGIORE LIBERTÀ POSSIBILE ---------------------------------------------------------------------------------------EVOLUZIONE UMANA E SOCIALE ------------------------------------------------------------------------------------------ 11 11 11 12 12 13 4 SOCIOLOGIA DELLA CULTURA: ALFRED WEBER E MAX WEBER -------------------------------------- 14 5 MAX WEBER------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 6 HEGEL E LA DIALETTICA TRA INDIVIDUO E SOCIETÀ------------------------------------------------------ 22 7 IL CONCETTO DI ALIENAZIONE IN HEGEL ---------------------------------------------------------------------- 24 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 1 Il concetto di cultura nella scuola tedesca Non si può parlare degli autori tedeschi che si sono occupati della cultura nell’epoca classica della sociologia come di una scuola. Non si tratta infatti di un approccio unitario né vi è una figura dominante. Il loro contributo allo studio della cultura si trova nel contesto storico e nazionale tedesco che risente fortemente di due grandi dibattiti. 1) Il primo era un dibattito metodologico sulle modalità di comprensione dei fenomeni culturali, intesi come l’intera gamma dei fenomeni storici e sociali. Il movimento storicistico tedesco rivendicava la diversità qualitativa delle scienze dello spirito, sostenendo che in queste ultime non potessero esistere leggi universali analoghe a quelle elaborate dalle scienze della natura. Al metodo nomotetico, tipico delle scienze naturali volte alla costruzione di leggi generali, veniva contrapposto il metodo idiografico, orientato a descrivere i fenomeni della vita storica e sociale così come si presentano nella loro individualità. Le correnti di pensiero che facevano capo a Dilthey contrapponevano la spiegazione (causalità dei fatti naturali) alla comprensione (significato dei fenomeni storico-sociali). Sia Georg Simmel che Max Weber si collocano interamente all’interno di questo dibattito. Entrambi assumono però una posizione originale e innovativa. Pur riconoscendo la distinzione tra scienze della natura e scienze della cultura, vedono spiegazione e comprensione non come metodi contrapposti, ma come due aspetti del medesimo processo conoscitivo. Per Simmel le scienze, in qualunque campo operino, possono formulare delle ipotesi che valgono solo sino a prova contraria e non possono aspirare a un ideale assoluto di verità. Max Weber sostenne posizioni analoghe: conoscenza intuitiva e conoscenza causale non sono antitetiche; al contrario la comprensione rappresenta il primo passo di un processo di imputazione causale. Le differenze tra scienze della natura e della cultura non riguardano l’oggetto e nemmeno il metodo, ma gli scopi conoscitivi del ricercatore. L’imputazione causale veniva dunque saldata con la ricerca dei significati soggettivi che muovono l’azione sociale. Gli esseri umani sono, per Weber, esseri culturali in quanto attribuiscono un significato al proprio comportamento e le scienze della cultura non si occupano dell’intera realtà sociale, ma dell’ Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca “agire sociale” ossia “un agire che sia riferito all’atteggiamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo”. Weber definisce la cultura come “una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo”. Questa definizione ha un uso sia metodologico che sostantivo. Metodologicamente indica il modo in cui le scienze della cultura possono raggiungere l’oggettività scientifica: è sulla base dei valori che lo scienziato sceglie il dato empirico. L’impulso a conoscere è generato dai nostri valori (senza connotazione morale del termine). Questa definizione ha anche un uso sostantivo, applicandosi allo studio dell’operare concreto della cultura: agli individui in generale la realtà non si presenta come una collezione di fatti separati, ma come un contesto dotato di significato. È perché gli individui attribuiscono un significato alla realtà che possono agire, compiere a volte scelte radicali e modificare la propria esistenza. Ma perché un fatto acquisisca un significato e sia in grado di influenzare e orientare l’azione dei soggetti deve rientrare in concezioni e interpretazioni più ampie, in connessioni di senso condivise e riconosciute come buone e giuste. Il secondo dibattito si concentra sulla controversia tra l’idealismo e il materialismo. Ad un polo troviamo le filosofie idealiste (dalla filosofia di Platone, all'idealismo trascendentale di Fichte, Hegel) che pongono le idee come principi per conoscere la realtà stessa, mentre all'altro polo abbiamo le filosofie materialiste, che pongono a fondamento della realtà la materia. A metà del XIX secolo, attraverso la critica di Marx all’idealismo della filosofia di Hegel, si sviluppò una controversia sul ruolo dei fattori culturali. La questione in sostanza può essere così riassunta: se i fattori culturali possiedano una loro autonomia relativa e siano quindi in grado di influenzare e modificare le relazioni sociali o se, al contrario, rappresentino un riflesso della struttura economico-sociale. Sia Weber che Simmel esposero la loro interpretazione riguardo questa controversia. Weber polemizzò in molti suoi lavori con il determinismo economico del materialismo storico, con l’idea cioè che le forme del pensiero, del diritto, della morale siano il prodotto delle condizioni economiche della società. Tutta la sua opera può essere intesa come il tentativo di mostrare il ruolo cruciale svolto dalle credenze e dai valori nell’orientare, in un senso piuttosto che in un altro, il comportamento delle persone. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Le ricerche di Weber sullo spirito del capitalismo, sul ruolo dell'etica protestante nel favorire lo sviluppo di un comportamento economico nazionale, rappresentano casi concreti in cui applica un modello innovativo originale del modo in cui la cultura si collega alla realtà sociale. Weber cerca, infatti, di sottrarsi al rischio di criticare il materialismo in nome dell’idealismo e di un’interpretazione spiritualistica della storia. Il fatto di aver messo in evidenza i fattori culturali della nascita del capitalismo ha solo un valore euristico, in quanto consente di isolare una possibile causa che non esclude, tuttavia, la presenza anche di altre cause di tipo economico, sociale o politico. È del tutto legittimo prendere in considerazione sia l’influenza dell’economia sull’etica religiosa sia il rapporto inverso, ossia l’influenza dell’etica sullo sviluppo economico, a patto però di non concepirlo in maniera univoca, ma come un condizionamento reciproco. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 2 Simmel e il rapporto di causalità reciproca Georg Simmel (Berlino, 1º marzo 1858 – Strasburgo, 28 settembre 1918) è stato un filosofo e sociologo tedesco. Ha analizzato gli eventi storici e sociali sia per come vengono originati dalla vita delle persone, sia per come le figure sociali vengano costruite dall'interazione tra individui.[1] Oggi è considerato uno dei padri "fondatori" della sociologia con Emile Durkheim e Max Weber nonostante non abbia fondato una "scuola", né molti si siano dichiarati simmeliani. Il suo pensiero è stato utilizzato da molti e in modi diversi anche per la vastità della sua opera e attraverso la mediazione di Robert Park divenne un autore di riferimento per la Scuola di Chicago e la sua sociologia venne accostata alla psicologia sociale di George Herbert Mead. Simmel per primo si interessa dal punto di vista sociologico dei fenomeni legati ai grandi agglomerati metropolitani. Per Simmel la sociologia studia le forme dell'interazione più di quanto queste incidano effettivamente; in pratica i sociologi non possono spiegare il perché di un'azione, perché l'azione è legata alla spontaneità individuale, ma possono analizzare le forme che l'azione può assumere. Simmel analizza gli effetti sociali della modernizzazione e nella sua opera troviamo riferimento a tre temi fondamentali: • la dimensione • la divisione del lavoro • il denaro-razionalità Egli dunque studia il passaggio dal piccolo gruppo al grande gruppo (il quale, raggiunta una certa dimensione, deve sviluppare forme e organi), in cui l'individuo diventa sempre più solo, analizzando gruppi di elementi (diade, triade, ecc.). La divisione del lavoro porta alla frammentazione della vita sociale, le cerchie sociali da concentriche diventano tangenziali e incoraggia l'individualismo e l'egoismo. Il denaro è la fonte e l'espressione della razionalità e dell'intellettualismo metropolitano ed è qualcosa di assolutamente impersonale, è un livellatore, riduce qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa, portando quindi al determinarsi dell'ipertrofia della cultura oggettiva e all'atrofia della cultura soggettiva. La città moderna, la metropoli, porta ad una vita alienata. Nell'individuo metropolitano le sfere della famiglia e del vicinato, tipiche della comunità, perdono il loro peso, per essere sostituite dalla sfera dei mille contatti superficiali. L'individuo metropolitano vive una vita nervosa, perché un susseguirsi Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca frenetico di immagini colpiscono il suo sistema nervoso, causando una diminuzione della capacità di reazione agli stimoli (uomo blasé). L'individuo è quindi costretto a cercare rifugio negli spazi interstiziali dove si sostanzia la ricerca dell'"altrove" e dove è totalmente assente il condizionamento rigido del contesto sociale. Weber sostiene una reciproca influenza tra idee e società. Anche per Simmel tra condizioni sociali e idee vi è un rapporto di causalità reciproca. Ciò significa che le nostre idee non possono essere interamente indipendenti dalle condizioni sociali, ma che non potrebbero ugualmente esserne dipendenti. Ciò nonostante non dobbiamo stupirci dell'influenza su tale questione delle due teorie contraddittorie: idealismo e materialismo. Entrambe traducono la tendenza che abbiamo a trasformare le relazioni di causalità circolari in relazioni unilaterali; entrambe contengono parti di verità e allo stesso tempo, entrambe sono false, nonostante ciascuna delle due abbia ragione nei confronti dell'altra. Questa prospettiva teorica e metodologica accomuna Simmel a Weber e ha delle conseguenze importanti nei confronti dell’analisi culturale, sull'approccio che inizia a delinearsi, nell'ambito tedesco, nei confronti dell’analisi culturale. 1. Innanzitutto viene precisato che la distinzione tra cultura e società è di tipo analitico, riguarda cioè il livello concettuale e non la realtà ontologica. La cultura non è un “oggetto” ontologicamente separato da altri, ma un concetto con cui classifichiamo i fenomeni sottolineandone gli aspetti per noi importanti al fine della loro comprensione. 2. In secondo luogo, le credenze e i valori sono, per entrambi gli autori, una cultura collettiva, nel senso che si tratta di rappresentazioni che non appartengono all’ambito privato, ma sono pubbliche. In questa direzione dell'analisi di una nuova concezione del mondo e si va diffondendo in tutto l'Occidente moderno, procede non sono la descrizione di Weber dello "spirito del capitalismo", ma anche Simmel, in “Filosofia del denaro” procede in questa direzione. Egli si sofferma principalmente sul carattere simbolico del denaro nella cultura moderna. Si tratta di un processo di progressiva dematerializzazione che non ha altra realtà se non quella di simboleggiare le relazioni tra gli individui. Il denaro si è enormemente diffuso ma ha cambiato natura: in sé non ha valore se non come mezzo di scambio, ma tende a trasformarsi in un valore in se stesso. Si produce un’oggettivazione dei valori, per cui ciò che prima era un valore soggettivo, diventa una proprietà delle cose in quanto tali. Ne risulta profondamente influenzato il pensiero umano, che diventa Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca sempre più intellettualizzato e individualista, attento a tutti gli aspetti della vita che si prestano ad essere calcolati e quantificati. La cultura moderna, secondo Simmel, si manifesta in un’espansione senza precedenti della cultura oggettiva: i prodotti dell’arte, della tecnica, degli oggetti d’uso domestico e dei consumi,… Ma il soggetto che si rivolge ai contenuti della cultura oggettiva rimane frustrato perché non è più in grado di incorporarli e farli propri, non è più capace cioè di farli diventare cultura soggettiva. La situazione è descritta come “tragedia della modernità” in quanto il soggetto desidera quelle forme oggettivate ma queste eccedono sempre le sue possibilità concrete di appropriazione. Questa situazione deriva dalla crescente divisione del lavoro, che Simmel descrive in maniera diversa da Durkheim, in quanto analizza l’individualismo prodotto dalla differenziazione sociale a cui l’individuo contemporaneamente appartiene. Nell'ultima fase della sua opera, in cui si accentuano le tendenze mistiche , Simmel sviluppa una concezione vitalistica , una vera e propria filosofia della vita intesa come accettazione rassegnata dell'eterno conflitto tra soggetto e oggetto. Unico rimedio è il mondo dell' arte , ancora caratterizzato dalla libertà. La vita si manifesta come contrasto tra lo spirito e le sue stesse forme. Lo spirito vitale deve continuamente travalicare la non-vita di ciò che è semplice esistenza e deve nel contempo trascendere l'irrigidirsi delle forme spirituali medesime, in quanto destinate a cadere nella non-verità. Questo contrasto non può mai metter capo a una verità definitiva e assoluta. Anche la filosofia non può che essere espressione di "tipi o forme molteplici della spiritualità umana" (per esempio la concezione del mondo di Schopenhauer e, nello stesso tempo, il suo opposto specifico proposto da Nietzsche). In ognuno di questi tipi, la vita pulsa per un attimo, per poi passar oltre: la metafisica della vita non può trovare espressioni adeguate e definitive della sua verità. Il contrasto tra la vita e le forme è infatti l'elemento necessario in cui vive la vita stessa. Esso si esprime in vari modi: nella morte, dove la vita non conosce soltanto la propria cessazione, ma anche il suo limite immanente, in un'anticipazione che presuppone un'esperienza del tempo diversa da quella della successione irreversibile degli attimi ; la morte diventa così capacità di individuazione, giacché "solo ciò che è unico e irripetibile può propriamente morire". Un'altra espressione del contrasto è il dovere morale, sentito come autonoma capacità normativa. Il contrasto, infine, costituisce ciò che Simmel chiama la tragedia della cultura , cioè la tendenza sempre perdente delle forme culturali a conservarsi contro la vita che le ha prima incorporate e poi superate. Nel mondo contemporaneo la resistenza delle forme si riduce progressivamente: la vita manifesta un'avversione definitiva per la Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca forma in quanto tale; a ciò corrisponde allora una tragedia sociale : l'individuo rifiuta sempre più di sottomettersi passivamente alle forme e istituzioni sociali. Da qui una permanente conflittualità che si pone alla base del processo stesso di socializzazione. 3. In terzo luogo viene meno l’equivalenza tra cultura e tradizione. La cultura non è solo consuetudine ma è innovazione e implica un ruolo attivo delle idee. Questo punto differenzia l’impostazione di Durkheim da quella di Weber rispetto alla cultura. Nel primo, infatti, le rappresentazioni collettive sono viste come un sistema chiuso, statico e come prodotti anonimi di forze e meccanismi sociali estranei agli attori, indipendentemente cioè dalla loro coscienza. In Weber, invece, le concezioni del mondo e le idee hanno una loro logica e dinamica interna e sono creazioni di individui e di gruppi sociali, intellettuali, movimenti religiosi,… Per Weber la cultura riveste un ruolo attivo, e di mediazione tra gli interessi degli strati sociali e l’agire sociale, nel senso che orienta questi interessi in una direzione piuttosto che in un’altra. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 3 Metropoli e personalita' Simmel ha formulato interessanti riflessioni di carattere sociologico in virtù delle quali viene considerato uno dei padri della sociologia. In particolare nel breve saggio "Metropoli e personalità", egli individua alcuni caratteri essenziali della metropoli del proprio tempo fornendo chiavi interpretative che tuttora, trascorso parecchio tempo e cambiate radicalmente le condizioni di vita dell'uomo, risultano di estremo interesse ed attualità. Simmel guarda, con un certo distacco, la metropoli, gli uomini che la popolano, le interazioni sociali che in essa si verificano e confronta quanto osservato con i corrispondenti fenomeni che avvengono in una piccola città. Dal confronto emergono due osservazioni, due differenze sostanziali fra metropoli e piccole città o ambienti rurali dalle quali Simmel trae due categorie interpretative che, utilizzate congiuntamente, permettono di spiegare alcuni fenomeni metropolitani: 1) osservazione di carattere neuro-psicologico: nella metropoli gli abitanti ricevono un ricco insieme di stimoli che evolvono e cambiano rapidamente, un susseguirsi di impressioni ed immagini che affollano la loro mente. Spostandosi in ambiente rurale da tale ritmo veloce, conseguente alle intense stimolazioni nervose, si passa ad un ritmo lento. Il ritmo della vita e delle immagini sensorie mentali scorre più lentamente, più abitudinariamente e con maggior uniformità. 2) osservazione di carattere economico: la città è sede dell'economia monetaria. Qui tutti gli scambi sono regolati con il denaro. Per dirla con Simmel, "l'economia del denaro domina la metropoli". Il baratto, lo scambio diretto di beni, spariscono e chi produce lavora per il mercato, per un consumatore che non conosce e che non incontra mai direttamente, un consumatore che effettua i propri acquisti presso vari commercianti, intermediari che grazie all'esistenza del denaro possono più facilmente speculare sugli acquisti e sulle vendite ricavando un guadagno personale senza aver realizzato alcun prodotto. In realtà all'origine dello sviluppo dell'economia del denaro e della divisione del lavoro sta la rivoluzione industriale, il mutamento delle modalità di produzione e del sistema di scambi. Ma a Simmel non interessa indagare tale circostanza; egli intende soprattutto esaminare le peculiarità psicologiche del carattere degli individui che abitano in un'area urbana e le conseguenti interazioni sociali. Consideriamo ora alcune caratteristiche dell'ambiente metropolitano che Simmel ha individuato e spiegato attraverso i due paradigmi interpretativi descritti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 27 Università Telematica Pegaso 3.1. Il concetto di cultura nella scuola tedesca Intellettualità sofisticata La prima di queste caratteristiche consiste nell'intellettualità sofisticata, nel distacco e nella razionalità che, secondo Simmel, sono tipiche dell'uomo metropolitano. Come conseguenza della prima osservazione che vede la metropoli luogo di sovrastimolazione sensoriale Simmel, utilizzando un approccio evoluzionista, deduce che necessariamente l'uomo metropolitano, per adattarsi all'ambiente, ha sviluppato un organo di difesa che lo protegge dagli eccessivi stimoli a cui è sottoposto: l' intelletto . Ha imparato a rispondere ai numerosi stimoli che lo colpiscono reagendo con l'intelletto anziché con il cuore. Per difendere, tutelare la propria vita soggettiva contro il potere opprimente della vita metropolitana il cittadino ha sviluppato una intellettualità sofisticata, una indifferenza per qualsiasi individualità e un'abitudine ad instaurare rapporti formali e distaccati. E' facile osservare che gli abitanti di una grande città hanno una sorta di riservatezza, riserbo, indifferenza verso gli altri concittadini. Ciò perché se ai continui contatti esterni con innumerevoli individui corrispondessero altrettante reazioni interne, come avviene nelle cittadine dove si conoscono quasi tutte le persone che si incontrano, sarebbe impossibile condurre normalmente la propria vita quotidiana. Il risultato di questo riserbo è che spesso non si conoscono neppure superficialmente quelli che sono stati per anni i nostri vicini. 3.2. Il denaro Anche il carattere monetario dell'economia cittadina contribuisce a spiegare, accrescere e rafforzare l'intellettualità, la razionalità del cittadino metropolitano. L'uomo abituato a rapportare tutto con il denaro acquisisce un atteggiamento pragmatico nel trattare gli uomini e le cose, un atteggiamento in cui a una giustizia formale si unisce una durezza spietata. Il denaro riduce qualsiasi qualità e ogni individualità alla domanda: quanto?" L'altro viene ad essere considerato solo, o prevalentemente, in termini di un egoistico tornaconto personale. Ciò che interessa è solo il rendimento oggettivo misurabile. Così le relazioni, le interazioni con gli altri divengono quasi sempre delle pure contrattazioni. Dunque l'uomo è spinto, condizionato, anche dall'ambiente economico in cui vive a rapportarsi con i propri simili utilizzando l'intelletto anziché il cuore. 3.3. L'atteggiamento blasé Un'altra caratteristica tipica dell'ambiente metropolitano è l'atteggiamento blasé: l'individuo ostenta indifferenza e scetticismo e risponde in maniera smorzata a un forte stimolo esterno a causa di una precedente sovrastimolazione, o meglio in conseguenza di stimolazioni nervose in rapido Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca movimento, strettamente susseguentesi e fortemente discordanti. La più immediata causa all'origine di questo atteggiamento è la sovrastimolazione sensoriale offerta dalla città. Il cittadino sottoposto a continui stimoli in qualche modo si abitua, diviene meno recettivo. Il susseguirsi quotidiano di notizie ed emozioni fa divenire tutto normale, consuma le energie. Così subentra un'incapacità di reagire a sensazioni nuove con la dovuta energia e questo costituisce quell'atteggiamento blasé che, infatti, ogni bambino metropolitano dimostra a paragone di bambini provenienti da ambienti più stabili e tranquilli. Gli aspetti economici, l'economia monetaria e la divisione del lavoro alimentano anch'essi l'atteggiamento blasé. Il denaro è l'equivalente, l'unità di misura e spesso l'unico termine di confronto, di tutti gli innumerevoli oggetti, fra loro molto diversi, di cui dispone l'uomo. Oggetti per altro acquistati da un mercante e non da chi con fatica ed intelligenza li ha prodotti. Naturale conseguenza è la perdita dell'essenza e del significato delle cose. Tutto diventa opaco, la valutazione pecuniaria dell'oggetto finisce col divenire più importante delle sue stesse caratteristiche. Così si acquisisce l'insensibilità ad ogni distinzione, che è un'altra caratteristica dell'atteggiamento blasé. 3.4. La monetizzazione del tempo Ulteriore caratteristica metropolitana è la precisione con cui tutto è misurato, monetizzato e calcolato. Anche il tempo delle persone, quindi la loro vita o parte di essa, viene accuratamente misurato e monetizzato. Nella metropoli gli individui agiscono in modo sincrono. L'orologio permette e regola il funzionamento di tutte le metropoli, misura la vita e ne consente una quantificazione economica, la monetizzazione del tempo. L'importanza assunta dal tempo, dalla più rigida puntualità nelle promesse e nei servizi e quindi dal corrispondente strumento di misura: l'orologio, è conseguente soprattutto alla complessa organizzazione della vita metropolitana, alla divisione e specializzazione del lavoro. Organizzazione che a sua volta deriva dall'elevato numero di persone che vivono nella stessa città e quindi dalle inevitabili distanze che separano individui luoghi ed attività e che rendono ogni attesa e ogni appuntamento mancato un intollerabile spreco di tempo che la società non può permettersi. 3.5. La maggiore libertà possibile La metropoli è anche il luogo della società in cui, secondo Simmel, l'uomo gode della maggior libertà possibile. Libertà che deriva proprio dalle caratteristiche fin qui descritte ed in particolare da quel riserbo, quell'indifferenza e quel distacco che caratterizzano i rapporti interpersonali metropolitani. Dunque l'uomo metropolitano è libero rispetto alla meschinità e ai Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca giudizi che limitano l'uomo della piccola città. Purtroppo l'altra faccia di questa maggior libertà è che nella folla metropolitana ci si sente tanto soli e sperduti come non mai. E ciò non deve stupire perché non è assolutamente stabilito che la libertà dell'uomo assuma per la sua vita emotiva un ruolo confortevole. 3.6. Evoluzione umana e sociale Nella metropoli Simmel individua inoltre alcuni aspetti dell'evoluzione umana e sociale conseguenti soprattutto alla rivoluzione industriale. Mentre l'uomo primitivo conquistava la propria sopravvivenza nella quotidiana lotta contro la natura il cittadino moderno, dice Simmel, combatte ogni giorno contro il livellamento e lo sfruttamento perpetrato ai sui danni dalla società e dalla tecnologia. Attraverso queste battaglie, il cittadino difende la propria sopravvivenza fisica e sociale, la propria posizione. La città ospita una molteplicità di imprese e di organizzazioni che necessitano di una ricca serie di servizi. Nel contempo la concentrazione di persone e la loro lotta per conquistare una propria individualità emergendo sugli altri spinge ciascuno a specializzarsi in una funzione in cui non possa essere facilmente sostituito da un altro. Si può quindi affermare che la vita cittadina ha trasformato la lotta con la natura per il sostentamento in una lotta tra uomini per il guadagno, guadagno che non è offerto dalla natura, ma da altri uomini. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 4 Sociologia della cultura: Alfred Weber e Max Weber In Germania, negli anni 20, emerse il tentativo di dare vita a una sociologia della cultura e a una sociologia della conoscenza, intese spesso come equivalenti. Tra gli autori principali ricordiamo Alfred Weber, fratello minore di Max, Karl Mannheim e Max Scheler, ricordati per aver contribuito a questa fondazione. Per A. Weber premessa necessaria della sociologia della cultura è il riconoscimento dell’esistenza di due mondi diversi: 1. l’universo oggettivo e universale delle forme dell’elaborazione scientifica, tecnica ed organizzativa; 2. l'universo soggettivo e particolare dell’elaborazione artistica, religiosa, letteraria, rituale. Il materiale grezzo dell’esperienza nel primo mondo è plasmato dalla ragione e dall’intelletto, nel secondo è creato dal sentimento, precisandosi quindi come una sfera essenzialmente espressiva ed emozionale. Per definire questi due ambiti o sfere distinte e opposte Weber si serve dell’antitesi tra cultura e civilizzazione. Questa opposizione inizialmente contrapponeva la concezione romantica a quella illuministica della storia, mentre in seguito, alla fine dell'800 descrive la crescente razionalizzazione e meccanizzazione prodotte dall’affermarsi del progresso tecnico-scientifico in opposizione ai valori spirituali della cultura di un popolo. In Weber la contrapposizione tra comunità e società si caratterizza come contrapposizione tra il mondo culturale, vicino ai sentimenti e ai destini vitali degli individui, e il mondo civilizzato, in cui il pensiero tecnico-scientifico della natura produce una razionalizzazione oggettiva e impersonale, estranea agli affetti e alla vita emozionale delle persone. Ne consegue che solo la civilizzazione si sviluppa secondo un andamento progressivo; al contrario i prodotti della cultura non sono ordinabili in alcuna scala, si possono ripresentare nella stessa società in periodi diversi o contemporaneamente in società diverse, e non sono in questo senso confrontabili. Per la cultura non si può parlare di progresso ma solo di “fluttuazione” e “movimento”. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Con questo modo di intendere la cultura Alfred Weber non poteva che entrare in polemica col fratello, per quanto riguarda il modo stesso di concepire la cultura. Mentre per Alfred la cultura si configura come un oggetto a sé stante, per Max invece la cultura è un campo di ricerca costruito in base a un’operazione di selezione e di attribuzione di significato. Per quest’ultimo non sarebbe possibile distinguere mondo della cultura e mondo della civilizzazione, né tantomeno attribuire ad uno un valore inferiore all’altro. Tuttavia la grande notorietà di A.Weber si offuscò in breve tempo, anche se alcuni temi da lui affrontati hanno influenzato la sociologia della cultura dei suoi allievi come: Mannheim e Scheler, che, negli anni 20, elaborarono i fondamenti di una nuova disciplina, la sociologia della conoscenza. Questa se per M. doveva essere intesa come un ambito di una più ampia sociologia della cultura, per S. di fatto sociologia della cultura e del sapere coincidono. Anch’essi esprimevano il tentativo di presentarsi come risposta al marxismo. • la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari • il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie classi sociali • credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo Max Weber e Simmel ritengono che: Al centro del loro interesse vi era la ricerca delle relazioni tra esistenza e pensiero, tra diversi aspetti della conoscenza e il più ampio conteso storico-sociale in cui si sviluppano. Questa prospettiva di si collega all'approccio della scuola sociologica francese di sociologia, anch'essa interessata a studiare il rapporto tra pensiero e fattori socio-economici. Alfred Weber ritiene che: vi sia una separazione tra mondo della scienza e della cultura i prodotti della cultura non sono ordinabili né classificabili metodo intuizionista Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 5 Max Weber Karl Emil Maximilian Weber (Erfurt, 21 aprile 1864 – Monaco di Baviera, 14 giugno 1920) è stato un economista, sociologo, filosofo e storico tedesco. È considerato uno dei padri fondatori dello studio moderno della sociologia e della pubblica amministrazione. Cominciò la sua carriera accademica all'Università Humboldt di Berlino; successivamente lavorò all'Università Albert Ludwigs di Friburgo, all'Università di Heidelberg, all'Università di Vienna e all'Università di Monaco di Baviera. Personaggio influente nella politica tedesca del suo tempo, fu consigliere dei negoziatori tedeschi durante il Trattato di Versailles (1919) e della commissione incaricata di redigere la Costituzione di Weimar. Larga parte del suo lavoro di pensatore e studioso riguardò la razionalizzazione nell'ambito della sociologia della religione e della sociologia politica, ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo dell'economia. La sua opera più famosa è il saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, con il quale iniziò le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la religione era una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'occidente e dell'oriente si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del Protestantesimo ascetico che portarono alla nascita del capitalismo, della burocrazia e dello stato razionale e legale nei paesi occidentali. In un'altra sua importante opera, La politica come vocazione, Weber definì lo Stato come "un'entità che reclama il monopolio sull'uso legittimo della forza fisica": una definizione divenuta centrale nello studio delle moderne scienze politiche in occidente. Ai suoi contributi più noti si fa spesso riferimento come "Tesi di Weber". Per Max Weber la sociologia e le altre scienze sociali non devono occuparsi dell’intera realtà sociale, ma dell’agire sociale. L’agire sociale è il comportamento di uno o più individui in relazione al fatto che si è consapevoli della presenza degli altri, cioè della società. Gli uomini sono esseri culturali nel segno che danno sempre uno o più significati al proprio comportamento o a quello degli altri. A differenza di Durkheim, Weber utilizza il termine cultura e ne dà anche una definizione: ‘Una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo” Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Con questa definizione Weber offre sia uno spunto metodologico, sia uno visione di cosa deve essere inteso per cultura rispetto alla società. Metodologia di Weber: i dati empirici vengono selezionati sulla base dei valori che ispirano il sociologo. I valori qui non sono da intendere nel senso di moralità, norme o orientamenti personali del sociologo, ma ciò che egli ritiene centrale da esaminare per valutare un fenomeno. Per Weber la cultura è l’insieme delle interpretazioni fatte proprie dai gruppi sociali. A tali interpretazioni sono riconducibili i fenomeni sociali di grande portata come i costumi, le convenzioni, le regole, le leggi e le istituzioni che caratterizzano i gruppi stessi, conferiscono a tali gruppi un’identità collettiva, che trasmettono e a volte impongono agli individui. Le diverse interpretazioni configurano anche diversi interessi presenti all’interno della società. Quindi nella società vi sono preferenze potenzialmente incompatibili. Secondo Weber alla base dei conflitti sociali vi sono interessi materiali e interessi ideali. A volte nella comprensione del conflitto sono più importnati i primi, altre volte i secondi, altre volte ancora entrambi. Proprio perché la complessa realtà sociale è aperta ad interpretazioni diverse, per Weber è necessario elaborare tipologie: insiemi di astrazioni possibili per interpretare i diversi problemi di spiegazione posti dalla storia. Weber definisce tipi-ideali i concetti che sono alla base delle sue tipologie. Un tipo-ideale è tale perché la sua capacità di offrire un’interpretazione di un determinato fenomeno sociale o storico non si applica all’intera realtà e a tutte le sfaccettature che la sostanziano. È solo un’astrazione, una riduzione della realtà che funziona come sua sintesi. Alla base del concetto di cultura di Weber si evince che l’azione individuale si fa sociale, se in quanto un soggetto interpreta più o meno consapevolmente l’attività di altri soggetti e viceversa. Sviluppi storici importanti e consistenti possono essere anche dovuti fenomeni di carattere puramente culturale. Weber sottolinea ad esempio l’importanza dell’emergere di credenze e valori innovativi o di potenzialità tecniche che non si rapportano direttamente e in un primo momento alle questioni delle strutture sociali (disuguaglianze sociali, economiche, etc) Weber ritiene che l’obiettivo di comprendere i fenomeni sociali non escluda del tutto la possibilità di spiegarli. Tuttavia la spiegazione non può basarsi su leggi universali. La sociologia può e deve essere: Avalutativa Basata su ideal-tipi, sotto-tipi e sotto-sotto-tipi fino a giungere alla approssimazione più dettagliata e vicina al fenomeno preso in esame Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Non deterministica nelle cause, ma multicausale Centrata su visioni multi-dimensionali 1. Avalutatività - Compito istituzionale della sociologia: dare una descrizione avalutativa dei fenomeni sociali - - Sforzo morale ed intellettuale che richiede ogni tentativo di dare una descrizioni avalutativa di un fenomeno sociale (povertà, valori borghesi, …) - Modernità verte su due valori opposti: 1. Pluralità dei valori concepita come non tolleranza verso coloro che sbagliano 2. Impegno individuale per la realizzazione dei valori liberamente scelti Tra questi vi è però una forte contraddizione: se riconosco la pluralità dei valori non posso impegnarmi totalmente per realizzarne solamente uno! Sforzo di avere atteggiamento a valutativo nei confronti dei valori presuppone che ammettiamo che: - La pluralità dei valori è irriducibile = impossibile ordinarli scientificamente in ordine di preferenza - Conflitti all’interno della società possono essere diminuiti attraverso interpretazione avalutativa dei valori contribuiscono al mutamento razionale delle nostre azioni poiché ci rendono consapevoli delle loro conseguenze pratiche = costi che loro applicazione implica agli altri Distinzione tra: - Etica della convinzione: chi vuole far valere le proprie convinzioni di valore a prescindere dai costi che la loro applicazione implica agli altri - Etica delle conseguenze: chi considera i costi di quest’imposizione Gli intellettuali e le scienze sociali hanno una loro etica che consiste nel promuovere senso di responsabilità di fronte alle conseguenze pratiche delle posizioni di valore. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 18 di 27 Università Telematica Pegaso 2. Il concetto di cultura nella scuola tedesca Razionalità Tipo unico di azione affermata solo in Occidente, caratterizzata dal fatto che gli individui organizzano le proprie azioni in riferimento ad un sistema unitario, complesso e conscio di significati - L’attore razionale agisce non per raggiungere gli scopi pratici MA per essere coerente con questo sistema di significati - Le azioni sono razionali non in quanto efficienti nel raggiungimento del loro scopo MA in quanto sono ancorate ad un sistema di valori da cui ricavano il loro senso e motivano a scegliere un fine anziché un altro 3. Legittimità Weber definisce 3 tipi di potere legittimo: A. Potere tradizionale: fonte di legittimità è il ripetersi del passato B. Poter legale: fonte di legittimità è la statuizione tecnicamente corretta delle leggi da parte di un ufficio autorizzato C. Potere carismatico: fonte di legittimità è la fede nella natura straordinaria del suo portatore In realtà, il potere legittimo si forma attraverso il processo di “quotidianizzazione” del - Termine carisma = irruzione nella storia di una profezia e di una leadership capace di interrompere la routine quotidiana e di instaurare nuovi riferimenti di valore Ma lo schema di Weber è incoerente: legittimità legale e tradizionale sono, infatti, due forme di quotidianizzazione, sedimentazione, routinizzazione del carisma. Il potere carismatico, invece, si oppone alla quotidianità. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 19 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Burocrazia - Concepita come potere a cui nessuna forma di governo moderna può sottrarsi: il burocrate, il tecnico di un universo astratto di regole, esercita il potere reale in tutta la società, espropria tutte le altre forme di potere - 7 caratteristiche: D. Compiti definiti da una regolazione continuativa, suddivisi funzionalmente E. Gli uffici formano una gerarchia F. Le funzioni del personale richiedono una preparazione specializzata G. Il funzionario dispone di mezzi rigorosamente distinti dai suoi mezzi di privato cittadino per esercitare la sua funzione H. Occupare un ufficio esclude qualsiasi forma di proprietà sui mezzi ad esso legati I. L’amministrazione si basa su una documentazione scritta J. L’autorità legale si basa nel suo esercizio effettivo su di un personale amministrativo burocratico specializzato e reclutato secondo le leggi - Funzionari ed impiegati hanno le seguenti caratteristiche: A. Subordinati solo ai doveri d’ufficio B. Definiti gerarchicamente C. Nominati in base ad un contratto pubblico dopo aver superato un esame pubblico D. Il contratto garantisce salario e indipendenza nell’esercizio dei compiti di competenza E. Il dovere d’ufficio è occupazione principale dell’impiegato burocratico F. La sua carriera è regolata da leggi G. Soggetti ad una disciplina specifica controllata in termini di legge Dalla concezione weberiana della burocrazia Robert Michels ha derivato la sua celebre “legge ferrea dell’oligarchia”: ogni organizzazione in una società di massa si trasforma necessariamente in oligarchia. La conclusione è che l’organizzazione distrugge la democrazia Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 20 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca trasformandola con necessità ferrea in oligarchia. E ponendo dei problemi seri, poiché impone alla democrazia di ridefinirsi per essere compatibile con questa legge. La religione Essa consente agli individui di attribuire un significato alla propria esistenza e alla morte, di offrire un senso morale alla vita in società. Ogni religione svolge questi compiti in modi e misure diverse. Durkheim sosteneva invece una sorta di operare medesimo della religione in tutte le società. La diversa religiosa ha ricadute diverse in molteplici altri ambiti esperienza, tra cui appunto, i processi sociali, persino quelli che hanno a che fare con la produzione, la distribuzione e il consumo nel mondo economico. La religione e la genesi del mondo moderno. Secondo Weber, all’interno di una serie di pre-condizioni economiche, tecnologiche, storiche e sociali, il capitalismo occidentale nasce e si sviluppa anche perché un tipo di borghesia imprenditoriale si ispira a nuovi valori nel suo operare quotidiano. L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. La grand innovazione religiosa è nell’ideal-tipo della riforma protestante e nello specifico tipo di valori promosso dalla corrente calvinista che promuove la predestinazione e indirettamente l’ascetismo mondano. Il disegno divino determina una volta per tutte e per ciascun individuo la sua salvezza o dannazione. Ciascuno è predestinato all’una o all’altro. Da ciò deriva un’assillante anzia circa il proprio destino, che non è dato né conoscere, né modificare. Ciò può condurre ad un’esistenza basata sulla continua ricerca dell’evidenza della prova di essere predestinati alla salvezza. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 21 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 6 Hegel e la dialettica tra individuo e società Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831) è stato un filosofo tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell'idealismo tedesco. È autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale. Partendo dal lavoro dei suoi predecessori nell'idealismo (Fichte e Schelling) e con influenze e suggestioni di altri sistemi di pensiero, sviluppò una filosofia innovativa, profonda e articolata. La sua visione storicista e idealista della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il pensiero europeo, gettando le basi della filosofia continentale e del marxismo successivi. Hegel sviluppò un quadro teorico completo, un "sistema" (idealismo assoluto), studiando il rapporto tra mente e natura, soggetto e oggetto della conoscenza e della psicologia; e tenendo conto nella sua prospettiva dello stato, della storia, dell'arte, della religione e della filosofia. In particolare, ha sviluppato un concetto di mente o spirito, manifestatasi in una serie di contraddizioni e di opposizioni e, in ultima analisi, pervenendo a una filosofia della totalità. Esempi di contraddizioni che vengono superate nel suo sistema filosofico sono quelle tra natura e libertà o tra immanenza e trascendenza. Le pagine che ricercano tali soluzioni sono spesso di una complessità tale da lasciare incerti sull'interpretazione più corretta. Il culmine di questo percorso di valorizzazione della dimensione sociale rispetto a quella individuale viene espresso nel pensiero di Hegel, per il quale la coscienza singola si realizza solo nell'interazione con tutte le altre coscienze, e solo nella piena consapevolezza dell'unità inscindibile che le lega tutte nello Spirito, il quale è pensabile, secondo la celebre definizione, come "Io che è Noi, e Noi che è Io". Il rapporto tra il livello individuale e quello sociale, secondo Hegel, deve in concreto essere concettualizzato in termini di continua interazione, dialetticamente fondata. Con Hegel avviene la svolta ideologica della distinzione tra società e stato, tra società civile e società politica. Il filosofo tedesco subordina il concetto di società a quello di stato e nel processo dialettico considera la società civile momento intermedio con la conseguenza che dalla "immediatezza naturale" dell'aggregazione familiare si giunge alla "consapevolezza" dello stato. Per Hegel lo stato è insomma una fase autonoma sia rispetto all'organizzazione familiare che alla società civile e agli interessi di ogni individuo. Lo stato, per Hegel, pur con i suoi limiti e difetti, si trova a un livello superiore e assicura la libertà etica. La società civile è l'organizzazione finalizzata a soddisfare i bisogni dei singoli e in essa si raggiunge un equilibrio armonico. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 22 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca E in effetti proprio la teoria della dialettica, quale dinamica fondamentale tanto dello svolgimento storico quanto dei processi di conoscenza, costituisce il più importante contributo alla storia del pensiero sociale da parte del grande filosofo idealista. Ogni singolo evento o fatto è la negazione di un evento precedente e tale opposizione sarà risolta come sintesi dinamica in un terzo livello, ove il processo ricomincia; ciò significa che ogni porzione della realtà ricava la propria ragione di esistenza dall'insieme dei rapporti di cui è parte, insieme che risulta intrinsecamente dinamico e in costante divenire. Complessivamente, dunque, è il rapporto parte-tutto ad assumere una connotazione dialettica, e ciò vale, come si è detto, anche per il rapporto individuo-società. Sappiamo, , quanto tale impostazione sia risultata cruciale per tutta una serie di sviluppi successivi, tanto che in certi casi la si dà per scontata, come una delle fondamentali acquisizioni del pensiero moderno. La teoria sociale, insomma, è il risolversi della dialettica in sociologia Quanto v’è di riproponibile del pensiero di Hegel sarebbe precisa-mente l’articolazione dialettica dell’intero, ovvero la comprensione – più socio-logica che non metafisica – che il tutto esiste solo nelle parti; e che queste,daccapo, hanno la loro vita solo nell’intero, in quel Kreis von Kreisen che per Hegel è l’unica figura della verità. Un’idea, questa, tipicamente olistica, e che s iritrova in altri autori della Grande Teorizzazione sociologica – si pensi solo a Durkheim Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 23 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca 7 Il concetto di alienazione in Hegel Hegel è il primo pensatore moderno che abbia elaborato una vera e propria teoria dell'alienazione. Tale teoria presenta un duplice aspetto: per un verso essa è centrale nella complessiva articolazione logico-metafisica del sistema hegeliano, per un altro verso viene utilizzata dal filosofo tedesco nella sua rappresentazione dialettica della storia moderna. I due aspetti non sono affatto in contrasto tra loro, e tuttavia è opportuno tenerli distinti. Fra le opere di Hegel, la Fenomenologia dello spirito (1807) è quella che svolge la più ampia e complessa teorizzazione del concetto di alienazione; essa ha esercitato, come vedremo, un influsso profondo sul pensiero di Marx e, attraverso Marx e il marxismo, su alcuni filoni della riflessione etico-politica e filosofico-sociale del nostro secolo. È quindi a quest'opera che occorre fare, in primo luogo, riferimento. In quanto categoria logico-metafisica l'alienazione è una categoria centrale della dialettica hegeliana: essa esprime infatti il momento della scissione, del divenir-altro dello spirito. Il sacrificio dello spirito, dice Hegel, "è l'alienazione [Entäusserung], in cui lo spirito presenta il suo farsi spirito nella forma del libero, accidentale accadere, intuendo fuori di lui il suo puro Sé come il tempo, e similmente il suo essere come spazio" (v. Hegel, 1807; tr. it., vol. II, p. 304). L'alienazione dello spirito nello spazio è la natura, nel tempo è la storia. Per Hegel, dunque, l'alienazione o estraniazione è costituita dall'oggettività naturalemateriale e storico-sociale, ed è qualcosa di transitorio, in quanto è destinata a essere superata dallo spirito. Infatti, se l'alienazione è "ci`o che ha riferimento e determinatezza, l'esser-altro e l'esser-per-sé", tuttavia "in quella determinatezza o nel suo essere fuori di sé [lo spirito] resta in se stesso" (ibid., vol. I, p. 19). La fondamentale ambiguità del concetto hegeliano di alienazione emerge assai bene nell'ultimo capitolo della Fenomenologia sul "sapere assoluto". L'alienazione, afferma qui Hegel, ha un significato "non solo negativo, ma anche positivo". Infatti nell'alienazione l'autocoscienza spirituale "pone sé come oggetto" ovvero "pone l'oggetto come se stessa". In questo modo, però, essa è "presso di sé nel suo esser-altro come tale", ed essa sa la "nullità dell'oggetto", perché l'oggetto storico-naturale è una sua autoalienazione, una sua figura. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 24 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca Ma allora "in quest'atto è contenuto [anche] l'altro momento onde essa ha anche tolto e ripreso in se medesima quell'alienazione e oggettività". In altre parole, l'autocoscienza si aliena sì nell'oggettività storico-naturale, ma, "in forza della inscindibile unità con se stessa", nel suo esser-altro è presso di sé, e quindi l'alienazione è implicitamente soppressa e superata. Se l'alienazione è dunque per Hegel qualcosa di assolutamente necessario, in quanto lo spirito è essenzialmente scissione (l'Io, dice Hegel, non può irrigidirsi "nella forma dell'autocoscienza in contrasto alla forma della sostanzialità e dell'oggettività, quasi che abbia paura della sua alienazione"), essa contiene in sé anche la propria soppressione e il proprio superamento, poiché, se è vero che l'Io ha un contenuto ch'esso distingue da sé, è altrettanto vero che questo contenuto è spirituale, è un prodotto dell'Io, è quella medesima pura negatività che è l'Io (ibid., vol. II, p. 302). Hegel dà la seguente caratterizzazione generale del processo di alienazione: "Ma a noi lo spirito ha mostrato di non essere né soltanto il ritrarsi dell'autocoscienza nella sua pura interiorità, né il mero calarsi di essa nella sostanza e il non-essere della sua differenza; anzi ha mostrato di essere questo movimento del Sé il quale aliena se stesso e si cala nella sua sostanza e come soggetto tanto è andato da essa in sé e l'ha resa oggetto e contenuto, quanto toglie questa differenza dell'oggettività e del contenuto" (ibid., p. 301). Senonché, come abbiamo detto, Hegel non si è limitato a questa generale elaborazione logico-metafisica della categoria di alienazione, bensì si è servito di tale concetto per dare una rappresentazione dialettica della storia antica e moderna. Un'intera sezione della Fenomenologia dello spirito (Lo spirito a sé estraniato; la cultura) ricostruisce i principali avvenimenti della civiltà occidentale sotto il segno e mediante la categoria dell'alienazione. La condizione di alienazione o di estraniazione inizia storicamente nell'epoca del tramonto della polis, in seguito al venir meno di quell'armonioso rapporto individuo-comunità che costituiva la caratteristica fondamentale dell'eticità greca. La polis era un tutto armonico, coeso e compatto, in cui gli individui non facevano valere le loro volontà e i loro interessi particolari, ma agivano e si sacrificavano per la cosa pubblica, per l'interesse generale o comune. "Nel suo sussistere - dice Hegel - il regno etico è un mondo non macchiato di scissione alcuna" (ibid., p. 21); qui "lo spirito è la forza dell'intiero, la quale riconduce insieme quelle parti nell'uno negativo, dà loro il sentimento Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 25 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca della loro dipendenza e le mantiene nella consapevolezza di avere la loro vita soltanto nell'intiero" (ibid., p. 14).La situazione storica successiva, che Hegel chiama dello "spirito etraniatosi", è invece radicalmente diversa. Qui l'intero è divenuto qualcosa di scisso e di duplice, perché l'autocoscienza non si riconosce più nel mondo sociale circostante - benché esso sia un suo prodotto - che le si contrappone come una realtà estranea. Qui l'estraniazione dell'autocoscienza costituisce una vera e propria frattura fra l'autocoscienza e ciò che essa ha prodotto: ovvero costituisce, come Hegel dice, una Entwesung, una perdita dell'essenza da parte dell'autocoscienza. Questa lacerazione o scissione si articola in varie opposizioni dialettiche, alle quali faremo qui soltanto qualche accenno sommario. La prima opposizione è fra Stato e Ricchezza. Entrambe queste potenze spirituali esprimono la sostanza dell'autocoscienza, il suo contenuto e il suo fine: lo Stato costituisce infatti l'essenza degli individui ed esprime la loro universalità; la Ricchezza, a sua volta, è il risultato, che incessantemente diviene, del lavoro e del fare di tutti, che promuove il godimento di tutti e si risolve in esso. In un primo tempo, quindi, l'autocoscienza si riconosce tanto nello Stato quanto nella Ricchezza. Ma l'autocoscienza non può fermarsi qui, e deve rapportarsi dialetticamente a quelle due potenze o determinazioni, ora riconoscendosi nella prima e negando la seconda, ora riconoscendosi nella seconda e negando la prima. E infatti l'autocoscienza trova disuguale a sé e quindi cattivo lo Stato, poiché in esso trova "negato e soggiogato" l'operare come operare singolo; e trova uguale a sé e quindi buona la Ricchezza, poiché è un universale che può essere goduto da tutti gli individui. Ma al tempo stesso l'autocoscienza trova buono lo Stato, poiché esso "ordina i singoli momenti dell'operare universale", e trova cattiva la Ricchezza, che non ha universalità perché essa rende possibile soltanto "il godimento di sé come singolarità" (ibid., pp. 54-55). La prima è soddisfatta dell'ordine sociopolitico esistente, e quindi è conservatrice; essa si riconosce nel potere pubblico, trova nello Stato la propria essenza e ubbidisce a esso, così come si riconosce nella Ricchezza e "riconosce come benefattore colui che gliene ha procurato il godimento, ritenendosi obbligata a gratitudine". La Coscienza ignobile, al contrario, è insoddisfatta dell'ordine sociopolitico esistente ed è sovvertitrice; essa vede nel potere statale una catena e un'oppressione, e "obbedisce con malizia sempre pronta alla ribellione ', così come non si riconosce nella Ricchezza, che ama ma che disprezza. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 26 di 27 Università Telematica Pegaso Il concetto di cultura nella scuola tedesca La Ricchezza appare sempre più come l'essenza alienata della coscienza, la quale trova in essa "estraniato il suo Stesso come tale". La Ricchezza produce infatti rivolta in chi non la possiede (poiché la coscienza vede così "la sua personalità come tale dipendente dalla personalità accidentale di un altro, dal caso di un istante, di un arbitrio, o, comunque sia, della più indifferente circostanza" [ibid.]); e produce tracotanza in chi la possiede: la tracotanza di chi "crede di aver conquistato con un pezzo di pane un altrui Io stesso e che opina di aver con ciò ottenuto l'assoggettamento dell'essenza più intima di lui"; ma "in questa superbia la Ricchezza non tiene conto dell'intima indignazione dell'altro, non tiene conto del pieno rifiuto di tutte le catene" (ibid., p. 70). La Ricchezza, insomma, è una delle categorie centrali della condizione estraniata del mondo moderno, e coinvolge sia chi la riceve sia chi la dà, sia chi la possiede sia chi non la possiede. Queste pagine di Hegel hanno esercitato un profondo fascino sul giovane Marx. Infatti nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 Marx scriverà che la Fenomenologia di Hegel, "nella misura in cui essa tien ferma l'estraniazione dell'uomo (anche se l'uomo vi appare soltanto nella forma dello spirito)", contiene "tutti gli elementi della critica", certo "nascosti" e tuttavia "spesso già preparati ed elaborati in un modo che va assai al di là del punto di vista di Hegel". E Marx aggiungerà che "la"coscienza infelice', la 'coscienza nobile', la lotta tra la coscienza nobile e quella ignobile, ecc., questi singoli capitoli contengono gli elementi critici - se pure in una forma ancora estraniata - di interi settori, come la religione, lo Stato, la vita civile [bürgerlich], ecc. ' (v. Marx, 1932; tr. it., p. 166). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. 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