Università degli Studi della Tuscia Facoltà di Scienze Politiche Appunti dal corso di STRATEGIE E MARKETING DI IMPRESA Laurea Magistrale in: Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità Docente: Silvio Franco Anno accademico 2008-09 Testo di riferimento: Peter J.P., Donnelly J.H., Pratesi C.A., “Marketing” (terza edizione), McGraw-Hill, 2006 (Capitoli 1-12) Organizzazione dei contenuti I) Concetti generali di marketing (Cap. 1-2) • Il marketing nella pianificazione strategica di impresa • Comportamenti e decisioni dei consumatori II) Definizione delle strategie di marketing (Cap. 3-5) • La segmentazione del mercato: metodologie e procedure • Struttura e risultati delle ricerche di marketing • Analisi della situazione e impostazione del marketing III) La gestione del marketing mix (Cap. 6-9) • • • • Le decisioni relative al prodotto Le forme di comunicazione La modalità di vendita Le politiche di prezzo IV) Elementi di supporto al marketing (Cap. 10-11) • Tipologie e caratteristiche dei canali distributivi • Il ruolo e il valore della marca V) Una sintesi del processo di marketing (Cap. 12) • Lo sviluppo di un piano di marketing 1 Parte I Concetti generali di marketing I.1 Il marketing nella pianificazione strategica di impresa Il marketing come funzione aziendale L’impresa è un organizzazione funzionale complessa finalizzata (prioritariamente) all’obiettivo della massimizzazione del profitto Mantenendo il suo obiettivo l’impresa è progressivamente passata DA una struttura funzionale gerarchica (top-down) in cui le decisioni gestionali e di indirizzo strategico vengono prese dai vertici aziendali e affidate per la loro esecuzione alle singole funzioni aziendali che rimangono distinte per compiti e competenze A una organizzazione interfunzionale in cui attività e processi si integrano in modo “orizzontale” e nella quale le diverse funzioni, pur mantenendo una loro specificità, operano in stretta collaborazione 2 Il marketing come funzione aziendale Nel nuovo contesto organizzativo dell’impresa avviene il passaggio di alcune funzioni chiave: • Amministrazione • Risorse umane • Ricerca e sviluppo (R&D) DA una semplice responsabilità operativa di esecuzione delle decisioni del vertice aziendale (attività di line) A un compito di consulenza e supporto ai processi gestionali e di pianificazione strategica (attività di staff). Il marketing come funzione aziendale Il marketing, in quanto funzione aziendale, in relazione alla struttura organizzativa dell’impresa, può essere considerato come una funzione di line o come una funzione di staff I compiti del Marketing come funzione di line: • Responsabilità di ideazione di prodotto (realizzato dalla funzione Produzione) • Definizione delle politiche e delle formule contrattuali distributive • Individuazione delle politiche di prezzo • Pianificazione delle attività di comunicazione, essenzialmente a carattere commerciale 3 Il marketing come funzione aziendale I compiti del Marketing come funzione di staff: • Attività di supporto decisionale, di informazione, di consulenza alla pianificazione strategica • Definizione delle politiche di business development • Individuazione delle politiche di prodotto, prezzo, distribuzione e promozione commerciale • Abbandono della gestione delle vendite, rispetto al rapporto diretto con gli intermediari e con i consumatori finali, (affidata alla funzione Commerciale) Il marketing come funzione aziendale Evoluzione del marketing Approccio Funzione Manageriale di line Interfunzional e di staff Relazionale diffusa Fine Persuasione della domanda allo scopo di vendere dei prodotti aziendali Supporto alla attività di pianificazione strategica attraverso gli strumenti di analisi e la conoscenza del mercato Creazione, sviluppo e consolidamento di relazioni stabili con gli stakeholders Tempo 4 La filosofia del marketing (marketing concept) Rappresenta la logica e l’approccio con cui vengono gestiti i rapporti fra impresa e mercato, i quali si sono evoluti parallelamente alla collocazione e al ruolo della funzione di marketing nelle aziende Orientamento Concept Fine Alla produzione Productio n Centralità dell’offerta aziendale destinata ad un mercato indifferenziato (larga scala-basso prezzo) Alla vendita Selling Persuasione e promozione di prodotti che i consumatori non hanno reale necessità di acquistare Al prodotto Product Proporre un prodotto di qualità ad alta differenziazione e superiore alla concorrenza Al mercato Marketing Creazione e mantenimento del vantaggio competitivo basato sulla risposta ai reali bisogni del cliente La filosofia del marketing (marketing concept) Con il passare del tempo si è osservato un sempre maggiore orientamento al cliente con un radicale cambio di prospettiva L’impresa non ha più come attività primaria quella della produzione e della vendita rispetto alla quale il marketing si pone come strategia per piazzare la maggiore quantità di prodotti al prezzo più elevato L’attività prioritaria dell’impresa è quella di conoscere, attraverso il marketing, la propria domanda di riferimento e di approntare i processi produttivi e le strategie di vendita in relazione ai bisogni e ai desideri dei consumatori Si è ormai in presenza di un sistema di imprese marketing oriented che non vendono sul mercato ciò che producono, ma che producono ciò che possono vendere. 5 Marketing: dal concept alla definizione Alcune definizioni di “marketing”: “Processo di pianificazione ed esecuzione delle attività di ideazione, determinazione del prezzo, promozione e distribuzione di idee, beni e servizi, al fine di creare uno scambio che soddisfi, nel contempo, gli obiettivi degli individui e delle organizzazioni” “Processo diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valore; è l’arte e la scienza di soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento realizzando un profitto” “Funzione organizzativa e insieme di processi volti a creare, comunicare e trasmettere un valore ai clienti ed a gestire i rapporti con essi in modo che diano benefici all’impresa e ai suoi proprietari” La pianificazione strategica Il marketing rappresenta un elemento dell’intera organizzazione aziendale; esso è parte integrante della “pianificazione strategica”. Pianificazione strategica: insieme delle attività (dalla definizione della missione aziendale alle singole scelte operative) che permettono di conseguire gli obiettivi dell’intera organizzazione Il processo di pianificazione strategica assicura l’equilibrio nelle logiche gestionali di breve periodo: di lungo periodo: - flussi di cassa - quote di mercato dei prodotti trainanti - profitti immediati investimenti strutturali - problemi di liquidità - perdita di clienti riduzione investimenti in R&S scomparsa dal mercato - crisi finanziaria - acquisizione da parte di altre imprese 6 La pianificazione strategica Il processo di pianificazione strategica si esplica nella redazione di un documento detto “Piano Strategico” Il “piano strategico” aziendale si articola i quattro componenti: • Missione • Obiettivi • Strategie • Portafoglio Attività La pianificazione strategica La missione aziendale Sintetizza le ragioni dell’esistenza dell’impresa attraverso: • visione a lungo termine di ciò che vuole essere • obiettivo che la differenzia da tutte le altre • caratteristiche che la rendono unica Per questa ragione nella sua identificazione bisogna tenere conto: • della storia dell’organizzazione • delle competenze distintive che la pongono in vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti • dell’ambiente di riferimento con i relativi rischi, vincoli e opportunità 7 La pianificazione strategica La missione aziendale Può essere concentrata su: - Offerta (realizzazione di prodotti, fornitura di servizi) Æ attenzione rivolta all’interno - Domanda (soddisfazione di bisogni, realizzazione di desideri) Æ attenzione rivolta all’esterno In ogni caso deve essere realistica, non generica, motivante La missione aziendale non deve rimanere inalterata nel tempo ma ha una connotazione dinamica; può modificarsi per effetto di diversi avvenimenti che mutano degli aspetti dell’impresa: • espansione Æ nuovi tipi di prodotti, mercati, settori • cambio dirigenza Æ diversi tipi di prodotti, mercati, settori • cambiamenti nel contesto economico e sociale La pianificazione strategica Obiettivi aziendali Traducono la missione aziendale in una serie di traguardi specifici e quantificabili che l’organizzazione definisce chiaramente e che si pone di raggiungere nel lungo periodo Gli obiettivi possono riguardare • l’impresa nel suo insieme • singole aree organizzative e gestionali dell’impresa 8 La pianificazione strategica Strategie aziendali Sono le logiche di azione che guidano un’organizzazione verso il raggiungimento dei suoi obiettivi Possono basarsi su tre diversi approcci: a) prodotti/mercati b) vantaggio competitivo c) valore La scelta dell’approccio e della relativa strategia è determinato da: coerenza con la missione - valorizzazione delle competenze specifiche - risorse aziendali - capacità dell’organizzazione La pianificazione strategica a) Strategie basate su prodotti/mercati Si basano sulla diverse combinazioni di prodotti (produzione attuale, nuova produzione) e mercati (clienti attuali, nuovi clienti) le quali vengono raccolte in una “matrice prodotto/mercato” che identificano le logiche di comportamento dell’impresa. Produzione attuale Nuova produzione Clienti attuali 1. Penetrazione mercato 3. Sviluppo del prodotto Nuovi clienti 2. Sviluppo del mercato 4. Diversificazione 9 La pianificazione strategica a) Strategie basate su prodotti/mercati 1. Marketing penetration Æ Aumento vendite/incremento consumi Tattiche: riduzione prezzo, maggiore diffusione, restyling packaging 2. Marketing development Æ Uso diverso dall’originale/benefici aggiuntivi Tattiche: nuova confezione, promozione mirata a nuovi segmenti, “educazione” dei nuovi clienti 3. Product development Æ Nuovi elementi caratterizzanti la propria offerta consolidata Tattiche: versione diversa/innovativa di un vecchio prodotto, nuovo modo di usare un prodotto esistente 4. Diversification Æ Ingresso in settori differenti dal core-business Tattiche: acquisizione di altre marche, avvio di società controllate La pianificazione strategica b) Strategie basate sul vantaggio competitivo Si basano sull’offrire ai clienti prodotti e servizi a condizioni migliori di quelle dei concorrenti 1. Servizio equivalente a prezzo inferiore (leadership di costo) Tattiche: standardizzazione dell’offerta, efficienza produttiva e gestionale 2. Servizio migliore allo stesso prezzo (differenziazione) Tattiche: miglioramento della qualità, ricerca del design, identificazione con status sociale, nascita di una moda creazione di valore immateriale associato al prodotto (premium price) 10 La pianificazione strategica c) Strategie basate sul valore Finalizzate a costruire relazioni di lungo termine con la clientela offrendo uno specifico valore al cliente (customer value) Tattiche: miglior prezzo, miglior prodotto, miglior servizio Il concetto di customer value rappresenta un’estensione e una applicazione della filosofia del marketing concept, in quanto tende a trasferire ai consumatori un valore superiore per conseguire gli obiettivi aziendali La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali Rappresenta l’insieme delle linee di prodotto o delle divisioni (attività) Queste possono essere: - Attività presenti Æ da incrementare – mantenere – eliminare - Nuove attività e vanno a costituire delle Aree Strategiche d’Affari (ASA) contraddistinte da: - una singola attività o più attività correlate - missione distinta - concorrenti specifici - oggetto di pianificazione separata 11 La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali “Modello di portafoglio”: metodo utilizzato per stabilire la ripartizione delle risorse dell’impresa fra le diverse ASA Fra i modelli di portafoglio proposti ve ne sono due che sono divenuti dei punti di riferimento: 1. Modello BCG (Boston Consulting Group) 2. Modello GE (General Electric) La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali - 1. Modello BCG Basato su - “Curva di esperienza” costo decrescente con l’aumento della dimensione produttiva (quota di mercato) - “Curva di profitto” redditività aziendale (ROI) crescente con l’aumento della quota di mercato. Partendo da questa considerazione le ASA vengono classificate secondo due dimensioni: • quota di mercato relativa (alta, bassa) • tasso di crescita del settore di mercato (alto, basso) 12 La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali - 1. Modello BCG Le due dimensioni vengono riportate su una matrice che identifica la tipologia di ASA e il relativo impegno di risorse finanziarie Quota di mercato Alta Tasso di crescita Alto Tasso di crescita Basso A. Quota di mercato Bassa D. “Stelle” B. “Punti interrogativi” C. “Vacche da mungere” “Cani” A. Richiedono risorse per espansione e protezione da ingresso di concorrenti B. Forniscono risorse finanziarie C. Possono fornire risorse finanziarie D. Richiedono molte risorse se si decide di puntarci La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali - 1. Modello BCG Per ciascuna ASA, in base alla sua tipologia, viene deciso il ruolo nel piano strategico aziendale fissando il relativo obiettivo: - Sviluppo (build share) Æ sacrificare guadagni immediati al miglioramento della quota di mercato (punti interrogativi Æ stelle) - Mantenimento (hold share) Æ conservazione della redditività (vacche da mungere forti) - Mietitura (harvest) Æ incremento della liquidità a breve (vacche da mungere deboli, cani, punti interrogativi) - Disinvestimento (divest) Æ recupero risorse per altre aree (cani, punti interrogativi) Il modello BCG ha suscitato numerose critiche; è comunque utile per aziende di grande dimensione che operano in settori a bassa differenziazione di prodotto 13 La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali - 2. Modello GE In questo modello la divisione delle ASA viene condotta sempre in relazione a due dimensioni che costituiscono una generalizzazione di quelle del modello BCG 1. Quota di mercato Æ Competitività • Posizione del mercato • Punti di forza competitivi (leadership, tecnologia, …) 2. Tasso di crescita del settore Æ Attrattività del settore • Dimensione/crescita del mercato • Redditività La quantificazione delle singole ASA rispetto a tali dimensioni avviene attraverso indici complessi basati su diverse componenti La pianificazione strategica Portafoglio attività aziendali - 2. Modello GE Competitività Competitività Competitività Forte Media Debole Attrattività Alta A. A. B. Zona A: sviluppo Attrattività Media A. B. C. Zona B: mantenimento Attrattività Bassa B. C. C. Zona C: mietitura/abbandono Le ASA vengono inserite in un diagramma in cui viene rappresentata anche la loro dimensione economica 14 Dal piano strategico al marketing management Una volta che l’impresa ha completato il processo di pianificazione strategica (missione, obiettivi, strategie, portafoglio attività) può procedere alla fase di marketing management, ovvero allo sviluppo dei singoli “piani di marketing”, uno per ciascun mercato-obiettivo Un piano di marketing prevede una serie di punti: 1. Analisi della situazione 2. Pianificazione di marketing • Obiettivi • Selezione del mercato-obiettivo • Marketing mix 3. Implementazione e controllo del piano Dal piano strategico al marketing management 1. Analisi della situazione Riguarda la valutazione e l’analisi di opportunità, vincoli e minacce che caratterizzano i diversi ambienti in cui opera l’impresa: - Ambiente cooperativo: imprese/individui interessati al conseguimento degli obiettivi da parte dell’azienda (fornitori, distributori, dipendenti) • Opportunità: Miglioramento efficienza (approvvigionamento, vendite), sviluppo nuovi prodotti • Vincoli: conflitti interni, scarsità materie prime, livelli di produzione - Ambiente competitivo: imprese del settore che competono per approvvigionamento risorse e vendita prodotti • Opportunità: acquisire aziende concorrenti, indurre la concorrenza ad uscire dal mercato, offrire prodotti di qualità superiore • Vincoli: azioni dei concorrenti sulla domanda, clienti fedeli ai concorrenti 15 Dal piano strategico al marketing management 1. Analisi della situazione Analisi dell’ambiente competitivo: • “modello della concorrenza allargata” • attività di benchmarking - Ambiente economico: disoccupazione, inflazione, recessione, sviluppo tecnologico - Ambiente sociale: tradizione, cultura, comportamenti della collettività - Ambiente politico: opinioni del pubblico, posizioni della società civile - Ambiente giuridico: tutela della concorrenza e diritti del consumatore - Ambiente infrastrutturale: disponibilità e limiti delle soluzioni tecnologiche, tecniche e logistiche - Ambiente mediale: caratteristiche dei mezzi di comunicazione Dal piano strategico al marketing management 2. Pianificazione di marketing - Formulazione degli obiettivi di marketing: • coerenti con quelli dell’organizzazione • chiaramente specificati • misurabili - Selezione del mercato-obiettivo: individuazione dei nuovi segmenti a cui rivolgere i prodotti (in base alla loro redditività, al volume di vendita, all’impegno richiesto all’impresa) senza trascurare i clienti attuali - Sviluppo del marketing mix: prodotto, prezzo, promozione, distribuzione 16 Dal piano strategico al marketing management 3. Implementazione e controllo del piano di marketing - Messa in atto: • attenzione alle figure coinvolte • controllo e verifica dei tempi - Controllo: • misura dei risultati dell’attuazione • comparazione con gli obiettivi • valutazione del livello di conseguimento • aggiustamento azioni Relazione fra piano strategico, piano di marketing e altre funzioni aziendali Il ruolo delle informazioni per la formulazione del piano strategico e del piano di marketing 17 Relazione fra piano strategico, piano di marketing e altre funzioni aziendali Dal piano strategico al piano di marketing come una delle funzioni aziendali Relazione fra piano strategico, piano di marketing e altre funzioni aziendali Relazione fra - obiettivi e strategie aziendali (definite nel piano strategico) - obiettivi e strategie di marketing (definite nel piano di marketing) - obiettivi e strategie produttive 18 Parte I Concetti generali di marketing I.2 Comportamenti e decisioni dei consumatori Il processo decisionale del consumatore La spiegazione del comportamento d’acquisto del consumatore è molto complessa. Una schematizzazione degli elementi che portano al processo decisionale è raffigurata nel diagramma seguente Influenze sociali Influenze di marketing Influenze situazionali Influenze psicologiche Processo decisionale del consumatore 19 Il processo decisionale del consumatore D Influenze sociali: • Sistemi culturali • Classe sociale • Gruppo di riferimento D Influenze di marketing: • Prodotto Æ attributi (materiali e immateriali); aspetto esteriore • Prezzo Æ risparmio; valore della qualità • Comunicazione Æ contenuto; tipo; media • Distribuzione Æ facile reperibilità; punti vendita esclusivi; vendita non store D Influenze situazionali (consce e inconsce): • Ambiente fisico (luogo) • Ambiente sociale (persone) • Prospettiva temporale (tempo relativo e assoluto) • Definizione del compito (acquirente/utilizzatore) • Condizioni antecedenti (stati d’animo/condizioni) Il processo decisionale del consumatore D Influenze psicologiche: Le informazioni fornite dagli aspetti sociali, di marketing e situazionali vengono elaborate dai fattori psicologici che ne modificano l’interpretazione e l’impatto sul processo decisionale Due fattori psicologici significativi a questo riguardo sono: • product knowledge (conoscenze presenti nella memoria del consumatore Æ influenzano la velocità del processo decisionale) • product involvement (coinvolgimento del consumatore rispetto al possesso e all’utilizzo del bene oggetto dell’acquisto) 20 Il processo decisionale del consumatore D Processo decisionale: E’ costituito da una sequenza di cinque fasi: 1. Riconoscimento bisogno 2. Ricerca alternative 3. Valutazione alternative 4. Decisione acquisto 5. Impressioni dopo-acquisto Ciascuna di queste fasi è influenzata dal tipo di acquisto: - prodotti complessi, costosi, coinvolgenti (stock) Æ processo decisionale estensivo Æ tempo e impegno consistente, necessità di molte informazioni - prodotti “medi” (stock/flussi) Æ processo decisionale in contesto di scelta limitata Æ tempo e impegno medio, necessità di confronti - prodotti di consumo (flussi) Æ processo decisionale di routine Æ tempo e impegno ridotto, procedura meccanica Il processo decisionale del consumatore a) Riconoscimento bisogno - Stimoli interni (fame/sete, dolore, noia) - Stimoli esterni, provenienti dai sensi (visivi, sensoriali, ecc.) Teoria dei bisogni di Maslow, piramide su 5 livelli: fisiologici, sicurezza, appartenenza/amore, stima, realizzazione Teoria dei bisogni in relazione all’origine: Biologici (primari) – Umani (fondamentali) – Sociali (indotti) b) Ricerca delle alternative (fonti di informazione) - Interne (conoscenze/esperienze) Æ acquisti abituali - Sociali (familiari/amici/conoscenti competenti) Æ nuovi acquisti, cambiamenti - Marketing (pubblicità/venditori/etichetta) Æ acquisti di prova - Pubbliche (riviste/siti/pubblicazioni) Æ acquisti complessi - Collaudo (esame/prova) Æ acquisti costosi 21 Il processo decisionale del consumatore c) Valutazione delle alternative (sequenza logica) - conoscenza delle alternative - selezione delle alternative di interesse - considerazione degli attributi delle alternative selezionate - focalizzazione sugli attributi di interesse - individuazione dell’alternativa con i migliori attributi - assegnazione della preferenza e desiderio di acquisto d) Decisione di acquisto Il passaggio dalla individuazione della migliore alternativa all’atto di acquisto è condizionato dalla percezione del rischio, considerato da diversi punti di vista: economico - insoddisfazione risultato/utilizzo - perdita di immagine Il consumatore tende a minimizzare il rischio attraverso tre strategie: - riduzione della quantità - ridimensionamento delle aspettative - acquisizione ulteriori informazioni Il processo decisionale del consumatore e) Impressioni del dopo acquisto Fondamentali per la ripetizione dell’acquisto in futuro. Quanto più il consumatore è soddisfatto tanto più si radica il meccanismo “stimolo-risposta” che porta alla medesima decisione e instaura e rafforza un senso di fiducia e fedeltà. Effetto contrario ha uno stato di perplessità e incertezza riguardo all’acquisto, il quale può essere determinato da: - implicazioni finanziarie e/o psicologiche - presenza di molte alternative - alternative con caratteristiche paragonabili 22 Il processo decisionale del consumatore La valutazione della fase di post-acquisto In un approccio lungimirante, l’azienda deve investire risorse per raccogliere le valutazioni dei clienti riguardo alla soddisfazione del loro acquisto. Intendendo con soddisfazione la differenza fra la percezione soggettiva di qualità/valore del prodotto attribuita dopo l’acquisto/consumo e le aspettative create prima dell’acquisto/consumo del prodotto (rischio di over-promising). La soddisfazione è la condizione necessaria per la creazione di una relazione di fiducia fra cliente e azienda Modello dinamico di customer loyalty 1.Il cliente soddisfatto tende a ripetere l’acquisto 2.Ri-acquisti soddisfacenti portano alla fiducia e alla “fedeltà comportamentale” 3.La ripetuta percezione del valore dei prodotti sviluppa nel cliente una “fedeltà mentale e cognitiva” che rappresenta per l’azienda un “capitale di fiducia” 4.Se l’azienda mantiene e sviluppa questo capitale di fiducia si ha la generazione di “customer loyalty”: una sorta di impegno che spinge il cliente ad aumentare la frequenza dell’acquisto, anche di prodotti diversi da quelli abituali 23 Parte II Definizione delle strategie di marketing II.1 La segmentazione del mercato: metodologie e procedure Il processo di segmentazione Definizione “Segmentazione”: insieme delle attività tese a determinare la suddivisione del mercato in gruppi di consumatori simili Bisogni, desideri e preferenze dei consumatori sono molto diversi E’ necessario individuare dei gruppi di consumatori con caratteristiche simili che possono essere soddisfatti dallo stesso prodotto L’impresa deve sviluppare uno specifico marketing mix per ogni segmento del mercato 24 Il processo di segmentazione La segmentazione costituisce il presupposto e il punto di partenza di qualunque azione di marketing in quanto consente di raccogliere le informazioni per individuare i mercati obiettivo e posizionarvi i prodotti in modo opportuno Il processo di segmentazione prevede due fasi distinte: 1. Determinazione dei bisogni e dei desideri del consumatore (nuovi o insoddisfatti) 2. Suddivisione del mercato in base alle sue dimensioni significative: I consumatori vengono raggruppati in base ad alcune variabili in modo da costituire dei gruppi (segmenti) il più possibile omogenei al loro interno ma diversi fra di loro Il processo di segmentazione L’operazione di segmentazione può essere sviluppata: - ex-ante rispetto a una ricerca di mercato (“a priori”) - ex-post rispetto a un indagine sul campo (“a posteriori”) Segmentazione a priori Il responsabile marketing definisce i criteri per la segmentazione del mercato senza fare ricorso ad indagini specifiche ma solo sulla base delle sue conoscenze e della sua esperienza; successivamente vengono raccolte le informazioni sui segmenti di interesse Il principale vantaggio è quello di ridurre i costi e i tempi per la ricerca Il limite è quello di escludere i consumatori che hanno caratteristiche di interesse per l’impresa ma non rientrano nei criteri prestabiliti 25 Il processo di segmentazione Segmentazione a posteriori Raggruppa i consumatori sulla base dei risultati di ricerche che non partono da criteri predefiniti Il vantaggio è quello di ottimizzare la strategia attraverso una più mirata azione del marketing mix Lo svantaggio è quello di richiedere maggiore impegno e costi in quanto implica la necessità di pianificare e condurre una specifica ricerca di mercato La scelta di uno dei due approcci è determinato dal livello di conoscenza del mercato in relazione a precedenti esperienze Variabili di segmentazione Raccolta delle informazioni sui consumatori in base alle variabili che ne identificano le caratteristiche rispetto agli obiettivi dell’indagine Tipologie di variabili: (Es. Questionario esercizio) - Geografiche Domande n. 1-3 - Demografiche - Famiglia - Personali Domande n. 4-5 Domanda n. 13 - Comportamentali Domande n. 6-12 Non è facile determinare quale sia la logica migliore per segmentare il mercato e, di conseguenza, quali variabili prendere in considerazione 26 Variabili di segmentazione E’ necessario trovare il migliore compromesso fra - conoscenze di cui si è già in possesso - variabili più significative ai fini degli obiettivi posti - risultati delle elaborazioni dei dati raccolti (capacità delle variabili di separare i segmenti e caratterizzarli rispetto alle azioni di marketing) Tenendo conto che - un individuo-consumatore non appartiene completamente ad un solo segmento ma ha caratteristiche che lo inquadrano parzialmente in altri segmenti - quanto più cresce il numero delle variabili, tanto più aumenta il numero dei segmenti; è necessario trovare un compromesso fra numero e rappresentatività dei segmenti Criteri di Segmentazione Identificazione profilo Segmentazione geografica Identificazione desiderata Segmentazione socio-demografica Segmentazione in base ai benefici Segmentazione comportamentale Segmentazione psicografica Aziende che operano: Variabili: - a livello globale (suddivisione per continente o nazione) - Sociali: cultura, razza, religione, classe sociale, … - a livello nazionale (suddivisione per macro-regioni - aree Nielsen) - Demografiche: età, sesso, nucleo familiare, titolo di studio, occupazione, reddito, …) Finalità: evidenziare le motivazioni profonde che incidono sulle decisioni di acquisto dei consumatori Finalità: evidenziare situazioni di utilizzo/ consumo di un prodotto da parte dei consumatori; - stato (assente, passato, attuale, potenziale) - intensità (nulla, rara, media, intensa) - situazione (lavoro, casa, vacanza) - fedeltà (nulla, bassa, media, alta) Finalità: evidenziare gli stili di vita dei consumatori attraverso tre principali dimensioni: - profonda (valori e personalità) - intermedia (atteggiamenti) - superficiale (comportamenti e atti di consumo) - a livello locale (suddivisione per zone di prodotti tipici) 27 Tipologie di segmentazione E’ possibile adottare differenti tipologie (logiche) di segmentazione: Variabili Segmentazione - Geografica - Geografiche - Demografiche - Socio-demografica - Geodemografica - Comportamentale - Comportamentali - In base ai benefici - Psicografica (stili di vita) Tipologie di segmentazione In base ai benefici: L’aspetto che determina l’esistenza di un segmento di mercato è il beneficio ricercato dai consumatori nell’acquisto/utilizzo di un prodotto. Modalità di segmentazione fortemente orientata al mercato in quanto cerca di realizzare prodotti che soddisfano i bisogni e i desideri espressi dai consumatori Richiede una frequente ripetizione delle indagini per cogliere le dinamiche che caratterizzano i segmenti individuati. 28 Tipologie di segmentazione In base agli stili di vita (psicografica): L’aspetto che determina l’esistenza di un segmento sono le caratteristiche personali dei consumatori, in particolare per quanto riguarda: - valori - comportamenti - stili di vita Esempi: - metodo VALS (suddivisione dei consumatori USA in 9 gruppi) - classificazione Eurisko (47 variabili – 16 profili) Tipologie di segmentazione In base a indicatori socio-economici locali (geodemografica): L’aspetto che determina l’esistenza di un segmento è la residenza in una determinata area (sezione censuaria) posta in relazione con alcune caratteristiche demografiche (occupazione, livello di istruzione, reddito). L’idea alla base di questa tecnica è che i consumatori che risiedono in una stessa area hanno caratteristiche simili e possono essere raggiunti in modo più preciso con azioni mirate di marketing, in particolare per quanto riguarda comunicazione (direct-marketing) e localizzazione della rete distributiva. 29 Descrizione dei segmenti La caratterizzazione dei segmenti riguarda i seguenti aspetti: - Misurabilità: quantificazione dei consumatori che ne fanno parte - Accessibilità: raggiungibilità con chiarezza e distinzione rispetto alla massa del mercato con azioni mirate di marketing - Significatività: dimensioni e potenziale di domanda tali da giustificare investimenti da parte dell’impresa - Differenzialità: segmenti omogenei al loro interno e distinti dagli altri - Esaustività: ogni consumatore è inserito in uno e uno soltanto dei segmenti (classificazione rigida) - Stabilità: il segmento individua un gruppo di consumatori che non deve modificare le proprie caratteristiche nel breve periodo Descrizione dei segmenti Segmenti emergenti: mercati “nuovi”, di dimensioni considerevoli e in crescita, parzialmente o completamente inesplorati. Omosessuali - comunità ben definita, individuabile, raggiungibile - geograficamente localizzabili (centri medio-grandi) - cultura elevata, redditi medio-alti - specifiche tipologie di servizi/prodotti di interesse: intrattenimento, turismo, moda, prodotti high-spender - limitata perdita di immagine (talvolta guadagno) presso altri segmenti Immigrati - comunità ad elevata caratterizzazione - consumatori con esigenze di consumo specifiche (cultura, tradizioni) - segmento in rapida espansione - marketing “prudente” per la scarsa integrazione e le opinioni non sempre favorevoli degli altri cittadini 30 Parte II Definizione delle strategie di marketing II.2 Struttura e risultati delle ricerche di marketing La ricerca di marketing Ricerca di marketing (marketing research): raccolta e utilizzazione di informazioni “interne” (aziendali) e “esterne” (consumatori) al fine di studiare la struttura e la dinamica dei vari fattori che costituiscono il marketing (caratteristiche dei prodotti offerti, andamento e politica dei prezzi, canali di distribuzione, forme di comunicazione e pubblicità) Distinta dalla definizione più generale di ricerca di mercato Ricerca di mercato (market research): studio strutturale e dinamico della domanda di beni e servizi, delle tipologie di consumatori attuali e potenziali, delle forme concorrenziali che assume il mercato in base alla struttura e alla composizione dell’offerta 31 La ricerca di marketing Le ricerche di marketing sono attività che hanno il fine di produrre, analizzare e interpretare le informazioni utili per le decisioni di marketing L’interpretazione dei risultati e il loro adattamento per definire le strategie di marketing si rivela necessario in quanto: - anche la ricerca più accurata può presentare dei limiti e degli errori - le ricerche non posso prevedere con precisione ciò che accadrà in futuro - nessuna ricerca può sostituire le conoscenze acquisite con l’esperienza e la visione d’insieme di un esperto E’ importante che ricercatori e responsabili marketing lavorino insieme collaborando nel decidere le strategie più efficaci Il processo di ricerca E’ articolato secondo 5 step successivi: Obiettivi – Piano – Svolgimento – Elaborazione – Report Step 1. Obiettivi Fissati in modo concorde fra ricercatori e responsabile marketing attraverso i seguenti passaggi: • definizione del quadro di riferimento attuale rispetto al fenomeno oggetto di studio • aspetti rilevanti del fenomeno oggetto di studio • questioni specifiche alle quali la ricerca intende rispondere: - finalità esplorative (fenomeno di cui si ha conoscenza limitata) - finalità descrittive (fenomeno noto ma che si intende approfondire) - finalità causali (fenomeno di cui si intende valutare le conseguenze) 32 Il processo di ricerca Step 2. Piano Definizione della metodologia di indagine attraverso la specificazione dei suoi punti fondamentali: - Dimensione e modalità di selezione del campione - Tipo dei dati (primari o secondari) e relativa tecnica di rilevazione - Svolgimento interno o esterno - Ricerca di tipo qualitativo o quantitativo Per le ricerche qualitative, di tipo essenzialmente esplorativo e finalizzate alla conoscenza di un fenomeno del quale non si possiede grande cognizione, viene scelta la tecnica dell’osservazione, dell’intervista in profondità o dei focus group. Il processo di ricerca Per le ricerche quantitative, maggiormente indicate per indagini descrittive e causali, l’individuazione del metodo si presenta più complessa e deve essere scelta fra le seguenti: - Osservazione Æ raccolta dei dati attraverso la registrazione di eventi osservati da un rilevatore - Survey (interviste) Æ raccolta dei dati attraverso un questionario (posta, telefono, diretto) – rientrano in questa categoria anche i panel (campione costante monitorato con continuità) e le tecniche di raccolta eseguite con l’ausilio della rete - Sperimentazione Æ analisi degli scostamenti fra trattato/controllo in osservazioni campionarie e loro estrapolazione alla popolazione - Modelli matematici Æ elaborazione di dati secondari attraverso procedure analitiche che intendono ricostruire comportamenti reali 33 Il processo di ricerca Step 3. Svolgimento Rappresenta la fase di vera e propria rilevazione delle informazioni. Nel caso più frequente le indagini di marketing prevedono la raccolta di dati primari quantitativi attraverso un questionario. La preparazione del questionario deve essere curata con grande attenzione tenendo conto di: - scelta delle domande Æ aperte (forma libera), chiuse (scelta fra un numero limitato di opzioni), filtro (sbarramento/apertura ad altre domande), di controllo (verifica indiretta di altre risposte) - modalità di formulazione Æ chiara e sintetica - ordine delle domande Æ logico e senza perdere l’attenzione dell’intervistato Il processo di ricerca Nell’ambito del marketing esistono delle ricerche mirate allo studio dei prodotti che vengono realizzate con specifiche metodiche: - product test Æ indagine qualitativa finalizzata a rilevare gli elementi che legano i consumatori all’uso/acquisto di un determinato prodotto - package test Æ indagine quali-quantitativa sulla percezione dei consumatori rispetto alla confezione di un prodotto e sui relativi aspetti estetici e di funzionalità - pricing test Æ indagine quantitativa sul legame fra prezzo di un prodotto e intenzione di acquisto - advertising test Æ indagine quali-quantitativa sull’efficacia comunicazionale e la qualità dei contenuti di un messaggio pubblicitario, sia prima che dopo la messa in onda 34 Il processo di ricerca Step 4. Elaborazione Prevede una prima fase di controllo/ordinamento/codifica dei dati e il loro inserimento in un database utilizzato per tutte le analisi successive Elaborazione dei dati qualitativi: sintesi e lettura in chiave di risposta alle domande poste come obiettivo della ricerca Elaborazione dei dati quantitativi: utilizzo di metodi matematici e/o statistici che hanno lo scopo di estrarre dall’insieme delle informazioni grezze degli indicatori utili alle strategie aziendali Step 5. Report Documento sul quale viene presentato il resoconto delle attività e dei risultati del progetto di ricerca 35