IRAQ – Guida Paese Punti di debolezza Punti di forza

Political Risk & Country Analysis
Dicembre, 2014
IRAQ – Guida Paese
IRAQ
Superficie: 438.317 km²
Città principali: Baghdad (capitale), Erbil, Kirkuk, Mossul
Popolazione ed età media: 32,5 mln; 21,5 anni
Lingue: arabo, curdo, turcomanno e aramaico
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Agenzie di rating
S&P’s
Moody’s
Fitch
SACE 1
Contesto operativo
Fare business 2
Competitività
Corruzione 2
Dati macroeconomici
PIL ($ mld)
PIL pro-capite ($)
Fonte: CIA, The World Factbook, 2014
Rating
Outlook
7/7
-
Opportunità per il business internazionale 3
-
Classificazione
156° (su 189 paesi)
171° (su 177 paesi)
Punti di debolezza
2012
2013
2014s
210
226
237
6.397
6.696
6.815
Variazione del PIL (%)
8,3
5,3
1,3
Inflazione (%)
6,1
1,9
3
Bilancio Pubblico (% PIL)
11,9
9,2
3,3
Debito pubblico (% PIL)
28,4
15,9
14,9
Cambio IRR/USD
1,5
1,6
1,4
Quadro istituzionale
fragile e gravi minacce
all’integrità territoriale
ed alla sicurezza
considerata l’avanzata del
califfato islamico (Isis)
nel paese.
Ripercussioni negative
della crisi siriana/Isis
(“Stato Islamico”) e
tensioni con la regione
autonoma del Kurdistan.
Fonte: IHS Global Insight, novembre 2014
Interscambio € mln
2012
2013
Export Italia
633
1.266
Import Italia
3.511
2.950
Saldo Italia
-2.878
-1.684
Economia dipendente
dalle entrate provenienti
da idrocarburi.
Fonte: Istat, novembre 2014
1
Condizioni di assicurabilità: i Paesi sono classificati in 8 categorie di rischio da 0 a
7, dove 0 rappresenta il minimo rischio, mentre 7 il massimo.
Fare business: World Bank, Doing Business 2015
Corruzione: Transparency International, Corruption Perception Index 2013
3
L’indicatore è una media delle valutazioni espresse nelle singole sezioni del
documento.
2
UniCredit – Political Studies
pag. 1
Punti di forza
Buon potenziale di
crescita economica:
trainata dalla produzione
di idrocarburi e dalle
esportazioni.
Importanti risorse
naturali: il Paese è uno
dei maggiori produttori e
detentori di riserve
petrolifere e di gas.
Opportunità di
investimenti: soprattutto
nelle infrastrutture,
costruzioni, elettrico e
risorse idriche, industria
manifatturiera.
Incentivi fiscali: il
quadro normativo di
riferimento appare ben
strutturato e tale da
assicurare buone forme
di salvaguardia dei
capitali stranieri.
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Dicembre, 2014
Political Risk & Country Analysis
IRAQ – Guida Paese
QUADRO POLITICO
Contesto politico
Indicatori politico-sociali
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati
Economist Intelligence Unit, 2014
1) Scenario politico.
L’Iraq è attualmente frammentato tra il territorio sotto il controllo del Governo
centrale di Baghdad (centro-sud del paese), la regione - indipendente - del Kurdistan
(nord) e le aree sotto controllo dei terroristi dell’Isis (l’autoproclamato califfato “Stato
Islamico dell'Iraq e del Levante”, nel mezzo). Il Primo Ministro al Maliki (sciita) - che
guidava il paese da otto anni - si è dimesso ad agosto 2014 dopo aver perso il
sostegno della maggioranza del suo partito oltre che dei curdi e dei sunniti, ed è stato
sostituito da al-Abadi (sciita come il suo preedecessore).
2) Tematiche attuali.
L’immediata sfida del nuovo governo consiste nell’affrontare le forze terroristiche
(Isis) nel paese. A riguardo, l’Iraq ha già richiesto il supporto militare statunitense, e
non si esclude un possibile intervento (eventualmente sotto l’egida internazionale) in
caso di aggravamento delle condizioni di sicurezza all’interno del paese e nella vicina
Siria, altro territorio di avanzamento del califfato.
 Politica interna. Gli obiettivi principali del Governo: (1) sviluppo dell’industria
petrolifera, (2) liberalizzazione economica e (3) lotta al terrorismo. Negli ultimi
anni il Governo ha varato diverse leggi sugli investimenti e sulle imprese, dando
seguito al suo atteggiamento favorevole per gli IDE. Tuttavia, non mancano
difficoltà a livello pratico nell’attuazione dei nuovi progetti.
 Relazioni internazionali. La presenza diplomatica degli Stati Uniti nel Paese resta
significativa anche dopo il ritiro delle truppe (2011). Mentre i rapporti con la regione
autonoma del Kurdistan restano problematici, quelli con i paesi limitrofi dipendono
dagli sviluppi della situazione politica e di sicurezza interna.
3) Scenari futuri.
La situazione politica resta complessa e fragile, considerata l’occupazione parziale
del territorio da parte del califfato islamico e le continue minacce di avanzamento
dei terroristi dell’Isis. A riguardo, sarà fondamentale adottare una governance più
inclusiva (l’impegno per una riconciliazione nazionale da parte dall’ex Premier Maliki
non era riuscito ad evitare le forti divisioni tra le diverse etnie del paese). La
conflittualità etnica-religiosa, insieme agli attacchi terroristici - che sono
notevolmente aumentati nel 2013-14, provocano effetti negativi diretti sulla stabilità
politica e sull’efficacia dell’azione dell’esecutivo. Tensioni sussistono inoltre tra le
autorità centrale e federale (regione autonoma del Kurdistan).
QUADRO ECONOMICO
Contesto economico
Composizione del PIL 2013
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati CIA, the
World Factbook, 2014
Political Studies
1) Elementi di forza.
 Buona potenziale di crescita economica: sebbene non si possano escludere del
tutto gli effetti negativi del conflitto in corso nella regione e degli attacchi
terroristici sull’economia, il Paese ha un buon potenziale di crescita economica
trainato in particolare dalla produzione di idrocarburi e dalle esportazioni.
 Importanti risorse naturali: il Paese è uno dei maggiori produttori e detentori di
riserve petrolifere e di gas.
 Finanze pubbliche in buono stato (nel 2014 il debito pubblico e bilancio pubblico
dovrebbero attestarsi rispettivamente al 14,9% e 3,3% del PIL) e l’inflazione
contenuta (si aspetta un 3% per il 2014).
2) Elementi di debolezza.
 Economia dipendente dalle entrate provenienti da idrocarburi.
 Sistema bancario debole: il sistema finanziario riveste ancora un ruolo marginale
nell’economia del Paese, mentre il risanamento del sistema bancario - quasi
totalmente in mano pubblica - sta avvenendo lentamente dopo lunghi anni di
conflitto.
3) Scenari futuri.
Il settore non-oil è ancora poco sviluppato e largamente dipendente dalla spesa
pubblica. Pertanto, la diversificazione dell’economia rimane prioritaria (attualmente
circa i 2/3 della forza lavoro risulta impiegata nel settore pubblico e circa il 65% del PIL
proviene dal settore degli idrocarburi in mano ad imprese pubbliche). L’altra priorità è
aumentare la produzione del petrolio (5-6 mln di barili al giorno entro il 2015). A
riguardo, i maggiori siti produttivi, nel sud del paese, non sono stati fino ad ora
impattati dal conflitto con le milizie dell’Isis, ma le deboli condizioni di sicurezza
non escludono possibili ricadute negative sui programmi di sviluppo e investimento del
paese.
pag. 2
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Dicembre, 2014
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IRAQ – Guida Paese
INTERSCAMBIO COMMERCIALE - IDE
Import dall’Italia per settori (€ mln,
2013)
1) Scambi con l’Italia.
L’Italia è il primo partner commerciale dell’Iraq tra i Paesi dell’Unione europea,
mentre si posiziona globalmente al quinto posto tra i paesi destinatari e decimo tra
quelli fornitori. Nel 2013 l’interscambio commerciale con l’Italia ha segnato un saldo
negativo pari a circa €1,6mld (€2,8 mld nel 2012) e costituite quasi esclusivamente
da petrolio. Le esportazioni italiane nel paese sono raddoppiate nel 2013, passando
da €633 milioni a €1,3 mld.
2) Import settoriale dall’Italia.
Per quanto concerne l’import iracheno dall’Italia, nel 2013 i settori trainanti sono stati:
meccanica strumentale, metallurgia e apparecchiature elettriche.
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati IME, 2013
QUADRO OPERATIVO
Contesto operativo
3) Interscambio e Investimenti Diretti Esteri (IDE).
Nel 2012 l'interscambio commerciale dell’Iraq ha registrato un incremento di circa
il 21% rispetto al 2011. In particolare, le esportazioni hanno raggiunto circa €70
mld (+29% rispetto al 2011), mentre le importazioni hanno toccato €26 mld (+8%
rispetto al 2011), con un saldo della bilancia commerciale pari a circa €44 mld. I
principali paesi destinatari: USA, India, Cina. I principali paesi fornitori: Turchia,
Cina, USA.
Nel 2011 il paese ha registrato un flusso di investimenti pari a €2.981,4 mln,
provenienti quasi esclusivamente dalla Turchia e da altri paesi limitrofi. Nel 2011 gli
investimenti italiani nel Paese sono stati pari a €1 mln e concentrati
prevalentemente nel settore delle infrastrutture, della raffinazione e della
produzione industriale, anche in joint-venture con parteners locali (si segnalano in
particolare gli importanti investimenti già in corso da parte dell'ENI per lo
sfruttamento del campo petrolifero di Zubair).
1) Contesto operativo.
Il contesto operativo si presenta altamente problematico, nonostante la normativa
attuale sugli investimenti sia volta ad incentivare gli IDE e a rimuovere preesistenti
vincoli e restrizioni all’ingresso di capitale estero nell’industria nazionale. Anche le
procedure di investimento sono state chiarite e semplificate, attraverso la
creazione di un’apposita agenzia, la Investment Promotion Agency (IPA). Tra le
maggiori difficoltà per gli investitori si segnalano l’elevato livello di insicurezza
(scontri tra le comunità sunnita e sciita, e terrorismo), la burocrazia pesante, la
corruzione dilagante e le infrastrutture inadeguate. Secondo il Doing Business 2015,
l'economia irachena si colloca al 156° posto su 189 paesi.
2) Pagamenti e riscossioni. La lettera di credito rappresenta un sistema di
pagamento diffuso nel Paese. Le procedure per la risoluzione delle cause di insolvenza
durano in media 5 anni. L’Iraq è all’ultimo posto (189) nella classifica Doing Business
2015 per quanto concerne la facilità nel risolvere casi di insolvenza.
Principali indicatori DB 2015
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Bank, Doing Business
2015 (0 = migliore performance).
Political Studies
pag. 3
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Dicembre, 2014
Political Risk & Country Analysis
IRAQ – Guida Paese
Political Studies
Political Studies:
Francesca Nenci (Head of Political Studies)
Political Risk & Country Analysis*:
Angelica Attolico (Head of Political Risk and Country Analysis);
Luciano Mario Bencivinni (Political Analyst);
Andrea Bucolo (Political Analyst);
Valentino De Bernardis (Political Analyst);
Esra Gulfidan (Political Analyst);
Alessia Messina (Political Analyst).
* Political Risk & Country Analysis monitora regolarmente l’area dell’Europa Centro-orientale (AT, AZ, BA, BG, CZ, DE, HR,
HU, PL, RO, RU, SK, SLO, SRB, TR, UA), ed altre regioni del mondo tra cui l’Asia (in particolare CN, IN), il Medioriente e Nord
Africa (in particolare EG, LY, MA, TN), l’Africa subsahariana e l’America del Sud (in particolare BR).
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UniCredit - Public Affairs
Political Studies
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